La trimebutina si fissa rapidamente e completamente nel tubo digerente, dall'esofago al sigma.
In particolare, dopo un'ora, il 20% della quantità somministrata si fissa nella parete esofagea, il 30% in quella gastrica, il 10% nel tenue. Dopo 3 ore, nell'esofago si ritrova il 10%, nello stomaco e nel tenue il 20% e nel crasso il 15%.
Dopo 6 ore dalla somministrazione, nello stomaco si ritrova il 15%, nel tenue il 20%, nel crasso il 30%.
Studi di farmacocinetica con trimebutina marcata hanno dimostrato che la sostanza si fissa in tutte le parti del tubo digerente, dall'esofago al sigma, dove sono presenti i plessi nervosi intramurali di Auerbach e di Meissner.
La trimebutina viene eliminata per l'85% con le urine entro 24 ore, sotto forma di metaboliti e quindi non provoca fenomeni di accumulo.
Per somministrazione acuta
DL50 (topo albino, per os) > 4000 mg/kg;
DL50 (topo albino, per i.p.) 368,1 mg/kg;
DL50 (ratto albino, per os) > 4000 mg/kg;
DL50 (ratto albino per i.p.) 394,4 mg/kg.
Per somministrazione prolungata
Ratto albino, per os (120 gg): nessuna alterazione a 80 mg/kg/die;
cane beagle, per os (120 gg): nessuna alterazione a 40 mg/kg/die.
Tossicità fetale
La trimebutina maleato non possiede effetti tossici nella gestazione e sui feti, se somministrata durante la gravidanza nel ratto e nel coniglio, rispettivamente alle dosi di 100 e 30 mg/kg, per os.
Attività cancerogenetica
Da escludersi, poiché la trimebutina maleato non presenta analogia chimica con composti conosciuti come cancerogeni e poiché nelle prove di somministrazione prolungata (ratto e cane) non si sono avute manifestazioni istologiche o rilevate attività biochimiche sospette.