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TRIAPIN
Ciascuna compressa contiene 5 mg di ramipril e 5 mg di felodipina.
Ciascuna compressa contiene 51,5 mg di lattosio anidro.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
TRIAPIN 5 mg/5 mg compresse sono compresse tonde (con un diametro di circa 9 mm), di colore marrone-rossiccio, biconvesse, con inciso “H/OE” su di un lato e 5 sull’altro.
Trattamento dell’ipertensione essenziale. La combinazione fissa di TRIAPIN è indicata in pazienti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata da felodipina o da ramipril assunti singolarmente.
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Posologia
Uso negli adulti, inclusi gli anziani
Una compressa di TRIAPIN una volta al giorno, che è peraltro la dose massima giornaliera.
Uso in pazienti con insufficienza epatica
Vedere paragrafi 4.3 e 4.4.
Uso in pazienti con insufficienza renale o pazienti già in trattamento con diuretici
Vedere paragrafi 4.3 e 4.4.
Può essere raccomandata una titolazione individuale della dose dei singoli componenti e, se clinicamente appropriato, si può prendere in considerazione un passaggio diretto dalla monoterapia alla combinazione fissa.
Uso nei bambini
L’uso di TRIAPIN non è raccomandato nei bambini per la mancanza di dati.
Modo di somministrazione
Le compresse di TRIAPIN devono essere ingerite intere con una sufficiente quantità di liquido. Le compresse non devono essere spezzate, frantumate o masticate.
Le compresse possono essere assunte senza cibo o dopo un pasto leggero non ricco di grassi o di carboidrati.
TRIAPIN non deve essere somministrato:
• a pazienti con ipersensibilità a felodipina (o ad altre diidropiridine), a ramipril, ad altri ACE inibitori o a uno qualsiasi degli eccipienti contenuti in TRIAPIN;
• a pazienti con anamnesi di angioedema;
• in condizioni emodinamicamente instabili: shock cardiovascolare, insufficienza cardiaca non trattata, infarto miocardico acuto, angina pectoris instabile, ictus;
• in pazienti con blocco AV di II o III grado;
• in pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica;
• in pazienti con grave compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina inferiore a 20 ml/min) ed in pazienti in dialisi;
• durante la gravidanza;
• durante l’allattamento.
Angioedema
L’angioedema che si verifica durante il trattamento con un ACE inibitore richiede l’immediata sospensione del farmaco. L’angioedema può coinvolgere lingua, glottide o laringe e in tal caso possono essere necessarie misure di emergenza.
Nei pazienti in terapia con ACE-inibitori è stato riportato angioedema al volto, estremità, labbra, lingua, glottide o laringe. Dovrebbe essere instaurata una terapia di emergenza che includa, senza escludere altre eventuali terapie, un’immediata somministrazione sottocutanea di adrenalina in soluzione 1:1000 (da 0,3 a 0,5 ml) o la somministrazione endovenosa lenta di adrenalina 1 mg/ml (osservare le istruzioni sulla diluizione) con controllo dell’elettrocardiogramma e della pressione arteriosa. Il paziente deve essere ricoverato e tenuto in osservazione per almeno 12 - 24 ore e non deve essere dimesso fino alla completa risoluzione dei sintomi.
Nei pazienti in terapia con ACE-inibitori è stato riportato angioedema intestinale. Questi pazienti hanno presentato dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non vi era storia pregressa di angioedema facciale e i livelli di esterasi-C1 erano normali. L’angioedema è stato diagnosticato con tecniche quali TAC addominale o ecografia, o all’intervento chirurgico, e i sintomi si sono risolti dopo l’interruzione dell’ACE-inibitore. L’angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale di pazienti trattati con ACE-inibitori che presentano dolore addominale.
Rispetto ai pazienti non neri è stata riportata una più alta incidenza di angioedema nei pazienti neri trattati con ACE inibitori.
Funzionalità renale
La funzionalità renale deve essere controllata, in particolare durante le prime settimane di trattamento con ACE inibitori. Particolare attenzione deve essere riservata a quei pazienti con attivazione del sistema renina-angiotensina.
Per i pazienti con compromissione della funzionalità renale di lieve/moderata gravità (clearance della creatininina 20-60 ml/min) e per i pazienti già in trattamento con diuretici: si veda il dosaggio dei rispettivi monocomponenti.
Iperkaliemia
In alcuni pazienti in terapia con ACE-inibitori, compreso ramipril, sono state osservate elevate concentrazioni sieriche di potassio. Pazienti a rischio per lo sviluppo di iperkaliemia comprendono quelli con insufficienza renale, diabete mellito, o quelli che assumono diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio; o pazienti in terapia con altri medicinali associati a aumenti del potassio sierico (ad esempio eparina). Se si ritiene necessario l’uso concomitante dei prodotti sopra menzionati, si raccomanda di monitorare regolarmente la concentrazione sierica di potassio.
Proteinuria
Si può verificare in particolare nei pazienti con preesistente insufficienza renale o in trattamento con dosi relativamente alte di ACE inibitori.
Ipertensione renovascolare/stenosi dell’arteria renale
Nei pazienti con ipertensione renovascolare e preesistente stenosi bilaterale dell’arteria renale, o stenosi unilaterale dell’arteria renale in pazienti con un solo rene, trattati con ACE inibitori, aumenta il rischio di grave ipotensione e di insufficienza renale. La perdita della funzionalità renale può verificarsi con solo lievi variazioni nei livelli di creatinina anche in pazienti con stenosi unilaterale dell’arteria renale.
Non c’è alcuna esperienza sulla somministrazione di TRIAPIN in pazienti che hanno subito di recente un trapianto renale.
Insufficienza epatica
Raramente gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che inizia con un ittero colestatico e progredisce a necrosi epatica fulminante e (talvolta) a morte. Il meccanismo di questa sindrome non è noto. I pazienti in trattamento con ACE inibitori che sviluppano ittero o un significativo innalzamento degli enzimi epatici devono interrompere il trattamento con ACE inibitori e ricevere un appropriato trattamento medico.
Pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata: per il dosaggio vedere i rispettivi monoprodotti.
Chirurgia/anestesia
Può manifestarsi ipotensione nei pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore o durante il trattamento con agenti anestetici che notoriamente riducono la pressione sanguigna. Se si manifesta ipotensione, può essere corretta mediante espansione del volume plasmatico.
Stenosi aortica/cardiomiopatia ipertrofica
Gli ACE inibitori devono essere utilizzati con cautela nei pazienti con impedimenti emodinamicamente rilevanti della funzione ventricolare sinistra o dello svuotamento del ventricolo (es. stenosi della valvola aortica o mitrale, cardiomiopatia ostruttiva). La fase iniziale del trattamento richiede uno speciale controllo medico.
Ipotensione sintomatica
In alcuni pazienti, dopo la prima dose, si può riscontrare ipotensione sintomatica, ciò avviene principalmente nei pazienti con insufficienza cardiaca (con o senza insufficienza renale) trattati con alte dosi di diuretici dell’ansa, in situazioni di iposodiemia o di ridotta funzionalità renale. A tali pazienti deve essere somministrato TRIAPIN solamente dopo appropriate valutazioni e dopo che le dosi dei singoli componenti siano state aumentate gradualmente. TRIAPIN deve essere somministrato unicamente se il paziente è emodinamicamente stabile (vedere paragrafo 4.3 ). Si può verificare ipotensione in pazienti ipertesi senza insufficienza cardiaca e renale, particolarmente in quelli con ipovolemia da terapia diuretica, regime iposodico, diarrea o vomito.
I pazienti che sono particolarmente a rischio di eccessiva riduzione della pressione arteriosa (pazienti con insufficienza coronarica o cerebrovascolare) devono essere trattati con ramipril e felodipina in associazione libera. Se si raggiunge un controllo della pressione arteriosa stabile e soddisfacente con le dosi di ramipril e felodipina contenute in TRIAPIN, il paziente può passare all’associazione fissa. In alcuni casi felodipina può causare ipotensione con tachicardia, che possono aggravare una concomitante angina pectoris.
Neutropenia/Agranulocitosi
TRIAPIN può causare agranulocitosi e neutropenia. Questi effetti indesiderati sono stati osservati anche con altri ACE inibitori, raramente in pazienti senza complicanze, ma più frequentemente in pazienti con insufficienza renale, specialmente quando associata a collagenopatia vascolare (lupus eritematoso sistemico, sclerodermia) e in terapia con agenti immunosoppressori. Nei pazienti con collagenopatia vascolare si deve monitorare la conta dei globuli bianchi, specialmente se la malattia è associata ad alterata funzionalità renale. La neutropenia e l’agranulocitosi sono reversibili dopo interruzione del trattamento con ACE inibitori. Se nel corso della terapia con TRIAPIN dovessero comparire sintomi quali febbre, ingrossamento dei linfonodi, e/o infiammazione della gola, va consultato il medico e va verificata immediatamente la conta dei globuli bianchi.
Tosse
Durante il trattamento con ACE-inibitori può manifestarsi tosse secca che scompare dopo l’interruzione del trattamento.
Trattamento concomitante con ACE-inibitori e antidiabetici
Il trattamento concomitante con ACE-inibitori e antidiabetici (insulina ed ipoglicemizzanti orali) può aumentare l’effetto ipoglicemico con rischio di ipoglicemia. Tale effetto può essere particolarmente pronunciato all’inizio del trattamento e in pazienti con compromessa funzionalità renale.
La felodipina viene metabolizzata dal CYP3A4. Pertanto deve essere evitata l’associazione con prodotti medicinali che sono potenti inibitori o induttori di CYP3A4. Per la stessa ragione, la concomitante assunzione di succo di pompelmo deve essere evitata (vedere paragrafo 4.5 ).
Litio
La combinazione di litio e ACE-inibitori non è raccomandata. (vedere paragrafo 4.5 ).
LDL-aferesi
Deve essere evitato l’uso concomitante di ACE-inibitori e di trattamenti extracorporei che portano il sangue a contatto con superfici a carica negativa poichè ciò può provocare gravi reazioni anafilattoidi. Tali trattamenti extracorporei includono dialisi o emofiltrazione con talune membrane ad alto flusso (ad es. poliacrilonitrile) e aferesi delle lipoproteine a bassa densità con destrano-solfato.
Terapia desensibilizzante
Aumentata probabilità e maggior gravità delle reazioni anafilattiche e anafilattoidi al veleno degli insetti (ad es. api e vespe) come per gli altri ACE-inibitori.
Differenze etniche
Come con altri ACE-inibitori, ramipril è apparentemente meno efficace nel ridurre la pressione sanguigna in pazienti neri rispetto a pazienti non neri, probabilmente a causa di una più alta prevalenza di stati di bassa renina nella popolazione nera ipertesa.
Bambini, pazienti con clearance della creatinina < 20 ml/min, e pazienti in dialisi
Non c’è alcuna esperienza. TRIAPIN non deve essere somministrato a questi gruppi di pazienti.
Lattosio
Questo prodotto contiene lattosio. Pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficienza di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
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Associazioni non raccomandate
Sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio
Si può verificare aumento della potassiemia. Il trattamento concomitante con diuretici risparmiatori di potassio (spironolattone, triamterene o amiloride) o sali di potassio richiedono un attento monitoraggio del potassio sierico.
La felodipina è un substrato di CYP3A4. I farmaci che inducono o inibiscono il CYP3A4 hanno grande influenza sulle concentrazioni plasmatiche di felodipina.
I farmaci che aumentano il metabolismo della felodipina attraverso l’induzione del citocromo P450 3A4 comprendono carbamazepina, fenitoina, fenobarbitale e rifampicina come pure l’iperico (Hypericum perforatum). Durante la somministrazione concomitante di felodipina con carbamazepina, fenitoina e fenobarbitale, la AUC diminuisce del 93% e la Cmax dell’82%. Ci si aspetta un effetto simile con l’iperico. Deve essere evitata la combinazione con induttori di CYP3A4.
Tra i potenti inibitori del citocromo P450 3A4 si includono gli antimicotici azolici, i macrolidi, la telitromicina e gli inibitori delle proteasi HIV. Durante la somministrazione concomitante di felodipina con itraconazolo, la Cmax è aumentata di 8 volte e l’AUC di 6 volte. Durante la somministrazione concomitante di felodipina con eritromicina, la Cmax e l’AUC sono aumentate approssimativamente di 2,5 volte.
Deve essere evitata la combinazione con potenti inibitori di CYP3A4.
Il succo di pompelmo inibisce il citocromo P450 3A4. La somministrazione concomitante di felodipina con succo di pompelmo ne aumenta la Cmax e l’AUC di circa 2 volte. Tale combinazione deve essere evitata.
Associazioni da considerare con particolare cautela
Litio
Gli ACE inibitori possono ridurre l’escrezione di litio causando tossicità da litio. I livelli di litio devono essere controllati.
Agenti antipertensivi e altre sostanze con potenziale effetto ipotensivo (nitrati, antipsicotici, narcotici, anestetici)
L’effetto antipertensivo di TRIAPIN può essere potenziato.
Allopurinolo, immunosoppressori, corticosteroidi, procainamide, citostatici e altri farmaci che possono alterare il quadro ematico
Possono aumentare la probabilità di reazioni ematologiche.
Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS)
Possono determinare una riduzione dell’effetto di ramipril. Inoltre, il trattamento concomitante con gli ACE-inibitori può aumentare il rischio di peggioramento della funzionalità renale e un aumento della potassiemia.
Farmaci simpaticomimetici
Questi farmaci possono ridurre l’effetto antipertensivo di TRIAPIN. Si raccomanda un particolare e attento monitoraggio della pressione arteriosa.
Insulina, metformina, sulfoniluree
Il concomitante trattamento con ACE-inibitori e farmaci antidiabetici può causare un pronunciato effetto ipoglicemico con rischio di ipoglicemia. Questo effetto è più pronunciato all’inizio del trattamento.
Teofillina
Il trattamento concomitante di felodipina e teofillina orale riduce l’assorbimento di teofillina di circa il 20%. Questo è probabilmente un effetto clinicamente di minor importanza.
Tacrolimus
La felodipina può aumentare la concentrazione di tacrolimus. Quando usati insieme, la concentrazione sierica di tacrolimus deve essere monitorata e il dosaggio di tacrolimus può richiedere un adeguamento.
Eparina
Possibile aumento della potassiemia.
Sale
Un aumento dell’apporto salino con la dieta può attenuare l’effetto antipertensivo di TRIAPIN.
Alcool
Aumenta la vasodilatazione. Può aumentare l’effetto antipertensivo di TRIAPIN.
Uso in gravidanza
TRIAPIN è controindicato (vedere paragrafo 4.3) in gravidanza.
I calcio-antagonisti possono inibire le contrazioni uterine durante il parto. Non è ancora stato stabilito se il prodotto prolunghi il travaglio a fine gravidanza. Può verificarsi il rischio di ipossia fetale in caso di ipotensione materna e di ridotta perfusione dell’utero, dovuta a ridistribuzione del flusso ematico attraverso la vasodilatazione periferica. Negli animali da esperimento, i calcio-antagonisti hanno causato embriotossicità e/o effetti teratogeni, in particolare malformazioni scheletriche distali in diverse specie animali.
Non sono stati condotti studi appropriati e ben controllati nell’essere umano con ramipril. Gli ACE inibitori attraversano la barriera placentare e possono causare morbilità e mortalità fetale e neonatale quando vengono somministrati in gravidanza.
L’esposizione fetale agli ACE inibitori durante il secondo e terzo trimestre è stata associata ad ipotensione neonatale, insufficienza renale, deformità facciale o del cranio e/o morte. È stato anche riportato oligoidramnios materno che riflette una ridotta funzionalità renale nel feto. Sono stati riportati in associazione ad oligoidramnios contratture degli arti, deformità craniofacciali, sviluppo di ipoplasia polmonare e ritardo della crescita intrauterina. Sono stati anche riportati ritardo della crescita intrauterina, prematurità, persistenza del dotto arterioso e morte fetale, ma non è chiaro se siano in relazione agli ACE inibitori o a concomitanti malattie materne. Non è risaputo se l’esposizione al farmaco nel primo trimestre può avere effetti fetali avversi.
Uso durante l’allattamento
Negli animali ramipril viene escreto nel latte. Non sono disponibili informazioni circa l’escrezione di ramipril nel latte umano. Felodipina è escreta nel latte umano.
Le donne non devono allattare al seno durante il trattamento con TRIAPIN (vedere il paragrafo 4.3 ).
Alcuni effetti indesiderati (ad es. alcuni sintomi da ipotensione come vertigine) possono essere accompagnati da una riduzione della capacità di concentrazione e di reazione. Ciò può rappresentare un rischio in situazioni dove queste capacità sono di particolare importanza, ad es. guidare veicoli o utilizzare macchinari.
Le frequenze utilizzate nelle tabelle di questo paragrafo sono:
molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, 1/10), non comune (> 1/1000, <1/100), raro (>1/10000, <1/1000) e molto raro (<1/10000).
I seguenti effetti indesiderati possono essere riscontrati durante il trattamento con felodipina:
Frequenze/Organo o sistema | Comune (≥1/100) | Non comune (≥1/1000, <1/100) | Raro (≥1/10000, <1/1000) | Molto raro (<1/10000) |
Patologie cardiache | | Tachicardia, palpitazioni | | |
Patologie del sistema nervoso | Cefalea | Capogiri, parestesie | Sincope | |
Patologie gastrointestinali | | Nausea, dolori addominali | Vomito | Iperplasia gengivale, gengivite |
Patologie renali e urinarie | | | | Pollachiuria |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | | Rash, prurito | Orticaria | Reazioni di fotosensibilità, angioedema |
Patologie del sistema muscolosceletrico e del tessuto connettivo | | | Artralgia, mialgia | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | | | | Iperglicemia |
Patologie vascolari | Vampate, edema periferico | | | Vasculite leucocitoclastica |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | | Fatica | | Febbre |
Disturbi del sistema immunitario | | | | Reazioni di ipersensibilità |
Patologie epatobiliari | | | | Aumento degli enzimi epatici |
Disturbi psichiatrici | | | Impotenza, disfunzioni sessuali | |
I seguenti effetti indesiderati possono essere riscontrati durante il trattamento con ramipril:
Frequenze/Organo o sistema | Comune (≥1/100) | Non comune (≥1/1000, <1/100) | Raro (≥1/10000, <1/1000) | Molto raro (<1/10000) | Non nota |
Patologie cardiache | | Ischemia miocardica compresa angina pectoris o infarto miocardico, tachicardia, aritmia, palpitazioni, edema periferico | | | |
Patologie del sistema emolinfopoietico | | Eosinofilia | Diminuzione del numero dei globuli bianchi (compresa neutropenia o agranulocitosi), diminuzione del numero dei globuli rossi, diminuzione dell’emoglobina, diminuzione del numero delle piastrine. | | Depressione del midollo osseo, pancitopenia, anemia emolitica. |
Patologie del sistema nervoso | Cefalea, capogiri | Vertigine, parestesia, ageusia, disgeusia | Tremori, disordini dell’equilibrio | | Ischemia cerebrale, compresi ictus ischemico e attacco ischemico transitorio, alterazioni delle capacità psicomotorie, sensazione di bruciore, parosmia. |
Patologie dell’occhio | | Disturbi della vista inclusa visione offuscata | Congiuntivite | | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | | | Disturbi uditivi, tinnito | | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Tosse secca non produttiva, bronchite, sinusite, dispnea. | Broncospasmo incluso peggioramento dell’asma, congestione nasale. | | | |
Patologie gastrointestinali | Infiammazione gastrointestinale, disturbi della digestione, disturbi addominali, dispepsia, diarrea, nausea, vomito. | Pancreatite (con gli ACE inibitori sono stati riportati molto eccezionalmente casi ad esito fatale), aumento dei livelli degli enzimi pancreatici, angioedema del piccolo intestino, dolore nella parte superiore dell’addome inclusa gastrite, stipsi, secchezza delle fauci | Glossiti | | Stomatite aftosa |
Patologie renali e urinarie | | Compromissione della funzionalità renale inclusa insufficienza renale acuta, aumento della minzione, peggioramento di una proteinuria pre-esistente, aumento dei livelli sierici di urea, aumento dei livelli sierici di creatinina. | | | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Rash in particolare maculopapulare | Angioedema: (molto eccezionalmente l’ostruzione delle vie aeree in seguito ad angioedema può avere esito fatale); prurito, iperidrosi | Dermatite esfoliativa, orticaria, onicolisi. | Reazioni di foto-sensibiliz-zazione | Necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, pemfigo, esacerbazione di psoriasi, dermatite psoriasiforme, esantema o enantema pemfigoide o lichenoide, alopecia. |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Spasmi muscolari, mialgia | Artralgia | | | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Aumento del potassio sierico | Anoressia, diminuzione dell’appetito | | | Diminuzione del sodio sierico |
Patologie vascolari | Ipotensione, diminuzione della pressione ortostatica, sincope | Vampate di calore | Stenosi vascolare, ipoperfusione, vasculite | | Fenomeno di Raynaud |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Dolore toracico, affaticamento | Piressia | Astenia | | |
Disturbi del sistema immunitario | | | | | Reazioni anafilattiche o anafilattoidi, aumento del titolo degli anticorpi antinucleo |
Patologie epatobiliari | | Aumento degli enzimi epatici e/o della bilirubina coniugata | Ittero colestatico, danno epatocellulare | | Insufficienza epatica acuta, epatite colestatica o citolitica (molto eccezionalmente è stato riportato esito fatale) |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | | Impotenza erettile transitoria, riduzione della libido | | | Ginecomastia |
Disturbi psichiatrici | | Umore depresso, ansia, nervosismo, agitazione, disturbi del sonno inclusa sonnolenza | Stato confusionale | | Disturbi dell’attenzione |
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Sintomi
Il sovradosaggio può causare un’eccessiva vasodilatazione periferica con accentuata ipotensione, bradicardia, shock, alterazione degli elettroliti e insufficienza renale.
Modalità di intervento in caso di sovradosaggio
Il primo trattamento per disintossicare il paziente è, per esempio, la lavanda gastrica, la somministrazione di farmaci adsorbenti e/o di solfato di sodio (possibilmente nei primi 30 minuti). In caso di ipotensione deve essere considerato l’impiego di simpaticomimetici α1-adrenergici e angiotensina II in aggiunta ad infusioni saline e di liquidi. Bradicardia o imponenti reazioni vagali dovrebbero essere trattate mediante somministrazione di atropina.
Non c’è alcuna esperienza sull’efficacia di una diuresi forzata, correzione del pH urinario, emofiltrazione, o dialisi per aumentare l’eliminazione di ramipril o ramiprilato. Se tuttavia vengono prese in considerazione la dialisi o l’emofiltrazione, si veda anche il paragrafo 4.4 - Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego.
Categoria farmacoterapeutica: farmaci antiipertensivi. Codice ATC: C09B B05.
Entrambi, il calcio-antagonista felodipina e l’ACE-inibitore ramipril, riducono la pressione arteriosa dilatando i vasi sanguigni periferici. I calcio antagonisti dilatano le arterie mentre gli ACE inibitori dilatano sia le arterie che le vene. La vasodilatazione, e quindi la riduzione della pressione arteriosa, possono portare all’attivazione del sistema nervoso simpatico e del sistema renina-angiotensina. L’inibizione dell’ACE determina una riduzione della concentrazione plasmatica di angiotensina II.
L’inizio dell’effetto antiipertensivo di una singola dose di TRIAPIN si manifesta dopo 1 o 2 ore. Il massimo effetto antiipertensivo si raggiunge entro 2-4 settimane ed è mantenuto per tutta la durata della terapia a lungo termine. La riduzione della pressione è mantenuta per tutto l’intervallo fra dosi (24 ore). Non sono disponibili dati sulla morbilità e sulla mortalità.
Felodipina è un calcio-antagonista vasoselettivo, che riduce la pressione arteriosa diminuendo le resistenze vascolari periferiche, grazie ad una diretta azione inibitrice sulla muscolatura liscia vascolare. Grazie alla sua selettività sulla muscolatura liscia delle arteriole, felodipina, somministrata a dosi terapeutiche, non ha alcun effetto diretto sulla contrattilità cardiaca o sulla conduzione. Felodipina riduce la resistenza vascolare renale e non influenza la normale velocità di filtrazione glomerulare. In pazienti con alterata funzionalità renale, può aumentare la velocità di filtrazione glomerulare. Felodipina esercita un lieve effetto natriuretico/diuretico e non determina ritenzione di liquidi.
Ramipril è un profarmaco che viene idrolizzato nel metabolita attivo ramiprilato, un potente ACE (enzima di conversione dell’angiotensina) inibitore a lunga durata. A livello plasmatico e tissutale l’enzima di conversione catalizza la conversione dell’angiotensina I nell’angiotensina II che ha attività vasocostrittrice e la degradazione del vasodilatatore bradichinina. La vasodilatazione indotta dall’ACE inibitore riduce la pressione arteriosa, il pre-carico e il post-carico.
Poiché l’angiotensina II stimola anche il rilascio dell’aldosterone, ramiprilato riduce la secrezione di aldosterone. Ramipril riduce la resistenza arteriosa periferica senza causare modifiche rilevanti del flusso plasmatico renale e della velocità di filtrazione glomerulare. La somministrazione di ramipril a pazienti ipertesi provoca una riduzione della pressione arteriosa sia in clino- che in ortostatismo senza aumento compensatorio della frequenza cardiaca.
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Caratteristiche generali dei principi attivi
Felodipina (formulazione a lento rilascio)
La biodisponibilità è di circa il 15 % e non è influenzata dalla concomitante assunzione di cibo. La massima concentrazione plasmatica è raggiunta dopo 3-5 ore. Il legame con le proteine plasmatiche è superiore al 99%. Il volume di distribuzione, in situazione di stato stazionario, è di 10 l/kg. L’emivita di eliminazione di felodipina è di circa 25 ore e lo stato stazionario è raggiunto dopo 5 giorni.
Non esiste alcun rischio di accumulo durante il trattamento a lungo termine. La clearance media è di 1200 ml/min. Una riduzione della clearance in pazienti anziani porta a concentrazioni plasmatiche più alte di felodipina; tuttavia l’età spiega solo in parte le variazioni, interindividuali, delle concentrazioni plasmatiche. Felodipina è metabolizzata nel fegato e tutti i metaboliti identificati sono privi di attività vasodilatatrice. Circa il 70% della dose somministrata viene escreta sotto forma di metaboliti nelle urine e circa il 10% nelle feci. Meno dello 0,5% della dose è escreto in forma immodificata nelle urine. Alterazioni della funzionalità renale non influenzano la concentrazione plasmatica di felodipina.
Ramipril
I parametri farmacocinetici di ramiprilato sono calcolati dopo somministrazione per via endovenosa di ramipril. Ramipril è metabolizzato nel fegato e, oltre al metabolita attivo ramiprilato, sono stati identificati altri metaboliti, farmacologicamente inattivi. In pazienti con insufficienza epatica, la formazione del metabolita attivo ramiprilato, può risultare ridotta. I metaboliti sono principalmente escreti dai reni. La biodisponibilità di ramiprilato è circa del 28% dopo somministrazione orale di ramipril. Dopo somministrazione per via endovenosa di 2,5 mg di ramipril, circa il 53% della dose si è trasformata in ramiprilato e la massima concentrazione sierica di ramiprilato è raggiunta dopo 2-4 ore.
L’assorbimento e la biodisponibilità non sono influenzate dalla concomitante assunzione di cibo. Il legame proteico di ramiprilato è di circa il 55%. Il volume di distribuzione è di circa 500 litri; l’emivita effettiva, dopo somministrazione ripetuta di dosi giornaliere di 5-10 mg, è di 13-17 ore. Lo stato stazionario è raggiunto dopo circa 4 giorni. La clearance renale è di 70-100 ml/min e la clearance totale è di circa 380 ml/min. Alterazioni della funzionalità renale ritardano l’eliminazione di ramiprilato e riducono la sua escrezione urinaria.
Caratteristiche del prodotto in combinazione
In TRIAPIN, le farmacocinetiche di ramipril, ramiprilato e felodipina sono praticamente immutate rispetto ai monocomponenti, alla felodipina a rilascio prolungato e ramipril compresse. Felodipina non influenza l’ACE inibizione determinata da ramiprilato. Le compresse contenenti l’associazione fissa sono da considerarsi bioequivalenti ai singoli prodotti somministrati in associazione.
Gli studi di tossicità a dosi ripetute eseguiti con la combinazione nei ratti e nelle scimmie non ha mostrato alcuna effetto sinergico.
Dati non clinici, ottenuti da studi convenzionali di genotossicità e potenziale carcinogenetico per felodipina e ramipril, non hanno rivelato nessun particolare rischio per gli uomini.
Tossicità riproduttiva
Felodipin
Negli studi sulla fertilità e sulla riproduzione in generale, eseguiti nei ratti, è stato osservato un prolungamento del parto, comportante un travaglio difficoltoso/aumento di morti fetali e di mortalità postnatale precoce. Studi di tossicità sulla riproduzione, condotti sui conigli, hanno dimostrato un ingrossamento reversibile dose-correlato delle ghiandole mammarie nelle madri e delle anomalie digitali dose-correlate a carico dei feti.
Ramipril
Studi condotti su ratti, conigli e scimmie non hanno rilevato attività teratogena. Dosi giornaliere date a femmine di ratto durante la gravidanza e l’allattamento hanno provocato una dilatazione irreversibile della pelvi renale nei nuovi nati.
Cellulosa microcristallina
Iprolosa
Ipromellosa
Ossidi di ferro E172
Lattosio anidro
Macrogol 6000
Macrogolglicerol idrossistearato
Amido di mais
Paraffina
Propilgallato
Silicato sodico di alluminio
Sodio stearilfumarato
Titanio diossido E171
Non pertinente.
TRIAPIN: 30 mesi.
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
Blister in PVC/PVDC da 10, 14, 15, 21, 28, 30, 50, 98 e 100 compresse.
Flaconi in polietilene HD da 56, 250 e 280 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
sanofi-aventis S.p.A - Viale L. Bodio, 37/B - 20158 Milano
TRIAPIN - blister da 14 compresse - AIC n. 034095036/M
TRIAPIN - blister da 28 compresse - AIC n. 034095048/M
Prima autorizzazione: 3/11/1998
Rinnovo dell’autorizzazione: 19/09/2007
Luglio 2010