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L'AZATIOPRINA WELLCOME è utilizzata come agente
immunosoppressivo ed antimetabolita sia da sola che, più
comunemente, in associazione ad altri farmaci (solitamente
cortisonici) e tecniche che influenzano la risposta
immunitaria.
L'effetto terapeutico può essere evidente solo dopo
settimane o mesi e può comportare una riduzione della
posologia degli steroidi, così riducendo la
tossicità associata agli alti dosaggi e all'uso prolungato
dei cortisonici.
L'AZATIOPRINA WELLCOME, in associazione con i cortisonici e/o
con altri farmaci e tecniche immunosoppressive, è indicata
nel trattamento dei pazienti che hanno ricevuto trapianti
d'organo.
L'AZATIOPRINA WELLCOME, sia da sola che più comunemente
in associazione con i cortisonici e/o altre tecniche, è
stata utilizzata con beneficio clinico, comprendente anche la
riduzione della posologia o l'interruzione dei cortisonici, in
pazienti affetti dalle seguenti patologie: artrite reumatoide
severa, lupus eritematoso sistemico, dermatomiosite, polimiosite,
epatite cronica attiva autoimmune, pemfigo volgare, poliarterite
nodosa, anemia emolitica autoimmune, porpora trombocitopenica
cronica idiopatica refrattaria.
L’AZATIOPRINA WELLCOME è indicata nel trattamento
delle forme moderate-gravi delle malattie infiammatorie croniche
dell’intestino (malattia di Crohn e colite ulcerosa) nei
pazienti nei quali sia richiesta la terapia corticosteroidea per
tempi prolungati (pazienti con dipendenza da steroidi), nei
pazienti che non tollerano la terapia corticosteroidea, o nei
pazienti refrattari agli steroidi o ad altre terapie standard di
primo impiego.
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Adulti e bambini
Nei trapianti, a seconda del regime di immunosoppressione
adottato, si usa generalmente una dose di carico fino a 5
mg/kg/die per via orale.
La dose di mantenimento varia da 1 a 4 mg/kg/die per via
orale, aggiustata a seconda delle esigenze cliniche e della
tolleranza ematologica.
La terapia con AZATIOPRINA WELLCOME deve essere continuata
indefinitamente, anche a dosi più basse, per evitare il
rischio del rigetto del trapianto.
Nelle altre indicazioni in generale la dose iniziale raramente
supera i 3 mg/kg/die che può essere ridotta a seconda
delle esigenze cliniche (che possono non essere evidenti per
settimane o mesi) e della tolleranza ematologica.
Quando la risposta terapeutica è evidente, occorre
considerare la possibilità di ridurre la dose di
mantenimento al livello di posologia più basso compatibile
con il mantenimento della risposta terapeutica. Se non si osserva
alcun miglioramento nello stato di salute del paziente nei primi
tre mesi, occorre considerare la possibilità di
interrompere la terapia con AZATIOPRINA WELLCOME.
Tuttavia, nei pazienti con malattia infiammatoria cronica
dell’intestino, deve essere presa in considerazione una
durata di trattamento non inferiore ai 4 mesi in quanto una
risposta al trattamento può non essere clinicamente
evidente prima di tale periodo.
La dose di mantenimento richiesta può variare fra 1 e 3
mg/kg/die, dipendendo dalla patologia in trattamento e dalla
risposta individuale del paziente, compresa la tolleranza
ematologica.
Anziani
Il rapido metabolismo in vivo dell'azatioprina seguita dalla
conseguente fissazione tissutale rendono impossibile correlare i
livelli plasmatici del farmaco con la tossicità.
Non ci sono dati specifici riguardanti la tolleranza
dell'AZATIOPRINA WELLCOME nei pazienti anziani. Si raccomanda di
utilizzare le dosi più basse fra quelle considerate per la
terapia degli adulti e dei bambini.
Attenzione particolare deve essere fatta al monitoraggio
costante della risposta ematologica e a ridurre la dose di
mantenimento al minimo richiesto per ottenere la risposta
clinica.
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L'AZATIOPRINA WELLCOME è controindicata nei pazienti
con ipersensibilità all'azatioprina.
Anche l'ipersensibilità alla 6-mercaptopurina
può essere causa di ipersensibilità al farmaco.
La terapia con AZATIOPRINA WELLCOME non dovrebbe essere
iniziata in donne in stato di gravidanza.
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L'uso di questo farmaco presenta rischi potenziali, pertanto
esso non dovrebbe essere usato a meno che il paziente non possa
essere adeguatamente controllato per gli effetti tossici durante
la terapia.
Durante le prime otto settimane di terapia con AZATIOPRINA
WELLCOME si devono eseguire esami emocromocitometrici, inclusa la
conta delle piastrine, almeno settimanalmente (e più
frequentemente quando vengono utilizzate le alte dosi o in
presenza di alterazioni della funzionalità renale od
epatica).
La frequenza degli esami emocromocitometrici può essere
ridotta nel prosieguo della terapia, ma si raccomanda di
effettuarli a intervalli ripetuti distanziati di non più
di 3 mesi.
I pazienti a cui viene somministrata l'AZATIOPRINA WELLCOME
devono essere istruiti a riferire al proprio medico curante
qualsiasi evidenza di infezioni, facilità all'evenienza di
emorragie od ematomi od altre manifestazioni che possano essere
legate a depressione midollare.
E' impossibile correlare i livelli plasmatici di azatioprina o
di 6-mercaptopurina all'efficacia terapeutica o alla
tossicità. La conversione metabolica dell'acido
6-tioinosinico in acido 6-tiourico per mezzo dell'enzima
xantino-ossidasi non è dipendente da una funzione epatica
e/o renale intatte. Ciononostante si raccomanda che la posologia
utilizzata in caso di insufficienza epatica e/o renale sia ai
livelli minimi terapeutici e che la risposta ematologica venga
attentamente controllata. La posologia di mantenimento per la
terapia delle malattie epatiche è anch'essa ai livelli
minimi terapeutici della posologia considerata per il
mantenimento.
Aberrazioni cromosomiche, che possono osservarsi
indipendentemente dall'uso dell'AZATIOPRINA WELLCOME, sono state
dimostrate sia in trapiantati di sesso maschile che
femminile.
Anomalie cromosomiche sono state osservate nei figli di
pazienti trapiantati, ma scompaiono nel corso degli anni.
Eccetto che in casi molto eccezionali non sono state rilevate
evidenti anomalie fisiche.�
Non c'è una chiara evidenza che, alle dosi
terapeutiche, l'azatioprina per sé sia cancerogena
nell'uomo.
I pazienti immunosoppressi presentano un'aumentata incidenza
di linfomi atipici rispetto alla popolazione generale.
I pazienti trapiantati di rene sono esposti ad una maggiore
incidenza di tumori cutanei se appartenenti ad alcune aree
geografiche.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
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L'attività della xantino-ossidasi è inibita
dall'allopurinolo, dall'oxipurinolo e dal tiopurinolo con la
conseguenza di un ridotto metabolismo dell'acido 6-tioinosinico
biologicamente attivo in acido 6-tiourico biologicamente
inattivo. Quando l'allopurinolo, l'oxipurinolo e/o il tiopurinolo
sono somministrati in associazione con la 6-mercaptopurina o con
l'azatioprina la dose di questi ultimi deve essere ridotta ad un
quarto della dose originale.
L'AZATIOPRINA WELLCOME può potenziare il blocco
neuromuscolare prodotto dagli agenti depolarizzanti come la
succinilcolina e riduce il blocco promosso dai farmaci non
depolarizzanti come la tubocurarina. L'AZATIOPRINA WELLCOME deve
essere somministrata con cautela nei pazienti a cui sono
somministrati, o che sono stati trattati, con altri farmaci
mielodepressivi.
Sono state riportate interazioni dell'AZATIOPRINA WELLCOME con
la cimetidina, la penicillamina e la furosemide ma il significato
clinico e la natura di queste interazioni deve ancora essere
definito.
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La decisione di continuare o interrompere la terapia con
AZATIOPRINA WELLCOME durante la gravidanza, o di interrompere la
gravidanza stessa, dipende dalla patologia in trattamento, per
cui occorre valutare lo stato di salute della madre e la
conseguente necessità di terapia adeguata rispetto ai
rischi che può correre il feto.
Come regola generale la terapia con AZATIOPRINA WELLCOME non
dovrebbe essere intrapresa nelle donne in gravidanza.
L'azatioprina e/o i suoi metaboliti sono stati rinvenuti in
basse concentrazioni nel sangue fetale e nel liquido
amniotico.
La possibilità peraltro rara di rilevare nel neonato
leucopenia e/o piastrinopenia che possono non essere clinicamente
evidenti può essere prevenuta riducendo il dosaggio
dell'AZATIOPRINA WELLCOME nella madre, alla 32^ settimana di
gestazione se la conta dei leucociti materni è uguale o
inferiore a 8,6 x 109/l.
Studi effettuati su ratti, topi e conigli in gravidanza,
utilizzando l'azatioprina alla dose di 5-15 mg/kg/die per tutto
il periodo dell'organogenesi, hanno rilevato anomalie fetali di
vario grado. Nel coniglio la teratogenicità è
risultata evidente alle dosi di 10 mg/kg/die.
Dati epidemiologici nell'uomo dimostrano che l'incidenza di
anomalie congenite nella prole di madri trapiantate è
simile a quella della popolazione generale.
L'azatioprina e/o i suoi metaboliti non sono stati rilevati
nel latte di madri in terapia con AZATIOPRINA WELLCOME. La
ripresa di una funzionalità renale normale in pazienti
sottoposti a trapianto renale in terapia con AZATIOPRINA WELLCOME
si è accompagnata ad aumentata fertilità sia nei
pazienti di sesso maschile che di sesso femminile.
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Non sono noti effetti negativi dell'AZATIOPRINA WELLCOME sulla
capacità di guidare e sull'uso di macchinari.
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Sono state descritte occasionalmente alcune sindromi cliniche,
probabilmente conseguenti a reazioni di ipersensibilità.
Esse comprendono malessere generale, vertigini, vomito, febbre,
brividi, mialgie, artralgie, alterazioni della
funzionalità epatica, ittero colestatico, pancreatite,
disritmia cardiaca ed ipotensione. In molti casi la ripresa del
trattamento con AZATIOPRINA WELLCOME ha confermato l'evenienza di
tali effetti indesiderati.
La pancreatite è stata osservata in una bassa
percentuale di pazienti in terapia con AZATIOPRINA WELLCOME, in
particolare in quelli sottoposti a trapianto renale o in coloro
affetti da malattie infiammatorie intestinali. E' difficile
correlare l'evenienza della pancreatite con la somministrazione
di un solo farmaco, sebbene la ripresa del trattamento con
AZATIOPRINA WELLCOME abbia confermato l'osservazione.
E' stato suggerito che sia la componente imidazolica del
farmaco a causare questi eventi correlabili a reazioni da
ipersensibilità mentre la 6-mercaptopurina sarebbe
responsabile della colestasi. L'immediata sospensione
dell'azatioprina e l'opportuna terapia di sostegno nella gran
parte dei casi risolvono l'evento patologico. Molto raramente
sono stati descritti decessi ma in pazienti con altre patologie
concomitanti.
L'AZATIOPRINA WELLCOME dovrebbe essere definitivamente sospesa
all'insorgenza di queste sindromi cliniche. L'uso terapeutico
dell'AZATIOPRINA WELLCOME è associato ad un aumento del
volume corpuscolare medio e della concentrazione emoglobinica dei
globuli rossi, evento reversibile e dipendente dalla posologia.
Sono state riportate alterazioni megaloblastiche a carico del
midollo osseo, ma sono assai rare l'anemia megaloblastica grave o
l'aplasia della serie eritroide.
L'uso terapeutico dell'AZATIOPRINA WELLCOME è associato
ad una riduzione del numero dei globuli bianchi circolanti, dei
granulociti e dei linfociti, ma è reversibile e dipendente
dalla posologia. Questi eventi sono stati anche presi a
riferimento per valutare la risposta del paziente.
L'uso terapeutico dell'AZATIOPRINA WELLCOME è associato
a depressione midollare più frequentemente in forma di
leucopenia, meno frequentemente di piastrinopenia, anch'essa
generalmente reversibile e dipendente dalla posologia.
La mancata riduzione della posologia dell'AZATIOPRINA WELLCOME
in presenza di concomitante terapia con allopurinolo può
conseguire in una grave depressione midollare con
pancitopenia.
Alopecia è stata descritta nel 50% dei pazienti
sottoposti a trapianto renale in trattamento con AZATIOPRINA
WELLCOME in associazione a cortisonici, ma non sembra essere
evenienza rilevante quando l'AZATIOPRINA WELLCOME è
utilizzata in altre condizioni patologiche. E' comunque
reversibile nell'80% dei casi anche se si continua la terapia
immunosoppressiva.
I pazienti sottoposti a trapianti di organo in trattamento con
AZATIOPRINA WELLCOME in associazione a cortisonici hanno
dimostrato un'aumentata suscettibilità ad infezioni
virali, fungine e batteriche, sia a carico del distretto cutaneo
che in altri distretti corporei. La terapia con AZATIOPRINA
WELLCOME in altre patologie non sembra causare un'aumentata
suscettibilità a queste infezioni.
Una bassa percentuale di pazienti riferisce nausea dopo la
terapia con AZATIOPRINA WELLCOME. Questa sembra diminuire se le
compresse sono assunte dopo i pasti.
Complicanze gravi, quali la perforazione intestinale, sono
state descritte in pazienti trapiantati e sembrano essere in
relazione agli alti dosaggi dei cortisonici piuttosto che
all'azatioprina in quanto tale.
Sono state descritte, molto raramente, delle polmoniti
reversibili.
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I principali segni del sovradosaggio sono le infezioni
opportunistiche, le ulcerazioni a carico del faringe, la
facilità dell'evenienza di emorragie ed ematomi,
conseguenti alla depressione midollare che dovrebbe essere
massima dopo 9-14 giorni. Questi segni sono più frequenti
nel caso di sovradosaggio cronico, piuttosto che a seguito di un
unico caso di sovradosaggio. Sono stati descritti casi di
assunzione di 0,5-0,7 grammi di AZATIOPRINA WELLCOME in una sola
occasione senza effetti collaterali rilevanti.
Il trattamento è sintomatico e può essere
opportuno effettuare una lavanda gastrica.
L'azatioprina è dializzabile ma questa procedura
è di dubbia efficacia dato il rapido metabolismo del
farmaco ed il rapido ingresso nelle cellule.
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L'azatioprina è un derivato della 6-mercaptopurina in
cui un anello imidazolico sostituisce l'idrogeno del gruppo
sulfidrilico. L'attività immunosoppressiva
dell'azatioprina è stata ampiamente dimostrata da numerosi
studi sia sull'animale che sull'uomo.
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Usando azatioprina marcata i picchi di radioattività si
raggiungono tra le 2 e le 4 ore, e l'emivita risulta variabile da
4,5 a 6 ore.
I livelli di radioattività diminuiscono molto
più lentamente dopo 6-10 ore. L'azatioprina è ben
assorbita a livello intestinale: il 50% della dose è
rilevabile nelle urine delle 24 ore.
Quando si usa azatioprina marcata con C14 solo il 20% della
dose viene ritrovata nelle urine. Ciò indica che la parte
metil-nitroimidazolica della molecola ha un'emivita più
lunga della parte purinica. La azatioprina è ampiamente
metabolizzata in vitro e trasformata in 6-mercaptopurina e nei
suoi derivati, specie quelli ossidati e metilati.
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La DL50 dopo somministrazione orale è di 2500 mg/kg nel
topo e di 400 mg/kg nel ratto.
Dosi singole di farmaco risultano relativamente non tossiche
ma dosi ripetute hanno mostrato di aumentare notevolmente la
tossicità. Anche a dosi tossiche l'effetto letale è
ritardato nel tempo. Il principale effetto tossico è la
depressione midollare.
Dopo somministrazione cronica gli effetti sono riscontrabili
anche a livello dei tessuti linfoidi.
Il cane sembra più sensibile dei roditori all'effetto
tossico dell'azatioprina.
Dopo dosi di 10 mg/kg per 10 giorni si osserva morte per
agranulocitosi.
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Lattosio, Amido di mais, Amido di mais idrolizzato, Magnesio
stearato, Acido stearico
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Non sono note incompatibilità con altri
farmaci.
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5 anni.
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Conservare in luogo asciutto e a temperatura non
superiore a 25°C.
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Blister opaco PVC/Al da 50 compresse
divisibili
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Rappresentante legale e di vendita:
GlaxoSmithKline S.p.A. - Verona
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50 compresse divisibili 50 mg����������� A.I.C.
020957027
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Maggio 2000
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Febbraio 2002
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