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TRAMADOLO RANBAXY
Una compressa da 100 mg a rilascio prolungato contiene: 100 mg di Tramadolo cloridrato
Una compressa da 150 mg a rilascio prolungato contiene: 150 mg di Tramadolo cloridrato
Una compressa da 200 mg a rilascio prolungato contiene: 200 mg di Tramadolo cloridrato
Per un elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
Compressa a rilascio prolungato.
TRAMADOLO RANBAXY 100 mg compresse a rilascio prolungato sono biancastre rotonde biconvesse con un diametro di 9,1 mm.
TRAMADOLO RANBAXY 150 mg compresse a rilascio prolungato sono biancastre, a forma di capsula, lunghe 14,3 mm.
TRAMADOLO RANBAXY 200 mg compresse a rilascio prolungato sono biancastre, a forma di capsula, lunghe 17,1 mm.
Trattamento del dolore da moderato a grave.
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Via di somministrazione
Uso orale.
Posologia
La dose deve essere adeguata alla gravità del dolore ed alla risposta clinica individuale del paziente.
Per dosi non realizzabili/praticabili con questo medicinale, sono disponibili altre formulazioni.
Salvo diversa prescrizione medica, Tramadolo Ranbaxy deve essere somministrato come segue:
Adulti ed adolescenti di 12 anni ed oltre
La dose iniziale usuale è di 100 mg, due volte al giorno, al mattino e alla sera.
Secondo le necessità del paziente le dosi successive possono essere somministrate prima di 12 ore ma non prima di 8 ore dalle dose precedente.
In nessun caso si possono prendere più di 2 dosi in ciascun periodo di 24 ore.
Se l’effetto analgesico è insufficiente, la dose può essere aumentata a:
150 mg, due volte al giorno, o
200 mg, due volte al giorno.
Tramadolo Ranbaxy deve essere ingerito intero, senza rompere o masticare le compresse, indipendentemente dai pasti, con una sufficiente quantità di liquido.
Deve sempre essere usata la minor dose analgesica efficace. Non devono essere superate dosi giornaliere di 400 mg di sostanza attiva, a meno che ciò non sia richiesto da eccezionali motivi medici.
In nessun caso Tramadolo Ranbaxy deve essere usato più a lungo del tempo assolutamente necessario. Se è necessario un trattamento analgesico a lungo termine con tramadolo a causa della natura e della gravità della malattia, deve essere condotto un attento e regolare monitoraggio (se necessario con interruzioni del trattamento) per stabilire se ed in quale misura, è necessario un ulteriore trattamento.
Bambini
Tramadolo Ranbaxy non è indicato nei bambini di età inferiore ai 12 anni.
Anziani
Di regola, negli anziani (fino a 75 anni) senza manifestazioni cliniche di compromissione della funzionalità renale o epatica, non è necessario alcun aggiustamento della dose.
Nei pazienti anziani (oltre 75 anni) l’eliminazione può essere prolungata. Pertanto, se necessario, l’intervallo tra dosi deve essere prolungato, secondo il bisogno del paziente.
Compromissione renale, dialisi e compromissione epatica
Nei pazienti con grave compromissione della funzionalità renale o epatica, l’uso di Tramadolo Ranbaxy non è raccomandato. In casi moderati può essere considerato un aggiustamento della dose o dell’intervallo.
Tramadolo Ranbaxy non deve essere usato in caso di:
ipersensibilità al tramadolo cloridrato o ad uno qualunque degli eccipienti del medicinale (vedere paragrafo 6.1);
intossicazione acuta da alcool, ipnotici, analgesici, oppiacei o farmaci psicotropi;
in pazienti trattati con MAO-inibitori, o entro 2 settimane dalla loro interruzione;
in pazienti con epilessia non adeguatamente controllata il tramadolo non deve essere usato per il trattamento dell’astinenza da oppiacei.
Tramadolo Ranbaxy deve essere usato solo dopo una rigorosa valutazione del beneficio-rischio ed adeguate misure precauzionali nei seguenti casi: in pazienti con dipendenza da oppiacei, con traumi cranici, shock, diminuito livello di coscienza di origine ignota, disturbi della funzione o del centro respiratorio o aumentata pressione intracranica, pazienti con compromissione da moderata a grave della funzione epatica o renale.
Tramadolo Ranbaxy non deve essere usato in associazione con alcool.
Nei pazienti sensibili agli oppiacei questo medicinale deve essere usato con cautela.
A dosi terapeutiche sono state riportate convulsioni ed il rischio può aumentare a dosi superiori alla dose massima usuale giornaliera (400 mg). Il rischio di convulsioni può aumentare in pazienti che assumono tramadolo e farmaci concomitanti che abbassano la soglia convulsiva (vedere paragrafo 4.5). I pazienti con anamnesi di epilessia e quelli suscettibili ad attacchi epilettici devono essere trattati con tramadolo solo se vi sono motivi molto seri.
Tramadolo ha un basso potenziale di dipendenza. Nell’uso a lungo termine possono svilupparsi tolleranza e dipendenza fisica o psichica. Nei pazienti con tendenza ad abuso di farmaci o dipendenza, il trattamento deve avvenire per brevi periodi e sotto stretta supervisione medica.
Tramadolo non è un sostituto adatto per i pazienti con dipendenza da oppiacei. Il prodotto non sopprime i sintomi da astinenza da morfina, benché sia un agonista degli oppiacei.
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Tramadolo/MAO-inibitori
Tramadolo Ranbaxy non deve essere associato con MAO-inibitori (vedere paragrafo 4.3). Interazioni con rischio per la vita, relative al sistema nervoso centrale e così pure respiratorio e cardiovascolare, sono state osservate in pazienti trattati con MAO-inibitori nei 14 giorni precedenti alla somministrazione dell’oppiaceo petidina. Le stesse interazioni non possono essere escluse con Tramadolo Ranbaxy e con i MAO-inibitori.
Tramadolo/Altre sostanze ad azione centrale
Nella somministrazione concomitante di tramadolo con altri farmaci depressori del sistema nervoso centrale, compresi gli alcolici, il potenziamento gli effetti sul S.N.C. deve essere preso in considerazione (vedere paragrafo 4.8).
Tramadolo/Inibitori/Induttori enzimatici
I risultati degli studi di farmacocinetica finora disponibili, mostrano che in caso di somministrazione concomitante o precedente di cimetidina (inibitore enzimatico) non sono da attendersi interazioni. La somministrazione concomitante o precedente di carbamazepina (induttore enzimatico) può diminuire l’effetto analgesico e ridurre la durata dell’azione del tramadolo.
Tramadolo/Agonisti oppiacei misti/Antagonisti
L’associazione di agonisti misti/antagonisti (ad es. buprenorfina, nalbufina, pentazocina) e tramadolo non è raccomandata perché è teoricamente possibile che in questi casi l’effetto analgesico di un agonista puro venga attenuato.
Tramadolo/Farmaci che abbassano la soglia convulsiva
Tramadolo può indurre convulsioni e può aumentare la possibilità di causare convulsioni da parte degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, antidepressivi triciclici, antipsicotici ed altri farmaci che abbassano la soglia convulsiva.
Tramadolo/Agenti serotoninergici
Isolati casi di sindrome serotoninergica sono stati riportati con l’uso terapeutico di tramadolo in associazione con altri agenti serotoninergici come gli SSRI. La sindrome serotoninergica può manifestarsi con sintomi quali confusione, irrequietezza, febbre, sudorazione, atassia, iperriflessia, mioclonia e diarrea.
La sospensione dell’agente serotoninergico produce un rapido miglioramento. Dipende dalla natura e dalla gravità dei sintomi se deve essere considerato un trattamento terapeutico.
Tramadolo/Derivati cumarinici
Si deve usare cautela durante il trattamento concomitante con tramadolo e derivati cumarinici (ad es. warfarin) a causa di segnalazioni relative ad aumento dell’INR e di ecchimosi in alcuni pazienti.
Tramadolo/Inibitori del CYP3A4
Altri farmaci, conosciuti come inibitori del CYP3A4, come il ketoconazolo e l’eritromicina, possono inibire il metabolismo del tramadolo (N demetilazione) e probabilmente anche del metabolita attivo O-demetilato. La rilevanza clinica di questa interazione non è stata ancora studiata (vedere paragrafo 4.8).
Tramadolo/Ondansetron
In un limitato numero di studi l’applicazione pre- o post-operatoria dell’antiemetico 5-HT3 antagonista ondansetron, ha aumentato la richiesta di tramadolo in pazienti con dolore postoperatorio.
Studi sugli animali hanno rivelato che il tramadolo, a dosi molto elevate, produce effetti sullo sviluppo degli organi, sull’ossificazione e sulla mortalità neonatale. Non sono stati riportati effetti teratogeni. Tramadolo passa la barriera placentare. Non si hanno ancora dati sufficienti sulla sicurezza di tramadolo in gravidanza. La somministrazione ripetuta di tramadolo durante la gravidanza può portare ad un aumento della tolleranza al tramadolo nel feto e, di conseguenza, a sintomi di astinenza nel neonato dopo la nascita a causa dell’assuefazione.
Pertanto Tramadolo Ranbaxynon deve essere usato in gravidanza.
Tramadolo, somministrato prima o durante il parto, non altera la contrattilità uterina. Nei neonati può indurre cambiamenti della frequenza respiratoria che solitamente non sono clinicamente rilevanti.
Durante l’allattamento circa lo 0,1% della dose di tramadolo somministrata, viene escreta nel latte.
La somministrazione di Tramadolo Ranbaxy non è consigliata durante l’allattamento.
In caso di una singola somministrazione di tramadolo di solito non è richiesta la sospensione dell’allattamento.
Tramadolo Ranbaxy ha un influenza minima o moderata sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Può causare sonnolenza e visione annebbiata. Questo si verifica in associazione con altri farmaci psicotropi e con alcool. I pazienti ambulatoriali devono essere avvertiti di non guidare o usare macchine.
Le reazioni avverse più comunemente riportate sono nausea e capogiri, entrambe compaiono in un numero di pazienti ≥ 1/10(molto comuni).
Patologie cardiovascolari:
Non comuni (da ≥ 1/1000 a < 1/100): effetti sulla regolazione cardiovascolare (palpitazioni, tachicardia, ipotensione posturale o collasso cardiovascolare). Questi effetti avversi possono comparire specialmente con la somministrazione endovenosa ed in pazienti che sono fisicamente stressati.
Rari (da ≥ 1/10000 a < 1/1000): bradicardia, aumento della pressione sanguigna.
Patologie del sistema nervoso:
Molto comuni (≥ 1/10):capogiri.
Comuni (da ≥ 1/100 a < 1/10): cefalea, sonnolenza.
Rari (da ≥ 1/10000 a < 1/1000): alterazioni dell’appetito, parestesie, tremore, depressione respiratoria, convulsioni epilettiformi, contrazioni muscolari involontarie e sincope.
Se le dosi raccomandate vengono notevolmente superate ed in concomitanza vengono somministrate (vedere paragrafo 4.5) altre sostanze depressive ad azione centrale, può comparire depressione respiratoria.
Convulsioni epilettiformi compaiono principalmente dopo somministrazione di alte dosi di tramadolo o dopo trattamento concomitante con farmaci che possono abbassare la soglia convulsiva o essi stessi inducono convulsioni cerebrali (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
Patologie dell’occhio:
Rari (da ≥ 1/10.000 a < 1/1000): visione annebbiata.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
E’ stato riportato peggioramento dell’asma, benché una relazione causale non sia stata stabilita.
Patologie gastrointestinali:
Molto comuni (≥ 1/10): nausea.
Comuni (da ≥ 1/100 a < 1/10): vomito, stitichezza, secchezza delle fauci.
Non comuni (da ≥ 1/1000 a < 1/100): conati di vomito, irritazione gastrointestinale (sensazione di pressione allo stomaco, gonfiore).
Patologie renali e urinarie:
Rari (da ≥ 1/10.000 a < 1/1000): disturbi della minzione (difficoltà della minzione e ritenzione urinaria).
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Comuni (da ≥ 1/100 a < 1/10): sudorazione.
Non comuni (da ≥ 1/1000 a < 1/100): reazioni cutanee (prurito, rash, orticaria).
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Rari (da ≥ 1/10.000 a < 1/1000): debolezza motoria.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Comuni (da ≥ 1/100 a < 1/10): affaticamento.
Disturbi del sistema immunitario:
Rari (da ≥ 1/10.000 a < 1/1000): reazioni allergiche (ad es. dispnea, broncospasmo, sibili, edema angioneurotico) ed anafilassi.
Patologie epatobiliari:
Molto rari (< 1/10.000): aumenti degli enzimi epatici sono stati riportati dopo l’uso di tramadolo.
Disturbi psichiatrici:
Rari (da ≥ 1/10000 a < 1/1000): allucinazioni, confusione, ansia, disturbi del sonno ed incubi. Gli effetti collaterali di tipo psichiatrico possono variare individualmente in intensità e natura (secondo la personalità e la durata del trattamento) ed includono: cambiamenti di umore (di solito esaltazione, occasionalmente disforia), cambiamenti nell’attività (di solito soppressione, occasionalmente aumento) e cambiamenti delle capacità cognitive e sensoriali (ad es. comportamento decisionale, disturbi della percezione). Possono comparire dipendenza ed abuso.
Dipendenza fisica
Possono comparire dipendenza, abuso e reazioni da astinenza. I sintomi da astinenza, identici a quelli degli oppiacei, possono essere: agitazione, ansia, nervosismo, insonnia, ipercinesia, tremore e sintomi gastrointestinali. Sono stati riportati sintomi atipici da astinenza (molto rari; < 1/10.000): attacchi di panico, ansia grave, allucinazioni, parestesia, tinnito ed altri sintomi insoliti del sistema nervoso centrale.
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Sintomi
Sostanzialmente, nelle intossicazioni con il tramadolo è da prevedere una sintomatologia simile a quella osservata con altri analgesici ad azione centrale (oppiacei). Essa comprende, in particolare, miosi, vomito, collasso cardiocircolatorio, disturbi della coscienza fino al coma, convulsioni e depressione respiratoria fino all’arresto respiratorio.
Terapia
Valgono le misure generali d’emergenza: mantenere libere le vie respiratorie (aspirazione), supportare la funzionalità cardiaca e respiratoria a seconda della sintomatologia.
Effettuare lo svuotamento gastrico provocando il vomito (se il paziente è cosciente) o mediante lavanda gastrica. Può essere presa in considerazione la somministrazione di carbone attivo, se necessario via sonda gastrica. A seconda del tempo trascorso dall’ingestione, può essere considerata la somministrazione di un lassativo adeguato, per accelerare l’eliminazione. In caso di ridotta coscienza del paziente, l’intubazione è una procedura essenziale prima di effettuare queste procedure.
In caso di depressione respiratoria l’antidoto è il naloxone.
Negli esperimenti su animali, il naloxone non ha avuto effetto sulle convulsioni; in questi casi somministrare diazepam per via endovenosa.
Il tramadolo viene eliminato solo in piccola parte con l’emodialisi, l’emofiltrazione o l’emoperfusione, quindi l’emodialisi o l’emofiltrazione non è adatta per la de-tossicazione dopo overdose acuta da tramadolo.
La somministrazione di un lassativo adeguato può essere utile per accelerare l’eliminazione del tramadolo non assorbito se effettuata precocemente dopo un sovradosaggio.
Classe farmacoterapeutica: analgesici, altri oppiacei.
Codice ATC: N02AX02
Il tramadolo è un analgesico oppiaceo ad azione centrale.
È un agonista parziale non selettivo dei recettori µ, d, e k degli oppiacei con maggior affinità per i recettori µ. Altri meccanismi che contribuiscono al suo effetto analgesico sono l’inibizione della ricaptazione neuronale della noradrenalina e l’aumento del rilascio di serotonina.
Il tramadolo ha un effetto antitussivo.
Contrariamente alla morfina, per un’estesa gamma di dosi analgesiche, il tramadolo non ha effetto deprimente sulla respirazione.
L’attività sul sistema cardiovascolare è minima.
La potenza del tramadolo è indicata nell’ordine da 1/10 a 1/6 di quella della morfina.
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Più del 90% del tramadolo viene assorbito dopo somministrazione orale. La biodisponibilità assoluta media è di circa il 70%, indipendentemente dalla contemporanea assunzione di cibo.
La differenza tra il tramadolo assorbito e quello disponibile non metabolizzato è probabilmente dovuta al ridotto effetto di primo passaggio. Questo effetto, dopo somministrazione orale, è al massimo del 30%.
Tramadolo ha un’alta affinità per i tessuti (Vd,β = 203±40 litri). Il legame con le proteine è di circa il 20%.
Dopo somministrazione di Tramadolo SR 100 mg compresse il picco massimo di concentrazione nel plasma Cmax 141 ± 40 ng/ml è raggiunto dopo 4,9 ore. Dopo somministrazione di Tramadolo SR 200 mg compresse il picco Cmax 260 ± 62 ng/ml è raggiunto dopo 4,8 ore.
Tramadolo supera la barriera ematoencefalica e quella placentare. Piccole quantità della sostanza e del suo O-demetil derivato sono state trovate nel latte materno (rispettivamente 0,1% e 0,02% della dose usata).
L’emivita di eliminazione t½β è di circa 6 ore, indipendentemente dal modo di somministrazione. In pazienti di oltre 75 anni può essere prolungata di un fattore di 1,4.
Nell’uomo, il tramadolo viene prevalentemente metabolizzato mediante N- e O-demetilazione e coniugazione dei prodotti O-demetilati con l’acido glucuronico. Solo l’O-demetiltramadolo è farmacologicamente attivo. Vi sono considerevoli differenze quantitative interindividuali tra gli altri metaboliti. Finora 11 metaboliti sono stati trovati nelle urine. Studi sugli animali hanno mostrato che l’O-demetiltramadolo è più potente della sostanza originaria di un fattore 2-4. La sua emivita t½β (6 volontari sani) è 7,9 ore (intervallo 5,4-9,6 ore) ed è circa la stessa del tramadolo.
L’inibizione di uno o entrambi gli isoenzimi del Citocromo P450, CYP3A4 e CYP2D6, coinvolge il metabolismo del tramadolo o del suo metabolita attivo. Le conseguenze cliniche di tali interazioni non sono note.
Tramadolo ed i suoi metaboliti sono quasi completamente escreti per via renale. L’escrezione urinaria cumulativa è del 90% della radioattività totale della dose somministrata. In caso di compromissione della funzioni epatica e renale l’emivita può essere lievemente prolungata. In pazienti con cirrosi epatica, sono state determinate emivite di eliminazione di 13,3±4,9 ore (tramadolo) e 18,5±9,4 ore (O-demetiltramadolo) ed in un caso estremo rispettivamente 22,3 e 36 ore. In pazienti con insufficienza renale (clearance della creatinina < 5 ml/min) i valori erano 11±3,2 e 16,9±3 ore ed in un caso estremo rispettivamente 19,5 e 43,2 ore.
Tramadolo ha un profilo di farmacocinetica lineare entro l’intervallo delle dosi terapeutiche.
Il rapporto tra concentrazioni sieriche ed effetto analgesico è dose-dipendente ma, in casi isolati, varia considerevolmente. Una concentrazione sierica di 100-300 ng/ml è di solito efficace.
A seguito di somministrazione orale e parenterale di tramadolo per 6-26 settimane in ratti e cani e per 12 mesi in cani, non vi sono state indicazioni di alterazioni, causate dalla sostanza, nei parametri ematologici, clinico-chimici ed istologici.
Solo dopo alte dosi, lontane da quelle terapeutiche, sono comparsi sintomi del SNC: irrequietezza, salivazione, convulsioni, ridotto aumento del peso. Ratti e cani hanno
tollerato dosi orali rispettivamente di 20 mg/kg e 10 mg/kg, inoltre i cani hanno tollerato 20 mg/kg per via rettale.
Nei ratti dosi di tramdolo di 50 mg/kg/die causano intossicazione della madre, con conseguente aumentata mortalità dei neonati.
Nei giovani ratti sono comparse alterazioni dello sviluppo, come disturbi dell’ossificazione, ritardata apertura della vagina e degli occhi. La fertilità dei ratti maschi non è stata influenzata.
Tuttavia la percentuale di femmine con piccoli si è ridotta dopo alte dosi (come 50 mg/kg/die).
Nei conigli, a dosi di 125 mg/kg sono comparsi effetti tossici nelle madri ed anomalie scheletriche nei neonati.
In alcuni test in vitro vi sono stati rapporti di effetti mutageni.
In studi in vivo vi è stata induzione di effetti mutageni. Sulla base delle conoscenze disponibili finora, non è chiaro se il tramadolo possegga un potenziale mutageno.
Sono state condotte ricerche su ratti e topi riguardo al potenziale carcinigenetico del tramadolo.
Test nei ratti non hanno mostrato che la sostanza aumenti il rischio di tumori. In test nei topi è stato trovato un aumento dell’incidenza di adenomi delle cellule epatiche nei maschi (dipendente dalla dose, con aumenti insignificanti a 15 mg/kg) ed un aumento del rischio di tumori polmonari nelle femmine (significativi ma non dose-dipendenti).
Calcio fosfato idrogenato bi-idrato (E341)
idrossipropilcellulosa (E463)
silice colloidale anidra (E551)
magnesio stearato (E470b).
Non pertinente.
3 anni.
Contenitore per compresse in PP/PE: 6 mesi dopo l’apertura.
Conservare nella confezione originale per proteggere dall’umidità.
Blister in alluminio/PVC chiaro in scatole di cartone da 10, 20, 30, 50, 60, 90, 100, 120, 180 e 500 compresse.
Blister in alluminio/PVC opaco a prova di bambino in scatole di cartone da 10, 20, 30, 50, 60, 90, 100, 120, 180 e 500 compresse.
Contenitore per compresse in polipropilene, con chiusura in polipropilene a manomissione evidente contenente 10, 20, 30, 50, 60, 90, 100, 120, 180 e 500 compresse.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Il prodotto inutilizzato o da smaltire deve essere eliminato secondo le normative locali.
RANBAXY ITALIA S.p.A. – Piazza Filippo Meda, 3 – 20121 Milano
TRAMADOLO RANBAXY 100 mg compresse a rilascio prolungato – 20 cpr.
AIC n° 038050023/M
TRAMADOLO RANBAXY 100 mg compresse a rilascio prolungato – 30 cpr.
AIC n° 038050035/M
TRAMADOLO RANBAXY 150 mg compresse a rilascio prolungato – 10 cpr.
AIC n° 038050314/M
TRAMADOLO RANBAXY 150 mg compresse a rilascio prolungato – 30 cpr.
AIC n° 038050338/M
TRAMADOLO RANBAXY 200 mg compresse a rilascio prolungato– 10 cpr.
AIC n° 038050617/M
TRAMADOLO RANBAXY 200 mg compresse a rilascio prolungato– 30 cpr.
AIC n° 038050631/M
Gennaio 2008