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TACHIPIRINA OROSOLUBILE 1000 MG
Una bustina contiene 1000 mg di paracetamolo.
Eccipienti:
Una bustina contiene sorbitolo (E420) 806 mg
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Granulato
Granulato bianco o quasi bianco.
TACHIPIRINA OROSOLUBILE si usa per il trattamento sintomatico del dolore da lieve a moderato e della febbre.
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Le dosi dipendono dal peso corporeo e dall’età. Una singola dose va dai 10 ai 15 mg/kg di peso corporeo fino a un massimo di 60-75 mg/kg per la dose totale giornaliera.
L’intervallo di tempo tra le singole dosi dipende dai sintomi e dalla dose massima giornaliera. In ogni caso, non deve essere inferiore alle 4 ore.
TACHIPIRINA OROSOLUBILE non deve essere utilizzato per oltre tre giorni senza consultare il medico.
Bustine da 1000 mg
Peso corporeo (età) | Dose singola (bustina) | Dose massima giornaliera (bustine) |
> 40 kg (bambini oltre i 12 anni e adulti) | 1000 mg paracetamolo (1 bustina) | 3000 mg paracetamolo (3 bustine da 1000 mg) |
Modo di somministrazione
Solo per uso orale. Il granulato va assunto ponendolo direttamente sulla lingua e deve essere deglutito senza acqua. TACHIPIRINA OROSOLUBILE non deve essere assunto a stomaco pieno.
Popolazioni speciali.
Insufficienza epatica o renale:
Nei pazienti con insufficienza epatica o renale o sindrome di Gilbert, la dose deve essere ridotta oppure deve essere prolungato l’intervallo di tempo tra le somministrazioni.
Pazienti con insufficienza renale:
Nei pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 10 ml/min.), va rispettato un intervallo di tempo tra le somministrazioni di almeno 8 ore.
Alcolismo cronico: il consumo cronico di alcol può abbassare la soglia di tossicità del paracetamolo. In questi pazienti, l’intervallo di tempo tra due dosi deve essere di almeno 8 ore. Non deve essere superata la dose di 2 g di paracetamolo al giorno.
Pazienti anziani: negli anziani non è richiesto l’adeguamento della dose.
Bambini e adolescenti di peso ridotto: paracetamolo 1000 mg bustine. Paracetamolo 1000 mg bustine non è adatto ai bambini di età inferiore ai 12 anni e di peso corporeo inferiore a 40 kg. Per questo gruppo di pazienti, sono disponibili altre formulazioni e dosaggi.
Per tutte le indicazioni: adulti, anziani e bambini di età superiore ai 12 anni: la dose abituale è 500-1000 mg ogni 4-6 ore fino a un massimo di 3 g al giorno. La dose non deve essere ripetuta prima di quattro ore.
Insufficienza renale: la dose deve essere ridotta in caso di insufficienza renale.
Filtrazione glomerulare | Dose |
10-50 ml/min. | 500 mg ogni 6 ore |
< 10 ml/min. | 500 mg ogni 8 ore |
La dose efficace giornaliera deve essere considerata, senza eccedere 60 mg/kg/giorno (senza eccedere i 3 g/giorno), nelle situazioni seguenti:
Adulti di peso inferiore a 50 kg.
Insufficienza epatocellulare (da lieve a moderata).
Alcolismo cronico.
Disidratazione.
Malnutrizione cronica.
Insufficienza epatica o renale.
Nei pazienti con insufficienza epatica o renale o sindrome di Gilbert, la dose deve essere ridotta oppure deve essere prolungato l’intervallo di somministrazione.
La formulazione in bustine non è consigliata nei bambini di età inferiore a 4 anni. Ai bambini di età maggiore (4-12 anni) si possono somministrare 250-500 mg ogni 4-6 ore fino a un massimo di 4 dosi nell’arco di 24 ore.
• Ipersensibilità al paracetamolo o a uno qualsiasi degli eccipienti.
• Pazienti con grave disfunzione epatica (Child-Pugh > 9).
• Grave insufficienza renale o epatica (Child-Pugh > 9).
• Epatite acuta.
• Trattamento concomitante con prodotti medicinali che influenzano le funzioni epatiche.
• Deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi.
• Anemia emolitica.
• Abuso di alcol.
• Grave anemia emolitica.
Per evitare il rischio di sovradosaggio, occorre verificare che gli eventuali altri farmaci assunti in concomitanza non contengano paracetamolo.
Il paracetamolo deve essere somministrato con particolare cautela nei seguenti casi:
• insufficienza epatocellulare (Child-Pugh < 9).
• Abuso cronico di alcol.
• Grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 10 ml/min. [vedere paragrafo 4.2]).
• Sindrome di Gilbert (ittero familiare non emolitico).
In presenza di febbre alta o segni di infezione secondaria o se i sintomi persistono per oltre 3 giorni, occorre consultare il medico.
In generale, i medicinali contenenti paracetamolo possono essere assunti solo per pochi giorni e a basse dosi senza aver consultato il medico o il dentista.
In caso di uso scorretto prolungato di analgesici a dosi elevate, possono verificarsi episodi di cefalea che non dovrebbero essere trattati con dosi più elevate di farmaco.
In generale, l’assunzione abituale di analgesici, specialmente di una associazione di diverse sostanze analgesiche, può determinare una lesione renale permanente con rischio di insufficienza renale (nefropatia da analgesici).
L’uso prolungato o frequente è sconsigliato. I pazienti devono essere avvertiti di non assumere contemporaneamente altri prodotti contenenti paracetamolo. L’assunzione di più dosi giornaliere in una singola somministrazione può danneggiare gravemente il fegato. In tal caso, il paziente non perde conoscenza, tuttavia occorre consultare immediatamente un medico. L’uso prolungato in assenza di supervisione medica può essere dannoso. Nei bambini trattati con 60 mg/kg al giorno di paracetamolo, l’associazione a un altro antipiretico non è giustificata tranne che in caso di inefficacia.
L’interruzione improvvisa dell’assunzione di analgesici dopo un periodo prolungato di uso scorretto a dosi elevate può provocare cefalea, spossatezza, dolore muscolare, nervosismo e sintomi autonomici. Questi sintomi da astinenza si risolvono entro qualche giorno. Fino a quel momento, l’ulteriore assunzione di analgesici deve essere evitata e non deve essere ripresa senza aver consultato il medico.
Occorre prestare attenzione in caso di assunzione di paracetamolo in associazione agli induttori del citocromo CYP3A4 o all’uso di sostanze che inducono gli enzimi epatici quali la rifampicina, la cimetidina e gli antiepilettici quali la glutetimide, il fenobarbital e la carbamazepina.
Occorre prestare attenzione quando si somministra il paracetamolo a pazienti affetti da grave insufficienza renale (clearance della creatinina ≤ 30 ml/min., vedere paragrafo 4.2) o insufficienza epatocellulare (da lieve a moderata).
Il consumo di alcol deve essere evitato durante il trattamento con il paracetamolo.
I rischi di sovradosaggio sono maggiori nei pazienti affetti da epatopatia alcolica non cirrotica. Occorre prestare attenzione in caso di alcolismo cronico. Nei pazienti con abuso di alcol la dose deve essere ridotta (vedere paragrafo 4.2). In questo caso, la dose giornaliera non deve eccedere i 2 grammi.
Questo medicinale contiene sorbitolo. I pazienti con rari problemi ereditari quali intolleranza al fruttosio devono evitare di assumere questo medicinale.
In presenza di febbre alta o di segni di infezione secondaria o di persistenza dei sintomi oltre i 3 giorni, deve essere effettuata una rivalutazione del trattamento.
Le dosi superiori a quanto raccomandato implicano il rischio di gravissima lesione epatica. Deve essere somministrato appena possibile il trattamento con l’antidoto (vedere paragrafo 4.9).
Il paracetamolo deve essere utilizzato con cautela in caso di disidratazione e malnutrizione cronica.
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L’assunzione di probenecid inibisce il legame del paracetamolo all’acido glucuronico, determinando una riduzione della clearance del paracetamolo all’incirca di due volte. Nei pazienti che assumono in concomitanza il probenecid, la dose di paracetamolo deve essere ridotta.
Il metabolismo del paracetamolo è aumentato nei pazienti che assumono medicinali che inducono gli enzimi, quali la rifampicina e alcuni antiepilettici (carbamazepina, fenitoina, fenobarbital, primidone). Alcune segnalazioni isolate descrivono epatotossicità imprevista nei pazienti che assumevano medicinali induttori enzimatici.
La somministrazione concomitante di paracetamolo e AZT (zidovudina) accresce la tendenza alla neutropenia. Pertanto, la co-somministrazione di questo farmaco insieme all’AZT deve avvenire esclusivamente su consiglio del medico.
L’assunzione concomitante di farmaci che accelerano lo svuotamento gastrico, come la metoclopramide, accelera l’assorbimento e l’insorgenza dell’azione del paracetamolo.
L’assunzione concomitante di farmaci che rallentano lo svuotamento gastrico può ritardare l’assorbimento e l’insorgenza dell’azione del paracetamolo.
La colestiramina riduce l’assorbimento del paracetamolo e, pertanto, non può essere somministrata prima che sia trascorsa un’ora dalla somministrazione del paracetamolo.
L’assunzione ripetuta di paracetamolo per periodi superiori a una settimana aumenta l’effetto degli anticoagulanti, in particolare il warfarin. Pertanto, la somministrazione di paracetamolo a lungo termine nei pazienti trattati con anticoagulanti deve avvenire soltanto sotto la supervisione del medico. L’assunzione occasionale del paracetamolo non ha effetti significativi sulla tendenza al sanguinamento.
Effetti sui test di laboratorio
Il paracetamolo può interferire con le determinazioni dell’uricemia che utilizzano l’acido fosfotungstico e con quelle della glicemia che utilizzano la reazione glucosio-ossidasi-perossidasi. Il probenecid causa una riduzione di quasi due volte della clearance del paracetamolo inibendone la coniugazione con l’acido glucuronico. Deve essere presa in considerazione una riduzione del paracetamolo in caso di trattamento concomitante con il probenecid.
Il paracetamolo aumenta i livelli plasmatici dell’acido acetilsalicilico e del cloramfenicolo.
Gravidanza
I dati epidemiologici ricavati sull’uso di dosi terapeutiche orali di paracetamolo non indicano alcun effetto indesiderato sulla gravidanza o sulla salute del feto o del neonato. I dati prospettici sulle gravidanze esposte a sovradosaggi non hanno mostrato un aumento del rischio di malformazione. Gli studi riproduttivi con somministrazione orale non hanno mostrato alcuna malformazione o effetto fetotossico.
Di conseguenza, in normali condizioni d’impiego, il paracetamolo può essere utilizzato per tutta la durata della gravidanza, dopo aver eseguito una valutazione dei rischi e benefici.
Durante la gravidanza, il paracetamolo non deve essere assunto per lunghi periodi, a dosi elevate o in associazione ad altri farmaci poiché la sicurezza d’impiego in questi casi non è stabilita.
Allattamento
Dopo assunzione orale, il paracetamolo viene escreto nel latte materno in piccole quantità. Non sono stati segnalati effetti indesiderati nei neonati allattati al seno. Durante l’allattamento possono essere utilizzate dosi terapeutiche di questo medicinale.
Il paracetamolo non altera la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
Molto comune (≥ 1/10) |
Comune (≥ 1/100 e < 1/10) |
Non comune (≥ 1/1000 e < 1/100) |
Raro (≥ 1/10.000 e < 1/1000) |
Molto raro (< 1/10.000) |
non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) |
All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Rari: HLGT-anemia non emolitica e depressione midollare; HLT-depressione midollare, HLT-trombocitopenia
Patologie cardiache:
Patologie vascolari:
Rari: edema.
Patologie gastrointestinali
Rari: HLGT malattie del pancreas esocrino, HLT pancreatite acuta e cronica
Emorragia non altrimenti specificata, dolore addominale non altrimenti specificato, diarrea non altrimenti specificata, nausea, vomito, insufficienza epatica, necrosi epatica, ittero.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Rari: HLGT-condizioni allergiche; HLT-orticaria; HLT-reazioni anafilattiche e HLT-allergie ad alimenti o farmaci, prurito, eruzione cutanea, sudorazione, porpora, angioedema, orticaria
Patologie renali e urinarie
Rari: HLGT nefropatie, HLT nefropatie e disturbi tubulari
Il paracetamolo è stato utilizzato diffusamente e le segnalazioni di reazioni avverse sono rare e generalmente associate al sovradosaggio.
Gli effetti nefrotossici sono infrequenti e non sono stati segnalati in associazione alle dosi terapeutiche, tranne che dopo una somministrazione prolungata.
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Esiste un rischio di avvelenamento, specialmente nei soggetti anziani, nei bambini piccoli, nei pazienti con epatopatia, in caso di alcolismo cronico e nei pazienti con malnutrizione cronica. Il sovradosaggio può essere fatale in questi casi.
I sintomi appaiono generalmente entro le prime 24 ore e comprendono: nausea, vomito, anoressia, pallore e dolore addominale.
Il sovradosaggio, ossia la somministrazione di 10 g di paracetamolo o più in una singola dose negli adulti o la somministrazione di 150 mg/kg di peso corporeo in una singola dose nei bambini, causa la necrosi delle cellule epatiche che può indurre una necrosi completa e irreversibile, con conseguente insufficienza epatocellulare, acidosi metabolica ed encefalopatia che può condurre al coma e alla morte. Contemporaneamente, si osserva l’aumento dei livelli delle transaminasi epatiche (AST, ALT), della lattato deidrogenasi e della bilirubina, unitamente all’aumento dei livelli di protrombina che può apparire 12-48 ore dopo la somministrazione.
Procedura di emergenza:
Ricovero immediato in ospedale
Prelievo di campioni di sangue per determinare la concentrazione plasmatica iniziale di paracetamolo
Lavanda gastrica
Somministrazione EV (o orale se possibile) dell’antidoto N-acetilcisteina appena possibile e prima che siano trascorse 10 ore dal sovradosaggio
Implementare il trattamento sintomatico.
Categoria farmacoterapeutica: altri analgesici e antipiretici, anilidi, codice ATC: N02BE01
Il meccanismo dell’azione analgesica non è stato completamente determinato. Il paracetamolo potrebbe agire prevalentemente inibendo la sintesi delle prostaglandine nel sistema nervoso centrale (SNC) e, in misura minore, mediante un’azione periferica bloccando la generazione degli impulsi dolorosi. Anche l’azione periferica potrebbe essere dovuta all’inibizione della sintesi delle prostaglandine o all’inibizione della sintesi e delle azioni di altre sostanze che sensibilizzano i recettori del dolore alla stimolazione meccanica o chimica.
Probabilmente, il paracetamolo produce l’azione antipiretica agendo a livello centrale sul centro di termoregolazione ipotalamico per produrre una vasodilatazione periferica, che determina un aumento del flusso ematico attraverso la pelle, la sudorazione e la perdita di calore. L’azione centrale implica probabilmente l’inibizione della sintesi delle prostaglandine nell’ipotalamo.
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Assorbimento
L’assorbimento del paracetamolo per via orale è rapido e completo. Le massime concentrazioni plasmatiche si raggiungono 30-60 minuti dopo l’ingestione.
Distribuzione
Il paracetamolo si distribuisce rapidamente in tutti i tessuti. Le concentrazioni nel sangue, nella saliva e nel plasma sono paragonabili. Il legame con le proteine è scarso. Tempo per la concentrazione massima, 0,5-2 ore; concentrazioni plasmatiche massime, 5-20 mcg (mcg)/ml (con dosi fino a 50 mg); tempo per l’effetto massimo, 1-3 ore; durata d’azione, 3-4 ore.
Metabolismo
Il paracetamolo viene metabolizzato principalmente nel fegato seguendo due importanti vie metaboliche: la coniugazione con l’acido glucuronico e la coniugazione con l’acido solforico. La seconda via è saturabile rapidamente a dosi superiori alle dosi terapeutiche. Una via minore, catalizzata dal citocromo P450, conduce alla formazione di un reagente intermedio (N-acetil-p-benzochinonimina) che, in normali condizioni d’impiego, viene rapidamente detossificato dal glutatione ed eliminato nell’urina, dopo la coniugazione con la cisteina e l’acido mercapturico. Al contrario, in caso di grave intossicazione, la quantità di questo metabolita tossico aumenta.
Eliminazione
L’eliminazione è essenzialmente urinaria. Il 90% della dose ingerita viene eliminata dai reni entro 24 ore, principalmente in forma glucuroconiugata (dal 60 all’80%) e solfoconiugata (dal 20 al 30%). Meno del 5% viene eliminato in forma immodificata. L’emivita di eliminazione è di circa 2 ore.
Variazioni fisiopatologiche
Insufficienza renale: in caso di grave insufficienza renale (clearance della creatinina inferiore a 10 ml/min.), l’eliminazione del paracetamolo e dei relativi metaboliti viene ritardata.
Soggetti anziani: la capacità di coniugazione rimane invariata.
Negli esperimenti sugli animali relativi alla tossicità acuta, subcronica e cronica del paracetamolo in ratti e topi, sono state osservate lesioni gastrointestinali, alterazioni delle conte ematiche, degenerazione del fegato e del parenchima renale e necrosi. Le cause di tali alterazioni sono state attribuite da un lato al meccanismo d’azione e dall’altro al metabolismo del paracetamolo.
Studi approfonditi non hanno evidenziato un rischio genotossico significativo del paracetamolo alle dosi terapeutiche, ossia non tossiche.
Studi a lungo termine su ratti e topi non hanno mostrato alcuna evidenza di effetti oncogeni significativi a dosi non epatotossiche di paracetamolo.
Il paracetamolo attraversa la placenta.
Studi sugli animali non hanno prodotto evidenze di tossicità riproduttiva.
Sorbitolo
Talco
Butile metacrilato copolimero basico
Ipromellosa
Magnesio ossido leggero
Acido stearico
Carmellosa sodica
Sodio laurilsolfato
Titanio diossido (E 171)
Sucralosio
Magnesio stearato (Ph.Eur.)
Simeticone
Aroma di cappuccino (contiene maltodestrina, gomma arabica (E414), sostanze aromatizzanti naturali e/o identiche a quelle naturali, triacetina (E1518), N,2,3-trimetil-2-(propan-2-il) butanamide)
Non pertinente.
3 anni
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce e dall’umidità.
Bustine di alluminio. Confezioni da 10, 12, 16 e 20 bustine.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco âE.“ ACRAF SpA âE.“ Viale Amelia 70, 00181 Roma (Italia)
TACHIPIRINA OROSOLUBILE 1000 mg granulato, 10 bustine AIC n. 040313076/M
TACHIPIRINA OROSOLUBILE 1000 mg granulato, 12 bustine AIC n. 040313088/M
TACHIPIRINA OROSOLUBILE 1000 mg granulato, 16 bustine AIC n. 040313090/M
TACHIPIRINA OROSOLUBILE 1000 mg granulato, 20 bustine AIC n. 040313102/M
28/04/2011
04/2011