- [Vedi Indice]Ipertensione arteriosa.
Le compresse possono essere dimezzate, ma non masticate.
Esse sono frazionabili in due metà e consentono un adattamento posologico alle singole necessità del paziente.
La dose normale è 1 compressa al giorno, al mattino presto. Se necessario può essere associato un altro farmaco antipertensivo, per esempio un vasodilatatore.
In genere, un aumento della posologia non dà migliore risultato e non è consigliabile.
Non è stata acquisita esperienza adeguata sull'uso di Igroton-Lopresor nei bambini.
Ipersensibilità nota ai componenti e ai derivati correlati, alterazioni della conduzione atrioventricolare, insufficienza cardiaca non compensata, bradicardia sinusale clinicamente rilevante, sindrome del seno malato, gravi turbe del circolo arterioso periferico, schock cardiogeno, anuria, grave insufficienza renale ed epatica, ipopotassiemia e iposodiemia refrattarie, ipercalcemie e gotta manifesta.
Durante il trattamento con b1 -bloccanti, il rischio della loro interferenza sul metabolismo dei carboidrati o del mascheramento dell'ipoglicemia è minore rispetto ad un trattamento con betabloccanti non selettivi.
Molto raramente si possono aggravare preesistenti disturbi della conduzione A-V di grado moderato (fino ad un possibile blocco A-V). Se il paziente manifesta aumento della bradicardia, il metoprololo va somministrato a dosi minori o sospeso gradualmente.
Il metoprololo può aggravare i sintomi di turbe del circolo arterioso periferico.
Nel caso in cui il farmaco venga prescritto a pazienti con feocromocitoma si deve somministrare contemporaneamente un a-bloccante.
In presenza di cirrosi epatica la biodisponibilità dei betabloccanti può aumentare.
Prima di interventi chirurgici, l'anestesista va informato che il paziente assume un betabloccante.
Va evitata la brusca interruzione del trattamento.
Quando possibile, il metoprololo va sospeso gradualmente in un periodo di 10 giorni. Durante la sospensione, il paziente va tenuto sotto stretta sorveglianza.
Nei pazienti in trattamento con betabloccanti lo shock anafilattico assume forme più gravi.
Il basso dosaggio del clortalidone (25 mg) presente in Igroton-Lopresor determina poche perdite nelle riserve di potassio; tuttavia, come nel caso dei tiazidici e dei diuretici correlati, durante trattamenti prolungati si possono verificare alterazioni dell'equilibrio elettrolitico. Poiché l'escrezione di elettroliti aumenta, va evitata una dieta eccessivamente povera di sali.
In particolare, durante trattamenti con dosi relativamente elevate di clortalidone, vanno effettuati periodici controlli degli elettroliti sierici, specialmente nei pazienti digitalizzati.
Se compaiono segni di deplezione potassica (per es. debolezza muscolare, aritmie cardiache o corrispondenti variazioni dell'ECG) o se si verifica ulteriore perdita di potassio (dovuta a vomito, diarrea, malnutrizione, nefrosi, cirrosi epatica, iperaldosteronismo o a trattamento con ACTH o corticosteroidi) va somministrato potassio sotto sorveglianza.
I pazienti trattati con dosi relativamente alte di clortalidone possono manifestare ipomagnesiemia accompagnata da eccitabilità, spasmi muscolari, aritmie cardiche; in casi isolati si è osservata iposodiemia accompagnata da sintomi neurologici (nausea, debolezza, disorientamento progressivo, apatia).
I pazienti anziani, specie se affetti da malattie croniche, e quelli con cirrosi epatica sono più predisposti a disturbi regolatori del bilancio idrosalino, che andrà pertanto controllato periodicamente.
Il clortalidone può innalzare l'uricemia e provocare attacchi di gotta in pazienti predisposti; esso può influire negativamente sulla tolleranza al glucosio, tuttavia il diabete mellito compare molto raramente durante il trattamento con clortalidone.
Nei pazienti iperlipidemici va controllata regolarmente la lipidemia: nel caso di un suo innalzamento si deve considerare l'opportunità di sospendere il clortalidone.
Poiché il diuretico viene escreto nell'urina in forma ampiamente immodificata, nei pazienti con insufficienza renale si possono verificare fenomeni di accumulo.
Con valori di clearance della creatinina < 30 ml/min (creatinina serica > 2,5 mg/100 ml = 221 mmol/l) il clortalidone non esplica più un adeguato effetto diuretico. In tali casi è indicato l'uso di diuretici osmotici.
In generale non si dovrebbe somministrare betabloccanti a pazienti con asma bronchiale o affezioni ostruttive alle vie respiratorie. Tuttavia, nei casi in cui altri farmaci non vengano tollerati o non siano efficaci, il metoprololo può essere somministrato, data la sua cardioselettività. Va prescritta le dose minima efficace e il paziente va eventualmente ristabilizzato con un b2 -stimolante.
Nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca si deve trattare e controllare lo scompenso sia prima che durante il trattamento con metoprololo.
È indicata cautela nei pazienti anziani. Una diminuzione eccessivamente pronunciata della pressione arteriosa o della frequenza cardiaca può causare una inadeguata irrorazione degli organi vitali.
Nei pazienti affetti da grave arteriosclerosi coronarica o cerebrale si deve adottare uno schema posologico prudenziale.
Tenere fuori della portata dei bambini.
Igroton-Lopresor aumenta l'effetto di tutti gli altri antipertensivi.
Nel trattamento dei diabetici è indicata cautela, e va riadattata la posologia dell'antidiabetico.
Il contemporaneo trattamento con antinfiammatori non steroidei (per es. indometacina) può diminuire l'effetto antipertensivo di Igroton-Lopresor.
Particolare cautela è richiesta in caso di somministrazione contemporanea di un betabloccante e prazosin per la prima volta.
Mantenere sotto controllo i pazienti in trattamento concomitante con farmaci simpaticolitici, altri betabloccanti (anche in forma di colliri) o farmaci IMAO.
Se un concomitante trattamento con clonidina va interrotto, il betabloccante va sospeso parecchi giorni prima dela clonidina. La nitroglicerina può aumentare l'effetto ipotensivo del metoprololo.
Il metoprololo può modificare i parametri farmacocinetici dell'alcool, assunto conteporaneamente.
Si devono tenere presenti i possibili effetti inotropo e cronotropo negativi quando il metoprololo viene somministrato in associazione con calcio antagonisti e/o antiaritmici, e specialmente dopo somministrazione endovenosa di calcio antagonisti di tipo verapamile.
I betabloccanti possono aumentare l'effetto inotropo e dromotropo negativi degli antiaritmici (del tipo chinidina e amiodarone).
A dosi terapeutiche, i betabloccanti cardioselettivi provocano reazioni ipertensive minori, rispetto ai betabloccanti non selettivi, in caso di associazione con adrenalina o altre sostanze ad attività simpaticomimetica (per es. quelle contenute in antitosse o gocce nasali ed oculari).
Gli induttori e inibitori enzimatici possono influenzare l'attività del metoprololo.
La concentrazione plasmatica del metoprololo viene abbassata dalla rifampicina e può essere aumentata dalla cimetidina.
Il metoprololo può ridurre la clearance di altri farmaci (per es. lignocaina). Nei pazienti in trattamento con betabloccanti, l'inalazione di anestestici potenzia l'effetto cardiodepressivo. Poiché i diuretici elevano la litiemia, questa va controllata nei pazienti in trattamento con litio associato al clortalidone. Dove il litio ha indotto poliuria, i diuretici possono determinare effetto antidiuretico paradosso.
I diuretici potenziano l'azione dei derivati del curaro.
L'effetto ipopotassiemico del clortalidone può venire aumentato da corticosteroidi, ACTH, anfotericina e carbenoxolone.
Le aritmie cardiache indotte da digitale sono probabili in presenza di ipopotassiemia o ipomagnesiemia.
Per la presenza di clortalidone, Igroton-Lopresor non va impiegato durante la gravidanza.
Poiché i suoi principi attivi passano nel latte materno, si dovrà optare tra la sospensione del farmaco o lo svezzamento.
Igroton-Lopresor può interferire con la capacità di guidare o con l'uso di macchine.
I fenomeni più comunemente riscontrati sono: ipopotassiemia, iperuricemia, innalzamento dei lipidi ematici.
Occasionalmente sono stati segnalati affaticamento, vertigini, cefalea, bradicardia, turbe posturali (talvolta con sincope), nausea, vomito, inappetenza, dolore addominale, dispnea da sforzo, iposodiemia, ipomagnesiemia, orticaria, rash cutaneo, iperglicemia, impotenza.
Più raramente si sono osservati parestesie, crampi muscolari, insufficienza cardiaca, aritmie, edemi, palpitazioni, fenomeno di Raynaud, depressione, diminuita vivacità mentale, sonnolenza o insonnia, incubi, colostasi intraepatica, ittero, diarrea, stipsi, gastrospasmo, lesioni cutanee psoriasiformi e distrofiche, broncospasmo, anche in pazienti senza affezioni ostruttive polmonari all'anamnesi, ipercalcemia, reazioni di fotosensibilità, gotta, turbe della visione.
In casi isolati turbe della conduzione cardiaca, dolore precordiale, gangrena in pazienti con precedenti gravi turbe circolatorie periferiche, turbe della personalità, allucinazioni, secchezza della mucosa orale, anomalie nei test di funzionalità epatica, epatite, aumento della sudorazione, alopecia, rinite, turbe della libido e della potenza sessuale, secchezza e/o irritazione oculare, tinnito, difficoltà uditiva in caso di superamento del dosaggio raccomandato, aumento di peso, trombocitopenia, leucopenia, agranulocitosi, eosinofilia, artrite, alcalosi ipocloremica, pancreatite, glicosuria, idiosincrasia (edema polmonare).
Segni e sintomi
L'avvelenamento dovuto a sovradosaggio di metoprololo può portare a grave ipotensione, bradicardia sinusale, blocco atrioventricolare, insufficienza cardiaca, shock cardiogeno, arresto cardiaco, broncospasmo, deterioramento dello stato di coscienza (o anche coma), nausea, vomito e cianosi.
In caso di sovradosaggio con clortalidone sono stati osservati nausea, sensazione di debolezza, vertigini, sonnolenza, ipovolemia, ipotensione e disturbi dell'equilibrio elettrolitico associati con aritmia cardiaca e spasmi muscolari.
Trattamento
In caso di sovradosaggio di Igroton-Lopresor i pazienti devono sempre essere ospedalizzati in modo da controllare le loro funzioni vitali.
Induzione di vomito o lavanda gastrica.
In caso di ipotensione, porre il paziente in posizione adatta, somministrare una sostanza che aumenti il volume plasmatico e provvedere alla sostituzione degli elettroliti.
In caso di bradicardia e insufficienza cardiaca somministrare un b1 -stimolante (per esempio prenalterolo, isoprenalina) per via endovenosa ad intervalli di 2-5 minuti fino a raggiungere l'effetto desiderato. Se non è disponibile un b1 -stimolante somministrare 0,5-2,0 mg di atropina solfato per via endovenosa per bloccare il nervo vago.
Se non è stato raggiunto un effetto soddisfacente possono essere somministrate sostanze come la dopamina, la dobutamina o la noradrenalina.
Altre misure: 1,5 (-10) mg di glucagone; pacemaker transvenoso intracardiaco.
In caso di broncospamo si può somministrare un b2 -stimolante (per esempio salbutamolo) o aminofillina per via endovenosa.
Igroton-Lopresor contiene due componenti aventi diversi siti d'azione e i cui effetti di abbassamento della pressione arteriosa sono complementari.
Ilclortalidone inibisce il riassorbimento attivo del sodio principalmente nel tubulo renale distale, aumentando così l'escrezione di sodio, cloruri e acqua.
L'escrezione renale di potassio e magnesio aumenta in modo dose-dipendente, mentre viene riassorbito più calcio. L'effetto diuretico si stabilisce dopo circa due ore, raggiunge il suo massimo dopo circa 12 ore e dura fino a 3 giorni.
Il clortalidone riduce gradualmente la pressione arteriosa elevata, anche se somministrato a bassi dosaggi.
Ilmetoprololo è un betabloccante cardioselettivo: esso agisce sui b1 -recettori, situati principalmente nel cuore, a dosi minori di quelle necessarie per influenzare i b2 -recettori, localizzati principalmente nei vasi periferici e nei bronchi.
Il metoprololo non ha effetto stabilizzante di membrana, né splica attività antagonistica parziale (ISA).
Esso abbassa la pressione arteriosa sia in orto che in clinostatismo e riduce l'entità degli innalzamenti pressori in risposta a sforzi fisici.
Il trattamento con metoprololo determina un iniziale aumento delle resistenze periferiche, che si normalizzano o anche diminuiscono durante il trattamento a lungo termine.
Il metoprololo interferisce con il rilascio di insulina e col metabolismo dei carboidrati meno dei betabloccanti non selettivi, al contrario dei quali maschera solo parzialmente i sintomi dell'ipoglicemia nei diabetici.
Negli studi a breve termine si è osservato che il metoprololo può influenzare i livelli ematici dei lipidi, aumentando i trigliceridi e diminuendo gli acidi grassi liberi, ed in alcuni casi determinando un lieve calo della frazione HDL, sebbene in misura minore rispetto ai betabloccanti non selettivi.
In uno studio condotto per diversi anni, i livelli di colesterolo si sono tuttavia ridotti.
Clortalidone
Il clortalidone è assorbito in maniera relativamente lenta, in quanto il suo t50 è di circa 2,6 ore. Dopo una dose orale di 50 mg la sua biodisponibilità sistematica è del 64% e concentrazioni di picco ematiche di 3,2 mg/ml circa (9,4 mmol/l) vengono raggiunte circa 12 ore dopo l'ingestione. In risposta a somministrazione giornaliera ripetuta di 50 mg concentrazioni ematiche stazionarie (misurata alla fine dell'intervallo di 24 ore tra le somministrazioni) di circa 7,2 mg/ml (21,2 mmol/l) vengono raggiunte dopo 1 - 2 settimane.
A concentrazioni ematiche fino a 18 mg/ml (52,9 mmol/l) il 98-99% del clortalidone si lega all'anidrasi carbonica degli eritrociti. In vitro, per quanto riguarda la porzione minore rimasta nel plasma la percentuale di legame con le proteine è circa del 76%.
Il clortalidone attraversa la barriera placentare. La concentrazione nel latte materno è equivalente al 4% circa di quella nel plasma.
L'emivita di eliminazione è di circa 50 ore sia nel sangue che nel plasma. Il clortalidone viene escreto principalmente nell'urina per la maggior parte in forma immodificata.
Metoprololo
Il metoprololo è completamente assorbito dopo somministrazione orale. Di norma più nel 95% di una dose orale può essere riscontrata come metoprololo e relativi metaboliti nell'urina. Concentrazioni di picco plasmatiche sono raggiunte dopo 5 ore circa in caso di metoprololo somministrato con formulazioni a rilascio controllato.
A causa di un massiccio effetto di primo passaggio solamente il 50% circa di una dose singola orale di metoprololo raggiunge la circolazione sistemica. Dopo somministrazione ripetuta, la percentuale di farmaco disponibile sistemicamente è maggiore di quella ottenuta dopo somministrazione singola e quindi aumenta in maniera dose dipendente. L'ingestione del farmaco insieme al cibo può aumentarne la disponibilità sistemica, in caso di somministrazione orale singola, a 20-40% circa. Sebbene il profilo plasmatico mostri un' ampia variabilità tra i soggetti, esso è comunque ben riproducibile nell'ambito del singolo individuo.
Nella maggioranza dei casi meno del 5% della dose viene escreta nell'urina in forma immodificata. Nei soggetti scarsamente idrossilatori può invece essere escreto fino al 30% della dose in forma immodificata.
L'emivita di eliminazione del metoprololo è di circa 3,5 ore (limiti: 1 e 9 ore). La clearance sistemica di una dose somministrata per via intravenosa è di circa 1 l/min, e il legame proteico del metoprololo è di circa il 10%.
Nei soggetti anzani non si notano variazioni significative delle concentrazioni plasmatiche di metoprololo rispetto a soggetti giovani.
Difficilmente una funzionalità renale compromessa influisce sulla biodisponibilità del metoprololo o sulla sua eliminazione. Comunque, l'escrezione dei metaboliti è ridotta. Un'accumulo significativo dei metaboliti è stato osservato in pazienti con GFR di circa 5 ml/min, ma questo accumulo non influenza le proprietà betabloccanti del metoprololo.
La cirrosi epatica può aumentare la biodisponibilità del metoprololo in forma immodificata e ridurre la sua clearance totale. Pazienti con anastomosi porta-cava avevano una clearance sistemica in caso di somministrazione intravenosa di circa 0,3 l/min e dei valori di AUC fino a 6 volte superiori a quelli riscontrati in volontari sani.
Tossicità DL 50 | | |
nel topo per os | 1.400 mg/kg; | i.v. 46 mg/kg |
nel ratto per os | 1.880 mg/kg; | i.v. 93 mg/kg |
nel cane per os | 750 mg/kg | |
Nessun dato di particolare rilievo nella tossicità cronica.
cellulosa microcristallina; calcio fosfato bibasico; magnesio stearato; silice precipitata; talco; titanio biossido; ferro ossido rosso; metilidrossipropilcellulosa; etacrilato-metacrilato; gliceril-palmitato-stearato; glicerilpolietilenglicole ossistearato; sodio carbossimetilamido.
Nessuna nota.
48 mesi
Proteggere dall'umidità. Conservare a temperatura inferiore a 30°C.
Blister PVC o PVC/PCTFE o PVC/PE/PVDC atossico
Astuccio da 28 compresse laccate in blister calendario
Nessuna.
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Autorizzazione: 20.12.1984; rinnovo: 1.6.2000
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Giugno 2000
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