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IBIZOLAM è indicato nel trattamento dei disturbi
d’ansia.
IBIZOLAM è anche efficace nel trattamento
dell’ansia associata a depressione e nel trattamento
del disturbo da attacchi di panico con o senza evitamento
fobico. E’ anche indicato per bloccare o attenuare
gli attacchi di panico e le fobie nei pazienti affetti da
agorafobia con attacchi di panico.
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Il dosaggio ottimale dell’IBIZOLAM va individualizzato a
seconda della gravità dei sintomi e della risposta
soggettiva del paziente.
Le indicazioni posologiche riportate dovrebbero coprire le
esigenze della maggior parte dei pazienti. Qualora fosse
necessario un dosaggio più elevato le dosi vanno
aumentate gradualmente per evitare rischi di effetti
collaterali. In questi casi è consigliabile aumentare
prima la dose serale di quella diurna.
In generale i pazienti mai trattati con psicofarmaci
richiedono dosi minori rispetto a quei pazienti
precedentemente trattati con ansiolitici osedativi,
antidepressivi, ipnotici o a pazienti alcolisti cronici.
Si consiglia di usare sempre la dose più bassa per
evitare il rischio di sedazione residua o atassia. In caso
di effetti collaterali già con la somministrazione
iniziale si consiglia di diminuire il dosaggio.
Il trattamento deve essere il più breve possibile.
Bisogna seguire il paziente con regolarità valutando
attentamente la necessità di continuare il trattamento, in
modo particolare quando il paziente diventa asintomatico.
Ansia e ansia associata a depressione
La dose iniziale varia da 0,25 a 0,50 mg 3 volte al dì.
Questo dosaggio verrà aumentato secondo le esigenze
del paziente fino ad un massimo di 4 mg al giorno in
somministrazioni suddivise; la durata complessiva del
trattamento, generalmente, non dovrebbe superare le 8 - 12
settimane compreso il periodo di sospensione graduale.
In determinati casi, può essere necessaria
l’estensione oltre il periodo massimo di trattamento; in
tal caso, ciò non deve avvenire senza una rivalutazione
della condizione del paziente da parte dello specialista.
Nei pazienti anziani, in pazienti con epatopatia grave o in
presenza di malattie organiche debilitanti si consiglia di
iniziare con 0,25 mg 2 - 3 volte al giorno e di aumentare in
caso di necessità, solo se tollerato.
Il trattamento può anche essere effettuato
utilizzando la confezione in gocce: 10 gocce corrispondono
a 0,25 mg di alprazolam, 20 gocce a 0,50 mg.
Agorafobia e disturbo da attacchi di panico
Nei pazienti con agorafobia associata ad attacchi di panico o
con disturbo da attacchi di panico con o senza evitamento
fobico, la dose iniziale è di 0,5 - 1 mg,
somministrata prima di coricarsi, per uno o due giorni. La
dose dovrebbe quindi essere adattata secondo la risposta del
singolo paziente. Gli incrementi del dosaggio non devono
superare 1 mg ogni 3 o 4 giorni. Gli incrementi di
dosaggio possono essere effettuati dapprima a mezzogiorno,
poi al mattino e infine nel pomeriggio/ sera fino al
raggiungimento di uno schema posologico 3 o 4 volte al
giorno per una durata non superiore a 8 mesi.
In uno studio multicentrico internazionale che ha coinvolto un
elevato numero di pazienti, la dose media giornaliera
è stata di 5,7 mg/die; soltantoin alcuni rari casi
è stato necessario raggiungere 10 mg/die.
Interruzione della terapia
Come buona regola clinica, la somministrazione deve essere
sospesa lentamente. Si suggerisce di ridurre il dosaggio
giornaliero di non più di 0,5 mg ogni 3 giorni.
Alcuni pazienti possono richiedere una riduzione ancora
più graduale.
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IBIZOLAM è controindicato in pazienti con
ipersensibilità alle benzodiazepine e loro derivati
e nei pazienti affetti da glaucoma acuto ad angolo chiuso.
Il prodotto può essere usato nei pazienti con glaucoma ad
angolo aperto che ricevono una terapia appropriata.
Insufficienza respiratoria grave. Insufficienza epatica
grave. Non somministrare ai bambini, nel primo trimestre
di gravidanza e durante l’allattamento. Miastenia gravis.
Sindrome da apnea notturna.
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Le benzodiazepine sono indicate soltanto quando la
sintomatologia è grave, disabilitante o sottopone il
soggetto a grave malessere.
Tolleranza
Dopo un uso ripetuto per alcune settimane
può manifestarsi una perdita di efficacia delle
benzodiazepine relativamente agli effetti ipnotici.
Dipendenza
L’uso di benzodiazepine può condurre allo
sviluppo di dipendenza fisica e psichica da questi farmaci. Il
rischio di dipendenza aumenta con la dose e la durata del
trattamento; esso è maggiore in pazienti con una storia di
abuso di stupefacenti o alcool.
Una volta che la dipendenza fisica si è sviluppata, la
sospensione brusca del trattamento sarà accompagnata dai
sintomi da astinenza.
Questi possono consistere in cefalee, dolori muscolari, ansia
di estrema gravità, tensione, irrequietezza, confusione ed
irritabilità. Nei casi gravi possono manifestarsi i
seguenti sintomi: derealizzazione, depersonalizzazione,
iperacusia, intorpidimento e formicolio delle estremità,
ipersensibilità alla luce, al rumore e al contatto fisico,
allucinazioni o crisi epilettiche.
Insonnia ed ansia rebound: sindrome transitoria in cui i
sintomi che hanno condotto al trattamento con benzodiazepine
ricorrono in forma aggravata; può manifestarsi
all’interruzione del trattamento.
Può essere accompagnata da altre reazioni, compresi i
cambiamenti di umore, ansia, irrequietezza o disturbi del sonno.
Poiché il rischio di sintomi da astinenza o da rimbalzo
è maggiore dopo la sospensione brusca del trattamento, si
consiglia di diminuire gradualmente il dosaggio.
Durata del trattamento
La durata del trattamento deve essere la più breve
possibile (vedere Posologia e modo di somministrazione) e nel
caso dell’ansia non deve superare le 8 – 12
settimane, compreso il periodo di sospensione graduale.
L’estensione della terapia oltre questo periodo non deve
avvenire senza un’accurata rivalutazione della situazione
clinica. Può essere utile informare il paziente quando il
trattamento è iniziato che esso sarà di durata
limitata e spiegare precisamente come il dosaggio deve essere
diminuito progressivamente.
Inoltre è importante che il paziente sia informato
della possibilità di fenomeni di rebound, al fine di
minimizzare la reazione ansiosa che l’eventuale comparsa di
tali sintomi potrebbe scatenare alla sospensione del
medicinale.
E’ accertato che, nel caso di benzodiazepine con una
breve durata di azione, possono comparire sintomi da astinenza
nell’intervallo tra una dose e l’altra,
particolarmente per dosaggi elevati.
Quando si usano benzodiazepine con una lunga durata di azione
è importante avvisare il paziente che è
sconsigliabile il cambiamento improvviso con una benzodiazepina a
breve durata di azione, poiché possono comparire sintomi
da astinenza.
Interruzione del trattamento
Come con ogni altra benzodiazepina, il dosaggio di IBIZOLAM
deve essere ridotto gradualmente dal momento che
l’interruzione brusca o troppo veloce può portare
alla comparsa di sintomi da astinenza.
I sintomi da astinenza possono� includere lieve disforia e
insonnia o presentarsi come sindromi maggiori con crampi
muscolari e addominali, vomito, sudorazione, tremori.
Occasionalmente possono comparire episodi convulsivi da
astinenza in seguito a rapida diminuzione o interruzione brusca
della terapia con alprazolam.
Questi sintomi, specialmente i più gravi, sono
generalmente più comuni in quei pazienti che sono stati
trattati con dosi eccessive per prolungati periodi di tempo.
Comunque, sintomi da astinenza sono stati segnalati anche a
seguito di brusca interruzione della somministrazione di dosaggi
terapeutici di benzodiazepine. Pertanto l’interruzione
brusca deve essere evitata e deve essere prescritta una riduzione
graduale del dosaggio (vedi Posologia e modo di
somministrazione).
Durante la sospensione del farmaco in pazienti affetti da
disturbo� da attacchi� di panico, a volte si possono osservare
sintomi legati alla ricomparsa degli attacchi di panico che
simulano quelli tipici da astinenza.
Amnesia
Le benzodiazepine possono indurre amnesia anterograda.
Ciò accade più spesso parecchie ore dopo
l’ingestione del farmaco e, quindi, per ridurre il rischio
il paziente dovrebbe accertarsi di disporre di un periodo�
ininterrotto di 7-8 ore da trascorrere nel sonno (vedere Effetti
indesiderati).
Reazioni psichiatriche e paradosse
E’ noto che l’uso di benzodiazepine può
indurre reazioni come irrequietezza, agitazione,
irritabilità, aggressività, delusione, collera,
incubi, allucinazioni, psicosi, alterazioni del comportamento. Se
ciò dovesse avvenire, l’uso del medicinale deve
essere sospeso. Tali reazioni sono più frequenti nei
bambini e negli anziani.
Gruppi specifici di pazienti
Le benzodiazepine devono essere somministrate ai bambini solo
dopo una valutazione attenta dell’effettiva
necessità del trattamento; la durata del trattamento deve
essere la più breve possibile. I dosaggi indicati per gli
anziani sono più bassi rispetto a quelli per gli adulti
(vedere Posologia e modo di somministrazione).� Egualmente,
dosaggi ridotti sono indicati nei pazienti con insufficienza
respiratoria cronica a causa del rischio� di depressione
respiratoria.
Si raccomandano le usuali precauzioni nel trattamento� di
pazienti con alterata funzionalità epatica e/o renale,
mentre le benzodiazepine non sono indicate nei pazienti con grave
insufficienza epatica in quanto possono precipitare
l’encefalopatia. Le benzodiazepine non sono indicate come
trattamento primario della malattia psicotica. Le benzodiazepine
non devono essere usate come unico trattamento della depressione
o dell’ansia associata alla depressione (aumentano il
rischio di suicidio in questi pazienti).
IBIZOLAM non dovrebbe essere usato in quei pazienti nei quali
la depressione è caratterizzata da rallentamento
psicomotorio; in pazienti affetti da depressione endogena,
bipolare o con sintomi psicotici.
L’associazione con altri psicofarmaci richiede
particolare cautela e vigilanza da parte del medico ad evitare
inattesi effetti da interazione.
Come con altri farmaci psicotropi, IBIZOLAM in pazienti
gravemente depressi o con tendenze suicide deve essere
somministrato con le dovute precauzioni e prescritto� in
confezione appropriata.
Dal momento che nel disturbo da attacchi di panico si osserva
una concomitante� patologia depressiva (primaria o secondaria)
con aumento dei casi di suicidio nei pazienti non trattati,
è importante che la medesima precauzione sia presa quando
IBIZOLAM è impiegato per il trattamento dei pazienti con�
disturbo da attacchi� di panico analogamente all’uso
di un qualsiasi farmaco psicotropo nel trattamento di
pazienti depressi o di quelli in cui si sospetta ideazione
o tentativo di suicidio.
Le benzodiazepine devono essere usate con estrema cautela in
pazienti con una storia di abuso di stupefacenti o alcool.
Pazienti che abitualmente abusino di alcool e/o sostanze
stupefacenti, quando in trattamento con benzodiazepine devono
essere tenuti sotto stretto controllo medico, a causa� della
predisposizione di tali soggetti all’assuefazione e alla
dipendenza.
Per lo stesso motivo i pazienti devono essere avvertiti dei
pericoli connessi con la contemporanea assunzione di alcool o di
altri farmaci aventi azione depressiva sul SNC.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
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L’assunzione concomitante di alcool va evitata.
L’effetto sedativo può essere aumentato quando il
medicinale è assunto congiuntamente all’alcool.
Ciò influenza negativamente la capacità di guidare
o di usare macchinari.
Associazione con farmaci che deprimono il SNC: l’effetto
depressivo centrale può aumentare nei casi di uso
concomitante di antipsicotici (neurolettici), ipnotici,
ansiolitici/sedativi, antidepressivi, narcotici analgesici,
antiepilettici, anestetici e antistaminici� sedativi.
Nel caso di narcotici analgesici può verificarsi un
aumento dell’effetto euforizzante del narcotico. Composti
che inibiscono� determinati enzimi epatici (specialmente il
citocromo� P450) possono aumentare l’attività delle
benzodiazepine.
In minor grado, questo si applica anche alle benzodiazepine
metabolizzate soltanto per coniugazione.
Le concentrazioni plasmatiche allo steady state di imipramina
e desipramina aumentano rispettivamente del 31% e del 20% a
seguito di somministrazione concomitante di alprazolam in dosi
fino a 4 mg/die.
Sono state descritte interazioni cinetiche tra le
benzodiazepine ed altri farmaci. Per esempio la clearance
dell’alprazolam e di alcune altre benzoadiazepine
può essere diminuita dalla somministrazione concomitante
di cimetidina o antibiotici macrolidi.
Il significato clinico di questi effetti non è stato
definito.
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A causa di potenziali rischi di malformazioni congenite,
già osservate con altre benzodiazepine, non
somministrare IBIZOLAM nel primo trimestre di
gravidanza.
Se il prodotto viene prescritto ad una donna in età
fertile, la paziente deve essere avvertita
dell’opportunità di contattare il suo medico per
interrompere l’assunzione del prodotto nel caso intenda
iniziare una gravidanza o sospetti di essere incinta.
Se, per gravi motivi medici, il prodotto è
somministrato durante l’ultimo periodo della gravidanza o
durante il travaglio a dosi elevate, possono� verificarsi effetti
sul neonato quali ipotermia, ipotonia e moderata depressione
respiratoria dovuti all’azione del farmaco.
Inoltre, neonati nati da madri che hanno assunto
benzodiazepine cronicamente durante le fasi avanzate della
gravidanza possono sviluppare dipendenza fisica e possono
presentare un certo rischio di sviluppare i sintomi da astinenza
nel periodo postnatale. Poiché le benzodiazepine sono
escrete nel latte materno, esse non devono essere somministrate
alle madri che allattano al seno.
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La sedazione, l’amnesia, la ridotta capacità di
concentrazione e la ridotta funzione muscolare possono
influenzare negativamente la capacità di guidare o
utilizzare macchinari. Se la durata del sonno è stata
insufficiente, la probabilità che la vigilanza sia
alterata può essere aumentata (vedere Interazioni con
altri medicinali e altre forme di interazione).
Dato l’effetto depressivo sul SNC dell’alprazolam,
i pazienti in trattamento con il farmaco devono essere
avvertiti che potrebbe essere per loro pericoloso
dedicarsi ad attività che richiedano una completa
attenzione mentale, quale lavorare a macchinari pericolosi
o guidare autoveicoli, fino a che non sia possibile
escludere per ogni paziente l’insorgenza di
sonnolenza o vertigini.
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Gli eventuali effetti indesiderati dell’IBIZOLAM vengono
osservati generalmente all’inizio del trattamento e
solitamente si risolvono con il proseguimento della
terapia o riducendo le dosi.
Nei pazienti in trattamento per ansia o ansia associata a
depressione, gli effetti indesiderati più
frequentemente riportati sono sonnolenza,vertigini/senso di testa
vuota.
Meno frequentemente sono stati segnalati annebbiamento della
vista, cefalea, depressione, insonnia, nervosismo,
tremore, variazioni ponderali,disturbi della memoria/amnesia,
disturbi della coordinazione, atassia, sintomi
gastrointestinali e iperattività del sistema
nervoso autonomo.
Come con altre benzodiazepine si possono manifestare in rari
casi reazioni paradosse, quali: eccitazione, agitazione,
difficoltà di concentrazione,confusione, allucinazioni ed
altre alterazioni del comportamento. Inoltre si possono
osservare: riduzione delle risposte emotive e della vigilanza,
reazioni cutanee.
In rari casi è stato segnalato aumento della pressione
intraoculare. Associate all’impiego di ansiolitici
benzodiazepinici, alprazolam compreso, sono state inoltre
segnalate le seguenti reazioni avverse: distonia,
irritabilità, anoressia, affaticamento,
difficoltà di linguaggio, diplopia, ittero,
debolezzamuscolare, alterazioni della libido, irregolarità
mestruali, incontinenza o ritenzione urinaria ed
alterazione della funzionalità epatica.
Gli effetti collaterali più comuni nei pazienti in
trattamento per disturbi da attacchi di����� panico sono
sedazione/sonnolenza, affaticamento, atassia/incoordinazione
e difficoltà di linguaggio.
Effetti indesiderati meno comuni sono: variazioni
dell’umore, sintomi gastrointestinali, dermatite, disturbi
della memoria, disfunzioni sessuali, alterazione della
sfera intellettiva e confusione.
Amnesia
Amnesia anterograda può verificarsi anche ai dosaggi
terapeutici; il rischio aumenta ai dosaggi più alti. Gli
effetti amnesici possono essere associati con alterazioni del
comportamento (vedere Speciali avvertenze e precauzioni per
l’uso).
Depressione
Uno stato depressivo preesistente può essere
smascherato durante l’uso prolungato di benzodiazepine.
Reazioni psichiatriche e paradosse
Le benzodiazepine o i composti benzodiazepino-simili possono
causare reazioni come: irrequietezza, agitazione,
irritabilità, aggressività, deliri, collera,
incubi, allucinazioni, psicosi, comportamenti inappropriati.
Tali reazioni possono essere abbastanza gravi: sono più
frequenti nei bambini e negli anziani.
Dipendenza
L’uso di benzodiazepine (anche alle dosi terapeutiche)
può condurre allo sviluppo di dipendenza: la sospensione
della terapia può provocare fenomeni di rebound o di
astinenza (vedere Speciali avvertenze e precauzioni per
l’uso). E’ stato segnalato abuso di
benzodiazepine.
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I sintomi di sovradosaggio si manifestano come aumento
della sua attività farmacologica, soprattutto
atassia e sonnolenza.
Una dose eccessiva di benzodiazepine non dovrebbe costituire
rischio per la vita, a meno che non vi sia assunzione
concomitante di altri deprimenti del SNC (incluso
l’alcool).
Nel trattamento del sovradosaggio di qualsiasi farmaco, deve
essere considerata la possibilità che� siano state assunte
contemporaneamente altre sostanze.
A seguito� di una dose eccessiva di benzodiazepine per uso
orale, si deve� indurre il vomito (entro un’ora) se il
paziente è cosciente o somministrare la lavanda gastrica
con protezione delle vie respiratorie se il paziente è
privo di conoscenza.
Se non si osserva miglioramento con lo svuotamento dello
stomaco, si deve somministrare carbone attivo per ridurre
l’assorbimento. Si deve prestare particolare attenzione
alle funzioni respiratorie e cardiovascolari nella terapia
intensiva. Il sovradosaggio di benzodiazepine si manifesta
solitamente con vario� grado di depressione del SNC che varia
dalla sonnolenza al coma. Nei casi lievi, i sintomi includono
sonnolenza, confusione mentale e letargia. Nei casi più
gravi i sintomi possono includere atassia, ipotonia, ipotensione,
depressione respiratoria, raramente coma e molto raramente
morte.
Il flumazenil può essere un utile antidoto.
Esperimenti effettuati in animali indicano che dopo una dose
massiva per via endovenosa di alprazolam (oltre 195 mg/kg;
più di 975 volte la massima dose giornaliera
nell’uomo) può manifestarsi collasso
cardiocircolatorio.
Gli animali furono trattati con ventilazione meccanica ed
infusione endovenosa di noradrenalina. Altri esperimenti
su animali hanno dimostrato che l’emodialisi e la
diuresi forzata sono di scarsa utilità nel trattamento
del sovradosaggio.
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Il prodotto contiene come sostanza attiva l’alprazolam,
una triazolo-benzodiazepina. IBIZOLAM è un farmaco
efficace nei disturbi d’ansia e nel disturbo da attacchi di
panico.
L’alprazolam si lega al sito GABAergico delle
benzodiazepine sinergizzando l’attività del GABA,
neurotrasmettitore di tipo inibitorio, determinando così
una riduzione dell’eccitazione neuronale.� Questa
caratteristica conferisce alla molecola proprietà
ansiolitiche – ipnotiche – sedative.
Studi clinici in volontari sani hanno dimostrato che dosi
singole fino a 4 mg producono degli effetti che possono essere
considerati estensioni della sua attività
farmacologica.
Non sono stati osservati effetti significativi sul sistema
cardiovascolare o sull’apparato respiratorio.
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Dopo somministrazione orale l’alprazolam viene
rapidamente assorbito. Le massime concentrazioni plasmatiche si
ottengono da 1 a 2 ore dopo la somministrazione del farmaco.
I livelli plasmatici sono proporzionali alla dose;
nell’arco di dosi tra 0,5 e 3 mg, si rilevano picchi
plasmatici da 8 a 37 ng/ml.
L’emivita media dell’alprazolam nell’adulto
sano è di 11,2 ore (intervallo 6,3-26,9 ore).
I principali metaboliti sono l’alfa-idrossialprazolam ed
un benzofenone.
L’attività biologica dell’idrossialprazolam
è circa la metà di quella dell’alprazolam. Il
benzofenone è inattivo.
I livelli plasmatici di questi metaboliti sono estremamente
bassi, tuttavia le loro emivite sono dello stesso ordine di
grandezza di quella dell’alprazolam.
L’alprazolam ed i suoi metaboliti vengono escreti
principalmente con le urine. IBIZOLAM non influenza il tempo di
protrombina o i livelli plasmatici di warfarin nei volontari ai
quali il warfarin è stato somministrato oralmente.
Invitro l’alprazolam si lega per circa
l’80% alle proteine sieriche.
Dopo somministrazione nel topo femmina gravida
dell’alprazolam C14, la radioattività si
distribuì uniformemente nei feti in concentrazioni di C14
approssimativamente uguali a quelle presenti nel sangue e nel
muscolo scheletrico della madre.
Differenze nella cinetica e nel metabolismo delle
benzodiazepine sono state osservate in diverse condizioni
patologiche, comprendenti alcolismo ed anormalità della
funzionalità epatica e renale, così come nel
paziente geriatrico.
In soggetti anziani sani, l’emivita media
dell’alprazolam è di 16,3 ore (intervallo 9-26,9
ore). In donne sane l’assunzione concomitante di
anticoncezionali orali prolunga l’emivita
dell’alprazolam (emivita media: 12,4 ore). Anche la
concomitante assunzione di cimetidina allunga l’emivita
media dell’alprazolam (16,6 ore).
In pazienti con epatopatia alcolica l’emivita
dell’alprazolam varia da 5,8 a 65,3 ore con una media di
19,7 ore. In soggetti obesi l’intervallo di emivita del
farmaco varia da 9,9 a 40,4 ore, in media 21,8 ore.
In considerazione della similarità
dell’alprazolam con le altre benzodiazepine, si ipotizza
che il farmaco attraversi la placenta e venga escreto nel latte
materno.
�
I dati di tossicità acuta relativi all’animale da
esperimento sono i seguenti:
Specie animale
|
Somministrazione
|
DL 50 (mg/kg)
|
Topo
|
i.p.
|
500
|
Ratto
|
p.o.
|
2171
|
Ratto
|
i.p.
|
819
|
Negli studi di tossicità a lungo termine condotti� su
ratti trattati oralmente per 2 anni con alprazolam� alle� dosi�
di � 3, 10, 30 mg/kg/die� (da 15 a 150� volte� la dose
massima impiegata nell’uomo), fu osservata una tendenza
all’aumento dell’incidenza di cataratte correlato
alla dose,� nelle femmine ed una tendenza alla comparsa di
vascolarizzazione corneale, anch’essa correlata alla dose,
nei maschi. Tali lesioni apparvero solo dopo 11 mesi
dall’inizio del trattamento.
Studi condotti sull’animale da esperimento (ratto e
coniglio) hanno indicato che IBIZOLAM non è teratogeno e
non influenza la fertilità.
Le prove di carcinogenesi e di mutagenesi sono risultate
negative.
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IBIZOLAM 0,25 mg compresse: lattosio, cellulosa
microcristallina, docusato sodico, silice colloidale, amido di
mais, magnesio stearato.
IBIZOLAM 0,50 mg compresse: lattosio, cellulosa
microcristallina, docusato sodico, silice colloidale, amido di
mais, magnesio stearato, E110.
IBIZOLAM 1 mg compresse: lattosio, cellulosa microcristallina,
docusato sodico, silice colloidale, amido di mais, magnesio
stearato, E132.
IBIZOLAM 0,75 mg/ml gocce orali soluzione: alcool etilico,
glicole propilenico, saccarina sodica, aroma amarena, acqua
depurata.
�
Non riscontrate.
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Compresse: 60 mesi.
Gocce orali: 36 mesi.
�
Conservare al riparo dalla luce
�
20 compresse� da 0,25 mg in blister di PVC/Al
20 compresse� da 0,50 mg in blister di PVC/Al
20 compresse� da 1 mg in blister di PVC/Al
20 ml di soluzione in flaconcino di vetro con contagocce
�
Vedere la voce POSOLOGIA
�
ISTITUTO BIOCHIMICO ITALIANO GIOVANNI LORENZINI S.p.A.
via Tucidide 56, Torre 6 - Milano
�
IBIZOLAM 0,25 mg compresse� – AIC n°034978015
IBIZOLAM 0,50 mg compresse� – AIC n°034978027
IBIZOLAM 1� mg compresse����� – AIC n°034978039
IBIZOLAM 0,75 mg/ml gocce orali soluzione – AIC
n°034978041
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Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica
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Dicembre 2001
�
Il prodotto è incluso nella Tabella V del DPR
309/90
�
Dicembre 2001
�
Prontuariofarmaci. - Copyright � 2000-2012 - Anibaldi.it@Network -
Tutti i diritti riservati.
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