Interazioni - [Vedi Indice]
Se somministrato insieme a digossina, il diclofenac ne
può elevare la concentrazione plasmatica, ma in tali casi
non sono stati ancora osservati segni clinici di sovradosaggio.
La contemporanea somministrazione di sali di litio è da
sconsigliare in quanto può dar luogo ad un aumento della
litiemia.
Diversi antinfiammatori non steroidei possono inibire
l’attività dei diuretici e potenziare
l’effetto dei diuretici potassio-risparmiatori, rendendo
necessario il controllo dei livelli serici di potassio.
La contemporanea somministrazione di antinfiammatori non
steroidei sistemici può aumentare l’incidenza e la
gravità degli effetti collaterali. Sebbene gli studi
clinici non sembrino indicare che Diclofenac Hexan abbia effetti
sugli anticoagulanti, sono stati osservati casi isolati di
aumento del rischio di emorragia con l’uso combinato di
diclofenac sodico e di una terapia anticoagulante. Si raccomanda
pertanto una stretta sorveglianza di tali pazienti. Come altri
(FANS) il diclofenac ad alte dosi può temporaneamente
inibire l’aggregazione piastrinica. La somministrazione di
antinfiammatori non steroidei meno di 24 ore prima o dopo il
trattamento con metotrexate va fatta con cautela, poiché
tali farmaci possono elevarne la concentrazione ematica ed
aumentarne la tossicità.
Anche se largamente legato alle proteine, Diclofenac Hexan non
interferisce per esempio con il legame proteico di: salicilati,
tolbutamide, prednisolone. Il diclofenac, inoltre, non aumenta
l’effetto ipoglicemizzante di: tolbutamide, biguanidi,
glibenclamide e non influenza negativamente il metabolismo del
glucosio in diabetici e soggetti sani. Diclofenac Hexan
può aumentare la nefrotossicità della ciclosporina
attraverso il suo effetto inibitorio sulle prostaglandine del
rene.
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Gravidanza
Sebbene nell’uomo non siano mai stati segnalati casi di
malformazioni di alcun tipo, si raccomanda di non somministrare
il diclofenac nei primi tre mesi di gravidanza, in ragione di un
eventuale rischio teratogeno. Nel corso del 3° trimestre,
tutti gli inibitori delle prostaglandinsintetasi possono esporre
il feto ad una tossicità cardiopolmonare (ipertensione
polmonare per la chiusura prematura del dotto arterioso) e
renale, inoltre possono esporre alla fine della gravidanza sia la
madre sia il bambino ad un allungamento del tempo di travaglio.
Pertanto tutti gli inibitori della prostaglandinsintetasi (FANS)
non devono essere assunti nel 3° trimestre di gravidanza.
Allattamento
Sebbene alla dose di 150 mg al giorno il diclofenac passi nel
latte materno in quantità trascurabili, si raccomanda di
non somministrare il prodotto durante l’allattamento.
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I pazienti che manifestano capogiri o altri disturbi nervosi
centrali dopo l’uso di Diclofenac Hexan, dovrebbero
astenersi dal guidare un veicolo o dall’utilizzare
macchinari che richiedono integrità del grado di
vigilanza.
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Specie all’inizio del trattamento possono verificarsi
disturbi gastrointestinali come nausea, pirosi, vomito, diarrea,
flatulenza. Qualora dovessero subentrare disturbi più
gravi, in particolare dolori epigastrici o emorragie
gastrointestinali manifeste od occulte (feci scure), il
trattamento deve essere interrotto e deve essere consultato il
medico. In casi isolati sono stati osservati ulcera peptica
perforata, disturbi al colon.
Raramente possono comparire manifestazioni allergiche come
rash cutaneo, prurito, edema, accessi asmatici e/o reazioni
anafilattiche o anafilattoidi, accompagnate o meno ad
ipotensione. Di eccezionale evenienza reazioni di
fotosensibilità e reazioni cutanee gravi quali eritema
essudativo multiforme e dermatosi bollose (sindrome di
Stevens-Johnson, sindrome di Lyell). Sporadicamente sono state
segnalate turbe del S.N.C. come cefalea, eccitazioni,
irritabilità, insonnia, astenia, capogiri, convulsioni,
disturbi sensori o della visione, tinnito.
Particolarmente in trattamenti protratti possono verificarsi
edemi periferici, insufficienza renale, sindrome nefrotica,
aumento della transaminasi, ittero, alterazioni
dell’emopoiesi (leucopenia, trombocitopenia,
agranulocitosi, anemia aplastica o emolitica), perdita di
capelli.
In casi isolati: anomalie urinarie, nefrite interstiziale,
disturbi della funzionalità epatica, compresa epatite con
o senza ittero, in alcuni rari casi fulminante. Raramente in
qualche soggetto l’uso delle supposte può provocare
comparsa di fenomeni collaterali locali e transitori (bruciori,
tenesmo). Diclofenac Hexan fiale può occasionalmente dare
origine a disturbi nel sito di iniezione (dolore locale ed
indurimento, in casi isolati ascessi e necrosi locale).
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Nel caso il paziente abbia assunto una dose eccessiva del
farmaco, occorre consultare immediatamente il medico. Il
trattamento dell’avvelenamento acuto con antinfiammatori
non steroidei consiste essenzialmente in misure di supporto e
sintomatiche. Nulla si sa ancora riguardo al tipico quadro
clinico risultante da un sovradosaggio di diclofenac.
Le misure terapeutiche da adottare in caso di sovradosaggio
sono le seguenti:
l’assorbimento deve essere impedito non appena possibile
per mezzo di lavanda gastrica e trattamento con carbone
attivo;
trattamenti di sostegno e sintomatici dovrebbero essere
adottati in caso di complicazioni (ipotensione, insufficienza
renale, convulsioni, irritazione gastrointestinale e depressione
respiratoria);
terapie specifiche, come diuresi forzata, dialisi o
emoperfusione, non permettono di eliminare gli antinfiammatori
non steroidei, a causa del loro elevato legame alle proteine
plasmatiche e del loro notevole metabolismo.
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Ha proprietà analgesiche, antipiretiche e
antinfiammatorie.
Analgesia: allevia il dolore di media e forte entità.
La potenza analgesica di una dose giornaliera da 75 a 150 mg
è pari a quella esercitata da indometacina (75 - 150 mg),
acido acetilsalicilico (3 - 5 g).
Flogosi e infiammazione: si è dimostrato almeno pari
all’indometacina nel migliorare i parametri di efficacia
clinica in corso di artrite reumatoide, spondilite anchilosante,
artrosi, reumatismo extrarticolare, stati dolorosi da flogosi di
origine extra-reumatica e post-traumatica, a dosi da 75 a 150 mg
al dì.
Il meccanismo d’azione si esplica, in parte,
nell’inibizione competitiva e irreversibile della
biosintesi delle prostaglandine e, in parte,
nell’inibizione di enzimi lisosomiali.
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Assorbimento per os: completo.
Picco dei livelli serici: entro due ore.
Legame proteico: 99,7% (albumine).
Metabolismo: epatico, 40% biotrasformato nel primo passaggio
epatico.
Eliminazione: 2/3 renale, 1/3 biliare (metaboliti
glicuroconiugati).
Dopo circa 20 minuti dall’iniezione intramuscolare di 75
mg di diclofenac sodico, si ottiene il principale picco di
concentrazione plasmatica, 2,5 mg/ml (8 mm/l).
La concentrazione plasmatica è dose-dipendente.
L’area sotto la curva (AUC), determinata dopo iniezione
i.m., è circa due volte più estesa rispetto ad una
stessa dose somministrata per via orale o rettale in quanto,
quando somministrata per queste ultime vie, subisce
l’effetto di primo passaggio.
Il profilo farmacocinetico rimane immodificato anche dopo
somministrazioni ripetute. Non vi sono fenomeni di accumulo se si
osservano gli intervalli raccomandati tra una dose e
l’altra.
Il diclofenac penetra nei fluidi sinoviali, dove si misurano i
massimi di concentrazione 2-4 ore dopo la comparsa del picco
plasmatico. Il t½ apparente per l’eliminazione dai
fluidi sinoviali è di 3-6 ore.
Tuttavia, dopo solo 4 o 6 ore le concentrazioni del principio
attivo sono già più alte nei fluidi sinoviali che
nel plasma e rimangono più alte fino a 12 ore.
La biotrasformazione del diclofenac sodico coinvolge
parzialmente il meccanismo di glicuronazione della molecola come
tale, ma principalmente si ha un’idrossilazione singola o
multipla seguita dalla glicuronazione.
Circa il 60% della dose somministrata viene escreta con le
urine sotto forma di metabolita; meno dell’1% viene escreto
come sostanza immodificata. La parte rimanente della dose
somministrata viene escreta con la bile e con le feci.
Non vi sono differenze rilevanti nell’assorbimento,
metabolismo ed escrezione del farmaco età-dipendenti.
Nei pazienti con insufficienza renale, se viene osservato il
normale schema posologico, non si verifica accumulo del principio
attivo immodificato dopo somministrazione di una singola dose.
Con valori di clearance della creatinina < 10 ml/minuto, i
livelli plasmatici teorici allo steady-state dei metaboliti sono
circa 4 volte più alti rispetto ai soggetti normali.
Tuttavia, i metaboliti sono eliminati attraverso la bile.
In caso di insufficienza epatica (epatiti croniche, cirrosi
non scompensate), la cinetica ed il metabolismo del diclofenac
sono gli stessi dei pazienti senza disturbi epatici.
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Tossicità acuta: DL50
nel topo per os: 1300 mg/kg dopo 48 h: 231 mg/kg dopo 15
gg.
nel ratto per os: 1500 mg/kg dopo 48 ore: 233 mg/kg dopo 15
gg.
nella cavia per os: 1250 mg/kg dopo 48 ore.
La tossicità cronica nei trattamenti per os di 90
giorni nel ratto (dosi di 0,5 e 2 mg/kg/die) è risultata
praticamente nulla.
Dosi di 5 e 15 mg/kg/die, somministrate per os nella scimmia
Rhesus, non hanno indotto segni di tossicità.
Mutagenesi, carcinogenesi e teratogenesi: gli studi effettuati
non hanno mostrato alcun effetto mutageno, carcinogenico o
teratogenico del diclofenac.
Analgesia: test all’acido acetico nel ratto DE50 = 2,5
mg/kg p.o.
Antipiressia: test della febbre da lievito nel ratto: 0,5
mg/kg p.o.
Infiammazione: edema da carragenina nel ratto: DE50=2,1 mg/kg
p.o.
Indice terapeutico analgesia: � DL50
� : 88
���������������������������������������������������������DE50
Indice terapeutico infiammazione:DL50 � :
50���
������������������������������������������������������������������DE50
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Ogni compressa gastroresistente da 25 mg e da 50 mg
contiene:
Eccipienti: lattosio monoidrato - calcio fosfato
biidrato - cellulosa microcristallina - amido di mais - sodio
carbossimetilamido - magnesio stearato - silice colloidale.
Rivestimento: “Eudragit L” 30D - trietil citrato -
talco - titanio biossido� - ossido di ferro giallo (E172).
Ogni supposta da 100 mg contiene:
Eccipienti: gliceridi semisintetici.
Ogni fiala da 75 mg contiene
Eccipienti: N-acetilcisteina - alcool benzilico -
glicole propilenico - mannitolo - sodio idrossido - acqua per
preparazioni iniettabili.
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Non sono note.
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Compresse gastroresistenti da 25 mg e da 50 mg: 60 mesi.
Supposte da 100 mg: 60 mesi.
Soluzione iniettabile da 75 mg: 60 mesi.
Attenzione: non utilizzare il medicinale dopo la data di
scadenza indicata sulla confezione.
�
Compresse gastroresistenti e supposte: conservare a
temperatura inferiore a 30°C:
Soluzione iniettabile: conservare a temperatura inferiore a
30°C ed al riparo dalla luce:
�
Compresse gastroresistenti
Blister di polipropilene/alluminio o PVC/alluminio a prova di
bambino contenente 60 e 30 compresse gastroresistenti da 25 mg e
da 50 mg.
Supposte
Alveoli in PVC e polietilene contenenti 10 supposte da 100
mg.
Soluzione iniettabile
Fiale di vetro incolore da 3 ml - Scatola da 5 fiale da 3 ml
da 75 mg.
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Nessuna.
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HEXAN S.p.A.
Viale Amelia 70
00181 Roma
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60 compresse gastroresistenti da 25 mg – AIC n°
032786016/G
30 compresse gastroresistenti da 50 mg – AIC n°
032786028/G
10 supposte da 100 mg – AIC n° 032786030/G
5 fiale da 3 ml da 75 mg – AIC n° 032786042/G
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31 maggio 1999
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TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
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4 Gennaio 2003
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