sodio
valproato��������������������������������������������������������������������������
199,8����� mg
acido
valproico�����������������������������������������������������������������������������
87,0����� mg
sodio
valproato��������������������������������������������������������������������������
333��������� mg
acido
valproico���������������������������������������������������������������������������
145��������� mg
Compresse a rilascio prolungato di 300 mg.
Compresse a rilascio prolungato di 500 mg.
- [Vedi Indice]
Nel trattamento dell'epilessia generalizzata, in particolare
in attacchi di tipo:
-���� assenza
-���� mioclonico
-���� tonico-clonico
-���� atonico
-���� misto
e nell'epilessia parziale:
-���� semplice o complessa
-���� secondariamente generalizzata
-���� sindromi specifiche (West, Lennox-Gastaut)
�
Prima di iniziare la terapia con DEPAKIN CHRONO tenere
presente che:
-���� In pazienti non trattati con altri farmaci
antiepilettici, la posologia va preferibilmente aumentata per
stadi successivi di 2-3 giorni, per raggiungere quella ottimale
nel giro di una settimana circa.
-���� In pazienti già in trattamento con farmaci
antiepilettici, la sostituzione con valproato deve essere
graduale, raggiungendo la posologia ottimale in circa due
settimane. I trattamenti concomitanti saranno progressivamente
ridotti fino a essere interrotti.
-���� L'aggiunta di un altro agente antiepilettico, ove sia
necessario, va fatta gradualmente (vedere 4.5 “Interazioni
con altri medicinali ed altre forme di interazione").
La posologia giornaliera deve essere stabilita in base
all'età ed al peso corporeo; tuttavia deve anche essere
presa in considerazione la sensibilità individuale al
valproato.
La posologia ottimale deve essere determinata essenzialmente
in base alla risposta clinica; la determinazione dei livelli
plasmatici di acido valproico può essere presa in
considerazione a complemento del monitoraggio clinico, quando non
si arrivi ad ottenere un adeguato controllo degli attacchi o
quando vi sia il sospetto di effetti indesiderati. Le
concentrazioni sieriche generalmente ritenute terapeutiche sono
comprese tra 40 e 100 mg/l (300-700 mmol/litro) di acido
valproico.
�
Solitamente la posologia giornaliera iniziale è di
10-15 mg/Kg, quindi le dosi vanno progressivamente aumentate fino
a raggiungere la posologia ottimale che generalmente va dai 20 ai
30 mg/Kg. Tuttavia, quando non si ottiene un adeguato controllo
degli attacchi con questa posologia, le dosi possono essere
aumentate ancora; i pazienti devono essere tenuti sotto stretto
controllo quando sono trattati con dosi giornaliere maggiori di
50 mg/Kg (vedere 4.4.2. "Precauzioni per l’uso") in
particolare:
-���� Nei bambini, la posologia usuale è di circa 30
mg/Kg/die
-���� Negli adulti, la posologia usuale va dai 20 ai 30
mg/Kg/die
-���� Negli anziani, sebbene i parametri farmacocinetici del
valproato siano modificati, tali modifiche sono di significato
clinico limitato e la posologia deve essere determinata in
funzione della risposta clinica (controllo delle crisi
epilettiche).
L'uso della formulazione a rilascio prolungato - DEPAKIN
CHRONO - permette di ridurre le somministrazioni del farmaco a
1-2 volte al giorno. Inoltre la possibilità di frazionare
le compresse consente una maggiore flessibilità
posologica.
DEPAKIN CHRONO può essere utilizzato anche nei bambini,
quando sono in grado di assumere la forma in compresse, che
peraltro possono essere frazionate.
�
-���� Epatite acuta
-���� Epatite cronica
-���� Anamnesi personale o familiare di grave epatopatia,
soprattutto indotta da farmaci
-���� Ipersensibilità verso i componenti o altre
sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico.
-���� Porfiria.
-���� Emorragie in atto.
-���� Allattamento.
-���� Generalmente controindicato nei neonati e nei bambini al
di sotto dei tre anni di età.
�
EPATOPATIE
-���� Condizioni di insorgenza
È stato eccezionalmente riportato un grave danno
epatico che talvolta si è rivelato fatale. I pazienti
più a rischio soprattutto in casi di terapia
anticonvulsiva multipla sono i neonati ed i bambini sotto i 3
anni con gravi forme di epilessia, in particolare quelli con
danno cerebrale, ritardo psichico e (o) con malattia metabolica o
degenerativa congenita. Dopo il compimento dei 3 anni l'incidenza
si riduce significativamente e diminuisce progressivamente con
l'età.
Nella maggior parte dei casi il danno epatico si è
verificato durante i primi 6 mesi di terapia.
-���� Sintomatologia
I sintomi clinici sono essenziali per una diagnosi precoce. In
particolare, soprattutto nei pazienti a rischio (vedere
condizioni di insorgenza), devono essere prese in considerazione
due tipi di manifestazioni che possono precedere l'ittero:
-���� ricomparsa degli attacchi epilettici
-���� sintomi non specifici, generalmente a rapida insorgenza,
quali astenia, anoressia, letargia, sonnolenza, a volte associati
a vomito ripetuto e dolore addominale.
I pazienti (o i loro genitori, se si tratta di bambini) devono
essere avvertiti di informare immediatamente il proprio medico
qualora si verifichi uno qualsiasi dei segni soprariportati.
Oltre ai controlli clinici dovrà essere intrapreso il
controllo ematochimico immediato della funzionalità
epatica.
-���� Rilevazione
La funzionalità epatica deve essere controllata
periodicamente durante i primi 6 mesi di terapia. Tra le analisi
abituali, le più pertinenti sono quelle che riflettono la
sintesi proteica, soprattutto il tempo di protrombina. La
conferma di una percentuale di attività protrombinica
particolarmente bassa, soprattutto se associata ad altri rilievi
biologici anormali (significativa diminuzione del fibrinogeno e
dei fattori della coagulazione; aumento dei livelli di bilirubina
e aumento delle transaminasi) richiede l’interruzione della
terapia con valproato. Come precauzione e in caso essi siano
assunti contemporaneamente, devono essere interrotti anche i
salicilati, poichè metabolizzati per la stessa via.
Si è evidenziato che il valproato di sodio è in
grado di stimolare la replicazione del virus HIV in alcuni studi
effettuati in vitro, tuttavia questo effetto è modesto e
dipende dai modelli sperimentali utilizzati e/o dalle risposte
cellulari individuali al valproato in vitro. La conseguenza
clinica di queste osservazioni non è nota. Ciò
nondimeno questo aspetto dovrebbe essere tenuto in debita
considerazione nell’interpretare i risultati del
monitoraggio regolare della carica virale in pazienti HIV
positivi in trattamento con valproato di sodio.
Precauzioni per l’uso
-���� Prima dell'inizio della terapia devono essere eseguiti
test di funzionalità epatica (vedere 4.3
"Controindicazioni"), che periodicamente devono essere ripetuti
durante i primi 6 mesi, soprattutto nei pazienti a rischio
(vedere 4.4.1. "Speciali avvertenze").
Come per la maggior parte dei farmaci antiepilettici si
possono notare aumenti degli enzimi epatici, particolarmente
all'inizio della terapia; essi sono transitori e isolati, non
accompagnati da segni clinici. In questi pazienti si raccomandano
indagini di laboratorio più approfondite (compreso il
tempo di protrombina), si può inoltre prendere in
considerazione un aggiustamento della posologia e, se necessario,
si devono ripetere le analisi.
-���� La prescrizione di una monoterapia è raccomandata
nei bambini al di sotto dei 3 anni, ma il beneficio potenziale
deve essere valutato prima dell'inizio della terapia, in
confronto all’elevato rischio di danno epatico in questi
pazienti (vedere 4.4.1. "Speciali avvertenze").
L'uso concomitante di salicilati deve essere evitato nei
bambini al di sotto dei 3 anni per il rischio di
epatotossicità.
-���� Si raccomanda di eseguire le analisi del sangue
(emocromo completo con conta delle piastrine, tempo di
sanguinamento e prove di coagulazione) prima dell'inizio della
terapia o prima di un intervento chirurgico, e nel caso di
ematomi o sanguinamenti spontanei (vedere 4.8 "Effetti
indesiderati").
-���� Nei pazienti con insufficienza renale è
necessario tenere conto dell'aumento dei livelli sierici di acido
valproico libero e diminuire di conseguenza la posologia.
-���� Sebbene siano state solo eccezionalmente riscontrate
malattie immunitarie durante l'uso di valproato, è bene
considerare il potenziale beneficio del valproato rispetto al
potenziale rischio in pazienti con lupus erythematosus
sistemico.
-���� Poichè sono stati riportati dei casi eccezionali
di pancreatite, è raccomandabile che nei pazienti con
dolore addominale acuto venga dosata l'amilasiemia.
-���� Qualora si sospetti un ciclo dell’urea alterato,
prima del trattamento si deve valutare l’iperammoniemia
poichè con valproato è possibile un
peggioramento.
Tenere fuori della portata dei bambini.
�
Effetti del valproato su altri farmaci
-���� Neurolettici, anti-MAO e antidepressivi
Il valproato può potenziare l'effetto di altri farmaci
psicotropi come i neurolettici, gli anti-MAO e gli
antidepressivi; quindi si consiglia di eseguire un monitoraggio
clinico e, quando necessario, un aggiustamento del dosaggio.
-���� Fenobarbital
Poiché il valproato aumenta le concentrazioni
plasmatiche di fenobarbital (per inibizione del catabolismo
epatico) può verificarsi sedazione soprattutto nei
bambini. Si raccomanda quindi un monitoraggio clinico per i primi
15 giorni del trattamento combinato, con immediata riduzione
delle dosi di fenobarbital in caso di sedazione, e controllo
eventuale dei livelli plasmatici di fenobarbital.
-���� Primidone
Il valproato aumenta i livelli plasmatici di primidone con
potenziamento dei suoi effetti indesiderati (sedazione); questa
interazione cessa con il trattamento a lungo termine. Si
raccomanda il monitoraggio clinico specialmente all'inizio della
terapia combinata con un aggiustamento del dosaggio del primidone
quando necessario.
-���� Fenitoina
Inizialmente il valproato diminuisce la concentrazione
plasmatica totale della fenitoina aumentandone però la
frazione libera, con possibili sintomi di sovradosaggio
(l’acido valproico sposta la fenitoina dai suoi siti di
legame proteico e rallenta il suo catabolismo epatico).
Si raccomanda pertanto il monitoraggio clinico; in caso di
dosaggio plasmatico della fenitoina si deve tenere in
considerazione soprattutto la frazione libera.
Successivamente, in seguito a trattamento cronico, le
concentrazioni di fenitoina tornano ai valori iniziali
pre-valproato.
-���� Lamotrigina
Il valproato può ridurre il metabolismo della
lamotrigina, quindi quando necessario è opportuno
diminuire il dosaggio di quest’ultima.
-���� Etosuccimide
Il valproato può causare aumento delle concentrazioni
plasmatiche della etosuccimide.
Effetti di altri farmaci sul valproato
Gli antiepilettici con effetto di induzione enzimatica (in
particolare fenitoina, fenobarbital e carbamazepina) diminuiscono
le concentrazioni sieriche del valproato. Nel caso di terapia
combinata i dosaggi vanno aggiustati in base ai livelli
ematici.
La meflochina aumenta il metabolismo dell'acido valproico ed
ha per di più effetto convulsivante; quindi nei casi di
terapia combinata possono verificarsi attacchi epilettici.
In caso di uso concomitante di valproato e di sostanze che si
legano altamente alle proteine (acido acetilsalicilico), i
livelli sierici liberi di valproato possono aumentare.
I livelli sierici di valproato possono aumentare (per effetto
di un metabolismo epatico ridotto) in caso di uso concomitante di
cimetidina o eritromicina.
Altre interazioni
Il valproato generalmente non ha un effetto di induzione
enzimatica; di conseguenza non riduce l'efficacia degli
estroprogestinici in caso di contraccezione ormonale. In caso di
uso concomitante di farmaci anticoagulanti orali deve essere
effettuato un attento monitoraggio del tempo di protrombina.
�
Gravidanza
Rischio associato all'epilessia e agli antiepilettici:
Nei figli di madri epilettiche trattate con antiepilettici
durante la gravidanza, il tasso globale di malformazioni risulta
2-3 volte superiore rispetto al tasso normale (circa 3%). Sebbene
sia stato riportato un aumento del numero di� bambini con
malformazioni nel caso di terapie con più farmaci, non
è stato realmente stabilito quanto nell'insorgenza delle
malformazioni dipenda dai trattamenti e quanto dalla malattia. Le
malformazioni riscontrate più frequentemente sono
cheiloschisi e malformazioni cardiovascolari.
L'interruzione improvvisa della terapia antiepilettica
può determinare un peggioramento della malattia nella
madre, tale situazione può essere dannosa per il feto.
Rischio associato al sodio valproato
Nell'animale: nel topo, nel ratto e nel coniglio sono stati
dimostrati effetti teratogeni.
Nell'uomo: il rischio globale di malformazioni in seguito a
somministrazione di valproato durante il primo trimestre di
gravidanza non è superiore al rischio descritto per altri
antiepilettici. Sono stati riportati casi di dismorfia facciale.
Sono stati osservati alcuni casi di malformazione multipla, in
particolare agli arti. La frequenza di questi effetti non
è ancora stata chiaramente stabilita. Tuttavia il sodio
valproato determina soprattutto anomalie nella chiusura del tubo
neurale: mielomeningocele, spina bifida. La frequenza di questi
effetti è stimata nell'ordine dell'1-2%.
In considerazione dei dati soprariportati
-���� Una gravidanza programmata può offrire
l'opportunità di valutare di nuovo se la terapia
antiepilettica è indicata; può essere preso in
considerazione un supplemento di folato.
-���� Durante la gravidanza il trattamento antiepilettico con
valproato non deve essere interrotto se è risultato
efficace. In questi casi si raccomanda la monoterapia e il
dosaggio minimo efficace giornaliero deve essere somministrato in
varie dosi suddivise durante la giornata. Tuttavia, deve essere
istituito un monitoraggio specialistico prenatale per rilevare
l'eventuale presenza di anomalie nella chiusura del tubo neurale
o di un’altra malformazione.
�
In caso di somministrazione contemporanea con barbiturici o
altri farmaci ad attività depressiva del sistema nervoso
centrale si possono riscontrare, in alcuni soggetti,
manifestazioni di astenia e sonnolenza. Le stesse manifestazioni
si possono osservare dopo assunzione di bevande alcooliche. Di
ciò devono essere avvertiti quei soggetti che durante il
trattamento potrebbero condurre veicoli o attendere ad operazioni
richiedenti integrità del grado di vigilanza.
�
- Rari casi di epatite (vedere 4.4.
"Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso")
-���� Rischio teratogeno (vedere 4.6 "Gravidanza ed
allattamento")
-���� Stati confusionali o convulsivi: qualche caso di stato
stuporoso è stato descritto durante la terapia con sodio
valproato; erano casi isolati o associati ad un aumento
dell'incidenza di attacchi epilettici durante la terapia e sono
regrediti con l'interruzione del trattamento o con la diminuzione
del dosaggio. Questi casi sono stati riportati soprattutto
durante la terapia combinata (in particolare con fenobarbital) o
dopo un brusco aumento delle dosi di valproato.
-���� Disturbi digestivi (nausea, gastralgia) si verificano
frequentemente in alcuni pazienti all'inizio del trattamento, ma
generalmente scompaiono dopo qualche giorno senza interrompere il
trattamento.
- Spesso sono stati riportati effetti
indesiderati transitori e/o dose-dipendenti: perdita dei capelli,
fine tremore posturale.
-���� Sono stati riportati casi isolati di riduzione del
fibrinogeno o di allungamento del tempo di sanguinamento,
generalmente senza segni clinici associati e in particolare con
alte dosi (il valproato ha un effetto inibitore sulla seconda
fase dell'aggregazione piastrinica).
-���� Comparsa frequente di trombocitopenia, rari casi di
anemia, leucopenia o pancitopenia.
-���� Sono stati occasionalmente riportati casi di
pancreatite, talvolta letale.
-���� È stata riportata la comparsa di vasculiti.
-���� Può frequentemente presentarsi una moderata
iperammoniemia isolata, senza alterazione dei test di
funzionalità epatica e ciò non deve essere causa di
interruzione del trattamento. Tuttavia In corso di monoterapia o
di politerapia (fenobarbitale, carbamazepina, fenitoina,
topiramato) si può avere una sindrome acuta di
encefalopatia iperammoniemica, con normale funzione epatica ed
assenza di citolisi. La sindrome encefalopatica iperammoniemica
indotta dal valproato si manifesta in forma acuta ed è
caratterizzata da perdita della coscienza, e segni neurologici
focali e generali con incremento della frequenza degli attacchi
epilettici. Può comparire dopo alcuni giorni o alcune
settimane dall’inizio della terapia e regredisce con la
sospensione del valproato. L’encefalopatia non è
dose-correlata, e i cambiamenti dell’EEG sono
caratterizzati da comparsa di onde lente e incremento delle
scariche epilettiche.
-���� Può verificarsi aumento di peso; sono state anche
riportate amenorrea e mestruazioni irregolari.
-���� Raramente è stata riportata perdita
dell’udito, sia reversibile che irreversibile; comunque non
è stato stabilito un rapporto causa - effetto.
-���� Rash, irritabilità (occasionalmente
aggressività, iperattività e disturbi
comportamentali), ipoplasia dei globuli rossi, riduzione del
fibrinogeno.
-���� Sono stati riportati anche casi di sindrome di
Stevens-Johnson e di necrolisi epidermica tossica.
Per quanto riguarda gli effetti indesiderati relativi al
S.N.C. e il possibile rischio teratogeno, questi potrebbero avere
un’incidenza minore rispetto a quelli che si presentano
dopo somministrazione di Depakin. Infatti DEPAKIN CHRONO ha un
profilo plasmatico più regolare, con minori fluttuazioni
delle concentrazioni di acido valproico per riduzione dei livelli
dei picchi (Cmax) e con livelli di “cavo”
immodificati.
�
I segni clinici di massivo sovradosaggio acuto comprendono
coma con ipotonia muscolare, iporeflessia, miosi, compromissione
della funzione respiratoria. I sintomi comunque possono essere
variabili e attacchi epilettici sono stati riportati in presenza
di livelli plasmatici molto elevati.
Le misure da intraprendere a livello ospedaliero devono
includere: lavanda gastrica, che è utile fino a 10-12 ore
dopo l'ingestione; diuresi osmotica; monitoraggio cardiaco e
respiratorio. In casi molto gravi si può effettuare una
dialisi o una exsanguino-trasfusione. Il naloxone è stato
utilizzato con successo in un caso.
In seguito a sovradosaggio massivo si sono verificati dei
decessi, tuttavia la prognosi delle intossicazioni è
generalmente favorevole.
�
Antiepilettico a largo spettro. Il valproato esercita il suo
effetto soprattutto sul sistema nervoso centrale. Studi
farmacologici sugli animali hanno dimostrato che ha
proprietà anticonvulsivanti in vari modelli di epilessia
sperimentale (attacchi generalizzati e parziali). Anche nell'uomo
ha dimostrato un'attività antiepilettica in vari tipi di
epilessia. Il suo principale meccanismo d'azione sembra collegato
ad un rafforzamento della via gabaergica.
�
La biodisponibilità del sodio valproato è
prossima al 100% dopo somministrazione orale o e.v.
Il volume di distribuzione si limita soprattutto al sangue e
al liquido extracellulare di rapido scambio. La concentrazione di
acido valproico nel liquido cerebrospinale è vicina alla
concentrazione plasmatica libera. L’acido valproico passa
attraverso la placenta. Somministrato durante l'allattamento il
valproato viene escreto nel latte materno a concentrazioni molto
basse (tra l'1 e il 10% della concentrazione sierica totale).
Lo steady-state della concentrazione plasmatica si raggiunge
rapidamente (3-4 giorni) dopo somministrazione orale; con la
forma e.v. lo steady-state della concentrazione plasmatica si
può raggiungere in pochi minuti e mantenere con
un'infusione e.v..
Il legame proteico è molto elevato, è dose
dipendente e saturabile.
La molecola di valproato può essere dializzata, ma
viene escreta soltanto la forma libera (circa il 10%).
Diversamente dalla maggior parte degli altri antiepilettici il
sodio valproato non accelera la propria degradazione, nè
quella di altri agenti quali gli estroprogestinici. Ciò
è dovuto all'assenza dell'effetto enzima-induttore che
coinvolge il citocromo P 450.
L'emivita è di circa 8 - 20 ore. Nei bambini è
generalmente più breve.
Il sodio valproato è soprattutto escreto nelle urine in
seguito a metabolizzazione per glucurono-coniugazione e
beta-ossidazione
Caratteristiche di DEPAKIN CHRONO
Rispetto alla forma gastroresistente (DEPAKIN) la forma
CHRONO, presenta, a dosi equivalenti:
-���� scomparsa del tempo di latenza di assorbimento dopo la
somministrazione
-���� assorbimento prolungato
-���� biodisponibilità identica
-���� concentrazioni plasmatiche totali e libere massime
(Cmax) meno elevate con diminuzione della Cmax del 25% circa, ma
con un plateau relativamente stabile da 4 a 14 ore dopo
somministrazione: tale livellamento dei picchi consente di
ottenere concentrazioni di acido valproico più regolari ed
una distribuzione nictemerale più omogenea: dopo
somministrazione due volte al giorno di una stessa dose, il range
delle fluttuazioni plasmatiche si riduce della metà.
-���� correlazione più lineare tra le dosi e le
concentrazioni plasmatiche (totali e libere).
�
Tossicità acuta: La DL50 per via orale nel topo
è di 1700 mg/kg, nel ratto di 1530 mg/kg e nella cavia di
824�mg/kg, mentre per via intraperitoneale nel coniglio la DL50
è di 1200 mg/kg.
Tossicità cronica: Nel topo alla dose di 50 mg/kg per
via orale non sono stati rilevati fenomeni tossici dopo
trattamento per 325 giorni consecutivi.
�
DEPAKIN CHRONO 300 mg
etilcellulosa 20 mPa.s (7,2 mg), ipromellosa 4000 mPa.s (105,6
mg), silice colloidale idrata (32,4�mg), saccarina sodica (6 mg),
ipromellosa 6 mPa.s (4,8 mg), poliacrilato dispersione 30%
(4,8�mg), macrogol�6000 (4,8 mg), talco (4,8 mg), titanio
diossido (0,8 mg).
DEPAKIN CHRONO 500 mg
etilcellulosa 20 mPa.s (12 mg), ipromellosa 4000 mPa.s (176
mg), silice colloidale anidra (4 mg), silice colloidale idrata
(50 mg), saccarina sodica (10 mg), ipromellosa 6 mPa.s (7,2 mg),
poliacrilato dispersione 30% (7,2�mg), macrogol�6000 (7,2 mg),
talco (7,2 mg), titanio diossido (1,2 mg).
�
Non sono note incompatibilità assolute con altri
farmaci.
�
3 anni.
�
Non vi sono particolari precauzioni per la conservazione.
�
Scatola di cartone contenente 1 flacone di 30 compresse a
rilascio prolungato di 300 mg.
Scatola di cartone contenente 1 flacone di 30 compresse a
rilascio prolungato di 500 mg.
�
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�
SANOFI-SYNTHELABO FRANCE - Paris (F)
Rappresentante per l’Italia:
SANOFI-SYNTHELABO S.p.A. - Via Messina, 38 - Milano
�
30 compresse 300 mg��������������������������� AIC n.
022483059
30 compresse 500 mg��������������������������� AIC n.
022483046
�
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Rinnovo: 1 giugno 2000
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Novembre 2002
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