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- [Vedi Indice]
Stati minacciosi: shock (shock chirurgico e
traumatico, degli ustionati); gravi reazioni anafilattiche
ed allergiche (edema laringeo, allergie a medicamenti,
allergie post-trasfusionali); stato di male asmatico; edema
cerebrale; infarto del miocardio; emopatie in fase di rapida
acutizzazione; crisi di insufficienza surrenalica acuta in
pazienti con sindrome di Waterhouse-Friderichsen, morbo di
Addison, morbo di Simmonds, surrenectomizzati e surreno-soppressi
da prolungata terapia corticosteroidea; lesioni dei tessuti
molli quali gomito del tennista e periartrite
dell'articolazione della spalla (iniezione locale).
Il BENTELAN 1,5 mg/2 ml soluzione iniettabile ed il
BENTELAN 4 mg/2 ml soluzione iniettabile non sostituiscono le
altre forme di terapia dello shock e dello stato di male
asmatico, ma possono notevolmente incrementarne l'efficacia.
Sostituzione della terapia orale: tutte le indicazioni
di un trattamento corticosteroideo nei casi in cui per
condizioni particolari del paziente (vomito, diarrea persistente,
chirurgia maxillo-facciale) non sia possibile ricorrere alla via
orale.
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La terapia corticosteroidea iniettiva per via generale
va effettuata a dosaggi adeguati alla gravità del quadro
morboso e alla risposta individuale dei pazienti. La dose
usuale varia da mg 1,5 a mg 4 per volta e va ripetuta, secondo
necessità , fino ad ottenere la risposta desiderata.
Le dosi possono, in determinati casi, raggiungere 10-15 mg o
più, in un'unica iniezione: tale dosaggio può
essere ripetuto per 3-4 volte nelle 24 ore.
Se necessario il farmaco può essere addizionato
direttamente ai normali liquidi infusionali.
�
Infezioni sistemiche, qualora non venga attuata
specifica terapia antiinfettiva.
Immunizzazione con virus attenuati; altri procedimenti
immunizzanti non vanno intrapresi in pazienti che ricevono
glicocorticoidi, specialmente ad alte dosi, a causa di
possibili rischi di complicazioni neurologiche e di insufficiente
risposta anticorpale.
Il BENTELAN 1,5 mg/2 ml soluzione iniettabile ed il
BENTELAN 4 mg/2 ml soluzione iniettabile contengono sodio
metabisolfito (0,1% p/v) come conservante e pertanto non
devono essere usati per trattare pazienti con
ipersensibilità nota a bisolfiti e metabisolfiti.
Il BENTELAN 1,5 mg/2 ml soluzione iniettabile ed il
BENTELAN 4 mg/2 ml soluzione iniettabile non vanno iniettati
direttamente nei tendini.
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Nei pazienti in terapia con glicocorticoidi,
sottoposti a� particolari stress, è indispensabile un
adattamento della dose in rapporto alla entità della
condizione stressante.
I glicorticoidi possono mascherare alcuni segni di
infezione e durante il loro impiego si possono verificare
infezioni intercorrenti a causa delle difese immunitarie
ridotte.
In questi casi va sempre valutata l'opportunità
di istituire una adeguata terapia antibiotica.
L'uso nella tubercolosi attiva va limitato ai casi di
malattia fulminante o disseminata, nei quali il glicocorticoide
va usato con appropriata terapia antitubercolare. Se i
glicocorticoidi vengono somministrati nei pazienti con
tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina,
è necessaria una stretta sorveglianza in quanto si
può verificare una riattivazione della malattia.
Nella terapia prolungata questi soggetti devono
ricevere una chemioprofilassi.
Uno stato di insufficienza surrenale secondaria,
indotta dal glicocorticoide, può essere minimizzato
con una riduzione graduale del dosaggio. Questo tipo di
relativa insufficienza può persistere fino ad un anno dopo
la sospensione della terapia.
Quindi, in qualsiasi situazione di stress che si
manifestasse in questo periodo, la terapia ormonale dovrebbe
essere ripresa.
Poichè la secrezione mineralcorticoide
può essere compromessa, bisognerebbe somministrare in
concomitanza cloruro sodico e/o mineralcorticoide.
A causa della possibilità di una ritenzione di
liquidi, bisogna porre attenzione nella somministrazione di
corticosteroidi a pazienti con insufficienza cardiaca
congestizia.
In corso di terapia prolungata e con dosi elevate, se
si dovesse verificare una alte razione del bilancio
elettrolitico, è opportuno adeguare l'apporto di sodio e
di potassio.
Tutti i glicocorticoidi aumentano l'escrezione di
calcio.
La terapia corticosteroidea può peggiorare il
diabete mellito, l'osteoporosi, l'ipertensione, il glaucoma e
l'epilessia.
Durante la terapia possono manifestarsi alterazioni
psichiche di vario genere: euforia, insonnia, mutamenti
dell'umore o della personalità, depressione grave o
sintomi di vere e proprie psicosi.
Una preesistente instabilità emotiva o tendenze
psicotiche possono essere aggravate dal glicocorticoide.
La stessa attenzione deve essere posta nei casi di
precedente miopatia steroido indotta o ulcera peptica.
Nei pazienti con insufficienza epatica i livelli
ematici dei corticosteroidi possono essere aumentati,
così come avviene con gli altri farmaci che vengono
metabolizzati nel fegato.
Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica
la risposta ai glicocorticoidi può essere aumentata.
Si consiglia cautela nei pazienti con herpes simplex
oculare, perchè è possibile una perforazione
corneale.
I bambini e gli adolescenti sottoposti a prolungata
terapia devono essere strettamente sorvegliati dal punto di
vista della crescita e dello sviluppo. Il trattamento dovrebbe
essere limitato alle dosi minime ed al periodo di tempo
più breve possibile. Al fine di ridurre al minimo la
soppressione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene ed i
ritardi della crescita dovrebbe essere valutata la
possibilità di effettuare una somministrazione
singola a giorni alterni.
Nei pazienti anziani la terapia, in particolare se
prolungata, deve essere pianificata in considerazione della
maggiore incidenza degli effetti collaterali quali osteoporosi,
peggioramento del diabete, dell'ipertensione, maggiore
suscettibilità alle infezioni, assottigliamento
cutaneo.
La posologia di mantenimento deve essere sempre la
minima in grado di controllare la sintomatologia; una riduzione
posologica va fatta sempre gradualmente durante un periodo
di alcune settimane o mesi in rapporto alla dose
precedentemente assunta ed alla durata della terapia.
I glicocorticoidi devono essere somministrati con
cautela nei seguenti casi:
colite ulcerosa non specifica con pericolo di
perforazione, ascessi e infezioni piogeniche in genere,
diverticolite, anastomosi intestinali recenti, ulcera peptica
attiva o latente, insufficienza renale, ipertensione,
osteoporosi, miastenia grave.
Pur essendo il betametasone disodio fosfato una
molecola differente dal punto di vista chimico rispetto al
metilprednisolone sodio succinato, poichè le due
sostanze appartengono alla stessa classe farmacologica si
segnala che i dati emersi da uno studio clinico, effettuato negli
USA, condotto per valutare l'efficacia del metilprednisolone
sodio succinato nello shock settico, hanno messo in evidenza
una maggiore incidenza di mortalità nei pazienti con
elevati valori di creatinina sierica all'inizio del
trattamento, come pure nei pazienti che hanno sviluppato una
infezione secondaria dopo l'inizio del trattamento.
Avvertenze
BENTELAN 1,5 mg/2 ml soluzione iniettabile e BENTELAN
4 mg/2 ml soluzione iniettabile contengono sodio metabisolfito;
tale sostanza può provocare, in soggetti sensibili,
reazioni di tipo allergico talora gravi.
Il prodotto deve essere usato sotto il personale
controllo del medico.
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Gli steroidi possono ridurre gli effetti delle
anticolinesterasi nella miastenia grave, dei mezzi di contrasto
radiografici nella colicistografia e dei salicilati e degli
antiinfiammatori non steroidei.
Nei pazienti con ipoprotrombinemia, si consiglia
prudenza nell'associare l'acido acetilsalicilico ai
glicocorticoidi.
L'effetto degli steroidi può essere ridotto da
fenitoina, fenobarbitone, efedrina e rifampicina.
Può rendersi necessaria una modifica,
usualmente in diminuzione, del dosaggio degli anticoagulanti
somministrati in concomitanza.
�
Nelle donne in stato di gravidanza il prodotto va
somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il
diretto controllo del medico.
In gravidanza è stata osservata una depressione
dei livelli ormonali, ma il significato di questo reperto non
è chiaro.
Deve essere valutata l'opportunità
dell'alimentazione al seno da parte di pazienti sottoposte a
trattamento con dosaggi elevati; ciò in quanto i
corticosteroidi vengono secreti nel latte materno.
�
Vedi "Speciali precauzioni per l'uso".
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In corso di terapia con cortisonici, specie per
trattamenti intensi e prolungati, possono manifestarsi alcuni tra
i seguenti effetti:
-�� alterazioni del bilancio idro-elettrolitico,
soprattutto ipokaliemia, che raramente ed in pazienti
particolarmente predisposti, possono arrivare
all'ipertensione ed alla insufficienza cardiaca
congestizia;
-�� alterazioni muscoloscheletriche, quali
osteoporosi, osteonecrosi asettica, in particolare alla testa del
femore, miopatie, fragilità ossea;
-�� complicazioni a carico dell'apparato
gastro-intestinale che possono arrivare fino alla comparsa o
all'attivazione di ulcera peptica;
-�� alterazioni cutanee quali ritardi nei processi
di cicatrizzazione; assottigliamento e fragilità
della cute;
-�� alterazioni neurologiche quali vertigini,
cefalea e aumento della pressione endocranica, instabilità
psichica;
-�� disendocrinie quali irregolarità
mestruali, segni di ipercorticismo, aspetto similcushingoide,
disturbi della crescita nei bambini;
-�� interferenza con la funzionalità
dell'asse ipofisi-surrene, particolarmente in momenti di
stress; diminuita tollerabilità ai glucidi e possibile
manifestazione di diabete mellito latente, nonchè
aumentata necessità di farmaci ipoglicemizzanti nei
diabetici;
-�� complicazioni oftalmiche quali glaucoma,
cataratta posteriore subcapsulare ed aumentata pressione
endooculare;
-�� negativizzazione del bilancio dell'azoto, per
cui, nei trattamenti prolungati, la razione di proteine deve
essere adeguatamente aumentata.
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Vedi "Speciali precauzioni per l'uso".
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Il betametasone è un originale corticosteroide
di sintesi dotato di una intensa attività
antiinfiammatoria ed antireattiva, pari a circa 8-10 volte quella
del prednisolone peso per peso. Ha scarsa tendenza a provocare
gli effetti collaterali caratteristici dei corticosteroidi.
Il BENTELAN 1,5 mg/2 ml soluzione iniettabile ed il
BENTELAN 4 mg/2 ml soluzione iniettabile contengono betametasone
disodio fosfato già in soluzione ed in dosi adatte
all'iniezione intramuscolare ed endovenosa per quei casi in
cui si richieda una risposta rapida ed intensa.
Il BENTELAN 1,5 mg/2 ml soluzione iniettabile ed il
BENTELAN 4 mg/2 ml soluzione iniettabile possono trovare utile
impiego in rapporto a certe esigenze terapeutiche, in genere
specialistiche, per somministrazione intralesionale,
intraarticolare, endopleurica, sottocongiuntivale,
aerosolica; le suddette preparazioni offrono, a questo
riguardo, tutti i vantaggi di una soluzione sterile di un
cortisonico ad elevata attività e ben tollerato.
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Vedi "Speciali precauzioni per l'uso".
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36 mesi
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Il prodotto deve essere conservato al riparo dalla
luce.
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Fiale di vetro incolore, tipo I, contenenti la
quantità indicata di soluzione, racchiuse in astucci di
cartone.
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BENTELAN 1,5 mg/2 ml soluzione iniettabile
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fiale�����������������������������������������������������������
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BENTELAN 4 mg/2 ml soluzione iniettabile
������������ 3 fiale
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Defiante Farmacêutica, Unipessoal, Lda
Rua dos Ferreiros, 260 – Funchal, Madeira
(Portogallo)
Concessionaria per l’Italia: � BIOFUTURA PHARMA
S.p.A.
Via Pontina km 30,400 – 00040 Pomezia (RM)
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BENTELAN 1,5 mg/2 ml soluzione iniettabile
3 fiale ����������������������������� AIC n.
019655113�
BENTELAN 4 mg/2 ml soluzione iniettabile
3 fiale������������������������������ AIC n.
019655152�
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Da vendersi dietro presentazione di ricetta
medica.
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Data di prima commercializzazione: 1969
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Non soggetta al D.P.R. 309/90.
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