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TEMGESIC
TEMGESIC 0,2 mg compresse sublinguali
Una compressa sublinguale contiene:
principio attivo: buprenorfina cloridrato 0,216 mg (pari a buprenorfina base 0,2 mg)
TEMGESIC 0,3mg/ml soluzione iniettabile
Un ml di soluzione iniettabile contiene:
principio attivo: buprenorfina cloridrato 0,324 mg (pari a buprenorfina base 0,3 mg)
Per gli eccipienti, vedere 6.1.
Compressa sublinguale e soluzione iniettabile.
Soluzione iniettabile
Trattamento del dolore acuto e cronico di elevata intensità di diversa origine e tipo.
Compresse sublinguali
Trattamento del dolore acuto e cronico di intensità medio-elevata di diversa origine e tipo.
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Soluzione iniettabile
1-2 fiale (0,3-0,6 mg di buprenorfina), per via intramuscolare o endovenosa lenta, ogni 6-8 ore o secondo necessità. Si sconsiglia il trattamento in pediatria.
Compresse sublinguali
1-2 compresse (0,2-0,4 mg di buprenorfina), da lasciar sciogliere sotto la lingua, ogni 6-8 ore, o secondo necessità. Non masticare, né inghiottire le compresse. Si sconsiglia l'uso in pediatria.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, grave insufficienza respiratoria, grave insufficienza epatica, grave insufficienza renale; alcoolismo acuto o delirium tremens, trattamento contemporaneo con anti-MAO; ipertensione endocranica. Bambini di età inferiore ai 12 anni, allattamento. Generalmente controindicato in gravidanza (vedere 4.6).
Poiché Temgesic può causare occasionalmente depressione respiratoria, è opportuno usare cautela quando si trattano pazienti con disturbi respiratori e/o alterata funzionalità respiratoria. L’associazione di buprenorfina, soprattutto se a dosaggi elevati, con benzodiazepine, può potenziare la depressione di origine centrale con conseguenze anche fatali
Nel trattamento di pazienti ambulatoriali va tenuto presente che la buprenorfina può causare sonnolenza e attenuazione della vigilanza, per cui sono rischiose attività che richiedono particolare attenzione, come la guida di autoveicoli, l'uso di macchinari, ecc.
In pazienti con disfunzioni epatiche e renali il farmaco va usato con prudenza. Un ridotto metabolismo epatico della buprenorfina in presenza di danno epatico esteso, sembra infatti condizionare maggiori effetti collaterali. Inoltre in pazienti che hanno fatto uso di buprenorfina, specie a dosaggi elevati, sono stati segnalati casi di alterazione della funzionalità epatica e casi di necrosi epatica ed epatite con ittero che si sono risolti in genere in modo favorevole. Quando si sospetta un evento epatico e la causalità è sconosciuta, è necessaria una ulteriore valutazione. Se si sospetta che la buprenorfina possa essere la causa della necrosi epatica o dell’ittero, si deve sospendere la sua somministrazione, con la rapidità consentita dalle condizioni del paziente. Se si continua il trattamento farmacologico, si deve monitorare attentamente la funzionalità epatica.
Sebbene a seguito dell'uso del prodotto non siano stati segnalati casi di stipsi, in via prudenziale, nei soggetti con stipsi ostinata il farmaco va usato con cautela. Come tutti gli analgesici oppioidi, Temgesic va somministrato con cautela ai pazienti che debbono subire interventi chirurgici sulle vie biliari, potendosi verificare spasmo dello sfintere di Oddi. In soggetti che fanno uso di stupefacenti, data l'azione antagonista della buprenorfina, possono manifestarsi sintomi d'astinenza. In considerazione della caratteristica di analgesico agonista e antagonista, il rischio di assuefazione è per Temgesic estremamente modesto. Va comunque posta attenzione nella prescrizione del preparato a pazienti con instabilità emotiva e in quelli con precedenti di farmacodipendenza. Tali pazienti vanno attentamente seguiti nelle terapie protratte (malattie croniche), in cui peraltro, specie se il farmaco è autosomministrato, il medico dovrebbe prendere le debite precauzioni per evitare aumenti pericolosi delle dosi e della frequenza delle somministrazioni, causati dalla tendenza del malato ad impiegare l'analgesico per prevenire l'insorgenza del dolore.
Come in ogni farmacoterapia, nei trattamenti a lungo termine va data la preferenza alla somministrazione orale (Temgesic compresse sublinguali).
Le compresse sublinguali contengono lattosio quindi non sono adatte per i soggetti con deficit di lattasi, galattosemia o sindrome da malassorbimento di glucosio/galattosio.
La soluzione iniettabile contiene glucosio quindi non è adatta per i soggetti con sindrome da malassorbimento di glucosio/galattosio.
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Può risultare potenziata l'azione di analgesici, sedativi centrali e farmaci che deprimono la respirazione, nonché dell'alcool. In particolare l’associazione di buprenorfina, soprattutto se a dosaggi elevati, con benzodiazepine, anch’esse usate ad alti dosaggi ed impropriamente, può potenziare la depressione respiratoria di origine centrale, con conseguenze anche fatali; perciò le dosi devono essere adattate individualmente ed il paziente deve essere monitorato con attenzione.
Gli analgesici narcotici interagiscono anche con gli anti-MAO, che ne inibirebbero il metabolismo in sede epatica. L'associazione con altri psicofarmaci richiede particolare cautela e vigilanza da parte del medico per evitare inattesi effetti indesiderati da interazione. Uno studio di interazione tra buprenorfina e ketoconazolo, ha evidenziato un aumento delle concentrazioni di bruprenorfina e norbuprenorfina, I pazienti in trattamento con buprenorfina devono essere attentamente monitorati. Potrebbe essere infatti necessaria una lentariduzione della dose se farmaci inibitori del CYP3A4 (ad esempio ketoconazolo, gestodene, TAO, gli inibitori delle proteasi del virus HIV ritonavir, indinavir e saquinavir) sono somministrati in concomitanza.
L’interazione di buprenorfina con induttori del CYP3A4 non è stata studiata; tuttavia si raccomanda che i pazienti in terapia con buprenorfina siano attentamente monitorati se trattati in concomitanza con induttori enzimatici quali, ad esempio, fenobarbital, carbamazepina, fenitoina e rifampicina.
Gravidanza
Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità a livello delle funzione riproduttiva (vedere 5.3). Il potenziale rischio per l’uomo non è noto.
Verso la fine della gravidanza, dosi elevate di buprenorfina possono indurre depressione respiratoria nel neonato anche dopo un periodo di somministrazione breve. La somministrazione prolungata di buprenorfina durante gli ultimi tre mesi di gravidanza può provocare sindrome da astinenza nel neonato. Buprenorfina è pertanto controindicata durante la gravidanza.
Allattamento
Come evidenziato negli studi sui ratti, la buprenorfina può potenzialmente inibire la secrezione o la produzione di latte. Inoltre, poiché la buprenorfina viene secreta nel latte materno, l’allattamento al seno è controindicato.
Va tenuto presente che la buprenorfina può causare sonnolenza e attenuazione della vigilanza, per cui sono rischiose attività che richiedono particolare attenzione, come la guida di autoveicoli, l'uso di macchinari, ecc.
La comparsa di effetti indesiderati dipende dalla soglia di tolleranza del paziente, che è più elevata nei tossicodipendenti che nella popolazione generale.
Gli effetti indesiderati osservati più frequentemente sono riassunti nella seguente tabella:
CLASSE DI SISTEMA/ORGANO |
DISTURBI DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE |
Sedazione |
Sonnolenza |
Capogiri / Vertigini |
Nausea |
DISTURBI DELL’APPARATO GASTROINTESTINALE |
Vomito |
DISTURBI DELL’APPARATO RESPIRATORIO |
Depressione respiratoria |
DISTURBI DELL’APPARATO VISIVO |
Miosi |
DISTURBI DELL’APPARATO cardio circolatorio |
Ipotensione |
DISTURBI DELL’ORGANISMO IN GENERALE |
Cefalea |
Sudorazione |
Le seguenti reazioni avverse sono state segnalate con una frequenza inferiore all’ 1% dei pazienti:
confusione, euforia, debolezza / affaticamento, secchezza delle fauci, irritabilità, depressione, discorsi incoerenti, parestesia, ipertensione, tachicardia, bradicardia, costipazione, dispnea, cianosi, prurito, diplopia, anomalie visive, ritenzione urinaria, tinnito, congiuntivite, blocco di Wenckebac, psicosi.
Altri effetti osservati raramente includono:
allucinazioni, spersonalizzazione, coma, dispepsia, apnea, eruzione cutanea, tremori, pallore, perdita di appetito, disforia/irrequietezza, diarrea, orticaria, convulsioni/mancanza di coordinazione muscolare, svenimento, insonnia, broncospasmo, edema angioneurotico e shock anafilattico.
Inoltre in pazienti che hanno fatto uso di buprenorfina, specie a dosaggi elevati, sono stati segnalati rari casi di alterazione della funzionalità epatica, che si sono risolti in genere in modo favorevole. Sono stati riportati casi di: necrosi epatica ed epatite (vedere 4.4) e depressione respiratoria (vedere 4.4 e 4.5).
Nei pazienti che presentano una tossicodipendenza marcata, la somministrazione iniziale di buprenorfina può produrre un effetto di astinenza simile a quello associato a naloxone.
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La buprenorfina sembra possedere un ampio margine di sicurezza, a causa delle sue proprietà di agonista/antagonista oppiaceo parziale.
Sintomi
In linea di principio, in caso di sovradosaggio della buprenorfina, ci si deve attendere sintomi simili a quelli di altri oppioidi ad azione centrale. Questi comprendono: depressione respiratoria, sedazione, sonnolenza, nausea, vomito, collasso cardiovascolare, miosi marcata.
Il principale sintomo che richiede intervento è la depressione respiratoria che potrebbe evolvere fino all’arresto respiratorio con il rischio di morte.
L’altro sintomo che potrebbe essere pericoloso è il vomito, di cui si deve prevenire l’aspirazione.
Trattamento
Nel caso di un sovradosaggio accidentale il paziente deve essere monitorato attentamente prestando particolare attenzione allo status respiratorio e cardiaco e devono essere usate misure di supporto adeguate.
Utilizzare le misure di emergenza generali, compreso il trasferimento del paziente in unità di rianimazione. In particolare si proceda al trattamento sintomatico della depressione respiratoria, garantendo la pervietà delle vie aeree e un’adeguata ventilazione e al trattamento sintomatico di un eventuale collasso cardiovascolare.
E’ consigliato l’uso di un antagonista degli oppioidi (naloxone) tenendo presente che l’efficacia potrebbe essere modesta rispetto a quella esercitata nei confronti di altri agonisti degli oppioidi, per la maggiore affinità recettoriale della buprenorfina.
Categoria farmacoterapeutica: ANALGESICO OPPIACEO
Codice ATC: N02AE01
Principio attivo di Temgesic è la buprenorfina cloridrato, analgesico centrale di recente sintesi, con caratteristiche di agonista-antagonista parziale. Temgesic rappresenta un farmaco originale, dotato di elevato potere analgesico, durata d'azione prolungata e basso rischio di creare dipendenza. Il farmaco si presenta pertanto come valida alternativa alla morfina e ad altri analgesici oppioidi nel trattamento dei dolori acuti e cronici di diverso tipo ed eziologia e di intensità medio-elevata.
La comparsa dell'effetto analgesico si evidenzia 10-15 min dalla somministrazione per via endovenosa, mentre per via intramuscolare o sublinguale l'azione compare dopo circa 20 min. L'effetto si protrae per circa 6-8 ore.
La via sublinguale è di elezione nella terapia di dolori cronici.
I risultati ottenuti in numerosi studi clinici testimoniano la buona tollerabilità di Temgesic alle dosi consigliate ed il suo ampio margine terapeutico.
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La buprenorfina viene rapidamente assorbita sia dopo somministrazione orale che parenterale.
Il picco plasmatico viene raggiunto dopo circa 6 min per somministrazione intramuscolare e circa 2 ore dopo somministrazione orale (sublinguale).
Il periodo di emivita t½ varia da 1 a 3 ore dopo somministrazione intramuscolare o endovenosa.
L'eliminazione avviene prevalentemente per via fecale come buprenorfina immodificata sia dopo somministrazione orale che parenterale.
Studi in vitro con proteine plasmatiche umane hanno evidenziato un elevato legame proteico (circa il 96%), specie a frazioni alfa e beta-globuliniche.
Tossicità acuta (DL50)
topo (M) e.v. 24 mg/kg; (F) 29 mg/kg; topo (M) i.p. 135 mg/kg; (F) 110 mg/kg; topo i.m > 600 mg/kg; topo s.c. > 600 mg/kg; topo (M) os 260 mg/kg; ratto (M) e.v. 38 mg/kg; ratto (M) i.p. 197 mg/kg; (F) 207 mg/kg; ratto (M) os > 600 mg/kg; ratto (F) s.c. > 600 mg/kg.
DLM: coniglio e.v. 75 mg/kg.
Tossicità per somministrazione prolungata
ratto W i.m., 6 mesi; babbuino oliva, 6 mesi - 5 mg/kg/die
nessun effetto tossico segnalato correlabile al farmaco
Teratogenesi
ratto SD i.m. e s.c.; coniglio DB i.m. e s.c.
nessun effetto teratogeno o fetotossico riscontrato fino alla dose di 5 mg/kg/die
Attività mutagena: assente sia in vitro che in vivo.
Compresse sublinguali
lattosio, amido di mais, mannitolo, polivinilpirrolidone, acido citrico anidro, sodio citrato anidro, magnesio stearato.
Soluzione iniettabile
glucosio anidro, acqua per preparazioni iniettabili.
Nessuna nota.
Compresse sublinguali in blister di PVC/PVDC/Al: 1 anno
Compresse sublinguali in blister di Nylon/Al/PVC e soluzione iniettabile: 3 anni
Compresse sublinguali in blister di PVC/PVDC/Al e soluzione iniettabile:
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C. Conservare nel contenitore originale.
Compresse sublinguali in blister di Nylon/Al/PVC:
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C. Conservare nel contenitore originale.
Le fiale in vetro chiaro vengono confezionate in cassonetto di PVC e inserite unitamente al foglietto illustrativo in astuccio di cartone litografato.
Confezione da 5 fiale da 1 ml.
Le compresse vengono confezionate in blister opaco di PVC/PVDC/Al o in blister di Nylon/Al/PVC, che viene inserito unitamente al foglietto illustrativo in astuccio di cartone litografato.
Confezioni da 10 compresse da 0,2 mg.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
RB Pharmaceuticals Limited
103-105 Bath Road
Slough – Berkshire
SL1 3UH Regno Unito
Rappresentante legale per l’Italia
Reckitt Benckiser Healthcare (Italia) SpA
Via Spadolini, 7 – Milano
TEMGESIC 0,2 mg compresse sublinguali in blister di PVC/PVDC/Al AIC: 025215029
TEMGESIC 0,2 mg compresse sublinguali in blister di Nylon/Al/PVC AIC: 025215043
TEMGESIC 0,3mg/ml soluzione iniettabile AIC: 025215017
Prima autorizzazione: Maggio 1984.
Rinnovo dell’autorizzazione: Marzo 2005
Gennaio 2011