Principio attivo: terazosina cloridrato diidrato 2,374
mg equivalenti a 2 mg di terazosina.
Per gli eccipienti� vedere il punto 6.1.
Principio attivo: terazosina cloridrato
diidrato 5,935 mg equivalenti a 5 mg di terazosina
Compresse
divisibili.
- [Vedi Indice]
Le compresse di terazosina�sono indicate per:
il trattamento di ipertensione da lieve
a moderata;
il trattamento sintomatico dell’ostruzione delle vie urinarie
provocata da ipertrofia prostatica benigna (IPB).
�
Uso orale.
Per i diversi regimi posologici sono disponibili differenti
dosaggi.
La dose di terazosina dovrà essere regolata sulla base
della risposta del paziente. Di seguito vengono riportate le
istruzioni per la somministrazione:
Dose iniziale
Tutti i pazienti non devono superare la dose minima singola di 1 mg (mezza compressa da 2
mg) da assumersi prima di coricarsi. Tale raccomandazione
dovrà essere strettamente osservata al fine di ridurre
potenziali episodi ipotensivi acuti da prima dose.
Dosi successive
Trattamento di ipertensione da lieve a moderata.
Il singolo dosaggio giornaliero può essere aumentato
approssimativamente raddoppiando il dosaggio ad intervalli
settimanali al fine di raggiungere la risposta pressoria
desiderata.
La dose di mantenimento deve essere adattata alla risposta del
paziente. 2 mg/die possono essere sufficienti con aumenti fino a
10 mg se necessario (studi clinici sostengono l'uso da 2 a 10 mg
come dose di mantenimento). La dose massima è pari a 20
mg/die di terazosina e non deve essere superata.
Uso con diuretici tiazidici e altri agenti antiipertensivi
nel corso del trattamento dell’ipertensione
Quando viene aggiunto un diuretico tiazidico o un altro agente
antiipertensivo al regime di trattamento del paziente, la dose di
terazosina dovrà essere ridotta o sospesa e, se
necessario, si deve ripetere la titolazione. Si deve prestare
attenzione in caso di somministrazione di terazosina
contemporaneamente a tiazidi o altri agenti antiipertensivi,
poiché si potrebbe sviluppare ipotensione.
Trattamento di ipertrofia prostatica
benigna
La dose può essere aumentata raddoppiando
approssimativamente il dosaggio ad intervalli settimanali o
bisettimanali al fine di raggiungere la riduzione dei sintomi
desiderata. La dose di mantenimento usuale è compresa tra
5 mg e 10 mg, somministrati una volta al giorno. Sono stati
rilevati miglioramenti dei sintomi già dopo due settimane
dall’inizio del trattamento con terazosina.
I dati attualmente disponibili sono insufficienti per
suggerire un ulteriore miglioramento sintomatico con dosi
superiori a 10 mg somministrati una volta al giorno.
Il trattamento deve essere iniziato usando le compresse da 1
mg (mezza compressa da 2 mg) per una durata di sette giorni, le
compresse da 2 mg per una durata di 14 giorni, e le compresse da
5 mg per una durata di 7 giorni. La risposta al trattamento
dovrà essere riesaminata ogni quattro settimane. Durante
ciascuna fase della titolazione possono verificarsi effetti
collaterali transitori. Se gli effetti collaterali dovessero
persistere, si dovrà prendere in considerazione una
riduzione del dosaggio.
Insufficienza renale
Studi di farmacocinetica indicano che pazienti con
funzionalità renale ridotta non richiedono alcuna modifica
nel dosaggio raccomandato.
Bambini
Non sono stati determinati criteri di sicurezza ed efficacia
nei bambini.
Anziani
Studi di farmacocinetica effettuati nell’anziano
indicano che non è necessaria alcuna modifica sostanziale
del dosaggio raccomandato.
Comunque è richiesta particolare cautela per la
titolazione della dose di terazosina.
Se la somministrazione è interrotta per più
giorni la terapia deve essere ristabilita usando il regime di
dose iniziale.
Uso in pazienti con� insufficienza epatica
La terazosina deve essere titolata con particolare attenzione
in pazienti con funzionalità epatica compromessa
poiché la terazosina è sottoposta ad un lungo
metabolismo epatico ed è principalmente escreta dal tratto
biliare.
Non è disponibile evidenza clinica in pazienti con
disfunzione epatica grave.
Modo di somministrazione
La prima compressa di un dosaggio definito dovrà essere
assunta la sera prima di coricarsi. Le compresse seguenti dello
stesso dosaggio possono essere assunte al mattino. Le compresse
devono essere ingerite con una sufficiente quantità di
liquido (cioè un bicchiere d'acqua).
La terapia con terazosina per l'ipertensione è un
trattamento a lungo termine che può essere interrotto solo
a giudizio del medico. Se si rende necessaria l'interruzione
della terapia con terazosina, la dose deve essere rititolata
iniziando con un 1 mg (mezza compressa da 2 mg) di terazosina al
momento di coricarsi.
�
IBIPROVIR è controindicato:
In pazienti con ipersensibilità nota al principio
attivo "terazosina", ad altri chinazolinici (prazosina,
doxazosina) o a ciascuno degli eccipienti.
Anamnesi di sincope alla minzione.
�
In studi clinici, l’incidenza di ipotensione ortostatica
è stata maggiore nei pazienti trattati con terazosina per
ipertrofia prostatica benigna, rispetto
ai pazienti trattati con terazosina per ipertensione.
Nell’indicazione del trattamento dell’ipertrofia
prostatica benigna (IPB), l’incidenza di eventi ipotensivi
ortostatici è stata maggiore in pazienti di età
superiore ai 65 anni ed oltre (5,6%), rispetto a quelli di
età inferiore ai 65 anni (2,6%).
I pazienti devono essere informati sui sintomi da ipotensione
ortostatica e avvisati, in questi casi, di sedersi o coricarsi
(vedere anche i paragrafi 4.7 Effetti sulla capacità di
guidare e di usare macchinari e 4.8 Effetti indesiderati).
La terapia con terazosina richiede un regolare monitoraggio
clinico.
Nella fase iniziale della terapia (specialmente dopo la prima
dose o quando si aumenta il dosaggio) i pazienti possono avere
una consistente diminuzione pressoria.
Possono comparire vertigini, stordimento, debolezza,
sonnolenza e, in rari casi, sincope.
Questo è probabile che accada in caso di dosi
dimenticate e successiva ripresa della terapia con terazosina. I
pazienti devono essere allertati su questi possibili eventi
avversi e circostanze in cui possono verificarsi.
Per minimizzare il rischio di ipotensione ortostatica i
pazienti devono essere monitorati all'inizio della terapia. Dato
che l'incidenza di tale risposta si verifica con dosi maggiori di
quella iniziale raccomandata, il regime di somministrazione
consigliato deve essere seguito con attenzione.
Il paziente deve assumere la prima dose di terazosina al
momento di coricarsi e dovrà evitare cambiamenti bruschi
di posizione o attività che possano essere influenzate da
vertigini o stanchezza. Ciò accade particolarmente negli
anziani.
A causa della sua azione vasodilatatoria la terazosina deve
essere usata con attenzione in pazienti che presentino una delle
seguenti situazioni cardiache:
edema polmonare dovuto a stenosi aortica o mitrale;
grave insufficienza cardiaca;
infarto ventricolare destro causato da embolia polmonare o
versamento pericardico;
infarto ventricolare sinistro con bassa pressione.
Si raccomanda attenzione quando terazosina è
somministrata in concomitanza con farmaci che possono influenzare
il metabolismo epatico.
Uso in pazienti con insufficienza epatica
Come per tutti i farmaci metabolizzati nel fegato, terazosina
deve essere usata con particolare attenzione in pazienti con
ridotta funzionalità epatica. Poiché non esistono
dati disponibili in pazienti con disfunzione epatica grave, si
raccomanda di evitarne l'uso in questi casi.
Il farmaco non deve essere somministrato in pazienti con rari
problemi ereditari di intolleranza al galattosio; deficit di
lattasi o malassorbimento glucosio-galattosio.
�
Nei pazienti ai quali sono stati
somministrati terazosina più ACE-inibitori o diuretici,
l’incidenza di vertigini o effetti collaterali collegati
è risultata maggiore rispetto alla popolazione totale dei
pazienti sottoposti a trattamento con terazosina durante gli studi clinici.
Si dovrà osservare opportuna cautela nel caso in cui la
terazosina venga somministrata con altri agenti antiipertensivi
(ACE inibitori, bloccanti dei beta-recettori, antagonisti del
calcio e diuretici), al fine di evitare la possibilità di
ipotensione significativa. Nel caso in cui terazosina venga
aggiunta a un diuretico o ad altro agente antiipertensivo,
potrebbe risultare necessaria una riduzione del dosaggio e una
nuova titolazione.
Non si raccomanda l'uso combinato di terazosina con altri
bloccanti alfa-recettori.
�
Anche se non sono stati rilevati effetti
teratogenici in esperimenti effettuati su animali, non sono stati
stabiliti criteri di sicurezza durante la fase della gravidanza e
dell’allattamento.
Inoltre dati provenienti da studi su animali dimostrano che
terazosina può aumentare la durata della gravidanza o
inibire il parto.
Terazosina non deve pertanto essere usata durante la
gravidanza a meno che il beneficio potenziale non risulti
superiore all’eventuale rischio.
L'allattamento al seno deve essere evitato.
�
Vertigine, stordimento o sonnolenza possono
verificarsi in concomitanza con l’assunzione della dose
iniziale o nel caso di mancata assunzione delle dosi e successivo
nuovo inizio della terapia a base di terazosina. I pazienti
devono essere avvertiti riguardo tali possibili eventi negativi e
le circostanze in cui potrebbero verificarsi, per evitare di
mettersi alla guida o di effettuare lavori pericolosi
approssimativamente nell’arco delle prime 12 ore successive
all'assunzione della dose iniziale o nel caso in cui la dose
venga aumentata.
�
Terazosina, come altri antagonisti dei recettori
alfa-adrenergici, può provocare sincope. Manifestazioni
sincopali si sono verificate in un intervallo di tempo compreso
tra 30 e 90 minuti a partire dalla dose iniziale del farmaco. La
sincope si è verificata saltuariamente in associazione con
aumenti rapidi di dosaggio o con l’introduzione di un altro
agente antiipertensivo.
Nel corso di studi clinici sull’ipertensione,
l’incidenza di episodi sincopali è risultata
approssimativamente pari all’1%. Nella maggior parte dei
casi, la causa di tale fattore è stata imputata ad un
eccessivo effetto di ipotensione ortostatica, sebbene
occasionalmente l’episodio sincopale sia stato preceduto da
un attacco di tachicardia con una frequenza del battito cardiaco
da 120 a 160 battiti al minuto.
In caso di sincope il paziente dovrà essere disteso e
assistito con un trattamento di supporto a seconda della
necessità.
Nel caso in cui il paziente passi velocemente da una posizione
seduta o distesa ad una posizione eretta, potranno verificarsi
episodi di vertigine, stordimento o svenimento. I pazienti
dovranno essere avvisati di tale eventualità e istruiti a
sdraiarsi non appena tali sintomi dovessero apparire e rimanere
successivamente seduti per alcuni minuti prima di alzarsi al fine
di impedire il ripetersi di tali episodi.
Questi eventi avversi sono autolimitanti e, nella maggior
parte dei casi, non si ripresentano dopo il periodo iniziale
della terapia o durante la successiva ripetizione della
titolazione.
Segnalazione di eventi avversi con terazosina
Gli eventi avversi più comuni sono stati astenia,
palpitazioni, nausea, edema periferico, vertigine, sonnolenza,
congestione nasale/rinite e ambliopia/visione offuscata.
In aggiunta, sono stati segnalati i seguenti casi: dolore alla
schiena, cefalea, tachicardia, ipotensione ortostatica, sincope,
edema, aumento di peso, dolore alle estremità, diminuzione
della libido, depressione, nervosismo, parestesia, vertigini,
dispnea, sinusite e impotenza.
Altre reazioni avverse segnalate in studi clinici o riportate
durante la commercializzazione, ma non chiaramente associate
all’uso di terazosina, comprendono le seguenti: dolore al
torace, edema facciale, febbre, dolore addominale, dolore al
collo, dolore alle spalle, vasodilatazione, aritmia,
costipazione, diarrea, xerostomia, dispepsia, flatulenza, vomito,
gotta; artralgia, artrite, disturbi alle articolazioni, mialgia,
ansietà, insonnia, bronchite, epistassi, sintomi di
influenza, faringite, rinite, sintomi di raffreddore, prurito,
eruzione cutanea, aumento della tosse, sudorazione, visione
alterata, congiuntivite, tinnito, frequenza urinaria, infezione
delle vie urinarie e incontinenza urinaria rilevata
principalmente nelle donne in menopausa.
Sono stati registrati almeno due casi di reazioni
anafilattoidi gravi in concomitanza con la somministrazione di
terazosina.
Esperienza post-marketing: sono stati segnalati casi di
trombocitopenia e priapismo. È stata segnalata
fibrillazione atriale: tuttavia, non è stato stabilito un
rapporto causa-effetto.
Test di laboratorio: nel corso di studi clinici
controllati, sono state osservate piccole ma significative
diminuzioni dell’ematocrito, dell’emoglobina, dei
leucociti, del contenuto proteico totale e dell’albumina.
Questi risultati di laboratorio suggeriscono la
possibilità di emodiluizione. Il trattamento a base di
terazosina protratta fino a 24 mesi non ha avuto effetti
significativi sui livelli dell’antigene prostatico
specifico (PSA).
�
Se la somministrazione di terazosina
dovesse provocare ipotensione acuta, interventi di supporto
cardiovascolare risultano di primaria importanza. La
ristabilizzazione della pressione sanguigna e la normalizzazione
della frequenza del battito cardiaco possono essere raggiunte
mantenendo il paziente in posizione supina. Se questa misura
dovesse risultare inadeguata, lo stato di shock dovrà
essere trattato con espansori di massa e, se necessario, si
potranno successivamente usare vasopressori. La
funzionalità renale dovrà essere monitorata e si
dovranno applicare misure generali di supporto, secondo
necessità. La dialisi può non arrecare beneficio,
in quanto i dati di laboratorio indicano un elevato grado di
legame della terazosina alle proteine.
�
Categoria farmacoterapeutica: antagonisti
dei recettori alfa-adrenergici.
Codice atc: G04CA03.
Uso nell’ipertensione
Sebbene il meccanismo esatto dell’azione ipotensiva
della terazosina non sia stato determinato, il rilassamento dei
vasi sanguigni periferici appare essere principalmente prodotto
per mezzo dell’antagonismo competitivo dei recettori
alfa-1-adrenergici postsinaptici. La terazosina produce
generalmente una graduale diminuzione iniziale della pressione
sanguigna seguita da un’azione antiipertensiva
protratta.
L’esperienza clinica indica che alla somministrazione di
dosi terapeutiche di terazosina sono associate diminuzioni del
2-5% della concentrazione totale di colesterolo nel plasma, e una
diminuzione del 3-7% della concentrazione delle frazioni
LDLc + VLDLc � combinate nel plasma,
rispetto ai valori rilevati prima del pre-trattamento.
Uso nell’ ipertrofia prostatica benigna
(IPB)
Alcuni studi indicano che l’antagonismo dei recettori
alfa1-adrenergici è utile ai fini del
miglioramento dell’urodinamica in pazienti affetti da
ostruzione vescicale cronica, come da ipertrofia prostatica benigna.
I sintomi dell’ ipertrofia prostatica benigna (IPB) sono
principalmente causati dalla presenza di una prostata ingrandita
e dall’incremento del tono della muscolatura liscia
dell’apertura di uscita della vescica urinaria e della
prostata, che è regolato dai recettori
alfa1-adrenergici.
Nel corso di esperimenti in vitro è stato
mostrato che la terazosina antagonizza le contrazioni del tessuto
prostatico umano indotte da fenilefrina. In studi clinici
è stato mostrato che terazosina è in grado di
migliorare l’urodinamica e la sintomatologia in pazienti
affetti da ipertrofia prostatica benigna (IPB).
�
Assorbimento
La terazosina è ben assorbita (80-100%). La terazosina
ha un minimo effetto di "primo passaggio" e la dose quasi
completa di terazosina è disponibile a livello sistemico.
I picchi di concentrazione plasmatica vengono raggiunti
approssimativamente 1-2 ore dopo somministrazione orale a
digiuno.
La biodisponibilità non è influenzata
significativamente dall'assunzione di cibo.
Distribuzione
Circa il 90-94% di terazosina si lega alle proteine
plasmatiche. Il legame proteico è indipendente dalle
concentrazioni totali del principio attivo.
Biotrasformazione
I principali metaboliti della terazosina vengono originati
attraverso demetilazione e coniugazione.
Eliminazione
Approssimativamente il 10% - 20% di terazosina somministrata
per via orale è escreta immutata nelle urine e nelle feci,
rispettivamente.
Circa il 40% della dose di terazosina somministrata è
eliminata nelle urine e il 60% nelle feci. L'emivita totale di
eliminazione è approssimativamente di 8-13 ore.
Linearità/non linearità di
farmacocinetica
Dopo somministrazione orale di terazosina l'AUC ed il
Cmax aumentano in proporzione al dosaggio oltre il
range raccomandato (2-10 mg).
�
Cancerogenicità: è stato mostrato che la
terazosina produce tumori benigni del midollo surrenale in ratti
di sesso maschile quando è somministrata ad alti dosaggi
per un lungo periodo di tempo. Nessun evento di questo
tipo è stato osservato in ratti di sesso femminile o in
studi simili effettuati su topi. Non è nota la
rilevanza di tali scoperte in riferimento all’uso clinico
del principio attivo sull’uomo.
Non è stata riportata evidenza di un effetto
genotossico della terazosina da studi in vitro e in vivo su
potenziale mutageno della sostanza.
�
Ogni compressa divisibile da 2 mg contiene: lattosio, amido di
mais, talco, magnesio stearato.
Ogni compressa divisibile da 5 mg contiene: lattosio, amido di
mais, talco, magnesio stearato, E132.
�
Non applicabile
�
36 mesi a confezionamento integro
�
Nessuna particolare
�
IBIPROVIR 2 mg compresse: astuccio da
10 compresse divisibili in blister
IBIPROVIR 5 mg compresse : astuccio da
14 compresse divisibili in blister
�
Nessuna in particolare.
Vedi comunque p.to 4.2
�
Istituto Biochimico Italiano Giovanni
Lorenzini SpA, via Tucidide 56, Torre 6 – 20134
Milano
�
IBIPROVIR 2 mg compresse , 10
compresse divisibili AIC n.: 035197021
IBIPROVIR 5 mg compresse, 14
compresse divisibili AIC n.: 035197019
�
Vendita su presentazione di ricetta medica ripetibile
�
Maggio 2002
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Terazosina non rientra in tale legge
�
Maggio 2002
�
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