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TENSADIUR
TENSADIUR “5 mg + 6,25 mg compresse rivestite con film”
Ogni compressa laccata bisecabile contiene: benazepril cloridrato 5 mg; idroclorotiazide 6,25 mg
TENSADIUR “10 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film”
Ogni compressa laccata bisecabile contiene: benazepril cloridrato 10 mg; idroclorotiazide 12,5 mg
TENSADIUR “20 mg + 25 mg compresse rivestite con film”
Ogni compressa laccata bisecabile contiene: benazepril cloridrato 20 mg; idroclorotiazide 25 mg
Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1
Compresse laccate bisecabili.
Ipertensione arteriosa.
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La dose iniziale di TENSADIUR consigliata per pazienti con ipertensione lieve o moderata, in grado di ridurre adeguatamente i valori pressori nella maggioranza dei pazienti, è di 5/6,25 mg una volta al giorno.
Per ottenere una ulteriore riduzione della pressione arteriosa occorre raddoppiare la dose dopo 3 o 4 settimane.
La dose massima consigliata, nei casi particolarmente resistenti, è di 40/50 mg di TENSADIUR al dì.
I pazienti che non rispondono alla monoterapia con benazepril o con idroclorotiazide possono ottenere una significativa riduzione pressoria con TENSADIUR.
Nei pazienti pretrattati con diuretici la terapia dovrebbe essere sospesa almeno 3 giorni prima dell'inizio del trattamento con TENSADIUR. I pazienti pretrattati con 25 o 50 mg di idroclorotiazide una volta al dì dovrebbero iniziare la terapia con TENSADIUR da 10/12,5 mg ed aggiustare successivamente il dosaggio.
A pazienti con una clearance della creatinina >30 ml/min possono essere somministrate le usuali dosi di TENSADIUR. In pazienti con una clearance della creatinina <30 ml/min, quando sia necessaria una terapia con diuretici, è preferibile l’impiego di un diuretico osmotico, piuttosto che tiazidico, in associazione con benazepril. In questi casi non è raccomandato l’uso di TENSADIUR.
Tollerabilità ed efficacia di TENSADIUR nei bambini non sono state studiate.
Ipersensibilità ai principi attivi, ad altri ACE-inibitori o ad altri farmaci sulfonamide-derivati o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Anuria, grave insufficienza epatica o renale (clearance della creatinina <30 ml/min), ipopotassiemia e iposodiemia refrattarie, iperuricemia sintomatica. Precedenti di edema angioneurotico. Gravidanza. Allattamento.
Angioedema del volto, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e della laringe è stato riportato in pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina. In studi clinici condotti in USA sintomi relativi ad angioedema sono stati riscontati nello 0,5% dei soggetti che hanno assunto benazepril.
Se si manifestassero tali sintomi, il trattamento deve essere immediatamente sospeso ed il paziente osservato attentamente fino alla scomparsa dell’edema. L’angioedema, associato a edema laringeo o a shock, può essere fatale. Quando siano coinvolte lingua, glottide, o laringe, potrebbero ostruirsi le vie aeree per cui si deve subito istituire una terapia idonea (per es. 0,3-0,5 ml di adrenalina in soluzione 1:1000 per via sottocutanea).
I pazienti devono pertanto essere avvertiti di riferire immediatamente qualsiasi segno e sintomo che suggerisca l’angioedema (gonfiore del viso, degli occhi, delle labbra, della lingua, stridore laringeo, difficoltà a respirare) e di non assumere più il farmaco prima di aver consultato il medico.
In pazienti con ipertensione arteriosa non complicata, trattati con benazepril da solo, raramente (0,4%) è stata riscontrata una riduzione eccessiva della pressione arteriosa, generalmente asintomatica.
L’ipotensione è una possibile conseguenza del trattamento con ACE-inibitori in pazienti con deplezione salina o di volume, quali quelli in pretrattamento con forti dosi di diuretici (come l’idroclorotiazide) od in dialisi, dieta iposodica, o con diarrea o vomito. In caso di ipotensione è opportuno porre il paziente in posizione supina e, se necessario, somministrare per infusione endovenosa una normale soluzione salina. Il volume e/o la deplezione salina devono essere corretti prima di iniziare la terapia con TENSADIUR.
L’effetto antipertensivo del componente tiazidico può essere potenziato in pazienti simpatectomizzati.
In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave, associata o meno a insufficienza renale, la terapia con ACE-inibitori può causare eccessiva ipotensione che può accompagnarsi ad oliguria, iperazotemia e, raramente, insufficienza renale acuta. In questi pazienti la terapia con TENSADIUR deve essere iniziata sotto stretta sorveglianza medica e i pazienti devono essere seguiti nelle prime 2 settimane di trattamento e quando venga aumentata la dose di farmaco.
Altri farmaci ACE-inibitori hanno determinato agranulocitosi e depressione midollare, raramente in pazienti che non presentavano complicazioni, più frequentemente in pazienti con insufficienza renale, particolarmente se associata a collagenopatia vascolare come il lupus eritematoso sistemico o la sclerodermia. I dati attuali ricavati dalle sperimentazioni cliniche su benazepril sono insufficienti ad escludere che il farmaco provochi nella stessa percentuale agranulocitosi.
È opportuno quindi monitorare la conta dei globuli bianchi nei pazienti con collagenopatia vascolare, particolarmente se associata ad insufficienza renale od a trattamento con farmaci quali i corticosteroidi o gli antimetaboliti.
TENSADIUR deve essere usato con cautela nei pazienti con ridotta funzionalità epatica in quanto eventuali alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono precipitare un coma epatico.
Con l’uso di ACE-inibitori è stata segnalata tosse non produttiva e persistente che si risolve con la sospensione della terapia: questa condizione deve quindi essere considerata nel caso di diagnosi differenziale della tosse.
Un’ipotensione transitoria non costituisce una controindicazione al proseguimento del trattamento.
In pazienti trattati con ACE-inibitori sono state osservate reazioni anafilattoidi in corso di emodialisi con membrane in poliacrilonitrile ad alto flusso (AN69). Si consiglia pertanto di non impiegare queste membrane in tali pazienti.
Reazioni di ipersensibilità possono verificarsi in pazienti con anamnesi positiva per allergia o asma bronchiale.
Un trattamento con tiazidici può attivare un lupus eritematoso.
In caso di interventi chirurgici importanti, o in caso di anestesia con sostanze che inducono ipotensione arteriosa, il benazepril può bloccare la formazione di angiotensina II, secondaria al rilascio compensatorio di renina.
Se si manifesta ipotensione, e si pensa sia dovuta al meccanismo suddetto, questa può essere corretta con espansione del volume circolante. Negli studi clinici con benazepril in monoterapia, nell’1% dei pazienti trattati, è stata osservata iperkaliemia, che si è comunque risolta in molti casi senza la sospensione della terapia.
Tra i fattori di rischio per lo sviluppo di iperkaliemia devono essere considerati: insufficienza renale, diabete mellito e uso contemporaneo di diuretici a risparmio di potassio e/o l’integrazione di potassio.
I dati disponibili non hanno evidenziato un maggior rischio di effetti collaterali nei pazienti anziani trattati con benazepril o l’associazione benazepril/idroclorotiazide rispetto a quelli più giovani. Ciò nonostante, come per tutti gli altri farmaci antipertensivi, deve essere prestata particolare attenzione ai pazienti anziani ed a quelli con insufficienza cardiaca, o con arteriosclerosi coronarica o cerebrale.
Un’improvvisa caduta della pressione arteriosa può dar luogo ad un insufficiente apporto di sangue agli organi vitali.
L’ipopotassiemia si verifica frequentemente in trattamento con diuretici tiazidici. Durante le ricerche cliniche controllate con l’associazione benazepril/idroclorotiazide, il benazepril somministrato contemporaneamente minimizza la perdita di potassio indotta dai diuretici. In caso di ipopotassiemia essa può essere trattata con potassio supplementare, sorvegliandone attentamente i livelli. A causa dell’effetto natriuretico di ACE-inibitore e idroclorotiazide, l’uso della loro associazione può causare iposodiemia che è stata occasionalmente riscontrata negli studi controllati condotti con benazepril/idroclorotiazide. È consigliabile effettuare periodiche determinazioni del sodio, specialmente in pazienti affetti da malattie croniche (per es: cirrosi epatica) che sono più soggetti a disturbi regolatori del bilancio elettrolitico.
Oltre ad ipopotassiemia e iposodiemia, in alcuni pazienti trattati con alte o prolungate dosi di idroclorotiazide da sola, sono stati riportati ipomagnesiemia, alcalosi ipocloremica e variazioni patologiche delle paratiroidi con ipercalcemia e ipofosfatemia. L’escrezione del calcio è diminuita dai tiazidici.
Nel corso di studi controllati livelli elevati di acido urico si sono riscontrati con incidenza maggiore nei pazienti trattati con l’associazione benazepril/idroclorotiazide rispetto a quelli trattati con placebo.
Non si sono osservati considerevoli aumenti dei livelli di acido urico (50% superiori al normale limite massimo) nei pazienti trattati con placebo, mentre sono stati riscontrati nello 0,6% dei pazienti trattati con l’associazione benazepril/idroclorotiazide. Pertanto è consigliabile effettuare controlli periodici dei livelli di acido urico.
Ipoglicemia, glicosuria, aumento del livello dei lipidi ematici, anemia, neutropenia, trombocitopenia, agranulocitosi e depressione del midollo osseo possono verificarsi in pazienti trattati con dosi elevate di idroclorotiazide da sola.
In pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina inferiore a 30 ml//min) i tiazidici non esercitano più un adeguato effetto diuretico e si verifica un accumulo di benazepril. In tali casi sono indicati i diuretici osmotici associati al benazepril. Come con altri inibitori dell’ACE, il trattamento di pazienti con stenosi dell’arteria renale unilaterale o bilaterale, richiede particolare attenzione. In alcuni di questi pazienti è stato osservato un aumento dell’azotemia e della creatinina sierica. Tali aumenti erano reversibili con la sospensione del trattamento con benazepril o l'associazione benazepril/idroclorotiazide.
In tali pazienti, ma anche in tutti gli altri con funzionalità renale alterata, quest’ultima deve essere accuratamente controllata durante le prime settimane di trattamento con benazepril o TENSADIUR e, successivamente, a intervalli periodici.
Alcuni pazienti con ipertensione e senza un apparente disturbo vascolare renale, trattati con benazepril hanno presentato un aumento dell'azotemia e della creatininemia, particolarmente se in associazione ad un diuretico. In questi casi è necessaria una riduzione del dosaggio di TENSADIUR. È sempre quindi opportuna la valutazione della funzione renale nei pazienti con ipertensione (vedi: "posologia e modo di somministrazione").
Informazioni importanti su alcuni eccipienti: TENSADIUR contiene lattosio: i pazienti affetti da rari problemi di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
TENSADIUR contiene olio di ricino: può causare disturbi gastrici e diarrea.
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L’effetto antipertensivo di benazepril o di TENSADIUR viene potenziato da farmaci antipertensivi che aumentano l’attività plasmatica reninica o alterano il bilancio sodico (per esempio diuretici come l’idroclorotiazide), TENSADIUR deve essere pertanto usato con cautela in pazienti trattati contemporaneamente con altri antipertensivi. Il componente tiazidico di TENSADIUR può potenziare l’azione di altri farmaci antipertensivi quali soprattutto sostanze antiadrenergiche ad azione periferica o ganglio-bloccanti. Il benazepril può attenuare la perdita di potassio causata dall’idroclorotiazide.
L’associazione con diuretici a risparmio di potassio (quali spironolattone, amiloride, triamterene, ecc.) può aumentare il rischio di iperkaliemia. Nel caso quindi in cui fosse opportuno l’uso contemporaneo con questi farmaci è necessario effettuare controlli frequenti della potassiemia.
Gli ACE-inibitori possono comportare un aumento dei livelli ematici e della tossicità del litio.
Visto inoltre che la clearance renale del litio è ridotta dai tiazidici è presumibile che il rischio di tossicità aumenti se il litio viene somministrato contemporaneamente a TENSADIUR.
È opportuno quindi usare cautela nella somministrazione contemporanea dei due farmaci ed è necessaria una frequente verifica dei livelli sierici di litio.
Alcool - barbiturici - narcotici: può verificarsi un potenziamento del calo pressorio in ortostatismo.
I tiazidici potenziano l’effetto dei derivati del curaro e degli ipotensivi (per esempio guanetidina, metildopa, β-bloccanti, vasodilatatori, calcio-antagonisti, ACE-inibitori).
L’effetto ipopotassiemico dei tiazidici può essere aumentato da corticosteroidi, ACTH, amfotericina e carbenoxolone.
Può essere necessario riadattare il dosaggio dell’insulina e degli antidiabetici orali.
L’ipopotassiemia o l’ipomagnesiemia, che possono verificarsi come effetti collaterali, favoriscono l’insorgenza di aritmie cardiache indotte da digitale.
Co-somministrazione con FANS: quando ACE inibitori sono somministrati simultaneamente con farmaci anti-infiammatori non steroidei (per es. inibitori selettivi della Cox 2, acido acetil salicilico a partire da 325 mg/die e FANS non selettivi), si può verificare un’attenuazione dell’effetto anti-ipertensivo.
L’uso concomitante di ACE inibitori e FANS può portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzione renale che comprende possibile insufficienza renale acuta ed aumento dei livelli del potassio sierico specialmente in pazienti con pre-esistente compromessa funzione renale. La combinazione deve essere somministrata con cautela specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale all’inizio della terapia concomitante.
Gli ACE-inibitori possono essere causa di morbilità fetale e neonatale sino al decesso del prodotto del concepimento, quando somministrati in gravidanza. L’uso in gravidanza e durante l’allattamento è peraltro controindicato, ed è opportuno che le pazienti in trattamento segnalino al proprio medico curante, quanto prima possibile, l’eventuale gravidanza.
In corso di trattamento con l’associazione benazepril/idroclorotiazide raramente sono stati osservati disturbi del sistema nervoso centrale.
Come con altri farmaci antipertensivi, occorre comunque tenere presente la possibilità di un’alterazione del grado di vigilanza durante la guida o l’uso di macchinari.
I dati relativi agli effetti collaterali di benazepril e dell’associazione con idroclorotiazide sono stati ricavati da un programma di sviluppo clinico controllato su larga scala, mentre le informazioni sull’idroclorotiazide sono state desunte dall’ampia esperienza di post-marketing acquisita con il prodotto. Gli effetti collaterali riscontrati sono stati generalmente lievi e transitori. Somministrando dosi comprese tra 5 mg di benazepril/6,25 mg di idroclorotiazide una volta al dì e 20/25 mg due volte al dì, la frequenza di effetti collaterali è risultata in relazione all’entità della dose ma non al sesso, all’età, alla razza, o alla durata della terapia.
Non sono state studiate dosi giornaliere superiori a due compresse di TENSADIUR 20/25 mg. Gli effetti collaterali più frequentemente causa di interruzione del trattamento con l’associazione benazepril/idroclorotiazide sono stati: vertigini, cefalea e affaticamento.
Gli effetti collaterali più frequentemente osservati (in studi con pazienti randomizzati direttamente per l’associazione), indipendentemente dalla dose e dalla relazione di causalità con il farmaco sono i seguenti:
Incidenza >2% e superiore al placebo
Disturbi delle vie respiratorie superiori, ipertonia, vertigini, dolori muscolo-scheletrici, tosse, nausea, faringite, mal di schiena, sindrome simil-influenzale, affaticamento, capogiri posturali.
Incidenza >2% e confrontabile con il placebo
Cefalea, rinite, diarrea.
In ricerche cliniche controllate in doppia cecità con benazepril o benazepril+idroclorotiazide sono stati osservati anche i seguenti effetti collaterali con frequenza minore. Non sono state fatte valutazioni di relazione causale col prodotto. In genere l’incidenza degli effetti collaterali è risultata confrontabile con quella del placebo.
Incidenza dell’1-2%
Prurito, rash, arrossamenti, sonnolenza, insonnia, nervosismo, palpitazioni, dolore toracico, edema periferico, dispepsia, sinusite, disturbi alle vie urinarie, dolore addominale, vomito, impotenza.
Incidenza inferiore all’1%
Riduzione eccessiva della pressione arteriosa, ipotensione posturale, edema labiale o facciale senza altre manifestazioni di angioedema (v. "Avvertenze e precauzioni d’impiego”), gastrite, flatulenza, costipazione, astenia, ansia, depressione, ipoestesia, parestesia, incoordinazione, dispnea, edema generalizzato, diminuzione della libido, sudorazione, artrite, tinnito, sincope, tachicardia, disturbi della visione e della attività onirica, anoressia, iperidrosi, artralgia, mialgia, infezione delle vie respiratorie superiori, epistassi, bronchite, alterazioni della voce, congiuntivite.
Esami di laboratorio
Lieve aumento dell’azotemia (BUN) e della creatinina sierica, reversibile dopo sospensione della terapia (osservato in pazienti trattati con il dosaggio superiore dell'associazione benazepril/idroclorotiazide o dosi maggiori). È più facile che tali aumenti si manifestino nei pazienti con stenosi dell’arteria renale (vedi "Avvertenze e precauzioni d’impiego”).
Una lieve riduzione del potassio sierico è stata notata in alcuni studi; solo lo 0,2% dei pazienti trattati con l’associazione benazepril/idroclorotiazide ha sviluppato ipopotassiemia (più di 0,5 mmol/l sotto i valori normali).
Sono stati inoltre segnalati iposodiemia, innalzamento dell’acido urico, di SGOT, di SGPT e glucosio, diminuzione dell’emoglobina.
Altri effetti collaterali riferiti con idroclorotiazide o benazepril somministrati da soli e che possono essere potenziali effetti collaterali con TENSADIUR sono i seguenti:
Idroclorotiazide: anoressia, irritazione gastrica, ittero (ittero colostatico intraepatico), pancreatite, scialoadenite, xantopsia, leucopenia, agranulocitosi, anemia aplastica, anemia emolitica, porpora, fotosensibilità, febbre, orticaria, angioite necrotizzante (vasculite), difficoltà respiratoria (comprendendo polmoniti ed edema polmonare), nefrite interstiziale, reazione anafilattica, glicosuria, agitazione, spasmo muscolare, transitoria visione offuscata.
Benazepril: nausea, senso di vertigini, cefalea, ipotensione, ipotensione ortostatica, sincope, compromissione della funzione renale, vomito, dolore addominale, diarrea, alterazioni del gusto, reazioni di ipersensibilità accompagnate da prurito, eruzioni cutanee e febbre; insonnia, nervosismo, sonnolenza e parestesia, senso di stanchezza, tosse secca, dispnea, iperidrosi, aumento dell’azoto ureico e della creatininemia, particolarmente nei pazienti con insufficienza renale o in quelli precedentemente trattati con diuretici; iperpotassiemia, iponatriemia, melena, variazioni ECgrafiche, leucopenia, eosinofilia e proteinuria.
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Non sono disponibili informazioni sul sovradosaggio di benazepril.
In caso di sovradosaggio di idroclorotiazide possono verificarsi i seguenti segni e sintomi: capogiri, nausea, sonnolenza, ipovolemia, ipotensione, disturbi del bilancio elettrolitico associati con aritmia cardiaca e spasmi muscolari.
Trattamento
Non esistono antidoti specifici per l’idroclorotiazide o benazepril.
Si tenti di eliminare il farmaco mediante induzione di vomito o lavanda gastrica. Per ridurre l’assorbimento si può somministrare carbone attivo. Sarebbe opportuno tenere le gambe del paziente sollevate e rimpiazzare la perdita di fluidi ed elettroliti, nonché controllare la funzionalità renale fino al ritorno delle condizioni alla normalità.
Categoria farmacoterapeutica: ACE-inibitori e diuretici
Codice ATC: C09BA07
TENSADIUR rappresenta un’associazione fissa di un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina, il benazepril, e di un diuretico, l’idroclorotiazide, i cui effetti ipotensivi sono sinergici.
Benazepril
Il benazepril è un precursore che, dopo l’idrolisi in sostanza attiva benazeprilato, inibisce l’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), e quindi riduce la conversione dell’angiotensina I in angiotensina II.
Esso riduce perciò gli effetti che sono mediati dall’angiotensina II e cioè la vasocostrizione, la produzione di aldosterone, che promuove il riassorbimento del sodio e dell’acqua a livello dei tubuli renali e l’aumento della gittata cardiaca.
Il benazepril attenua l’aumento della frequenza cardiaca indotta dall’attivazione simpatica, in risposta alla vasodilatazione.
Come altri ACE-inibitori, il benazepril inibisce anche la degradazione del vasodilatatore bradichinina ad opera della chininasi; questa inibizione può avere importanza nell’effetto ipotensivo.
Nella maggioranza dei pazienti, dopo somministrazione di una dose singola orale, l’inizio dell’azione antipertensiva avviene dopo 1 ora ca. e la massima riduzione della pressione arteriosa viene raggiunta entro 2-4 ore.
L’effetto antipertensivo persiste almeno per 24 ore, indipendentemente dalla razza, dall’età o dall’attività di base della renina plasmatica. La sospensione improvvisa della somministrazione di benazepril non è seguita da un rapido aumento della pressione arteriosa.
Idroclorotiazide
L’idroclorotiazide inibisce il riassorbimento attivo degli ioni Na+, principalmente a livello del tubulo distale renale, con conseguente aumento dell’escrezione di ioni Na , Cl-e dell'acqua. Sempre a livello renale l’escrezione di ioni K+e Mg++ed il riassorbimento di ioni Ca++aumentano proporzionalmente alla dose impiegata.
La concentrazione plasmatica di farmaco e l’entità della caduta pressoria non sono proporzionali.
L’escrezione di sodio, potassio e acqua, con la conseguente riduzione del volume plasmatico, sono dose-dipendenti e determinano una attivazione del sistema renina-angiotensina che può limitare in misura variabile l’effetto ipotensivo.
Associazione
L’attivazione del sistema renina-angiotensina, determinata dall’idroclorotiazide, è efficacemente bloccata da benazepril; si ottiene così un effetto ipotensivo sinergico grazie anche alla deplezione sodica indotta dal diuretico che fornisce a benazepril il substrato d’azione ottimale.
Studi clinici controllati hanno dimostrato che la somministrazione giornaliera singola dell’associazione benazepril/idroclotiazide determina un effetto ipotensivo proporzionale alla dose somministrata.
Tre studi hanno dimostrato che già il dosaggio inferiore della associazione 5 mg di benazepril +6,25 mg di idroclorotiazide, somministrato una volta al giorno, controlla la pressione arteriosa in una sostanziale porzione di pazienti con ipertensione lieve o moderata.
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Non sussiste interazione farmacocinetica tra i componenti di TENSADIUR, per cui le caratteristiche e le biodisponibilità delle singole sostanze attive rimangono invariate.
Benazepril
Il benazepril cloridrato è rapidamente assorbito (Tmax = 0,5 ore).
Il quantitativo assorbito è equivalente almeno al 37% della dose somministrata. Vi è una rapida trasformazione biologica nel metabolita farmacologicamente attivo benazeprilato (Tmax = 1,5 ore).
L’eliminazione di benazepril dal plasma è virtualmente completa dopo 4 ore. Il benazeprilato ha una eliminazione bifasica. La fase terminale di eliminazione, superiore alle 24 ore, probabilmente riflette lo stretto legame del preparato all’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE).
La cinetica di benazepril e di benazeprilato non si modifica durante somministrazione ripetuta di dosi di 5-20 mg di benazepril una volta al dì, nè si sono osservati fenomeni di accumulo di benazepril. Studi condotti nel ratto con 14C-benazepril hanno però evidenziato un accumulo del farmaco nel polmone (come con gli altri ACE-inibitori). La percentuale di accumulo di benazeprilato è pari al 20%. L’emivita effettiva per l’eliminazione di benazeprilato è di 10-11 ore ca.
A dosi comprese tra 5 e 20 mg di benazepril, le AUC e Cmax di benazepril e di benazeprilato sono quasi direttamente proporzionali alla dose.
La clearance epatica è la principale via di eliminazione del benazepril, mentre la clearance renale prevale nell’eliminazione del benazeprilato nei soggetti con funzionalità renale normale.
Idroclorotiazide
L’idroclorotiazide è assorbita fino al 60-80% della dose somministrata e raggiunge il picco di concentrazione plasmatica entro 1,5-3 ore.
L’emivita di eliminazione in fase terminale è di 10 ore ca.
Nell’intervallo di dosaggio 12,5 - 100 mg le concentrazioni plasmatiche dell’idroclorotiazide sono proporzionali alla dose.
Anche in caso di una dose di 6,25 mg si può prevedere una proporzionalità alla dose.
La clearance renale è praticamente l’unica via di eliminazione dell’idroclorotiazide nei soggetti con funzionalità renale normale.
Associazione
Le compresse di TENSADIUR (combinazione fissa) sono bioequivalenti con la combinazione libera dei due componenti.
La somministrazione di TENSADIUR durante o dopo l’ingestione di cibo non influenza l’assorbimento delle due sostanze attive in modo clinicamente significativo.
Le farmacocinetiche di benazepril e di benazeprilato variano solo lievemente nei soggetti anziani, mentre la cinetica plasmatica dell’idroclorotiazide è significativamente influenzata dall’età (livelli di picco e valori AUC superiori del 60-130%).
L’eliminazione di entrambi i componenti viene rallentata dalla diminuita funzionalità renale: nei pazienti con clearance della creatinina <30 ml/min TENSADIUR è controindicato.
Non sono stati condotti studi di farmacocinetica in pazienti con insufficienza epatica.
L’idroclorotiazide attraversa la barriera placentare umana. Livelli estremamente bassi di benazepril e benazeprilato e piccole quantità di idroclorotiazide sono stati ritrovati nel latte materno, rispetto ai livelli plasmatici o ematici.
La dose massima non letale, somministrata per via orale (nel rapporto 5/6,25 mg) è di 2000 mg/kg nel topo e nel ratto e di 1000 mg/kg nel cane.
Benazepril
Negli studi condotti, la somministrazione di benazepril non ha evidenziato effetti mutageni, carcinogeni o teratogeni.
Idroclorotiazide
L’idroclorotiazide non ha evidenziato attività teratogena e solo un debole effetto mutageno. Non è carcinogena nel ratto ed ha un’azione carcinogena poco chiara nel topo maschio (fegato).
Non sono stati condotti studi specifici con l’associazione.
Olio di ricino idrogenato, lattosio, polivinilpirrolidone, metilidrossipropilcellulosa, ferro ossido rosso, polietilenglicole 8000, talco, titanio biossido.
Nota non pertinente.
TENSADIUR “5 mg + 6,25 mg compresse rivestite con film”: 2 anni.
TENSADIUR “10 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film”: 4 anni.
TENSADIUR “20 mg + 25 mg compresse rivestite con film”: 2 anni.
Per tenere le compresse al riparo dall’umidità, conservarle nella confezione originale.
Conservare a temperatura non superiore ai 30°C.
Blister in PVC con copertura d’alluminio, saldato su supporto d’alluminio; oppure blister di allumino; oppure blister di PVC/PE/PVDC saldato su supporto d’alluminio; blister calendario.
TENSADIUR “5 mg + 6,25 mg compresse rivestite con film”:
Confezione da 14 compresse bisecabili
TENSADIUR “10 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film”:
Confezione da 14 compresse bisecabili
Confezione da 28 compresse bisecabili
TENSADIUR “20 mg + 25 mg compresse rivestite con film”:
Confezione da 14 compresse bisecabili
Nessuna istruzione particolare
I.B.N. SAVIO S.r.l. – Via E. Bazzano n. 14 - Ronco Scrivia (GE)
TENSADIUR “5 mg + 6,25 mg compresse rivestite con film”:
A.I.C. n. 028211011
TENSADIUR “10 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film”:
A.I.C. n. 028211023 (14 compresse bisecabili)
A.I.C. n. 028211047 (28 compresse bisecabili)
TENSADIUR “20 mg + 25 mg compresse rivestite con film”:
A.I.C. n. 028211035
15.11.1994 / 15.11.1999 / 15.11.2004 / 15.11.2009
Determinazione AIFA di Aprile 2010