ranitidina cloridrato 334,80 mg pari a ranitidina 300 mg.
ranitidina cloridrato 167,40 mg pari a ranitidina 150 mg.
- [Vedi Indice]
Ulcera duodenale, ulcera gastrica benigna, incluse quelle
associate al trattamento con farmaci antiinfiammatori non
steroidei, ulcera recidivante, ulcera post‑operatoria,
esofagite da reflusso, sindrome di Zollinger‑Ellison.
La ranitidina è anche indicata in quelle condizioni
come la gastrite o la duodenite quando associate a ipersecrezione
acida.
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La dose abituale è di 300 mg al giorno (150 mg alla
mattina e 150 mg alla sera).
Nei pazienti con ulcera gastrica o duodenale possono essere
somministrati in alternativa 300 mg in un'unica somministrazione
alla sera prima di coricarsi.
Inoltre nei pazienti portatori di ulcere di grandi dimensioni
e/o forti fumatori e nell'esofagite peptica severa, può
essere utile aumentare la posologia fino a 600 mg al giorno,
ritornando appena possibile allo schema posologico standard e
sotto il diretto controllo del medico.
Ulcera duodenale ulcera gastrica. ulcera recidivante,
ulcera post-;operatoria
La dose giornaliera raccomandata di 300 mg per un periodo di 4
settimane è in grado di guarire la maggior parte delle
ulcere. Se necessario il trattamento può essere prolungato
fino a 6-8 settimane.
In caso di ulcere conseguenti a trattamento con farmaci
antiinfiammatori non steroidei (FANS) e/o nel caso fosse
necessaria la prosecuzione della terapia con tali farmaci, il
dosaggio raccomandato è di 300 mg per 8 settimane.
Può essere necessario protrarre il trattamento fino a 12
settimane. In caso di pazienti portatori di ulcere di grandi
dimensioni e/o forti fumatori, può essere maggiormente
utile la somministrazione di 300 mg, due volte al giorno
Nei pazienti in cui, dopo la risposta positiva alla terapia a
breve termine, è desiderabile mantenere l'effetto sulla
secrezione gastrica, particolarmente in quelli con tendenza a
recidive degli episodi ulcerosi, può essere adottata una
terapia di mantenimento di 150 mg alla sera. Nei pazienti
già in trattamento con 600 mg al giorno, può essere
utile iniziare la terapia di mantenimento con una posologia di
300 mg alla sera per un periodo di 8‑12 settimane,
proseguendo successivamente con la dose standard.
Il fumo è associato ad una più elevata incidenza
della recidiva dell'ulcera. Pertanto si deve consigliare ai
pazienti fumatori di abbandonare tale abitudine; qualora
ciò non avvenga, la dose di mantenimento di 300 mg alla
sera, offre una protezione addizionale rispetto alla dose
standard di 150 mg.
La terapia di mantenimento (150 mg e 300 mg per via orale alla
sera) deve essere prescritta dal medico ed eseguita sotto il suo
controllo.
Esofagite da reflusso
La dose giornaliera raccomandata nella malattia da reflusso
esofageo è di 300 mg/die, suddivisa in due
somministrazioni da 150 mg, per un periodo di 8 settimane.
Nell'esofagite peptica moderata‑severa, la posologia
può essere aumentata a 600 mg/die, suddivisa in
due‑quattro somministrazioni, fino a 12 settimane, sotto il
diretto controllo dei medico, ritornando appena possibile alla
posologia standard.
Nel trattamento a lungo termine, per la prevenzione della
recidiva, la dose raccomandata è di 150 mg due volte al
giorno.
Sindrome di Zollinger-Ellison
La dose giornaliera iniziale è di 450 mg (cioè
150 mg 3 volte al giorno) aumentabile se necessario a
600-900 mg.
Emorragie del tratto gastro‑intestinale
superiore
Il trattamento è di 300 mg al giorno.
Premedicazione in anestesia
A quei pazienti che rischino di sviluppare una sindrome da
aspirazione acida (sindrome di Mendelson) può essere
somministrata una dose orale di 150 mg 2 ore prima dell'induzione
dell’anestesia generale e, preferibilmente, anche una dose
di 150 mg la sera precedente.
Ulcera da stres
Nella prevenzione e trattamento delle ulcere da stress in
pazienti gravi la dose giornaliera raccomandata è di 300
mg.
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Ipersensibilità individuale accertata verso la
ranitidina
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Prima di iniziare la terapia con ranitidina nell'ulcera
gastrica, deve essere esclusa la sua possibile natura maligna
poiché è stato riscontrato che il trattamento con
un antagonista H2-istaminico allevia i sintomi associati al
carcinoma dello stomaco e ne ritarda perciò la diagnosi.
Specialmente in caso di trattamenti prolungati ed in pazienti,
particolarmente se anziani, in terapia con FANS, deve essere
esercitato un controllo medico rigoroso sugli effetti terapeutici
e su eventuali effetti collaterali riscontrati. Recidive della
sintomatologia obiettiva e soggettiva possono verificarsi sia
dopo la sospensione dell'assunzione del farmaco, sia durante il
trattamento di mantenimento a lungo termine a dosaggio inferiore
a quello pieno. Posologia e durata della somministrazione devono
essere sempre stabilite dal medico tenendo presente che di solito
i sintomi scompaiono prima che si sia avuta cicatrizzazione
dell'ulcera. La ranitidina viene eliminata dall’organismo
per via renale, pertanto, nei pazienti con severa riduzione della
funzionalità renale (clearance della creatinina minore di
50 ml/min) si raccomanda di ridurre il dosaggio giornaliero dei
farmaco a 150 mg da assumersi alla sera. Nei pazienti sottoposti
a dialisi peritoneale ambulatoriale continua o negli
emodializzati cronici, la ranitidina (alla dose di 150 mg) va
assunta subito dopo la dialisi. Cautela deve essere usata nei
pazienti con disturbi della funzionalità epatica. La
somministrazione di ranitidina, come tutti gli inibitori degli H2
recettori, favorisce lo sviluppo batterico intragastrico per
diminuzione dell'acidità gastrica.
Secondo rare segnalazioni la ranitidina potrebbe favorire il
verificarsi di attacchi acuti di porfiria. Pertanto dovrebbe
essere evitata la somministrazione in pazienti con anamnesi di
porfiria.
Tenere fuori della portata dei bambini.
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Gli H2-antagonisti si fissano sul citocromo P450 e
riducono il flusso sanguigno epatico; tuttavia non sono state
evidenziate interazioni negative tra la ranitidina ed altri
farmaci; in particolare la ranitidina non potenzia l'azione di
warfarin, indometacina, diazepam, lidocaina, fenitoina,
propranololo o teoffilina.
L’assorbimento della ranitidina può risultare
diminuito se vengono somministrate contemporaneamente alte dosi
(2 g) di sucralfato, idrossido di magnesio o d’alluminio.
Questo effetto non si verifica se tali sostanze vengono
somministrate dopo un intervallo di 2 ore.
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La ranitidina attraversa la barriera placentare e si trova nel
latte materno, pertanto non va somministrata durante la
gravidanza e l’allattamento, se non nei casi, a giudizio e
sotto il diretto controllo dei medico, di assoluta
necessità. La sicurezza e l'efficacia della ranitidina nei
bambini non è stata ancora stabilita.
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Qualora, durante la terapia, si notassero stordimento,
sonnolenza o vertigini, evitare di guidare o di operare
sulle macchine o comunque svolgere attività che
richiedano pronta vigilanza.
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I seguenti effetti collaterali sono stati segnalati nel corso
degli studi clinici o della terapia abituale di pazienti trattati
con ranitidina. In molti di questi casi non è stata
definita la correlazione con la terapia.
Sistema nervoso centrale:
Rari casi di malessere, vertigine, cefalea a volte severa,
sonnolenza ed insonnia. Specie nei pazienti gravemente ammalati,
negli anziani e nei nefropatici possono verificarsi sporadici
casi reversibili di confusione mentale, allucinazioni,
depressione ed agitazione. In tali evenienze occorre sospendere
la somministrazione. Risultano alcune segnalazioni di
offuscamento reversibile della vista attribuibili ad alterazione
dell'accomodazione.
Apparato cardiovascolare:
Come con gli altri H2‑antagonisti vi sono stati rari
casi di bradicardia, tachicardia, palpitazioni, extrasistoli,
blocco atrioventricolare e stato di shock.
Apparato ematopoietico e fegato:
In alcuni pazienti sono stati rilevati mutamenti reversibili
nella conta delle cellule ematiche (leucopenia, trombocitopenia).
Rari casi di agranulocitosi o pancitopenia talvolta accompagnata
da ipoplasia o aplasia midollare. Segnalazioni occasionali di
epatite reversibile (epatocellulare, colestatica o mista) con o
senza ittero, variazioni transitorie della creatinina plasmatica
e dei test di funzionalità epatica; questi ultimi valori
di solito ritornano nella norma durante la continuazione del
trattamento, in caso contrario sospendere la
somministrazione.
Apparato endocrino:
Possono verificarsi, seppure raramente, disturbi della sfera
sessuale (impotenza ed alterazioni della libido) e
ginecomastia.
Apparato gastrointestinale:
Costipazione, diarrea, nausea, vomito e dolori addominali.
Raramente è stata segnalata pancreatite acuta.
Apparato muscolo‑scheletrico:
Rare segnalazioni di dolori muscolari ed artralgie.
Reazioni di ipersensibilità:
Shock anafilattico, orticaria, rash cutaneo, inclusi rari casi
indicativi di eritema multiforme lieve, dermatite bollosa,
eczemi, edema angioneurotico, febbre, broncospasmo, eosinofilia,
dolore toracico e rarissimi casi di alopecia.
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In caso di sovradosaggio ricorrere alle abituali misure per
rimuovere il materiale non assorbito dal tratto gastrointestinale
e, se necessario, si può ricorrere all’emodialisi
per eliminare la ranitidina dal plasma. Tenere sotto osservazione
il paziente e praticare una terapia di supporto.
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Gli studi sperimentali eseguiti hanno dimostrato che la
ranitidina è un potente e selettivo antagonista
competitivo dell'istamina a livello dei recettori H2.
La ranitidina presenta un’affinità
particolarmente elevata verso i recettori H2-gastrici e
risulta particolarmente potente nell’inibire
l’ipersecrezione gastrica indotta da tutta una serie di
secretagoghi nel ratto e nel cane.
Ciò appare di particolare rilevanza poiché la
sostanza in esame ha nella sua struttura un anello furanico
invece dell'anello imidazolico ritenuto finora essenziale per
l'attività H2-bloccante
Inoltre l'inibizione della secrezione acida gastrica non
è causata da una riduzione dell'irrorazione ematica della
mucosa gastrica; anzi il rapporto fra flusso sanguigno della
mucosa e secrezione acida aumenta durante l'inibizione della
secrezione. La sostanza in esame ha dimostrato una notevole
efficacia antiulcera sia gastrica che duodenale nei numerosi
modelli sperimentali con cui è stata valutata.
L'efficacia della sostanza è stata dimostrata non solo
per via orale, via che si reputa di elezione, ma anche per via
endovenosa ed intramuscolare.
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La biodisponibilità della ranitidina è circa il
50%. A seguito di somministrazione orale di una dose di 75 mg le
concentrazioni plasmatiche al picco sono dell'ordine di
236-270 ng/ml e vengono raggiunte normalmente entro
2-3 ore.
Le concentrazioni di ranitidina nel plasma sono proporzionali
alla dose fino a 300 mg.
La ranitidina non viene ampiamente metabolizzata e
l'eliminazione avviene principalmente per secrezione tubulare.
L'emivita di eliminazione è di 2-3 ore.
In studi condotti con ranitidina 150 mg marcata con trizio, il
93% di una dose endovenosa veniva escreto con le urine ed il 5%
nelle feci; il 60-70% della dose orale veniva esereto con
le urine ed il 26% nelle feci.
L’analisi condotta su urine escrete nelle prime 24 ore
successive alla somministrazione, ha mostrato che il 70% della
dose endovenosa ed il 35% della dose orale viene eliminato
immodificato. Il metabolismo della ranitidina è simile sia
dopo somministrazione orale che endovenosa: circa il 6% della
dose è esereto nelle urine come N-ossido, il 2% come
S-ossido, il 2% come demetilranitidina e l’1-2%
come analogo acido furoico.
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Gli studi di tossicità acuta e cronica sono stati
condotti su topi, ratti, conigli e cani sia per via orale che
parenterale, senza dimostrare alcun tipo di rischio
tossicologico.
In particolare nella tossicità acuta nel topo e nel
ratto la DL50, per somministrazione endovenosa
è dell'ordine di 75 mg/kg, mentre per via orale dosi fino
a 1000 mg/kg non si sono dimostrate letali.
Nella tossicità cronica, dosi molto elevate di
ranitidina (fino a 2000 mg/kg/die) somministrate a topi per tutto
il periodo della loro vita, e dosi fino a 450 mg/kg/die per
periodi fino ad 1 anno somministrate nei cani, non hanno
dimostrato alcun segno di tossicità sui vari organi ed
apparati studiati.
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Cellulosa microcristallina, magnesio stearato,
metilidrossipropilcellulosa, titanio biossido.
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Nessuna.
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3 anni
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Conservare a temperatura inferiore a 30°C.
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Scatole 20 compresse in blister
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Nessuna
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Farma Uno S.r.l. – Via Conforti, 42 – 84083 Castel
San Giorgio (SA)
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AIC N. 035333020
AIC N. 035333032
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