Capsule e gocce - uso orale.
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Osteodistrofia da insufficienza renale in dialisi o meno.
Ipoparatiroidismo.
Rachitismo ed osteomalacia D resistente o D dipendente (pseudo
deficitaria).
Rachitismo ed osteomalacia da alterazioni renali dovute al
metabolismo della vitamina D.
Osteoporosi post menopausale.
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Dose iniziale per tutte le indicazioni.
Adulti: 1 mcg al giorno.
Bambini di peso superiore ai 20 Kg : 1 mcg al giorno.
Bambini di peso inferiore ai 20 Kg : 0,05 mcg/Kg al
giorno.
E’ importante regolare il dosaggio in accordo con le
risposte biochimiche onde evitare l’instaurarsi di
ipercalcemia. I parametri da valutare comprendono i tassi
plasmatici di calcio, la fosfatasi alcalina, l’ormone
paratiroideo, l’escrezione urinaria di calcio nonchè
esami istologici e radiografici.
Pazienti con grave disfunzione ossea (eccezion fatta per
quelli con insufficienza renale) possono tollerare una posologia
più elevata senza che compaia ipercalcemia.
In ogni caso, il mancato rapido aumento del calcio plasmatico
in pazienti con osteomalacia, non implica la necessità di
aumentare la posologia in quanto il calcio derivante da un
aumentato assorbimento intestinale può essere incorporato
nelle ossa demineralizzate.
In tal caso la maggior parte dei pazienti risponderanno ad una
posologia di 1-3 mcg/die.
La posologia deve essere ridotta nelle alterazioni del sistema
scheletrico quando vi sia una evidenza biochimica e radiografica
di guarigione e nei pazienti ipoparatiroidei quando si siano
raggiunti livelli normali di calcio plasmatico. Le dosi di
mantenimento sono generalmente comprese tra 0.25 e 1 mcg/die.
Osteodistrofia da insufficienza renale
La maggior parte dei pazienti con osteite fibrosa ed
osteomalacia mostrano miglioramenti sintomatologici rapidi e
miglioramenti biochimici, radiologici ed istologici graduali. In
questi soggetti il solo effetto indesiderato è
l’ipercalcemia che è più probabile quando vi
è un miglioramento evidente del quadro osseo. Pazienti con
livello di calcio plasmatico relativamente alto possono
manifestare un iperparatiroidismo autonomo che spesso non
risponde alla terapia con 1 aOH D3: in questo caso può
essere opportuno ricorrere ad altre terapie. Prima e durante il
trattamento con 1aOH D3 è opportuno considerare la
possibilità di usare sostanze che si leghino ai fosfati
onde prevenire una iperfosfatemia che, soprattutto quando
è associata� ad ipocalcemia, aumenta il rischio di
calcificazione metastatica. Poichè una ipercalcemia
prolungata può aggravare la riduzione della
funzionalità renale, è particolarmente importante
tenere costantemente sotto controllo il tasso di calcio
plasmatico nei pazienti con insufficienza renale cronica.
Un’ipercalcemia precoce è più probabile in
pazienti con iperparatiroidismo autonomo, con osteomalacia
istologicamente “pura” dovuta, presumibilmente a
deplezione di fosfati od intossicazione da alluminio e nei
dializzati soggetti a forti perdite di calcio.
Ipoparatiroidismo
Al contrario di quanto avviene in risposta alla vitamina D, i
bassi livelli di calcio plasmatico vengono riportati alla norma
in tempi relativamente brevi. Con una posologia di 1 aOH D3
più elevata (3-5 mcg) e con somministrazione di calcio
possono essere corrette anche forme gravi di ipocalcemia (ad
esempio dopo intervento chirurgico esteso sulla tiroide) e la
relativa sintomatologia può essere eliminata più
rapidamente. La normocalcemia può essere mantenuta con una
posologia ridotta.
Osteomalacia e rachitismo ipofosfatemico resistente alla
vitamina D
Sono caratterizzati da ipofosfatemia dovuta a difettoso
riassorbimento tubulare renale o ad alterato assorbimento
intestinale del fosforo. In tali casi alte dosi di vitamina D ed
un ulteriore apporto di fosfati possono essere insufficienti, in
quanto possono determinare ipocalcemia ed iperparatiroidismo. Il
trattamento con 1 aOH D3 migliora rapidamente la miopatia, se
presente, aumenta la ritenzione del calcio e del fosforo e
favorisce la riparazione delle lesioni ossee. In alcuni pazienti
può essere necessario un trattamento supplementare a base
di fosfati. Il rachitismo pseudo-deficitario (D dipendente)
richiede alte dosi di vitamina D, probabilmente per un difetto
ereditario della produzione di 1,25 (OH) 2 D3. Invece le dosi
terapeutiche di 1 aOH D3 sono sufficienti per la remissione del
rachitismo nutrizionale dovuto a carenza di vitamina D.
Rachitismo ed osteomalacia da alterazioni renali dovute al
metabolismo della vitamina D
Rachitismo ed osteomalacia da alterazioni renali possono
essere risolti rapidamente con dosi “fisiologiche” di
1 aOH D3. Alcune esperienze hanno mostrato che pazienti con
osteomalacia da malassorbimento, che rispondevano soltanto ad
alte dosi di vitamina D per via parenterale, ottengono buoni
risultati con piccole dosi orali di 1 a OH D3.
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Il prodotto non deve essere somministrato durante la
gravidanza e nei soggetti con nota ipersensibilità
individuale ai componenti.
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Durante tutto il periodo di trattamento sono necessarie
determinazioni periodiche del livello di calcio plasmatico e
degli altri parametri necessari.
I livelli del calcio plasmatico devono essere misurati ogni
settimana ed ogni mese, a seconda dei progressi del paziente.
I controlli frequenti sono particolarmente necessari nel primo
periodo di trattamento (specie quando il livello di calcio
plasmatico è già relativamente alto) ed in seguito
quando si verifica la guarigione a livello osseo.
Se si verifica ipercalcemia, la somministrazione di 1 a OH D3
deve essere interrotta sino alla normalizzazione del calcio
plasmatico (circa una settimana) e poi si può riprendere
la terapia con posologia dimezzata.
In caso di ipercalcemia grave, si deve trattare i pazienti con
un diuretico dell’ansa o con fluidi per e.v. e con
corticosteroidi.
Il rischio di ipercalciuria è in relazione a vari
fattori, come difetti di qualsiasi tipo di mineralizzazione,
funzionalità renale, posologia usata di 1 a OH D3. Per
queste ragioni, l’ipercalcemia si verifica con maggiore
probabilità nell’osteomalacia e più
facilmente nell’insufficienza renale. L’ipercalcemia
si verifica quando vi è una evidenza biochimica di
guarigione delle lesioni ossee (per esempio una normalizzazione
del livello plasmatico di fosfatasi alcalina) e non viene ridotta
correttamente la posologia della 1 a OH D3. Una prolungata
ipercalcemia deve essere evitata soprattutto nei casi di
insufficienza renale cronica.
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I pazienti in trattamento con barbiturici o altri
anticonvulsivanti o con acido acetilsalicilico possono richiedere
posologie più elevate di 1 a OH D3 per ottenere gli stessi
effetti. L’Alfacalcidolo aumenta l’assorbimento del
magnesio per cui, in corso di trattamento concomitante con
antiacidi a base di magnesio può verificarsi il rischio di
ipermagnesemia.
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Il prodotto non deve essere somministrato durante la
gravidanza. In corso di allattamento il farmaco può essere
somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il
diretto controllo del medico.
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Il Dediol non interferisce sulla capacità di guidare e
sull’uso di macchine.
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Nei pazienti con insufficienza renale può verificarsi
ipercalcemia ed iperfosforemia con rischio di calcificazione
metastatica a livello dei tessuti molli.
Nei pazienti con ipoparatiroidismo e ipofosfatemia, resistente
alla vitamina D, e senza insufficienza renale può
determinarsi ipercalcemia e ipercalciuria.
Questo rischio può essere prevenuto sospendendo la
somministrazione dell’alfacalcidolo quando la calciuria
supera 6 mg/ kg/24 h.
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Una grave ipercalcemia può essere riportata alla norma
mediante somministrazione di un diuretico dell’ansa e
soluzioni endovenose o con corticosteroidi.
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L’alfacalcidolo 1 a OH D 3 è il primo precursore
della sintesi del metabolita attivo della Vitamina D3.
Nell’organismo, la Vitamina D3 è normalmente
trasformata in 25 (OH)D3, principalmente a livello epatico,
quindi in 1 a25 (OH) 2D3 (metabolita attivo) della 1aidrossilasi
renale.
L’alfacalcidolo, che ha già l’ossidrile in
posizione 1 a, viene direttamente convertito in 1,25 (OH) 2D3
anche nei casi in cui la 1 a idrossilasi renale sia inattiva.
L’alfacalcidolo normalizza l’assorbimento
intestinale del calcio e del fosforo, elevando sia la calcemia
che la fosforemia. La sua azione si esplica anche qualora
l’attività della 1 aidrossilasi renale sia
perturbata.
L’attività farmacodinamica si manifesta
rapidamente e proporzionalmente alla dose.
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L’alfacalcidolo, dopo somministrazione orale, viene
rapidamente e completamente assorbito. La conversione metabolica
è totale in circa 12 ore. L’emivita plasmatica
apparente dell’1a25 (OH) 2D3, proveniente dalla
idrossilazione dell’1 a (OH) D3 è di circa 24
ore.
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Dopo somministrazione unica, il valore della DL50 per os
è di 510 mcg/Kg nel topo e di 550 mcg/kg nel ratto, mentre
per la via endovenosa è di 310 mcg/Kg nel topo. Nei
trattamenti prolungati (180 giorni) per via orale, sia nel ratto
che nel cane, l’alfacalcidolo risulta ben tollerato e solo
con la somministrazione di dosi molto elevate e notevolmente
più alte di quelle consigliate per uso umano si possono
evidenziare fenomeni tossici legati alla ipercalcemia indotta dal
prodotto. L’alfacalcidolo non interferisce sul normale
sviluppo embrionale e fetale; solo con la somministrazione di
dosi elevate è possibile evidenziare la comparsa di
alterazioni di carattere scheletrico come regolarmente avviene
con la somministrazione di derivati dalla Vitamina D3.
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Capsule:
d,l a-tocoferolo - olio di sesamo
-Composizione della capsula
Gelatina - Glicerina - Potassio sorbato - Titanio biossido (E
171)
Gocce:
Gliceropolietilenglicole ossistearato - Acido citrico - Sodio
citrato - Sorbitolo -
d,l a tocoferolo - Metil-p-idrossibenzoato - Etanolo - Acqua
purificata
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Non sono note incompatibilità
dell’alfacalcidolo
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Le preparazioni in gocce e capsule di Dediol, conservate a
temperatura ambiente, hanno una validità di 2 anni.
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Tenere lontano da fonti di calore, umidità e luce.
Dopo l’uso il flacone gocce deve essere conservato
accuratamente chiuso.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
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- Dediol 30 capsule da 0,25 mcg, in blister.�
- Dediol flacone gocce da 10 ml - 2 mcg/ml.�
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Nessuna particolare
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Leo Pharmaceutical Products Ltd – Ballerup -
Danimarca
Rappresentante per la vendita:
GRUPPO LEPETIT S.p.A. - Via R. Lepetit, 8 - 20020 Lainate
(MI)
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Dediol capsule 0,25 mcg�� AIC n° 025487024
Dediol gocce� (2 mcg/ml)� AIC n° 025487036
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Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
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Dediol capsule 0,25 mcg�� 20.12.1984/31.05.2000
Dediol gocce� (2 mcg/ml)�
20.12.1984/31.05.2000
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Specialità non soggetta al DPR 309/90.
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Aprile 2001
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Tutti i diritti riservati.
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