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Malattie reumatiche infiammatorie e degenerative quali:
artrite reumatoide, spondilite anchilosante
artrosi
reumatismi non articolari
Stati dolorosi da flogosi di origine non reumatica o a seguito
di un trauma.
Trattamento sintomatico della dismenorrea primaria.
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Come regola il dosaggio iniziale giornaliero è di
100-150 mg. In casi più lievi, nonché nelle terapie
a lungo termine, di solito sono sufficienti 75 - 100 mg al
giorno. Il dosaggio giornaliero andrà suddiviso in 2-3
somministrazioni. Per eliminare il dolore notturno e la
rigidità mattutina, il trattamento con compresse durante
il giorno può essere integrato dalla somministrazione di
una supposta al momento di coricarsi (fino ad un dosaggio massimo
giornaliero di 150 mg).
Nella dismenorrea primaria, il dosaggio giornaliero, che va
adattato individualmente, è di 50-150 mg; inizialmente si
dovrebbe somministrare una dose di 50 - 100 mg, e, se necessario,
aumentarla nel corso dei successivi cicli mestruali, fino ad un
massimo di 150 mg al giorno. Il trattamento dovrebbe iniziare
alla comparsa dei primi sintomi e, in base alla sintomatologia,
continuare per qualche giorno. Il dosaggio giornaliero
andrà suddiviso in 2-3 somministrazioni. Le compresse
vanno deglutite intere con un pò di liquido,
preferibilmente prima dei pasti. Nel trattamento di pazienti
anziani il dosaggio deve essere attentamente stabilito dal medico
che dovrà valutare un'eventuale riduzione della dose
sopraindicata.
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Il prodotto non deve essere usato nel caso il paziente soffra
di ulcera gastrica o duodenale, di gravi turbe gastroenteriche,
di insufficienza renale e/o epatica grave, in corso di terapia
diuretica intensiva, in soggetti con emorragie in atto e diatesi
emorragica, in caso di alterazioni dell'emopoiesi del sangue, in
corso di trattamento concomitante con anticoagulanti in quanto ne
potenzia l'azione. Il prodotto è altresì
controindicato in gravidanza e durante l'allattamento (cfr. 4.6).
Come altri antinfiammatori non steroidei, il diclofenac è
controindicato in quei soggetti nei quali si sono verificati,
dopo assunzione di acido acetilsalicilico o di altri farmaci
inibitori della prostaglandinsintetasi, accessi asmatici,
orticaria, riniti acute.
Diclofenac è controindicato inoltre nei casi di
ipersensibilità individuale accertata verso i componenti o
sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico.
Diclofenac non deve essere somministrato ai bambini di
età inferiore a 14 anni.
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Diagnosi accurata e stretta sorveglianza medica sono
obbligatorie in pazienti che presentino sintomi indicativi di
disturbi gastrointestinali, con anamnesi indicativa di ulcera
gastrointestinale, con colite ulcerosa o con malattia di Crohn,
nonchè in pazienti affetti da grave insufficienza epatica.
Nei rari casi in cui in pazienti che assumono il farmaco si
verifichino ulcera peptica o emorragia gastro-intestinale, il
trattamento deve essere sospeso.
Nel caso in cui i parametri di funzionalità epatica
risultassero persistentemente alterati o peggiorati, il
trattamento con diclofenac deve essere interrotto. Particolare
cautela deve essere posta nei pazienti con porfiria epatica, in
quanto il diclofenac potrebbe scatenare un attacco.
Per l’interazione con il metabolismo dell'acido
arachidonico, il farmaco può determinare in asmatici e
soggetti predisposti crisi di broncospasmo ed eventualmente shock
ed altri fenomeni allergici.
L'uso di diclofenac, come di qualsiasi farmaco inibitore della
sintesi delle prostaglandine e della cicloossigenasi, e'
sconsigliato nelle donne che intendano iniziare una
gravidanza.
La somministrazione di diclofenac dovrebbe essere sospesa
nelle donne che hanno problemi di fertilita' o che sono
sottoposte a indagini sulla fertilita'.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
A causa dell'importanza delle prostaglandine per il
mantenimento del flusso ematico renale, è richiesta
particolare cautela o si impone l'esclusione dall'uso del
diclofenac in caso di ipoperfusione renale, insufficienza
cardiaca o renale, ipertensione arteriosa, fenomeni
tromboembolici all'anamnesi, in pazienti in trattamento con
diuretici e in quelli reduci da interventi chirurgici maggiori,
nonché in pazienti in età avanzata.
In caso di trattamento prolungato con diclofenac, come con
altri antinfiammatori non steroidei, sono indicati come misura
precauzionale controlli della crasi ematica e della
funzionalità epatica e renale.
Nel trattamento dei pazienti anziani o sotto peso si
raccomanda di somministrare il più basso dosaggio
efficace.
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Se somministrato insieme a digossina, il diclofenac ne
può elevare la concentrazione plasmatica, ma in tali casi
non sono stati ancora osservati segni clinici di sovradosaggio.
La contemporanea somministrazione di sali di litio è da
sconsigliare in quanto può dar luogo ad un aumento della
litiemia.
Diversi antinfiammatori non steroidei possono inibire
l'attività dei diuretici e potenziare l'effetto dei
diuretici potassio-risparmiatori, rendendo necessario il
controllo dei livelli serici di potassio.
La contemporanea somministrazione di antinfiammatori non
steroidei sistemici può aumentare l'incidenza e la
gravità degli effetti collaterali. Sebbene gli studi
clinici non sembrino indicare che il diclofenac� abbia effetti
sugli anticoagulanti, sono stati osservati casi isolati di
aumento del rischio di emorragia con l'uso combinato di
diclofenac sodico e di una terapia anticoagulante. Si raccomanda
pertanto una stretta sorveglianza di tali pazienti. Come altri
FANS il diclofenac ad alte dosi può temporaneamente
inibire l'aggregazione piastrinica. La somministrazione di
antinfiammatori non steroidei meno di 24 ore prima o dopo il
trattamento con metotrexato va fatta con cautela, poiché
tali farmaci possono elevarne la concentrazione ematica ed
aumentarne la tossicità.
Anche se largamente legato alle proteine, il diclofenac non
interferisce per esempio con il legame proteico di: salicilati,
tolbutamide, prednisolone. Diclofenac, inoltre, non aumenta
l'effetto ipoglicemizzante di: tolbutamide, biguanidi,
glibenclamide e non influenza negativamente il metabolismo del
glucosio in diabetici e soggetti sani. Il diclofenac� può
aumentare la nefrotossicità della ciclosporina attraverso
il suo effetto inibitorio sulle prostaglandine del rene.
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Gravidanza: sebbene nell'uomo non siano mai stati segnalati
casi di malformazioni di alcun tipo, si raccomanda di non
somministrare il diclofenac nei primi tre mesi di gravidanza, in
ragione di un eventuale rischio teratogeno. Nel corso del 3°
trimestre, tutti gli inibitori delle prostaglandinsintetasi
possono esporre il feto ad una tossicità cardiopolmonare
(ipertensione polmonare per la chiusura prematura del dotto
arterioso) e renale, inoltre possono esporre alla fine della
gravidanza sia la madre che il bambino ad un allungamento del
tempo di travaglio. Pertanto tutti gli inibitori della
prostaglandinsintetasi� (FANS)� non devono essere assunti nel
3° trimestre di gravidanza.
Allattamento: sebbene alla dose di 150 mg al giorno il
diclofenac passi nel latte materno in quantità
trascurabili, si raccomanda di non somministrare il prodotto
durante l'allattamento.
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I pazienti che manifestano capogiri o altri disturbi nervosi
centrali dopo l'uso di diclofenac, dovrebbero astenersi dal
guidare un veicolo o dall'utilizzare macchinari che richiedono
integrità del grado di vigilanza.
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Specie all'inizio del trattamento possono verificarsi disturbi
gastrointestinali come nausea, pirosi, vomito, diarrea,
flatulenza. Qualora dovessero subentrare disturbi più
gravi, in particolare dolori epigastrici o emorragie
gastrointestinali manifeste od occulte (feci scure), il
trattamento deve essere interrotto e deve essere consultato il
medico. In casi isolati sono stati osservati ulcera peptica
perforata, disturbi al colon.
Raramente possono comparire manifestazioni allergiche come
rash cutaneo, prurito, edema, accessi asmatici e/o reazioni
anafilattiche o anafilattoidi, accompagnate o meno ad
ipotensione. Di eccezionale evenienza reazioni di
fotosensibilità e reazioni cutanee gravi quali eritema
essudativo multiforme e dermatosi bollose (sindrome di
Stevens-Johnson, sindrome di Lyell). Sporadicamente sono state
segnalate turbe del S.N.C. come cefalea, eccitazioni,
irritabilità, insonnia, astenia, capogiri, convulsioni,
disturbi sensori o della visione, tinnito.
Particolarmente in trattamenti protratti possono verificarsi
edemi periferici, insufficienza renale, sindrome nefrotica,
aumento della transaminasi, ittero, alterazioni dell'emopoiesi
(leucopenia, trombocitopenia, agranulocitosi, anemia aplastica o
emolitica), perdita di capelli.
In casi isolati: anomalie urinarie, nefrite interstiziale,
disturbi della funzionalità epatica, compresa epatite con
o senza ittero, in alcuni rari casi fulminante.
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Nel caso il paziente abbia assunto una dose eccessiva del
farmaco, occorre consultare immediatamente il medico. Il
trattamento dell'avvelenamento acuto con antinfiammatori non
steroidei consiste essenzialmente in misure di supporto e
sintomatiche. Nulla si sa ancora riguardo al tipico quadro
clinico risultante da un sovradosaggio di diclofenac.
Le misure terapeutiche da adottare in caso di sovradosaggio
sono le seguenti:
l'assorbimento deve essere impedito non appena possibile per
mezzo di lavanda gastrica e trattamento con carbone attivo;
trattamenti di sostegno e sintomatici dovrebbero essere
adottati in caso di complicazioni (ipotensione, insufficienza
renale, convulsioni, irritazione gastrointestinale e depressione
respiratoria);
terapie specifiche, come diuresi forzata, dialisi o
emoperfusione, non permettono di eliminare gli antinfiammatori
non steroidei, a causa del loro elevato legame alle proteine
plasmatiche e del loro notevole metabolismo.
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Il diclofenac ha proprietà analgesiche, antipiretiche e
antinfiammatorie.
Analgesia: allevia il dolore di media e forte entità.
La potenza analgesica di una dose giornaliera da 75 a 150 mg
è pari a quella esercitata da indometacina (75-150 mg),
acido acetilsalicilico (3-5 g).
Flogosi e infiammazione: si è dimostrato almeno pari
all'indometacina nel migliorare i parametri di efficacia clinica
in corso di artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrosi,
reumatismo extrarticolare, stati dolorosi da flogosi di origine
extra-reumatica e post-traumatica, a dosi da 75 a 150 mg al
dì.
Il meccanismo d'azione si esplica, in parte, nell'inibizione
competitiva e irreversibile della biosintesi delle prostaglandine
e, in parte, nell'inibizione di enzimi lisosomiali.
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Assorbimento per os: completo.
Picco dei livelli serici: entro due ore.
Legame proteico: 99,7% (albumine).
Metabolismo: epatico, 40% biotrasformato nel primo passaggio
epatico.
Eliminazione: 2/3 renale, 1/3 biliare (metaboliti
glicuroconiugati).
Dopo circa 20 minuti dall’iniezione intramuscolare di 75
mg di diclofenac sodico si ottiene il principale picco di
concentrazione plasmatica, 2,5 mg/ml (8mmoli/l).
La concentrazione plasmatica è dose-dipendente.
L’area sotto la curva (AUC), determinata dopo iniezione
i.m., è circa due volte più estesa rispetto ad una
stessa dose somministrata per via orale o rettale, in quanto,
quando somministrata per queste ultime vie, subisce
l’effetto di primo passaggio.
Il profilo farmacocinetico rimane immodificato anche dopo
somministrazioni ripetute. Non vi sono fenomeni di accumulo se si
osservano gli intervalli raccomandati tra una dose e l'altra.
Il diclofenac penetra nei fluidi sinoviali, dove si misurano i
massimi di concentrazione 2-4 ore dopo la comparsa del picco
plasmatico. Il� t½ apparente per l'eliminazione dai fluidi
sinoviali è di 3-6 ore.
Tuttavia, dopo solo 4 o 6 ore le concentrazioni del principio
attivo sono già più alte nei fluidi sinoviali che
nel plasma e rimangono più alte fino a 12 ore.
La biotrasformazione del diclofenac sodico coinvolge
parzialmente il meccanismo di glicuronazione della molecola come
tale, ma principalmente si ha un'idrossilazione singola o
multipla seguita dalla glicuronazione.
Circa il 60% della dose somministrata viene escreta con le
urine sotto forma di metabolita; meno dell'1% viene escreto come
sostanza immodificata. La parte rimanente della dose
somministrata viene escreta con la bile e con le feci.
Non vi sono differenze rilevanti nell'assorbimento,
metabolismo ed escrezione del farmaco età-dipendenti.
Nei pazienti con insufficienza renale, se viene osservato il
normale schema posologico, non si verifica accumulo del principio
attivo immodificato dopo somministrazione di una singola dose.
Con valori di clearance della creatinina <10 ml/minuto, i
livelli plasmatici teorici allo steady-state dei metaboliti sono
circa 4 volte più alti rispetto ai soggetti normali.
Tuttavia, i metaboliti sono eliminati attraverso la bile.
In caso di insufficienza epatica (epatiti croniche, cirrosi
non scompensate), la cinetica ed il metabolismo del diclofenac
sono gli stessi dei pazienti senza disturbi epatici.
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Tossicità acuta: DL50
-nel topo per os: 1300 mg/kg dopo 48 h: 231 mg/kg dopo 15
gg.
-nel ratto per os: 1500 mg/kg dopo 48 ore: 233 mg/kg dopo 15
gg.
-nella cavia per os: 1250 mg/kg dopo 48 ore.
La tossicità cronica nei trattamenti per os di 90
giorni nel ratto (dosi di 0,5 e 2 mg/kg/die) è risultata
praticamente nulla.
Dosi di 5 e 15 mg/kg/die, somministrate per os nella scimmia
Rhesus, non hanno indotto segni di tossicità.
Mutagenesi, carcinogenesi e teratogenesi: gli studi effettuati
non hanno mostrato alcun effetto mutageno, carcinogenico o
teratogenico del diclofenac.
Analgesia: test all'acido acetico nel ratto DE50 =
2,5 mg/kg p.o.
Antipiressia: test della febbre da lievito nel ratto: 0,5
mg/kg p.o.
Infiammazione: edema da carragenina nel ratto:
DE50=2,1 mg/kg p.o.
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Indice terapeutico analgesia:
|
DL50
|
: 88
|
DE50
|
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Indice terapeutico infiammazione:
|
DL50
|
: 50
|
DE50
|
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DICLOFENAC DOC Generici 75 mg Compresse a rilascio
prolungato:
destrati; cellulosa microcristallina; idrossietilcellulosa;
magnesio stearato; idrossipropilmetilcellulosa; polietilenglicole
3350; titanio biossido (E171); ferro ossido rosso (E172); cera
carnauba.
DICLOFENAC DOC Generici 100 mg Compresse a rilascio
prolungato:
destrati; cellulosa microcristallina; idrossietilcellulosa;
magnesio stearato; idrossipropilmetilcellulosa; polietilenglicole
3350; titanio biossido (E171); ferro ossido rosso (E172); cera
carnauba ferro ossido giallo (E172).
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Nessuna.
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24 mesi a confezionamento integro.
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Conservare a temperatura non superiore a 25 °C, al riparo
dall’umidità.
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Blister in PVC/PVDC.
Confezioni:
Compresse rivestite da 75 mg: 30 compresse.
Compresse rivestite da 100 mg: 21 compresse.
�
Nessuna in particolare.
�
DOC Generici S.r.l. Via Manuzio, 7 - 20124 Milano.
�����
•������� 30 compresse rivestite da 75 mg:� A.I.C. n.
033727013/G
•������� 21 compresse rivestite da 100 mg:��A.I.C. n. 033727025/G
Data di prima commercializzazione: Ottobre 2000.
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Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
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22/11/1999
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Non soggetta al DPR 309/90.
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Marzo 2002
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