ALPRAZOLAM DOC Generici 0,25 mg Compresse.
ALPRAZOLAM DOC Generici 0,50 mg Compresse.
Una compressa contiene: Principio attivo: Alprazolam mg
0,50.
Compresse.
- [Vedi Indice]
ALPRAZOLAM DOC Generici è indicato nel trattamento dei
disturbi d’ansia. ALPRAZOLAM DOC Generici è inoltre
indicato nel trattamento dell’ansia associata a depressione
e nel trattamento del disturbo da attacchi di panico con o senza
evitamento fobico. E’ anche indicato per bloccare o
attenuare gli attacchi di panico e le fobie nei pazienti affetti
da agorafobia con attacchi di panico.
�
Il dosaggio ottimale di ALPRAZOLAM DOC Generici va
individualizzato a seconda della gravità dei sintomi e
della risposta soggettiva del paziente. Le indicazioni
posologiche riportate dovrebbero coprire le esigenze della
maggior parte dei pazienti. Qualora fosse necessario un dosaggio
più elevato le dosi vanno aumentate gradualmente per
evitare rischi di effetti collaterali. In questi casi è
consigliabile aumentare prima la dose serale di quella diurna. In
generale i pazienti mai trattati con psicofarmaci richiedono dosi
minori rispetto a quei pazienti precedentemente trattati con
ansiolitici o sedativi, antidepressivi, ipnotici o a pazienti
alcolisti cronici. Si consiglia di usare sempre la dose
più bassa per evitare il rischio di sedazione residua o
atassia. In caso di effetti collaterali già con la
somministrazione iniziale si consiglia di diminuire il dosaggio.
Il trattamento deve essere il più breve possibile. Bisogna
seguire il paziente con regolarità valutando attentamente
la necessità di continuare il trattamento, in modo
particolare quando il paziente diventa asintomatico. Ansia e
ansia associata a depressione. La dose iniziale varia da 0,25 a
0,50 mg 3 volte al dì.
Questo dosaggio verrà aumentato secondo le esigenze del
paziente fino ad un massimo di 4 mg al giorno in somministrazioni
suddivise; la durata complessiva del trattamento, generalmente,
non dovrebbe superare le 8 -12 settimane compreso il periodo di
sospensione graduale. In determinati casi, può essere
necessaria l'estensione oltre il periodo massimo di trattamento;
in tal caso, ciò non deve avvenire senza una rivalutazione
della condizione del paziente da parte dello specialista. Nei
pazienti anziani, in pazienti con epatopatia grave o in presenza
di malattie organiche debilitanti si consiglia di iniziare con
0,25 mg 2-3 volte al giorno e di aumentare in caso di
necessità, solo se tollerato. Agorafobia e disturbo da
attacchi di panico. Nei pazienti con agorafobia associata ad
attacchi di panico o con disturbo da attacchi di panico con o
senza evitamento fobico, la dose iniziale è di 0,5-1 mg,
somministrata prima di coricarsi, per uno o due giorni.
La dose dovrebbe quindi essere adattata secondo la risposta
del singolo paziente. Gli incrementi del dosaggio non devono
superare 1 mg ogni 3 o 4 giorni. Gli incrementi di dosaggio
possono essere effettuati dapprima a mezzogiorno, poi al mattino
e infine nel pomeriggio/sera fino al raggiungimento di uno schema
posologico 3 o 4 volte al giorno per una durata non superiore a 8
mesi. In uno studio multicentrico internazionale che ha
coin-volto un elevato numero di pazienti, la dose media
giornaliera è stata di 5,7 mg/die; soltanto in alcuni rari
casi è stato necessario raggiungere 10 mg/die.
Interruzione della terapia. Come buona regola clinica, la
somministrazione deve essere sospesa lentamente. Si suggerisce di
ridurre il dosaggio giornaliero di non più di 0,5 mg ogni
3 giorni. Alcuni pazienti possono richiedere una riduzione ancora
più graduale.
�
Miastenia gravis. Ipersensibilità alle benzodiazepine.
Grave insufficienza respiratoria. Grave insufficienza epatica.
Sindrome da apnea notturna.
L’alprazolam è, inoltre, controindicato in
pazienti affetti da glaucoma acuto ad angolo chiuso. Il prodotto
può essere usato nei pazienti con glaucoma ad angolo
aperto che ricevono una terapia appropriata. Non somministrare ai
bambini, nel primo trimestre di gravidanza e durante
l’allattamento.
�
Le benzodiazepine sono indicate soltanto quando la sintomatologia
è grave, disabilitante o sottopone il soggetto a grave
malessere. Non è consigliabile l’uso del prodotto
sotto i 15 anni di età. Durata del trattamento. La durata
del trattamento deve essere la più breve possibile (vedere
Posologia e modo di somministrazione) e nel caso dell'ansia non
deve superare le 8 - 12 settimane, compreso il periodo di
sospensione graduale. L'estensione della terapia oltre questo
periodo non deve avvenire senza un’accurata rivalutazione
della situazione clinica.
Può essere utile informare il paziente quando il
trattamento è iniziato che esso sarà di durata
limitata e spiegare precisamente come il dosaggio deve essere
diminuito progressivamente. Inoltre è importante che il
paziente sia informato della possibilità di fenomeni di
rebound, al fine di minimizzare la reazione ansiosa che
l’eventuale comparsa di tali sintomi potrebbe scatenare
alla sospensione del medicinale. E’ accertato che, nel caso
di benzodiazepine con una breve durata di azione, possono
comparire sintomi da astinenza nell’intervallo tra una dose
e l’altra, particolarmente per dosaggi elevati. Quando si
usano benzodiazepine con una lunga durata di azione è
importante avvisare il paziente che è sconsigliabile il
cambiamento improvviso con una benzodiazepina a breve durata di
azione, poiché possono comparire sintomi da astinenza.
Interruzione del trattamento.
Come con ogni altra benzodiazepina, il dosaggio di alprazolam
deve essere ridotto gradualmente dal momento che l'interruzione
brusca o troppo veloce può portare alla comparsa di
sintomi da astinenza. I sintomi da astinenza possono includere
lieve disforia e insonnia o presentarsi come sindromi maggiori
con crampi muscolari e addominali, vomito, sudorazione,
tremori.
Occasionalmente possono comparire episodi convulsivi da
astinenza in seguito a rapida diminuzione o interruzione brusca
della terapia con alprazolam.
Questi sintomi, specialmente i più gravi, sono
generalmente più comuni in quei pazienti che sono stati
trattati con dosi eccessive per prolungati periodi di tempo.
Comunque, sintomi da astinenza sono stati segnalati anche a
seguito di brusca interruzione della somministrazione di dosaggi
terapeutici di benzodiazepine. Pertanto l'interruzione brusca
deve essere evitata e deve essere prescritta una riduzione
graduale del dosaggio (vedi Posologia e modo di
somministrazione). Durante la sospensione del farmaco in pazienti
affetti da disturbo da attacchi di panico, a volte si possono
osservare sintomi legati alla ricomparsa degli attacchi di panico
che simulano quelli tipici da astinenza. Tolleranza. Dopo un uso
ripetuto per alcune settimane può manifestarsi una perdita
di efficacia delle benzodiazepine relativamente agli effetti
ipnotici.
�
Dipendenza
L'uso di benzodiazepine può condurre allo sviluppo di
dipendenza fisica e psichica da questi farmaci.
Il rischio di dipendenza aumenta con la dose e la durata del
trattamento; esso è maggiore in pazienti con una storia di
abuso di stupefacenti o alcool. Una volta che la dipendenza
fisica si è sviluppata, la sospensione brusca del
trattamento sarà accompagnata dai sintomi da astinenza.
Questi possono consistere in cefalee, dolori muscolari, ansia di
estrema gravità, tensione, irrequietezza, confusione ed
irritabilità. Nei casi gravi possono manifestarsi i
seguenti sintomi: derealizzazione, depersonalizzazione,
ipe-racusia, intorpidimento e formicolio delle estremità,
ipersensibilità alla luce, al rumore e al contatto fisico,
allucinazioni o crisi epilettiche .
Insonnia ed ansia rebound (sindrome transitoria in cui i
sintomi che hanno condotto al trattamento con benzodiazepine
ricorrono in forma aggravata) può manifestarsi
all’interruzione del trattamento. Può essere
accompagnata da altre reazioni, compresi i cambiamenti di umore,
ansia, irrequietezza o disturbi del sonno. Poiché il
rischio di sintomi da astinenza o da rimbalzo è maggiore
dopo la sospensione brusca del trattamento, si consiglia di
diminuire gradualmente il dosaggio.
�
Amnesia
Le benzodiazepine possono indurre amnesia anterograda.
Ciò accade più spesso parecchie ore dopo
l'ingestione del farmaco e, quindi, per ridurre il rischio il
paziente dovrebbe accertarsi di disporre di un periodo
ininterrotto di 7-8 ore da trascorrere nel sonno (vedere Effetti
indesiderati). Reazioni psichiatriche e paradosse. E’ noto
che l’uso di benzodiazepine � può indurre reazioni
come irrequietezza, agitazione, irritabilità,
aggressività, delusione, collera, incubi, allucinazioni,
psicosi, alterazioni del comportamento. Se ciò dovesse
avvenire, l'uso del medicinale deve essere sospeso. Tali reazioni
sono più frequenti nei bambini e negli anziani. Gruppi
specifici di pazienti. Le benzodiazepine devono essere
somministrate ai bambini solo dopo una valutazione attenta
dell'effettiva necessità del trattamento; la durata del
trattamento deve essere la più breve possibile. I dosaggi
indicati per gli anziani sono più bassi rispetto a quelli
per gli adulti (vedere Posologia e modo di somministrazione)
.
Egualmente, dosaggi ridotti sono indicati nei pazienti con
insufficienza respiratoria cronica a causa del rischio di
depressione respiratoria. Si raccomandano le usuali precauzioni
nel trattamento di pazienti con alterata funzionalità
epatica e/o renale, mentre le benzodiazepine non sono indicate
nei pazienti con grave insufficienza epatica in quanto possono
precipitare �� l'encefalopatia. Le benzodiazepine non sono
indicate come trattamento primario della malattia psicotica. Le
benzodiazepine non devono essere usate come unico trattamento
della depressione o dell'ansia associata alla depressione
(aumentano il rischio di suicidio in questi pazienti).
L’ alprazolam non dovrebbe essere usato in quei pazienti
nei quali la depressione è caratterizzata da rallentamento
psicomotorio; in pazienti affetti da depressione endogena,
bipolare o con sintomi psicotici .
L’associazione con altri psicofarmaci richiede
particolare cautela e vigilanza da parte del medico ad evitare
inattesi effetti da interazione. Come con altri farmaci
psicotropi, l’alprazolam in pazienti gravemente depressi o
con tendenze suicide deve essere somministrato con le dovute
precauzioni e prescritto in confezione appropriata. Dal momento
che nel disturbo da attacchi di panico si osserva una
concomitante patologia depressiva (primaria o secondaria) con
aumento dei casi di suicidio nei pazienti non trattati, è
importante che la medesima precauzione sia presa quando
l’alprazolam è impiegato per il trattamento dei
pazienti con disturbo da attacchi di panico analogamente
all’uso di un qualsiasi farmaco psicotropo nel trattamento
di pazienti depressi o di quelli in cui si sospetta ideazione o
tentativo di suicidio. Le benzodiazepine devono essere usate con
estrema cautela in pazienti con una storia di abuso di
stupefacenti o alcool. Pazienti che abitualmente abusino di
alcool e/o sostanze stupefacenti, quando in trattamento con
benzodiazepine devono essere tenuti sotto stretto controllo
medico, a causa della predisposizione di tali soggetti
all'assuefazione e alla dipendenza. Per lo stesso motivo i
pazienti devono essere avvertiti dei pericoli connessi con la
contemporanea assunzione di alcool o di altri farmaci aventi
azione depressiva sul SNC.
Tenere fuori dalla portata dei
bambini.
�
L'assunzione concomitante di alcool va evitata. L'effetto
sedativo può essere aumentato quando il medicinale
è assunto congiuntamente all’alcool.
Ciò influenza negativamente la capacità di
guidare o di usare macchinari.
Associazione con farmaci che deprimono il SNC: l'effetto
depressivo centrale può aumentare nei casi di uso
concomitante di antipsicotici (neurolet-tici), ipnotici,
ansiolitici/sedativi, antidepressivi, narcotici analgesici,
antie-pilettici, anestetici e antistaminici sedativi. Nel caso di
narcotici analgesici può verificarsi un aumento dell
'effetto euforizzante del narcotico.
Composti che inibiscono determinati enzimi epatici
(specialmente il cito-cromo P 450) possono aumentare
l'attività delle benzodiazepine. In minor grado, questo si
applica anche alle benzodiazepine metabolizzate soltanto per
coniugazione. Le concentrazioni plasmatiche allo steady state di
imipramina e desipramina aumentano rispettivamente del 31% e del
20% a seguito di somministrazione concomitante di alprazolam in
dosi fino a 4 mg/die. Sono state descritte interazioni cinetiche
tra le benzodiazepine ed altri farmaci. Per esempio la clearance
dell’alprazolam e di alcune altre benzodiazepine può
essere diminuita dalla somministrazione concomitante di
cimetidina o antibiotici macrolidi. Il significato clinico di �
questi effetti non è stato definito.
�
A causa di potenziali rischi di malformazioni congenite,
già osservate con altre benzodiazepine, non somministrare
alprazolam nel primo trimestre di gravidanza. Se il prodotto
viene prescritto ad una donna in età fertile, la paziente
deve essere avvertita dell’opportunità di contattare
il suo medico per interrompere l’assunzione del prodotto
nel caso intenda iniziare una gravidanza o sospetti di essere
incinta. Se, per gravi motivi medici, il prodotto è
somministrato durante l'ultimo periodo della gravidanza o durante
il travaglio a dosi elevate, possono verificarsi effetti sul
neonato quali ipotermia, ipotonia e moderata depressione
respiratoria dovuti all'azione del farmaco. Inoltre, neonati nati
da madri che hanno assunto benzodiazepine cronicamente durante le
fasi avanzate della gravidanza possono sviluppare dipendenza
fisica e possono presentare un certo rischio di sviluppare i
sintomi da astinenza nel periodo postnatale. Poiché le
benzodiazepine sono escrete nel latte materno, esse non devono
essere somministrate alle madri che allattano al seno.
�
La sedazione, l'amnesia, la ridotta capacità di
concentrazione e la ridotta funzione muscolare possono
influenzare negativamente la capacità di guidare o
utilizzare macchinari. Se la durata del sonno è stata
insufficiente, la probabilità che la vigilanza si a
alterata può essere aumentata (vedere Interazioni con
altri medicinali e altre forme di interazione). Dato
l’effetto depressivo sul SNC dell’alprazolam, i
pazienti in trattamento con il farmaco devono essere avvertiti
che potrebbe essere per loro pericoloso dedicarsi ad
attività che richiedano una completa attenzione mentale,
quale lavorare a macchinari pericolosi o guidare autoveicoli,
fino a che non sia possibile escludere per ogni paziente
l’insorgenza di sonnolenza o vertigini.
�
Gli eventuali effetti indesiderati dell’alprazolam
vengono osservati generalmente all’inizio del trattamento e
solitamente si risolvono con il proseguimento della terapia o
riducendo le dosi. Nei pazienti in trattamento per ansia o ansia
associata a depressione, gli effetti indesiderati più
frequentemente riportati sono sonnolenza, vertigini/senso di
testa vuota.
Meno frequentemente sono stati segnalati annebbiamento della
vista, cefalea, depressione, insonnia, nervosismo, tremore,
variazioni ponderali , disturbi della memoria/amnesia, disturbi
della coordinazione, atassia, sintomi gastrointestinali e
iperattività del sistema nervoso autonomo. Come con altre
benzodiazepine si possono manifestare in rari casi reazioni
paradosse quali: eccitazione, agitazione, difficoltà di
concentrazione, confusione, allucinazioni ed altre alterazioni
del comportamento. Inoltre si possono osservare: riduzione delle
risposte emotive e della vigilanza, reazioni cutanee.
In rari casi è stato segnalato aumento della pressione
intraoculare.
Associate all’impiego di ansiolitici benzodiazepinici,
alprazolam compreso, sono state inoltre segnalate le seguenti
reazioni avverse: distonia, irritabilità, anoressia,
affaticamento, difficoltà di linguaggio, diplopia, ittero,
debolezza muscolare, alterazioni della libido,
irregolarità mestruali, incontinenza o ritenzione urinaria
ed alterazione della funzionalità epatica. Gli effetti
collaterali più comuni nei pazienti in trattamento per
disturbi da attacchi di panico sono sedazione/sonnolenza,
affaticamento, atassia/in coordinazione e difficoltà di
linguaggio. Effetti indesiderati meno comuni sono: variazioni
dell’umore, sintomi gastrointestinali, dermatite, disturbi
della memoria, disfunzioni sessuali , alterazione della sfera
intellettiva e confusione. Amnesia. Amnesia anterograda
può verificarsi anche ai dosaggi terapeutici;
il rischio aumenta ai dosaggi più alti. Gli effetti
amnesici possono essere associati con alterazioni del
comportamento (vedere Speciali avvertenze e precauzioni per
l'uso). Depressione. Uno stato depressivo preesistente può
essere smasch e rato durante l’uso prolungato di
benzodiazepine.
�
Reazioni psichiatriche e paradosse.
Le benzodiazepine o i composti benzodiazepino-simili possono
causare reazioni come: irrequietezza, agitazione,
irritabilità, aggressività, deliri, collera,
incubi, allucinazioni, psicosi, comportamenti inappropriati. Tali
reazioni possono essere abbastanza gravi: sono più
frequenti nei bambini e negli anziani. Dipendenza. L'uso di
benzodiazepine (anche alle dosi terapeutiche) può condurre
allo sviluppo di dipendenza:
la sospensione della terapia può provocare fenomeni di
rebound o di astinenza (vedere Speciali av vertenze e precauzioni
per l'uso). E' stato segnalato abuso di benzodiazepine.
�
I sintomi di sovradosaggio si manifestano come aumento della
sua attività farmacologica, soprattutto atassia e
sonnolenza. Una dose eccessiva di benzodiazepine non dovrebbe
costituire rischio per la vita, a meno che non vi sia assunzione
concomitante di altri deprimenti del SNC (incluso l'alcool). Nel
trattamento del sovradosaggio di qualsiasi farmaco, deve essere
considerata la possibilità che siano state assunte
contemporaneamente altre sostanze. A seguito di una dose
eccessiva di benzodiazepine per uso orale, si deve indurre il
vomito (entro un'ora) se il paziente è cosciente o
somministrare la lavanda gastrica con protezione delle vie
respiratorie se il paziente è privo di conoscenza. Se non
si osserva miglioramento con lo svuotamento dello stomaco, si
deve somministrare carbone attivo per ridurre l'assorbimento. Si
deve prestare particolare attenzione alle funzioni respiratorie e
cardiovascolari nella terapia intensiva. Il sovradosaggio di
benzodiazepine si manifesta solitamente con vario grado di
depressione del SNC che varia dalla sonnolenza al coma. Nei casi
lievi, i sintomi includono sonnolenza, confusione mentale e
letargia. Nei casi più gravi i sintomi possono includere
atassia, ipotonia, ipotensione, depressione respiratoria,
raramente coma e molto raramente morte. Il flumazenil può
essere un utile antidoto. Esperimenti effettuati in animali
indicano che dopo una dose massiva per via endovenosa di
alprazolam (oltre 195 mg/Kg; più di 975 volte la massima
dose giornaliera nell’uomo) può manifestarsi
collasso cardiocircolatorio.
Gli animali furono trattati con ventilazione meccanica ed
infusione endovenosa di noradrenalina. Altri esperimenti su
animali hanno dimostrato che l’emodialisi e la diuresi
forzata sono di scarsa utilità nel trattamento del
sovradosaggio.
�
�
�
Il prodotto contiene come sostanza attiva l'alprazolam, una
triazolo-benzodiazepina. L’alprazolam è un farmaco
efficace nei disturbi d’ansia e nel disturbo da attacchi di
panico. L'alprazolam si lega al sito GABAergico delle
benzodiazepine sinergizzando l'attività del GABA,
neurotrasmettitore di tipo inibitorio, determinando così
una riduzione dell'eccitazione neuronale. Questa caratteristica
conferisce alla molecola proprietà ansiolitiche -
ipnotiche - sedative. Studi clinici in volontari sani hanno
dimostrato che dosi singole fino a 4 mg producono degli effetti
che possono essere considerati estensioni della sua
attività farmacologica. Non sono stati osservati effetti
significativi sul sistema cardiovascolare o sull’apparato
respiratorio.
�
Dopo somministrazione orale l’alprazolam viene
rapidamente assorbito. Le massime concentrazioni plasmatiche si
ottengono da 1 a 2 ore dopo la somministrazione del farmaco. I
livelli plasmatici sono proporzionali alla dose; nell’arco
di dosi tra 0,5 e 3 mg, si rilevano picchi plasmatici da 8 a 37
ng/ml. L’emivita media dell’alprazolam
nell’adulto sano è di 11,2 ore (intervallo 6,3-26,9
ore). I principali metaboliti sono l’alfa-idrossialprazolam
ed un benzofenone. L’attività biologica
dell’idrossialprazolam è circa la metà di
quella dell’alprazolam. Il benzofenone è inattivo. I
livelli plasmatici di questi metaboliti sono estremamente bassi,
tuttavia le loro emivite sono dello stesso ordine di grandezza di
quella dell’alprazolam. L’ alprazolam ed i suoi
metaboliti vengono escreti principalmente con le urine.
L’alprazolam non influenza il tempo di protrombina o i
livelli plasmatici di warfarin nei volontari ai quali il warfarin
è stato somministrato oralmente. In vitro
l’alprazolam si lega per circa l’80% alle proteine
sieriche. Dopo somministrazione nel topo femmina gravida
dell’alprazolam C14, la radioattività si
distribuì uniformemente nei feti in concentrazioni di C14
approssimativamente uguali a quelle presenti nel sangue e nel
muscolo scheletrico della madre. Differenze nella cinetica e nel
metabolismo delle benzodiazepine sono state osservate in diverse
condizioni patologiche, comprendenti alcolismo ed
anormalità della funzionalità epatica e renale,
così come nel paziente geriatrico. In soggetti anziani
sani, l’emivita media dell’alprazolam è di
16,3 ore (intervallo 9-26,9 ore).
In donne sane l’assunzione concomitante di
anticoncezionali orali prolunga l’emivita
dell’alprazolam (emivita media: 12,4 ore). Anche la
concomitante assunzione di cimetidina allunga l’emivita
media dell’alprazolam (16,6 ore). In pazienti con
epatopatia alcolica l’emivita dell’alprazolam varia
da 5,8 a 65,3 ore con una media di 19,7 ore. In soggetti obesi
l’intervallo di emivita del farmaco varia da 9,9 a 40,4
ore, in media 21,8 ore. In considerazione della similarità
dell’alprazolam con le altre benzodiazepine, si ipotizza
che il farmaco attraversi la placenta e venga escreto nel latte
materno.
�
I dati di tossicità acuta relativi all’animale da
esperimento sono i seguenti:
Specie animale
Somministrazione DL 5 0 (mg/Kg) Topo i.p. 500 Ratto p.o. 2171
Ratto i.p.
819. Negli studi di tossicità a lungo termine condotti
su ratti trattati oralmente per 2 anni con alprazolam alle dosi
di 3, 10, 30 mg/Kg/die (da 15 a 150 volte la dose massima
impiegata nell’uomo), fu osservata una tendenza
all’aumento dell'incidenza di cataratte correlato alla dose
nelle femmine ed una tendenza alla comparsa di vascolarizzazione
corneale, anch’essa correlata alla dose, nei maschi. Tali
lesioni apparvero solo dopo 11 mesi dall’inizio del
trattamento. Studi condotti sull’animale da esperimento
(ratto e coniglio) hanno indicato che l’alprazolam non
è teratogeno e non influenza la fertilità. Le prove
di carcinogenesi e di mutagenesi sono risultate negative.
�
�
�
ALPRAZOLAM DOC Generici 0,25 mg Compresse
Eccipienti: cellulosa microcristallina (PH 101 e PH 102),
lattosio monoidrato, sodio croscarmellosio, magnesio
stearato.
ALPRAZOLAM DOC Generici 0, 50 mg Compresse
Eccipienti: cellulosa microcristallina (PH101 e PH 102),
lattosio monoidrato, sodio croscarmellosio, magnesio stearato,
giallo tramonto (E110, lacca di alluminio).
�
Non riscontrate.
�
24 mesi a confezionamento integro.
�
Conservare a temperatura non superiore a 25°C e al riparo
dalla luce.
�
Astuccio da 20 compresse da 0,25 mg in blister in PVC+Al.
Astuccio da 20 compresse da 0,50 mg in blister in PVC+Al.
�
Il paziente non dovrebbe interrompere o alterare lo schema
posologico senza consultare il medico.
�
DOC Generici S.r.l. Via Manuzio 7 - 20124 Milano.
�
ALPRAZOLAM DOC Generici 0,25 mg Compresse - AIC
033726011/G
ALPRAZOLAM DOC Generici 0,50 mg Compresse - AIC
033726023/G.
�
Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
�
Luglio 2000
�
Tabella V.
�
Luglio 2000.
�