La dose singola può variare da 0,5 a 3 mg/kg.
Le dosi di 0,5-1 mg/kg possono essere ripetute ad intervalli di 1 o più giorni; le dosi di 2 mg/kg dovrebbero essere spaziate di 4 o più giorni; le dosi di 2,5-3 mg/kg, benchè raramente impiegate, dovrebbero essere somministrate solo a intervalli di 7-14 giorni.
Il numero di iniezioni richieste varia ampiamente da paziente a paziente e deve essere fissato per ciascun caso secondo la risposta e la tollerabilità, con particolare riferimento al quadro ematologico e midollare e l'eventuale associazione con altri antiblastici.
Sia nell'adulto che nel bambino si raccomanda di non superare la dose totale di 20 mg/kg (vedi "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso"). Il dosaggio di Daunoblastina deve essere ridotto in quei pazienti che presentano compromissione della funzionalità epatica onde evitare un aumento della tossicità globale.
Daunoblastina non è attiva per via orale e non deve essere somministrata per via intramuscolare o intratecale.
La somministrazione viene fatta solo per iniezione endovenosa; è opportuno eseguirla attraverso il tubolare di una fleboclisi di soluzione fisiologica in corso, dopo essersi accertati che l'ago sia perfettamente in vena. Questa tecnica riduce il pericolo della fuoriuscita del farmaco ed assicura il lavaggio della vena al termine della somministrazione.
Daunoblastina non deve essere mescolata con eparina in quanto questi farmaci presentano incompatibilità chimica ed in certe proporzioni formano un precipitato.
Durante la fase di induzione della remissione di una leucemia acuta con Daunoblastina è importante una attenta e frequente sorveglianza del paziente, che deve essere ospedalizzato.
Poiché Daunoblastina può provocare una rapida distruzione di un elevato numero di cellule leucemiche che determinano un aumento delle concentrazioni ematiche di acido urico e di urea, è opportuno controllare tali livelli tre o quattro volte la settimana durante la prima settimana di trattamento.
Nei casi gravi si consiglia di somministrare abbondanti liquidi e allopurinolo per prevenire la comparsa di una nefropatia uratica.
In ogni paziente il trattamento con Daunoblastina porta a mielodepressione ed in un certo numero di casi ad una grave aplasia. Ciò deve essere tenuto ben presente prima di iniziare il trattamento al fine di predisporre un'adeguata terapia di supporto (antibiotici, trasfusioni, concentrati piastrinici ed eventualmente leucocitari).
Il conteggio giornaliero dei globuli bianchi, rossi e delle piastrine è necessario durante la prima settimana di trattamento.
Prima dell'inizio ed eventualmente durante il trattamento, si raccomanda di controllare la funzionalità epatica con i normali esami di laboratorio (SGOT, SGPT, fosfatasi alcalina, bilirubina BSF).
Particolare attenzione deve essere riservata alla cardiotossicità della Daunoblastina. Il rischio di comparsa di uno scompenso cardiaco, che risulta estremamente basso (circa 2%) al di sotto della dose cumulativa di 20 mg/kg, aumenta considerevolmente quando viene superata la suddetta dose limite raccomandata.
In ogni caso la cardiotossicità di Daunoblastina può essere favorita da eventuali concomitanti terapie (radiazioni ed altri farmaci potenzialmente cardiotossici) o da situazioni cliniche legate alla malattia (anemia, infezioni, infiltrati peri- o/miocardici).
Uno scompenso cardiaco tuttavia può comparire anche in piena remissione ed alcune settimane dopo l'ultima somministrazione di Daunoblastina e talvolta non è influenzato dalle terapie mediche o fisiche tradizionali.
Si raccomanda di effettuare l'ECG, prima e dopo ogni ciclo di terapia. La comparsa di alterazioni del tracciato ECG, come appiattimento o inversione dell'onda e depressione del tratto ST, o l'insorgere di aritmie non comporta necessariamente la sospensione del trattamento; diversamente una riduzione del voltaggio del complesso CRS è attualmente considerata più specificamente predittiva per la cardiotossicità. In questa evenienza il vantaggio di continuare il trattamento deve essere accuratamente valutato a fronte del rischio di un danno cardiaco irreversibile.
In ogni caso uno scompenso cardiaco può insorgere dopo una dose cumulativa elevata, anche senza essere stato preceduto da alterazioni dell'ECG.
Daunoblastina come del resto la maggior parte dei farmaci antitumorali, ha dimostrato proprietà cancerogene negli animali in particolari condizioni sperimentali.
Daunoblastina può determinare una colorazione rossa nelle urine fino a 1-2 giorni dopo la somministrazione. Se la soluzione di Daunoblastina viene a contatto con la cute o le mucose, si consiglia di effettuare un lavaggio accurato. Per quanto Daunoblastina possieda una certa azione antibiotica, non deve essere utilizzata come un farmaco antinfettivo.