Pubblicità
TYVERB 250 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
Ogni compressa rivestita con film contiene lapatinib ditosilato monoidrato, equivalente a lapatinib 250 mg.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa rivestita con film (compressa).
Compresse rivestite con film, ovali, biconvesse, di colore giallo, con impresso su di un lato “GS XJG”
Tyverb è indicato nel trattamento di pazienti affetti da carcinoma mammario, il cui tumore sovraesprime l’HER2 (ErB2);
• in associazione con capecitabina nei pazienti con malattia avanzata o metastatica in progressione dopo che i pazienti abbiano ricevuto un trattamento che deve aver incluso antracicline e taxani ed una terapia con trastuzumab per malattia metastatica (vedere paragrafo 5.1).
• in associazione con un inibitore dell’aromatasi, nelle donne in post-menopausa con malattia metastatica positiva per il recettore ormonale, per le quali al momento non è indicata lachemioterapia. Le pazienti nello studio registrativo non erano state trattate in precedenza con trastuzumab o con un inibitore dell’aromatasi (vedere paragrafo 5.1).
Pubblicità
Il trattamento con Tyverb deve essere iniziato solo da un medico esperto nella somministrazione di agenti anti-tumorali.
I tumori che sovraesprimono l’ HER2 (ErbB2) sono definiti da IHC3+ o IHC2+ con amplificazione genica o dalla sola amplificazione genica. Lo stato HER2 deve essere definito utilizzando metodi accurati e validati.
La dose giornaliera di Tyverb non deve essere suddivisa. Tyverb deve essere assunto almeno un’ora prima, o almeno un’ora dopo, l’assunzione di cibo. Per minimizzare la variabilità nel singolo paziente, la somministrazione di Tyverb deve essere standardizzata in relazione all’assunzione di cibo, per esempio deve essere sempre assunto prima di un pasto (vedere paragrafi 4.5 e 5.2 per le informazioni sull’assorbimento).
Le dosi omesse non devono essere integrate e il dosaggio deve essere ripristinato con la successiva dose giornaliera prevista (vedere paragrafo 4.9).
Consultare le informazioni complete sulla prescrizione dei medicinali somministrati in associazione per i dettagli relativi alla loro posologia, inclusi ogni riduzione della dose, controindicazione o informazione sulla sicurezza.
Posologia dell’associazione Tyverb / capecitabina
La dose raccomandata di Tyverb è di 1250 mg (ovvero cinque compresse) una volta al giorno in modo continuativo.
La dose raccomandata di capecitabina è di 2000 mg/m² al giorno suddivisa in 2 dosi, somministrate a distanza di 12 ore, nei giorni 1-14 di un ciclo di 21 giorni (vedere paragrafo 5.1). La capecitabina deve essere assunta con il cibo o entro 30 minuti dall'assunzione di cibo. Fare riferimento alle informazioni complete sulla prescrizione di capecitabina.
Posologia dell’associazione Tyverb / inibitore dell’aromatasi
La dose raccomandata di Tyverb è di 1500 mg (ovvero sei compresse) una volta al giorno in modo continuativo.
Fare riferimento alle informazioni complete sulla prescrizione dell’inibitore dell’aromatasi somministrato in associazione per i dettagli sulla posologia.
Ritardo nella somministrazione della dose e riduzione della dose
Eventi cardiaci
Tyverb deve essere sospeso nei pazienti con sintomi associati ad una diminuzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) pari o superiore al grado 3 dei National Cancer Institute Common Terminology Criteria for Adverse Events (NCI CTCAE) o se la LVEF si riduce al di sotto del valore minimo normale (vedere paragrafo 4.4). Si può riprendere la somministrazione di Tyverb ad un dosaggio ridotto (1000 mg al giorno se somministrato con capecitabina o 1250 mg al giorno se somministrato con un inibitore dell’aromatasi) dopo almeno 2 settimane e se la LVEF ritorna normale e i pazienti sono asintomatici.
Malattia polmonare interstiziale / polmonite
Tyverb deve essere interrotto nei pazienti che presentano sintomi polmonari che siano pari o superiori al grado 3 NCI CTCAE (vedere paragrafo 4.4).
Altre forme di tossicità
Possono essere prese in considerazione la sospensione o l’interruzione della somministrazione delle dosi di Tyverb nel caso un paziente sviluppi una tossicità uguale o superiore al grado 2 dei NCI CTCAE. La somministrazione può iniziare di nuovo alla dose di 1250 mg al giorno se somministrato con capecitabina o di 1500 mg al giorno se somministrato con un inibitore dell’aromatasi, nel caso la tossicità migliori al livello pari o inferiore al grado 1. Nel caso la tossicità si dovesse ripresentare, la somministrazione di Tyverb deve essere iniziata di nuovo ad una dose più bassa (1000 mg al giorno se somministrato con capecitabina o 1250 mg al giorno se somministrato con un inibitore dell’aromatasi).
Insufficienza renale
Non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata. Si consiglia cautela nei pazienti con insufficienza renale grave in quanto non vi è esperienza con Tyverb in questa popolazione (vedere paragrafo 5.2).
Insufficienza epatica
Se le alterazioni della funzionalità epatica sono gravi, la somministrazione di Tyverb deve essere interrotta e i pazienti non devono essere più trattati (vedere paragrafo 4.4).
La somministrazione di Tyverb a pazienti con insufficienza epatica da moderata a grave deve avvenire con cautela a causa del conseguente aumento dell’esposizione al medicinale. Nei pazienti con insufficienza epatica non sono disponibili dati sufficienti per poter fornire una raccomandazione sull’aggiustamento delle dosi (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica
Non è raccomandato l’utilizzo di Tyverb nella popolazione pediatrica a causa dell’insufficienza dei dati sulla sicurezza ed efficacia.
Anziani
Esistono dati limitati sull’utilizzo di Tyverb e capecitabina nei pazienti di età ≥ 65 anni.
Nello studio clinico di fase III di Tyverb in associazione con letrozolo, il 44 % del numero totale dei pazienti con carcinoma mammario metastatico positivo per il recettore ormonale (Intent to treat population N=642) era di età ≥ 65 anni. Non sono state osservate nel complesso differenze nella efficacia e nella sicurezza dell’associazione di Tyverb e letrozolo tra questi soggetti e i soggetti di età < 65 anni.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Lapatinib è stato associato a segnalazioni di riduzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) (vedere paragrafo 4.8). Lapatinib non è stato valutato in pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica. Deve essere usata cautela nel caso che Tyverb sia somministrato a pazienti con condizioni che possano ridurre la funzione ventricolare sinistra (inclusa la somministrazione concomitante con agenti potenzialmente cardiotossici). La valutazione della funzionalità cardiaca, inclusa la determinazione della LVEF, deve essere effettuata in tutti i pazienti prima di iniziare il trattamento con Tyverb per assicurarsi che il paziente abbia una LVEF basale entro i limiti normali. Si deve continuare a valutare la LVEF durante il trattamento con Tyverb per assicurarsi che la LVEF non si riduca a livelli non accettabili (vedere paragrafo 4.2). In alcuni casi la riduzione della LVEF può essere grave e portare ad insufficienza cardiaca. Sono stati riportati casi fatali, la causa della morte non è certa.
Non vi sono stati studi intrapresi per valutare il potenziale di lapatinib nel prolungare l’intervallo QT. Un piccolo aumento dell’intervallo QT, dipendente dalla concentrazione, è stato osservato in uno studio con lapatinib, non controllato, in aperto, con dosi scalari in aumento, in pazienti con carcinoma avanzato, tale da non poter escludere un effetto sull’intervallo QT. Deve essere usata cautela nel caso Tyverb venga somministrato a pazienti con condizioni che possono dar luogo ad un prolungamento del QT (incluse ipopotassiemia, ipomagnesemia, sindrome congenita del QT lungo, o somministrazione concomitante di altri medicinali noti per causare prolungamento del QT). L’ipopotassiemia e l’ipomagnesemia devono essere corrette prima del trattamento. Si deve prendere in considerazione di effettuare l’elettrocardiogramma con la misurazione del QT, prima di somministrare Tyverb e durante tutto il trattamento.
Lapatinib è stato associato a segnalazioni di tossicità polmonare che comprendevano malattia polmonare interstiziale e polmonite (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere controllati per la comparsa dei sintomi di tossicità polmonare (dispnea, tosse, febbre) e il trattamento deve essere interrotto nei pazienti che presentano sintomi NCI CTCAE di grado 3 o maggiore. La tossicità polmonare può essere grave e portare ad insufficienza respiratoria. Sono stati riportati casi fatali, la causa della morte non è certa.
Con l’utilizzo di Tyverb si è manifestata epatotossicità che può essere, in rari casi, fatale. All’inizio del trattamento i pazienti devono essere avvertiti della potenziale epatotossicità. La funzionalità epatica (transaminasi, bilirubina e fosfatasi alcalina) deve essere monitorata prima dell’inizio del trattamento ed in seguito mensilmente, o come indicato clinicamente. Se le alterazioni della funzionalità epatica sono gravi, la somministrazione di Tyverb deve essere interrotta e i pazienti non devono essere più trattati.
E’ richiesta cautela nel caso Tyverb sia prescritto a pazienti con insufficienza epatica moderata o grave (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Si consiglia cautela se Tyverb viene prescritto a pazienti con insufficienza renale grave (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
E’ stata riportata diarrea, anche grave, con il trattamento con Tyverb (vedere paragrafo 4.8). All’inizio del trattamento si devono definire le caratteristiche intestinali del paziente e qualsiasi altro sintomo (ad esempio febbre, dolori crampiformi, nausea, vomito, capogiri e sete) per consentire di identificare le variazioni durante il trattamento ed aiutare ad identificare i pazienti a maggior rischio di diarrea. I pazienti devono essere istruiti a riferire prontamente qualsiasi modifica delle caratteristiche intestinali. E’ importante il trattamento preventivo della diarrea con agenti anti-diarroici. Casi gravi di diarrea possono richiedere la somministrazione di elettroliti e liquidi per via orale o endovenosa, e l’interruzione o la sospensione della terapia con Tyverb (vedere paragrafo 4.2 - ritardo nella somministrazione della dose e riduzione della dose – altre forme di tossicità).
Il trattamento concomitante con induttori del CYP3A4 deve essere evitato a causa del rischio di riduzione dell’esposizione a lapatinib (vedere paragrafo 4.5).
Il trattamento concomitante con forti inibitori del CYP3A4 deve essere evitato a causa del rischio di aumento dell’esposizione a lapatinib (vedere paragrafo 4.5).
Durante il trattamento con Tyverb si deve evitare l’assunzione di succo di pompelmo (vedere paragrafo 4.5).
La somministrazione concomitante di Tyverb con medicinali somministrati per via orale con finestra terapeutica ristretta che siano substrati di CYP3A4 deve essere evitata (vedere paragrafo 4.5).
La somministrazione concomitante di Tyverb con medicinali con finestra terapeutica ristretta che siano substrati di CYP2C8 deve essere evitata (vedere paragrafo 4.5).
Il trattamento concomitante con sostanze che aumentano il pH gastrico deve essere evitato, in quanto la solubilità e l'assorbimento di lapatinib possono diminuire (vedere paragrafo 4.5).
Links sponsorizzati
Effetti di altri medicinali su lapatinib
Lapatinib è metabolizzato soprattutto dal CYP3A (vedere paragrafo 5.2).
In volontari sani che assumevano ketoconazolo, un forte inibitore del CYP3A4, alla dose di 200 mg due volte al giorno per 7 giorni, l’esposizione sistemica a lapatinib (100 mg al giorno) risultava aumentata di circa 3,6 volte, e l'emivita era aumentata di 1,7 volte. La somministrazione concomitante di Tyverb con forti inibitori del CYP3A4 (ad esempio ritonavir, saquinavir, telitromicina, ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo, posaconazolo, nefazodone) deve essere evitata.
La somministrazione concomitante di Tyverb con moderati inibitori del CYP3A4 deve essere effettuata con cautela e deve essere attentamente controllata la comparsa di reazioni avverse.
In volontari sani che assumevano carbamazepina, un induttore del CYP3A4, alle dosi di 100 mg due volte al giorno per 3 giorni e 200 mg due volte al giorno per 17 giorni, l’esposizione sistemica a lapatinib risultava ridotta a circa il 72 %.
La somministrazione concomitante di Tyverb con noti induttori del CYP3A4 (ad esempio rifampicina, rifabutina, carbamazepina, fenitoina, o Hypericum perforatum [erba di San Giovanni]) deve essere evitata.
Lapatinib è un substrato per le proteine di trasporto Pgp e BCRP. Gli inibitori (ketoconazolo, itraconazolo, chinidina, verapamil, ciclosporina, eritromicina) e gli induttori (rifampicina, erba di San Giovanni) di queste proteine possono alterare l'esposizione e/o la distribuzione di lapatinib (vedere paragrafo 5.2)
La solubilità di lapatinib è pH-dipendente. Il trattamento concomitante con sostanze che aumentano il pH gastrico deve essere evitato, in quanto la solubilità e l'assorbimento di lapatinib possono diminuire.
Effetti di lapatinib su altri medicinali
A concentrazioni clinicamente rilevanti, lapatinib in vitro inibisce il CYP3A4. La somministrazione concomitante di Tyverb con midazolam somministrato per via orale ha determinato un aumento di circa il 45 % della AUC di midazolam. Non vi è stato un aumento clinicamente significativo della AUC quando midazolam è stato somministrato per via endovenosa. La somministrazione concomitante di Tyverb con medicinali somministrati per via orale con finestra terapeutica ristretta, che siano substrati del CYP3A4 (ad esempio cisapride, pimozide e chinidina), deve essere evitata (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
A concentrazioni clinicamente rilevanti, lapatinib in vitro inibisce il CYP2C8. La somministrazione concomitante di Tyverb con medicinali con finestra terapeutica ristretta, che siano substrati del CYP2C8 (ad esempio repaglinide), deve essere evitata (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
La somministrazione concomitante di lapatinib con paclitaxel per via endovenosa ha aumentato l’esposizione a paclitaxel del 23%, a causa dell'inibizione da parte di lapatinib del CYP2C8 e/o del Pgp. Negli studi clinici con questa associazione è stato osservato un aumento dell’incidenza e della gravità di diarrea e neutropenia. Si consiglia cautela se lapatinib è somministrato in concomitanza con paclitaxel.
La somministrazione concomitante di lapatinib con docetaxel per via endovenosa non ha alterato in modo significativo l’AUC o la Cmax di entrambe le sostanze attive. Tuttavia, sono aumentati i casi di neutropenia indotta da docetaxel.
La somministrazione concomitante di Tyverb con irinotecan (quando somministrato come parte del regime FOLFIRI) ha determinato un aumento di circa il 40 % della AUC di SN-38, il metabolita attivo di irinotecan. L’esatto meccanismo di questa interazione non è noto, ma si ritiene sia dovuto all’inibizione da parte di lapatinib di una o più proteine di trasporto. Le reazioni avverse devono essere attentamente monitorate se Tyverb è somministrato in concomitanza con irinotecan, e deve essere presa in considerazione una riduzione della dose di irinotecan.
Lapatinib inibisce la proteina di trasporto Pgp in vitro a concentrazioni clinicamente rilevanti. La somministrazione concomitante di lapatinib con digossina somministrata oralmente ha determinato un aumento di circa l’80% della AUC di digossina. Si deve somministrare lapatinib con cautela quando lo si somministra in concomitanza a medicinali con stretta finestra terapeutica che sono substrati di Pgp, e si deve considerare una riduzione della dose del substrato di Pgp.
Lapatinib inibisce le proteine di trasporto BCRP e OATP1B1 in vitro. La rilevanza clinica di questo effetto non è stata valutata. Non si può escludere che lapatinib influisca sulla farmacocinetica dei substrati di BCRP (ad esempio topotecan) e OATP1B1 (ad esempio rosuvastatina) (vedere paragrafo 5.2).
La somministrazione concomitante di Tyverb con capecitabina, letrozolo o trastuzumab non altera in modo significativo la farmacocinetica di tali agenti (o dei metaboliti di capecitabina) o di lapatinib.
Interazioni con cibo e bevande
La biodisponibilità di lapatinib è aumentata dal cibo fino a circa 4 volte, in base, ad esempio, al contenuto di grassi del pasto (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Il succo di pompelmo può inibire il CYP3A4 nella parete intestinale e aumentare la biodisponibilità di lapatinib e pertanto deve essere evitato durante il trattamento con Tyverb.
Non vi sono dati adeguati sull’utilizzo di Tyverb nelle donne in gravidanza. Studi nell'animale hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l’uomo non è noto.
Tyverb non deve essere utilizzato durante la gravidanza a meno che non sia chiaramente necessario. Si deve raccomandare alle donne in età fertile di usare adeguati metodi contraccettivi e di evitare la gravidanza durante il trattamento con Tyverb.
Non è stata accertata la sicurezza dell’impiego di Tyverb durante l'allattamento. Non è noto se lapatinib sia escreto nel latte umano. Nel ratto, è stato osservato ritardo nella crescita della prole che era stata esposta a lapatinib attraverso il latte materno. L’allattamento al seno deve essere interrotto nelle donne in terapia con Tyverb.
Non sono stati effettuati studi sugli effetti di lapatinib sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Effetti negativi su tali attività non possono essere previsti sulla base della farmacologia di lapatinib. Si deve tenere presente lo stato clinico del paziente ed il profilo degli effetti indesiderati di lapatinib quando si prende in considerazione la capacità del paziente di svolgere attività che richiedano capacità cognitive, motorie o di giudizio.
La sicurezza di lapatinib è stata valutata in monoterapia o in associazione con altri chemioterapici, per diverse forme di tumore, in più di 11.000 pazienti, inclusi 198 pazienti trattati con lapatinib in associazione con capecitabina e 654 pazienti trattati con lapatinib in associazione con letrozolo (vedere paragrafo 5.1).
Le reazioni avverse più comuni (> 25%) durante la terapia con lapatinib sono state eventi gastrointestinali (quali diarrea, nausea e vomito) e rash. Eritrodisestesia palmo-plantare [PPE] è stata anche comune (> 25%) quando lapatinib era somministrato in associazione con capecitabina. L’incidenza di PPE è risultata simile nel braccio di trattamento lapatinib più capecitabina e in quello capecitabina da sola. La diarrea è stato l’effetto indesiderato più comune che ha portato all’interruzione del trattamento, quando lapatinib era somministrato in associazione con capecitabina, o con letrozolo.
La seguente convenzione è stata utilizzata per la classificazione della frequenza: Molto comune (≥ 1/10), Comune (da ≥ 1/100 a < 1/10), Non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100), Raro (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000), Molto raro (< 1/10.000), non nota (non è possibile stimarla dai dati disponibili).
All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Le seguenti reazioni avverse sono state riportate per avere una associazione causale con lapatinib da solo o lapatinib in associazione con capecitabina o letrozolo.
Disturbi del sistema immunitario |
Raro | Reazioni di ipersensibilità inclusa anafilassi (vedere paragrafo 4.3) |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Molto comune | Anoressia |
Disturbi psichiatrici |
Molto comune | Insonnia* |
Patologie del sistema nervoso |
Molto comune | Cefalea† |
Comune | Cefalea* |
Patologie cardiache |
Comune | Riduzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra (vedere paragrafo 4.2 - riduzione della dose - eventi cardiaci e paragrafo 4.4) |
Patologie vascolari |
Molto comune | Vampate di calore† |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Molto comune | Epistassi†, tosse†, dispnea†. |
Non comune | Malattia polmonare interstiziale/polmonite. |
Patologie gastrointestinali |
Molto comune | Diarrea, che può portare a disidratazione (vedere paragrafo 4.2 - ritardo della somministrazione della dose e riduzione della dose - altre forme di tosiscità e paragrafo 4.4), nausea, vomito, dispepsia*, stomatite*, stipsi*, dolore addominale*. |
Comune | Stipsi† |
Patologie epatobiliari |
Comune | Iperbilirubinemia, epatotossicità (vedere paragrafo 4.4) |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Molto comune | Rash,(compresa ermatite acneiforme) (vedere paragrafo 4.2 - ritardo nella somministrazione della dose e riduzione della dose - altre forme di tossicità), secchezza della cute*†, eritrodisestesia palmo-plantare*, alopecia†, prurito†. |
Comune | Alterazioni delle unghie inclusa paronichia |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Comune | Dolore alle estermità*†, lombalgia*†, artralgia†. |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Molto comune | Affaticamento, infiammazione delle mucose*, astenia* |
*Queste reazioni avverse sono state osservate quando lapatinib era somministrato in associazione con capecitabina.
† Queste reazioni avverse sono state osservate quando lapatinib era somministrato in associazione con letrozolo.
Riduzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra e prolungamento dell’intervallo QT
La riduzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) è stata riportata nell’1 % circa dei pazienti ed è risultata asintomatica in più del 90 % dei casi. La riduzione del LVEF si è risolta o è migliorata in più del 70 % dei casi, nel 60 % di questi con la sospensione del trattamento con lapatinib, e nel 40 % dei casi lapatinib è stato continuato. La riduzione sintomatica del LVEF è stata osservata nello 0,2 % circa dei pazienti trattati con lapatinib in monoterapia o in associazione con altri agenti antitumorali. I sintomi osservati comprendevano dispnea, insufficienza cardiaca e palpitazioni. Complessivamente il 58 % di questi soggetti sintomatici si ristabiliva. La riduzione del LVEF è stata riportata nel 2,5 % dei pazienti trattati con lapatinib in associazione con capecitabina, in confronto all’1,0 % con capecitabina da sola. Riduzioni di LVEF sono state riportate nel 3,1 % dei pazienti trattati con lapatinib in associazione con letrozolo, in confronto all’1,3 % dei pazienti trattati con letrozolo più placebo.
In uno studio clinico non controllato di fase I, è stato osservato un aumento, piccolo, concentrazione dipendente, dell’intervallo QTc. Il potenziale di lapatinib di prolungare l’intervallo QTc non è stato escluso (vedere paragrafo 4.4).
Diarrea
La diarrea si è presentata nel 65 % circa dei pazienti trattati con lapatinib in associazione con capecitabina e nel 64 % dei pazienti trattati con lapatinib in associazione con letrozolo. La maggior parte dei casi di diarrea è stata di grado 1 o 2 e non ha dato luogo alla interruzione del trattamento con lapatinib. La diarrea risponde bene al trattamento preventivo (vedere paragrafo 4.4). Tuttavia, sono stati riportati alcuni casi di insufficienza renale secondaria a grave disidratazione dovuta a diarrea.
Rash
Il rash si è presentato nel 28 % circa dei pazienti trattati con lapatinib in associazione con capecitabina e nel 45 % dei pazienti trattati con lapatinib in associazione con letrozolo. Il rash è stato generalmente di grado lieve e non ha portato alla interruzione del trattamento con lapatinib. Si suggerisce ai
medici prescrittori di effettuare un esame della cute, prima di iniziare il trattamento e regolarmente durante il trattamento. I pazienti che hanno presentato reazioni cutanee devono essere incoraggiati ad evitare l’esposizione alla luce del sole e ad applicare creme solari ad ampio spettro con un Fattore di Protezione Solare (SPF) ≥ 30. Se si presenta una reazione cutanea, si deve effettuare un esame di tutto il corpo ad ogni visita fino ad un mese dopo la risoluzione. I pazienti con reazioni cutanee estese e persistenti devono essere inviati ad un dermatologo.
Links sponsorizzati
Non vi è uno specifico antidoto per l’inibizione della fosforilazione tirosinica da parte di EGFR (ErbB1) e/o HER2 (ErbB2). La dose orale massima di lapatinib somministrata negli studi clinici è stata di 1800 mg una volta al giorno.
Sono stati riportati casi asintomatici e sintomatici di sovradosaggio in pazienti in trattamento con Tyverb. Nei pazienti che hanno assunto fino a 5000 mg di lapatinib, i sintomi osservati includono noti eventi associati a lapatinib (vedere paragrafo 4.8) e in alcuni casi dolore al cuoio capelluto e/o infiammazione delle mucose.
In un singolo caso di un paziente che ha assunto 9000 mg di Tyverb, è stata osservata anche tachicardia sinusale (con ECG altrimenti normale).
Lapatinib non è escreto in modo significativo per via renale ed è altamente legato alle proteine plasmatiche, pertanto non si prevede che l’emodialisi sia un metodo efficace per aumentare l’eliminazione di lapatinib.
Ulteriori trattamenti devono essere conformi alle indicazioni cliniche o alle raccomandazioni dei centri antiveleni nazionali, ove disponibili.
Categoria farmacoterapeutica: Inibitore della protein chinasi, codice ATC: L01XE07
Questo medicinale è stato autorizzato con procedura definita come “approvazione condizionata”.
Ciò significa che devono essere fornite ulteriori prove su questo medicinale.
L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) revisionerà annualmente le nuove informazioni sul medicinale e questo Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) verrà aggiornato, se necessario.
L’Agenzia Europea dei Medicinali ha previsto l’esonero dall’obbligo di presentare i risultati degli studi con Tyverb in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica per il trattamento del carcinoma della mammella (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico).
Meccanismo d’azione
Lapatinib, un 4-anilinochinazolina, è un inibitore della tirosin chinasi intracellulare di entrambi i recettori EGFR (ErbB1) e HER2 (ErbB2) (valori stimati di Kiapp di 3nM e 13nM, rispettivamente), con una lenta dissociazione da questi recettori (emivita uguale o superiore a 300 minuti). Lapatinib inibisce la crescita ErbB-indotta delle cellule tumorali in vitro e in vari modelli animali.
Gli effetti inibitori sulla crescita di lapatinib sono stati valutati su linee cellulari condizionate da trastuzumab. Lapatinib ha mantenuto un’attività significativa su linee cellulari di tumore mammario selezionate per la crescita a lungo termine in un mezzo contenente trastuzumab in vitro.
Studi clinici
Trattamento di associazione con Tyverb e capecitabina
L’efficacia e la sicurezza di Tyverb in associazione con capecitabina in pazienti affette da carcinoma mammario con un performance status buono, sono state valutate in uno studio di fase III, randomizzato. Le pazienti eleggibili per l’arruolamento erano affette da carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico, in progressione dopo precedente trattamento che includeva taxani, antracicline e trastuzumab, e presentavano sovraespressione dell’HER2. La LVEF è stata valutata in tutti i pazienti (tramite ecocardiogramma o MUGA) prima dell’inizio del trattamento con Tyverb, per assicurarsi che la LVEF basale rimanesse entro il range standard di normalità. Nello studio clinico la LVEF è stata monitorata ad intervalli di circa otto settimane durante il trattamento con Tyverb per assicurarsi che non diminuisse al di sotto dei limiti inferiori della norma. La maggior parte delle riduzioni di LVEF (maggiori del 60 %) è stata osservata durante le prime nove settimane di trattamento, tuttavia erano disponibili dati limitati sull’esposizione a lungo termine.
I pazienti sono stati randomizzati al trattamento con Tyverb 1250 mg una volta al giorno (in modo continuo) più capecitabina (2000 mg/m² al giorno, nei giorni 1-14, ogni 21 giorni), o al trattamento con capecitabina da sola (2500 mg/m² al giorno, nei giorni 1-14, ogni 21 giorni). L’endpoint primario è stato il tempo alla progressione (TTP). La valutazione è stata condotta dagli sperimentatori degli studi e da un gruppo indipendente di revisione, in cieco rispetto al trattamento. Lo studio è stato interrotto sulla base dei risultati di un’analisi ad interim pianificata in precedenza, che ha mostrato un miglioramento del TTP nei pazienti che ricevevano Tyverb più capecitabina. Tra il tempo dell’analisi ad interim e l’interruzione dell’arruolamento, ulteriori 75 pazienti sono stati arruolati nello studio. L’analisi degli sperimentatori basata sui dati alla fine del trattamento viene presentata nella Tabella 1.
Tabella 1 Dati sul Tempo alla Progressione dallo Studio EGF100151 (Tyverb / capecitabina)
| Analisi degli sperimentatori |
Tyverb (1250 mg/die) + capecitabina (2000 mg/m²/die) | Capecitabina (2500 mg/m²/die) |
(N=198) | (N=201) |
Numero di eventi (progressioni) | 121 | 126 |
TTP mediana, in settimane | 23,9 | 28,3 |
Hazard Ratio | 0,72 |
(95% IC) | (0,56; 0,92) |
p value | 0,008 |
L’analisi indipendente dei dati ha anche dimostrato che Tyverb somministrato in associazione con capecitabina ha aumentato in modo significativo il tempo alla progressione (Hazard Ratio: 0,57 [95% IC 0,43; 0,77] p=0,0001) in confronto a capecitabina da sola.
I risultati di un’analisi aggiornata al 28 settembre 2007 dei dati dell’overall survival sono riportati nella Tabella 2.
Tabella 2 Dati di Overall survival dallo Studio EGF100151 (Tyverb / capecitabina)
| Tyverb (1250 mg/die) + capecitabina (2000 mg/m²/die) | Capecitabina (2500 mg/m²/die) |
(N=198) | (N=201) |
Numero dei decessi | 148 | 154 |
Overall survival mediana, in settimane | 74,0 | 65,9 |
Hazard Ratio | 0,9 |
(95% IC) | (0,71; 1,12) |
p value | 0,3 |
Nel braccio in associazione, vi sono state 4 progressioni (2 %) che hanno interessato il sistema nervoso centrale, in confronto alle 13 progressioni (6 %) del braccio di capecitabina da sola.
Trattamento di associazione con Tyverb e letrozolo
Tyverb è stato studiato in associazione con letrozolo nel trattamento delle donne in post-menopausa positive per il recettore ormonale (positive per il recettore dell’estrogeno [ER] e / o positive per il recettore del progesterone [PgR]) affette da carcinoma mammario avanzato o metastatico.
Lo studio di Fase III (EGF30008) era randomizzato, doppio-cieco, e controllato con placebo. Lo studio ha arruolato pazienti che non avevano ricevuto precedenti terapie per la malattia metastatica. Il periodo di arruolamento nello studio (Dicembre 2003 – Dicembre 2006) ha preceduto l’adozione di trastuzumab in associazione con un inibitore dell’aromatasi come terapia adiuvante. Non è stato condotto uno studio comparativo tra lapatinib e trastuzumab in questa popolazione di pazienti.
Nella popolazione che sovraesprimeva l’HER2, sono stati arruolati solo 2 pazienti che avevano ricevuto in precedenza trastuzumab, 2 pazienti che avevano ricevuto in precedenza una terapia con inibitori dell’aromatasi e circa la metà che aveva ricevuto tamoxifene.
I pazienti sono stati randomizzati a letrozolo 2,5 mg una volta al giorno più Tyverb 1500 mg una volta al giorno o letrozolo con placebo. La randomizzazione è stata stratificata in base al sito di malattia ed al tempo dalla interruzione di precedenti terapie adiuvanti anti-estrogene. Lo stato dei recettori HER2 è stato determinato in modo retrospettivo con l’esame in un laboratorio centrale. Di tutti i pazienti randomizzati al trattamento, 219 pazienti avevano tumori che sovraesprimevano il recettore HER2, e questa è stata la popolazione primaria pre-specificata per l’analisi dell’efficacia. Vi erano 952 pazienti con tumori HER2-negativi, e un totale di 115 pazienti per i quali lo stato HER2 del tumore non era confermato (nessun campione del tumore, nessun risultato del test, o altre ragioni).
Nei pazienti con carcinoma mammario metastatico sovraesprimente l’HER2, la progression-free survival (PFS) determinata dallo sperimentatore è stata significativamente maggiore con letrozolo più Tyverb in confronto a letrozolo più placebo. Nella popolazione HER2-negativa, non vi sono stati benefici nella PFS quando letrozolo più Tyverb è stato confrontato con letrozolo più placebo (vedere Tabella 3).
Tabella 3 Dati di Progression Free Survival dallo Studio EGF30008 (Tyverb / letrozolo)
| Popolazione sovraesprimente l’HER2 | Popolazione NER2-Negativa |
N=111 | N=108 | N=478 | N=474 |
Tyverb 1500 mg/al giorno + Letrozolo 2,5 mg/al giorno | Letrozolo 2,5 mg/al giorno + placebo | Tyverb 1500 mg/al giorno + Letrozolo 2,5 mg/al giorno | Letrozolo 2,5 mg/al giorno + placebo |
PFS mediana, settimanale (95% IC) | 35,4 (24,1; 39,4) | 13,0 (12,0; 23,7) | 59,7 (48,6; 69,7) | 58,3 (47,9; 62,0) |
Hazard Ratio | 0,71 (0,53; 0,96) | 0,90 (0,77; 1,05) |
P-value | 0,019 | 0,188 |
Objective Response Rate (ORR) | 27,9% | 14,8% | 32,6% | 31,6% |
Odds Ratio | 0,4 (0,2; 0,9) | 0,9 (0,7; 1,3) |
P-value | 0,021 | 0,26 |
Clinical Benefit Rate (CBR) | 47,7% | 28,7% | 58,2% | 31,6% |
Odds Ratio | 0,4 (0,2; 0,8) | 1,0 (0,7; 1,2) |
P-value | 0,003 | 0,199 |
IC= intervallo di confidenza Sovraespressione HER2 = IHC 3+ e/o FISH positivo; HER2 negativo = IHC 0, 1+ o 2+ e/o FISH negativo
Clinical Benefit Rate è stato definito come risposta completa più parziale più malattia stabile per ≥6 mesi.
Al momento dell’analisi, i dati di overall survival non erano maturi e non vi è stata una differenza significativa tra i gruppi di trattamento (associazione Tyverb + letrozolo HR= 0,77 [95 % IC 0,52-1,14] p=0,185). Tuttavia non è evidente alcun effetto negativo sull’overall survival.
Links sponsorizzati
La biodisponibilità assoluta a seguito di somministrazione orale di lapatinib non è nota, ma è incompleta e variabile (70 % circa di coefficiente di variazione della AUC). Le concentrazioni sieriche compaiono dopo un intervallo di tempo medio di 0,25 ore (range da 0 a 1,5 ore). Le concentrazioni plasmatiche al picco (Cmax) di lapatinib sono raggiunte circa 4 ore dopo la somministrazione. La dose di 1250 mg al giorno produce una media geometrica (coefficiente di variazione) dei valori di Cmax allo steady state pari a 2,43 (76 %) mcg/ml e valori di AUC pari a 36,2 (79 %) mcg*ore/ml.
L’esposizione sistemica a lapatinib è aumentata quando viene somministrato con il cibo. I valori di AUC di lapatinib sono stati di circa 3 e 4 volte più elevati (Cmax più elevato di circa 2,5 e 3 volte), quando è stato somministrato con un pasto a basso contenuto di grassi (5 % di grassi [500 calorie]) o con un pasto ad elevato contenuto di grassi (50 % di grassi [1.000 calorie]), rispettivamente.
Lapatinib è altamente legato (più del 99 %) all’albumina e all’alfa-1 glicoproteina acida. Studi in vitro indicano che lapatinib è un substrato per i trasportatori BCRP (ABCG1) e p-glicoproteina (ABCB1).
Lapatinib ha anche mostrato in vitro di inibire sia questi trasportatori di efflusso, che il trasportatore OATP 1B1 dell’uptake epatico, a concentrazioni clinicamente rilevanti (i valori di IC50 erano pari a 2,3 mcg/ml). Non è nota la significatività clinica di tali effetti sulla farmacocinetica di altri farmaci o sull’attività farmacologica di altri agenti anti-tumorali.
Lapatinib è metabolizzato in modo estensivo, principalmente da CYP3A4 e CYP3A5, con contributi minori da parte di CYP2C19 e CYP2C8, a una serie di metaboliti ossidati, nessuno dei quali raggiunge più del 14 % della dose recuperata nelle feci o il 10 % della concentrazione di lapatinib nel plasma.
Lapatinib inibisce, in vitro a concentrazioni clinicamente rilevanti, il CYP3A (Ki da 0,6 a 2,3 mcg/ml) ed il CYP2C8 (0,3 mcg/ml). Lapatinib non inibisce in modo significativo i seguenti enzimi dei microsomi epatici umani: gli enzimi CYP1A2, CYP2C9, CYP2C19 e CYP2D6 o UGT (i valori di IC50 in vitro sono maggiori o uguali a 6,9 mcg/ml).
L’emivita di lapatinib misurata dopo una singola dose aumenta con l’incremento delle dosi. Tuttavia il dosaggio giornaliero di lapatinib ha determinato il raggiungimento dello steady state entro 6-7 giorni, indicando un’emivita effettiva di 24 ore. Lapatinib è prevalentemente eliminato attraverso il metabolismo da parte del CYP3A4/5. Anche l’escrezione biliare può contribuire alla eliminazione. La via di eliminazione primaria di lapatinib e dei suoi metaboliti è nelle feci. Il recupero di lapatinib immodificato nelle feci corrisponde ad una mediana del 27 % (range da 3 al 67 %) di una dose orale. Meno del 2 % della dose orale somministrata (come lapatinib e metaboliti) viene escreta nelle urine.
La farmacocinetica di lapatinib non è stata studiata in modo specifico nei pazienti con insufficienza renale o in pazienti sottoposti a emodialisi. I dati disponibili suggeriscono che non sia necessario alcun aggiustamento del dosaggio nei pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata.
La farmacocinetica di lapatinib è stata esaminata in soggetti con moderata (n = 8) o grave (n = 4) insufficienza epatica (punteggio Child-Pugh di 7-9, o maggiore di 9, rispettivamente) e in 8 soggetti sani di controllo. L’esposizione sistemica (AUC) a lapatinib dopo una singola dose orale di 100 mg è aumentata circa del 56 % e dell’85 % nei soggetti con insufficienza epatica moderata e grave, rispettivamente. La somministrazione di lapatinib a pazienti con insufficienza epatica deve essere effettuata con cautela (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Lapatinib è stato studiato in ratte e coniglie gravide alle quali venivano somministrate dosi orali di 30, 60 e 120 mg/kg al giorno. Non vi sono stati effetti teratogeni; tuttavia, anomalie minori (arteria ombelicale al lato sinistro, costa cervicale e ossificazione precoce) si sono presentate nel ratto a ≥ 60 mg/kg al giorno (4 volte l’esposizione clinica attesa nell'uomo). Nel coniglio, lapatinib è stato associato a tossicità materna a dosi di 60 e 120 mg/kg al giorno (8 % e 23 % l’esposizione clinica attesa nell’uomo, rispettivamente) e aborto a 120 mg/kg al giorno. A ≥ 60 mg/kg al giorno vi sono state riduzioni del peso corporeo fetale e variazioni scheletriche minori. Nello studio sullo sviluppo pre- e post-natale nel ratto, si è verificata una riduzione della sopravvivenza della prole tra la nascita e il giorno 21 per dosi pari o superiori a 60 mg/kg al giorno (5 volte l’esposizione clinica attesa nell'uomo). La più alta dose senza effetti in questo studio è stata di 20 mg/kg al giorno.
Negli studi di cancerogenesi con lapatinib per via orale, sono state osservate lesioni cutanee gravi alle più alte dosi testate, che hanno prodotto esposizioni, in base alla AUC, fino a due volte nel topo e nel ratto maschio, e fino a 15 volte nel ratto femmina, in confronto a quelle nell’uomo a seguito di somministrazione di 1250 mg di lapatinib una volta al giorno. Non vi è evidenza di cancerogenesi nel topo. Nel ratto, l’incidenza di emangiomi benigni dei linfonodi mesenterici è stata più alta in alcuni gruppi rispetto ai controlli concomitanti. Vi è stato anche un aumento degli infarti renali e di necrosi papillare nelle femmine di ratto ad esposizioni di 7 e 10 volte in confronto a quelle nell’uomo a seguito di somministrazione di 1250 mg di lapatinib una volta al giorno. La rilevanza per l’uomo di queste osservazioni non è certa.
Non vi sono stati effetti sulla funzione gonadica di ratti maschi o femmine, sull’accoppiamento o sulla fertilità a dosi fino a 120 mg/kg al giorno (femmine) e fino a 180 mg/kg al giorno (maschi) (8 e 3 volte l’esposizione clinica attesa nell'uomo, rispettivamente). L’effetto sulla fertilità nell’uomo non è noto.
Lapatinib non si è dimostrato clastogeno o mutageno in una serie di test, compreso il test di aberrazione cromosomica nel criceto Cinese, il test di Ames, il test di aberrazione cromosomica nei linfociti umani e il test di aberrazione cromosomica nel midollo osseo del ratto in vivo.
Nucleo della compressa
Cellulosa microcristallina
Povidone (K30)
Sodio amido glicolato (Tipo A)
Magnesio stearato
Rivestimento della compressa
Ipromellosa
Titanio diossido (E171)
Macrogol 400
Polisorbato 80
Ossido di ferro giallo (E172)
Ossido di ferro rosso (E172)
Non pertinente.
2 anni
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
Posologia dell’associazione Tyverb / capecitabina
Ogni confezione di Tyverb contiene 70 compresse rivestite con film in blister (poliammide/alluminio/polivinilcloruro/alluminio) da 10 compresse ciascuno. A metà di ogni foglio una perforazione consente di separarlo in due blister contenenti la dose giornaliera di 5 compresse.
La confezione multipla contiene 140 compresse rivestite con film e consiste in 2 confezioni x 70 compresse in una confezione esterna più grande.
Posologia dell’associazione Tyverb / inibitore dell’aromatasi
Ogni confezione di Tyverb contiene 84 compresse rivestite con film in blister (poliammide/alluminio/polivinilcloruro/alluminio) da 12 compresse ciascuno. A metà di ogni foglio una perforazione consente di separarlo in due blister contenenti la dose giornaliera di 6 compresse.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Glaxo Group Limited, Berkeley Avenue, Greenford, Middlesex UB6 0NN, Regno Unito.
EU/1/07/440/001-003
038633018
038633020
Data della prima autorizzazione: 10/06/2008
Data dell’ultimo rinnovo: 12/06/2009