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VIMPAT 15 MG/ML SCIROPPO
Ogni ml di sciroppo contiene 15 mg di lacosamide.
1 flacone da 200 ml contiene 3000 mg di lacosamide.
1 flacone da 465 ml contiene 6975 mg di lacosamide.
Eccipienti:
Ogni ml di Vimpat sciroppo contiene 280 mg di sorbitolo (E 420), 2,60 mg di metile paraidrossibenzoato sodico (E 219), 0,05 mg di aspartame (E 951) e 1,96 mg di sodio.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Sciroppo.
Soluzione limpida, di colore da giallo chiaro a giallo-marrone.
Vimpat è indicato come terapia aggiuntiva nel trattamento delle crisi parziali con o senza generalizzazione secondaria in pazienti con epilessia a partire dai 16 anni di età.
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Vimpat sciroppo è provvisto di un misurino graduato con tacche ed istruzioni per l’uso nel foglio illustrativo.
Vimpat deve essere assunto due volte al giorno. La dose iniziale raccomandata è di 50 mg due volte al giorno, che deve essere incrementata fino ad una dose terapeutica iniziale di 100 mg due volte al giorno dopo una settimana. La dose di mantenimento può essere ulteriormente aumentata di 50 mg due volte al giorno ogni settimana a seconda della risposta clinica e della tollerabilità, fino ad una dose massima raccomandata di 400 mg/die (200 mg due volte al giorno). Vimpat può essere assunto con o senza cibo.
In base alla pratica clinica corrente, nel caso un cui Vimpat debba essere sospeso, si raccomanda di farlo gradualmente (es. scalare la dose giornaliera di 200 mg ogni settimana).
Utilizzo in pazienti con ridotta funzionalità renale
Non è necessario alcun aggiustamento della dose in pazienti con insufficienza renale di grado lieve e moderato (CLCR > 30 ml/min). Si raccomanda una dose massima di 250 mg/die in pazienti con insufficienza renale grave (CLCR <30 ml/min) e in pazienti con insufficienza renale allo stadio finale. Nei pazienti sottoposti ad emodialisi si raccomanda la somministrazione di una dose supplementare, fino al 50% della dose giornaliera, al termine di ogni seduta di dialisi.
Il trattamento dei pazienti con insufficienza renale allo stadio finale deve essere effettuato con cautela, poiché vi è una esperienza clinica limitata ed esiste la possibilità di accumulo di un metabolita (privo di attività farmacologica nota). In tutti i pazienti con insufficienza renale, la titolazione deve essere effettuata con cautela (vedere paragrafo 5.2).
Utilizzo in pazienti con ridotta funzionalità epatica
Non è richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza epatica di grado da lieve a moderato. La titolazione in questi pazienti deve essere effettuata con cautela, tenendo in considerazione un’eventuale insufficienza renale coesistente. La farmacocinetica di lacosamide non è stata studiata in pazienti con insufficienza epatica grave (vedere paragrafo 5.2).
Utilizzo negli anziani (dai 65 anni in poi)
Non è necessaria alcuna riduzione della dose in pazienti anziani.
L’esperienza clinica con lacosamide in pazienti anziani con epilessia è limitata. Una riduzione della clearance renale, associata all’età, con aumento dei livelli di AUC dovrebbe essere presa in considerazione in pazienti anziani (vedere “Utilizzo in pazienti con ridotta funzionalità renale” sopra e paragrafo 5.2).
Pazienti pediatrici
L’uso di Vimpat non è raccomandato in bambini e adolescenti al di sotto dei 16 anni poiché non sono disponibili dati sulla sicurezza e sull’efficacia del farmaco in questi gruppi di pazienti.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Preesistente blocco atrioventricolare (AV) di secondo o terzo grado.
Il trattamento con lacosamide è associato alla comparsa di capogiri che possono aumentare il rischio di lesioni accidentali o cadute. I pazienti pertanto dovrebbero essere avvisati e prestare cautela fino a quando non hanno familiarizzato con i potenziali effetti del farmaco (vedere paragrafo 4.8).
Durante gli studi clinici con lacosamide è stato osservato un prolungamento dell’intervallo PR. Lacosamide deve essere somministrata con cautela in pazienti con preesistenti difetti della conduzione cardiaca, nonché in soggetti con gravi cardiopatie quali un’anamnesi di infarto del miocardio od insufficienza cardiaca.
Lacosamide deve essere somministrata con cautela specialmente in pazienti anziani che potrebbero essere soggetti ad un aumentato rischio di disturbi cardiaci o quando lacosamide è utilizzata in associazione con prodotti che notoriamente portano ad un prolungamento dell’intervallo PR.
Casi di ideazione e comportamento suicidari sono stati riportati in pazienti trattati con farmaci antiepilettici nelle loro diverse indicazioni. Una meta-analisi di studi clinici randomizzati e controllati verso placebo, eseguiti con farmaci antiepilettici, ha evidenziato un lieve incremento del rischio di ideazione e comportamento suicidari. Il meccanismo di tale rischio non è noto e i dati disponibili non escludono la possibilità di un aumentato rischio durante il trattamento con lacosamide.
Pertanto, i pazienti devono essere monitorati per la comparsa di segni di ideazione e comportamento suicidari, e un trattamento appropriato deve essere preso in considerazione. I pazienti (e coloro che se ne prendono cura) devono essere avvisati di consultare il medico nel caso in cui emergano segni di ideazione o comportamento suicida.
Vimpat sciroppo contiene metile paraidrossibenzoato sodico (E 219), che può causare reazioni allergiche (anche ritardate). Contiene inoltre 3,7 g di sorbitolo (E 420) per dose (200 mg di lacosamide), che corrispondono ad un apporto calorico di 9,7 kcal. Pazienti con problemi ereditari rari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo farmaco.
Lo sciroppo contiene aspartame (E 951), una fonte di fenilalanina, che può essere dannosa per soggetti con fenilchetonuria. Contiene inoltre 1,13 mmol (o 26,01 mg) di sodio per dose (200 mg di lacosamide), da tenere in considerazione in pazienti che seguono una dieta a ridotto contenuto di sodio.
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Lacosamide deve essere somministrata con cautela in pazienti trattati con medicinali che notoriamente portano ad un prolungamento dell’intervallo PR (es: carbamazepina, lamotrigina, pregabalin), ed in pazienti trattati con farmaci antiaritmici di classe I. Tuttavia, l’analisi dei sottogruppi negli studi clinici non ha evidenziato un prolungamento più marcato dell’intervallo PR in quei pazienti in trattamento concomitante con carbamazepina o lamotrigina.
Dati in vitro
I dati sperimentali suggeriscono per lacosamide un basso potenziale di interazione. Gli studi effettuati in vitro indicano che lacosamide, alle concentrazioni plasmatiche osservate nei trials clinici, non determina induzione dei citocromi CYP1A2, 2B6 e 2C9 né inibizione dei citocromi CYP1A1, 1A2, 2A6, 2B6, 2C8, 2C9, 2D6 e 2E1. Uno studio condotto in vitro ha dimostrato che lacosamide non viene trasportata dalla P-glicoproteina a livello intestinale.
Dati in vivo
Lacosamide non inibisce o induce i citocromi CYP2C19 e 3A4 in maniera clinicamente rilevante. Lacosamide non ha influenzato l’AUC del midazolam (metabolizzato dal citocromo CYP3A4, lacosamide somministrata alla dose di 200 mg due volte al giorno), ma la Cmax del midazolam è risultata lievemente incrementata (30%). Lacosamide non ha avuto effetto sulla farmacocinetica dell’omeprazolo (metabolizzato dai citocromi CYP2C19 e 3A4, lacosamide somministrata alla dose di 300 mg due volte al giorno).
L’inibitore del CYP2C19 omeprazolo (40 mg q.d.) non ha dato luogo ad una variazione clinicamente rilevante dell’esposizione a lacosamide. Di conseguenza, è improbabile che inibitori moderati del CYP2C19 infuenzino l’esposizione sistemica a lacosamide in maniera clinicamente rilevante.
Potenti induttori enzimatici quali la rifampicina o l’erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) possono ridurre moderatamente l’esposizione sistemica di lacosamide. Di conseguenza, ogni trattamento con questi induttori enzimatici deve essere iniziato o sospeso con cautela.
Farmaci antiepilettici
Negli studi di interazione lacosamide non ha influenzato in maniera significativa le concentrazioni plasmatiche di carbamazepina ed acido valproico. I livelli plasmatici di lacosamide non sono stati alterati dalla carbamazepina e dall’acido valproico. Un’analisi farmacocinetica di popolazione ha evidenziato che il trattamento concomitante con altri farmaci antiepilettici noti per essere degli induttori enzimatici (carbamazepina, fenitoina e fenobarbitale, a diversi dosaggi) ha ridotto l’esposizione sistemica complessiva di lacosamide del 25%.
Contraccettivi orali
In uno studio di interazione non è stata riscontrata alcuna interazione clinicamente rilevante tra lacosamide e i contraccettivi orali etinilestradiolo e levonorgestrel. Le concentrazioni di progesterone non hanno subito influenze quando i due medicinali sono stati somministrati contemporaneamente.
Altri farmaci
Studi di interazione hanno dimostrato che lacosamide non ha alcun effetto sulla farmacocinetica della digossina. Non vi è alcuna interazione clinicamente rilevante tra lacosamide e metformina.
Non sono disponibili dati riguardanti l’interazione di lacosamide con l’alcool.
Lacosamide presenta uno scarso legame con le proteine plasmatiche (meno del 15%). Di conseguenza, la presenza di interazioni clinicamente rilevanti con altri farmaci mediante competizione per il legame proteico è considerata improbabile.
Gravidanza
Rischio collegato all’epilessia ed ai medicinali antiepilettici in generale
È stato dimostrato che nella progenie delle donne trattate con farmaci antiepilettici, la prevalenza di malformazioni è da due a tre volte superiore rispetto a quella della popolazione generale (approssimativamente il 3%). Nella popolazione trattata, un aumento delle malformazioni è stato osservato nelle donne sottoposte a politerapia; tuttavia, non è stato possibile comprendere fino a che punto tali malformazioni fossero causate dal trattamento e/o dalla patologia.
Inoltre, una terapia anti-epilettica efficace non deve essere interrotta, in quanto una esacerbazione della malattia può essere nociva sia per la madre che per il feto.
Rischio correlato a lacosamide
Non esistono dati adeguati riguardanti l’utilizzo di lacosamide in donne in gravidanza. Dagli studi condotti sugli animali non risultano effetti teratogeni nei ratti e nei conigli, mentre sono stati osservati effetti embriotossici in seguito alla somministrazione di dosi tossiche per le femmine gravide (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per la specie umana non è noto.
Lacosamide non deve essere somministrata durante la gravidanza se non in caso di effettiva necessità (se il beneficio per la madre risulta chiaramente superiore al potenziale rischio per il feto). Se si sta pianificando una gravidanza, l’utilizzo di questo prodotto deve essere accuratamente rivalutato.
Allattamento
Non sono disponibili dati riguardanti l’escrezione di lacosamide nel latte materno umano. Studi condotti nell’animale hanno dimostrato che lacosamide viene escreta nel latte materno. A scopo precauzionale, l’allattamento al seno deve essere interrotto durante la terapia con lacosamide.
Vimpat può esercitare un’influenza da lieve a moderata sulla capacità di guidare e di utilizzare macchinari. Il trattamento con Vimpat è stato associato a capogiri e visione offuscata. I pazienti, perciò, non devono guidare o utilizzare macchinari potenzialmente pericolosi, fino a che non hanno appurato che gli effetti di Vimpat influenzino la loro abilità ad eseguire queste attività.
In base ad una metanalisi degli studi clinici controllati verso placebo condotti in 1308 pazienti con crisi ad esordio parziale, il 61,9% dei pazienti randomizzati al gruppo lacosamide ed il 35,2% di quelli randomizzati al gruppo placebo hanno manifestato almeno una reazione avversa. Le reazioni avverse più frequentemente riportate in seguito a trattamento con lacosamide sono state: capogiri, cefalea, nausea e diplopia. Tali reazioni erano solitamente di intensità da lieve a moderata. Alcune erano dose-dipendenti e miglioravano con la riduzione della dose. L’incidenza e la gravità delle reazioni avverse riguardanti il SNC ed il tratto gastrointestinale (GI) normalmente diminuivano nel tempo.
In tutti gli studi controllati, la percentuale di pazienti che ha sospeso la terapia a causa di reazioni avverse è stata del 12,2% per i pazienti randomizzati al gruppo lacosamide e dell’1,6% per i pazienti randomizzati al gruppo placebo. La reazione avversa che più comunemente ha determinato la sospensione della terapia è stata il capogiro.
Nella tabella seguente sono elencate per frequenza le reazioni avverse segnalate nel corso degli studi clinici controllati contro placebo (con un tasso di incidenza ≥1% nel gruppo lacosamide e che sono >1% rispetto al placebo) e nell’esperienza post-marketing. La frequenza è così definita: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100 fino a <1/10); non comune (≥1/1000 fino a <1/100). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi e organi | Molto comuni | Comuni | Non comuni |
Disturbi psichiatrici | | Depressione | |
Stato confusionale (1) |
Patologie del sistema nervoso | Capogiri | Disturbo dell’equilibrio | |
Cefalea | Coordinazione anormale |
Deterioramento della memoria |
Disturbo cognitivo |
Sonnolenza |
Tremore |
Nistagmo |
Ipoestesia (1) |
Disartria (1) |
Disturbo dell’attenzione (1) |
Patologie dell’occhio | Diplopia | Visione offuscata | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | | Vertigini | |
Tinnito (1) |
Patologie cardiache | | | Blocco atrioventricolare (2) |
Bradicardia (2) |
Patologie gastrointestinali | Nausea | Vomito | |
Stipsi |
Flatulenza |
Dispepsia (1) |
Secchezza delle fauci (1) |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | | Prurito | |
Eruzione cutanea (2) |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | | Spasmi muscolari (1) | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | | Alterazione dell’andatura | |
Astenia |
Affaticamento |
Irritabilità (1) |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | | Cadute | |
Lacerazione della cute |
(1) reazioni avverse al farmaco potenzialmente importanti riportate negli studi clinici con un tasso di incidenza non corrispondente ai criteri sopramenzionati.
(2) reazioni avverse riportate nell’esperienza post-marketing.
L’utilizzo di lacosamide è associato ad un prolungamento dose-dipendente dell’intervallo PR. È possibile il manifestarsi di reazioni avverse (es. blocco atrioventricolare, sincope, bradicardia) associate con tale prolungamento.
Negli studi clinici in pazienti con epilessia, il tasso di incidenza del blocco atrioventricolare (AV) di primo grado riportato è non comune, dello 0,7%, 0%, 0,5% e 0% nei gruppi lacosamide 200 mg, 400 mg, 600 mg o placebo, rispettivamente. Non sono stati osservati episodi di blocco AV di secondo grado o maggiore nei pazienti con epilessia trattati con lacosamide.
Anche per la sincope il tasso di incidenza è non comune e non differisce nei pazienti epilettici del gruppo lacosamide (0,1%) e del gruppo placebo (0,3%).
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I dati clinici riguardanti il sovradosaggio di lacosamide nell’uomo sono limitati. I sintomi clinici (capogiro e nausea) osservati in seguito all’assunzione di 1200 mg/die sono stati prevalentemente a carico del sistema nervoso centrale e del sistema gastrointestinale, e si sono risolti mediante un aggiustamento della dose.
Il sovradosaggio di lacosamide più elevato riportato nella storia clinica è di 12 g, assunti in associazione a dosi tossiche di diversi altri farmaci antiepilettici. Il soggetto, inizialmente entrato in coma, si è successivamente ristabilito completamente senza danni permanenti.
Non esiste un antidoto specifico per il sovradosaggio di lacosamide. Il trattamento del sovradosaggio dovrà essere sintomatico e può includere l’emodialisi se necessario (vedere paragrafo 5.2).
Categoria farmacoterapeutica: antiepilettici, codice ATC: N03AX18.
Il principio attivo, lacosamide (R-2-acetamido-N-benzil-3-metossipropionamide) è un aminoacido a cui sono stati aggiunti altri gruppi funzionali.
Meccanismo d’azione
Il meccanismo d’azione attraverso cui lacosamide esercita il suo effetto antiepilettico nell’uomo non è stato ancora del tutto spiegato.
Due osservazioni che possono essere di rilievo per gli effetti terapeutici osservati sono:
studi di elettrofisiologia condotti in vitro hanno dimostrato che lacosamide potenzia selettivamente l’inattivazione lenta dei canali del sodio voltaggio-dipendenti, dando luogo ad una stabilizzazione delle membrane neuronali ipereccitabili. Inoltre, lacosamide si lega alla proteina CRMP-2 (Collapsin Response Mediator Protein-2), una proteina fosforilata che è espressa prevalentemente nel sistema nervoso e che risulta coinvolta nella differenziazione neuronale e nella modulazione della crescita degli assoni.
Effetti farmacodinamici
Lacosamide ha mostrato un effetto protettivo nei confronti delle crisi in un ampio spettro di modelli animali di crisi parziali e generalizzate primarie ed ha ritardato l’insorgere del kindling.
In studi pre-clinici, lacosamide, in combinazione con levetiracetam, carbamazepina, fenitoina, valproato, lamotrigina, topiramato o gabapentin, ha mostrato effetti anticonvulsivanti sinergici o additivi.
Esperienza clinica
L’efficacia di Vimpat come terapia aggiuntiva alle dosi raccomandate (200 mg/die, 400 mg/die) è stata valutata in 3 studi clinici multicentrici, randomizzati, controllati verso placebo, per una durata di trattamento fino a 12 settimane.
Negli studi controllati verso placebo in cui è stato utilizzato come terapia aggiuntiva, Vimpat ha dimostrato di essere efficace anche alla dose di 600 mg/die. L’efficacia si è dimostrata simile a quella ottenuta con 400 mg/die, tuttavia la dose è stata meno tollerata dai pazienti a causa delle reazioni avverse a carico del SNC e del tratto gastrointestinale. Perciò, la dose di 600 mg/die non è raccomandata. La dose massima raccomandata è di 400 mg/die. Questi studi hanno coinvolto un totale di 1308 pazienti con un’anamnesi positiva per epilessia con crisi parziali della durata media di 23 anni, e sono stati disegnati allo scopo di valutare la sicurezza e l’efficacia di lacosamide, in co-somministrazione con 1-3 farmaci antiepilettici, in pazienti con crisi parziali con o senza generalizzazione secondaria, non ben controllate dalla terapia. Complessivamente, la percentuale di pazienti che hanno ottenuto una riduzione della frequenza delle crisi pari al 50% è stata del 23%, 34% e 40% per il placebo, per lacosamide 200 mg/die e lacosamide 400 mg/die.
Non esistono sufficienti dati riguardanti la sospensione dei trattamenti antiepilettici concomitanti allo scopo di poter utilizzare lacosamide in monoterapia.
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Assorbimento
Lacosamide è rapidamente e completamente assorbita in seguito a somministrazione orale. La biodisponibilità orale di lacosamide compresse è prossima al 100%. In seguito a somministrazione orale, la concentrazione plasmatica di lacosamide immodificata aumenta rapidamente e raggiunge Cmax approssimativamente tra 0,5 e 4 ore dopo l’assunzione. Vimpat compresse e Vimpat sciroppo orale sono bioequivalenti. Velocità ed entità dell’assorbimento non sono influenzate dal cibo.
Distribuzione
Il volume di distribuzione è di approssimativamente 0,6 L/Kg. Il legame di lacosamide con le proteine plasmatiche è inferiore al 15%.
Metabolismo
Il 95% della dose somministrata viene escreta nelle urine come farmaco e metaboliti. Il metabolismo di lacosamide non è stato ancora completamente caratterizzato.
I principali composti escreti con le urine sono lacosamide immodificata (approssimativamente il 40% della dose) e il suo metabolita principale O-demetilato (meno del 30%).
Una frazione polare ipotizzata essere un derivato della serina si riscontra approssimativamente per il 20% nelle urine, ma è stata rilevata in piccole quantità (0-2%) nel plasma di alcuni soggetti. Piccole quantità di ulteriori metaboliti (0,5-2%) sono state riscontrate nelle urine.
Il citocromo CYP2C19 è il principale responsabile della formazione del metabolita O-demetilato. Tuttavia, non sono state osservate differenze clinicamente rilevanti nella farmacocinetica di lacosamide in soggetti definiti "metabolizzatori rapidi" (con un CYP2C19 funzionale) e "metabolizzatori lenti" (in assenza di un CYP2C19 funzionale). Inoltre, uno studio di interazione con omeprazolo (un inibitore del CYP2C19) non ha mostrato alterazioni clinicamente rilevanti nelle concentrazioni plasmatiche di lacosamide, indicando quindi che tale via metabolica è di scarsa importanza. Non sono stati identificati altri enzimi responsabili del metabolismo di lacosamide.
La concentrazione plasmatica di O-demetil-lacosamide è approssimativamente pari al 15% della concentrazione plasmatica di lacosamide. Questo metabolita principale non ha alcuna attività farmacologica nota.
Eliminazione
Le principali vie di eliminazione di lacosamide dal circolo sistemico sono rappresentate dall’escrezione renale e dalla biotrasformazione. In seguito a somministrazione orale ed endovenosa di lacosamide marcata, approssimativamente il 95% della radioattività somministrata è riscontrata nelle urine, e meno dello 0,5% nelle feci. L’emivita del farmaco immodificato è di circa 13 ore. La farmacocinetica è dose-dipendente e costante nel tempo, con scarsa variabilità intra- ed inter-paziente. In seguito a doppia somministrazione giornaliera, lo steady state è raggiunto nell’arco di 3 giorni. La concentrazione plasmatica aumenta con un fattore di accumulazione approssimativamente pari a 2.
Farmacocinetica in categorie speciali di pazienti
Sesso
Studi clinici indicano che il sesso non influenza in maniera rilevante la concentrazione plasmatica di lacosamide.
Ridotta funzionalità renale
L’AUC di lacosamide aumenta approssimativamente del 30% in soggetti con insufficienza renale lieve e moderata e del 60% in pazienti con compromissione renale grave e allo stadio finale sottoposti ad emodialisi, rispetto ai soggetti sani, mentre la Cmax rimane invariata.
L’emodialisi è in grado di rimuovere efficacemente la lacosamide dal plasma. La riduzione dell’AUC di lacosamide è di circa il 50% a seguito di un trattamento di emodialisi di 4 ore. Di conseguenza, si raccomanda un aggiustamento dei dosaggi in pazienti sottoposti ad emodialisi (vedere paragrafo 4.2).
La concentrazione plasmatica del metabolita O-demetilato è risultata notevolmente aumentata in pazienti con insufficienza renale moderata e grave. Nei pazienti con insufficienza renale allo stadio finale, in assenza di emodialisi, i livelli del metabolita erano aumentati ed in continua crescita durante le 24 ore di campionamento. Non è noto se l’aumentata concentrazione plasmatica del metabolita nell’insufficienza renale allo stadio finale possa dar luogo ad eventi avversi, ma non è stata identificata alcuna attività farmacologica nota di tale metabolita.
Ridotta funzionalità epatica
Soggetti con insufficienza epatica moderata (Child-Pugh B) hanno presentato concentrazioni plasmatiche di lacosamide più elevate (AUCnorm incrementata approssimativamente del 50%). Questo dato è risultato essere in parte dovuto ad una ridotta funzionalità renale nei soggetti studiati. Si stima che la riduzione della clearance non renale in tali pazienti sia responsabile di un incremento del 20% dell’AUC di lacosamide. La farmacocinetica di lacosamide non è stata valutata in pazienti con insufficienza epatica grave (vedere paragrafo 4.2).
Anziani (al di sopra dei 65 anni)
In uno studio in soggetti anziani di entrambi i sessi, che ha incluso 4 pazienti al di sopra dei 75 anni, l’AUC è risultata aumentata circa del 30% negli uomini e del 50% nelle donne, rispetto a soggetti giovani di sesso maschile. Ciò è dovuto in parte alla riduzione del peso corporeo; la differenza normalizzata per il peso corporeo è del 26 e del 23%, rispettivamente. È stato inoltre osservato un aumento nella variabilità dell’esposizione al farmaco. In questo studio, la clearance renale di lacosamide è risultata solo lievemente ridotta nei pazienti anziani.
In generale non è necessaria una riduzione della dose, in assenza di indicazioni specifiche in soggetti con ridotta funzionalità renale (vedere paragrafo 4.2).
Negli studi di tossicità, le concentrazioni plasmatiche di lacosamide ottenute erano simili o di poco superiori a quelle osservate nei pazienti, non lasciando margine ulteriore per quanto riguarda l’esposizione nell’uomo.
Uno studio di safety pharmacology in cui lacosamide è stata somministrata per via endovenosa a cani anestetizzati ha mostrato incrementi transitori dell’intervallo PR e della durata del complesso QRS, oltre a diminuzioni pressorie dovute molto probabilmente ad un effetto cardiodepressivo. Queste alterazioni transitorie hanno avuto inizio nello stesso intervallo di concentrazioni ottenuto in seguito alla somministrazione della dose massima raccomandata. In cani anestetizzati e in scimmie Cynomolgus sono stati osservati un rallentamento della conduzione atrio-ventricolare, blocco atrio-ventricolare e dissociazione atrio-ventricolare a dosi comprese tra 15-60 mg/kg, somministrate per via endovenosa.
In studi di tossicità a dosi ripetute, alterazioni epatiche lievi e reversibili sono state osservate nei ratti a partire da dosi 3 volte superiori ai livelli clinici di esposizione. Tali modifiche includevano un aumento di peso del fegato, ipertrofia degli epatociti, aumento dei livelli sierici degli enzimi epatici ed incremento dei livelli di colesterolo totale e trigliceridi. Ad eccezione dell’ipertrofia degli epatociti, non sono state rilevate ulteriori alterazioni istopatologiche.
In studi della tossicità riproduttiva e dello sviluppo nei roditori e nei conigli, gli unici effetti teratogeni riscontrati riguardavano un aumento nel numero di cuccioli nati morti e di morti perinatali, e una leggera riduzione del peso corporeo e delle dimensioni del fegato della filiata nei ratti a dosi materno tossiche corrispondenti ad un’esposizione sistemica simile a quella riscontrata nella pratica clinica. Dal momento che non è stato possibile testare livelli di esposizione più elevati negli animali a causa della materno-tossicità di queste dosi, i dati non sono sufficienti per stabilire il potenziale embrio-fetotossico e teratogenico di lacosamide.
Studi effettuati nei ratti indicano che lacosamide e/o i suoi metaboliti attraversano prontamente la placenta.
Glicerolo (E 422)
Carmellosa sodica
Sorbitolo liquido (cristallizzabile) (E 420)
Glicole polietilenico 4000
Sodio cloruro
Acido citrico anidro
Acesulfame potassico (E 950)
Metile paraidrossibenzoato sodico (E 219)
Aroma fragola (contiene glicole propilenico, maltolo, acqua deionizzata)
Aroma di mascheramento (contiene glicole propilenico, aspartame (E 951), acesulfame potassico (E 950), maltolo, acqua deionizzata)
Acqua depurata
Non pertinente.
3 anni.
Dopo la prima apertura: 4 settimane.
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Flaconi di vetro ambrato di tipo III o di polietilene tereftalato (PET), da 200 ml e 465 ml, con tappo a vite in polipropilene ed un misurino.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
UCB Pharma SA - Allée de la Recherche 60, B-1070 Bruxelles - Belgio
EU/1/08/470/014, AIC: 038919142
EU/1/08/470/015, AIC: 038919155
Data della prima autorizzazione: 29 Agosto 2008
2 Giugno 2010