Una compressa contiene alendronato sodico triidrato 91,37 mg,
equivalente ad acido alendronico 70 mg.
Compresse.
Compresse di colore bianco, di forma ovale, con inciso il
contorno dell’immagine di un osso da un lato e
“31” dall’altro.
- [Vedi Indice]
Trattamento dell’osteoporosi postmenopausale.
Alendros riduce il rischio di fratture
vertebrali e dell’anca.
�
Il dosaggio raccomandato è di una compressa da 70 mg
una volta a settimana.
Per ottenere un adeguato assorbimento di alendronato:
Alendros deve essere deglutito almeno 30
minuti prima di qualsiasi alimento, bevanda o farmaco della
giornata insieme solo ad acqua semplice. E’ probabile che
altre bevande (inclusa l'acqua minerale), alimenti e alcuni
farmaci riducano l'assorbimento di alendronato (vedere 4.5
Interazioni con altri medicinali ed altre forme
d’interazione).
Per facilitare il rilascio a livello gastrico e ridurre il
potenziale di irritazione/eventi indesiderati locali ed esofagei
(vedere 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni
d’impiego):
Alendros deve essere deglutito solo dopo
essersi alzati dal letto per iniziare la giornata, con un
bicchiere colmo d’acqua (non meno di 200 ml).
Il paziente non deve masticare o sciogliere in bocca la
compressa, a causa del rischio potenziale che si verifichino
ulcerazioni orofaringee.
Il paziente non deve distendersi fintanto che non abbia
mangiato qualcosa, il che deve avvenire almeno 30 minuti dopo
l’assunzione della compressa.
Il paziente non deve distendersi per almeno 30 minuti dopo
aver assunto Alendros .
Alendros non deve essere assunto al
momento di coricarsi o prima di alzarsi dal letto
all’inizio della giornata.
I pazienti devono assumere integratori di calcio e vitamina D
se l’introito dietetico non è adeguato (vedere 4.4
Speciali avvertenze e opportune precauzioni d’impiego).
Uso negli anziani: � Negli studi clinici non è
stata dimostrata nessuna differenza legata all’età
nei profili di efficacia o di sicurezza dell’alendronato.
Non è pertanto necessario alcun aggiustamento del dosaggio
nei pazienti anziani.
�Uso in caso di alterazione della funzione renale: Non
è necessario aggiustare il dosaggio nei pazienti con GFR
(velocità di filtrazione glomerulare) maggiore di 35
ml/min. L’alendronato non è raccomandato in pazienti
con funzione renale compromessa quando la GFR è minore di
35 ml/min, in quanto non sono disponibili informazioni in
proposito.
Uso nei bambini: l’alendronato non è stato
studiato nei bambini e non deve essere loro somministrato.
Alendros 70 mg non è stato
studiato nel trattamento dell’osteoporosi indotta dai
glicocorticoidi.
�
Patologie dell’esofago e altri fattori che ritardano lo
svuotamento esofageo, come stenosi e acalasia.
Impossibilità a stare in piedi o seduti con il busto
eretto per almeno 30 minuti.
Ipersensibilità all’alendronato o ad uno
qualsiasi degli eccipienti.
Ipocalcemia.
(vedere anche 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni
d’impiego).
�
L’alendronato può causare irritazione locale
della mucosa del tratto gastrointestinale superiore. A causa del
potenziale peggioramento della patologia di base, si deve agire
con cautela nel somministrare l’alendronato a pazienti con
patologie attive a livello del tratto gastro-intestinale
superiore, quali disfagia, patologie esofagee, gastrite,
duodenite, ulcere o con storia recente (entro l’anno
precedente) di patologie gastrointestinali importanti quali
ulcera peptica o sanguinamento gastrointestinale attivo o
chirurgia del tratto gastrointestinale superiore esclusa la
piloroplastica (vedere 4.3 Controindicazioni).
In pazienti in trattamento con alendronato sono stati
riportati eventi indesiderati (alcuni gravi e con
necessità di ospedalizzazione) a carico dell’esofago
quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, raramente
seguite da stenosi esofagee. Il medico deve, pertanto, fare
attenzione alla comparsa di qualsiasi segno o sintomo che indichi
una possibile reazione esofagea ed avvisare il paziente di
interrompere l’alendronato e rivolgersi ad un medico nel
caso si verifichino sintomi di irritazione esofagea quali
disfagia, odinofagia, dolore retrosternale, insorgenza o
peggioramento di pirosi.
Il rischio di eventi indesiderati gravi a livello esofageo
sembra essere maggiore nei pazienti che non assumono
l’alendronato in maniera appropriata e/o che continuano ad
assumere l’alendronato dopo lo sviluppo di sintomi
riferibili ad irritazione esofagea. E’ molto importante che
il paziente conosca e comprenda bene le modalità di
assunzione del farmaco (vedere 4.2 Posologia e modo di
somministrazione). Il paziente deve essere informato che se non
vengono seguite queste precauzioni, può aumentare il
rischio di problemi esofagei.
Mentre in ampi studi clinici non è stato osservato un
aumento del rischio, sono stati segnalati (dopo l’entrata
in commercio del farmaco) rari casi di ulcere gastriche e
duodenali, alcuni dei quali gravi ed associati a complicanze. Non
può essere esclusa una correlazione causale con il
farmaco.
I pazienti devono essere informati che in caso di mancata
assunzione della dose settimanale di
Alendros 70 mg, devono assumere una
compressa al mattino successivo al giorno in cui se ne sono
accorti. Non si devono prendere due compresse lo stesso giorno ma
si deve ricominciare ad assumere una compressa una volta a
settimana, nel giorno prescelto come stabilito in
precedenza.�
Non si raccomanda l'uso di alendronato in pazienti con
compromissione della funzione renale quando la GFR è
minore di 35 ml/min (vedere 4.2 Posologia e modo di
somministrazione).
Si devono considerare con attenzione cause di osteoporosi
diverse dalla carenza di estrogeni e dall'età.
L'ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la
terapia con alendronato (vedere 4.3 Controindicazioni). Anche
altri disturbi del metabolismo minerale (come una carenza di
vitamina D) devono essere trattati adeguatamente. A causa
dell’effetto positivo dell’alendronato
sull’incremento della mineralizzazione dell’osso,
può verificarsi una lieve ed asintomatica riduzione delle
concentrazioni sieriche di calcio e fosfato, specialmente nei
pazienti in terapia con glicocorticoidi, nei quali
l’assorbimento di calcio può essere ridotto.
Di conseguenza, è particolarmente importante assicurare
un adeguato apporto di calcio e vitamina D in pazienti in terapia
con glicocorticoidi.
�
E' probabile che cibo e bevande (inclusa l’acqua
minerale), integratori di calcio, antiacidi e altri farmaci per
somministrazione orale, se assunti contemporaneamente
all’alendronato, interferiscano con l'assorbimento di
quest’ultimo. Di conseguenza, i pazienti devono lasciare
trascorrere almeno 30 minuti dall'assunzione
dell’alendronato prima dell’assunzione orale di
qualsiasi altro farmaco (vedere 4.2 Posologia e metodo di
somministrazione e 5.2 Proprietà farmacocinetiche).
Non si prevedono altre interazioni farmacologiche di rilevanza
clinica. Negli studi clinici, ad alcuni pazienti sono stati
somministrati estrogeni (intravaginali, transdermici o orali)
durante il trattamento con l’alendronato. Non sono stati
identificati eventi indesiderati attribuibili all’uso degli
estrogeni durante il trattamento con alendronato.
Sebbene non siano stati condotti studi specifici di
interazione, negli studi clinici l’alendronato è
stato usato con una vasta gamma di farmaci comunemente prescritti
senza dare luogo ad eventi indesiderati di rilevanza clinica.
�
Uso durante la gravidanza
Non vi sono dati adeguati sull’uso di alendronato in
donne in gravidanza. Gli studi su animali non indicano effetti
dannosi diretti sulla gravidanza, lo sviluppo embrio/fetale o lo
sviluppo postnatale. L’alendronato ha causato distocia
dovuta all’ipocalcemia nei ratti in gravidanza (vedere 5.3
Dati preclinici di sicurezza). Data l’indicazione,
l’alendronato non deve essere usato in gravidanza.
Uso durante l’allattamento
Non è noto se l’alendronato viene escreto nel
latte umano. Data l’indicazione, l’alendronato non
deve essere utilizzato durante l’allattamento.
�
Non sono stati osservati effetti sulla capacità di
guidare o di usare macchinari.
�
In uno studio clinico della durata di un anno, nelle donne in
post-menopausa con osteoporosi, i profili globali di sicurezza di
Alendros 70 mg una volta a settimana
(n=519) e alendronato 10 mg/die (n=370), sono risultati
simili.
In due studi della durata di tre anni di disegno
sostanzialmente identico, nelle donne in post-menopausa
(alendronato 10 mg: n=196, placebo: n=397) i profili globali di
sicurezza di alendronato 10 mg/die e placebo sono risultati
simili.
Gli eventi indesiderati segnalati dagli investigatori come
possibilmente, probabilmente o sicuramente correlati al farmaco
sono presentati nella tabella che segue se si sono verificati in
≥ 1% per ciascun gruppo di trattamento nello studio ad un
anno, oppure se si sono verificati in ≥ 1% dei pazienti
trattati con alendronato 10 mg/die e ad un’incidenza
superiore al placebo negli studi a tre anni:
|
Studio ad un anno
|
Studi a tre anni
|
|
Alendros
� 70 mg
(n = 519)
%
|
Alendronato
10 mg/die
(n = 370)
%
|
Alendronato
10 mg/die
(n = 196)
%
|
Placebo
(n = 397)
%
|
|
|
|
|
|
Gastro-intestinali
|
|
|
|
|
Dolore addominale
|
3,7
|
3,0
|
6,6
|
4,8
|
Dispepsia
|
2,7
|
2,2
|
3,6
|
3,5
|
Rigurgito acido
|
1,9
|
2,4
|
2,0
|
4,3
|
Nausea
|
1,9
|
2,4
|
3,6
|
4,0
|
Distensione addominale
|
1,0
|
1,4
|
1,0
|
0,8
|
Stipsi
|
0,8
|
1,6
|
3,1
|
1,8
|
Diarrea
|
0,6
|
0,5
|
3,1
|
1,8
|
Disfagia
|
0,4
|
0,5
|
1,0
|
0,0
|
Flatulenza
|
0,4
|
1,6
|
2,6
|
0,5
|
Gastrite
|
0,2
|
1,1
|
0,5
|
1,3
|
Ulcera gastrica
|
0,0
|
1,1
|
0,0
|
0,0
|
Ulcera esofagea
|
0,0
|
0,0
|
1,5
|
0,0
|
Muscoloscheletrici
|
|
|
|
|
Dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o� articolare)
|
2,9
|
3,2
|
4,1
|
2,5
|
Crampi muscolari
|
0,2
|
1,1
|
0,0
|
1,0
|
Neurologici
|
|
|
|
|
Cefalea
|
0,4
|
0,3
|
2,6
|
1,5
|
Negli studi clinici e/o con l’uso commerciale del
farmaco sono state riportate anche le seguenti reazioni
indesiderate:
Comuni (³1/100, <1/10)
Gastrointestinali:dolore addominale, dispepsia, stipsi,
diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, melena, disfagia*,
distensione addominale, rigurgito acido.
Muscoloscheletrici:dolori muscoloscheletrici (ossei,
muscolari o articolari)
Neurologici:cefalea.
Non comuni (³1/1.000, <1/100)
Organismo in toto:rash, eritema
Gastrointestinali:���������� nausea, vomito, gastrite,
esofagite*, erosioni esofagee*.
Rari (³1/10.000, <1/1.000)
Organismo in toto:reazioni di ipersensibilità
inclusi orticaria e angioedema. Rash con
fotosensibilizzazione.
Gastrointestinali:stenosi esofagea*, ulcerazione
orofaringea*,� SUP (Sanguinamento, Ulcere, Perforazione) del
tratto gastrointestinale superiore, sebbene non si possa
escludere una relazione causale.
Sensi speciali:uveite.
*Vedere 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni
d’impiego e 4.2 Posologia e modo di somministrazione
Dati di laboratorio
Negli studi clinici, sono state riportate riduzioni
asintomatiche, lievi e transitorie del calcio e del fosfato
sierici rispettivamente nel 18% e nel 10% circa dei pazienti
trattati con alendronato 10 mg/die rispetto a 12% e 3% circa di
quelli trattati con placebo. Tuttavia, le incidenze delle
riduzioni del calcio sierico fino a valori <8,0 mg/dl (2,0
mmol/l) e del fosfato sierico fino a valori di ≤ 2,0 mg/dl
(0,65 mmol/l) rilevate nei due gruppi di trattamento sono
risultate simili.
�
L'ipocalcemia, l'ipofosfatemia e gli eventi indesiderati del
tratto gastrointestinale superiore, quali disturbi gastrici,
pirosi gastrica, esofagite, gastrite o ulcera, possono essere la
conseguenza di un sovradosaggio orale.
Non sono disponibili informazioni specifiche sul trattamento
di un sovradosaggio con alendronato. Somministrare latte o
antiacidi che si legano all'alendronato. A causa del rischio di
irritazione esofagea, non indurre il vomito e tenere il paziente
rigorosamente con il busto eretto.
�
Gruppo farmacoterapeutico: bisfosfonato, per il
trattamento delle malattie delle ossa.
Codice ATC:� M05B A04
Il principio attivo di Alendros, alendronato sodico triidrato,
è un bisfosfonato che agisce come un inibitore specifico
del riassorbimento osseo mediato dagli osteoclasti senza effetto
diretto sulla formazione dell’osso.
Studi preclinici hanno mostrato che l’alendronato si
localizza in maniera preferenziale nei siti di riassorbimento
attivo. Viene inibita l’attività, ma il reclutamento
e l’adesione degli osteoclasti non sono alterati.
Il tessuto osseo formatosi durante il trattamento con
l’alendronato è qualitativamente normale.
Trattamento dell’osteoporosi post-menopausale
Gli effetti dell’alendronato sulla massa ossea e
sull’incidenza di fratture nelle donne in post-menopausa
sono stati esaminati in due studi iniziali sull’efficacia,
di disegno identico (n=994), e nel Fracture Intervention Trial
(FIT: n=6.459).
Negli studi iniziali sull’efficacia, gli aumenti medi
della densità minerale ossea (DMO) con alendronato10
mg/die confrontati con il placebo a tre anni sono stati
dell’8,8%, 5,9% e 7,8% a livello del rachide, del collo del
femore e del trocantere, rispettivamente. Anche la DMO
dell’organismoin toto è aumentata in maniera
significativa. C’è stata una riduzione del 48%
(alendronato 3,2%vs placebo 6,2%) nella proporzione di
pazienti trattati con alendronato con una o più fratture
vertebrali rispetto a quelli trattati con il placebo.
Nell’estensione a due anni di questi studi, la DMO ha
continuato ad aumentare a livello del rachide e del trocantere e
si è mantenuta stabile a livello del collo del femore e
dell’organismoin toto.
L’equivalenza terapeutica di
Alendros 70 mg una volta a settimana
(n=519) e alendronato 10 mg/die (n=370) è stata dimostrata
in uno studio multicentrico di un anno su donne in post-menopausa
con osteoporosi. Gli aumenti medi di DMO dal basale a livello del
tratto lombare del rachide ad un anno sono stati del 5,1% (95% CI
4.8, 5,4%) nel gruppo trattato con 70 mg in monosomministrazione
settimanale e del 5,4% (95% CI: 5,0, 5,8%) nel gruppo trattato
con 10 mg/die. Gli aumenti medi della DMO sono stati del 2,3% e
del 2,9% a livello del collo del femore e del 2,9% e 3,1% in
tutta l’anca, rispettivamente per i gruppi trattati con 70
mg una volta settimana e 10 mg una volta al giorno. I due gruppi
sono risultati simili riguardo agli incrementi di DMO in altri
distretti ossei.
Il FIT (Fracture Intervention Trial) è stato
composto da due studi controllati con placebo su alendronato una
volta al giorno (5 mg al giorno per due anni e 10 mg al giorno
per uno o due ulteriori anni): uno studio a 3 anni su 2027
pazienti che avevano almeno una frattura vertebrale al basale
(compressione) e uno studio a 4 anni su 4432 pazienti con bassa
massa ossea, ma senza una frattura vertebrale al basale, il 37%
delle quali era affetta da osteoporosi definita da una DMO al
basale a livello del collo del femore di almeno 2,5 deviazioni
standard al di sotto della media per donne adulte giovani.
Nello studio a tre anni l’alendronato una volta al
giorno ha ridotto l’incidenza di ³1 nuova frattura
vertebrale del 47% (alendronato 7,9%vs placebo 15,0%).
Una riduzione statisticamente significativa è stata
inoltre rilevata nell’incidenza di fratture dell’anca
(1,1%vs 2,2%, una riduzione del 51%).
Nello studio a quattro anni, l’analisi del sottogruppo
di donne osteoporotiche (T-score del collo femorale £-2,5
al basale, senza frattura vertebrale al basale) ha mostrato una
riduzione statisticamente significativa dell’incidenza di
fratture dell’anca (alendronato 1,0%vs placebo
2,2%, una riduzione del 56%) e dell’incidenza di ³1
frattura vertebrale (2,9%vs 5,8%, una riduzione del
50%).
�
Assorbimento
Rispetto ad una dose di riferimento somministrata per via
endovenosa, la biodisponibilità orale media
dell'alendronato nelle donne è stata dello 0,64% per dosi
da 5 a 70 mg, somministrate dopo il digiuno notturno e 2 ore
prima di una colazione standardizzata. Allo stesso modo, la
biodisponibilità si è ridotta a circa lo 0,46% e lo
0,39% quando l'alendronato è stato somministrato un'ora o
mezz'ora prima di una colazione standardizzata. Negli studi
sull’osteoporosi alendronato è risultato efficace
quando è stato somministrato almeno 30 minuti prima del
primo alimento o bevanda della giornata.
La biodisponibilità è stata trascurabile quando
l'alendronato è stato somministrato con o entro le due ore
da una colazione standardizzata. La somministrazione concomitante
di caffè o succo di arancia con alendronato ne ha ridotto
la biodisponibilità di circa il 60%.
In soggetti sani, il prednisone somministrato per via orale
(20 mg tre volte al giorno per cinque giorni) non ha prodotto
cambiamenti clinicamente rilevanti nella biodisponibilità
orale dell’alendronato (un incremento medio dal 20% al
44%).
Distribuzione
Studi sul ratto mostrano che in seguito alla somministrazione
endovenosa di 1 mg/kg l'alendronato, inizialmente distribuito nei
tessuti molli, viene rapidamente ridistribuito a livello osseo o
escreto nelle urine. Nell'uomo il volume medio di distribuzione
allo stato di equilibrio, esclusivo dell'osso, è almeno di
28 litri. Le concentrazioni plasmatiche di farmaco in seguito a
dosi orali terapeutiche sono troppo basse per essere rilevate
analiticamente (<5 ng/ml). Nell'uomo il legame con le proteine
plasmatiche è di circa il 78%.
Biotrasformazione
Sia nell'uomo che nell'animale non vi è evidenza che
l'alendronato venga metabolizzato.
Eliminazione
In seguito a una dose endovenosa singola di alendronato
marcato con 14C, circa il 50% della
radioattività è stato escreto nelle urine entro 72
ore e non è stata riscontrata radioattività, se non
minima, nelle feci. Dopo somministrazione endovenosa singola di
10 mg, laclearance renale dell'alendronato è stata
71 ml/min e laclearance sistemica non ha superato i 200
ml/min. Le concentrazioni plasmatiche si sono ridotte di oltre il
95% entro 6 ore dalla somministrazione endovenosa. E’ stato
stimato che l’emivita terminale nell’uomo superi i
dieci anni, riflettendo il rilascio dell’alendronato dallo
scheletro.
Nel ratto l'escrezione renale di alendronato non avviene
mediante sistemi di trasporto acido- base e di conseguenza non si
prevede che nell'uomo interferisca a questo livello con
l'escrezione di altri farmaci.
Caratteristiche nei pazienti
Gli studi preclinici mostrano che il farmaco che non si
deposita nell’osso è rapidamente escreto nelle
urine. Non è stata rilevata evidenza di saturazione della
captazione da parte del tessuto osseo a seguito di
somministrazione cronica di dosi endovenose cumulative fino a 35
mg/kg negli animali.�
Sebbene non siano disponibili informazioni cliniche, è
probabile che, come nell'animale, l'eliminazione dell'alendronato
per via renale sia ridotta in pazienti con funzione renale
compromessa. Di conseguenza si potrebbe prevedere un accumulo
leggermente superiore di alendronato a livello osseo in pazienti
con funzione renale compromessa (vedere 4.2 Posologia e modo di
somministrazione).
�
I dati preclinici non indicano alcun rischio specifico
nell’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza,
tossicità a dose ripetuta, genotossicità e
potenziale cancerogeno. Studi nei ratti hanno mostrato che il
trattamento con alendronato durante la gravidanza è stato
associato a distocia legata all’ipocalcemia nelle madri.
Negli studi, i ratti ai quali sono state somministrate le dosi
più alte hanno mostrato una maggiore incidenza di
ossificazione fetale incompleta. Non è nota la rilevanza
di tali reperti per l’uomo.
�
Cellulosa microcristallina
Lattosio anidro
Croscarmellosa sodica
Magnesio stearato
�
Non applicabile
�
2 anni
�
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
�
Blister in alluminio/alluminio in confezioni da 2, 4, 8 e 12
compresse.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano
commercializzate.
�
Nessuna istruzione speciale
�
ABIOGEN PHARMA S.p.A.
Via S. Antonio 61 – 56125 PISA
�
2 compresse da 70 mg����������������������� AIC n.
029051063/M
4 compresse da 70 mg����������������������� AIC n.
029051075/M
8 compresse da 70 mg����������������������� AIC n.
029051087/M
12 compresse da 70 mg����������������������� AIC n.
029051099/M
�
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�
Dicembre 2001
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�
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Dicembre 2001