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VINORELBINA EBEWE
Vinorelbina 10 mg/mL (come tartrato)
Ogni mL di concentrato per soluzione per infusione contiene 10 mg di vinorelbina (come tartrato)
Ogni 5 mL di concentrato per soluzione per infusione contiene 50 mg di vinorelbina (come tartrato)
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Concentrato per soluzione per infusione.
Descrizione del prodotto: soluzione limpida, incolore o di colore giallo chiaro.
La vinorelbina è indicata nel trattamento di:
- cancro del polmone non-a piccole cellule (stadio 3 o 4).
- In monoterapia, nelle pazienti con cancro della mammella metastatico (stadio 4), dove il trattamento chemioterapico a base di antracicline o di taxani non ha avuto successo o non è appropriato.
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Soltanto per infusione endovenosa.
Vinorelbina “Ebewe” va somministrata con la collaborazione di un medico che abbia grande esperienza nella terapia con citostatici. L’uso per via intratecale è controindicato.
Per le istruzioni relative all’uso e alla manipolazione, vedere paragrafo 6.6.
Vinorelbina “Ebewe” può essere somministrata solo in bolo lento (5-10 minuti) dopo diluizione in 20-50 mL di soluzione fisiologica normale o di soluzione di glucosio 50 mg/mL (5%), o per infusione di breve durata (20-30 minuti) dopo diluizione in 125 mL di soluzione fisiologica normale o di soluzione di glucosio 50 mg/mL (5%). La somministrazione deve essere seguìta sempre dalla infusione di soluzione fisiologica normale per il lavaggio della vena.
Cancro del polmone non a piccole cellule
In monoterapia, la dose normale è di 25-30 mg/m², somministrati una volta la settimana. Nella polichemioterapia, il regime posologico è in funzione del protocollo. Può essere usato il dosaggio normale (25-30 mg/m²), ma la frequenza della somministrazione può essere ridotta, ad esempio ai giorni 1 e 5 ogni terza settimana o ai giorni 1 e 8 ogni terza settimana, a seconda del regime.
Cancro della mammella metastatico
La dose normale è di 25-30 mg/m², somministrati una volta la settimana.
La dose massima tollerata per ogni somministrazione è di 35,4 mg/m² di superficie corporea.
Bambini e adolescenti
La sicurezza e l’efficacia nei bambini non sono state determinate.
Compromissione epatica
Nei pazienti con funzione epatica gravemente ridotta si raccomandano cautela e un accurato monitoraggio dei parametri ematologici. Può rendersi necessaria una diminuzione del dosaggio (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Compromissione renale
Nei pazienti con ridotta funzione renale, non è necessario alcun aggiustamento posologico (vedere paragrafo 5.2).
• L’uso della via intratecale è controindicato.
• Ipersensibilità nota alla vinorelbina o ad altri alcaloidi della vinca.
• Granulociti neutrofili <1500/mm³ o grave infezione in atto o recente (nelle ultime 2 settimane).
• Piastrine <75 000/mm³.
• Gravidanza (il rischio per lo sviluppo dell’embrione e del feto va pesato contro il potenziale beneficio del trattamento per la madre).
• Durante il trattamento con vinorelbina va interrotto l’allattamento al seno (vedere paragrafo 4.6).
• Compromissione della funzionalità epatica di grado severo non correlata al tumore.
• Nelle donne potenzialmente fertili che non usano un efficace contraccezione (vedere paragrafi 4.4 e 4.6)
• In combinazione con il vaccino contro la febbre gialla (vedere paragrafo 4.5).
Strettamente per solo uso endovenoso.
Durante il trattamento va eseguito uno stretto monitoraggio ematologico (determinazione del livello di emoglobina e del numero di leucociti, neutrofili e piastrine prima di ogni nuova infusione), poiché l’inibizione del sistema ematopoietico è il principale rischio nel corso del trattamento con vinorelbina.
La neutropenia, che non è cumulativa a ha il suo nadir tra il 7° e il 14° giorno dopo la somministrazione ed è rapidamente reversibile nel giro di 5-7 giorni, è la principale reazione avversa dose-limitante. Se il numero dei granulociti neutrofili è inferiore a 1500/mm³ e/o quello delle piastrine inferiore a <75 000/mm³, il trattamento va rimandato fino a recupero.
Se il paziente presenta segni o sintomi suggestivi di infezione, vanno eseguite immediate ricerche.
Particolare cautela va usata nei pazienti con storia di cardiopatia ischemica.
L’importanza clinica di una ridotta capacità del fegato di eliminare il farmaco non è stata caratterizzata. Pertanto, non è possibile fornire raccomandazioni sulla esatta posologia. Tuttavia, negli studi farmacocinetici la dose massima somministrata a pazienti con grave disfunzione epatica è stata di 20 mg/m² (vedere paragrafo 5.3). Nei pazienti con grave compromissione epatica si raccomanda cautela, ed è necessario un accurato monitoraggio dei parametri ematologici.
Vinorelbina “Ebewe” non va somministrata contemporaneamente alla radioterapia, se il campo di trattamento include il fegato.
Vinorelbina “Ebewe” non deve entrare in contatto con gli occhi; può esserci il rischio di grave irritazione, e perfino di ulcerazioni corneali se esso avviene sotto pressione. Qualora ciò si verifichi, lavare immediatamente gli occhi con soluzione fisiologica normale e contattare un oftalmologo.
I forti inibitori o induttori del CYP3A4 possono influenzare la concentrazione della vinorelbina, e pertanto va usata molata prudenza (vedere paragrafo 4.5 Interazione con altri medicinali e altre forme di interazione).
Questo farmaco è in genere sconsigliato in combinazione con vaccini vivi attenuati.
Per le informazioni riguardo a gravidanza, allattamento al seno e fertilità, si rinvia al paragrafo 4.6.
Onde evitare il rischio di broncospasmo - specialmente nella terapia di combinazione con la mitomicina C, va presa in considerazione una adeguata profilassi. I pazienti ambulatoriali vanno informati che in caso di dispnea occorre avvertire un medico.
A causa del basso livello di escrezione renale, non esistono le basi farmacocinetiche per ridurre il dosaggio nei pazienti con compromissione renale.
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È probabile che la combinazione della vinorelbina con altri farmaci con tossicità nota per il midollo osseo aumenti le reazioni avverse mielodepressive.
Il CYP3A4 è il principale enzima coinvolto nel metabolismo della vinorelbina, e la combinazione con un farmaco che induce (come fenitoina, fenobarbital, rifampicina, carbamazepina, Hypericum perforatum) o inibisce (come itraconazolo, ketoconazolo, inibitori delle proteasi HIV, eritromicina, claritromicina, telitromicina, nefazodone) questo isoenzima può influenzare la concentrazione della vinorelbina (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego). La vinorelbina è un substrato della glicoproteina P, e un contemporaneo trattamento con altri farmaci che inibiscono (ad es., ritonavir, claritromicina, ciclosporina, verapamil, chinidina) o inducono (vedi l’elenco degli induttori fornita sopra) la stessa proteina di trasporto può influenzare la concentrazione della vinorelbina.
La combinazione vinorelbina-cisplatino (una combinazione molto comune) non presenta interazioni per quanto riguarda i parametri farmacologici della vinorelbina. Tuttavia, nei pazienti trattati con la terapia di combinazione vinorelbina-cisplatino è stata riportata una incidenza di granulocitopenia più alta di quella osservata nei pazienti trattati con la sola vinorelbina.
La somministrazione contemporanea di alcaloidi della vinca e mitomicina C può aumentare il rischio di broncospasmo (vedere paragrafi 4.4, 4.8).
A causa dell’aumento del rischio di trombosi in caso di neoplasie, frequente è l’impiego del trattamento anticoagulante. L’elevata variabilità interindividuale della coagulazione nel corso delle malattie e la possibile interazione tra anticoagulanti orali e chemioterapia antitumorale rendono necessario, qualora si decidesse di trattare il pazienti con anticoagulanti orali, aumentare la frequenza del monitoraggio dell’INR (International Normalised Ratio).
Il vaccino della febbre gialla è controindicato a causa del possibile rischio di malattia vaccinica fatale.
Il contemporaneo uso di vaccini vivi attenuati (tranne quello per la febbre gialla) è sconsigliato, a causa del rischio di possibile malattia sistemica fatale. Il rischio aumenta nei soggetti mielodepressi a causa della loro malattia di base. Usare un vaccino inattivato, laddove ne esista uno (poliomielite).
Fenitoina: l’uso concomitante è sconsigliato. Esiste il rischio di esacerbazione delle convulsioni dovuto al ridotto assorbimento gastrointestinale della fenitoina o quello di una maggiore tossicità o di una ridotta efficacia della vinorelbina a causa dell’aumentato metabolismo epatico ad opera della fenitoina.
Itraconazolo: l’uso concomitante è sconsigliato, a causa del possibile aumento della neurotossicità.
Ciclosporina, tacrolimus: occorre tener presente l’eccessiva immunosoppressione, con rischio di linfoproliferazione.
I dati sull’uso della vinorelbina nelle gestanti sono insufficienti. In studi sulla riproduzione condotti nell’animale, la vinorelbina è risultata letale per l’embrione e il feto e teratogena. Durante il trattamento con vinorelbina la gravidanza va evitata. Durante il trattamento con Vinorelbina “Ebewe” le donne fertili devono usare efficaci metodi di contraccezione, e qualora rimanessero incinte, devono avvertire il proprio medico. In caso di gravidanza nel corso del trattamento, la paziente deve essere informata dei rischi per il feto ed essere attentamente controllata. Va anche presa in considerazione la possibilità della consulenza genetica.
Allattamento al seno
Non è noto se la vinorelbina passi nel latte umano. L’allattamento al seno va interrotto prima di iniziare il trattamento con Vinorelbina “Ebewe”.
Fertilità
La vinorelbina può avere effetti genotossici. Pertanto, si consiglia agli uomini trattati con vinorelbina di non avere figli fino a 6 mesi (minimo 3 mesi) dopo la cessazione del trattamento.
Durante il trattamento, le donne potenzialmente fertili devono usare un efficace metodo contraccettivo. Il consiglio sulla conservazione dello sperma va chiesto prima del trattamento, a causa della possibilità di una infertilità irreversibile dovuta alla terapia con vinorelbina.
Non sono stati condotti studi riguardo agli effetti sulla capacità di guidare e usare macchinari.
Gli effetti indesiderati, riportati più spesso che in casi isolati, sono elencati qui di seguito, a seconda del sistema d’organo e della frequenza. La frequenza è definita usando la seguente convenzione:
Molto comune (>1/10); comune (>1/100, < 1/10); poco comune (>1/1.000, <1/100); raro (>1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000), incluse le segnalazioni isolate.
Infezioni e infestazioni
Comune: infezione.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto comuni: neutropenia, anemia.
Comuni: piastrinopenia, neutropenia febbrile, sepsi neutropenica a esito potenzialmente fatale.
Disturbi del sistema immunitario
Comuni reazioni allergiche (reazioni cutanee, reazioni respiratorie).
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Rari: iponatriemia.
Molto rari: secrezione inappropriata dell’ormone antidiuretico (SIADH).
Patologie del sistema nervoso
Molto comuni: stipsi (vedi anche “Patologie gastrointestinali”), perdita dei riflessi tendinei.
Comuni: parestesie con sintomi sensitivi e motori.
Rari: debolezza degli arti inferiori, ileo paralitico (vedi anche “Patologie gastrointestinali”).
Molto rari: sindrome di Guillain-Barré.
Patologie cardiache
Rari: cardiopatia ischemica come angina pectoris, alterazioni elettrocardiografiche, infarto miocardico.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comuni: dispnea, broncospasmo.
Rari: pneumopatia interstiziale.
Patologie gastrointestinali
Molto comuni: stipsi (vedi anche “Patologie del sistema nervoso”), nausea, vomito, diarrea, stomatite, esofagite, anoressia.
Rari: pancreatite, ileo paralitico (vedi anche “Patologie del sistema nervoso”).
Patologie epatobiliari
Molto comuni: test di funzione epatica anormali (aumento della bilirubina totale, aumento della fosfatasi alcalina, aumento della aspartato aminotransferasi, aumento della alanina aminotransferasi).
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto comuni: alopecia.
Comuni: reazioni cutanee.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Comuni: mialgia, artralgia.
Rari: dolori alle mascelle.
Patologie renali e urinarie
Comuni: aumento della creatinine mia.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comuni: fatica, febbre, dolori in differenti sedi, astenia, eritema nel sito di iniezione, dolore nel sito di iniezione, discromia nel sito di iniezione, flebite nel sito di iniezione.
Rari: necrosi nel sito di iniezione.
Gradi (G) di tossicità secondo la classificazione WHO
Infezioni e infestazioni
Infezioni possono svilupparsi frequentemente, principalmente a causa della depressione del midollo Osseo.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Mielodepressione cui conseguono principalmente neutropenia (G3: 24,3%; G4: 27,8%), reversibile in 4-5 giorni e non-cumulativa nel tempo.
Neutropenia febbrile e sepsi neutropenica hanno in alcuni casi (1,2%) esito fatale.
Possono verificarsi anemia: G3-4: 7,4%) e piastrinopenia (G3-4: 2,5%), ma raramente severe
Disturbi del sistema immunitario
Reazioni allergiche (reazioni cutanee, reazioni respiratorie).
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Sono state riportate iponatriemia grave e secrezione inappropriata dell’ormone antidiuretico (SIADH).
Patologie del sistema nervoso
Reazioni avverse neurologiche (G3: 2,6%; G4: 0,1%), inclusa la perdita dei riflessi tendinei.
Molto raramente sindrome di Guillain-Barré.
Dopo trattamento di lunga durata è stata riportata debolezza agli arti inferiori.
Parestesie con sintomi sensitivi e motori (G3-4: <3%). Questi sintomi sono normalmente reversibili con l’interruzione del trattamento.
Effetti sul sistema nervoso autonomo che causano paresi intestinale e stipsi. Raramente progredisce a ileo paralitico (<3%). Vedi anche “Patologie gastrointestinali”.
Patologie cardiache
Cardiopatia ischemica (angina pectoris e/o transitorie alterazioni elettrocardiografiche, infarto miocardico).
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
Dispnea e broncospasmo possono verificarsi durante il trattamento con vinorelbina, come con altri alcaloidi della vinca.
Ci sono state rare segnalazioni di pneumopatia interstiziale, specialmente in pazienti trattati con una combinazione di vinorelbina e mitomicina C.
Patologie gastrointestinali
Stomatite (G1: 7,6%; G2: 3,6%; G3: 0,7%; G4: 0,1% con vinorelbina in monoterapia) ed esofagite.
Nausea e vomito (G1:19,9%; G2: 8,3%; G3: 1,9%; G4: 0,3%). La terapia antiemetica riduce gli effetti indesiderati.
La stipsi è il sintomo principale (G3-4: 2,7%) che raramente evolve a ileo paralitico con la vinorelbina in monoterapia e in combinazione con altri chemioterapici (G3-4: 4,1%). Può verificarsi diarrea, normalmente da lieve a moderata.
Ileo paralitico: il trattamento può essere ripreso dopo che si è ristabilita una normale funzione intestinale.
È stata segnalata pancreatite. Anoressia (G1-2: 14%; G3: 1%).
Patologie epatobiliari
Sono stati riportati aumenti transitori dei test di funzione epatica (G1-2) non accompagnati da sintomi clinici (bilirubina, fosfatasi alcalina, aspartato aminotransferasi nel 27,6%, e alanina aminotransferasi nel 29,3%).
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Può verificarsi alopecia, in genere lieve (G3-4: 4,1% con la vinorelbina in monoterapia).
Con la vinorelbina sono state riportate reazioni cutanee generali quali rash, prurito, orticaria ed eritema delle mani e dei piedi.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Artralgie, inclusi dolore alle mascelle e mialgia.
Patologie renali e urinarie
È stato riportato aumento della creatininemia.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Fatica, febbre, astenia, dolore in differenti sedi, tra il torace e la sede del tumore sono stati accusati da pazienti trattati con vinorelbina. Al pari degli altri alcaloidi della vinca, la vinorelbina ha un moderato potere vescicante.
Tra le reazioni nel sito di iniezione si possono avere eritema, dolore urente, scoloramento delle vene e flebite locale (G3: 3,6%; G4: 0,1% con la vinorelbina in monoterapia).
È stata osservata necrosi locale. Il corretto posizionamento della cannula endovenosa o del catetere e il lavaggio della vena possono limitare questi effetti.
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Il sovradosaggio può provocare grave mielodepressione con febbre e infezioni. È stato riportato anche ileo paralitico. Si consiglia il trattamento sintomatico con trasfusioni di sangue e antibiotici a largo spettro. Non si conosce alcun antidoto specifico.
Poiché non esistono antidoti specifici per il sovradosaggio della vinorelbina somministrata endovena, qualora questo si verifichi sono necessarie misure sintomatiche, ad es.:
- controllo continuo dei segni vitali e accurato monitoraggio del paziente
- controllo quotidiano dell’esame emocromocitometrico per valutare la necessità di trasfusioni di sangue, fattori di crescita e cure intensive, e per ridurre al minimo il rischio di infezioni
- misure per la prevenzione o la terapia dell’ileo paralitico
- controllo del sistema circolatorio e della funzione epatica
- in caso di complicanze infettive può essere necessaria una terapia con antibiotici a largo spettro
Gruppo farmacoterapeutico: Farmaci antineoplastici (alcaloidi della vinca), Codice ATC: L01CA04.
La vinorelbina è un farmaco citostatico della famiglia degli alcaloidi della vinca.
La vinorelbina inibisce la polimerizzazione dei microtubuli e si lega di preferenza ai microtubuli mitotici, alterando quelli assonali solo a concentrazione elevata. L’induzione della spiralizzazione della tubulina è minore di quella prodotta dalla vincristina. La vinorelbina blocca la mitosi nella fase G2-M, provocando la morte cellulare in interfase o durante la successiva mitosi.
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Dopo somministrazione endovenosa, il profilo concentrazione ematica-tempo è caratterizzato da una curva di eliminazione triesponenziale. L’emivita terminale è in media di circa 40 ore. La clearance ematica è alta, prossima al flusso sanguigno del fegato e pari in media a 0,72 L/kg/h (intervallo: 0,32-1,26 L/kg/h), mentre il volume di distribuzione allo stato stazionario è ampio, in media di 21,2 L/kg, mostrando segni di una estesa distribuzione tissutale.
Il legame alle proteine plasmatiche è debole (13,5%), ma forte quello alle cellule del sangue, specialmente alla piastrine (78%).
Le proprietà farmacocinetiche della vinorelbina somministrata per via endovenosa sono risultate lineari per dosi fino a 45 mg/m².
La vinorelbina è metabolizzata principalmente dall’enzima CYP3A4, e il principale metabolita è la 4-O-deacetilvinorelbina.
L’escrezione renale è bassa (<20% della dose) e rappresentata principalmente dal composto originario.
L’escrezione attraverso la bile è la più importante via di eliminazione sia dei metaboliti che della vinorelbina immodificata.
Gli effetti della ridotta funzione renale sulla distribuzione della vinorelbina non sono stati valutati, ma a causa della bassa escrezione renale non è necessaria una riduzione della posologia.
Nei pazienti con metastasi epatiche, modificazioni per quanto riguarda la clearance media della vinorelbina si sono verificate solo quando era interessato oltre il 75% del fegato. In 6 pazienti neoplastici con disfunzione epatica di grado moderato (bilirubina ≤ 2 volte il limite superiore della norma e aminotransferasi ≤ 5 volte il limite superiore della norma) trattati con dosi fino a 25 mg/m², e in altri 8 con disfunzione severa (bilirubina >2 volte il limite superiore della norma e/o aminotransferasi > 5 volte il limite superiore della norma) trattati con dosi fino a 20 mg/m², la clearance totale media nei due gruppi era simile a quella dei pazienti con funzione epatica normale.
Questi dati possono tuttavia non essere rappresentativi dei pazienti con ridotta capacità di eliminazione da parte del fegato, e pertanto nei pazienti con grave compromissione epatica si raccomandano cautela e un accurato monitoraggio dei parametri ematologici (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
L’effetto potenziale della compromissione metabolica non è stato determinato, per cui non può essere fornita alcuna raccomandazione per quanto riguarda l’esatta posologia.
È stata dimostrata l’esistenza di una forte correlazione tra esposizione del sangue e riduzione dei leucociti o dei polinucleati.
Potenziale mutageno e cancerogeno
In studi condotti in animali, la vinorelbina induceva aneuploidia e poliploidia. Si può presumere che la vinorelbina possa causare effetti genotossici anche nell’uomo (aneuploidia e poliploidia). Per quanto riguarda il potenziale cancerogeno nel topo e nel ratto, i risultati sono stati negativi, ma sono stati testati solo bassi dosaggi.
Studi sulla tossicità riproduttiva
Negli studi sulla riproduzione condotti in animali, sono stati osservati effetti a dosaggi subterapeutici. Sono stati riscontrate embrio- e fetotossicità, quali ritardo di crescita intrauterina e ritardata ossificazione. A dosi tossiche somministrate alle madri è stata osservata teratogenicità (fusione delle vertebre, costole mancanti). Inoltre, la spermatogenesi e la secrezione della prostata e delle vescicole seminali erano ridotte, ma nei ratti la fertilità non era diminuita.
Sicurezza farmacologia
Studi di sicurezza farmacologia condotti nel cane e nella scimmia non hanno rivelato alcun effetto avverso sul sistema cardiovascolare.
Acqua per iniezioni.
La Vinorelbina “Ebewe” non va diluita in soluzioni alcaline (rischio di precipitazione)
La Vinorelbina “Ebewe” non va mischiata con altri farmaci, ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
In confezione non aperta: 3 anni.
Confezione per la vendita aperta: una confezione aperta va usata immediatamente, e qualsiasi soluzione residua non usata va eliminata.
Preparazione diluita: dal punto di vista microbiologico, il prodotto va utilizzato immediatamente. In caso contrario, i tempi di conservazione e le altre condizioni prima della utilizzazione sono sotto la responsabilità di chi ne fa uso, e normalmente non devono comunque superare le 24 ore a 2-8 °C, a meno che la diluizione sia avvenuta in condizioni asettiche controllate e validate.
Confezione per la vendita: conservare in frigorifero (2°C - 8 °C). Non congelare. Mantenere il contenitore nella confezione esterna, al riparo dalla luce.
Per le condizioni di conservazione del farmaco diluito, vedere paragrafo 6.3.
Flaconcini di vetro tipo I, con tappo di gomma con rivestimento fluoropolimerico. Il tappo è fissato con un anello di alluminio munito di flip-off in polipropilene.
Confezioni
1 mL: 1, 5 e 10 flaconcini
5 mL: 1, 5 e 10 flaconcini.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
La preparazione e la somministrazione di Vinorelbina “Ebewe” devono essere eseguite solo da personale addestrato. Occorre indossare un adatto equipaggiamento di sicurezza, guanti, maschera e grembiule monouso.
Fuoriuscite e perdite vanno asciugate.
Va assolutamente evitato ogni contatto con gli occhi. Qualora questo si verificasse, lavare immediatamente gli occhi con soluzione fisiologica normale.
Alla fine, qualsiasi superficie esposta va pulita con cura, e le mani e la faccia lavate.
Non c’è incompatibilità tra Vinorelbina “Ebewe” e flaconi di vetro chiaro, PVC o set di infusione con tubi in PVC.
Vinorelbina “Ebewe” va somministrata in bolo lento (5-10 minuti) dopo diluizione in 20-50 mL di soluzione fisiologica normale o di soluzione di glucosio 50 mg/mL (5%), o per infusione di breve durata (20-30 minuti) dopo diluizione in 125 mL di soluzione fisiologica normale o di soluzione di glucosio 50 mg/mL (5%). La somministrazione deve essere seguìta sempre da infusione di soluzione fisiologica normale per il lavaggio della vena.
Vinorelbina “Ebewe” va somministrata solo endovena. È molto importante accertarsi, prima di iniziare l’iniezione, che la cannula sia esattamente posizionata nella vena. Se durante la somministrazione endovenosa Vinorelbina “Ebewe” infiltra i tessuti circostanti, può verificarsi notevole irritazione. In questo caso, l’iniezione va arrestata, la vena lavata con soluzione fisiologica, e il resto della dose somministrato in un’altra vena. In caso di stravaso, per ridurre il rischio di flebite si possono somministrare glucocorticoidi per via endovenosa.
Tutto il prodotto non utilizzato o il materiale di scarto vanno eliminati in accordo con le disposizioni locali.
Ebewe Italia Srl
Via Viggiano 90
00178 Roma
Confezioni
AIC n. 037735014/M - 1 flaconcino di vetro da 1 ml
AIC n. 037735026/M - flaconcino di vetro da 5 ml
AIC n. 037735038/M - 5 flaconcini di vetro da 1 ml
AIC n. 037735040/M - 5 flaconcini di vetro da 5 ml
AIC n. 037735053/M - 10 flaconcini di vetro da 1 ml
AIC n. 037735065/M - 10 flaconcini di vetro da 5 ml
Giugno 2009