la SARS |
Secondo la British Thoracic Society la polmonite è una malattia acuta con
immagine radiologica di addensamento polmonare segmentario o multiplo, né
riferibile ad altre cause note, che compare entro 72 ore dall'esordio clinico
dei sintomi. La sindrome respiratoria acuta grave, denominata SARS (Severe Acute
Respiratory Sindrome) è una malattia respiratoria che colpisce i polmoni la cui
causa è ancora sconosciuta che si è sviluppata di recente in alcune zone
dell'Asia, per giungere poi fino in Europa e Nord America.
Il primo caso si è verificato il 26 febbraio 2003, quando un uomo è stato
ricoverato in un Ospedale ad Hanoi (Vietnam), con febbre alta, tosse, dolori
muscolari e lieve mal di gola. Nei 4 giorni successivi al ricovero, ha
sviluppato anche crescenti difficoltà respiratorie e la necessità di
respirazione assistita. Gli esami di laboratorio hanno dimostrato un importante
calo di piastrine nel sangue. Nonostante le immediate cure, il paziente è
deceduto.
Sintomi |
La patologia comincia a manifestarsi con:
In alcuni casi i sintomi respiratori si manifestano sin dal primo insorgere
della malattia.
Dopo un primo periodo di tempo, che varia dai 3 ai 7 giorni, la malattia
progredisce con tosse asciutta, non espettorante, che a lungo andare comporta
uno scarso apporto di ossigeno al sangue. Nel 10-20% dei casi i pazienti avranno
bisogno di respirazione assistita.
Il periodo di incubazione della SARS è vario e comunque piuttosto breve, tra i 2
e i 7 giorni, anche se, in alcuni casi isolati, può raggiungere i 10 giorni.
Le cause della malattia |
Le ricerche sull'effettivo responsabile della malattia sono
ancora piuttosto frenetiche. I medici cinesi sostengono che sia un batterio, la
Chlamydia, in coppia con un virus (coronavirus) responsabile dell'epidemia.
I coronavirus sono un gruppo di virus che hanno un aspetto simile ad una corona
(da cui il nome),. Questi virus sono gli stessi che causano leggere malattie
alla parte alta del sistema respiratorio (naso, gola). Dall'analisi di
laboratorio è stato dimostrato che il coronavirus era presente in una varietà di
campioni clinici prelevati dai malati di SARS. Questo tipo di coronavirus, pur
appartenendo alla famiglia, differisce dagli altri precedentemente identificati.
Diffusione contagio |
La comparsa della malattia è piuttosto recente, pertanto è
difficile individuare con esattezza come avviene il contagio. Ciò che si è
osservato è che le persone a stretto contatto con i pazienti, pertanto medici e
familiari prossimi hanno sviluppato la stessa patologia. Si ritiene quindi che
il contatto stretto con i malati e con le loro secrezioni respiratori o fluidi
corporei siano causa di probabile contagio. La malattia si diffonde da persona a
persona soltanto attraverso il contatto ravvicinato. Non vi è finora
segnalazione su casi di diffusione casuale della malattia. La stragrande
maggioranza dei casi si sta verificando negli operatori sanitari e nelle
famiglie che hanno avuto contatti diretti con i pazienti
Nuove modalità di trasmissione sono state ipotizzate al contatto diretto: si sta
prendendo in considerazione l'eventualità che le secrezioni contenenti l'agente
causale possano entrare in sistemi comuni che collegano le stanze o gli
appartamenti. Questo tipo di diffusione potrebbe essere un ulteriore meccanismo
oltre a quello già documentato del contatto stretto.
Come comportarsi in caso di SARS |
In caso di presenza di questi sintomi:
è buona norma consultare il medico e informarlo di eventuali
viaggi in regioni dove sono stati riportati recenti casi di SARS o in caso di
contatti con persone che presentavano questi sintomi. In caso di viaggi recenti
nelle zone in cui è nata l'epidemie sarebbe necessario valutare il proprio stato
di salute in un intervallo di tempo che va dai 7 ai 10 giorni seguenti il
rientro e monitorare la comparsa di questi sintomi.
I pazienti a cui sia stata diagnosticata la Sindrome Respiratoria Acuta e Grave
dovrebbero essere tenuti in isolamento e posti in stanze singole. Sia gli
operatori sanitari che i visitatori (amici e pazienti) dovrebbero munirsi di
mascherine, cuffie, camici e quanto altro utile per evitare il contatto.
Le cure e gli esami diagnostici |
Fino a quando le informazioni sul virus scatenante la
polmonite atipica non saranno certe, la SARS sarà curata come ogni altro caso di
polmonite atipica grave. I trattamenti includono antibiotici per curare agenti
batterici e antivirali. Talvolta sono somministrati per via orale o intravenosa
steroidi in combinazione con antimicrobici.
I ricercatori USA stanno cercando di mettere a punto un vaccino contro la SARS,
concentrandosi sul collegamento sospetto tra il virus che provoca un comunissimo
raffreddore e quello responsabile della SARS.
Secondo i CDC (Centers for Disease Control) raccomandano ai medici di non trascurare l'inquadramento standard di tutti i pazienti, specie allo scopo di escludere che si tratti di altre malattie respiratorie note. Pertanto andrebbero eseguite:
La geografia del contagio |
La SARS non è di per sé una malattia altamente contagiosa, ma si è diffusa rapidamente a causa della velocità degli spostamenti internazionali. Pertanto le persone che si recano nelle zone colpite dal contagio, dovrebbero essere informate dei sintomi principali della SARS e sulla necessità di avvisare immediatamente all'Autorità Sanitaria una eventuale comparsa di sintomi noti, durante il loro viaggio o al ritorno a casa. Ad ogni modo, la consapevolezza dell'esistenza della malattia è ora molto alta nel mondo intero.
SARS: Domande frequenti |
(FONTE: OMS Organizzazione Mondiale della Sanità) Quali sono i sintomi della SARS? I sintomi più importanti sono febbre elevata, superiore a 38 gradi, tosse secca, respiro corto e difficoltà respiratoria; si possono manifestare anche cefalea, dolori muscolari, inappetenza, malessere, stato confusionale, rash cutaneo e diarrea; il quadro radiografico è indicativo di polmonite. In che modo avviene il contagio? Si ritiene che sia assolutamente necessario un contatto stretto con una persona infetta, mentre il contatto stretto con goccioline di aerosol e secrezioni corporee da una persona infetta è ritenuto importante. La maggior parte dei casi si è verificata, finora, tra operatori sanitari che avevano curato i pazienti affetti da SARS e tra i familiari conviventi dei pazienti. Tuttavia, la quantità di agente infettante necessaria per causare la malattia non è ancora stata determinata. E’ da precisare che i bagagli e le merci non sono ritenute a rischio per il contagio. Come devono essere trattati i pazienti affetti da SARS? I pazienti dovrebbero essere posti in unità di isolamento. E’ molto importante che i casi sospetti siano separati dagli altri pazienti e che siano posti in stanze singole. Sia gli operatori sanitari che i visitatori del paziente dovrebbero indossare mascherine, cuffie, camice, grembiule e guanti quando entrano in contatto con il paziente. Qual è il trattamento? Nessun farmaco, al momento, può essere raccomandato né per la profilassi, né per la terapia. Gli antibiotici non appaiono efficaci. Sono state usate misure sintomatiche e, in qualche caso, antivirali; come risultato di un buon supporto sanitario, alcuni pazienti in Hanoi sono passati da uno stato di salute critico ad uno stazionario. Quando sarà identificato l’agente patogeno? È stata istituita una squadra internazionale di ricerca che sta lavorando per identificare l’agente causale. 11 tra i migliori laboratori del mondo, dislocati in 10 Paesi, stanno lavorando insieme per questo scopo. Sono stati raccolti vari campioni biologici dai malati e dalla persone decedute. I test di laboratorio sono in corso. Quanto è veloce la diffusione della SARS? La SARS sembra essere meno contagiosa rispetto a molte altre malattie. Il periodo di incubazione è ritenuto essere breve, in media 3-6 giorni. Comunque, la rapidità degli spostamenti internazionali crea il rischio di una rapida diffusione. Dove e quando è stato riportato il primo caso di SARS? Il 26 Febbraio 2003, un uomo è stato ricoverato in un Ospedale ad Hanoi (Vietnam), con febbre alta, tosse secca, dolori muscolari e mal di gola lieve. Nei 4 giorni successivi ha sviluppato difficoltà respiratorie crescenti con insufficienza respiratoria, che ha richiesto ventilazione assistita; gli esami di laboratorio hanno rilevato grave diminuzione di piastrine nel sangue. Quanti casi sono stati segnalati attualmente? Dal 1 febbraio al 18 marzo sono stati segnalati 219 casi; 4 persone sono decedute. Negli stadi iniziali i sintomi sono simili a quelli di molte malattie, inclusa l’influenza. L’attenzione posta nei confronti della malattia e la vigilanza da parte delle autorità sanitarie, hanno portato alla segnalazione rapida dei casi sospetti; peraltro le indagini condotte hanno permesso di escludere, in alcuni casi, la malattia. In molti casi si è trattato di normali sindromi influenzali o simil-influenzali e, quindi, di allarmi infondati. Il numero cumulativo di casi, per distribuzione geografica, è disponibile sui siti web dell’OMS e del Ministero della Salute. Quanti Paesi hanno segnalato casi di SARS? Alla data del 18 marzo i casi sono stati segnalati da 9 Paesi, di questi 4 hanno solo casi importati senza prove di trasmissione locale; ciò indica che la malattia non si è diffusa in questi Paesi e quindi i residenti non sono a rischio. C’è un collegamento con l’epidemia di Guandong (Cina)? Estese indagini sono in corso per comprendere meglio l’epidemia di polmonite atipica che iniziò nella provincia di Guandong nel novembre 2002, i risultati di questa indagine potrebbero essere utili per chiarire possibili legami con i casi di SARS. Potrebbe essere il risultato di un’azione terroristica? Non vi è nessuna indicazione che la SARS sia legata al bioterrorismo. Dobbiamo essere preoccupati? La malattia può essere grave; si è diffusa rapidamente a causa della rapidità con cui avvengono gli spostamenti internazionali. Questo è motivo di attenzione. Comunque la SARS non è altamente contagiosa e la percentuale di casi fatali è bassa. Più del 90% dei casi segnalati dal 1 febbraio al 15 marzo sono operatori sanitari; circa il 10% dei casi sono contatti stretti degli operatori sanitari o dei pazienti (contatto stretto vuol dire: persone che si sono prese cura, che hanno vissuto o che hanno avuto contatto diretto con secrezioni respiratorie e fluidi corporei di una persona malata di SARS). Dal momento in cui l’OMS ha istituito l’allerta globale (15 marzo), sono stati identificati solo casi isolati e non si sono verificati focolai secondari. È sicuro viaggiare? L’OMS non ha raccomandato restrizioni per i viaggi verso qualunque destinazione. Tuttavia, i viaggiatori dovrebbero essere informati sui segni e i sintomi principali della SARS. Le persone che sono state in stretto contatto con malati di SARS oppure che hanno recentemente soggiornato nelle aree dalle quali si sono diffusi i casi di SARS e che dovessero presentare sintomi, quali febbre elevata, superiore a 38 gradi, tosse secca, respiro corto e difficoltà respiratorie, dovrebbero immediatamente consultare un medico ed informarlo del viaggio effettuato. Qual è lo scopo di avvisi per i viaggiatori? Lo scopo è di informare le persone sulla sintomatologia della SARS L’OMS non raccomanda l’annullamento o la restrizione per i viaggi verso qualsiasi destinazione, né restrizioni per il commercio. Lo scopo dell’avviso è di aumentare la consapevolezza dei viaggiatori, delle autorità sanitarie e dei medici, ma non di limitare i viaggi. Potrebbe essere questa la prossima pandemia influenzale? I test che sono stati condotti non hanno ancora individuato l’agente causale della SARS. Che cosa raccomanda l’OMS? L’OMS raccomanda che la sorveglianza globale sia mantenuta, che i casi sospetti vengano segnalati alle autorità sanitarie nazionali, che vengano attuate le misure protettive raccomandate. I pazienti dovrebbero essere isolati e assistiti e deve essere somministrata terapia sintomatica. Il personale di assistenza dovrebbe utilizzare barriere tecniche protettive. Come può l’opinione pubblica tenersi informata sulla situazione? Sul sito web dell’OMS vengono fornite giornalmente informazioni sull’evento e viene pubblicato l’aggiornamento giornaliero dei casi segnalati e dei decessi. Molte autorità nazionali hanno istituito dei siti web con informazioni eccellenti sia per il pubblico che per gli operatori sanitari. VEDERE PER L’ITALIA IL SITO www.ministerosalute.it Cosa sta facendo l’OMS? L’OMS, attraverso il sistema globale rapido di allerta e risposta alle epidemie, sta lavorando con i sui partners per individuare le dimensioni di questa epidemia e coordinare gli sforzi per identificare rapidamente l’agente eziologico, migliorare la diagnostica e fornire consigli sul trattamento. L’OMS lavora a stretto contatto con le autorità sanitarie dei Paesi interessati, per fornire supporto epidemiologico, clinico e logistico, laddove richiesto. Una squadra di epidemiologi, di esperti nel controllo delle malattie infettive e di esperti di laboratorio, sta fornendo assistenza alle autorità sanitarie, in particolare in Vietnam; la squadra di Hanoi ha ricevuto personale e apparecchiature da varie organizzazioni di tutto il mondo. Epidemiologi dell’OMS stanno anche dando supporto alle indagini ad Hong-Kong ed in Cina. (FONTE: OMS 18/03/2003) |
IL NUMERO VERDE DEL MINISTERO
800.571.661 attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00.
RACCOMANDAZIONI
PER GLI OPERATORI SANITARI (Fonte: Ministero della Salute)