Principio attivo: levodropropizina g 6
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kg | nr gocce 3 volte/die | kg | nr gocce 3 volte/die |
7-10 | 3 | 29-31 | 10 |
11-13 | 4 | 32-34 | 11 |
14-16 | 5 | 35-37 | 12 |
17-19 | 6 | 38-40 | 13 |
20-22 | 7 | 41-43 | 14 |
23-25 | 8 | 44-46 | 15 |
26-28 | 9 | superiore a 46 | 20 |
A giudizio del Medico i dosaggi sopra riportati possono essere raddoppiati comunque sino ad un massimo di 20 gocce tre volte al giorno.
Le gocce devono essere preferibilmente diluite in mezzo bicchiere d'acqua.
Il trattamento dovrebbe essere continuato fino alla scomparsa della tosse o secondo la prescrizione del Medico. Tuttavia, se dopo 2 settimane di terapia la tosse dovesse ancora essere presente, è consigliabile interrompere il trattamento e chiedere consiglio al Medico. Infatti la tosse è un sintomo e andrebbe studiata e trattata la patologia causale.
Per aprire il flacone è necessario premere con forza il tappo e ruotare contemporaneamente in senso antiorario.
L'effetto della somministrazione del prodotto a bambini sotto i 24 mesi non è stato pienamente studiato e in ogni caso il farmaco dovrebbe essere usato con cautela nei pazienti di questa età.
Si consiglia di usare cautela nei pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina sotto 35 ml/min).
I farmaci antitosse sono sintomatici e dovrebbero essere usati solo in attesa della diagnosi della causa scatenante e/o dell'effetto della terapia della patologia sottostante. È consigliabile il loro uso solo per un periodo di tempo di 14 giorni al massimo.
In assenza di informazioni sull'effetto dell'assunzione di cibo sull'assorbimento del farmaco è consigliabile assumere il farmaco lontano dai pasti.
Dagli studi clinici non risulta alcuna interazione con terapia concomitante per patologie broncopolmonari quale quella con b2 -agonisti, metilxantine e derivati, corticosteroidi, antibiotici, mucoregolatori e antiistaminici.
Tuttavia, poiché negli studi tossicologici nell'animale alla dose di 24 mg/kg si è osservato un lieve ritardo nell'aumento di peso corporeo e nella crescita e poiché levodropropizina è in grado di superare la barriera placentare nel ratto, l'uso del farmaco dovrebbe essere evitato nelle donne che intendono diventare o sono già gravide poiché la sua sicurezza d'impiego in tali casi non è documentata. Gli studi nel ratto indicano che il farmaco si ritrova nel latte materno fino ad 8 ore dalla somministrazione. Perciò l'uso del farmaco durante l'allattamento è controindicato.
In rarissimi casi sono state osservate reazioni allergiche cutanee.
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È un farmaco dotato di attività antitussiva, prevalentemente di tipo periferico a livello tracheobronchiale, associata ad attività antiallergica e antibroncospastica; inoltre esplica, nell'animale, una azione anestetica locale.
Nell'animale l'attività antitosse della levodropropizina dopo somministrazione orale è risultata uguale o superiore a dropropizina e cloperastina sulla tosse indotta da stimoli periferici quali sostanze chimiche, stimolazione meccanica della trachea e stimolazione elettrica dell'afferenza vagale.
La sua attività sulla tosse indotta da stimolo centrale quale la stimolazione elettrica della trachea nella cavia è circa 10 volte inferiore a quella della codeina mentre il rapporto di potenza tra i due farmaci risulta essere compreso tra 0,5 e 2 nei test da stimolazione periferica quali quelli da acido citrico, ammonio idrato ed acido solforico.
Levodropropizina non è attiva quando somministrata per via intracerebroventricolare nell'animale.
Questo fatto suggerisce che l'attività antitosse del composto è dovuta ad un meccanismo periferico e non ad azione sul sistema nervoso centrale. Il confronto tra l'efficacia della levodropropizina e quella della codeina, somministrata per via orale e aerosol, nel prevenire la tosse indotta sperimentalmente nella cavia conferma ulteriormente il sito d'azione periferico della levodropropizina; infatti la levodropropizina è equiattiva o più potente della codeina per somministrazione aerosol mentre, quando somministrata per via orale, è 2 volte meno potente della codeina.
Relativamente al meccanismo d'azione della levodropropizina, la deplezione dei neuropeptidi sensori nell'animale causa una marcata riduzione della capacità antitussiva della levodropropizina, il che suggerisce una interferenza del composto con i neuropeptidi sensori.
Levodropropizina è significativamente meno attiva di dropropizina sui tremori indotti da oxotremorina e sulle convulsioni indotte da pentametilentetrazolo e nel modificare la motilità spontanea nel topo.
Levodropropizina non spiazza il naloxone dai recettori degli oppiodi nel cervello del ratto, non modifica la sindrome da astinenza da morfina e la interruzione della sua somministrazione non è seguita dalla comparsa di comportamenti di dipendenza.
Levodropropizina non causa nell'animale né depressione della funzione respiratoria né effetti cardiovascolari apprezzabili, inoltre non induce effetti costipanti.
Levodropropizina agisce sul sistema broncopolmonare inibendo il broncospasmo indotto da istamina, serotonina e bradichinina. Il farmaco non inibisce il broncospasmo indotto da acetilcolina dimostrando così assenza di effetti anticolinergici. Nell'animale la ED50 dell'attività antibroncospastica è comparabile a quella dell'attività antitosse.
Nei volontari sani una dose di 60 mg di farmaco riduce per almeno 6 ore la tosse indotta da aerosol di acido citrico.
Alle dosi terapeutiche, levodropropizina non modifica nell'uomo il tracciato EEG e la capacità psicomotoria. Non si sono evidenziate modifiche nei parametri cardiovascolari nei volontari sani trattati sino alla dose di 240 mg di levodropropizina.
Questo farmaco non deprime né la funzione respiratoria né la clearance mucociliare nell'uomo.
Il binding alle proteine plasmatiche umane è trascurabile (11-14%) e comparabile con quello osservato nel cane e nel ratto. Levodropropizina viene assorbita nell'uomo dopo somministrazione orale e si distribuisce rapidamente nell'organismo. Il tempo di dimezzamento è di circa 1-2 ore. Il prodotto viene escreto principalmente nelle urine come prodotto inalterato e suoi metaboliti (levodropropizina coniugata e p-idrossi levodropropizina libera e coniugata). In 48 ore l'escrezione urinaria del prodotto e dei sopraddetti metaboliti è pari a circa il 35% della dose somministrata. Le prove di somministrazione ripetuta dimostrano che un trattamento di 8 giorni (t.i.d.) non altera il profilo di assorbimento e di eliminazione del farmaco permettendo, quindi, di escludere fenomeni di accumulo e di autoinduzione metabolica.
Non vi sono modificazioni significative del profilo farmacocinetico nel bambino, negli anziani e nei pazienti con insufficienza renale lieve o moderata.
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Il periodo di validità si intende nelle normali condizioni di conservazione.
Flacone in vetro scuro, capacità 35 ml, munito di contagocce e di tappo di chiusura pilfer-proof j18 mm, sottotappo sughero/zelelastic, tappo esterno di difficile apertura.
Viale Amelia, 70 - 00181 Roma (RM)
Su licenza: Dompé Farmaceutici S.p.A.