Interazioni - [Vedi Indice]
La somministrazione concomitante di ibuprofene
e di farmaci contenenti digossina, litio o fenitoina, può
comportare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di questi
ultimi.
L'ibuprofene può ridurre l'efficacia
dei diuretici e degli antiipertensivi, la somministrazione
contemporanea di ibuprofene e diuretici potassio-risparmiatori
può determinare un aumento dei livelli plasmatici di
potassio.
I farmaci contenenti probenecid o
sulfinpirazone possono ritardare l'escrezione
dell'ibuprofene.
Benchè finora non vi sia alcuna
interazione accertata degli antidiabetici e degli anticoagulanti
con l'ibuprofene, si raccomanda di limitare il trattamento
concomitante ai casi in cui sia possibile monitorare i livelli
plasmatici di glucosio e la velocità di coagulazione,
sotto diretto controllo medico.
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E’ controindicato in gravidanza e
allattamento.
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Anche se assunto nei dosaggi consigliati,
l'ibuprofene può influire sulla capacità di guidare
o usare macchinari. Pertanto devono usare cautela quei pazienti
la cui attività richiede vigilanza. Tale effetto è
notevolmente accentuato dall'assunzione di alcool.
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Si possono manifestare reazioni cutanee di
ipersensibilità di origine allergica (eritemi, prurito,
orticaria) di varia intensità. E' opportuno rivolgersi al
medico qualora sopravvengono edema facciale, edema della lingua,
edema della laringe con restringimento delle vie aeree e dispnea,
tachicardia o caduta della pressione sanguigna, stato di shock
(cute pallida e fredda, vertigini e perdita di coscienza).
Gli effetti indesiderati più comuni
sono quelli a carico dell'apparato gastrointestinale (senso di
peso epigastrico, dolori addominali, talora stitichezza o
diarrea). Se un paziente lamenta forte dolore all'addome o feci
molto scure, si raccomanda di interrompere immediatamente la
terapia e di rivolgersi al medico.
Raramente possono manifestarsi alterazioni
dell'ematopoiesi (anemia, leucopenia, trombocitopenia,
agranulocitosi), in tali casi i primi sintomi sono febbre, mal di
gola, ulcerazioni superficiali della mucosa orale, senso di
stanchezza, epistassi ed emorragie cutanee; anche in questi casi
si raccomanda di interrompere immediatamente la terapia sia con
ibuprofene che con altri analgesici o antipiretici e di
rivolgersi al medico.
La somministrazione prolungata e a dosi
elevate di ibuprofene può dar luogo talvolta ad
epatotossicità o a disturbi a carico del sistema nervoso
centrale, come cefalea, vertigini, insonnia, irrequitezza,
irritabilità e senso di stanchezza. Se si manifestassero
disturbi della visione, è opportuno consultare un medico.
Sporadicamente, l'assunzione di ibuprofene può causare
meningite, in caso si manifestino i primi sintomi della meningite
(forte cefalea, nausea, vomito, insonnia e/o rigidità
nucale) si raccomanda di interrompere immediatamente la terapia e
di rivolgersi al medico.
Il trattamento con ibuprofene può
determinare un'esacerbazione dell'edema periferico nei pazienti
affetti da ipertensione e con tendenza alla ritenzione di
liquidi.
Sono stati inoltre segnalati rari episodi di
alterazione della funzionalità renale (insufficienza
renale acuta, sidrome nefrotica, nefrite interstiziale, necrosi
papillare).
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In caso di grave sovradosaggio, i sintomi o i
segni prevedibili sono sindrome comatosa, iperkaliemia con
aritmia cardiaca, acidosi metabolica, piressia, insufficienza
respiratoria e renale.� Non esiste un antidoto specifico per
l'ibuprofene. In caso di sovradosaggio sono indicate lavanda
gastrica e correzione degli elettroliti ematici.
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L'ibuprofene è un farmaco analgesico
appartenente alla classe degli antiinfiammatori non steroidei.
Nell'uomo si è dimostrato efficace nel ridurre il dolore,
il gonfiore e la febbre associati agli stati infiammatori.
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L'ibuprofene viene assorbito in modo completo
in seguito alla somministrazione orale, in parte a livello dello
stomaco e il resto dall'intestino tenue. Dopo la metabolizzazione
epatica, i metaboliti, farmacologicamente inattivi, vengono
eliminati completamente, soprattutto per via renale e, in minor
misura, per via biliare. L'emivita di eliminazione è
risultata di circa 1,8 - 3,5 ore, da studi condotti su volontari
sani e su pazienti con disfunzioni epatiche o renali. Il farmaco
si lega per il 99% alle proteine plasmatiche. Il picco di massimo
livello plasmatico viene raggiunto dopo 1-2 ore. La
biodisponibilità delle compresse e delle capsule è
circa equivalente a quella di una soluzione acquosa.
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Le prove tossicologiche su diverse specie
animali, per diverse vie di somministrazione, hanno dimostrato
che l'ibuprofene è ben tollerato (la DL%= nel topo albino
è di 800 mg/kg, per os; mentre nel ratto, sempre per os,
è di 1600 mg/kg); inoltre non è teratogeno.
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Compresse
Amido di mais, sodio carbossimetilamido,
magnesio stearato, idrossipropilmetilcellulosa, polietilenglicol
6000, talco, titanio biossido, emulsione antischiuma.
Capsule
Polietilenglicole 600, potassio idrossido,
acqua depurata, gelatina, sorbitolo soluzione speciale.
�
Non sono note incompatibilità con altri
farmaci
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Compresse: 2 anni
Capsule:�� 3 anni
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Conservare a temperatura ambiente
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Compresse
Astuccio contenente 2 blisters in AL/PVC da 10
compresse.
Capsule
Astuccio contenente 1 blister in AL/PVC/PVDC
da 12 capsule.
Astuccio contenente 1 blister in AL/PVC/PVDC
da 10 capsule.
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Non pertinente
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BOEHRINGER INGELHEIM ITALIA s.p.a.
Reggello (Firenze) – Località
Prulli n. 103/c.
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20 compresse:� A.I.C. n.
029396013
12 capsule:�� A.I.C. n. 029396037
10 capsule:�� A.I.C. n. 029396025
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18.09.1996
RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE
10.12.2001
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TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
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Dicembre 2002
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