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TRAMADOLO HCI SANDOZ
Tramadolo HCl Sandoz 100 mg compresse a rilascio prolungato. Ogni compressa contiene 100 mg di tramadolo cloridrato.
Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Compressa a rilascio prolungato.
Tramadolo HCl Sandoz 100 mg compresse a rilascio prolungato sono comprese rotonde, bianco - avorio.
Trattamento del dolore da moderato a severo.
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La dose deve essere regolata in base alla severità del dolore e della risposta clinica individuale del paziente.
Se non diversamente prescritto, la posologia di Tramadolo Sandoz deve essere la seguente:
Adulti e adolescenti al di sopra dei 12 anni:
La dose abituale iniziale è 100 mg di tramadolo cloridrato, due volte al giorno, la mattina e la sera. Gli intervalli fra le dosi non devono essere inferiori ad 8 ore.
Se l’effetto analgesico è insufficiente, la dose può essere aumentata a:
150 mg tramadolo cloridrato, due volte al giorno o
200 mg tramadolo cloridrato, due volte al giorno.
Le compresse di Tramadolo HCl Sandoz devono essere ingerite intere, senza romperle o masticarle, con una sufficiente quantità di liquidi. Le compresse possono essere assunte con o senza cibo.
Le dosi raccomandate devono essere intese come una linea guida.
In generale, bisogna adottare la dose più bassa con efficacia analgesica.
Una dose giornaliera di 400 mg di principio attivo è di solito sufficiente, eccetto in circostanze cliniche speciali.
In nessuna circostanza Tramadolo HCl Sandoz deve essere utilizzato per un periodo più lungo di quanto non sia assolutamente necessario.
Se è necessario un trattamento del dolore a lungo termine con tramadolo, in considerazione della natura e della gravità della malattia, occorre prevedere un monitoraggio attento e regolare (se necessario con interruzioni nel trattamento) per stabilire se e in quale misura sia necessario proseguire il trattamento.
Bambini
Tramadolo HCl Sandoz non è adatto ai bambini di età inferiore a 12 anni.
Anziani
Di norma non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti anziani (fino a 75 anni) in assenza di manifestazioni cliniche di insufficienza epatica o renale. Nei pazienti più anziani (di età superiore a 75 anni) l’eliminazione può essere più lenta. In tale caso, deve essere prolungato l’intervallo tra le somministrazioni.
Insufficienza renale, dialisi e insufficienza epatica
Nei pazienti con insufficienza renale o epatica grave, l’uso di Tramadolo HCl Sandoz non è raccomandato. In casi moderati, può essere considerato un adeguamento del dosaggio.
Il tramadolo cloridrato non deve essere usato in caso di:
ipersensibilità al tramadolo, o a qualsiasi eccipiente della compressa (vedere paragrafo 6.1), intossicazione acuta da alcool, ipnotici, analgesici, oppioidi o psicofarmaci.
Pazienti in terapia con inibitori delle MAO, o entro 2 settimane dalla loro sospensione.
Pazienti che soffrono di epilessia non controllata.
Il tramadolo cloridrato non deve essere usato nella terapia di disuassefazione da droghe.
Il tramadolo cloridrato deve essere utilizzato con precauzione nei pazienti con dipendenza dagli oppiacei, in caso di traumi cranici, shock, disturbi della coscienza di origine sconosciuta, disturbi del centro respiratorio o della funzionalità respiratoria, o aumento della pressione intracranica.
Nei pazienti sensibili agli oppiacei il farmaco deve essere utilizzato con cautela.
Sono state segnalate convulsioni a dosaggi terapeutici e il rischio potrebbe aumentare con dosi superiori alla posologia massima giornaliera abituale (400 mg).
Il rischio di convulsioni potrebbe aumentare nei pazienti che assumono tramadolo e un farmaco concomitante che può abbassare la soglia convulsiva (vedere paragrafo 4.5 ). I pazienti con anamnesi di epilessia o suscettibili a crisi epilettiche devono essere trattati con tramadolo solo in presenza di condizioni cliniche che lo impongano.
Il tramadolo ha un basso potenziale di dipendenza. Nell’uso a lungo termine, potrebbero svilupparsi tolleranza, dipendenza psichica e fisica. Alle dosi terapeutiche è stata riportata regressione dei sintomi con una frequenza di 1 su 8.000. Rapporti di dipendenza e abuso sono stati meno frequenti. A causa di questo potenziale la necessità clinica di continuare il trattamento analgesico deve essere rivalutata regolarmente. Nei pazienti con tendenza ad abuso o dipendenza da farmaci, il trattamento deve essere limitato a brevi periodi, sotto stretta sorveglianza medica.
Il tramadolo non è un sostituto idoneo in pazienti dipendenti da oppioidi. Il prodotto non elimina i sintomi da sospensione di morfina, sebbene sia un agonista degli oppioidi.
Nell’attuale sorveglianza di sicurezza di tramadolo ci sono tre casi riportati di iponatremia che indicano la possibilità di disturbi elettrolitici seri dopo l’inizio del trattamento con tramadolo.
Ci sono alcuni casi di iponatremia riportati in relazione all’uso post-marketing del tramadolo che indicano la possibilità di disturbi elettrolitici seri dopo l’inizio del trattamento con tramadolo.
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Il tramadolo cloridrato non deve essere associato a inibitori delle monoamino ossidasi (MAO) (vedere paragrafo 4.3 ).
Nell’uso concomitante di tramadolo cloridrato e di altri principi attivi che agiscono a livello centrale, incluso l’alcool, deve essere tenuto in considerazione un potenziamento degli effetti sul sistema nervoso centrale (SNC) (vedere paragrafo 4.8 ).
I dati farmacocinetici attualmente disponibili indicano che, sia durante l’utilizzo concomitante sia con l’utilizzo precedente di cimetidina (inibitore enzimatico) interazioni clinicamente rilevanti sono improbabili. L’uso concomitante o precedente di carbamazepina (induttore enzimatico) può ridurre l’efficacia analgesica e abbreviare la durata d’azione.
La combinazione di agonisti/antagonisti misti (ad es. buprenorfina, nalbufina, pentazocina) e tramadolo è sconsigliata, perché esiste la possibilità teorica che l’effetto analgesico di un agonista puro sia attenuato in queste circostanze.
Il tramadolo può indurre convulsioni e potenziare l’effetto degli inibitori selettivi del reuptake della serotonina, degli antidepressivi triciclici, degli anti-psicotici e di altri principi attivi che abbassano la soglia convulsivante.
Casi isolati di sindrome serotoninergica sono stati riferiti con l’uso terapeutico del tramadolo in combinazione con altri agenti serotoninergici, quali gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI). La sindrome serotoninergica può presentarsi con sintomi quali confusione, irrequietezza, febbre, sudore, atassia, iperreflessia, mioclonia e diarrea. La sospensione dell’agente serotoninergico produce un rapido miglioramento. L’eventuale considerazione di un trattamento medicinale dipende dalla natura e dalla gravità dei sintomi.
Occorre prestare cautela durante il trattamento concomitante con tramadolo e derivati dalla cumarina (ad es. warfarin), poiché in alcuni pazienti sono stati segnalati aumento del International Normalized Ratio (INR) ed ecchimosi.
Altre sostanze che inibiscono il CYP3A4 così come il ketoconazolo e la eritromicina possono inibire il metabolismo del tramadolo (N-demetilazione) e possibilmente anche dei metaboliti attivi O-demetilati. La rilevanza clinica di questa interazione non è nota.
L’effetto analgesico del tramadolo è in parte mediato dall’inibizione del processo di reaptake di norepinefrina e l’aumento del rilascio di serotonina (5-HT). Negli studi di applicazione pre o postoperativa dell’ondansetron, farmaco antiemetico 5HT3-antagonista risulta un incremento del consumo di tramadolo in pazienti che soffrono di dolore post-operatorio.
Studi sugli animali con concentrazioni molto alte di tramadolo hanno evidenziato effetti sullo sviluppo degli organi, sulla formazione ossea e sulla mortalità neonatale. Non sono stati riscontrati effetti teratogeni. Il tramadolo attraversa la barriera placentare. Non sono disponibili dati sufficienti per valutare la sicurezza del tramadolo nelle donne in gravidanza. Pertanto il tramadolo cloridrato non deve essere usato durante la gravidanza.
Il tramadolo – somministrato prima o durante il parto – non influisce sulla contrattilità uterina. Nei neonati, può indurre variazioni della frequenza respiratoria, di solito non clinicamente rilevanti. Durante l’allattamento al seno, circa lo 0,1% della dose di tramadolo somministrata viene escreta nel latte materno. La somministrazione del tramadolo cloridrato non è consigliata durante l’allattamento.
In caso di un’unica somministrazione di tramadolo, di solito non è necessario interrompere l’allattamento al seno.
Il tramadolo cloridrato può causare capogiri e/o sonnolenza e, anche se utilizzato secondo le istruzioni, in maniera minore o moderata può influenzare la capacità di guidare veicoli e usare macchinari. Questo effetto può essere potenziato dall’alcool, all’inizio del trattamento, quando si modifica la terapia, e con l’uso concomitante di altri farmaci depressori del SNC o antistaminici. I pazienti devono essere avvisati di non guidare o utilizzare macchinari.
Le reazioni avverse osservate sono riportate nella lista sottostante suddivisi per frquenza: molto comuni (≥1/10), comuni (≥ 1/100 a < 1/10); non comuni (≥1/1.000 a < 1/100); rari (≥ 1/10.000 a < 1/1.000); molto rari (< 1/10.000) non noti (la cui frequenza non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).
Patologie cardiache:
Non comuni: effetti sulla regolazione cardiovascolare (palpitazioni, tachicardia, ipotensione ortostatica o collasso cardiocircolatorio). Queste reazioni avverse possono verificarsi specialmente con la somministrazione endovenosa e in pazienti sottoposti a stress fisico.
Rari :bradicardia, aumento della pressione sanguigna.
Molto rari: vampate.
Patologie del sistema nervoso:
Molto comuni: capogiri
Comuni: mal di testa, sonnolenza
Rari: variazioni dell’appetito, parestesia, tremore, depressione respiratoria, convulsioni epilettiformi, contrazioni muscolari involontarie, coordinazione anormale, sincope.
Se si superano notevolmente le dosi raccomandate e se si somministrano concomitantemente altri principi attivi depressivi del sistema nervoso centrale (vedere paragrafo 4.5 ), può verificarsi depressione respiratoria.
Le convulsioni epilettiformi si sono verificate principalmente a seguito di somministrazione di alti dosaggi di tramadolo o a seguito di trattamento concomitante con principi attivi che possono abbassare la soglia epilettica o che inducono essi stessi convulsioni cerebrali (vedere paragrafi 4.4 e 4.5 ).
Molto rari: vertigini.
Disturbi psichiatrici:
Rari: allucinazioni, confusione, disturbi del sonno e incubi. Gli effetti indesiderati psichici possono variare individualmente in intensità e natura (a seconda della personalità e della durata del trattamento). Questi comprendono modificazioni dell’umore (di solito euforia, occasionalmente disforia), modificazioni dell’attività (di solito riduzione, occasionalmente aumento) e modificazioni della capacità cognitiva e sensoriale (ad es. comportamento decisionale, disturbi della percezione). Tramadolo può causare dipendenza.
Patologie dell’occhio:
Rari: offuscamento della visione.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
Rari: dispnea
È stato riferito anche un peggioramento dell’asma, sebbene non sia stata stabilita una relazione causale.
Patologie gastrointestinali:
Molto comuni: vomito, nausea.
Comuni: vomito, costipazione, secchezza delle fauci.
Non comuni: Conati di vomito, irritazione gastrointestinale (sensazione di pressione allo stomaco, gonfiore) diarrea.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Comuni: sudorazione.
Non comuni: reazioni cutanee (ad es. prurito, rash, orticaria).
Patologie del sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa:
Rari: debolezza motoria.
Patologie epatobiliari:
Molto rari inclusi rapporti isolati di un aumento dei valori degli enzimi epatici.
Patologie renali e urinarie:
Rari: disturbi della minzione (difficoltà di passaggio dell’urina e ritenzione urinaria).
Disturbi del sistema immunitario:
Rari: reazioni allergiche (ad es. dispnea, spasmo bronchiale, respiro sibilante, edema angioneurotico) e anafilassi.
Disturbi generali:
Comuni: fatica.
Frequenza non nota: iponatremia
Sintomi dovuti a reazione di sospensione, simili a quelli dovuti alla sospensione di appioidi, possono essere i seguenti: agitazione, ansia, nervosismo, insonnia, ipercinesia, tremore e sintomi gastrointestinali.
Altri sintomi da sospensione che sono stati riportati includono: attacchi di panico, ansia grave, allucinazioni, parestesia, tinnito e altri problemi al SNC.
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Sintomi
Nell’intossicazione da tramadolo, in linea di principio, si verificano gli stessi sintomi causati da tutti gli altri analgesici ad azione centrale (oppioidi). In particolare questi comprendono miosi, vomito, collasso cardiocircolatorio, disturbi della coscienza fino al coma, convulsioni, depressione respiratoria fino all’insufficienza respiratoria.
Trattamento
Sono valide le misure di emergenza generali. Mantenere libere le vie respiratorie (aspirazione), sostenere la respirazione e la circolazione cardiovascolare a seconda della sintomatologia. Inoltre può essere somministrato carbone attivo. L’antidoto per la depressione respiratoria è il naloxone. Nei test sugli animali, il naloxone si è dimostrato inefficace contro le convulsioni. In questo caso, deve essere somministrato diazepam per via endovenosa.
Svuotamento dello stomaco dovuto a vomito (il paziente deve esserecosciente) o da pompaggio dello stomaco. Il lavaggio gastrico può essere preso in considerazione se l’intossicazione è recente. Questo non deve ritardare la somministrazione (ripetuta) di carbone attivo per prevenire l’assorbimento del tramadolo.
Il tramadolo viene eliminato solo in minima parte dal plasma attraverso l’emodialisi o l’emofiltrazione. Pertanto, il trattamento del sovradosaggio acuto di tramadolo per mezzo solo di emodialisi o emofiltrazione non è un metodo di disintossicazione adatto.
Categoria farmacoterapeutica: Analgesico, altri oppioidi.
Codice ATC: N 02 AX 02
Il tramadolo è un analgesico oppiaceo ad azione centrale.
È un agonista completo non selettivo dei recettori µ, d e k degli oppiacei, con una maggiore affinità per i recettori µ. Altri meccanismi che contribuiscono all’effetto analgesico sono l’inibizione del reuptake neuronale della noradrenalina e un aumento del rilascio della serotonina.
Il tramadolo ha un’azione sedativa della tosse.
Contrariamente alla morfina, il tramadolo non deprime la respirazione a dosaggi analgesici, su un’ampia gamma di dosi.
Inoltre, non influisce sulla motilità gastrointestinale.
L’azione sul sistema cardiovascolare sembra essere di lieve entità.
La potenza del tramadolo è indicata essere da 1/10 a 1/6 di quella della morfina.
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Più del 90% di tramadolo viene assorbito a seguito di somministrazione orale. La biodisponibilità assoluta media è circa del 70%, indipendentemente dalla concomitante assunzione di cibo.
La differenza tra il tramadolo assorbito e il tramadolo non metabolizzato disponibile è probabilmente dovuta al ridotto effetto di primo passaggio. L’effetto di primo passaggio dopo la somministrazione orale è al massimo del 30%.
Il tramadolo ha un’elevata affinità per i tessuti (Vd, b= 203 ± 40 l). Il legame proteico è di circa il 20%.
Dopo somministrazione di Tramadolo HCl 100 mg compresse a rilascio prolungato, il picco di concentrazione plasmatica Cmax 141 ± 40 ng/ml si raggiunge dopo 4.9 ore. Dopo somministrazione di Tramadolo HCl 200 mg compresse a rilascio prolungato, il picco di concentrazione plasmatica Cmax 260 ± 62 ng/ml si raggiunge dopo 4.8 ore.
Il tramadolo attraversa la barriera ematoencefalica e quella placentare. Quantità molto piccole della sostanza e del suo O-demetil-derivato sono riscontrate nel latte materno (rispettivamente 0,1% e 0,02% della dose somministrata).
L’emivita di eliminazione t½b è di circa 6 ore, indipendentemente dalla modalità di somministrazione. Nei pazienti di età superiore a 75 anni, può essere prolungata di un fattore 1,4.
Nell’uomo, il tramadolo viene metabolizzato principalmente tramite N- e O-demetilazione e coniugazione dei prodotti della O-demetilazione con acido glucuronico. Gli enzimi coinvolti nel metabolismo del tramadolo sono gli isoenzimi del citocromo P450, CYP3A4 e CYP2D6. Solo l’O-demetiltramadolo è farmacologicamente attivo. Esistono notevoli differenze quantitative interindividuali tra gli altri metaboliti. Finora, sono stati trovati undici metaboliti nell’urina. Gli esperimenti sugli animali hanno dimostrato che l’O-demetiltramadolo è più potente della sostanza base di un fattore 2-4. La sua emivita t½b (6 volontari sani) è di 7.9 h (range 5.4-9.6 h) ed è approssimativamente quella del tramadolo.
L’inibizione di uno o di entrambi gli isoenzimi del citocromo P450, CYP3A4 e CYP2D6 coinvolti nel metabolismo del tramadolo può influire sulla concentrazione plasmatica del tramadolo o del suo metabolita attivo. Non sono note le conseguenze cliniche di tali interazioni.
Il tramadolo e i suoi metaboliti sono quasi completamente escreti per via renale. L’escrezione urinaria cumulativa è il 90% della dose totale somministrata. Nei casi di compromissione della funzione epatica o renale, l’emivita potrebbe essere leggermente prolungata. Nei pazienti affetti da cirrosi epatica, è stata determinata un’emivita di eliminazione di 13.3 ± 4.9 h (tramadolo) e 18.5 ± 9.4 h (O-demetiltramadolo), in un caso estremo rispettivamente di 22.3 h e 36 h. Nei pazienti con insufficienza renale (clearance della creatinina < 5 ml/min), i valori erano di 11 ± 3.2 h e 16.9 ± 3 h, in un caso estremo di 19.5 h e 43.2 h, rispettivamente.
Il tramadolo presenta un profilo farmacocinetico lineare all’interno dell’ intervallo di dosaggio terapeutico.
La relazione tra le concentrazioni sieriche e l’effetto analgesico è dipendente dalla dose, ma varia notevolmente in casi isolati. Di solito è efficace una concentrazione sierica di 100 – 300 ng/ml.
Nella somministrazione orale e parenterale ripetuta di tramadolo, nel corso di 6-26 settimane, ai ratti e ai cani, e anche nel corso di 12 mesi ai cani, non vi sono state indicazioni di variazioni causate dal principio attivo negli esami ematologici, clinico-chimici ed istologici. Solo dopo dosaggi elevati, di gran lunga superiori a quelli terapeutici, si sono verificati sintomi a livello del sistema nervoso centrale: irrequietezza, salivazione, convulsioni, riduzione dell’incremento ponderale.
I ratti e i cani tollerano la dose orale di rispettivamente 20 mg/kg e 10 mg/kg di peso corporeo, rispettivamente; i cani tollerano inoltre 20 mg/kg di peso corporeo, somministrati per via rettale.
Le dosi di tramadolo a partire da 50 mg/kg/die causano intossicazione della madre, nei ratti, e comportano un aumento della morbilità nei ratti neonati.
Nella prole si sono verificati disturbi dello sviluppo quali disturbi dell’ossificazione, apertura ritardata della vagina e degli occhi.
Non è stata influenzata la fertilità dei ratti maschi.
Tuttavia, la percentuale di femmine con prole è diminuita dopo dosaggi elevati (di 50 mg/kg/die). Nei conigli, gli effetti tossici si sono manifestati con 125 mg/kg nella madre e disturbi scheletrici nella prole.
In alcuni sistemi di test in vitro, sono stati segnalati effetti mutageni.
Negli esperimenti in vivo, non vi è stata indicazione di effetti mutageni.
Sulla base delle conoscenze finora disponibili, il tramadolo può essere classificato come sostanza non mutagena.
Sono stati compiuti esperimenti sui ratti e sui topi con riferimento al potenziale oncogeno del tramadolo. Dai test sui ratti non è stato possibile dimostrare che la sostanza aumenta la probabilità di tumori. Nei test sui topi, è stata riscontrata una maggiore probabilità di adenomi delle cellule epatiche nei maschi (dipendente dalla dose, con un aumento non significativo a partire da 15 mg/ml) e una maggiore probabilità di tumori polmonari nelle femmine in tutti gruppi di dosaggio (significativa, ma indipendente dalla dose).
Calcio fosfato dibasico diidrato, idrossipropilcellulosa, silice colloidale anidra, magnesio stearato.
Non pertinente.
3 anni.
Non conservare a temperatura superiore a 25°C.
10, 20, 30, 50, 60, 100 e 100x1 (unit-dose) compresse in PVC/Al blisters
PVC trasparente incolore
PVC bianco opaco
Alluminio 20 µm
Alluminio 9 µm
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna.
Sandoz S.p.A.
Largo Umberto Boccioni, 1
21040 Origgio (VA)
100 mg compresse a rilascio prolungato 30 compresse in blister AL/PVC trasparente AIC: 036697011/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 10 compresse in blister AL/PVC trasparente AIC: 036697023/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 20 compresse in blister AL/PVC trasparente AIC: 036697035/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 50 compresse in blister AL/PVC trasparente AIC: 036697047/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 60 compresse in blister AL/PVC trasparente AIC: 036697050/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 100 compresse in blister AL/PVC trasparente AIC: 036697062/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 100 X 1 compresse in blister AL/PVC trasparente AIC: 036697074/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 10 compresse in blister AL/PVC bianco opaco AIC: 036697086/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 20 compresse in blister AL/PVC bianco opaco AIC: 036697098/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 30 compresse in blister AL/PVC bianco opaco AIC: 036697100/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 50 compresse in blister AL/PVC bianco opaco AIC: 036697112/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 60 compresse in blister AL/PVC bianco opaco AIC: 036697124/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 100 compresse in blister AL/PVC bianco opaco AIC: 036697136/M
100 mg compresse a rilascio prolungato 100 X 1 compresse in blister AL/PVC bianco opaco AIC: 036697148/M
4 agosto 2005
Dicembre 2009