- [Vedi Indice]Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da gram-negativi difficili o da flora mista con presenza di gram-negativi resistenti ai più comuni antibiotici.
In particolare, Dardum, trova indicazione nelle suddette infezioni in pazienti defedati e/o immunodepressi.
Adulti:
2-4 g/die in due somministrazioni uguali, equidistanziate (ogni 12 ore). Nelle infezioni particolarmente gravi, fino a 8 g/die in due dosi uguali. Sono stati somministrati fino a 12 g/die suddivisi in tre somministrazioni uguali, ogni 8 ore.
Nei nefropatici con filtrato glomerulare < 18 ml / min o con creatininemia > 3,5 mg/100 ml, è consigliabile non superare i 4 g/die.
Bambini:
50-200 mg/kg/ die suddivisi in 2 (ogni 12 ore) o più somministrazioni, in caso di necessità.
- Somministrazione intramuscolare:
Le fiale di Dardum per uso intramuscolare, 0,5 g e 1 g, vanno disciolte con la fiala solvente (annessa alla confezione) contenente rispettivamente 2 e 3 ml di soluzione di lidocaina cloridrato allo 0,5%. Per preparare le soluzioni da iniettare per via intramuscolare, si può utilizzare anche acqua sterile per iniezioni. Quando si voglia somministrare il farmaco in concentrazioni superiori ai 250 mg/ml, le soluzioni devono essere preparate usando lidocaina cloridrato 0,5%. La somministrazione va effettuata mediante iniezione intramuscolare profonda a livello di masse muscolari voluminose, quali i glutei o la faccia anteriore delle cosce. Per la presenza della lidocaina la soluzione ricostituita si presenta lattescente.
Agitare energicamente prima dell'uso.
- Somministrazione endovenosa:
Per la somministrazione endovenosa sono disponibili fiale da 2 g. Alla confezione da 2 g è annessa, come solvente, una fiala di acqua per preparazioni iniettabili da 10 ml. Per l'iniezione endovenosa diretta la dose massima di Dardum è di 2 g e va iniettata in un periodo di tempo non inferiore ai 3 minuti per 1 g di principio attivo. Ogni grammo di farmaco va disciolto in 10 ml di adatto solvente.
Per l'infusione endovenosa intermittente, fiale da 1 o 2 g di Dardum vanno disciolte in 20-100 ml di soluzione sterile per uso endovenoso compatibile col farmaco e infuse in un intervallo di tempo variabile da 15 minuti ad un'ora. Se si preferisce utilizzare come solvente l'acqua sterile per iniezioni, non se ne devono impiegare più di 20 ml.
Per l'infusione endovenosa continua, ogni grammo di Dardum va disciolto in 5 ml di acqua sterile per iniezioni e la soluzione così ottenuta va addizionata ad un adatto diluente per uso endovenoso.
Dardum è fisicamente compatibile con le seguenti soluzioni: destrosio e fruttosio al 5%, sodio cloruro allo 0,9%, miscela di soluzioni di sodio cloruro e destrano a basso peso molecolare, soluzioni di lattato di Ringer, albumina e alcuni aminoacidi.
In casi eccezionali sono state somministrate, senza complicazioni, dosi superiori a 200 mg/kg/die.
Ipersensibilità già nota verso le cefalosporine (e verso la lidocaina per le preparazioni che la contengono).
Data la possibile allergia crociata tra penicilline e cefalosporine, occorre accertare, prima di somministrare il farmaco, l'esistenza di precedenti reazioni di ipersensibilità nei confronti di cefalosporine, penicilline o altri farmaci.
Data la possibile allergia crociata tra penicilline e cefalosporine, occorre accertare, prima di somministrare il farmaco, l'esistenza di precedenti reazioni di ipersensibilità nei confronti di cefalosporine, penicilline o altri farmaci.
Sono stati infatti segnalati casi di pazienti che hanno presentato reazioni, talora anche di tipo anafilattico, ad entrambe queste classi di antibiotici.
Il cefoperazone, va quindi somministrato con cautela ai pazienti sensibili alla penicillina. Gli antibiotici vanno somministrati con cautela ad ogni paziente che abbia presentato qualche forma di allergia, in particolare ai farmaci.
Nei pazienti affetti da epatopatia e/o da ostruzione delle vie biliari, l'emivita sierica del cefoperazone è generalmente prolungata e l'eliminazione renale aumentata.
In assenza di concomitante insufficienza renale si possono somministrare negli adulti 2 g/die, suddivisi in due somministrazioni, senza rischio di accumulo. Per posologie superiori a 2 g/die è necessario monitorare le concentrazioni sieriche del farmaco. Nei pazienti affetti contemporaneamente da insufficienza epatica e renale sarà opportuno rinunciare all'impiego di cefoperazone.
Analogamente a quanto segnalato con altre cefalosporine, in corso di trattamento con cefoperazone, è stata descritta a seguito dell'ingestione di alcool (e fino a 5 giorni dopo l'ultima somministrazione) una reazione caratterizzata da arrossamento intenso del volto, sudorazione, cefalea e tachicardia.
È pertanto necessario evitare l'assunzione di alcool sotto qualsiasi forma in corso di trattamento con cefoperazone.
La somministrazione concomitante di cefalosporine e aminoglicosidi può determinare effetti nefrotossici.
Le soluzioni contenenti lidocaina non possono essere utilizzate nei bambini al di sotto dei 30 mesi di età.
In caso di reazione allergica si deve interrompere la terapia ed istituire un trattamento idoneo (amine vasopressorie, antiistaminici, corticosteroidi) o, in presenza di anafilassi, un immediato trattamento con adrenalina od altre opportune misure d'emergenza.
L'insorgenza di una qualsiasi reazione di tipo allergico impone la sospensione del trattamento.
Casi di colite pseudomembranosa sono stati segnalati con l'uso di cefalosporine (e altri antibiotici a largo spettro); perciò è importante prendere in considerazione questa eventualità nei pazienti che presentano diarrea in conseguenza dell'uso di antibiotici.
Il trattamento con antibiotici a largo spettro altera la normale flora batterica del colon e ciò può consentire la crescita di clostridi.
Alcuni studi hanno evidenziato che una delle cause principali di colite associata agli antibiotici è una tossina prodotta dal Clostridium difficile.
Casi lievi di colite si possono risolvere con la semplice interruzione della terapia.
I casi di colite moderati e gravi vanno trattati con l'integrazione di perdite di liquidi, elettroliti e proteine. Se la colite non si risolve con l'interruzione della terapia o è grave, il trattamento di scelta per la colite pseudo-membranosa da antibiotico, causata dal Clostridium difficile, è la vancomicina per via orale.
Bisogna anche valutare la possibilità di altre cause per la colite.
Come con altri antibiotici, sono stati segnalati casi di deficit di vitamina k in corso di trattamento con cefoperazone.
Con tutta probabilità tale fenomeno va ricondotto alla soppressione della flora batterica intestinale che normalmente sintetizza questa vitamina e i soggetti a rischio appaiono essere quelli sottoposti a dieta deficitaria o con condizioni di malassorbimento (es. fibrosi cistica) o in pazienti alimentati per lunghi periodi per via endovenosa.
Con l'uso di cefoperazone possono verificarsi rari casi di ipotrombinemia. Sono maggiormente a rischio di emorragie e di fenomeni tromboembolici i pazienti con disordini primari e secondari della emocoagulazione (trombocitopenia, trombopatia o altri disordini della coagulazione).
In questi pazienti "a rischio" è opportuno effettuare il test di Quick ogni due-tre giorni e somministrare vitamina k (10 mg per settimana).
Come per altre betalattamine, durante un trattamento prolungato con cefoperazone, possono svilupparsi resistenze microbiche: tale evenienza è maggiore verso microorganismi opportunisti specialmente enterobatteriacee e pseudomonas in soggetti immunodepressi e, probabilmente, associando tra loro più betalattamine.
Si può verificare una falsa positività della glicosuria se si impiegano i reattivi di Fehling, di Benedict e "Clinitest".
Tenere il medicinale fuori dalla portata dei bambini.
Se il cefoperazone viene impiegato in associazione con aminoglicosidi è necessario il monitoraggio della funzionalità renale durante il trattamento. I due farmaci non vanno miscelati nella stessa siringa e devono essere iniettati in sedi diverse, dato che tra essi esiste un'incompatibilità di ordine chimico-fisico.
Fra le precauzioni d'uso sono descritti gli effetti da contemporanea assunzione di alcool.
Benché negli esperimenti sugli animali di laboratorio non si siano osservati effetti teratogeni, non è dimostrato che il cefoperazone può essere utilizzato in tutta sicurezza nella gravidanza e nell'allattamento. L'antibiotico è reperibile in concentrazioni ridotte nel latte materno.
Il cefoperazone è stato somministrato con successo nell'infanzia. Non è stato però esaurientemente studiato nei prematuri e nei neonati fino a 6 mesi di vita.
Pertanto, nelle donne in stato di gravidanza, durante l'allattamento e nella primissima infanzia, il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico.
Non è stato riportato alcun effetto del Dardum sulla capacità di guidare e sull'uso di macchine.
Come con altre cefalosporine, anche con il cefoperazone si possono manifestare le seguenti reazioni secondarie:
Ipersensibilità: eruzioni maculo-papulose, orticaria, febbre ed eosinofilia, reazioni anafilattoidi.Effetti ematologici: per somministrazione protratta, neutropenia reversibile e/o eosinofilia transitoria e rari casi di ipoprotrombinemia, talora riduzione della emoglobina e dell'ematocrito. In corso di trattamento prolungato si può osservare una falsa positività del test di Coombs diretto.Funzionalità epatica: possibile transitorio aumento di: SGOT, SGPT, fosfatasi alcalina.Funzionalità renale: segnalato transitorio aumento di azotemia e creatinina sierica.Effetti gastro-intestinali: segnalata transitoria modificazione dell'alvo (feci molli o diarrea) nausea, vomito. La diarrea in genere risponde alla terapia sintomatica o alla sospensione dell'antibiotico. Se persistente considerare l'eventualità dell'insorgenza di colite pseudo-membranosa.Reazioni locali: occasionalmente dolenzia transitoria in sede di inoculo dopo somministrazione intramuscolare.
Come altre cefalosporine, Dardum, può determinare flebiti nella sede di infusione, a seguito di somministrazione con catetere endovenoso.
Segnalati raramente tremori, cefalea, vertigini.
Il cefoperazone è dializzabile.
In caso di sovradosaggio il farmaco può essere eliminato mediante trattamento emodialitico o dialisi peritoneale.
Il cefoperazone è una cefalosporina semi-sintetica di "terza generazione", per uso parenterale, resistente a molte beta-lattamasi, e dotata di attività antibatterica ad ampio spettro nei confronti di numerosi germi Gram-positivi, germi Gram-negativi, aerobi ed anaerobi.
Non assorbito da tubo gastro enterico.
Picco di concentrazione sierica di 22-33-65 mcg/ml in media dopo 1 h dalla somministrazione i.m. di 0,25-0,5 e 1 g rispettivamente; e di 153-252 e 340 mcg/ml dopo infusione e.v. per 15 minuti a velocità costante di 1-2 e 3 g rispettivamente.
Legame reversibile con proteine plasmatiche: circa 90%; emivita media del siero: circa 2 ore, indipendentemente dalla via di somministrazione. (Nei neonati l'emivita è compresa in un range di 6-12 ore, correlato alla durata della gestazione) Dardum raggiunge concentrazioni terapeutiche in tutti i liquidi e tessuti esaminati: liquido ascitico, liquido peritoneale, liquido cefalorachidiano (in pazienti con infiammazione meningea) urine, bile e parete della colecisti, espettorato, polmone, tonsilla palatina, mucosa dei seni paranasali, orecchietta atriale, rene, uretere, prostata, testicoli, utero, tube di Falloppio, tessuto osseo, sangue ombelicale e liquido amniotico.
La DL50 nel topo (via orale e sottocutanea) è superiore a 13-15 g/kg; per via endovenosa, nella stessa specie animale, è pari a 4,76 g/kg nei maschi e a 3,84 g/kg nelle femmine.
Negli studi a lungo termine, nel cane, Dardum, non ha determinato lesioni istologiche a carico del rene.
Dardum, a dosi di 1-2 g/kg die per 4 settimane, nel ratto non ha provocato lesioni istopatologiche significative a carico dell'orecchio interno.
Dosi fino a dieci volte superiori a quelle impiegate nell'uomo non hanno evidenziato nel topo, ratto e scimmia, alcuna compromissione della fertilità né attività teratogena.
Ogni fiala solvente contiene: | |
| mg 500 | mg 1000 | g 2 |
Lidocaina HCl | mg 10 | mg 15 | --- |
Acqua p.p.i. | ml 2 | ml 3 | ml 10 |
Nessuna particolare.
24 mesi allo stato secco, a confezionamento integro. In soluzione è stabile per 24 ore se conservato alle temperature tra i 5 gradi e i 25 gradi C.
Nessuna particolare.
1 flaconcino da 500 mg e 1 fiala solvente da 2 ml per uso intramuscolare.
1 flaconcino da 1000 mg e 1 fiala solvente da 3 ml per uso intramuscolare.
1 flaconcino da 2000 mg e 1 fiala solvente da 10 ml per uso endovenoso.
Come descritto in posologia e modo di somministrazione
Laboratorio Italiano Biochimico Farmaceutico LISAPHARMA S.p.A.
Via Licinio, 11 - 22036 ERBA (CO)
Dardum 500 mg/2 ml AIC n. 026039038
Dardum 1000 mg/3 ml AIC n. 026039014
Dardum 2000 mg/10 ml AIC n. 026039026
Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
Giugno 2000
Non pertinente.
Giugno 2000
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