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VIVIPRAM
Vivipram 20 mg compresse rivestite con film:
Ogni compressa rivestita con film contiene citalopram bromidrato equivalente a 20 mg di citalopram.
Vivipram 40 mg compresse rivestite con film:
Ogni compressa rivestita con film contiene citalopram bromidrato equivalente a 40 mg di citalopram.
Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Compressa rivestita con film.
20 mg compresse: compresse rotonde, bianche con linea di divisione e diametro di 8 mm.
40 mg compresse: compresse rotonde, bianche con linea di divisione e diametro di 10 mm.
Trattamento di episodi depressivi maggiori.
Trattamento di attacchi di panico con o senza agorafobia.
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Il Vivipram deve essere somministrato come una singola dose orale, o di mattina o di sera.
Le compresse possono essere assunte con o senza cibo, ma con liquidi.
Adulti
Trattamento di episodi depressivi maggiori
La dose abituale raccomandata è 20 mg al giorno come singola dose. Se necessario, la dose può essere aumentata fino a 40 mg al giorno, a seconda della risposta individuale del paziente. La dose giornaliera non deve superare i 60 mg.
Dopo l’inizio del trattamento, non ci si deve aspettare un effetto antidepressivo per almeno due settimane. Il trattamento deve essere continuato finché il paziente non sia senza sintomi per 4-6 mesi.
Trattamento di attacchi di panico
Una singola dose di 10 mg al giorno per la prima settimana è raccomandata per evitare reazioni paradosse (ovvero panico, ansia); dopodiché la dose può essere aumentata fino a 20 mg al giorno. I primi effetti terapeutici si riscontrano dopo 2-4 settimane. La dose può essere ulteriormente aumentata, fino ad un massimo di 60 mg/die a seconda della risposta individuale del paziente. La risposta terapeutica ottimale può essere ottenuta dopo 3 mesi. Può essere necessario continuare il trattamento per alcuni mesi. Non sono disponibili dati sufficienti sulla efficacia clinica del trattamento oltre i 6 mesi.
Pazienti anziani (>65 anni d’età)
Trattamento di episodi depressivi maggiori
Per pazienti anziani la dose raccomandata deve essere diminuita del 50%, ovvero 10-20 mg al giorno. A seconda della risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino ad un massimo di 30-40 mg/die.
Trattamento degli attacchi di panico:
La dose iniziale è di 10 mg/die. Dopo una settimana la dose può essere aumentata a 20 mg/die.
A seconda della risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino ad un massimo di 40 mg/die.
Assunzione da parte dei bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni
Vivipram non deve essere utilizzato per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età. (vedere paragrafo 4.4).
Funzionalità renale ridotta
Non si richiede un aggiustamento della dose se il paziente ha una compromissione renale da lieve a moderata. Si raccomanda cautela in pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina minore di 30 ml/min, vedere paragrafo 5.2).
Funzionalità epatica ridotta
Per pazienti con compromissione epatica la dose iniziale raccomandata è di 10 mg al giorno. La dose giornaliera non deve superare i 30 mg. Questi pazienti devono essere tenuti sotto controllo clinico (vedere paragrafo 5.2).
Metabolizzatori lenti per il CYP2C19
Una dose iniziale di 10 mg/die è raccomandata per i metabolizzatori lenti per il CYP2C19 per le prime due settimane di trattamento. A seconda degli esiti del trattamento la dose può essere quindi aumentata a 20 mg (vedere paragrafo 5.2).
Per regimi di dosaggio differenti, si devono prescrivere compresse con una dose adeguata.
Sintomi da sospensione riscontrati all’interruzione del farmaco
La sospensione improvvisa del farmaco deve essere evitata. Alla sospensione del trattamento con citalopram la dose deve essere ridotta gradualmente nell’arco di almeno 1-2 settimane in modo da diminuire il rischio di reazioni da sospensione (vedere paragrafo 4.4. Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego e paragrafo 4.8 Effetti indesiderati). Se in seguito alla diminuzione del dosaggio o alla sospensione del trattamento dovessero manifestarsi sintomi intollerabili, si consideri l’opportunità di assumere la dose precedentemente prescritta. In seguito il medico continuerà a ridurre il dosaggio ma in modo più graduale.
Ipersensibilità a citalopram o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Il citalopram non deve essere somministrato a pazienti che assumono inibitori delle monoaminossidasi (MAOI), inclusa la selegilina (in dosi giornaliere che superino i 10 mg.) o linezolide.
Il citalopram non deve essere somministrato per due settimane dopo l’interruzione della somministrazione di un inibitore irreversibile delle MAO o per il tempo prescritto dopo interruzione di un inibitore reversibile delle MAO (RIMA) come dichiarato nei foglietti illustrativi dei RIMA. I MAOI non devono essere somministrati per sette giorni dopo interruzione di citalopram (vedere paragrafo 4.5).
Il Vivipram non deve essere assunto in combinazione con medicinali con effetti serotoninergici come sumatriptan o altri triptani, tramadolo, oxitriptan e triptofano.
Suicidio/pensieri suicidari o peggioramento clinico
La depressione è associata ad aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (suicidio/eventi correlati). Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa. Poiché possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento. È esperienza clinica in generale che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del miglioramento.
Altre patologie psichiatriche per le quali è prescritto Vivipram possono anche essere associate ad un aumentato rischio di comportamento suicidario. Inoltre, queste patologie possono essere associate al disturbo depressivo maggiore. Quando si trattano pazienti con disturbi depressivi maggiori si devono, pertanto, osservare le stesse precauzioni seguite durante il trattamento di pazienti con altre patologie psichiatriche.
Pazienti con anamnesi positiva per comportamento o pensieri suicidari, o che manifestano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento, sono a rischio maggiore di ideazione suicidaria o di tentativi di suicidio, e devono essere attentamente controllati durante il trattamento.
Una meta-analisi di studi clinici placebo-controllati su farmaci antidepressivi in pazienti adulti con disturbi psichiatrici ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario con antidepressivi comparato con placebo in pazienti di età inferiore ai 25 anni. Un’attenta supervisione dei pazienti, ed in particolare di quelli ad alto rischio, deve seguire la terapia con il farmaco soprattutto prima del trattamento e in seguito a cambiamenti di dose.
I pazienti (o chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di monitorare ogni peggioramento clinico, comportamento o pensieri suicidari e cambiamenti inusuali nel comportamento e di rivolgersi immediatamente al medico in caso di insorgenza di tali sintomi.
Acatisia/irrequietezza psicomotoria
L’uso di citalopram è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una sensazione interna di spiacevole o penosa irrequietezza e dalla necessità di muoversi spesso accompagnata dall’incapacità di sedere o stare immobile. Ciò è più probabile che accada entro le prime settimane di trattamento. In pazienti che sviluppino questi sintomi, l’aumento del dosaggio può essere dannoso.
In pazienti con diabete, il trattamento con un SSRI può alterare il controllo della glicemia. La dose di insulina e/o di ipoglicemizzanti orali può necessitare di una aggiustamento.
Il Vivipram deve essere sospeso se i pazienti presentano attacchi epilettici. Il trattamento con Vivipram deve essere evitato per pazienti che presentano epilessia instabile e l’uso in pazienti con epilessia controllata deve essere monitorato accuratamente. Il Vivipram deve essere sospeso se vi fosse un aumento della frequenza degli attacchi epilettici.
Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento
I sintomi da sospensione osservati quando il trattamento è interrotto sono comuni, in particolare in caso di brusca interruzione (vedere paragrafo 4.8 "Effetti indesiderati").
Il rischio di comparsa dei sintomi da sospensione può dipendere da diversi fattori, compresi la durata della terapia, il dosaggio e il tasso di riduzione della dose. Capogiri, disturbi del sensorio (compresa parestesia), disturbi del sonno (compresi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore e cefalea sono stati i sintomi più comunemente riportati.
Generalmente, l’intensità di tali sintomi è da lieve a moderata, tuttavia in alcuni pazienti può essere grave. In genere compaiono entro i primi giorni di sospensione del trattamento, ma vi sono stati casi molto rari nei quali sono comparsi in pazienti che avevano inavvertitamente saltato una dose. Generalmente tali sintomi sono auto-limitanti, e di solito si risolvono entro due settimane, sebbene in alcuni individui possono durare più a lungo (2-3 mesi o più). Si consiglia, pertanto, di ridurre gradualmente la dose di citalopram quando si sospende il trattamento, nel corso di un periodo di diverse settimane o mesi, in base alle necessità del paziente (vedere “Sintomi da sospensione riscontrati all’interruzione del farmaco”, Paragrafo 4.2)”.
Vi è poca esperienza clinica circa la somministrazione concomitante di citalopram e la terapia elettro-convulsiva, perciò è consigliabile usare cautela.
Il Vivipram deve essere usato con cautela in pazienti con una storia di mania/ipomania. La somministrazione di Vivipram deve essere interrotta in qualsiasi paziente che entri in una fase maniacale.
Durante il trattamento con alcuni SSRI sono stati riportati prolungamento del tempo di sanguinamento e/o anomalie del sanguinamento come ecchimosi, emorragie ginecologiche, sanguinamento gastrointestinale ed altre emorragie cutanee o delle mucose (vedere paragrafo 4.8). Si consiglia cautela in pazienti che assumono SSRI, particolarmente nell’uso concomitante di principi attivi che alterano la funzionalità piastrinica o di altri principi attivi che possono aumentare il rischio di emorragia, così come in pazienti che hanno avuto disturbi emorragici (vedere paragrafo 4.5).
In casi rari è stata riportata la sindrome serotoninergica in pazienti trattati con SSRI. Una combinazione di sintomi, come agitazione, tremore, mioclono e ipertermia possono indicare lo sviluppo di questa condizione patologica. Il trattamento con citalopram deve essere immediatamente sospeso e occorre iniziare un trattamento sintomatico.
In alcuni pazienti con attacchi di panico si verifica un aumento dei sintomi di ansia quando si inizia la terapia farmacologica. Questa reazione di solito regredisce in 2 settimane, durante il proseguimento del trattamento. Si raccomanda una dose iniziale bassa (vedere paragrafo 4.2), in maniera tale da ridurre il rischio di effetti che aumentino l’ansia.
Il trattamento di pazienti psicotici con episodi depressivi può aumentare i sintomi psicotici.
Assunzione da parte di bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni
Vivipram non deve essere utilizzato per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età.
Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Qualora, in base ad esigenze mediche, dovesse essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per quanto concerne la comparsa di sintomi suicidari. Per di più, non sono disponibili i dati sulla sicurezza a lungo termine per i bambini e gli adolescenti per quanto concerne la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale.
In caso di compromissione della funzione epatica si raccomanda la riduzione della dose (vedere paragrafo 4.2) e di controllare attentamente la funzionalità epatica. Raramente sono state riportate iponatremia e la sindrome da impropria secrezione dell’ormone anti-diuretico (SIADH), prevalentemente negli anziani. Queste condizioni patologiche generalmente cessano in seguito all’interruzione della terapia.
Effetti indesiderati possono essere più comuni durante l’uso concomitante di Vivipram e di preparazioni erboristiche contenenti erba di San Giovanni (Hypericum perforatum). Perciò Vivipram e le preparazioni contenenti erba di san Giovanni non devono essere assunte in combinazione.
All’inizio del trattamento, possono verificarsi insonnia ed agitazione. Una titolazione della dose può essere utile.
Occorre prendere in considerazione quei fattori che possono influire sulla distribuzione di un metabolita minore del citalopram (il didemetilcitalopram), poiché livelli aumentati di questo metabolita possono teoricamente prolungare l’intervallo QTc in individui suscettibili. Comunque, dall’analisi degli ECG di 2500 pazienti arruolati negli studi clinici, inclusi anche 277 pazienti con disturbi cardiaci pre-esistenti, non sono stati evidenziati cambiamenti clinicamente significativi.
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Interazioni farmacodinamiche
Sono stati riportati casi di reazioni gravi e a volte letali sia in pazienti che assumevano un SSRI in combinazione con inibitori delle MAO (MAOI), incluso l’antibiotico linezolide, l’inibitore selettivo delle MAO selegilina, e l’inibitore reversibile delle MAO (RIMA) moclobemide, sia in pazienti che avevano sospeso recentemente l’assunzione di un SSRI ed iniziato l’assunzione di un MAOI. Alcuni casi presentavano effetti simili alla sindrome serotoninergica. I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere: ipertermia, diaforesi, rigidità, mioclono, instabilità autonomica con possibili rapide fluttuazioni delle funzioni vitali, confusione, irritabilità e agitazione. Se i sintomi progrediscono, senza alcun intervento, tale condizione può essere fatale a causa di rabdomiolisi, ipertermia centrale con compromissione acuta multi organo, delirio e coma. (vedere paragrafo 4.3)
L’effetto serotoninergico di sumatriptan può essere potenziato da inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). Finché ulteriori informazioni non saranno disponibili, l’uso concomitante di citalopram e agonisti della 5-HT, come sumatriptan e altri triptani non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4).
Si deve usare estrema cautela per pazienti che vengono trattati simultaneamente con anticoagulanti (come la warfarina), farmaci che influiscono sulla funzione di trombociti come i FANS, l’acido acetilsalicilico, il dipiridamolo, e la ticlopidina o altri medicinali (come gli antipsicotici atipici, le fenotiazine, gli antidepressivi triciclici) che possono aumentare il rischio di emorragia (vedere paragrafo 4.4).
L’esperienza con Vivipram non ha mostrato alcuna interazione clinicamente rilevante con i neurolettici. Comunque, come con gli altri SSRI, non può essere esclusa la possibilità di interazioni farmacodinamiche.
Non è stata dimostrata alcuna interazione farmacodinamica o farmacocinetica tra Vivipram ed alcool. Comunque, la combinazione di citalopram ed alcool non è consigliata.
Interazioni farmacocinetiche
L’effetto di altre sostanze sulla farmacocinetica di citalopram
La Cimetidina, un noto inibitore enzimatico, ha causato un aumento del 40% nei livelli medi di steady-state di citalopram. Si raccomanda perciò cautela quando si somministrano dosi elevate di citalopram in combinazione con dosi elevate di cimetidina.
L’effetto di citalopram sulla farmacocinetica di altre sostanze
Sono poco probabili interazioni farmacocinetiche legate al legame con le proteine plasmatiche. Il citalopram è un inibitore debole del CYP2D6. Anche se interazioni clinicamente rilevanti di farmaci con citalopram sono rare, non si possono escludere interazioni se citalopram viene somministrato simultaneamente ad un altro medicinale che sia metabolizzato dal CYP2D6. La co-somministrazione di citalopram e metoprololo (un substrato della CYP2D6) ha dato luogo ad un aumento doppio nei livelli plasmatici di metoprololo. Tuttavia, non sono stati osservati effetti clinicamente significativi sulla pressione sanguigna o sulla frequenza cardiaca.
Non v’è alcuna interazione farmacocinetica tra litio e citalopram.
Tuttavia, è stato riportato un aumento degli effetti serotoninergici quando gli SSRI sono stati somministrati in concomitanza a litio o triptofano. Si consiglia cautela durante l’uso concomitante di citalopram con questi principi attivi. Il monitoraggio continuo dei livelli di litio deve essere continuato come solito.
In uno studio farmacocinetico non è stato dimostrato alcun effetto sui livelli di citalopram o di imipramina , anche se è stato notato un aumento del livello di desipramina, il metabolita primario dell’imipramina. Quando la desipramina è combinata con il citalopram, è stato osservato un aumento della concentrazione plasmatica di desipramina. Può essere necessaria una riduzione della dose di desipramina.
Non è stata osservata alcuna interazione farmacocinetica tra il citalopram e la levomepromazina, la digossina o la carbamazepina ed il suo metabolita carbamazepina-epossido.
L’assorbimento e le altre proprietà farmacocinetiche di citalopram non sono state descritte come influenzate dall’assunzione di cibo.
Gravidanza
Non ci sono dati sufficienti circa l’uso di Vivipram in donne incinte. Studi animali hanno dimostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l’uomo è sconosciuto. Sono stati riportati casi di sintomi da crisi da astinenza in neonati le cui madri avevano usato SSRI durante la gravidanza.
Vivipram non deve essere usato in gravidanza se non strettamente necessario. Se assunto durante la gravidanza, la dose deve essere ridotta e se possibile sospesa nelle ultime settimane prima del termine della gravidanza.
Allattamento
Il citalopram è escreto nel latte in piccole quantità. I vantaggi dell’allattamento al seno devono superare i potenziali effetti avversi per il bambino.
Il Vivipram ha un’influenza ridotta o moderata sulla capacità di guidare e sull’uso di macchinari.
Farmaci psicoattivi possono ridurre la facoltà di giudizio e la capacità di reagire alle emergenze. I pazienti devono essere informati di questi effetti ed avvertiti che la loro abilità di guidare una automobile o di usare macchinari può essere influenzata.
Le reazioni avverse più frequenti (nausea, sonnolenza, secchezza delle fauci, aumento della sudorazione) sono in generale lievi e transitorie. Tali reazioni sono importanti durante le prime settimane di trattamento e di solito si attenuano non appena vi è un miglioramento dello stato depressivo.
Reazioni avverse evidenziate durante il trattamento riportate negli studi clinici:
| Molto comune (>1/10) | Comune (>1/100 <1/10) | Non comune (>1/1000 <1/100) | Molto raro (<1/10000, comprese le segnalazioni isolate) |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | | perdita di peso, aumento di peso | | |
Disturbi psichiatrici | sonnolenza, insonnia, agitazione, nervosismo | disturbi del sonno, concentrazione ridotta, sogni anormali, amnesia, ansia, libido ridotta, aumento dell’appetito, anoressia, apatia, tentativo di suicidio, confusione | euforia, aumento della libido | allucinazioni, mania, depersonalizzazione, attacchi di panico (questi sintomi possono essere dovuti alla malattia primaria) |
Patologie del sistema nervoso | mal di testa, tremore, vertigine | emicrania, parestesia | disturbi extrapiramidali, confusione | |
Patologie dell’occhio | accomodamento anomalo | anomalie della visione | | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | | | tinnito | |
Patologie cardiache | palpitazioni | tachicardia | bradicardia | aritmia ventricolare e sopraventricolare |
Patologie vascolari | | ipotensione posturale, ipertensione | | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | | rinite, sinusite | tosse | |
Patologie gastrointestinali | nausea, secchezza delle fauci, costipazione, diarrea | dispepsia, vomito, dolore addominale, flatulenza, aumento della salivazione | | |
Patologie epatobiliari | | | aumento della concentrazione degli enzimi epatici | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | aumento della sudorazione | rash, prurito | fotosensibilità | angioedema |
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo | | | mialgia | atralgia |
Patologie renali ed urinarie | | disturbi della minzione, poliuria | | |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | | mancata eiaculazione, anorgasmia femminile, dismenorrea, impotenza | | galattorrea |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | astenia | fatica, sbadiglio, anomalie del gusto | reazioni allergiche, sincope, malessere | reazioni anafilattiche |
Raro (>1/10000; <1/1000)
In rare occasioni può verificarsi emorragia (per esempio, emorragia ginecologica, emorragia gastrointestinale, ecchimosi e le altre forme di emorragia di pelle o sanguinamento nelle membrane mucose).
In casi rari è stata segnalata la sindrome serotoninergica in pazienti che assumono gli SSRI. Sono state raramente descritte iponatremia e la sindrome da impropria secrezione dell’ormone anti-diuretico (SIADH), prevalentemente negli anziani (vedere paragrafo 4.4).
Irrequietezza psicomotoria/acatisia (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego)
Non conosciuto (non può essere stimato dai dati disponibili)
Ideazione suicidaria e comportamenti suicidari.
Casi di ideazione suicidaria e comportamenti suicidari sono stati riportati durante la terapia con citalopram o appena dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento
La sospensione del citalopram (soprattutto se avviene in modo improvviso) determina l’insorgenza di sintomi da sospensione. Capogiri, disturbi del sensorio (compresa parestesia), disturbi del sonno (compresi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore e cefalea sono i sintomi più comunemente riportati.
Generalmente, tali sintomi sono da lievi a moderati ed autolimitanti, tuttavia in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati. Si consiglia, pertanto, di ridurre gradualmente la dose di citalopram quando il trattamento non è più necessitato (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
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Non è nota alcuna dose letale. Alcuni pazienti sono sopravvissuti dopo una assunzione di 2 g di citalopram. Gli effetti possono essere potenziati dalla contemporanea assunzione di alcool. Possono verificarsi interazioni potenziali con antidepressivi triciclici e MAOI.
Sintomi di sovradosaggio
Sono stati osservati i seguenti sintomi: nausea, vomito, sudorazione, tachicardia, sonnolenza, coma, distonia, convulsioni, iperventilazione e iperpiressia. Sono stati osservati eventi cardiaci quali ritmo nodale, prolungamento dell’intervallo QT e complessi QRS ampi. Sono state anche riportate bradicardia prolungata con ipotensione grave e sincope.
La sindrome serotoninergica può verificarsi raramente in casi di grave avvelenamento. Tale condizione include alterazione dello stato mentale, iperattività neuromuscolare e instabilità autonomica. Ci può essere iperpiressia e aumento della chinasi creatinica serica. La rabdomiolisi è rara.
Trattamento di un sovradosaggio
È necessario fare un ECG. In adulti e bambini che hanno ingerito più di 5 mg/kg corporeo in 1 ora, si consiglia la somministrazione di carbone attivo per via orale.
È necessario controllare le convulsioni con diazepam per endovena se sono frequenti e prolungate. La terapia deve essere di supporto e sintomatica e include il mantenere pervie le vie aeree e il monitoraggio dei segnali cardiaci e vitali finché non siano stabili.
Categotia farmacoterapeutica: Inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina.
Codice ATC: N06AB04
Il citalopram è un antidepressivo con una potente e selettiva azione inibitoria sulla ricaptazione della 5-idrossitriptamina (5-HT, serotonina).
Meccanismo d’azione ed effetti farmacodinamici
La tolleranza all’effetto inibitorio di citalopram sulla ricaptazione della 5-HT non si verifica durante il trattamento a lungo termine. L’effetto antidepressivo è probabilmente connesso ad una specifica inibizione della ricaptazione della serotonina nei neuroni del cervello.
Il Citalopram non ha pressoché alcun effetto sulla ricaptazione neuronale di noradrenalina, dopamina e acido gamma-aminobutirrico.
Il Citalopram non mostra affinità, o solamente una affinità molto bassa, per i recettori colinergici, istaminergici e per molteplici recettori adrenergici, serotoninergici e dopaminergici. Il Citalopram è un derivato bi-ciclico dell’isobenzofurano, non correlato chimicamente agli antidepressivi triciclici o tetraciclici o ad altri antidepressivi disponibili. I metaboliti principali di citalopram sono anch’essi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, sebbene in misura minore. Non si riscontra che i metaboliti contribuiscano all’effetto antidepressivo complessivo.
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Caratteristiche generali del principio attivo
Assorbimento
Il Citalopram è assorbito rapidamente dopo somministrazione orale: la massima concentrazione plasmatica è raggiunta in media dopo 4 (1-7) ore. L’assorbimento è indipendente dall’assunzione di cibo. La biodisponibilità orale è approssimativamente dell’80%.
Distribuzione:
Il volume apparente di distribuzione è di 12-17 l/kg. Il legame alle proteine plasmatiche di citalopram e dei suoi metaboliti è inferiore all’80%.
Biotrasformazione
Il Citalopram è metabolizzato a demetilcitalopram, didemetilcitalopram, citalopram-N-ossido ed il derivato deaminato dell’acido propionico. Il derivato dell’acido propionico è farmacologicamente inattivo. Demetilcitalopram, didemetilcitalopram e citalopram-N-ossido sono inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, anche se più deboli del composto progenitore.
L’enzima metabolizzatore principale è CYP2C19. È possibile un contributo nel metabolismo da parte di CYP3A4 e CYP2D6.
Eliminazione
L’emivita plasmatica è approssimativamente di 36 ore (28-42 ore). Dopo somministrazione sistemica, la clearance plasmatica è circa di 0.3-0.4 l/min e dopo somministrazione orale la clearance plasmatica è all’incirca 0.4 l/min. Il Citalopram è principalmente eliminato attraverso il fegato (85%), ma anche in parte (15%) per via renale. Della quantità di citalopram somministrata, il 12 - 23% è eliminato inalterata per via urinaria. La clearance epatica è approssimativamente 0.3 l/min e quella renale è 0.05-0.08 l/min.
Le concentrazioni di steady-state sono raggiunte in 1-2 settimane. Si è dimostrata una relazione lineare tra il livello plasmatico di steady-state e la dose somministrata. Ad una dose di 40 mg al giorno si raggiunge una concentrazione plasmatica media di approssimativamente 300 nmol/l. Non c’è relazione netta tra i livelli plasmatici di citalopram e la risposta terapeutica o gli effetti collaterali.
Caratteristiche relative ai pazienti
Anziani (> 65 anni)
Valori di emivita plasmatica maggiori ed una più piccola clearance sono stati trovati nei pazienti più anziani a causa di un metabolismo ridotto. L’esposizione sistemica a escitalopram è circa del 50% più alto negli anziani se paragonato a volontari sani giovani (vedere paragrafo 4.2).
Compromissione epatica
L’eliminazione di citalopram avanza più lentamente in pazienti con funzione epatica ridotta. L’emivita plasmatica di citalopram è approssimativamente due volte più lunga e la concentrazione plasmatica allo steady-state è circa due volte più alta rispetto a pazienti con una normale funzione epatica.
Compromissione renale
L’eliminazione di citalopram avanza più lentamente in pazienti con un disturbo della funzione renale da lieve a moderata, senza alcuna maggiore influenza sulla farmacocinetica di citalopram. Al giorno d’oggi nessuna informazione è disponibile sul trattamento di pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina <30 ml/min) (vedere paragrafo 4.2).
Polimorfismo
È stato osservato che i metabolizzatori lenti per il CYP2C19 presentano concentrazioni plasmatiche di escitalopram doppie rispetto ai metabolizzatori veloci per questo enzima. Non è stato osservato alcun cambiamento nella esposizione nei metabolizzatori lenti per CYP2D6 (vedere paragrafo 4.2)
In animali da laboratorio non è stata trovata alcuna evidenza di un rischio particolare per l’uomo. Questo dato è basato su studi convenzionali della farmacologia riguardante la sicurezza del farmaco, della tossicità da dose ripetuta, di genotossicità e del potenziale carcinogenico. Negli studi di tossicità da dose ripetute sui ratti è stata osservata fosfolipidosi in molti organi in studi. Questo effetto reversibile è noto per molte ammine lipofile e non è stato collegato ad effetti morfologici e funzionali. L’importanza clinica non è chiara.
Studi di embriotossicità sui ratti hanno mostrato anomalie scheletriche ad alte dosi tossiche per la madre. Gli effetti potrebbero possibilmente essere attribuiti all’attività farmacologica o potrebbero essere un effetto indiretto imputato alla tossicità sulla madre. Il rischio potenziale per la specie umana è sconosciuto.
Nucleo
Mannitolo
Cellulosa microcristallina
Silice colloidale anidra
Magnesio stearato
Rivestimento
Ipromellosa
Macrogol 6000
Titanio diossido (E171)
Non pertinente.
Blister PVDC/PVC/Al: 5 anni.
Contenitore HDPE: 3 anni.
Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.
Blister di PVC/PVDC/Al
Confezioni da 1, 10, 14, 20, 28, 30, 49, 50, 56, 60, 84, 90, 98, 100 e 250 compresse (per scatola).
Blister da 100x1 unità - dose.
Contenitore di compresse HDPE con un cappuccio LDPE.
Confezioni da: 10, 14, 15, 20, 28, 30, 49, 50, 56, 60, 84, 90, 98, 100, 250, 500 o 750 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
CRINOS S.p.A., Via Pavia, 6 - 20136 Milano
Vivipram 20 mg compresse rivestite con film, 1 Compresse - AIC n. 037086016/M
Vivipram 20 mg compresse rivestite con film, 10 Compresse - AIC n. 037086028/M
Vivipram 20 mg compresse rivestite con film, 14 Compresse - AIC n. 037086030/M
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24 Novembre 2006
Luglio 2008