Soliris
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

 

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

SOLIRIS


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Eculizumab è un anticorpo monoclonale IgG2/4κ umanizzato prodotto con la tecnologia del DNA ricombinante dalla linea cellulare NS0.

Ciascun flaconcino da 30 ml contiene 300 mg di eculizumab (10 mg/ml).

Dopo la diluizione la concentrazione finale della soluzione per infusione è 5 mg/ml.

Eccipienti: sodio (5,00 mmol per dose (1 flaconcino)).

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Concentrato per soluzione per infusione.

Soluzione limpida e incolore, a pH 7,0.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

Soliris (eculizumab) è indicato nel trattamento di pazienti affetti da emoglobinuria parossistica notturna (EPN).

Le prove del beneficio clinico di Soliris nel trattamento dei pazienti affetti da EPN sono limitate ai soggetti con storia precedente di trasfusioni.



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

Per ridurre il rischio di infezione meningococcica (Neisseria meningitidis), tutti i pazienti devono essere vaccinati almeno 2 settimane prima dell’inizio del trattamento con Soliris e devono essere rivaccinati conformemente alle attuali linee guida mediche sulla vaccinazione (vedere paragrafo 4.4).

Soliris deve essere somministrato da un operatore sanitario e sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento di pazienti con disturbi ematologici.

Posologia

Il regime posologico consiste di una fase iniziale di 5 settimane, seguita da una fase di mantenimento:

Fase iniziale: 600 mg di Soliris con un’infusione endovenosa di 25-45 minuti ogni settimana per le prime 4 settimane, seguita da una dose di 900 mg di Soliris durante la quinta settimana della fase iniziale.

Fase di mantenimento: 900 mg di Soliris somministrati con un’infusione endovenosa di 25-45 minuti ogni 14 giorni ± 2 giorni (vedere paragrafo 5.1).

Modo di somministrazione

Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

Non somministrare con infusioni rapide o iniezioni endovenose in bolo. Soliris dev’essere somministrato soltanto per infusione endovenosa, secondo le istruzioni riportate di seguito.

La soluzione diluita di Soliris va somministrata con un’infusione endovenosa della durata di 25-45 minuti per mezzo di una fleboclisi a caduta, una pompa a siringa o una pompa per infusione. Non è necessario proteggere dalla luce la soluzione diluita di Soliris durante la somministrazione.

I pazienti devono essere controllati per un’ora dopo la fine dell’infusione. Se si verifica un evento avverso durante la somministrazione di Soliris, l’infusione può essere rallentata o interrotta a discrezione del medico. Se si riduce la velocità di infusione, il tempo totale di infusione non dovrebbe superare le due ore.

Popolazione pediatrica

Non ci sono dati disponibili.

Anziani: Soliris può essere somministrato a pazienti di età uguale o superiore a 65 anni. Anche se l’esperienza con Soliris in questa popolazione di pazienti è ancora limitata, non esistono prove che indichino la necessità di prendere precauzioni particolari durante il trattamento dei pazienti anziani.

Insufficienza renale: la sicurezza e l’efficacia di Soliris non sono state studiate in pazienti con insufficienza renale.

Insufficienza epatica: la sicurezza e l’efficacia di Soliris non sono state studiate in pazienti con insufficienza epatica.


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Ipersensibilità a eculizumab, alle proteine murine o a uno qualsiasi degli eccipienti.

La terapia con Soliris non deve essere iniziata in pazienti:

• con infezione da Neisseria meningitidis non risolta;

• non vaccinati contro Neisseria meningitidis;

• con deficit ereditario del complemento, noto o sospetto.


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

È improbabile che Soliris produca effetti sulla componente aplastica dell’anemia nei pazienti con EPN.

Infezione meningococcica: per il suo meccanismo d’azione, Soliris determina un aumento della suscettibilità del paziente all’infezione meningococcica (Neisseria meningitidis). Questi pazienti potrebbero essere a rischio di infezione dovuta ai sierogruppi meno comuni (in particolare Y, W135 e X), benché non si possa escludere un’infezione meningococcica dovuta a qualsiasi sierogruppo. Per ridurre il rischio di infezione, tutti i pazienti devono essere vaccinati almeno 2 settimane prima del trattamento con Soliris e devono essere rivaccinati conformemente alle linee guida mediche vigenti sull’impiego dei vaccini. Si raccomandano fortemente i vaccini tetravalenti, preferibilmente coniugati, contro i sierotipi A, C, Y e W135. La vaccinazione può non essere sufficiente per prevenire l’infezione meningococcica. Si devono tenere in considerazione le indicazioni ufficiali sull’uso appropriato di agenti antibatterici.

Sono stati segnalati casi gravi e fatali di infezione meningococcica in pazienti trattati con Soliris. Tutti i pazienti devono essere controllati per verificare la comparsa dei segni precoci dell’infezione meningococcica, valutati immediatamente se si sospetta l’infezione e trattati con antibiotici se necessario. I pazienti vanno informati di questi segni e sintomi nonché delle misure da intraprendere per consultare immediatamente il medico (vedere il Foglio Illustrativo per la descrizione).

Altre infezioni sistemiche: per il meccanismo d’azione del medicinale, la terapia con Soliris deve essere somministrata con cautela in pazienti con infezioni sistemiche in fase attiva. Negli studi clinici la gravità e la frequenza complessive di infezioni nei pazienti trattati con Soliris erano simili a quelle dei pazienti trattati con placebo; il rischio di un aumento del numero e della gravità delle infezioni, soprattutto dovute a batteri incapsulati, non può tuttavia essere escluso. Nel foglio illustrativo devono essere inserite informazioni per aumentare le conoscenze dei pazienti sulle infezioni potenzialmente gravi e dei relativi segni e sintomi.

Reazioni all’infusione: così come per tutte le proteine per uso terapeutico, la somministrazione di Soliris può causare reazioni infusionali o reazioni immunitarie che potrebbero indurre reazioni allergiche o da ipersensibilità (compresa l’anafilassi), benché non si siano osservate differenze per i disturbi immunologici entro 48 ore dalla somministrazione di Soliris o durante il trattamento con placebo negli studi condotti con Soliris in pazienti affetti da EPN o da patologie diverse. Negli studi clinici nessun paziente con EPN ha sofferto di reazioni infusionali che comportassero la sospensione di Soliris. La somministrazione di Soliris deve essere interrotta in tutti i pazienti nei quali si verifichino gravi reazioni infusionali; a questi pazienti va somministrata un’appropriata terapia medica.

Immunogenicità: negli studi su pazienti trattati con Soliris affetti da EPN o da altre patologie si sono osservate rare risposte anticorpali a basso titolo con una frequenza (3,4%) simile a quella del placebo (4,8%). Non sono stati segnalati casi di sviluppo di anticorpi neutralizzanti dopo la terapia con Soliris e non c’è stata alcuna correlazione osservabile tra lo sviluppo di anticorpi e la risposta clinica o gli eventi avversi.

Immunizzazione: prima di iniziare la terapia con Soliris si raccomanda che i pazienti affetti da EPN vengano vaccinati seguendo le attuali linee guida sulla vaccinazione. Inoltre, tutti i pazienti devono essere vaccinati contro il meningococco almeno 2 settimane prima del trattamento con Soliris. Si raccomanda l’uso di vaccini tetravalenti coniugati, se disponibili (vedere infezione meningococcica).

Terapia anticoagulante: il trattamento con Soliris non deve alterare la terapia anticoagulante.

Monitoraggio di laboratorio: nei pazienti affetti da EPN vanno controllati i segni e i sintomi di emolisi intravascolare, compresi i livelli sierici di lattico deidrogenasi (LDH). Nei pazienti affetti da EPN trattati con Soliris la presenza di emolisi intravascolare va controllata con la misurazione dei livelli di LDH; è possibile che ciò richieda un aggiustamento della posologia nell’ambito dello schema posologico raccomandato di 14 ±2 giorni durante la fase di mantenimento (fino a cicli di 12 giorni).

Sospensione del trattamento: nei pazienti che sospendono il trattamento con Soliris vanno controllati i segni e i sintomi di emolisi intravascolare grave. L’emolisi grave è identificata da livelli sierici di LDH superiori rispetto ai livelli osservati prima dell’inizio della terapia, associati a uno o più dei seguenti eventi: diminuzione assoluta delle dimensioni del clone EPN superiore al 25% (in assenza di diluizione dovuta a trasfusione) nell’arco di una settimana o meno; livello di emoglobina <5 g/dL o diminuzione di >4 g/dL nell’arco di una settimana o meno; angina; alterazione dello stato mentale; aumento del 50% del livello di creatinina sierica; trombosi. I pazienti che sospendono la terapia con Soliris devono essere monitorati per almeno 8 settimane per rilevare grave emolisi e altre reazioni.

Se si dovesse riscontrare grave emolisi dopo la sospensione della terapia con Soliris, si consiglia di valutare l’adozione delle seguenti procedure o l’avvio dei seguenti trattamenti: trasfusione di sangue (concentrati eritrocitari) o scambio eritrocitario, se i globuli rossi della EPN sono >50% rispetto ai globuli rossi totali per citometria a flusso, anticoagulazione, corticosteroidi, ripresa della terapia con Soliris. Negli studi clinici su pazienti affetti da EPN, 16 pazienti hanno sospeso la terapia con Soliris. Non è stata osservata un’emolisi grave.

Eccipienti: questo prodotto medicinale contiene 5,00 mmol di sodio per dose (1 flaconcino). Ciò va preso in considerazione nei pazienti che seguono una dieta a ridotto contenuto di sodio.


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

Non sono stati effettuati studi di interazione.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Gravidanza:

Non sono disponibili dati clinici su gravidanze esposte a Soliris.

Con eculizumab non sono stati effettuati studi di riproduzione animale (vedere paragrafo 5.3).

È noto che le IgG umane attraversano la barriera placentare umana; di conseguenza, eculizumab può provocare un’inibizione del complemento terminale nella circolazione fetale. Pertanto, Soliris dev’essere somministrato in gravidanza soltanto se strettamente necessario. Le donne in età fertile devono usare metodi di contraccezione efficaci durante la terapia e per almeno altri 5 mesi dopo il termine della terapia.

Allattamento:

Non è noto se eculizumab venga secreto nel latte umano. Poiché molti medicinali e molte immunoglobuline vengono secrete nel latte umano, e a causa della possibilità di gravi reazioni avverse nei lattanti, l’allattamento dev’essere interrotto durante la terapia e per almeno 5 mesi dopo il termine della stessa.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Eculizumab per la terapia della EPN è stato studiato in tre studi clinici, che includevano 195 pazienti trattati con eculizumab; la maggior parte di questi pazienti sono stati reclutati nello studio di estensione E05-001. È stato condotto uno studio pilota, in cui un braccio trattato con eculizumab è stato confrontato con un braccio trattato con placebo.

Le reazioni avverse riportate più comunemente sono cefalea, capogiri, nausea e piressia, ognuna verificatasi nel 5% o più.

Le reazioni avverse a eculizumab riportate con frequenza molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10) o non comune (≥1/1.000, <1/100), in un totale di 195 pazienti negli studi clinici EPN, sono elencate secondo classificazione per sistemi e organi e per termine preferito nella Taballa 1. Le reazioni avverse sono state per lo più di gravità da lieve a moderata.

Tabella 1: Reazioni avverse osservate nei 195 pazienti iclusi negli studi clinici EPN e in fase post-registrativa .

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Molto comuni (≥1/10) Comuni (≥1/100, <1/10) Non comuni (≥1/1.000, <1/100)
Patologie del sistema emolinfopoietico   Trombocitopenia, Emolisi* Coagulopatia, Agglutinazione dei globuli rossi
Patologie cardiache     Palpitazione
Patologie dell’orecchio e del labirinto     Tinnito, Vertigini
Patologie endocrine     Morbo di Basedow
Patologie dell’occhio     Irritazione congiuntivale, visione offuscata
Patologie gastrointestinali   Dolore addominale, Costipazione, Diarrea, Dispepsia, Nausea, Vomito Distensione addominale, Reflusso gastroesofageo, Dolore gengivale
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione   Fastidio al torace, Brividi, Affaticamento, Astenia*, Reazione correlata all’infusione, Edema, Piressia Dolore toracico, Malattia simil-influenzale, Parestesia al sito di infusione, Dolore al sito di infusione*, Sensazione di caldo*
Patologie epatobiliari     Ittero
Disturbi del sistema immunitario   Reazione anafilattica* Ipersensibilità
Infezioni ed infestazioni   Bronchite, Polmonite*, Infezione gastrointestinale, Rinofaringite, Herpes orale, Sepsi, Shock settico, Infezione delle alte vie respiratorie, Infezione delle vie urinarie, Cistite*, Infezione virale, Sepsi meningococcica; Meningite meningococcica*; Artrite di origine batterica* Ascesso, Cellulite, Infezione fungina, Infezione gengivale, Infezione da Haemophilus, Infezione, Influenza, Infezione delle basse vie respiratorie, Infezione da Neisseria, Sinusite, Infezione dentaria
Esami diagnostici   Test di Coombs positivo* Aumento dell’alanina- aminotransferasi, Aumento dell’aspartato- aminotransferasi, Aumento della gamma-glutamiltransferasi
Disturbi del metabolismo e della nutrizione     Anoressia, Riduzione dell’appettito
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo   Artralgia, Mal di schiena, Mialgia, Dolore al collo, Dolore alle estremità Dolore alle ossa, Gonfiore alle articolazioni, Spasmi muscolari, Trisma
Tumori benigni, maligni e non specificati     Melanoma maligno, Sindrome mielodisplastica
Patologie del sistema nervoso Cefalea Capogiri, Disgeusia, Parestesia Sincope
Disturbi psichiatrici     Sogni anormali Ansia, Depressione, Insonnia, Cambiamenti dell’umore, Disturbo del sonno
Patologie renali e urinarie   Disuria Insufficienza renale
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella   Erezione spontanea del pene Disturbo mestruale
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Tosse, Congestione nasale, Dolore faringolaringeale, Irritazione alla gola Epistassi, Rinorrea
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Alopecia, Pelle secca, Prurito, Eruzione cutanea Iperidrosi, Petecchie, Depigmentazione della pelle, Orticaria
Patologie vascolari     Ematoma, Ipotensione, Vampate

* Reazioni avverse osservate in fase post-registrativa

Nello studio C04-001, la cefalea rappresentava la reazione avversa più comune osservata con eculizumab. La cefalea è stata osservata nel 34.9% (15/43 pazienti) nel gruppo trattato con eculizumab e nel 4.5% (2/44 pazienti) nel gruppo trattato con placebo; si trattava di una cefalea da lieve a moderata in tutti i pazienti, eccetto 1 trattato con eculizumab e 1 trattato con placebo. Nella maggior parte dei casi la cefalea non persisteva dopo la fase di somministrazione iniziale di Soliris. Inoltre, l’affaticamento è stato l’unica reazione avversa con una frequenza maggiore del 5% o più nel Soliris rispetto al placebo. Non vi è evidenza di un’aumentata incidenza di infezioni negli studi su pazienti con EPN trattati con eculizumab rispetto al placebo, comprese le infezioni di media gravità, le infezioni gravi o le infezioni multiple.

In tutti gli studi clinici EPN, la reazione avversa più grave è stata una setticemia meningococcica osservata in due pazienti vaccinati, affetti da EPN (vedere paragrafo 4.4).

Nel 2% dei pazienti con EPN trattati con Soliris sono stati riscontrati bassi titoli anticorpali. Come per tutte le proteine, non si può escludere una potenziale immunogenicità.

Sono stati segnalati episodi di emolisi in concomitanza alla mancata o ritardata somministrazione di Soliris (vedere anche paragrafo 4.2).

Dati di sicurezza derivanti da altri studi clinici

Ulteriori dati di sicurezza a supporto sono stati ottenuti in 11 studi clinici su 716 pazienti trattati con eculizumab per sei condizioni patologiche diverse dalla EPN. In un paziente non vaccinato affetto da glomerulonefropatia membranosa idiopatica si è verificata una meningite meningococcica. Per quanto riguarda gli altri eventi avversi, e considerando tutti gli studi in doppio cieco e controllati con placebo in pazienti con condizioni patologiche diverse dalla EPN (N=526 pazienti trattati con Soliris; N=221 pazienti trattati con placebo), gli eventi avversi osservati con Soliris a una frequenza superiore o uguale al 2% rispetto alla frequenza osservata con il placebo sono stati i seguenti: infezioni delle vie respiratorie superiori, eruzione cutanea e traumatismo.


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

Non sono stati riportati casi di sovradosaggio.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Categoria farmacoterapeutica: immunomodulatori, codice ATC: L04AA25.

Soliris è un anticorpo monoclonale IgG2/4κ ricombinante umanizzato, che si lega alla proteina C5 del complemento, inibendo così l’attivazione del complemento terminale. L’anticorpo di Soliris contiene regioni costanti umane e regioni murine determinanti la complementarietà collocate nell’ambito delle regioni variabili umane delle catene leggere e pesanti. Soliris è costituito da due catene pesanti di 448 amminoacidi e da due catene leggere di 214 amminoacidi, e ha un peso molecolare di 148kDa circa.

Soliris è prodotto da un sistema di espressione di mieloma murino (linea cellulare NS0) ed è purificato per cromatografia d’affinità e cromatografia a scambio ionico. Il processo di fabbricazione del principio attivo comprende anche fasi specifiche di inattivazione e di rimozione dei virus.

Meccanismo d’azione

Eculizumab, il principio attivo di Soliris, è un inibitore del complemento terminale, che si lega specificatamente e con elevata affinità alla proteina C5. In questo modo inibisce il suo taglio in C5a e C5b e previene la formazione del complesso C5b-9 del complemento terminale. Soliris, quindi, ripristina la regolazione del complemento terminale nel sangue dei pazienti affetti da EPN e inibisce l’emolisi intravascolare mediata dallo stesso complemento terminale in questi pazienti. Eculizumab mantiene le componenti precoci dell’attivazione del complemento che sono essenziali per l’opsonizzazione dei microrganismi e la clearance degli immunocomplessi.

La somministrazione di Soliris provoca una riduzione rapida e sostenuta dell’attività del complemento terminale. Nella maggior parte dei pazienti con EPN sono sufficienti concentrazioni sieriche di eculizumab di circa 35 mcg /ml per un’inibizione sostanzialmente completa dell’emolisi intravascolare mediata dal complemento terminale.

La somministrazione di Soliris ha provocato una riduzione rapida e sostenuta dell’attività emolitica mediata dal complemento.

Efficacia e sicurezza clinica

La sicurezza e l’efficacia di Soliris nel trattamento dei pazienti affetti da EPN con emolisi sono state valutate in uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo di 26 settimane (C04-001); pazienti con EPN sono stati trattati con Soliris anche in uno studio in aperto di 52 settimane (C04-002); infine, il medicinale è stato valutato in uno studio di estensione di lungo termine (E05-001). Prima di essere sottoposti alla terapia con Soliris i pazienti sono stati vaccinati contro l’infezione meningococcica. In tutti gli studi la dose di eculizumab era di 600 mg, somministrati ogni 7 ± 2 giorni per 4 settimane, seguita da 900 mg 7 ± 2 giorni dopo e quindi da una dose di 900 mg ogni 14 ± 2 giorni per tutta la durata dello studio. Eculizumab è stato somministrato con un’infusione endovenosa di 25-45 minuti.

Nello studio C04-001 (TRIUMPH) sono stati randomizzati per Soliris (n=43) o placebo (n=44) pazienti con EPN che avessero ricevuto almeno 4 trasfusioni nei 12 mesi precedenti, con la conferma per citometria a flusso di almeno il 10% di cellule EPN e con una conta piastrinica di almeno 100.000/microlitro. Prima della randomizzazione tutti i pazienti sono stati sottoposti a un periodo di osservazione per confermare la necessità di trasfusione eritrocitica (RBC) e per determinare la concentrazione emoglobinica ("livello predefinito") in base alla quale sarebbero stati definiti gli esiti di stabilizzazione dell’emoglobina e di trasfusione di ciascun paziente. Il livello predefinito dell’emoglobina era inferiore o pari a 9 g/dL nei pazienti con sintomi e inferiore o pari a 7 g/dL nei pazienti senza sintomi. Gli endpoint primari di efficacia erano la stabilizzazione dell’emoglobina (pazienti che mantenevano una concentrazione di emoglobina al di sopra del livello predefinito e senza che si rendessero necessarie trasfusioni RBC per tutto il periodo di 26 settimane) e la necessità di una trasfusione di sangue. Tra gli endpoint secondari importanti vi erano astenia e qualità della vita dovuta allo stato di salute. L’emolisi veniva monitorata perlopiù misurando i livelli sierici di LDH, mentre la proporzione di globuli rossi (RBC) della EPN veniva monitorata con citometria a flusso. Nei pazienti in terapia con anticoagulanti e corticosteroidi sistemici al basale il trattamento non è stato interrotto. Le principali caratteristiche al basale erano bilanciate (vedere Tabella 2).

Nello studio C04-002 (SHEPHERD) non controllato sono stati inseriti pazienti con EPN che avessero ricevuto almeno una trasfusione nei 24 mesi precedenti e con almeno 30.000 piastrine/microlitro; a questi pazienti Soliris è stato somministrato per un periodo di 52 settimane. I trattamenti concomitanti comprendevano agenti antitrombotici (63% dei pazienti) e corticosteroidi sistemici (40% dei pazienti). Le caratteristiche al basale sono riportate in Tabella 2.

Tabella 2: Caratteristiche demografiche dei pazienti degli studi C04-001 e C04-002

  C04-001 C04-002
Parametro Placebo N = 44 Soliris N = 43 Soliris N = 97
Età media (DS) 38,4 (13,4) 42,1 (15,5) 41,1 (14,4)
Sesso femminile (%) 29 (65,9) 23 (53,5) 49 (50,5)
Storia di anemia aplastica o sindrome mielodisplastica (%) 12 (27,3) 8 (18,7) 29 (29,9)
Assunzione contemporanea di anticoagulanti (%) 20 (45,5) 24 (55,8) 59 (61)
Assunzione contemporanea di steroidi/immunosoppressori (%) 16 (36,4) 14 (32,6) 46 (47,4)
Sospensione del trattamento 10 2 1
Trasfusione di eritrociti concentrati nei 12 mesi precedenti (mediana (Q1,Q3)) 17,0 (13,5; 25,0) 18,0 (12,0; 24,0) 8,0 (4,0; 24,0)
Livello medio di Hb (g/dL) al livello predefinito (DS) 7,7 (0,75) 7,8 (0,79) N/V
Livelli di LDH pre-trattamento (mediana, U/l) 2.234,5 2.032,0 2.051,0
Emoglobina libera al basale (mediana, mg/dl) 46,2 40,5 34,9

Nello studio TRIUMPH il trattamento con Soliris ha ridotto significativamente (p< 0,001) l’emolisi, inducendo miglioramenti dell’anemia, come indicato da un incremento della stabilizzazione dell’emoglobina e dalla ridotta necessità di trasfusioni RBC rispetto al gruppo trattato con placebo (vedere Tabella 3). Questi effetti si sono osservati nei pazienti di ciascuna delle tre fasce di trasfusione RBC precedenti lo studio (4-14 unità; 15-25 unità; >25 unità). Dopo 3 settimane di trattamento con Soliris, i pazienti hanno riferito un minore affaticamento e un miglioramento della qualità della vita determinato dallo stato di salute. Per le dimensioni del campione dello studio e per la sua durata, non è stato possibile valutare gli effetti di Soliris sugli eventi tromboembolici. Nello studio SHEPHERD, hanno completato lo studio 96 sui 97 pazienti reclutati (un paziente è deceduto in seguito a un evento trombotico). Per tutto il periodo di trattamento si è osservata una riduzione dell’emolisi intravascolare, misurata dai livelli sierici di LDH, con una conseguente rarefazione delle trasfusioni, una diminuzione della necessità di trasfusioni RBC e un calo dell’astenia. Vedere Tabella 3.

Tabella 3: esiti di efficacia negli studi C04-001 e C04-002

  C04-001 C04-002*
  Placebo N = 44 Soliris N = 43 Valore P Soliris N = 97 Valore P
Percentuale di pazienti con livelli di emoglobina stabilizzati al termine dello studio 0 49 < 0.001 N/V
Concentrati eritrocitari (RBC) trasfusi durante il trattamento (mediana) 10 0 < 0,001 0 < 0,001
Trasfusioni evitate durante il trattamento (%) 0 51 < 0,001 51 < 0,001
Livelli di LDH al termine dello studio (mediana, U/l) 2.167 239 < 0,001 269 < 0,001
AUC di LDH al termine dello studio (mediana, U/l x giorno) 411.822 58.587 < 0,001 -632.264 < 0,001
Emoglobina libera al termine dello studio (mediana, mg/dl) 62 5 < 0,001 5 < 0,001
FACIT-Astenia (dimensione dell’effetto)   1,12 < 0,001 1,14 < 0,001

* I risultati dello studio C04-002 si riferiscono a confronti pre-trattamento verso post-trattamento.

Dei 195 pazienti che hanno partecipato agli studi C04-001, C04-002 e ad altri studi iniziali, i soggetti trattati con Soliris sono stati reclutati in uno studio di estensione di lungo termine (E05-001). In tutti i pazienti si è osservata una riduzione dell’emolisi intravascolare nel corso di un periodo di esposizione complessivo a Soliris compreso tra 10 e 54 mesi. Gli eventi tromboembolici osservati durante la terapia con Soliris sono stati meno numerosi rispetto a un periodo di pari durata precedente il trattamento. Questo risultato tuttavia è stato raccolto nel corso di studi clinici non controllati.


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

Farmacocinetica e metabolismo del farmaco:

Metabolismo: gli anticorpi umani subiscono una digestione intracellulare nelle cellule del sistema reticoloendoteliale. Eculizumab contiene soltanto aminoacidi presenti in natura e non ha metaboliti attivi noti. Gli anticorpi umani vengono catabolizzati prevalentemente dagli enzimi lisosomiali in piccoli peptidi e aminoacidi.

Eliminazione: non sono stati condotti studi specifici per valutare le vie di escrezione/eliminazione epatica, renale, polmonare o gastroenterica di Soliris. Gli anticorpi non vengono escreti nei reni normali e sono esclusi dalla filtrazione a causa delle loro dimensioni.

Parametri farmacocinetici:

In 40 pazienti con EPN, è stato utilizzato un modello monocompartimentale per calcolare i parametri farmacocinetici dopo dosi multiple. La clearance media era di 0,31 ± 0,12 ml/h/kg, il volume di distribuzione medio era di 110,3 ± 17,9 ml/kg e l’emivita di eliminazione media era di 11,3 ± 3,4 giorni. Sulla base di questi parametri, l’inizio dello steady state è prevedibile approssimativamente a 49-56 giorni.

L’attività farmacodinamica correla direttamente con le concentrazioni sieriche di eculizumab e il mantenimento dei livelli di picco al di sopra di ≥35 mcg /ml consente un blocco sostanzialmente completo dell’attività emolitica nella maggior parte dei pazienti.

Popolazioni speciali:

Non sono stati condotti studi formali per valutare la farmacocinetica della somministrazione di Soliris in popolazioni speciali di pazienti relative a sesso, razza, età (pediatrica o geriatrica) o insufficienza renale o epatica.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

La specificità di eculizumab per il C5 sierico umano è stata valutata in due studi in vitro.

La reattività crociata tissutale di eculizumab è stata stabilita valutando il legame a un pannello di 38 tessuti umani. L’espressione del C5 nel pannello di tessuti umani esaminato in questo studio è coerente con i dati pubblicati relativi all’espressione del C5, dato che il C5 stesso è stato rilevato nel muscolo liscio, nel muscolo striato e nell’epitelio tubulare prossimale renale. Non è stata osservata nessuna reattività crociata tissutale inattesa.

In uno studio di tossicità di 26 settimane effettuato su topi con un anticorpo surrogato contro il C5 murino la terapia non ha influenzato nessuno dei parametri di tossicità esaminati. L’attività emolitica durante il corso dello studio è stata effettivamente bloccata nei topi maschi e femmine.

Con eculizumab non sono stati effettuati studi di riproduzione animale. Negli studi di tossicologia riproduttiva sui topi con un anticorpo surrogato inibitorio del complemento terminale non sono stati osservati chiari effetti correlati al trattamento o effetti avversi. Quando si è verificata l’esposizione materna all’anticorpo durante l’organogenesi, su una prole di 230 animali nati da madri esposte a una dose anticorpale maggiore (circa 4 volte la dose di Soliris raccomandata nell’uomo, calcolata in base a un confronto del peso corporeo) si sono osservati due casi di displasia retinica e un caso di ernia ombelicale; l’esposizione, tuttavia, non ha accresciuto il numero degli aborti o delle morti neonatali.

Non sono stati condotti studi animali per valutare il potenziale genotossico e carcinogeno di eculizumab o i suoi effetti sulla fertilità.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Sodio fosfato monobasico

Sodio fosfato dibasico

Sodio cloruro

Polisorbato 80

Acqua per preparazioni iniettabili.


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti ad eccezione di quelli citati nel paragrafo 6.6.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

30 mesi.

Usare immediatamente il medicinale dopo la diluizione. È stata tuttavia dimostrata stabilità chimica e fisica per 24 ore a 2âE.“8 °C.


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Conservare in frigorifero (2°C-8°C).

Non congelare.

Conservare nella confezione originale per proteggerlo dalla luce.

Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Flaconcino da 30 ml di concentrato (vetro tipo I) con tappo (gomma butilica, siliconato) e un sigillo (alluminio) con cappuccio a strappo (polipropilene).


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Soliris deve essere somministrato da un operatore sanitario. La terapia con Soliris non deve essere iniziata senza avere praticato in precedenza la vaccinazione contro Neisseria meningitidis almeno 2 settimane prima dell’inizio della terapia. A tutti i pazienti deve essere somministrato un vaccino antimeningococcico almeno due settimane prima della prima dose di Soliris (vedere paragrafo 4.4).

Prima della somministrazione, la soluzione di Soliris deve essere osservata per evidenziare materiale particolato o alterazioni della colorazione.

Istruzioni:

La ricostituzione e la diluizione devono essere eseguite in conformità con le norme di buona pratica, in particolare nel rispetto dell’asepsi.

Estrarre l’intera quantità di Soliris dal flacone o dai flaconi utilizzando una siringa sterile.

Trasferire la dose raccomandata in una sacca da infusione.

Diluire Soliris fino alla concentrazione finale di 5 mg/ml aggiungendo alla sacca di infusione 0,9% di sodio cloruro, 0,45% di sodio cloruro o 5% di destrosio in acqua come diluente.

Il volume finale di soluzione diluita a 5 mg/ml è di 120 ml per dosi da 600 mg o di 180 ml per dosi da 900 mg. La soluzione deve essere limpida e incolore.

Agitare delicatamente la sacca di infusione contenente la soluzione diluita per permettere una miscelazione accurata di medicinale e diluente.

La soluzione diluita deve essere lasciata scaldare a temperatura ambiente prima della somministrazione esponendola all’aria ambientale.

Eliminare qualsiasi porzione non utilizzata rimasta nel flacone, dato che il medicinale non contiene conservanti.

Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

Alexion Europe SAS

25 Boulevard de l’Amiral Bruix

75016 Parigi

FRANCIA


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

EU/1/07/393/001

038083010


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

20 Giugno 2007


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

24 marzo 2011