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SAFEDEX
Una compressa contiene 50 mg di bicalutamide.
Eccipienti: contiene 64,4 mg di lattosio monoidrato.
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.
Compressa rivestita con film.
Compressa di colore bianco o quasi bianco, rotonda, biconvessa, rivestita con film, con inciso "L" su un lato e "RG" sull'altro.
Trattamento del carcinoma della prostata in stadio avanzato in associazione con terapia con analogo dell'ormone di liberazione dell'ormone luteinizzante (LHRH) o castrazione chirurgica.
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Maschi adulti, compresi i soggetti anziani
Una compressa da 50 mg 1 volta al giorno.
Via di somministrazione: orale.
Le compresse devono essere ingerite intere con del liquido.
La terapia con la bicalutamide deve essere cominciata almeno 3 giorni prima di iniziare il trattamento con un analogo LHRH, oppure allo stesso momento della castrazione chirurgica.
Bambini e adolescenti
La bicalutamide non è indicata nei bambini e negli adolescenti.
Insufficienza renale
Nei pazienti con insufficienza renale non è necessaria alcuna correzione della dose. Non c’è esperienza dell'uso della bicalutamide nei pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min) (vedere il paragrafo 4.4).
Insufficienza epatica
Nei pazienti con lieve insufficienza epatica, non è necessaria alcuna correzione della dose. Il farmaco può accumularsi nei soggetti con insufficienza epatica da moderata a grave (vedere il paragrafo 4.4).
Ipersensibilità alla bicalutamide o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
L'uso della bicalutamide è controindicato nelle donne e nei bambini.
La co-somministrazione di terfenadina, astemizolo o cisapride è controindicata (vedere il paragrafo 4.5).
Il trattamento deve essere iniziato sotto la diretta supervisione di uno specialista ed è necessario attuare successivamente un regolare monitoraggio dei pazienti.
La bicalutamide è metabolizzata a livello epatico. I risultati della ricerca suggeriscono che l'eliminazione della bicalutamide può essere più lenta nei pazienti con grave insufficienza epatica e che ciò potrebbe indurre un accumulo del farmaco, pertanto, la bicalutamide deve essere utilizzata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica da moderata a grave.
Raramente sono stati osservati gravi danni epatici con la somministrazione di bicalutamide (vedere paragrafo 4.8). La terapia con bicalutamide deve essere interrotta qualora si manifestino gravi alterazioni.
Si raccomanda di effettuare dei controlli periodici della funzionalità epatica al fine di evidenziare eventuali danni a carico dell'organo. Si prevede che la maggioranza delle alterazioni si manifesti entro i primi 6 mesi della terapia con bicalutamide.
Poiché non c’è esperienza dell'uso della bicalutamide nei pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min), in tali pazienti il farmaco deve essere impiegato con cautela.
Nei pazienti cardiopatici, è consigliabile eseguire il monitoraggio periodico della funzionalità cardiaca.
Il prodotto contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, di deficit della Lapp-lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
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Non sono state dimostrate interazioni farmacologiche o farmacocinetiche tra la bicalutamide e gli analoghi LHRH.
Studi in vitro hanno mostrato che l'enantiomero R della bicalutamide è un inibitore del CYP 3A4 con inferiori effetti inibitori sull'attività del CYP 2C9, 2C19 e 2D6.
Sebbene gli studi in vitro abbiano indicato un possibile effetto inibitorio della bicalutamide sul citocromo 3A4, numerosi studi clinici mostrano che la dimensione di tale inibizione per la maggior parte dei farmaci metabolizzati dal citocromo P450 è probabilmente non significativa dal punto di vista clinico.
Ciò nondimeno, per i farmaci con un ristretto indice terapeutico che sono metabolizzati a livello epatico, l'inibizione del CYP 3A4 causata dalla bicalutamide potrebbe essere di rilevanza. In considerazione di questo quadro, la co-somministrazione di terfenadina, astemizolo e cisapride è controindicata.
È opportuno osservare cautela nella co-somministrazione della bicalutamide con composti quali ciclosporina e bloccanti dei canali del calcio. Può essere necessario ridurre la dose di questi farmaci specialmente in presenza di evidenze di effetti dannosi o amplificati del farmaco. Per quanto riguarda la ciclosporina, si raccomanda un attento monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche e della condizione clinica del paziente dopo l'inizio o l'interruzione del trattamento con bicalutamide.
È necessario osservare cautela nella somministrazione della bicalutamide ai pazienti in terapia con medicinali che inibiscono i processi ossidativi a livello epatico, ovvero cimetidina e ketoconazolo in quanto ne potrebbe derivare un incremento delle concentrazioni plasmatiche di bicalutamide le quali in teoria potrebbero portare a un aumento degli effetti indesiderati.
Gli studi in vitro hanno mostrato che la bicalutamide può spiazzare l'anticoagulante cumarinico, il warfarin, dal suo sito di legame sulle proteine. Si raccomanda quindi un attento monitoraggio del tempo di protrombina in caso di avvio della terapia con bicalutamide in pazienti già in trattamento con anticoagulanti cumarinici.
Non pertinente, poiché il farmaco non è utilizzato nelle donne.
Non sono stati condotti studi sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Tuttavia, è opportuno notare che si possono manifestare occasionalmente capogiri o sonnolenza (vedere paragrafo 4.8). I pazienti che accusano tali sintomi devono osservare cautela.
Molto comuni (≥ 1/10), comuni (≥ 1/100 a < 1/10), non comuni (≥ 1/1.000 a < 1/100), rari (≥ 1/10.000 a < 1/1.000) e molto rari (< 1/10.000), non noti (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Disturbi del sistema immunitario
Non comuni: reazioni di ipersensibilità, comprese orticaria e angioedema
Disturbi psichiatrici
Non comuni: depressione
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comuni: malattia polmonare interstiziale
Patologie gastrointestinali
Comuni: diarrea, nausea
Rari: vomito
Patologie epatobiliari
Comuni: alterazioni epatiche (innalzamento del livello delle transaminasi, colelitiasi e ittero)¹
Molto rari: insufficienza epatica²
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comuni: prurito
Rari: secchezza cutanea
Patologie renali e urinarie
Non comuni: ematuria
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
Molto comuni: dolorabilità mammaria³, ginecomastia³
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comuni: vampate³
Comuni: astenia
¹ Le alterazioni epatiche sono raramente gravi e spesso si sono rivelate transitorie, risolvendosi o migliorando con il protrarsi della terapia o dopo interruzione della stessa (vedere paragrafo 4.4).
² Molto raramente nei pazienti trattati con bicalutamide si è verificata l'insorgenza di insufficienza epatica, ma una relazione causale non è stata stabilita con sicurezza. È opportuno quindi considerare un controllo periodico della funzionalità epatica (vedere paragrafo 4.4).
³ Può essere ridotta dalla concomitante castrazione.
Sono stati inoltre descritti i seguenti effetti indesiderati verificatisi nell'ambito degli studi clinici durante il trattamento con bicalutamide con o senza associazione ad analogo LHRH:
Patologie del sistema emolinfopoietico
Comuni: anemia
Molto rari: trombocitopenia
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comuni: diabete mellito, incremento ponderale
Non comuni: anoressia, iperglicemia, calo ponderale
Patologie del sistema nervoso
Comuni: capogiri, insonnia
Non comuni: sonnolenza
Patologie cardiache
Molto rari: insufficienza cardiaca, angina, difetti della conduzione tra cui prolungamenti dell'intervallo PR e QT, aritmie e alterazioni aspecifiche dell'ECG.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comuni: dispnea
Patologie gastrointestinali
Comuni: stipsi
Non comuni: secchezza delle fauci, dispepsia, flatulenza
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comuni: eruzione cutanea, sudorazione, irsutismo
Non comuni: alopecia
Patologie renali e urinarie
Non comuni: nicturia
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
Molto comuni: calo della libido, disfunzione erettile, impotenza
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comuni: edema, dolore generalizzato, dolore pelvico, brividi
Non comuni: dolore addominale, dolore toracico, cefalea, dolore al rachide, dolore al collo
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Non è stato segnalato nessun caso di sovradosaggio. Poiché la bicalutamide è un composto anilidico, in teoria vi è il rischio di sviluppo di una metaemoglobinemia. La metaemoglobinemia è stata osservata negli animali a seguito di sovradosaggio del farmaco, per cui un paziente con un'intossicazione acuta può avere un aspetto cianotico. Non esiste alcuno specifico antidoto e il trattamento deve essere sintomatico. È inoltre improbabile che la dialisi possa essere di aiuto in quanto la bicalutamide è legata estesamente alle proteine e non si ritrova inalterata nelle urine per cui si consiglia una terapia generale di supporto che includa un frequente monitoraggio dei segni vitali.
Categoria farmacoterapeutica: antagonisti ormonali e agenti correlati, anti-androgeni
Codice ATC: L02BB03.
La bicalutamide è un antiandrogeno non steroideo, privo di altra azione endocrina. Si lega al recettore androgeno normale o al tipo selvaggio senza attivazione dell'espressione del gene e inibendo quindi lo stimolo androgeno. La regressione dei tumori prostatici è l'esito di questa inibizione. Dal punto di vista clinico vi è la possibilità che in un sottogruppo di pazienti la sospensione della bicalutamide induca una "sindrome da sospensione dell'antiandrogeno".
La bicalutamide è un racemo che esercita una propria azione antiandrogena quasi esclusivamente associata con l'enantiomero R.
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La bicalutamide ha un buon assorbimento in seguito all'assunzione per via orale. Non vi è evidenza di alcun effetto clinicamente rilevante del cibo sulla biodisponibilità del farmaco.
L'enantiomero S è eliminato con rapidità rispetto all'enantiomero R che ha un'emivita di eliminazione plasmatica di circa 1 settimana.
In seguito a una somministrazione di bicalutamide protratta nel tempo, le concentrazioni plasmatiche massime dell'enantiomero R sono circa 10 volte maggiori rispetto ai livelli misurati dopo la somministrazione di una dose singola da 50 mg.
Uno schema posologico che prevede la somministrazione di 50 mg/die produrrà concentrazioni dell'enantiomero R allo stato stazionario di 9 mcg/ml, e in conseguenza della sua lunga emivita lo stato stazionario è raggiunto dopo circa 1 mese di trattamento.
La farmacocinetica dell'enantiomero R non è influenzata dall'età, dall'insufficienza renale o dall'insufficienza epatica di grado moderato-grave. Vi sono evidenze che l'eliminazione plasmatica dell'enantiomero R è più lenta nei pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica.
La bicalutamide è estesamente legata con le proteine (racemo fino al 96%, enantiomero R 99%) ed è ampiamente metabolizzata (per ossidazione o glucuronidazione). I suoi metaboliti sono eliminati attraverso i reni e la bile in proporzioni più o meno equivalenti.
La bicalutamide risulta essere un antagonista del recettore per gli androgeni puro e potente, sia negli studi su animali che sull'uomo. La sua principale azione secondaria di tipo farmacologico consiste nell'induzione delle ossidasi a funzione mista CYP450 dipendenti. L'induzione enzimatica non è stata osservata nell'uomo. I cambiamenti negli organi bersaglio rilevati negli animali, sono chiaramente correlati all'azione farmacologica primaria e secondaria della bicalutamide. Tali cambiamenti comprendono l'involuzione dei tessuti androgeno-dipendenti, adenomi follicolari tiroidei, cancro o neoplasie e iperplasie delle cellule epatiche e di Leydig, alterazioni della differenziazione sessuale della prole di sesso maschile, compromissione reversibile della fertilità nel maschio. Gli studi di genotossicità non hanno evidenziato alcun potenziale mutageno della bicalutamide. Tutti gli effetti indesiderati osservati negli studi animali non sono considerati di rilevanza alcuna per il trattamento dei pazienti con cancro prostatico avanzato.
Nucleo della compressa:
Silice colloidale anidra
Magnesio stearato
Povidone K-30
Sodio amido glicolato (tipo A)
Lattosio monoidrato.
Film di rivestimento:
Opadry bianco II 33G28523 (triacetina, macrogol 3350, lattosio monoidrato, titanio diossido (E171), ipromellosa).
Non pertinente.
3 anni
Questo prodotto medicinale non richiede speciali condizioni per la conservazione.
Confezioni in blister in PVC/PVDC/ foglio d'alluminio, da 10, 14, 20, 28, 30, 40, 50, 56, 80, 84, 90, 100, 140, 200, 280 compresse rivestite con film.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessun requisito particolare.
Ebewe Italia Srl,
Via Viggiano 90, 00178 Roma
Italia.
SAFEDEX 50 mg compresse rivestite con film- 28 compresse;
AIC n. 038536049
Novembre 2008
Ottobre 2008