- [Vedi Indice]Trattamento della colite ulcerosa di gravità lieve o moderata in fase attiva, e mantenimento della fase di remissione per la prevenzione delle recidive.
Si consiglia di assumere le capsule o le compresse ad intervalli regolari durante la giornata, ai pasti.
Colite ulcerosa in fase attiva
Adulti ed anziani:
Si consiglia di iniziare il trattamento con 1 g/die in dosi suddivise (2 capsule o 1 compressa 2 volte al giorno) e, in base alla risposta del paziente, di aumentare gradualmente la dose giornaliera fino ad un massimo di 3 g/die da raggiungere nell'arco di 1 settimana. Mediamente la dose efficace non supera i 2 g/die.
In ogni singola somministrazione non deve essere superata la dose di 1 g. Si può associare terapia orale o rettale con corticosteroidi.
Mantenimento della remissione
Adulti ed anziani:
1 g/die (due capsule o una compressa due volte al giorno) continuativamente.
Ipersensibilità verso uno dei componenti.
Ipersensibilità verso i salicilati.
Insufficienza renale.
Tenere fuori dalla portata dei bambini
Pazienti con gravi forme allergiche o sofferenti d'asma devono prestare attenzione ad eventuali segni di peggioramento.
Pazienti con alterata insufficienza renale devono essere monitorati.
Non sono state evidenziate interazioni con altri farmaci. È possibile usare il prodotto in associazione con corticosteroidi per uso orale e locale.
Poiché l'Olsalazina è un salicilato, si possono verificare interferenze caratteristiche di questi prodotti nei test di laboratorio.
Anche se i risultati di studi condotti nell'animale da esperimento non hanno evidenziato effetti teratogeni o riduzione della fertilità, le conoscenze dell'uso di Dipentum nelle donne in gravidanza o in allattamento è limitato.
Pertanto il Dipentum non deve essere usato in gravidanza o durante l'allattamento a meno che il medico non valuti che il potenziale beneficio prevalga sul rischio.
Nessuno.
Come per solfasalazina e mesalazina gli effetti collaterali più comuni sono a carico dell'apparato gastroenterico.
Le reazioni avverse più frequentemente segnalate sono diarrea, dolori addominali, cefalea, nausea, dispepsia, artralgie e rash, eventualmente con prurito ed orticaria. La maggior parte dei casi di diarrea acquosa è di tipo transitorio e può essere controllata con la riduzione, anche temporanea, della dose giornaliera. Raramente sono state segnalate vertigini, alopecia, emolisi, leucopenia, granulocitopenia, anemia, trombocitopenia, pericardite, fotosensibilità, aumento delle transaminasi, pancreatite. Nei pazienti che non rispondono alla riduzione di dose, il farmaco dovrebbe essere sospeso.
Non sono noti antidoti specifici per il trattamento del sovradosaggio da Olsalazina. Secondo gli studi condotti su animali da esperimento risulta che la tossicità del prodotto è bassa.
Nausea, vomito, diarrea, potrebbero essere sintomi di sovradosaggio.
In caso di sovradosaggio si consiglia di intraprendere un trattamento di tipo sintomatico e le misure di supporto consuete.
Olsalazina (Dipentum) è costituita da due molecole di acido 5- aminosalicilico (5-ASA) unite da un legame d'azoto.
Olsalazina di per sè è un composto relativamente inerte. L'assorbimento intestinale del prodotto è molto limitato. A livello del colon i batteri produttori di azo-reduttasi scindono in due molecole di 5-ASA.
5-ASA è considerato la forma attiva di Dipentum poiché Olsalazina dimostra una scarsa efficacia in prove in vitro o negli animali da esperimento. Inoltre 5-ASA è considerato essere la frazione attiva anche di Salazopyrin che da più di 40 anni viene usata per il trattamento della colite ulcerosa.
L'efficacia clinica di Salazopyrin, 5-ASA ed Olsalazina è documentata nella colite ulcerosa, ma il meccanismo farmacologico attraverso cui si esplica non è ancora noto.
Ricerche nell'uomo e negli animali hanno evidenziato lo scarso assorbimento di Olsalazina e dei suoi metaboliti, il che è in linea con l'esigenza di ottenere alte concentrazioni di 5-ASA nel colon.
Nell'uomo l'assorbimento da parte dell'intestino di una dose orale di Olsalazina è praticamente trascurabile. I batteri scindono la molecola di Olsalazina in due molecole di 5-ASA nel colon dove la sua concentrazione può risultare di 1000 volte più elevata rispetto a quella plasmatica.
Il rilascio di 5-ASA avviene indipendentemente dal pH e dal tempo.
La captazione da parte delle cellule della mucosa del colon porta alla formazione di acetil-5-ASA (metabolita principale); nel plasma si ritrovano anche tracce di 5-ASA e di Olsalazina-O-S04.
In uno studio condotto in 6 volontari sani la somministrazione di 500 mg due volte al dì ha indotto, allo "steady state", un livello di aminosalicilato di 0,8-2,9 mcg/ml dopo 6-19 giorni. Ad ulteriore dimostrazione dello scarso assorbimento sistemico in uno studio in pazienti ileostomizzati è stato possibile ritrovare nel fluido ileale quasi tutta l'Olsalazina somministrata.
La somministrazione endovenosa di Olsalazina ha permesso di dimostrare escrezione nella bile e tracce di acetil-5-ASA nell'urina ed una emivita di 56 minuti.
Olsalazina sommininistrata con o senza cibo è stata assorbita rispettivamente per l'1,3 e l'1,6%.
Dopo una dose orale di 1 g il livello plasmatico massimo di 12,2 mcg/ml è stato dimostrato dopo 1 ora dalla somministrazione del prodotto. Dal 22 al 33% di una dose orale compare nell'urina quasi tutta come acetil-5-ASA. Il metabolita Olsalazina-O-S04 è legato per il 99% alle proteine plasmatiche ed ha una emivita di 6-10 giorni.
Olsalazina non penetra negli eritrociti e non spiazza Warfarin, Naprossene, Diazepam o Digitossina dal legame con le proteine plasmatiche.
Autoradiografie nel ratto dopo somministrazione di Olsalazina marcata non hanno dimostrato presenza di radioattività nel cervello, nei testicoli, nella placenta e nel feto; si è dimostrato invece una minima radioattività nel dotto biliare e nel rene ed una elevata presenza del prodotto marcato localizzato nell'intestino.
Capsule: magnesio stearato, gelatina, biossido di titanio (E171), bruno caramello (E150).
Compresse: magnesio stearato, silice colloidale, polividone 30, crospovidone.
Non si conoscono incompatibilità chimiche o chimico-fisiche.
Capsule: 3 anni
Compresse: 4 anni
Conservare a temperatura ambiente in luogo asciutto
Flacone di polietilene contenente 100 capsule da 250 mg.
Flacone bianco di polietilene ad alta densità a forma quadrata chiuso con tappo a vite di colore rosso in polipropile contenente 100 compresse da 500 mg.
Vedi sezione "Posologia e modalità di somministrazione".
PHARMACIA & UPJOHN
S.p.A., Milano
100 capsule da 250 mg AIC n. 028431017
100 compresse 500 mg AIC n. 028431029
Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
Capsule: Novembre 1999 rinnovo.
Compresse: Dicembre 1999 data di prima autorizzazione.
y TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
Non soggetto al DPR 309/90.
Dicembre 1999.
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