Il fenquizone dovrebbe essere usato con cautela nell'insufficienza epatica progressiva in quanto un'alterazione dell'equilibrio dei liquidi e degli elettroliti potrebbe far precipitare la situazione sino al coma epatico.
Mentre in alcune malattie, quali lo scompenso cardiaco e la cirrosi, le alterazioni elettrolitiche sono spesso presenti come risultato del processo morboso fondamentale, queste possono essere aggravate od anche provocate da qualsiasi potente diuretico che influenzi l'eliminazione degli elettroliti.
Un'accurata sorveglianza è particolarmente necessaria durante una terapia a dosi elevate o prolungate, quando l'apporto di sale è limitato o durante l'uso concomitante di steroidi o ACTH. L'ipopotassiemia attribuibile al fenquizone è di lieve entità ed infrequente; raramente sono state segnalate alterazioni a carico di altri elettroliti. La possibilità di una deplezione di potassio, con le sue conseguenze tossiche, deve essere tenuta presente particolarmente nei cirrotici e nei pazienti che ricevono preparati digitalici. Come misura preventiva può essere consigliabile in queste circostanze l'uso di alimenti ricchi di potassio, quali succo d'arancia, o di supplementi di cloruro di potassio.
In pazienti con disfunzioni renali può riscontrarsi iperazotemia e/o eccessivo accumulo del farmaco.
Come per i diuretici derivati dalla tiazide può verificarsi aumento dell'acido urico nel siero anche se la comparsa di un attacco gottoso è evento molto raro.
Può instaurarsi una diminuita tolleranza al glucosio, evidenziata da iperglicemia e glicosuria, così aggravando o determinando uno stato diabetico.
Il fenquizone può diminuire la risposta arteriosa alla noradrenalina e quindi dovrebbe essere sospeso 48 ore prima di interventi chirurgici di elezione. In caso di chirurgia di emergenza i pre-anestetici e gli anestetici dovrebbero essere somministrati in dosi ridotte. Il fenquizone può anche aumentare la risposta alla tubocurarina. Gli effetti antiipertensivi possono accentuarsi nel paziente simpatectomizzato.
Reazioni di ipersensibilità possono facilmente evidenziarsi in soggetti con passati episodi di allergia od asma bronchiale.
L'uso di derivati sulfamidici può determinare esacerbazione od attivazione del lupus eritematoso sistemico.
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