Ogni compressa rivestita con film contiene paroxetina mesilato
equivalente a 20 mg di paroxetina base.
Per gli eccipienti, si veda il Punto 6.1.
Compressa rivestita con film.
Compresse rotonde di colore giallo, rivestite con film,
recanti su un lato a rilievo il codice "POT 20" e con linea di
divisione su entrambi i lati.
- [Vedi Indice]
Episodi depressivi maggiori(da moderati a gravi secondo
l’ICD 10).
Disturbi ossessivo-compulsivi.
Disturbi da attacchi di panico con o senza agorafobia.
Fobia sociale.
�
Depressione: la dose iniziale consigliata è di
20 mg al giorno. In caso di necessità, il dosaggio
può essere aumentato gradualmente con incrementi di 10 mg
ad intervalli di almeno due settimane fino ad un massimo di 50
mg/die in base alla risposta del paziente.
Disturbi ossessivo-compulsivi: la dose consigliata
è di 40 mg al giorno partendo da una dose iniziale di 20
mg/die. In caso di necessità, il dosaggio
può essere aumentato gradualmente con incrementi di 10 mg
ad intervalli di almeno due settimane, fino ad un massimo di 60
mg al giorno in base alla risposta del paziente.
Disturbi da attacchi di panico: la dose consigliata
è di 40 mg al giorno partendo da una dose iniziale di 10
mg/die. In caso di necessità, il dosaggio
può essere aumentato gradualmente con incrementi di 10 mg
ad intervalli di almeno due settimane, fino ad un massimo di 60
mg al giorno in base alla risposta del paziente.
Per ridurre al minimo il potenziale peggioramento della
sintomatologia da panico durante il trattamento iniziale di
questo disturbo è raccomandato un basso dosaggio
iniziale.
Fobia sociale: la dose consigliata è di 20 mg al
giorno. In caso di necessità, il dosaggio può
essere aumentato gradualmente con incrementi di 10 mg ad
intervalli di almeno due settimane fino ad un massimo di 50 mg al
giorno in base alla risposta del paziente.
La paroxetina dovrebbe essere assunta in un'unica dose al
mattino a colazione. Le compresse dovrebbero essere deglutite con
un liquido piuttosto che masticate.
Anziani: la dose iniziale consigliata per gli anziani è
la stessa che per gli adulti. In caso di necessità, il
dosaggio può essere aumentato gradualmente con incrementi
di 10 mg ad intervalli di almeno due settimane fino ad un massimo
di 40 mg al giorno.
Bambini ed adolescenti: l'uso della paroxetina in bambini ed
adolescenti di età inferiore a 18 anni non è
consigliato poiché non sono state ancora stabilite la
sicurezza e l'efficacia.
Pazienti con insufficienza renale o epatica: nei soggetti con
insufficienza renale grave (clearance della creatinina
<30 ml/min) oppure con insufficienza epatica grave, è
possibile che si verifichi un aumento delle concentrazioni
plasmatiche. Pertanto, per ciascuna indicazione devono essere
usati dosaggi inferiori a quelli raccomandati.
Durata del trattamento:
I pazienti devono essere trattati per un periodo sufficiente
ad assicurare la remissione dei sintomi; tale periodo può
essere di diversi mesi per la depressione e può anche
protrarsi più a lungo per i disturbi ossessivo-compulsivi
e per i disturbi da attacchi di panico. Il trattamento deve
continuare per almeno 3 mesi (generalmente 6 mesi) dopo che
è stata ottenuta la risposta clinica.
Fobie sociali:
In questa indicazione, gli studi clinici vs placebo hanno
dimostrato l'efficacia della paroxetina con un trattamento di 3
mesi. Non è stata dimostrata l'efficacia a lungo
termine.
In caso di interruzione del trattamento, si raccomanda di
ridurre gradualmente le dosi per evitare reazioni da sospensione
del trattamento (si vedano i Punti 4.4 e 4.8).
�
Ipersensibilità verso la paroxetina od i suoi
eccipienti.
Somministrazione concomitante di paroxetina in pazienti che
ricevono inibitori non selettivi irreversibili delle
monoaminossidasi (MAO). In caso di passaggio dalla terapia con un
inibitore delle MAO alla terapia con paroxetina o viceversa,
è necessario un periodo diwash-out di almeno 2
settimane (si vedano i Punti 4.4 e 4.5).
�
È controindicato l'uso concomitante di paroxetina e di
inibitori delle MAO non selettivi irreversibili. Questa
associazione può indurre reazioni gravi e a volte fatali
(sindrome serotoninergica).
La paroxetina non deve essere somministrata prima di 2
settimane dopo la sospensione del trattamento con gli inibitori
delle MAO non selettivi irreversibili. Successivamente, il
trattamento con paroxetina deve essere iniziato con particolare
cautela ed il dosaggio deve essere aumentato gradualmente fino al
raggiungimento della risposta ottimale.
Il trattamento con gli inibitori delle MAO non selettivi
irreversibili non deve essere iniziato prima che siano trascorse
almeno 2 settimane dopo la sospensione del trattamento con
paroxetina.
Somministrare gli inibitori delle MAO A-selettivi in
concomitanza con paroxetina soltanto in caso di assoluta
necessità. Particolari precauzioni sono necessarie in caso
di somministrazione contemporanea di questi due farmaci (ad
esempio, stretto monitoraggio dei pazienti, ospedalizzazione
durante l'inizio della terapia in associazione ed inizio del
trattamento alle dosi minime raccomandate).
In relazione agli inibitori delle MAO B-selettivi
(selegilina), il rischio di una sindrome serotoninergica alle
dosi raccomandate di paroxetina e selegilina è più
basso rispetto al rischio che potrebbe insorgere con gli
inibitori delle MAO non selettivi e A-selettivi. Tuttavia, la
somministrazione concomitante di selegilina e di paroxetina deve
essere riservata ai casi di assoluta necessità e si rivela
assolutamente necessario adottare una particolare cautela (si
veda anche il Punto 4.5).
La paroxetina non deve essere usata in associazione con i
precursori della serotonina (L-triptofano, ossitriptano) a causa
del rischio di sindrome serotoninergica (si veda anche il Punto
4.5).
Nel trattamento della depressione, è possibile che
insorga il rischio di suicidio, in particolare nella fase
iniziale del trattamento a causa dell'intervallo tra l'inizio del
trattamento ed il miglioramento clinico: come con tutti gli
antidepressivi, l'effetto terapeutico completo può non
manifestarsi prima di 3-4 settimane. Pertanto, all'inizio del
trattamento è necessario tenere i pazienti sotto stretta
sorveglianza. La prescrizione di paroxetina dovrebbe essere fatta
per la quantità minima necessaria, al fine di ridurre il
rischio di sovradosaggio.
Reazioni da sospensione del farmaco sono state riferite in
associazione con gli inibitori selettivi delre-uptake
della serotonina (SSRI). I sintomi includono senso di
stordimento, disturbi sensoriali (ad esempio, parestesia), turbe
del sonno, cefalea, nausea, ansia e sudorazione. Evitare la
sospensione brusca del trattamento.
In alcuni pazienti è stata osservata una sindrome
serotoninergica che può rivelarsi potenzialmente letale.
In tal caso, interrompere il trattamento ed instaurare idonee
misure di supporto.
Come con altri antidepressivi, la paroxetina deve essere usata
con cautela nei pazienti con storia di mania. Sono stati riferiti
psicosi e viraggi del tono dell'umore verso una fase maniacale.
In tal caso, può essere necessaria la sospensione del
trattamento.
La paroxetina deve essere somministrata con cautela ai
pazienti con epilessia, precedenti epilettici o anamnesi di
convulsioni. Il trattamento con paroxetina deve essere sospeso in
caso di insorgenza di epilessia o di sviluppo di convulsioni.
In caso di funzionalità renale o epatica gravemente
compromesse, utilizzare un dosaggio inferiore a quello
raccomandato. Considerare la sospensione del trattamento con
paroxetina in caso di protratto innalzamento dei parametri della
funzionalità epatica.
Adottare cautela nel trattamento di pazienti con patologia
cardiovascolare.
Raramente è stata riferita iponatremia, in prevalenza
negli anziani e si è risolta generalmente con
l'interruzione del trattamento.
In rari casi, la paroxetina causa midriasi e deve essere
quindi usata con particolare cautela nei pazienti con glaucoma ad
angolo stretto.
Sul trattamento concomitante di paroxetina e diECT
(terapia elettroconvulsivante), sono disponibili soltanto
esperienze limitate.
Si sospetta che gliSSRI possano aumentare la tendenza
al sanguinamento a seguito dell'inibizione delre-uptake
della serotonina nelle piastrine. Adottare una particolare
cautela nei pazienti con manifestazioni precoci di sanguinamento
e durante il trattamento concomitante con farmaci che aumentano
il rischio di sanguinamento, ad esempio anticoagulanti e farmaci
che influiscono sulla funzionalità piastrinica [ad
esempio, Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS), acido
acetilsalicilico, ticlopidina, dipiridamolo] a causa della
possibilità di interazione (Si veda il Punto 4.5).
La paroxetina non deve essere somministrata in associazione
con gli antidepressivi triciclici o con altri farmaci che
agiscono sul sistema nervoso centrale (SNC), se non in caso di
assoluta necessità (si veda il Punto 4.5).
La paroxetina deve essere somministrata con cautela nei
pazienti in terapia con neurolettici poiché è stata
già riferita l'insorgenza di sintomi tipici della sindrome
maligna da neurolettici.
Non vi sono prove che la paroxetina potenzi gli effetti
dell'alcool. Tuttavia, come con altri farmaci che agiscono sul
SNC, il consumo di alcool deve essere evitato.
Gli effetti indesiderati possono essere più comuni
durante l'uso concomitante della paroxetina e di alcuni preparati
a base di erbe contenenti l'erba di S. Giovanni (Hypericum
perforatum). Quindi, la paroxetina non deve essere assunta in
associazione con i preparati a base di erba di S. Giovanni.
L'uso della paroxetina non è consigliato nei bambini e
negli adolescenti di età inferiore a 18 anni,
poiché la sua efficacia e la sua sicurezza non sono state
ancora sufficientemente studiate.
Generalmente, tutti i farmaci attivi sul SNC devono essere
usati con particolare cautela nei pazienti con storia nota di
abuso di farmaci poiché è impossibile prevederne il
comportamento individuale relativo all'assunzione di farmaci.
�
Associazioni controindicate:
L’associazione con gli inibitori delle MAO non selettivi
è controindicata; tra l'interruzione del trattamento con
gli inibitori non selettivi delle monoaminossidasi (MAO) e
l'inizio del trattamento con paroxetina, e viceversa, è
necessario un periodo diwash-out di almeno 2
settimane.
Associazioni non consigliate:
Evitare la concomitante somministrazione con gli inibitori
delle MAO A- o B-selettivi se non in caso di assoluta
necessità. Se l’associazione si rende comunque
necessaria, potenziare il monitoraggio clinico (si veda anche il
Punto 4.4).
L’associazione con destrometorfano deve essere evitata a
causa del rischio di una sindrome serotoninergica poiché
il destrometorfano inibisce debolmente l'uptake della
serotonina. Inoltre, la paroxetina ed il destrometorfano vengono
entrambi metabolizzati attraverso il citocromo P450 (CYP) 2D6 ed
è quindi possibile un'inibizione competitiva reciproca del
loro metabolismo.
Altre associazioni:
È possibile un'interazione farmacodinamica tra la
paroxetina e gli anticoagulanti orali. L'uso concomitante della
paroxetina e degli anticoagulanti orali potrebbe aumentare
l'attività anticoagulante ed il rischio di emorragia. Di
conseguenza, la paroxetina deve essere somministrata con estrema
cautela a quei pazienti in trattamento con anticoagulanti. Il
livello diINR (risultato del test di protrombina
registrato secondo l’INR – Rapporto Normalizzato
Internazionale) deve essere controllato con maggiore frequenza e,
se necessario, il dosaggio degli anticoagulanti orali deve essere
aggiustato.
La paroxetina inibisce l'isoenzima CYP2D6 e può quindi
inibire il metabolismo dei farmaci metabolizzati da questo
enzima, ad esempio alcuni antidepressivi triciclici
(clomipramina, desipramina, nortriptilina, imipramina,
amitriptilina), i neurolettici del tipo delle fenotiazine (ad
esempio, perfenazina e tioridazina), gli antiaritmici di tipo 1C
(ad esempio, flecainide, encainide e propafenone) e altri
SSRI (fluoxetina).
Adottare particolare cautela in caso di somministrazione
concomitante di questi farmaci e di paroxetina.
Il metabolismo e la farmacocinetica della paroxetina possono
essere modificati dall'inibizione oppure dall'induzione degli
enzimi che metabolizzano il farmaco.
La somministrazione concomitante di cimetidina e di paroxetina
potrebbe aumentare le concentrazioni plasmatiche di paroxetina
attraverso le inibizioni del metabolismo della paroxetina mediato
da CYP a opera della cimetidina. Si possono rendere necessarie
dosi più basse di paroxetina.
La somministrazione concomitante di prociclidina e di
paroxetina può aumentare la concentrazione plasmatica
della prociclidina; se si verificano effetti anticolinergici,
ridurre il dosaggio della prociclidina.
Come con altriSSRI, la somministrazione concomitante
di paroxetina e di sostanze serotoninergiche (ad esempio,
inibitori delle MAO, L-triptofano) può causare una
sindrome serotoninergica. I sintomi possono essere irrequietezza,
confusione, sudorazione, allucinazioni, iper reflessia, mioclono,
brividi di freddo, tachicardia, tremore, nausea e diarrea.
La somministrazione concomitante di triptani (almotriptan,
frovatriptan, naratriptan, rizatriptan, sumatriptan,
zolmitriptan) aumenta il rischio di ipertensione e di
vasocostrizione delle coronarie, per sommazione dei loro effetti
serotoninergici.
Il rischio della somministrazione della paroxetina in
associazione con altre sostanze attive sul SNC non è stato
valutato sistematicamente. In caso di somministrazione
concomitante, è quindi necessario prestare una particolare
attenzione.
Adottare altresì cautela durante la somministrazione
concomitante di paroxetina e di litio a causa del rischio di
insorgenza di una lieve sindrome serotoninergica.
Per l’associazione con i Farmaci Antinfiammatori Non
Steroidei e con l’acido acetilsalicilico si veda il Punto
4.4.
Gli effetti indesiderati possono essere più comuni in
caso di uso concomitante di paroxetina e di preparati contenenti
l'erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) (si veda il
Punto 4.4).
�
Non sono disponibili dati esaurienti sull'uso della paroxetina
in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno dimostrato una
tossicità a livello riproduttivo (si veda il Punto 5.3).
Il potenziale rischio per l'uomo non è noto. La paroxetina
non deve essere utilizzata durante la gravidanza se non nei casi
di assoluta necessità.
La paroxetina passa nel latte materno in piccolissime
quantità. Le concentrazioni plasmatiche nei lattanti la
cui madre aveva assunto dosi di 10-50 mg al giorno di paroxetina
si sono rivelate inferiori al limite di rilevazione (< 2
ng/ml) nella maggior parte dei casi e inferiori al limite di
dosabilità (< 4 ng/ml) nel resto dei soggetti. In
questi bambini non sono stati osservati effetti della sostanza.
Tuttavia, la paroxetina non deve essere somministrata durante
l'allattamento se non nei casi in cui il beneficio superi il
possibile rischio per il bambino.
�
L'esperienza clinica con la paroxetina non ha mostrato alcun
effetto negativo sulle funzioni cognitive e psicometriche.
Tuttavia, i pazienti devono essere informati sulla
necessità di adottare particolare cautela durante la guida
di veicoli o l'uso di macchinari.
�
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COMUNI
(>1/100)
|
NON COMUNI
(>1/1000, <1/100)
|
RARI
(<1/1000)
|
MOLTO RARI
(<1/10.000),
incluse singole segnalazioni
|
Disturbi ematologici
|
|
Trombocitopenia
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Sanguinamento anomalo (soprattutto ecchimosi e porpora)
|
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Disturbi del sistema nervoso
|
Insonnia
Agitazione/irrequietezza
Senso di stordimento
Parestesia
Sonnolenza
Tremore
Astenia
Disfunzioni sessuali, incluse disfunzione dell'eiaculazione,
calo della libido, impotenza ed anorgasmia
Secchezza delle fauci
Tendenza alla sudorazione
Cefalea
Vertigine
|
Sindrome maligna da neurolettici
Iperprolattinemia/sintomi galattorrea-simili
Ipertonia
|
Sintomi extrapiramidali
Confusione
Convulsioni
|
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Disturbi oftalmici
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Midriasi
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Glaucoma acuto
|
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Disturbi dell'udito
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Tinnito
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Disturbi cardiovascolari
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Palpitazioni
Ipotensione posturale
Vasodilatazione
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Tachicardia sinusale
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Disturbi respiratori
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Fibrosi polmonare
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Disturbi gastrointestinali
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Nausea
Vomito
Diarrea
Dispepsia
Stipsi
Diminuzione dell'appetito
Flatulenza
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Disturbi epatici
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Elevazione transitoria degli enzimi epatici
|
Eventi epatici (ad esempio, epatite, talvolta associata ad
ittero e/o insufficienzaepatica).
|
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Disturbi della cute e del tessuto sottocutaneo
|
|
Prurito,rash e reazioni allergiche
|
Orticaria
Fotosensibilità
|
Eritema nodoso
Edema di Quincke
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Disturbi renali ed urinari
|
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Ritenzione urinaria
Edema (periferico e facciale)
|
Iponatremia
|
|
Disturbi generali
|
Incremento ponderale
|
|
|
|
Nonostante la possibilità di reazioni da sospensione
del farmaco al momento dell'interruzione del trattamento, i
riscontri preclinici e clinici disponibili non indicano che gli
SSRI causino dipendenza.
I sintomi riferiti attribuibili alle reazioni da sospensione
sono: senso di stordimento, disturbi sensoriali (ad esempio,
parestesia), turbe del sonno, cefalea, nausea, ansia e
sudorazione. Le reazioni da sospensione sono in gran parte lievi
e auto-limitanti e possono durare una o due settimane. In caso di
sospensione del trattamento, la dose dovrebbe essere ridotta
gradualmente.
Come indicato nella tabella sopra riportata, sono stati
riferiti casi eccezionali di aumento degli enzimi epatici e di
epatite acuta, raramente grave. In caso di rilevazione di
parametri anomali della funzionalità epatica, sospendere
il trattamento.
�
I sintomi di sovradosaggio comprendono nausea, vomito,
tremore, pupille dilatate, secchezza delle fauci e
irritabilità. Non sono stati riferiti casi di coma o di
convulsioni a seguito di un sovradosaggio con paroxetina
somministrata da sola.
Poiché non si conosce alcun antidoto specifico per la
paroxetina, è indicato il trattamento sintomatico.
Lo svuotamento gastrico dopo ingestione orale può
essere ottenuto con somministrazioni ripetute di carbone attivo
20-30 g ogni 4-6 ore a seguito di sovradosaggio. Il trattamento
si basa sulle misure generali sintomatiche e di supporto, tra cui
il garantire la pervietà delle vie aeree, il monitoraggio
della funzionalità neurologica e cardiaca e dei segni
vitali fino al ripristino dei normali valori.
Sono stati riferiti casi di sovradosaggio fino a 2000 mg di
paroxetina (da sola od in associazione con altre sostanze). Sono
stati riferiti sintomi come sedazione, sudorazione, edema
facciale e nausea. Generalmente, la guarigione avviene senza
particolari problemi. In rarissimi casi, è stato riferito
un esito fatale e, in generale, la paroxetina era stata assunta
insieme ad altri farmaci.
�
ClassificazioneATC: N06A B05.
Inibitore delre-uptake della serotonina
(antidepressivo).
Si ritiene che l'azione antidepressiva della paroxetina sia
connessa con il potenziamento dell'attività
serotoninergica nel sistema nervoso centrale, risultante
dall'inibizione della ricaptazione neuronale della serotonina
(5-HT).
Anche gli studiin vitro sugli animali suggeriscono che
la paroxetina è un inibitore potente ed altamente
selettivo della ricaptazione neuronale della serotonina e che
produce effetti solo molto deboli sulla ricaptazione neuronale
della noradrenalina e della dopamina.
�
La paroxetina è assorbita quasi completamente dal
tratto gastrointestinale e solo l'1% del farmaco viene escreto
immodificato nelle feci. Tuttavia, la biodisponibilità
assoluta della paroxetina è ridotta notevolmente dal
metabolismo epatico di primo passaggio. L'effetto di primo
passaggio diminuisce con l'aumento della dose, indicando una
saturazione del metabolismo di primo passaggio. L'assorbimento
non è modificato dall'assunzione di cibo, di latte o di
antiacidi. Il tempo per il raggiungimento del picco di
concentrazione plasmatica (tmax) varia da 2 ad 8 ore,
con una media di circa 6 ore.
Le concentrazioni della paroxetina allosteady state
sono raggiunte entro 1-2 settimane dopo l'inizio della terapia.
Dopo il raggiungimento dellosteady state, non si
evidenzia ulteriore accumulo del farmaco.
La paroxetina si distribuisce in tutto l’organismo,
compreso il SNC e solo l'1% resta nel plasma dopo l'equilibrio di
distribuzione. Circa il 95% della paroxetina è legato alle
proteine plasmatiche.
La paroxetina viene largamente metabolizzata dopo
somministrazione orale. La paroxetina viene metabolizzata in
massima parte dall'enzima polimorfo CYP 2D6 e risulta un potente
inibitore di questo enzima. I principali metaboliti sono prodotti
polari e coniugati di reazioni di ossidazione e di metilazione e
vengono rapidamente eliminati. I metaboliti sono inattivi e
vengono escreti principalmente per via renale (fino al 64%).
L'emivita di eliminazione (t1/2) della paroxetina dopo una
singola dose di 20 mg è di circa 16-21 ore, sebbene in
letteratura sia stato riferito unrange più ampio,
oscillante da 3-65 ore.
Nei soggetti anziani, sono stati osservati livelli plasmatici
di paroxetina 2-3 volte più elevati rispetto a quelli dei
soggetti adulti. Negli anziani, l'eliminazione potrebbe essere
più lenta.
In soggetti con insufficienza renale ed epatica si è
constatato un aumento delle concentrazioni plasmatiche.
Nell'insufficienza renale grave (clearance della
creatinina < 30 ml/min), l'AUC e la Cmax medie sono
aumentate di circa 3,5 e 2,3 volte a seguito di dosi singole di
paroxetina. I pazienti con insufficienza renale moderata
(clearance della creatinina di 30-60 ml/min) hanno
presentato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di ben 2
volte. L'emivita di eliminazione si è mostrata
significativamente prolungata nei soggetti con insufficienza
renale grave(30 vs. 17 ore verso i controlli).
Nei pazienti con cirrosi alcoolica, dopo una somministrazione
di 14 giorni, è stato osservato un aumento di 2 volte
della AUC normalizzata per la dose e nelle concentrazioni
residue(si veda il Punto 4.2).
�
Gli studi convenzionali di genotossicità e di
cancerogenicità non hanno rivelato rischi particolari per
l'uomo.
Negli studi di tossicità ripetuta sul ratto, è
stata osservata fosfolipidosi in diversi organi; tuttavia tale
alterazione non è stata osservata nei primati.
L'accumulo di fosfolipidi negli animali sperimentali è
stato osservato dopo somministrazione di diverse ammine lipofile.
La rilevanza per l'uomo non è nota.
Negli studi di tossicità riproduttiva, è stata
osservata una riduzione della fertilità maschile e della
sopravvivenza post-natale.
�
Nucleo:
Calcio fosfato dibasico anidro, sodio amido glicolato,
magnesio stearato.
Rivestimento:
Ipromellosa, idrossipropilcellulosa, titanio diossido (E171),
ferro ossido giallo (E172), ferro ossido rosso (E172).
�
Non pertinente.
�
3 anni.
�
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
�
10, 14, 20, 28, 30, 50, 56, 60 o 100 compresse in:
blister di PVC/PE/PVDC/Al
blister di Al/Al
�
Nessuna istruzione particolare.
�
Synthon BV - Microweg 22 - 6545 CM Nijmegen – Olanda
�
Blister di PVC/PE/PVDC/Al:
Scatola da 10 compresse� � AIC 035444013/M
Scatola da 14 compresse������ AIC 035444025/M
Scatola da 20 compresse������ AIC 035444114/M
Scatola da 28 compresse������ AIC 035444037/M
Scatola da 30 compresse������ AIC 035444049/M
Scatola da 50 compresse������ AIC 035444126/M
Scatola da 56 compresse������ AIC 035444138/M
Scatola da 60 compresse������ AIC 035444052/M
Scatola da 100 compresse�� AIC 035444140/M
Blister di Al/Al:
Scatola da 10 compresse� � AIC 035444064/M
Scatola da 14 compresse������ AIC 035444076/M
Scatola da 20 compresse������ AIC 035444153/M
Scatola da 28 compresse������ AIC 035444088/M
Scatola da 30 compresse������ AIC 035444090/M
Scatola da 50 compresse������ AIC 035444165/M
Scatola da 56 compresse������ AIC 035444177/M
Scatola da 60 compresse������ AIC 035444102/M
Scatola da 100 compresse�� AIC 035444189/M
�
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�
08.08.2002
�
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08.08.2002
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Tutti i diritti riservati.
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