Capsula rigida per uso orale.
Il trattamento del morbo di Parkinson richiede dosi medie di
Bromocriptina DOROM relativamente elevate (10-20 mg/die o
più).
Il farmaco può essere somministrato da solo o in
associazione con anticolinergici od altri farmaci
antiparkinsoniani; l'associazione di Bromocriptina DOROM con
levodopa porta ad un potenziamento dell'azione antiparkinsoniana
e consente una riduzione della dose dei due farmaci.
Per la sua azione inibitoria sulla secrezione di prolattina,
Bromocriptina DOROM è utile anche in campo endocrinologico
(vedi foglio illustrativo di Bromocriptina DOROM compresse da 2,5
mg).
- [Vedi Indice]
Morbo di Parkinson idiopatico, arteriosclerotico,
post-encefalitico.
Bromocriptina DOROM è anche indicata in pazienti la cui
risposta terapeutica alla levodopa va esaurendosi, e nei casi in
cui la comparsa del fenomeno "on-off" limita il successo della
terapia con levodopa.
�
I seguenti criteri posologici valgono solo per il
trattamento del morbo di Parkinson.
Un effetto antiparkinsoniano si osserva già a dosi
giornaliere di 10-15 mg. L'ambito di dose ottimale è
però di solito più elevato (20 mg/die o
più).
Se Bromocriptina DOROM viene somministrata in associazione
alla levodopa, con o senza inibitore della decarbossilasi,
possono essere sufficienti dosi minori.
La dose ottimale deve essere raggiunta con un lento e graduale
incremento posologico.
Uno schema posologico iniziale orientativo può essere
il seguente: somministrare 2,5 mg due volte al giorno, per una
settimana. In seguito l'incremento di dose non deve superare i 5
mg ogni due-tre giorni.
Riduzioni della dose di levodopa devono essere praticate
gradualmente fino a quando non sia raggiunto l'effetto
terapeutico ottimale: in certi casi il trattamento con levodopa
può essere del tutto sospeso.
Per il graduale aumento posologico è disponibile anche
Bromocriptina DOROM 2,5 mg.
Il farmaco deve essere sempre preso ai
pasti.
�
Gravidanza accertata o presunta.
Per criteri da seguire durante la gravidanza e in pazienti con
acromegalia e/o adenoma ipofisario, vedi "Speciali avvertenze e
precauzioni per l'uso".
�
Le dosi elevate di Bromocriptina DOROM necessarie per il
trattamento del morbo di Parkinson non devono essere
impiegate in altre indicazioni. Il trattamento deve essere
effettuato sotto controllo medico. Come detta la buona prassi
medica, tutte le donne riceventi continuativamente Bromocriptina
DOROM per più di 6 mesi, dovrebbero avere regolari
controlli ginecologici ad intervalli annuali se la donna è
in pre-menopausa, ogni 6 mesi se è in menopausa (citologia
cervicale e, se possibile endometriale).
Nei soggetti parkinsoniani con galattorrea, amenorrea
prolattino-dipendente, disturbi mestruali o acromegalia, il
trattamento con Bromocriptina DOROM può eliminare la
sterilità preesistente. Le donne, quindi, che potrebbero
così diventare feconde, dovrebbero adottare un metodo di
contraccezione meccanica.
In casi di gravidanza accertata, come misura precauzionale, i
possibili effetti negativi di un fatto patologico ipofisario
associato con la gravidanza andrebbero ricercati con
regolarità, ad esempio investigando il campo visivo.
Se donne con affezioni non legate ad iperprolattinemia vengono
trattate con Bromocriptina DOROM, il farmaco andrebbe
somministrato alla più bassa dose efficace, necessaria per
alleviare i sintomi, ciò allo scopo di evitare la
possibilità di abbassare i tassi di prolattina sotto alla
norma, con una conseguente alterazione della funzione luteinica.
A tali pazienti andrebbero fatte, ad intervalli regolari,
determinazioni della prolattina plasmatica e del progesterone
post-ovulatorio, se il trattamento continua per più di 6
mesi.
In pazienti acromegalici sono state fatte sporadiche
segnalazioni di emorragie gastrointestinali, sia in quelli
trattati con bromocriptina che in quelli sottoposti un
trattamento diverso o nessun medicamento. Finché non siano
disponibili ulteriori dati, perciò, gli acromegalici con
anamnesi di ulcera peptica o di ulcera peptica in atto,
dovrebbero preferibilmente ricevere un trattamento alternativo.
Se Bromocriptina DOROM deve essere necessariamente impiegata in
pazienti parkinsoniani con acromegalia, essi vanno invitati a
segnalare prontamente ogni reazione gastrointestinale.
E' richiesta cautela quando Bromocriptina DOROM viene
somministrata ad alte dosi a pazienti con anamnesi di disturbi
psicotici, gravi affezioni cardiovascolari, ulcera peptica od
emorragie gastroenteriche. Tra i pazienti parkinsoniani in
trattamento a lungo termine con dosi elevate di bromocriptina
sono stati osservati alcuni casi di effusioni pleuriche. La
correlazione causale tra bromocriptina e tali reperti non
è certa; è tuttavia consigliabile esaminare con
attenzione quei pazienti che presentano segni o sintomi
pleuro-polmonari non spiegabili e si dovrebbe prendere in
considerazione la sospensione della terapia con Bromocriptina
DOROM.
La sicurezza e l'efficacia di bromocriptina non sono state
definite in bambini al di sotto di 15 anni.
Bromocriptina� e'� stata� associata� a� sonnolenza e a episodi
di attacchi� di� sonno� improvviso,� particolarmente� nei�
pazienti� con malattia di Parkinson.
Molto raramente sono stati segnalati attacchi di sonno
improvviso durante� l'attivita' quotidiana, in qualche caso senza
consapevolezza e�� senza�� segni�� premonitori.�� I�� pazienti�
in� trattamento� con bromocriptina� devono� essere� informati�
di� queste� eventualita'� e avvertiti� di usare cautela durante
la guida o l'uso di macchinari. I pazienti� che hanno manifestato
episodi di sonnolenza e/o un episodio di� sonno� improvviso�
devono� astenersi� dalla� guida� e dall'uso di macchinari.
Inoltre puo' essere presa in considerazione una riduzione del
dosaggio o l'interruzione della terapia.
�
Non si può escludere la possibilità
d'interazione tra bromocriptina e farmaci psicoattivi o
ipotensivi.
Particolare cautela deve essere adottata in pazienti in
trattamento con alcaloidi della segale cornuta o farmaci che
agiscono sulla pressione arteriosa in relazione ad un possibile
effetto potenziante. L’uso concomitante di macrolidi
può aumentare i tassi plasmatici di bromocriptina. La
tolleranza al trattamento può essere ridotta
dall’assorbimento simultaneo di alcool. La risposta al
trattamento può risultare inibita dall’associazione
con griseofulvina.
�
La Bromocriptina DOROM è controindicata in gravidanza
accertata o presunta. Vedi "Speciali avvertenze e precauzioni per
l'uso".
�
In caso di reazioni ipotensive, manifeste in alcuni pazienti,
specie durante i primi giorni di trattamento, particolare
attenzione dovrebbe essere fatta nella guida di veicoli o nella
manovra di macchinari.
Pazienti in trattamento con bromocriptina che presentino
episodi di� sonnolenza� e/o� di� attacchi� di� sonno improvviso
devono essere informati� di� astenersi� dalla� guida o
dall'intraprendere qualsiasi attivita' in cui una alterata
attenzione potrebbe esporre loro stessi o� altri� al� rischio�
di� grave� danno� o� di� morte (p.es. l'uso di macchinari) fino a
che tali episodi ricorrenti e la sonnolenza non si siano�
risolti� (vedi� anche� paragrafo� 4.4� "Speciali� avvertenze e
precauzioni per l'uso").
�
Durante i primi pochi giorni di trattamento alcuni soggetti
possono accusare lieve nausea e, più raramente, vertigine,
stanchezza o vomito.
In rari casi la bromocriptina può indurre un
abbassamento della pressione: nei pazienti ambulatoriali è
perciò consigliabile controllarne i valori durante i primi
giorni di trattamento.
Se gli effetti collaterali persistono, la dose andrebbe
adeguatamente ridotta.
Episodi di pallore reversibile delle dita delle mani e dei
piedi, determinati dal freddo, sono stati talvolta riferiti con
trattamento prolungato a dosi giornaliere di 20 mg e più,
specie in pazienti che presentavano precedentemente fenomeno di
Raynaud.
Sono stati segnalati casi di vasospasmo, allucinazioni e
confusione, ipotensione, discinesie. A questi effetti secondari
possono aggiungersi stipsi, sonnolenza e, meno spesso,
eccitazione psicomotoria, secchezza delle fauci e crampi alle
gambe.
Talora alcuni effetti secondari sono dose-dipendenti e possono
essere dominati con una riduzione del dosaggio. L'ipotensione
posturale può essere disturbante, ma può essere
trattata in modo sintomatico.
Casi isolati di ipertensione con o senza complicanze
cerebrovascolari sono state riportate in donne trattate con
bromocriptina nel periodo post partum. Non è stata
stabilita una correlazione tra questi effetti e la
somministrazione del farmaco.
Bromocriptina� puo'� provocare� sonnolenza� e� molto raramente
e' stata associata a eccessiva sonnolenza diurna e a episodi di
attacchi di sonno improvviso.
�
Il trattamento dell'intossicazione acuta è sintomatico.
Metoclopramide può essere utilizzata nel trattamento del
vomito o delle allucinazioni.
�
Sperimentalmente è stato evidenziato che la
bromocriptina inibisce a basse dosi la secrezione di prolattina,
ormone del lobo anteriore dell'ipofisi: questa sua azione dipende
probabilmente da un meccanismo dopaminergico.
Il farmaco, però, non ha alcuna influenza su altri
ormoni del lobo anteriore dell'ipofisi (ormone della crescita,
gonadotropine, tireotropina), tranne che in pazienti
acromegalici, la cui aumentata concentrazione di ormone
somatotropo viene abbassata dalla bromocriptina.
A dosi più elevate la bromocriptina mesilato mostra uno
spiccato effetto dopaminostimolante a livello post-sinaptico; per
queste sue proprietà la bromocriptina è impiegata
nel trattamento del morbo di Parkinson, caratterizzato appunto da
un deficit dopaminergico specifico a livello nigro-striatale.
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Dopo somministrazione orale la bromocriptina viene assorbita
rapidamente a livello duodenale (emivita di invasione: 25 min.
ca., coefficiente di assorbimento: 95%). Si lega all'albumina
serica in ragione dell'89-96%. L'eliminazione è
prevalentemente biliare e fecale e solo in minima parte urinaria
(non dà accumulo in presenza di insufficienza renale
cronica). Le emivite di eliminazione sono state calcolate in base
ai tassi plasmatici (t½= 6,2 ± 0,5h (a); 50
± 6h (ß)) e ai tassi urinari (t½= 4,2
± 0,3h (a); 48 ± 4h (ß)).
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La somministrazione per os di 2 mg/kg in ratti e topi non ha
provocato alcuna mortalità; somministrato e.v. nelle
stesse specie animali la DL50, calcolata separatamente
per maschi e femmine, è risultata rispettivamente di
71-74,5 mg/kg e di 187-181 mg/kg. Dopo somministrazioni ripetute
per 180 gg, la bromocriptina non ha indotto manifestazioni
tossiche nè lesioni istologiche a carico dei principali
organi ed apparati ed è risultata priva di attività
teratogena e di tossicità fetale.
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Una capsula rigida contiene: lattosio; amido di
mais; acido maleico; magnesio stearato; silice colloidale.
Componenti della capsula di gelatina: gelatina; titanio
biossido; indigotina (solo capsula 5 mg).
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Nessuna.
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4 anni.
�
Nessuna.
�
Blister opaco in AL/PVC termosaldato inserito, unitamente al
foglio
illustrativo, in una scatola di cartone litografato.
BROMOCRIPTINA DOROM, 60 capsule rigide da 5 mg
BROMOCRIPTINA DOROM, 40 capsule rigide da 10 mg
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DOROM s.r.l.
Via Volturno 48, Quinto dè Stampi - Rozzano
(Mi)
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60 capsule rigide da 5 mg, A.I.C. 029068020/G
40 capsule rigide da 10 mg, A.I.C. 029068032/G
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Giugno 1995/Giugno 2000
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Aprile 2002
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