Interazioni - [Vedi Indice]
Poiché il principale metabolita attivo della valpromide
è l’acido valproico, possono presentarsi le stesse
interazioni che si hanno con l’acido valproico o i
valproati.
Effetti della valpromide su altri farmaci
-���� Neurolettici, anti-MAO e antidepressivi
Il valproato può potenziare l'effetto di altri farmaci
psicotropi come i neurolettici, gli anti-MAO e gli
antidepressivi; quindi si consiglia di eseguire un monitoraggio
clinico e, quando necessario, un aggiustamento del dosaggio.
-���� Fenobarbital
Poiché il valproato aumenta le concentrazioni
plasmatiche di fenobarbital (per inibizione del catabolismo
epatico) può verificarsi sedazione soprattutto nei
bambini. Si raccomanda quindi un monitoraggio clinico per i primi
15 giorni del trattamento combinato, con immediata riduzione
delle dosi di fenobarbital in caso di sedazione, e controllo
eventuale dei livelli plasmatici di fenobarbital.
-���� Primidone
Il valproato aumenta i livelli plasmatici di primidone con
potenziamento dei suoi effetti indesiderati (sedazione); questa
interazione cessa con il trattamento a lungo termine. Si
raccomanda il monitoraggio clinico specialmente all'inizio della
terapia combinata con un aggiustamento del dosaggio del primidone
quando necessario.
-���� Fenitoina
Inizialmente il valproato diminuisce la concentrazione
plasmatica totale della fenitoina aumentandone però la
frazione libera, con possibili sintomi di sovradosaggio
(l’acido valproico sposta la fenitoina dai suoi siti di
legame proteico e rallenta il suo catabolismo epatico).
Si raccomanda pertanto il monitoraggio clinico; in caso di
dosaggio plasmatico della fenitoina si deve tenere in
considerazione soprattutto la frazione libera.
Successivamente, in seguito a trattamento cronico, le
concentrazioni di fenitoina tornano ai valori iniziali
pre-valproato.
-���� Lamotrigina
Il valproato può ridurre il metabolismo della
lamotrigina, quindi quando necessario è opportuno
diminuire il dosaggio di quest’ultima.
-���� Etosuccimide
Il valproato può causare aumento delle concentrazioni
plasmatiche della etosuccimide.
Effetti di altri farmaci sulla valpromide
Gli antiepilettici con effetto di induzione enzimatica (in
particolare fenitoina, fenobarbital e carbamazepina) diminuiscono
le concentrazioni sieriche del valproato. Nel caso di terapia
combinata i dosaggi vanno aggiustati in base ai livelli
ematici.
La meflochina aumenta il metabolismo dell'acido valproico ed
ha per di più effetto convulsivante; quindi nei casi di
terapia combinata possono verificarsi attacchi epilettici.
In caso di uso concomitante di valproato e di sostanze che si
legano altamente alle proteine (acido acetilsalicilico), i
livelli sierici liberi di valproato possono aumentare.
I livelli sierici di valproato possono aumentare (per effetto
di un metabolismo epatico ridotto) in caso di uso concomitante di
cimetidina o eritromicina.
Altre interazioni
Il valproato generalmente non ha un effetto di induzione
enzimatica; di conseguenza non riduce l'efficacia degli
estroprogestinici in caso di contraccezione ormonale. In caso di
uso concomitante di farmaci anticoagulanti orali deve essere
effettuato un attento monitoraggio del tempo di protrombina.
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Poiché il principale metabolita attivo della valpromide
è l’acido valproico, le avvertenze da seguire sono
le stesse segnalate per l’acido valproico o i
valproati.
Gravidanza
Rischio associato all'epilessia e agli antiepilettici:
Nei figli di madri epilettiche trattate con antiepilettici
durante la gravidanza, il tasso globale di malformazioni risulta
2-3 volte superiore rispetto al tasso normale (circa 3%). Sebbene
sia stato riportato un aumento del numero di� bambini con
malformazioni nel caso di terapie con più farmaci, non
è stato realmente stabilito quanto nell'insorgenza delle
malformazioni dipenda dai trattamenti e quanto dalla malattia. Le
malformazioni riscontrate più frequentemente sono
cheiloschisi e malformazioni cardiovascolari.
L'interruzione improvvisa della terapia antiepilettica
può determinare un peggioramento della malattia nella
madre, tale situazione può essere dannosa per il feto.
Rischio associato al sodio valproato
Nell'animale: nel topo, nel ratto e nel coniglio sono stati
dimostrati effetti teratogeni.
Nell'uomo: il rischio globale di malformazioni in seguito a
somministrazione di valproato durante il primo trimestre di
gravidanza non è superiore al rischio descritto per altri
antiepilettici. Sono stati riportati casi di dismorfia facciale.
Sono stati osservati alcuni casi di malformazione multipla, in
particolare agli arti. La frequenza di questi effetti non
è ancora stata chiaramente stabilita. Tuttavia il sodio
valproato determina soprattutto anomalie nella chiusura del tubo
neurale: mielomeningocele, spina bifida. La frequenza di questi
effetti è stimata nell'ordine dell'1-2%.
In considerazione dei dati soprariportati
-���� Una gravidanza programmata può offrire
l'opportunità di valutare di nuovo se la terapia
antiepilettica è indicata; può essere preso in
considerazione un supplemento di folato.
-���� Durante la gravidanza il trattamento antiepilettico con
valproato non deve essere interrotto se è risultato
efficace. In questi casi si raccomanda la monoterapia e il
dosaggio minimo efficace giornaliero deve essere somministrato in
varie dosi suddivise durante la giornata. Tuttavia, deve essere
istituito un monitoraggio specialistico prenatale per rilevare
l'eventuale presenza di anomalie nella chiusura del tubo neurale
o di un’altra malformazione.
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In caso di somministrazione contemporanea con barbiturici e
farmaci ad attività depressiva del sistema nervoso
centrale si possono riscontrare, in alcuni soggetti,
manifestazioni di astenia e sonnolenza. Le stesse manifestazioni
si possono osservare dopo assunzione di bevande alcooliche. Di
ciò devono essere avvertiti quei soggetti che durante il
trattamento potrebbero condurre veicoli o attendere ad operazioni
richiedenti integrità del grado di vigilanza.
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Poiché il principale metabolita attivo della valpromide
è l’acido valproico, possono presentarsi gli eventi
avversi segnalati per l’acido valproico o i valproati.
-���� Rari casi di epatite (vedere 4.4.
"Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso")
-���� Rischio teratogeno (vedere 4.6 "Gravidanza ed
allattamento")
-���� Stati confusionali o convulsivi: qualche caso di stato
stuporoso è stato descritto durante la terapia con sodio
valproato; erano casi isolati o associati ad un aumento
dell'incidenza di attacchi epilettici durante la terapia e sono
regrediti con l'interruzione del trattamento o con la diminuzione
del dosaggio. Questi casi sono stati riportati soprattutto
durante la terapia combinata (in particolare con fenobarbital) o
dopo un brusco aumento delle dosi di valproato.
-���� Disturbi digestivi (nausea, gastralgia) si verificano
frequentemente in alcuni pazienti all'inizio del trattamento, ma
generalmente scompaiono dopo qualche giorno senza interrompere il
trattamento.
-���� Spesso sono stati riportati effetti
indesiderati transitori e/o dose-dipendenti: perdita dei capelli,
fine tremore posturale.
-���� Sono stati riportati casi isolati di riduzione del
fibrinogeno o di allungamento del tempo di sanguinamento,
generalmente senza segni clinici associati e in particolare con
alte dosi (il valproato ha un effetto inibitore sulla seconda
fase dell'aggregazione piastrinica).
-���� Comparsa frequente di trombocitopenia, rari casi di
anemia, leucopenia o pancitopenia.
-���� Sono stati occasionalmente riportati casi di
pancreatite, talvolta letale.
-���� E’ stata riportata la comparsa di vasculiti.
-���� Può frequentemente presentarsi una moderata
iperammoniemia isolata, senza alterazione dei test di
funzionalità epatica e ciò non deve essere causa di
interruzione del trattamento. Tuttavia In corso di monoterapia o
di politerapia (fenobarbitale, carbamazepina, fenitoina,
topiramato) si può avere una sindrome acuta di
encefalopatia iperammoniemica, con normale funzione epatica ed
assenza di citolisi. La sindrome encefalopatica iperammoniemica
indotta dal valproato si manifesta in forma acuta ed è
caratterizzata da perdita della coscienza, e segni neurologici
focali e generali con incremento della frequenza degli attacchi
epilettici. Può comparire dopo alcuni giorni o alcune
settimane dall’inizio della terapia e regredisce con la
sospensione del valproato. L’encefalopatia non è
dose‑correlata, e i cambiamenti dell’EEG sono
caratterizzati da comparsa di onde lente e incremento delle
scariche epilettiche.
-���� Può verificarsi aumento di peso; sono state anche
riportate amenorrea e mestruazioni irregolari.
-���� Raramente è stata riportata perdita
dell’udito, sia reversibile che irreversibile; comunque non
è stato stabilito un rapporto causa - effetto.
-���� Rash, irritabilità (occasionalmente
aggressività, iperattività e disturbi
comportamentali), ipoplasia dei globuli rossi, riduzione del
fibrinogeno.
-���� Sono stati riportati anche casi di sindrome di
Stevens-Johnson e di necrolisi epidermica tossica.
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I segni clinici di massivo sovradosaggio acuto comprendono
coma con ipotonia muscolare, iporeflessia, miosi, compromissione
della funzione respiratoria. I sintomi comunque possono essere
variabili e attacchi epilettici sono stati riportati in presenza
di livelli plasmatici molto elevati.
Le misure da intraprendere a livello ospedaliero devono
includere: lavanda gastrica, che è utile fino a 10-12 ore
dopo l'ingestione; diuresi osmotica; monitoraggio cardiaco e
respiratorio. In casi molto gravi si può effettuare una
dialisi o una exsanguino-trasfusione. Il naloxone è stato
utilizzato con successo in un caso.
In seguito a sovradosaggio massivo si sono verificati dei
decessi, tuttavia la prognosi delle intossicazioni è
generalmente favorevole.
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La valpromide è uno psicofarmaco con struttura e
meccanismo d’azione originali. Essa svolge, infatti,
un’attività stabilizzante sulla evoluzione delle
psicosi, sia nelle forme caratterizzate da attacchi depressivi
ripetuti, sia negli stati di eccitamento ricorrente, sia, infine,
nelle forme ciclotimiche tipiche che alternano fasi depressive e
fasi di eccitamento psicomotorio. Esercita, inoltre,
l’azione ansiolitica ed antiaggressiva dei tranquillanti
minori a dosi che non comportano sedazione generale. DEPAMIDE
è dotata di una buona attività anticomiziale in
tutte le forme di epilessie generalizzate e focali. Tale
attività non è dovuta ad una depressione totale
delle funzioni del sistema nervoso centrale, ma è
essenzialmente attribuibile all’intervento del farmaco nei
meccanismi di inibizione fisiologica dell’impulso sinaptico
legati all’attività del GABA.
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La concentrazione sierica massima di valpromide si raggiunge
in media 4 ore dopo somministrazione orale e tale concentrazione
diminuisce rapidamente nel sangue.
L’emivita di uno dei suoi principali metaboliti attivi
(l’acido valproico) è di 8-15 ore.
Per ottenere un tasso sierico stabile di valpromide e dei suoi
principali metaboliti attivi sono necessarie circa 48 ore.
A livello cerebrale si osserva una buona diffusione della
valpromide, valutata sulla base del rapporto tra concentrazione
sierica e concentrazione nel liquido cefalorachidiano.
L’eliminazione della valpromide avviene essenzialmente
per via renale, in parte in forma invariata e in parte sotto
forma di acido valproico o di altri metaboliti.
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Tossicità acuta: la DL50 nel topo per i.p. è di
580 mg/kg, per os è di 995 mg/kg; nel ratto è di
480 mg/kg per i.p. e di 890 mg/kg per os.
Tossicità cronica: studi effettuati sul topo, ratto e
cavia sia per via orale che per via rettale, con dosi di 100, 200
e 400 mg/kg di DEPAMIDE, a seconda della specie, non hanno
rivelato alcuna alterazione dell’aumento ponderale
né della riproduzione. L’esame macro e microscopico
degli organi presi in esame (polmone, fegato, milza, rene e
surrene) non ha mostrato modificazioni istologiche né
funzionali.
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Sodio docusato, sodio amido glicolato , silice colloidale
anidra, talco, magnesio stearato, cellulosa acetoftalato, dietile
ftalato , saccarosio, gelatina, gomma arabica, titanio biossido,
ferro ossido giallo, cera bianca.
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Non sono note incompatibilità assolute con altri
farmaci.
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36 mesi.
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Nessuna
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Astuccio di 30 compresse rivestite in blister.
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Nessuna in particolare
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SANOFI-SYNTHELABO S.p.A. - Via Messina, 38 - Milano
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A.I.C. n° 023105036
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Rinnovo: 6.2000
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Novembre
2002
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