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THYROGEN 0,9 MG
Ogni flaconcino di Thyrogen contiene un valore nominale di 0,9 mg di tireotropina alfa. Dopo ricostituzione, ciascun flaconcino di Thyrogen contiene 0,9 mg di tireotropina alfa in 1,0 ml.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Polvere per soluzione iniettabile.
Polvere liofilizzata bianca o biancastra.
Thyrogen è indicato nel test della tireoglobulina sierica (Tg) con o senza imaging con iodio radioattivo per evidenziare residui tiroidei e carcinoma ben differenziato della tiroide nei pazienti che, in seguito a tiroidectomia, ricevono una terapia ormonale soppressiva (THST).
I pazienti con carcinoma ben differenziato della tiroide a basso rischio, che presentano livelli non dosabili di Tg sierica in corso di THST e nessun aumento dei livelli di Tg a seguito di stimolazione con TSH rh (ricombinante umano), potranno essere seguiti tramite dosaggio dei livelli di Tg stimolati da rh TSH.
Thyrogen è indicato per la stimolazione pre-terapeutica in associazione con 100 mCi (3,7 GBq) di iodio radioattivo per l’ablazione dei residui di tessuto tiroideo, nei pazienti sottoposti a tiroidectomia sub-totale o totale in presenza di cancro della tiroide ben differenziato, che non evidenziano cancro tiroideo con metastasi a distanza.
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La terapia deve essere controllata da medici esperti nel trattamento del cancro della tiroide.
Posologia:
La posologia raccomandata è di due dosi da 0,9 mg di tireotropina alfa, da somministrare esclusivamente mediante iniezione intramuscolare con un intervallo di 24 ore.
Popolazione pediatrica:
A causa dell’insufficienza dei dati disponibili sull’impiego del farmaco nei pazienti pediatrici, Thyrogen deve essere somministrato ai bambini solamente in casi eccezionali.
Pazienti anziani:
Dai risultati degli studi controllati non emergono differenze nella sicurezza e nell’efficacia di Thyrogen fra pazienti adulti di età inferiore a 65 anni e di età superiore a 65 anni, quando Thyrogen viene usato per finalità diagnostiche.
Non è necessario aggiustare la dose nella popolazione anziana (vedere paragrafo 4.4).
Insufficienza renale/epatica:
I dati derivanti dalla sorveglianza post-marketing e dalle informazioni pubblicate, suggeriscono che l’eliminazione di Thyrogen è significativamente più lenta nei pazienti con nefropatia allo stadio terminale (end stage renal disease, ESRD) dialisi-dipendenti, con conseguente prolungata elevazione dei livelli di TSH per diversi giorni dopo il trattamento. Questo può aumentare il rischio di cefalea e nausea. Non sono disponibili studi su regimi posologici alternativi di Thyrogen nei pazienti con nefropatia allo stadio terminale che possano stabilire una riduzione della dose in questa popolazione di pazienti.
Nei pazienti con compromissione renale significativa, l’attività di iodio radioattivo deve essere attentamente determinata dallo specialista di medicina nucleare.
La somministrazione di Thyrogen a pazienti con ridotta funzionalità epatica non richiede considerazioni particolari.
Modo di somministrazione:
Dopo la ricostituzione con acqua per preparazioni iniettabili, viene somministrato 1,0 ml di soluzione (0,9 mg di tireotropina alfa) mediante iniezione intramuscolare nel gluteo. Vedere paragrafo 6.6 per le istruzioni sulla preparazione.
Per le indagini diagnostiche con iodio radioattivo o l’ablazione, la somministrazione dello iodio radioattivo deve avvenire 24 ore dopo l’iniezione finale di Thyrogen. La scintigrafia diagnostica deve essere eseguita tra 48 e 72 ore dopo la somministrazione dello iodio radioattivo, mentre la scintigrafia post-ablazione può essere rimandata di qualche giorno, per consentire il calo dell’attività di fondo.
Per l’analisi diagnostica di follow-up della tireoglobulina sierica (Tg), il campione di siero deve essere prelevato 72 ore dopo l’iniezione finale di Thyrogen.
L’uso di Thyrogen nel test della tireoglobulina (Tg) per il follow-up dei pazienti con carcinoma ben differenziato della tiroide in seguito a tiroidectomia deve avvenire nel rispetto delle linee guida ufficiali.
Ipersensibilità all’ormone tireotropo bovino o umano o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Gravidanza (vedere paragrafo 4.6)
Thyrogen non deve essere somministrato per via endovenosa.
Se usata in alternativa alla sospensione degli ormoni tiroidei, l’associazione della Scintigrafia totale corporea (WBS) e del test della Tireoglobulina (Tg test) dopo la somministrazione di Thyrogen assicura la massima sensibilità nell’evidenziare residui tiroidei oppure carcinoma della tiroide. Con Thyrogen si possono ottenere falsi negativi. In caso di forte sospetto sulla presenza di lesioni metastatiche, è bene considerare come conferma l’eventualità di una Scintigrafia totale corporea (WBS) dopo sospensione di terapia ormonale sostitutiva e di un test della Tireoglobulina.
La presenza di anticorpi per la Tg (TgAb) è da prevedersi nel 18-40% dei pazienti con carcinoma ben differenziato della tiroide e può causare falsi negativi nelle misurazioni della Tg sierica. Pertanto, è necessario procedere al dosaggio sia dei TgAb che della Tg. Si deve eseguire un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio al momento di somministrare Thyrogen a pazienti anziani ad alto rischio affetti da patologie cardiache (ad es. valvulopatia, cardiomiopatia, coronaropatia, nonché tachiaritmia pregressa o in atto, compresa la fibrillazione atriale), i quali non siano stati sottoposti a intervento di tiroidectomia. È noto che Thyrogen causa un innalzamento transitorio ma significativo delle concentrazioni sieriche di ormone tiroideo, se somministrato a pazienti con sostanziale tessuto tiroideo ancora in situ. È pertanto necessaria un’attenta valutazione del rischio-beneficio individuale nei pazienti che evidenziano significativi residui di tessuto tiroideo.
Nello studio pivotal con Thyrogen per la stimolazione pre-terapeutica prima dell’ablazione con iodio radioattivo (131I) dei residui di tessuto tiroideo, in pazienti sottoposti a tiroidectomia subtotale o totale per carcinoma ben differenziato della tiroide, è stato utilizzato un livello di attività di 100 mCi/3,7 GBq di iodio radioattivo. L’esperienza sull’uso di rhTSH in combinazione con attività differenti di iodio radioattivo, soprattutto con quelle ridotte sino a 1 GBq, è molto limitata. L’efficacia di rhTSH per l’ablazione del tessuto tiroideo residuo in associazione a basse attività di iodio radioattivo non è stata dimostrata.
Effetto sulla crescita e/o le dimensioni del tumore:
Nei pazienti con carcinoma della tiroide, diversi casi di stimolazione della crescita del tumore riportati durante la sospensione degli ormoni tiroidei per le procedure diagnostiche, sono stati attribuiti ad un associato aumento prolungato dei livelli di ormone tireotropo (TSH).
Esiste la possibilità teorica che Thyrogen, come la sospensione dell’ormone tiroideo, possa stimolare la crescita tumorale. Negli studi clinici con tireotropina alfa, che comporta un aumento a breve termine dei livelli sierici di TSH, non sono stati accertati casi di crescita del tumore. A seguito dell’aumento dei livelli di TSH dopo la somministrazione di Thyrogen, i pazienti con carcinoma della tiroide metastatizzato, in particolare in siti circoscritti come cervello, midollo spinale e orbita o con infiltrazione del collo, possono soffrire di edemi locali o emorragia focale nel sito delle metastasi con conseguente aumento delle dimensioni del tumore. Ciò può determinare sintomi acuti che dipendono dalla posizione anatomica del tessuto. Per esempio nei pazienti con metastasi del sistema nervoso centrale si sono manifestate emiplegia, emiparesi e perdita della vista. In seguito alla somministrazione di Thyrogen sono stati altresì riportati edema laringeo, distress respiratorio tale da richiedere una tracheotomia e dolore nella sede della metastasi. Per i pazienti in cui l’espansione locale del tumore può compromettere strutture anatomiche vitali si consiglia di prendere in considerazione un pre-trattamento con corticosteroidi.
Informazioni importanti su alcuni eccipienti di Thyrogen:
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per ogni iniezione, cioè è praticamente ‘privo di sodio’.
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Non sono stati effettuati studi formali sull’interazione di Thyrogen con altri farmaci. In studi clinici, non sono state osservate interazioni tra Thyrogen e gli ormoni tiroidei triiodotironina (T3) e tiroxina (T4), quando somministrati contemporaneamente.
L’uso di Thyrogen permette l’imaging con iodio radioattivo mentre i pazienti sono in stato eutiroideo, durante il trattamento di soppressione dell’ormone tiroideo. I dati relativi alla cinetica dello iodio radioattivo indicano che, rispetto allo stato ipotiroideo con diminuita funzionalità renale, la clearance dello iodio radioattivo è maggiore del 50% circa in condizioni di eutiroidismo, con conseguente minore ritenzione di iodio radioattivo nell’organismo durante l’imaging. Questo fattore deve essere tenuto in cosiderazione quando si seleziona l’attività dello iodio radioattivo per l’imaging, sebbene nello studio sull’uso pre-terapeutico sia stata esaminata solo un’attività di 131I pari a 3,7 GBq.
Non sono stati effettuati studi di riproduzione animale con Thyrogen.
Non è noto se Thyrogen possa provocare danni fetali quando somministrato ad una donna gravida, o se possa interferire con la capacità riproduttiva.
L’associazione di Thyrogen e scintigrafia totale corporea a fini diagnostici con iodio radioattivo è controindicata durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3), a causa della conseguente esposizione del feto ad un’alta dose di sostanze radioattive.
Non è noto se tireotropina alfa e/o suoi metaboliti siano escreti nel latte umano. Un rischio per il lattante non può essere escluso. Thyrogen non deve essere usato durante l’allattamento.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
Thyrogen può ridurre la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari, in quanto sono stati segnalati capogiri e mal di testa.
Le reazioni avverse riportate con maggior frequenza sono nausea e cefalea, verificatesi rispettivamente in circa il 12% e il 7% dei pazienti.
Le reazioni avverse incluse nella tabella sono una combinazione delle reazioni avverse registrate nel corso di sei studi clinici prospettici (N=481) e delle reazioni avverse che sono state segnalate a Genzyme successivamente alla registrazione di Thyrogen. A causa di una frequenza non nota, le reazioni avverse riportate nel periodo post-marketing sono presentate in una colonna separata. All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi e organi | Molto comuni (≥ 1/10) | Comuni (≥ 1/100, < 1/10) | Non comuni (≥ 1/1.000, < 1/100) | Non nota (non può essere stimata dai dati disponibili) |
Tumori benigni, maligni e non specificati | | | | Aumento di volume della neoplasia, dolore metastatico |
Patologie del sistema nervoso | | Capogiri, mal di testa, parestesia | | Tremori |
Patologie cardiache | | | | Palpitazioni |
Patologie vascolari | | | Sensazione di calore | Vampate di calore |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | | | | Dispnea |
Patologie gastrointestinali | Nausea | Vomito, diarrea | | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | | | Orticaria, eruzioni cutanee | Prurito, iperidrosi |
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo | | | | Artralgia, mialgia |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | | Affaticamento, astenia | Malattia simil-influenzale, piressia, rigidità, dolore alla schiena | Fastidio, dolore, prurito, eruzioni cutanee e orticaria nel sito dell’iniezione intramuscolare |
Esami diagnostici | | | | Diminuzione del TSH |
In pazienti in cui la ghiandola tiroidea è presente in parte o completamente, in seguito alla somministrazione di Thyrogen 0,9 mg sono stati osservati casi molti rari di ipertiroidismo o fibrillazione atriale.
Sia in ambito clinico che dopo l’immissione in commercio sono state riferite manifestazioni rare di ipersensibilità: orticaria, eruzioni cutanee, prurito, vampate e segni e sintomi respiratori.
In studi clinici su 481 pazienti, nessun paziente ha sviluppato anticorpi anti-tireotropina alfa dopo l’assunzione singola o ripetuta limitata (27 pazienti) del prodotto. Non si può escludere la formazione di anticorpi che potrebbero interferire con i dosaggi per il TSH endogeno. Dopo trattamento con Thyrogen vi è la possibilità di ingrossamento dei residui di tessuto tiroideo, o delle metastasi. Ciò può portare a sintomi acuti che dipendono dalla localizzazione anatomica del tessuto. Per esempio, in pazienti con metastasi a carico del SNC sono insorte emiplegia, emiparesi o perdita della vista. In seguito alla somministrazione di Thyrogen sono stati altresì riportati edema laringeo, distress respiratorio tale da richiedere una tracheotomia e dolore nella sede della metastasi. Per i pazienti in cui l’espansione locale del tumore può compromettere strutture anatomiche vitali si raccomanda di prendere in considerazione un pre-trattamento con corticosteroidi.
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I dati sull’esposizione a dosi oltre quella raccomandata sono limitati ai soli studi clinici e a uno speciale programma terapeutico. Tre pazienti inclusi in studi clinici e uno parte dello speciale programma terapeutico hanno avuto sintomi dopo aver ricevuto dosi di Thyrogen superiori a quelle raccomandate. Due pazienti hanno accusato nausea dopo una dose i.m. di 2,7 mg e in uno di essi la nausea si accompagnava a debolezza, capogiri e cefalea. Il terzo paziente ha riferito nausea, vomito e vampate dopo una dose i.m. di 3,6 mg. Nell’ambito dello speciale programma terapeutico, un paziente di 77 anni con cancro tiroideo metastatico e non precedentemente soggetto a tiroidectomia, ha ricevuto 4 dosi di Thyrogen 0,9 mg nell’arco di 6 giorni, sviluppando fibrillazione atriale, scompenso cardiaco e infarto miocardico terminale 2 giorni più tardi. Un ulteriore paziente arruolato in uno studio clinico ha riferito sintomi dopo somministrazione di Thyrogen per via endovenosa. Detto paziente ha ricevuto 0,3 mg di Thyrogen come singolo bolo endovena (ev) e 15 minuti più tardi ha accusato nausea severa, vomito, diaforesi, ipotensione e tachicardia.
I trattamenti consigliati in caso di sovradosaggio sono il ripristino del bilancio idrico e la somministrazione di un antiemetico.
Categoria farmacoterapeutica: Ormoni dell’ipofisi e dell’ipotalamo ed analoghi, ormoni del lobo anteriore dell’ipofisi ed analoghi, codice ATC: H01AB01. La tireotropina alfa (ormone tireotropo umano ricombinante) è una glicoproteina eterodimerica prodotta tramite la tecnologia del DNA ricombinante. È formata da due subunità legate con legame non covalente. I DNA complementari codificano una subunità alfa di 92 residui di aminoacidi contenenti due siti di glicosilazione con legame N ed una subunità beta di 118 residui contenenti un sito di glicosilazione con legame N. La tireotropina ha proprietà biochimiche paragonabili a quelle dell’ormone tireotropo umano endogeno (TSH). Il legame della tireotropina alfa ai recettori TSH sulle cellule epiteliali della tiroide stimola l’assunzione di iodio e l’organificazione, la sintesi ed il rilascio di tireoglobulina, triiodotironina (T3) e tiroxina (T4 ). I pazienti con carcinoma della tiroide ben differenziato vengono sottoposti ad una tiroidectomia totale o sub-totale. Per una diagnosi ottimale dei residui tiroidei o delle metastasi tramite l’imaging con iodio radioattivo o il dosaggio della tireoglobulina e la terapia con iodio radioattivo dei residui tiroidei, occorre un’alta concentrazione sierica di TSH per stimolare l’assunzione di iodio radioattivo e/o il rilascio della tireoglobulina. L’approccio comune per ottenere livelli elevati di TSH è la sospensione della terapia soppressiva con ormoni tiroidei (THST), in seguito alla quale, solitamente, i pazienti manifestano segni e sintomi di ipotiroidismo. Con la somministrazione di Thyrogen, si ottiene la stimolazione di TSH necessaria per la captazione dello iodio radioattivo e il rilascio della tireoglobulina, mentre i pazienti rimangono in stato di eutiroidismo grazie alla THST, evitando quindi la morbidità associata all’ipotiroidismo.
Uso diagnostico:
L’efficacia e la sicurezza dell’uso di Thyrogen nell’imaging con iodio radioattivo in combinazione con il dosaggio della tireoglobulina sierica per la diagnosi di residui tiroidei e di carcinoma sono state dimostrate in due studi. In uno dei due studi, sono stati presi in esame due regimi: 0,9 mg per via intramuscolare ogni 24 ore per due dosi (0,9 mg x 2) e 0,9 mg per via intramuscolare ogni 72 ore per tre dosi (0,9 mg x 3). Entrambi i regimi si sono dimostrati efficaci e non differivano statisticamente dalla sospensione della somministrazione di ormone tiroideo nella stimolazione dell’uptake di iodio radioattivo per l’imaging diagnostico. Rispetto ai test effettuati mentre i pazienti erano in trattamento con ormoni tiroidei, i due regimi terapeutici hanno migliorato la sensibilità, l’accuratezza e il valore predittivo negativo della tireoglobulina stimolata da Thyrogen, da sola o in associazione con l’imaging con iodio radioattivo.
Negli studi clinici per il rilevamento di residui tiroidei o di carcinoma nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico, con l’uso di un test della tireoglobulina con una sensibilità di 0,5 ng/ml, livelli di tireoglobulina stimolati da Thyrogen di 3 ng/ml, 2 ng/ml e 1 ng/ml corrispondono a livelli di tireoglobulina misurati dopo la sospensione della somministrazione di ormone tiroideo pari a 10 ng/ml, 5 ng/ml e 2 ng/ml, rispettivamente. In questi studi, il test della tireoglobulina con Thyrogen ha rivelato una maggiore sensibilità rispetto all’esame della tireoglobulina durante THST. In particolare in uno studio di fase III a cui hanno partecipato 164 pazienti, il dosaggio della tireoglobulina dopo somministrazione di Thyrogen era in grado di rilevare la presenza di tessuto di origine tiroidea dal 73 all’87% dei casi, mentre con il test della tireoglobulina durante THST la percentuale variava dal 42 al 62%, per gli stessi valori di cut-off e gli stessi standard di riferimento.
In 35 pazienti si sono accertate lesioni metastatiche con esame post-trattamento o con biopsia dei linfonodi. I livelli di tireoglobulina stimolati da Thyrogen superavano 2 ng/ml in tutti i 35 pazienti, mentre con la tireoglobulina durante THST ciò avveniva nel 79% di questi pazienti.
Stimolazione pre-terapeutica:
In uno studio controllato su 60 pazienti valutabili, percentuali di ablazione riuscita dei residui tiroidei con 100 mCi/3,7 GBq (± 10%) di iodio radioattivo post-tiroidectomia in pazienti con cancro della tiroide, erano comparabili per i pazienti trattati dopo la sospensione della somministrazione di ormone tiroideo rispetto ai pazienti trattati dopo la somministrazione di Thyrogen. I pazienti esaminati erano adulti (età >18 anni) con nuova diagnosi di carcinoma differenziato della tiroide papillare o follicolare, compresa la variante papillare-follicolare, caratterizzati principalmente (54 su 60) come T1-T2, N0-N1, M0 (classificazione TNM). Il successo dell’ablazione dei residui è stato valutato mediante imaging con iodio radioattivo e dosaggio della tireoglobulina sierica a 8 ± 1 mesi dal trattamento. Tutti i 28 pazienti (100%) trattati dopo la sospensione della THST e tutti i 32 pazienti (100%) trattati dopo la somministrazione di Thyrogen hanno mostrato assenza di captazione visibile dello iodio radioattivo nella tiroide, oppure, se misurabile, una captazione < 0,1% dell’attività di iodio radioattivo somministrata. Il successo dell’ablazione dei residui tiroidei è stato inoltre valutato mediante il criterio per il livello di Tg sierico stimolato da Thyrogen < 2 ng/ml otto mesi dopo l’ablazione, ma solo nei pazienti che risultavano negativi per la presenza di anticorpi interferenti anti-Tg. Utilizzando questo criterio per la Tg, 18/21 pazienti (86%) e 23/24 pazienti (96%) risultavano possedere residui tiroidei ablati con successo nel gruppo con sospensione della THST e nel gruppo di trattamento con Thyrogen rispettivamente. La letteratura riporta evidenze di una minore efficacia della somministrazione di Thyrogen rispetto alla sospensione della THST quando vengono utilizzati 30 mCi. I dati relativi all’efficacia di Thyrogen con attività di131I < 100 mCi sono molto limitati.
La qualità della vita peggiorava significativamente in seguito alla sospensione dell’ormone tiroideo, ma rimaneva invariata con la somministrazione di uno dei regimi di Thyrogen sopra menzionati per entrambe le indicazioni.
È stato condotto uno studio di follow-up su pazienti che avevano precedentemente completato lo studio iniziale e sono disponibili dati per 51 pazienti. L’obiettivo primario dello studio di followup era di confermare lo stato di ablazione dei residui tiroidei, mediante imaging statico del collo con iodio radioattivo, in seguito a stimolazione con Thyrogen, dopo un follow-up mediano di 3,7 anni (range: 3,4 - 4,4 anni) successivamente all’ablazione con iodio radioattivo. È stato inoltre eseguito un test sulla tireoglobulina stimolata con Thyrogen.
I pazienti continuavano ad essere considerati efficacemente ablati in assenza di captazione del letto tiroideo visibile alla scansione oppure – se visibile - la captazione era inferiore allo 0,1%. Per tutti i pazienti considerati come ablati nello studio iniziale è stata confermata l’ablazione nello studio di follow-up. Inoltre, nessun paziente ha avuto una recidiva definitiva nei 3,7 anni di follow-up. Nel complesso, 48/51 pazienti (94%) non presentavano evidenza di recidiva del tumore; per 1 paziente vi era una possibile recidiva neoplastica (anche se non era chiaro se si trattasse di una reale recidiva, o della persistenza del tumore per via della patologia regionale accertata all’inizio dello studio originario); infine, per 2 pazienti non è stato possibile procedere ad una valutazione.
Riepilogando, nel presente studio e nel relativo studio di follow-up Thyrogen non è risultato inferiore alla sospensione dell’ormone tiroideo per quanto concerne l’innalzamento dei livelli di TSH per la stimolazione pre-terapeutica in associazione con iodio radioattivo nell’ablazione postchirurgica del tessuto tiroideo residuo.
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Le proprietà farmacocinetiche di Thyrogen sono state studiate in pazienti con carcinoma della tiroide ben differenziato che hanno ricevuto un’iniezione singola di 0,9 mg per via intramuscolare. Dopo l’iniezione, il picco medio ottenuto (Cmax) era di 116 ± 38 mU/l e si verificava circa 13 ± 8 ore dopo la somministrazione. L’emivita di eliminazione era di 22 ± 9 ore. Si ritiene che la principale via di eliminazione della tireotropina alfa sia probabilmente renale e, in misura minore, epatica.
I dati non-clinici sono limitati, ma non rivelano rischi particolari per l’uomo in seguito all’uso di Thyrogen.
Mannitolo, fosfato di sodio monobasico, monoidrato, fosfato di sodio dibasico, eptaidrato, cloruro di sodio.
In assenza di studi di compatibilità, Thyrogen non deve essere miscelato con altri medicinali nella stessa iniezione.
Flaconcini non aperti
3 anni.
Periodo di validità dopo ricostituzione
Si consiglia di iniettare la soluzione di Thyrogen entro tre ore.
Il medicinale ricostituito può essere conservato per 24 ore ad una temperatura di 2°C - 8°C, al riparo dalla luce, evitando contaminazioni batteriche.
Conservare in frigorifero (2°C - 8°C).
Conservare il flaconcino nell’imballaggio esterno per tenerlo al riparo dalla luce.
Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito, vedere paragrafo 6.3.
Flaconcini di vetro incolore, del Tipo I, da 5 ml. La chiusura è costituita da un tappo di butile siliconato, con capsula a tenuta con aletta. Ogni flaconcino contiene 1,1 mg di tireotropina alfa. Dopo la ricostituzione con 1,2 ml di acqua per soluzioni iniettabili, prelevare 1,0 ml di soluzione (equivalente a 0,9 mg di Thyrogen) e somministrarla al paziente. Per avere un volume sufficiente da permettere una somministrazione accurata, ogni flaconcino di Thyrogen è formulato per contenere un’eccedenza di 0,2 ml.
Contenuto della confezione: uno o due flaconcini di Thyrogen per scatola. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
La polvere per soluzione iniettabile deve essere ricostituita con acqua per preparazioni iniettabili.
Per ogni iniezione occorre un solo flaconcino di Thyrogen. Ogni flaconcino di Thyrogen deve essere utilizzato una sola volta.
Utilizzare una tecnica asettica
Aggiungere 1,2 ml di acqua per preparazioni iniettabili alla polvere di Thyrogen contenuta nel flaconcino. Miscelare delicatamente il contenuto del flaconcino fino a che il materiale non si sia sciolto del tutto. Non agitare la soluzione. Una volta sciolta la polvere, il volume totale nel flaconcino è pari a 1,2 ml. Il pH della soluzione di Thyrogen è circa 7,0.
Ispezionare visivamente la soluzione di Thyrogen nel flaconcino, in modo da escludere la presenza di particelle estranee e alterazioni del colore. La soluzione di Thyrogen deve essere limpida e incolore. Non usare flaconcini che presentano particelle estranee, opacità o alterazioni del colore.
Prelevare 1,0 ml di soluzione di Thyrogen dal flaconcino. Questa quantità corrisponde a 0,9 mg di tireotropina alfa da iniettare.
Thyrogen non contiene conservanti. Smaltire immediatamente la soluzione non utilizzata. Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione per lo smaltimento. La soluzione di Thyrogen deve essere somministrata entro tre ore; tuttavia la soluzione manterrà la sua stabilità chimica per 24 ore, a condizione che venga conservata in un frigorifero (ad una temperatura compresa tra 2°C e 8°C). È importante ricordare che la sicurezza microbiologica dipende dalle condizioni asettiche durante la preparazione della soluzione.
Genzyme Europe B.V.
Gooimeer 10
1411 DD Naarden
Paesi Bassi
EU/1/99/122/001 A.I.C. 034716011
EU/1/99/122/002 A.I.C. 034716023
Data della prima autorizzazione: 9 marzo 2000
Data dell’ultimo rinnovo: 9 marzo 2010