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XARATOR 10 mg compresse rivestite con film
Una compressa rivestita con film contiene 10 mg di atorvastatina (come atorvastatina-calcio (triidrato)).
Per gli eccipienti vedere 6.1.
Compresse rivestite con film.
Compresse bianche rivestite con film di forma elissoidale marcate “10” da un lato e “PD 155” dall’altro.
Xarator è indicato in aggiunta alla dieta per ridurre i livelli elevati di colesterolo totale, colesterolo LDL, apolipoproteina B e trigliceridi in pazienti affetti da ipercolesterolemia primaria inclusa ipercolesterolemia familiare (variante eterozigote) o iperlipemia mista (corrispondente ai Tipi IIa e IIb della classificazione di Fredrickson) quando la risposta alla dieta e ad altre misure non farmacologiche è inadeguata.
Xarator è anche indicato per ridurre il colesterolo totale ed il colesterolo LDL in pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote in aggiunta ad altri trattamenti ipolipemizzanti (ad esempio, LDL aferesi) o se tali trattamenti non sono disponibili.
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Il paziente deve essere posto a dieta standard ipolipidica prima di ricevere Xarator e deve continuare la dieta durante il trattamento con Xarator.
Il dosaggio deve essere personalizzato tenendo conto dei livelli basali di colesterolo LDL, dell'obiettivo della terapia e della risposta del paziente.
La dose iniziale abituale è 10 mg una volta al giorno. Aggiustamenti del dosaggio devono essere fatti ad intervalli di 4 settimane o più. La dose massima è 80 mg una volta al giorno.
Ogni dose giornaliera viene somministrata in dose unica e la somministrazione può essere effettuata in qualsiasi momento della giornata, indipendentemente dai pasti.
Per i pazienti con malattia coronarica accertata o per altri pazienti ad elevato rischio di eventi ischemici l’obiettivo terapeutico è di raggiungere valori di LDL-C < 3 mmol/l (oppure < 115 mg/dl) e di colesterolo totale < 5 mmol/l (oppure < 190 mg/dl).
Adattato da “Prevention of coronary heart disease in clinical practice: Recommendations of the Second Joint Task Force of European and Other Societies on Coronary Prevention” in Atherosclerosis 140 (1998) 199-270.
Ipercolesterolemia primaria e Iperlipemia mista
La maggioranza dei pazienti è controllata con 10 mg di Xarator una volta al giorno. Entro due settimane si osserva una risposta terapeutica e la massima risposta terapeutica è raggiunta solitamente entro 4 settimane. La risposta si mantiene nel corso del trattamento a lungo termine.
Ipercolesterolemia familiare eterozigote
I pazienti devono iniziare con Xarator 10 mg al giorno. Il dosaggio deve essere personalizzato e aggiustato ogni 4 settimane fino a 40 mg al giorno. Successivamente, il dosaggio può essere aumentato fino a un massimo di 80 mg al giorno oppure può essere somministrato un sequestrante di acidi biliari insieme a 40 mg di atorvastatina una volta al giorno.
Ipercolesterolemia familiare omozigote
In uno studio per uso compassionevole condotto su 64 pazienti, su 46 pazienti la diagnosi era stata confermata da dati relativi ai recettori per le LDL. In questi 46 pazienti la riduzione percentuale media del colesterolo LDL è stata di circa il 21 % quando atorvastatina è stata somministrata a dosi fino a 80 mg/die.
Il dosaggio di atorvastatina in pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote è compreso tra 10 e 80 mg/die. In questi pazienti atorvastatina deve essere impiegato in aggiunta ad altri trattamenti ipolipemizzanti (es. LDL aferesi) o se tali trattamenti non sono disponibili.
Dosaggio in pazienti con insufficienza renale
Le alterazioni della funzione renale non influenzano le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina né gli effetti ipolipemizzanti di Xarator; pertanto non è richiesto alcun aggiustamento della posologia.
Impiego negli anziani
L'efficacia e la tollerabilità nei pazienti di oltre 70 anni trattati con le dosi raccomandate sono simili a quelle osservate nella popolazione in generale.
Uso pediatrico
L’uso pediatrico deve essere riservato agli specialisti.
L’esperienza in pediatria è limitata ad un piccolo numero di pazienti (età: 4-17 anni) con dislipidemie gravi, come l’ipercolesterolemia familiare omozigote. La dose iniziale raccomandata in questa popolazione è di 10 mg di atorvastatina al giorno. La dose può essere incrementata fino a 80 mg/die, a seconda della risposta e della tollerabilità. Non sono stati valutati i dati di sicurezza sullo sviluppo in questa popolazione.
Xarator è controindicato in pazienti con ipersensibilità ai componenti della specialità, con malattia epatica in fase attiva o con inspiegabili persistenti aumenti delle transaminasi, oltre 3 volte il limite normale superiore, con miopatia, nelle donne in corso di gravidanza e allattamento e in quelle in età fertile che non usano appropriate misure contraccettive.
Effetti sul fegato
Prove di funzionalita epatica devono essere effettuate prima dell'inizio del trattamento e periodicamente in tempi successivi. I pazienti che presentano segni o sintomi indicativi di danno epatico devono essere sottoposti a controllo della funzione epatica. I pazienti che presentano aumento delle transaminasi devono essere controllati fino alla normalizzazione dei valori. Qualora persista un aumento delle transaminasi oltre 3 volte il limite normale superiore, si raccomanda la riduzione della dose o la sospensione di Xarator (vedi 4.8 Effetti Indesiderati).
Xarator deve essere impiegato con prudenza in pazienti che consumano abbondanti quantita di alcool e/o che hanno una storia di malattia epatica.
Effetti sulla muscolatura scheletrica
Atorvastatina, come altri inibitori della HMG-CoA reduttasi, in rare occasioni puo avere effetti sulla muscolatura scheletrica e puo causare mialgia, miosite e miopatia che possono progredire fino a rabdomiolisi, una condizione potenzialmente fatale caratterizzata da marcati aumenti di creatinfosfochinasi (CPK) (> 10 volte il limite normale superiore), mioglobinemia e mioglobinuria che possono portare alla insufficienza renale.
Prima del trattamento
Atorvastatina deve essere prescritta con cautela in pazienti con fattori predisponenti alla rabdomiolisi. Il livello della creatinfosfochinasi (CPK) deve essere misurato prima di iniziare il trattamento in presenza delle seguenti condizioni cliniche:
. Compromissione della funzionalita renale
. Ipotiroidismo
. Storia personale o familiare di disturbi muscolari ereditari
. Precedenti di tossicita muscolare associata all'impiego di una statina o di un fibrato
. Precedenti di malattia epatica e/o quando vengono assunte considerevoli quantita di bevande alcoliche
. Negli anziani (eta > 70 anni) la necessita di effettuare queste misurazioni deve essere valutata in base alla presenza di altri fattori predisponenti alla rabdomiolisi
In tali situazioni il rischio del trattamento deve essere valutato in relazione al possibile beneficio e se ne raccomanda il monitoraggio clinico.
Se i livelli di CPK sono significativamente elevati rispetto ai valori basali (> 5 volte il limite normale superiore) il trattamento non deve essere iniziato.
Misurazione della creatinfosfochinasi
La creatinfosfochinasi (CPK) non deve essere misurata dopo un intenso esercizio fisico o in presenza di eventuali possibili cause di incremento della CPK in quanto cio rende difficile l'interpretazione del valore ottenuto. Se i livelli di CPK sono significativamente aumentati rispetto ai valori basali (> 5 volte il limite normale superiore), i livelli di CPK devono essere nuovamente misurati entro i 5-7 giorni succesivi per confermare i risultati.
Durante il trattamento
. I pazienti devono essere avvertiti di comunicare prontamente episodi di dolore muscolare, crampi o debolezza, in particolare se associati a malessere o febbre.
. Se questi sintomi si verificano quando un paziente e in trattamento con atorvastatina, devono essere misurati i livelli di CPK. Se questi livelli risultano significativamente aumentati rispetto ai valori basali (> 5 volte il limite normale superiore), il trattamento dovra essere interrotto.
. Se i sintomi muscolari sono gravi e causano disturbi quotidiani, anche se i livelli di CPK sono < 5 il limite normale superiore, si deve prendere in considerazione l'interruzione del trattamento.
. Se i sintomi si risolvono ed i livelli di CPK si normalizzano, puo essere presa in considerazione la possibilita di riavviare il trattamento con atorvastatina o con un'altra statina al dosaggio piu basso ed effettuare un accurato monitoraggio.
. Il trattamento con atorvastatina deve essere interrotto se compaiono aumenti di CPK clinicamente significativi (> 10 volte il limite normale superiore) o se e diagnosticata o sospettata una rabdomiolisi.
Il rischio di rabdomiolisi aumenta quando atorvastatina viene somministrata insieme ad alcuni farmaci come ciclosporina, eritromicina, claritromicina, itraconazolo, ketoconazolo, nefazodone, niacina, gemfibrozil, altri derivati dall'acido fibrico o inibitori delle proteasi dell'HIV (vedi vedi 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme d'interazione e 4.8 Effetti Indesiderati).
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Il rischio di miopatia durante trattamento con gli inibitori della HMG-CoA reduttasi è aumentato dalla contemporanea somministrazione di ciclosporina, derivati dall'acido fibrico, antibiotici macrolidi, inclusa eritromicina, antimicotici di tipo azolico o niacina; in rare occasioni si è verificata rabdomiolisi con disfunzione renale secondaria a mioglobinuria. Pertanto, dovranno essere valutati attentamente i rischi e i benefici della terapia concomitante (vedi 4.4. Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego).
Inibitori del citocromo P450 3A4: Atorvastatina è metabolizzata dal citocromo P450 3A4. Alcune interazioni possono verificarsi quando atorvastatina viene somministrata insieme agli inibitori del citocromo P450 3A4 (ad es. ciclosporina, antibiotici macrolidi, incluse eritromicina e claritromicina, nefazodone, antimicotici di tipo azolico, incluso itraconazolo, e inibitori delle proteasi dell’HIV). Tale somministrazione concomitante può causare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatina. Pertanto, si richiede particolare attenzione quando atorvastatina viene usata in associazione a questi medicinali (vedi anche 4.4. Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego).
Inibitori della glicoproteina-P: atorvastatina ed i metaboliti della atrorvastatina sono substrati della glicoproteina-P. Gli inibitori della glicoproteina-P (p.es. ciclosporina) possono aumentare la biodisponibilità di atorvastatina.
Eritromicina, claritromicina: La contemporanea somministrazione di atorvastatina 10 mg una volta al giorno ed eritromicina (500 mg QID), o atorvastatina 10 mg una volta al giorno e claritromicina (500 mg BID), noti inibitori del citocromo P450 3A4, si è associata ad aumento delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatina. La claritromicina ha aumentato la Cmax e la AUC di atorvastatina rispettivamente del 56 % e dell’80 %.
Itraconazolo: La contemporanea somministrazione di atorvastatina 40 mg e itraconazolo 200 mg/die ha determinato un aumento pari a 3 volte della AUC di atorvastatina.
Inibitori delle proteasi: La contemporanea somministrazione concomitante di atorvastatina e inibitori delle proteasi, noti inibitori del citocromo P450 3A4, è associata ad aumento delle concentrazioni plasmatiche di atorvastatina.
Succo di pompelmo: Contiene uno o più componenti che inibiscono il citocromo P450 3A4 e può causare un incremento dei livelli plasmatici dei farmaci metabolizzati dal citocromo P450 3A4. L’assunzione di una quantità di succo di pompelmo pari a 240 mLl ha determinato un aumento della AUC di atorvastatina pari al 37 % ed una riduzione della AUC del metabolita attivo orto-idrossilato del 20,4 %. Tuttavia, grosse quantità di succo di pompelmo (oltre 1,2 l/die per 5 giorni) hanno comportato un incremento della AUC di atorvastatina pari a 2,5 volte ed un incremento della AUC degli inibitori attivi della HMG-CoA reduttasi (atorvastatina e metaboliti) pari a 1,3 volte. Pertanto, l’assunzione concomitante di notevoli quantità di succo di pompelmo e di atorvastatina è sconsigliata.
Induttori del citocromo P450 3A4: Gli effetti provocati dagli induttori del citocromo P450 3A4 (ad es. rifampicina o fenitoina) su Xarator non sono noti. La possibile interazione con altri substrati di questo isoenzima non è nota, ma dovrebbe essere considerata per altri farmaci con un ristretto indice terapeutico, per esempio, agenti antiaritmici di classe III, incluso l'amiodarone.
Altre terapie concomitanti:
Gemfibrozil/derivati dall’acido fibrico: il rischio di miopatia indotto dall’atorvastatina può aumentare in caso di contemporanea somministrazione dei derivati dall’acido fibrico. In base ai risultati degli studi in vitro la via metabolica della atorvastatina attraverso la glucuronidazione viene inibita dal gemfibrozil. Ciò può causare un aumento dei livelli plasmatici di atorvastatina (vedi anche 4.4. Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego).
Digossina: La somministrazione contemporanea di dosi multiple di digossina ed atorvastatina 10 mg non ha alterato le concentrazioni plasmatiche della digossina allo steady-state. Tuttavia, le concentrazioni di digossina sono aumentate di circa il 20 % in seguito alla somministrazione di digossina con atorvastatina 80 mg/die. Questa interazione può essere spiegata in base ad un’inibizione della proteina di trasporto transmembrana, la P-glicoproteina. I pazienti che assumono digossina devono essere controllati in maniera appropriata.
Contraccettivi orali: La contemporanea somministrazione di Xarator e un contraccettivo orale contenente noretindrone ed etinilestradiolo ha determinato aumento delle concentrazioni plasmatiche di noretindrone e di etinilestradiolo. L'aumento di tali concentrazioni deve essere tenuto in considerazione quando si stabiliscono le dosi dei contraccettivi orali.
Colestipolo: Le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi sono risultate ridotte (circa 25 %) quando colestipolo è stato somministrato con Xarator. Tuttavia, gli effetti sui lipidi sono risultati maggiori quando Xarator e colestipolo sono stati somministrati contemporaneamente rispetto a quando sono stati somministrati da soli.
Antiacidi: La contemporanea somministrazione di Xarator e di una sospensione orale contenente idrossidi di magnesio e alluminio ha ridotto le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi di circa il 35 %; tuttavia la riduzione del colesterolo LDL non è apparsa alterata.
Warfarina: La contemporanea somministrazione di Xarator e warfarina ha dato luogo ad una piccola diminuzione del tempo di protrombina durante i primi giorni di terapia che si è normalizzato entro 15 giorni di trattamento con Xarator. Tuttavia, i pazienti che ricevono warfarina devono essere monitorati attentamente se Xarator viene aggiunto alla loro terapia.
Fenazone: La contemporanea somministrazione di dosi ripetute di Xarator e di fenazone ha determinato piccoli o non rilevabili effetti sulla clearance del fenazone.
Cimetidina: Uno studio di interazione tra cimetidina e Xarator non ha mostrato interazioni.
Amlodipina: la farmacocinetica di atorvastatina non è stata modificata dalla somministrazione concomitante di atorvastatina 80 mg ed amlodipina 10 mg allo steady-state.
Altri trattamenti: Non sono state osservate interazioni clinicamente significative in studi clinici in cui Xarator è stato somministrato con antiipertensivi o ipoglicemizzanti.
Xarator è controindicato in gravidanza e durante l'allattamento. Le donne in età fertile devono impiegare idonee misure contraccettive. La sicurezza di atorvastatina in gravidanza e durante l'allattamento non è stata provata.
Studi nell'animale evidenziano che gli inibitori della HMG-CoA reduttasi possono influenzare lo sviluppo degli embrioni o dei feti. I ratti nati da madri esposte ad atorvastatina in dosi superiori a 20 mg/kg/die (esposizione clinica sistemica) hanno presentato ritardo di sviluppo e riduzione della sopravvivenza postnatale. Nel ratto le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi sono simili a quelle riscontrate nel latte materno. Non è noto se atorvastatina o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano.
Non ci sono segnalazioni di effetti indesiderati tali da suggerire che pazienti trattati con Xarator possano avere qualche peggioramento della capacità di guidare e di usare macchinari pericolosi.
Gli effetti indesiderati che possono verificarsi con maggiore frequenza sono principalmente di tipo gastrointestinale ed includono: stipsi, flatulenza, dispepsia e dolore addominale. Tali eventi di solito migliorano con il proseguimento del trattamento.
Meno del 2 % dei pazienti ha abbandonato gli studi clinici per effetti collaterali attribuiti a Xarator.
Nella tabella seguente è illustrato il profilo di sicurezza di Xarator, basato sui dati provenienti dagli studi clinici e dalla considerevole esperienza post-marketing.
Le frequenze stimate degli eventi si basano sulla seguente convenzione: comuni (>1/100, <1/10); non comuni (>1/1000, <1/100); rari (>1/10000, < 1/1000); molto rari (<1/10000).
Disturbi gastrointestinali:
Comuni: stipsi, flatulenza, dispepsia, nausea, diarrea.
Non comuni: anoressia, vomito.
Disturbi del sistema ematico e linfatico:
Non comuni: trombocitopenia.
Disturbi del sistema immunitario:
Comuni: reazioni allergiche.
Molto rari: anafilassi.
Disturbi endocrini:
Non comuni: alopecia, iperglicemia, ipoglicemia, pancreatite.
Disturbi psichiatrici:
Comuni: insonnia.
Non comuni: amnesia.
Disturbi del sistema nervoso:
Comuni: cefalea, capogiri, parestesia.
Non comuni: neuropatia periferica.
Disturbi epatobiliari:
Rari: epatite, ittero colestatico.
Disturbi della cute e degli annessi cutanei:
Comuni: rash cutaneo, prurito.
Non comuni: orticaria.
Molto rari: edema angioneurotico, rash bolloso (inclusi eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e epidermolisi necrotica).
Disturbi muscoloscheletrici:
Comuni: mialgia, artralgia.
Non comuni: miopatia.
Rari: miosite, rabdomiolisi.
Disturbi dell’apparato riproduttivo:
Non comuni: impotenza
Altri:
Comuni: astenia, dolore toracico, dolore alla schiena, edema periferico.
Non comuni: malessere, aumento di peso.
Esami di laboratorio:
Come con altri inibitori della HMG-CoA reduttasi, sono stati segnalati aumenti delle transaminasi sieriche in pazienti trattati con Xarator. Questi aumenti sono stati di solito lievi e transitori e non hanno richiesto la sospensione del trattamento. Aumenti clinicamente importanti (> 3 volte il limite normale superiore) delle transaminasi sieriche sono stati osservati nello 0,8 % dei pazienti trattati con Xarator. Questi aumenti sono risultati dose-dipendenti e reversibili in tutti i pazienti.
Negli studi clinici sono stati osservati livelli elevati di creatinfosfochinasi (CPK) oltre 3 volte il limite normale superiore nel 2,5 % dei pazienti trattati con Xarator in modo simile ad altri inibitori della HMGCoA reduttasi. Livelli oltre 10 volte il limite normale superiore sono stati osservati nello 0,4 % dei pazienti trattati con Xarator (vedi 4.4. Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego, effetti sulla muscolatura scheletrica).
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Non è disponibile un trattamento specifico per il sovradosaggio di Xarator. In caso di sovradosaggio, effettuare trattamento sintomatico ed istituire misure di supporto secondo necessità. Si dovranno eseguire test di funzionalità epatica e i livelli sierici di CPK dovranno essere monitorati. A causa dell'elevato legame di atorvastatina con le proteine plasmatiche non è previsto che l'emodialisi aumenti significativamente la clearance di atorvastatina.
Atorvastatina appartiene alla classe degli inibitori della HMG-CoA reduttasi (codice ATC C10AA05).
Atorvastatina è un inibitore selettivo e competitivo della HMG-CoA reduttasi, l'enzima limitante la velocità di conversione del 3-idrossi-3-metil-glutaril Coenzima A ad acido mevalonico, un precursore degli steroli, incluso il colesterolo. I trigliceridi e il colesterolo sintetizzati nel fegato sono incorporati in lipoproteine a densità molto bassa (VLDL) ed immessi nel plasma per essere distribuiti ai tessuti periferici. Le lipoproteine a bassa densità (LDL) sono formate a partire dalle VLDL e sono catabolizzate principalmente dal recettore ad alta affinità per le LDL (recettore LDL).
Atorvastatina abbassa il colesterolo plasmatico e le concentrazioni sieriche delle lipoproteine, inibendo la HMG-CoA reduttasi e di conseguenza la biosintesi del colesterolo epatico ed aumenta il numero di recettori LDL presenti sulla superficie cellulare, con conseguente aumentata captazione e catabolismo delle LDL.
Atorvastatina riduce la produzione di LDL e il numero di particelle di LDL. Atorvastatina determina un cospicuo e prolungato aumento di attività recettoriale di LDL, unitamente ad una utile modificazione della qualità delle particelle di LDL circolanti. Atorvastatina è efficace nel ridurre il colesterolo LDL in pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare omozigote, una popolazione che solitamente non risponde a farmaci ipolipemizzanti.
In uno studio dose-risposta, atorvastatina ha dimostrato di ridurre le concentrazioni di colesterolo totale (30 %-46 %), colesterolo LDL (41 %-61 %), apolipoproteina B (34 %-50 %) e trigliceridi (14 %-33 %) provocando contemporaneamente variabili aumenti di colesterolo HDL e apolipoproteina A1. Questi risultati sono stati evidenziati in pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote, forme di ipercolesterolemia non familiare e iperlipemia mista, inclusi pazienti con diabete mellito non insulinodipendente.
È stato dimostrato che la riduzione del colesterolo totale, del colesterolo LDL e dell'apolipoproteina B riduce i rischi di eventi cardiovascolari e di mortalità cardiovascolare. Studi di mortalità e morbilità con atorvastatina non sono ancora terminati.
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Assorbimento: Atorvastatina è assorbita rapidamente dopo somministrazione orale; le massime concentrazioni plasmatiche (Cmax) si raggiungono entro 1-2 ore. L'entità dell'assorbimento è proporzionale alla dose di atorvastatina. Dopo somministrazione orale, la biodisponibilità delle compresse rivestite con film è pari al 95 %-99 % di quella della soluzione orale di atorvastatina. La biodisponibilità assoluta di atorvastatina è circa il 12 % e la disponibilità sistemica dell'attività inibente la HMG-CoA reduttasi è circa il 30 %. La bassa disponibilità sistemica è attribuita alla clearance presistemica a livello della mucosa gastrointestinale e/o al metabolismo epatico di primo passaggio.
Distribuzione: Il volume medio di distribuzione di atorvastatina è approssimativamente 381 l. Atorvastatina è legata alle proteine plasmatiche per il 98 % e più.
Metabolismo: Atorvastatina è metabolizzata dal citocromo P450 3A4 a derivati orto- e para-idrossilati e a vari prodotti di beta-ossidazione. Oltre ad altre vie metaboliche, questi prodotti sono anche metabolizzati attraverso la glucuronidazione. In vitro l'inibizione della HMG-CoA reduttasi da parte dei metaboliti orto- e para-idrossilati è equivalente a quella dell'atorvastatina. Circa il 70 % dell'attività inibente circolante a carico della HMG-CoA reduttasi è attribuita ai metaboliti attivi.
Escrezione: Atorvastatina è eliminata principalmente nella bile dopo metabolismo epatico e/o extraepatico.
Tuttavia, non sembra che il farmaco sia sottoposto a un significativo ricircolo enteroepatico. Nell'uomo l'emivita media di eliminazione di atorvastatina è di circa 14 ore. L'emivita dell'attività inibente la HMGCoA reduttasi è approssimativamente di 20-30 ore per effetto dei metaboliti attivi.
Popolazioni particolari
Anziani: Le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi nell'anziano sano sono più elevate di quelle del giovane adulto mentre gli effetti sui lipidi sono paragonabili a quelli osservati in popolazioni di pazienti più giovani.
Bambini: Non sono disponibili dati di farmacocinetica nella popolazione pediatrica.
Sesso di appartenenza: Le concentrazioni di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi nella donna differiscono da quelle dell’uomo (Donne: Cmax circa 20 % maggiore e AUC circa 10 % minore). Queste differenze non sono apparse di alcun significato clinico, non avendo dato luogo a differenze clinicamente significative degli effetti sui lipidi tra uomini e donne.
Insufficienza renale: L'insufficienza renale non influenza la concentrazione plasmatica né gli effetti ipolipemizzanti di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi.
Atorvastatina non è risultata cancerogena nel ratto. La dose massima impiegata è risultata 63 volte maggiore della dose massima prevista nell'uomo (80 mg/die) calcolata in base ai mg/kg di peso corporeo ed è risultata da 8 a 16 volte maggiore se calcolata sui valori di AUC (0-24 ore) determinati in base all'attività inibente totale. In uno studio della durata di due anni nel topo, l'incidenza di adenomi epatocellulari nei maschi e di carcinomi epatocellulari nelle femmine è risultata aumentata alla dose massima impiegata. Questa dose è 250 volte maggiore della dose massima prevista nell'uomo calcolata in base ai mg/kg di peso corporeo.
L'esposizione sistemica è risultata da 6 a 11 volte maggiore se calcolata sulla AUC (0-24 ore). Atorvastatina non ha dimostrato potenziale mutageno o clastogenico in 4 test in vitro, con e senza attivazione metabolica, e in un test in vivo. In studi nell'animale atorvastatina non ha mostrato effetti sulla fertilità dei maschi e delle femmine a dosi fino a 175 e 225 mg/kg/die, rispettivamente, e non è risultata teratogena.
Calcio carbonato
Cellulosa microcristallina
Lattosio monoidrato
Croscarmellosa sodica
Polisorbato 80
Idrossipropilcellulosa
Magnesio stearato
Film di rivestimento:
Ipromellosa
Polietilenglicole
Titanio diossido (E171)
Talco Simeticone
Emulsionanti stearati
Acido sorbico
Cera candelilla
Non pertinente.
3 anni.
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
XARATOR 10 è disponibile in confezioni da 10 e 30 compresse da 10 mg. Blister costituiti da un foglio di poliamide/alluminio e polivinil cloruro e da un foglio di chiusura di carta/poliestere/alluminio con laccatura termosaldante vinilica oppure da un foglio di chiusura di alluminio con laccatura termosaldante vinilica.
Nessuna istruzione particolare.
PARKE-DAVIS S.p.A. – Via C. Colombo, 1 - 20020 Lainate (MI)
XARATOR 10
10 compresse da 10 mg - A.I.C.: 033005012
30 compresse da 10 mg – A.I.C.: 033005024
4 giugno 1997/31 ottobre 2001
Agosto 2003