Pubblicità
XATRAL
XATRAL 2,5 mg compresse rivestite
Ogni compressa contiene
principio attivo: alfuzosina cloridrato 2,5 mg.
XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato
Ogni compressa contiene
principio attivo: alfuzosina cloridrato 5 mg.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse rivestite.
Compresse rivestite a rilascio prolungato.
Trattamento della sintomatologia funzionale dell’ipertrofia prostatica benigna.
Pubblicità
XATRAL 2,5 mg compresse rivestite
Adulti
La posologia raccomandata è di 1 compressa di XATRAL 2,5 mg compresse rivestite 3 volte al giorno (7,5 mg/die).
La prima compressa deve essere assunta subito prima di coricarsi.
Anziani e pazienti in trattamento con antiipertensivi
Di norma, come precauzione nel prescrivere alfuzosina nei pazienti anziani (di età superiore ai 65 anni) e nei pazienti in trattamento con antiipertensivi, la posologia iniziale dovrebbe essere di 1 compressa mattino e sera.
Queste dosi possono essere aumentate in funzione della risposta clinica, senza comunque superare le 4 compresse da 2,5 mg (10 mg) al giorno.
Insufficienza renale
In pazienti con insufficienza renale si raccomanda, per precauzione, che la posologia iniziale sia di 1 compressa di XATRAL 2,5 mg compresse rivestite 2 volte al giorno e che essa sia poi adattata in funzione della risposta clinica.
Insufficienza epatica
Si raccomanda che, in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata, la terapia venga iniziata con una compressa al giorno di XATRAL 2,5 mg compresse rivestite, da aumentarsi a 2 compresse al giorno, in funzione della risposta clinica.
XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato
Adulti
La posologia di XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato è di 1 compressa 2 volte al giorno (mattino e sera).
La prima compressa deve essere assunta alla sera.
Anziani e pazienti in trattamento con antiipertensivi
Di norma, come precauzione nel prescrivere alfuzosina nei pazienti anziani (di età superiore ai 65 anni) e nei pazienti in trattamento con antiipertensivi, la posologia iniziale dovrebbe essere di una compressa di XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato alla sera. Questa dose può essere aumentata in funzione della risposta clinica fino al dosaggio di una compressa di XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato due volte al giorno (mattino e sera).
Insufficienza renale
In pazienti con insufficienza renale si raccomanda, per precauzione, che la posologia iniziale sia di una compressa di XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato alla sera, che può essere aumentata a 2 compresse al giorno in funzione della risposta clinica.
Insufficienza epatica
Si raccomanda che, in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata, la terapia venga iniziata con una dose singola di XATRAL 2,5 mg compresse rivestite, da aumentarsi a una compressa di XATRAL 2,5 mg compresse rivestite 2 volte al giorno, in funzione della risposta clinica.
Ipersensibilità al principio attivo (alfuzosina) o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Precedenti di ipotensione ortostatica.
Associazione concomitante con altri a1-antagonisti.
Grave insufficienza epatica.
Avvertenze speciali
Come con tutti gli altri a1-antagonisti in alcuni pazienti, in particolare in quelli che assumono farmaci antiipertensivi e nei pazienti anziani, può manifestarsi un’ipotensione ortostatica, con o senza sintomi (capogiri, affaticamento, sudorazione), nelle prime ore successive all’assunzione della alfuzosina. In questi casi il paziente dovrà essere posto in posizione supina sino alla completa risoluzione dei sintomi. Questi fenomeni sono generalmente transitori, compaiono all’inizio della terapia e, di norma, non pregiudicano la prosecuzione del trattamento. Il paziente deve essere informato sulla possibilità che si verifichino questi eventi.
Occasionalmente, in pazienti trattati con XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato, si possono riscontrare nelle feci compresse apparentemente intere, sebbene la cessione del principio attivo sia già avvenuta nel tratto gastrointestinale.
Precauzioni per l’uso
Si deve prestare attenzione quando si somministra alfuzosina a pazienti con ipotensione ortostatica.
Si deve prestare attenzione quando si somministra alfuzosina a pazienti nei quali altri a1-antagonisti hanno determinato un effetto ipotensivo pronunciato.
La pressione arteriosa deve essere controllata regolarmente, soprattutto all’inizio del trattamento.
Nei pazienti affetti da patologia coronarica, il trattamento specifico per l’insufficienza coronarica deve essere continuato. Se gli episodi anginosi riappaiono o peggiorano, il trattamento con alfuzosina deve essere interrotto.
Durante interventi di chirurgia della cataratta alcuni pazienti, precedentemente trattati o in trattamento con farmaci contenenti tamsulosina, hanno manifestato la sindrome dell’iride a bandiera (IFIS - Intraoperative Floppy Iris Syndrome), una variante della sindrome della piccola pupilla. Si sono verificati casi isolati con altri antagonisti alfa-1 adrenergici e non può essere esclusa la possibilità di un effetto di classe. La comparsa di tale sindrome può aumentare le complicanze chirurgiche durante l’intervento, il chirurgo prima di procedere con l’intervento dovrebbe essere al corrente del trattamento in corso o precedente con antagonisti alfa-1 adrenergici.Le compresse da 2,5 mg contengono lattosio quindi pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio/galattosio non devono assumere questo medicinale.
Links sponsorizzati
Interazioni medicamentose
Associazioni controindicate
Con altri a1-antagonisti (vedere”Controindicazioni”), a causa del rischio di potenziamento dell’effetto ipotensivo.
Associazioni che richiedono particolare attenzione
Farmaci antiipertensivi, a causa del possibile rischio di potenziamento dell’effetto ipotensivo (vedere”Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego”).
Con anestetici generali: la somministrazione di anestetici generali in pazienti trattati con alfuzosina può indurre instabilità della pressione arteriosa.
Con nitrati.
Inibitori potenti del CYP3A4 come ketoconazolo, itraconazolo e ritonavir da quando aumenta la concentrazione dell’alfuzosina nel sangue (vedere “Proprietà farmacocinetiche”).
Non si applica.
Non ci sono dati disponibili sull’effetto del farmaco sulla capacità di guidare veicoli. Effetti indesiderati quali vertigini, capogiri ed astenia, soprattutto all’inizio del trattamento. Di ciò si deve tenere conto quando si guidano veicoli o si utilizzano macchinari .
Per classificare gli effetti indesiderati è stata utilizzata, quando pertinente, la seguente valutazione delle frequenze derivanti dalle CIOMS: molto comune ≥ 10%, comune ≥ 1 e < 10%, non comune ≥ 0,1 e <1%, raro ≥ 0,01 e < 0,1%, molto raro < 0,01%, non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema nervoso centrale e disturbi psichiatrici
Comuni: svenimento/capogiri, vertigini, malessere, cefalea.
Non comuni: sonnolenza.
Patologie dell’occhio
Non comuni: visione anomala.
Non nota: sindrome dell’iride a bandiera (IFIS) (vedere 4.4).
Patologie cardiovascolari
Comuni: ipotensione ortostatica.
Non comuni: tachicardia, palpitazioni, sincope.
Molto rari: episodi anginosi in pazienti con patologie delle arterie coronarie preesistenti (vedere 4.4).
Patologie del sistema respiratorio
Non comuni: rinite.
Patologie gastrointestinali
Comuni: nausea, dolore addominale, diarrea, vomito, secchezza della bocca.
Patologie epatobiliari
Non nota: lesioni epatocellulari, epatopatia colestatica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comuni: rash, prurito.
Molto rari: orticaria, angioedema.
Disordini generali
Comuni: astenia
Non comuni: vampate di calore, edemi, dolore toracico.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Non nota: priapismo.
Links sponsorizzati
In caso di sovradosaggio il paziente deve essere ospedalizzato, mantenuto in posizione supina e deve essergli praticato un trattamento convenzionale per l’ipotensione.
Particolare cautela deve essere usata nei casi con complicazioni cardiache e cerebrovascolari.
A causa dell’elevata fissazione proteica, l’alfuzosina è difficilmente dializzabile.
Categoria farmacoterapeutica: farmaci usati nell’ipertrofia prostatica benigna; antagonisti dei recettori alfa-adrenergici.
Codice ATC: G04CA01
L’alfuzosina è un derivato chinazolinico attivo per via orale, dotato di attività antagonista selettiva sui recettori a1-adrenergici post-sinaptici.
Gli studi farmacologici in vitro hanno confermato la selettività dell’alfuzosina per i recettori a1-adrenergici, situati a livello del trigono vescicale, dell’uretra e della prostata.
Studi sperimentali nell’animale in vivo hanno dimostrato che l’alfuzosina diminuisce la pressione uretrale e, di conseguenza, la resistenza al flusso urinario durante la minzione. Inoltre l’alfuzosina inibisce la risposta ipertonica dell’uretra più rapidamente rispetto a quella della muscolatura liscia e risulta caratterizzata da una uroselettività funzionale nel ratto cosciente normoteso in quanto diminuisce la pressione uretrale a dosi inefficaci sulla pressione arteriosa.
In ambito clinico, nell’ipertrofia benigna della prostata, lo sviluppo e la gravità dei sintomi funzionali non sono correlati soltanto alla dimensione dell’adenomiofibroma, ma anche alla componente nervosa simpatica, la quale, per stimolazione dei recettori a1-adrenergici postsinaptici, aumenta in generale la tensione della muscolatura liscia del tratto urinario inferiore ed in particolare della componente stromale prostatica.
Studi controllati verso placebo condotti in pazienti con ipertrofia prostatica benigna, hanno mostrato:
- un aumento significativo del picco di flusso urinario sin dalla prima assunzione di alfuzosina,
- una riduzione significativa della pressione detrusoriale e un aumento del volume vescicale di urina che produce un forte desiderio di urinare,
- una riduzione significativa del volume urinario residuo.
Questi favorevoli effetti urodinamici hanno portato ad un miglioramento dei sintomi a carico delle basse vie urinarie sia di tipo irritativo che ostruttivo.
L’insufficienza renale cronica anche grave (clearance della creatinina compresa fra 15 e 40 ml/min) non viene aggravata dall’alfuzosina.
Links sponsorizzati
Caratteristiche della formulazione a pronto rilascio
L’alfuzosina ha un buon assorbimento, con un valore medio di biodisponibilità del 64%; le concentrazioni massime plasmatiche vengono generalmente raggiunte in circa 1,5 ore (da 0,5 a 6 ore). La cinetica è lineare nel range di dosi terapeutiche. Il profilo cinetico è caratterizzato da ampie variazioni individuali delle concentrazioni plasmatiche.
L’emivita di eliminazione plasmatica risulta circa 4,8 ore. Il legame alle proteine plasmatiche è del 90% circa; il 68,2% alla siero albumina umana ed il 52,5% alle glicoproteine del siero umano.
L’alfuzosina è massivamente metabolizzata ed è escreta principalmente attraverso le vie biliari e da qui nelle feci (75-91%); solo l’11% viene escreto nelle urine in forma non modificata.
Nessuno dei prodotti di biotrasformazione rilevati nell’uomo è dotato di attività farmacodinamica.
Il profilo farmacocinetico dell’alfuzosina non è influenzato dal cibo.
Nei soggetti anziani, di oltre 75 anni, l’assorbimento è più rapido ed i picchi di concentrazione sono più elevati. Inoltre la biodisponibilità può risultare aumentata ed in alcuni pazienti anziani il volume di distribuzione può essere ridotto, restando invariata l’emivita di eliminazione.
Il volume di distribuzione e la clearance dell’alfuzosina sono aumentati nei pazienti affetti da insufficienza renale, dializzati e non, e ciò è dovuto ad un aumento della frazione libera.
L’insufficienza renale cronica, anche se importante (clearance della creatinina fra 15 e 40 ml/min.), non è aggravata dall’alfuzosina.
In pazienti con grave insufficienza epatica, l’emivita di eliminazione plasmatica è prolungata. Si riscontra inoltre un aumento di 2 volte i valori di concentrazione massima plasmatica (Cmax) e di 3 volte i valori di area sottesa alla curva (AUC). La biodisponibilità è aumentata rispetto a quella osservata nei volontari sani.
Il profilo farmacocinetico dell’alfuzosina non è modificato dall’insufficienza cardiaca cronica.
Caratteristiche della formulazione a rilascio prolungato
La biodisponibilità di XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato è il 15% in meno rispetto alla biodisponibilità di XATRAL 2,5 mg compresse rivestite.
Il picco delle concentrazioni plasmatiche (Cmax) si ottiene circa 3 ore dopo l’assunzione di XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato; il tempo di emivita apparente di eliminazione dell’alfuzosina (t½β) è di 8 ore.
Questo profilo di farmacocinetica non viene influenzato dall’assunzione di cibo.
Interazioni metaboliche
CYP3A4 è il principale enzima epatico coinvolto nel metabolismo dell’alfuzosina. Il ketoconazolo è un potente inibitore del CYP3A4. Una dose giornaliera di 200mg di ketoconazolo ripetuta, per sette giorni ha provocato un aumento del Cmax (2.11 volte) e dell’AUClast (2.46 volte) di alfuzosina OD 10 mg assunta a stomaco pieno. Altri parametri quali il tmax e il t½β non sono stati modificati. La somministrazione giornaliera di 400 mg di ketoconazolo, ripetuta per 8 giorni ha aumentato il Cmax dell’alfuzosina di 2.3 volte , e l’AUClast e l’AUC di 3.2 e 3.0 volte, rispettivamente (vedere “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”).
Gli studi di tossicità condotti con l’alfuzosina hanno dimostrato che essa ha una bassa tossicità in seguito a somministrazione acuta.
Negli studi di tossicità per somministrazioni ripetute (da 1 a 12 mesi nel cane Beagle, da 1 a 6 mesi nel ratto) essa è risultata ben tollerata.
Il farmaco non ha indotto effetti embriotossici o teratogeni né modificato i parametri di fertilità e negli studi di mutagenesi e carcinogenesi non ha rivelato alcun potenziale mutageno o carcinogenico.
La formulazione a rilascio prolungato, somministrata per un mese nel cane a dosi 10 volte superiori la dose terapeutica usata nell’uomo, non ha indotto alcun effetto di ordine funzionale od organico, nè accumulazione plasmatica.
XATRAL 2,5 mg compresse rivestite
Nucleo: lattosio, cellulosa microcristallina, povidone, sodio carbossimetilamido, magnesio stearato.
Rivestimento: ipromellosa, macrogol 400, titanio diossido (E171).
XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato
Nucleo: cellulosa microcristallina, povidone, fosfato bicalcico diidratato, magnesio stearato, olio di ricino idrogenato.
Rivestimento: ipromellosa, glicole propilenico, titanio diossido (E171), ossidi di ferro (E172).
Al momento non si conoscono incompatibilità farmaceutiche al farmaco.
3 anni.
XATRAL 2,5 mg compresse rivestite
Conservare a temperatura non superiore a 25°C.
XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato
Nessuna speciale precauzione.
XATRAL 2,5 mg compresse rivestite
Astuccio di cartone litografato da 30 compresse rivestite, in blister.
XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato
Astuccio di cartone litografato da 20 compresse rivestite a rilascio prolungato, in blister.
Le compresse devono essere deglutite senza essere masticate.
Leggere attentamente il foglio illustrativo prima dell’uso.
Non usare il prodotto dopo la data di scadenza riportata sull’astuccio e sul blister.
Sanofi-aventis S.p.A. - Viale L. Bodio, 37/B - Milano.
XATRAL 2,5 mg compresse rivestite - A.I.C. n. 027314018
XATRAL 5 mg compresse rivestite a rilascio prolungato - A.I.C. n. 027314020 (Sospesa)
Rinnovo: 1 giugno 2005
Settembre 2008