- [Vedi Indice]Ipertensione: come monoterapia o in associazione con altri farmaci antipertensivi.
Edema conseguente a insufficienza cardiaca, insufficienza renale o epatica lieve o moderata; edema premestruale e forme idiopatiche.
Il dosaggio deve essere individualizzato sulla base del quadro clinico e della risposta del singolo paziente.
Quando viene prescritta una dose unica giornaliera, questa dovrebbe essere preferibilmente assunta al mattino, durante la colazione. Per terapie protratte è consigliabile assumere la dose più bassa in grado di determinare un effetto antipertensivo ottimale; ciò vale particolarmente per i pazienti anziani.
Ipertensione(nell'adulto)
Nell'ipertensione lieve è spesso sufficiente un dosaggio di 25 mg al giorno o di 50 mg 3 volte la settimana. Se l'effetto è insufficiente, il dosaggio può essere elevato a 50 mg al giorno. Se la diminuzione della pressione arteriosa è inadeguata si raccomanda un trattamento di associazione con altri farmaci antipertensivi (per esempio betabloccanti, vasodilatatori, calcio antagonisti, inibitori dell'ACE, reserpina).
Edema (nell'adulto)
Il dosaggio iniziale è 100-200 mg a giorni alterni, ed in casi gravi 100-200 mg pro die, per i primi giorni.
La terapia di mantenimento prevede un dosaggio di 50-100 mg 3 volte la settimana (o 25-50 mg al giorno).
Anuria; grave insufficienza renale ed epatica; ipersensibilità individuale al clortalidone e agli altri derivati sulfonamidici; iponatremia ed ipopotassiemia refrattaria; ipercalcemia e iperuricemia sintomatica. Grave sclerosi cerebrale e coronarica.
Il basso dosaggio (25 mg al giorno) non determina eccessive perdite di potassio, che però possono assumere proporzioni indesiderabili:
in caso di preesistente tendenza alla ipopotassiemia (per es. cirrotici);quando la diuresi permane elevata anche dopo la scomparsa degli edemi;se si prescrive una dieta priva di sale in soggetti non edematosi (per es. ipertesi);nei casi in cui il cuore sia particolarmente sensibile ad una carenza di potassio (ad es. trattamenti con glucosidi).
Con i tiazidici e di diuretici ad essi correlati, si possono verificare disordini nel bilancio elettrolitico sierico durante trattamenti prolungati.
Poiché l'escrezione di elettroliti viene aumentata, si dovrebbe evitare una dieta eccessivamente povera di sali.
In particolare quando vengono prescritti dosaggi relativamente elevati, nei trattamenti prolungati, nei soggetti anziani, nei pazienti sottoposti a fleboclisi, in presenza di vomito grave, diarrea, malnutrizione, nei pazienti digitalizzati, nei cirrotici, nell'iperaldosteronismo, in corso di terapia con steroidi o ACTH, è opportuno determinare periodicamente il quadro elettrolitico plasmatico ed urinario, onde evidenziare stati di iposodiemia, ipopotassiemia o alcalosi ipocloremica.
Se compaiono segni di ipopotassiemia quali secchezza della mucosa orale, sete, astenia, sonnolenza, crampi muscolari, ipotensione, oliguria, tachicardia, aritmie cardiache, nausea, vomito, si dovrà somministrare potassio sotto attenta sorveglianza.
Pazienti in trattamento con dosi relativamente alte possono sviluppare ipomagnesiemia, accompagnata da manifestazioni e sintomi quali irritabilità, spasmi muscolari e aritmie cardiache.
Durante il trattamento con clortalidone sono stati osservati rari casi di iponatremia accompagnata da sintomi neurologici (nausea, astenia, disorientamento progressivo, apatia).
Per quanto raramente, reazioni di ipersensibilità possono verificarsi specialmente negli allergopatici.
I diuretici tiazidici diminuiscono la reattività arteriosa alla noradrenalina, mentre il loro effetto ipotensivo aumenta nei simpatectomizzati.
In pazienti con iperlipidemia i valori sierici dei lipidi dovrebbero essere regolarmente controllati. In caso di innalzamento di tali valori si dovrebbe sospendere la terapia.
Poiché il clortalidone viene escreto con l'urina in forma immodificata, si possono verificare effetti da accumulo del farmaco in pazienti con insufficienza renale.
Se la clearance della creatinina è inferiore a 30 ml/min. (o la creatininemia superiore a 2,5 mg/100 ml = >221 mmoli/l) il clortalidone non esplica più un adeguato effetto diuretico. In tali casi è indicato l'uso di diuretici osmotici.
È opportuna una certa cautela nell'uso del farmaco in soggetti con nefropatie ed epatopatie anche per la possibilità di provocare, come tutti i diuretici, iperazotemia, accumulo e coma epatico.
Particolare prudenza si richiede nel trattare pazienti diabetici o iperuricemici poiché con l'uso di diuretici si può verificare un aumento della glicemia o uricemia; il trattamento può evidenziare una predisposizione al diabete o alla gotta in soggetti altrimenti normali.
Tenere fuori della portata dei bambini
L'assunzione simultanea di alcool, barbiturici o narcotici può favorire l'insorgenza di ipotensione ortostatica.
Poiché i diuretici aumentano i livelli ematici di litio, questi devono essere controllati nei pazienti in terapia con litio e clortalidone. Dove il litio ha indotto poliuria, i diuretici possono esplicare un effetto antidiuretico paradosso.
I diuretici potenziano l'azione dei derivati del curaro e dei farmaci antipertensivi (per esempio guanetidina, metildopa, betabloccanti, vasodilatatori, calcio antagonisti, inibitori dell'ACE).
L'effetto ipopotassiemico dei diuretici può essere aumentato da corticosteroidi, ACTH, anfotericina e carbenoxolone.
Può essere necessario modificare il dosaggio di insulina e degli antidiabetici orali.
L'ipopotassiemia o l'ipomagnesiemia, che possono verificarsi come effetti collaterali, favoriscono la comparsa di aritmie cardiache indotte da digitale.
La concomitante somministrazione di alcuni antinfiammatori non steroidei (per esempio indometacina) può ridurre l'attività diuretica e antipertensiva dei diuretici; si sono verificati rari casi di deterioramento della funzione renale in pazienti predisposti.
Il clortalidone, come altri diuretici, può ridurre il volume plasmatico e l'irrorazione sanguigna in utero e placenta.
Il diuretico attraversa la barriera placentare e compare nel latte materno con il rischio potenziale di ittero nel neonato o di altri effetti collaterali osservati nell'adulto. Nelle donne in stato di gravidanza, specialmente nei primi tre mesi, il prodotto va somministrato soltanto in caso di effettiva necessità.
Poiché il clortalidone passa nel latte materno, durante l'allattamento si dovrebbe sospendere la terapia oppure procedere allo svezzamento.
Nessuno
Igroton è generalmente ben tollerato ai dosaggi consigliati. La comparsa di effetti collaterali, segnalati per lo più con dosaggi elevati del farmaco, richiede la riduzione del dosaggio o la sospensione del trattamento.
Elettroliti
Ipopotassiemia; iponatremia; ipomagnesiemia; in casi isolati alcalosi ipocloremica e ipercalcemia. Se compare ipercalcemia, è necessario verificarne la causa (per esempio possibilità di iperparatiroidismo).
Cute
Orticaria allergica o altre forme di eritema cutaneo, fotosensibilizzazione, angioiti necrotizzanti.
Fegato
In casi rari: colostasi intraepatica, ittero.
Sistema cardiovascolare
Ipotensione ortostatica e aritmie cardiache; l'ipotensione ortostatica può essere aggravata da alcool, anestetici, barbiturici e stupefacenti.
Sistema nervoso centrale
Confusione mentale, vertigini; in casi rari parestesie.
Trattogastro-intestinale
Anoressia, nausea, vomito, gastrospasmo, diarrea, possibile stitichezza, pancreatite.
Metabolismo
Iperuricemia, iperglicemia, glicosuria o aggravamento di uno stato diabetico; iperlipemia soprattutto in seguito a dosaggi elevati.
Sangue
Trombocitopenia. In casi rari: leucopenia, agranulocitosi, eosinofilia, anemia aplastica.
Varie
Idiosincrasia (edema polmonare); occasionalmente impotenza e disturbi della vista (xantopsia), cefalea, astenia, agitazione, spasmi muscolari.
Manifestazioni e sintomi
Nell'avvelenamento dovuto a sovradosaggio si possono manifestare: vertigini, nausea, sonnolenza, ipovolemia, ipotensione e disturbi elettrolitici associati ad aritmie cardiache e spasmi muscolari.
Trattamento
Induzione di vomito o lavanda gastrica e somministrazione di carbone attivo. Può essere richiesta una integrazione di plasma artificiale.
Chimicamente e farmacologicamente correlato ai diuretici tiazidici. Inibisce il riassorbimento del sodio a livello del tratto corticale dell'ansa ascendente e del primo tratto del tubulo distale, provocando l'eliminazione di sodio, cloruri, potassio e acqua.
Lunga durata d'azione. Efficacia terapeutica indipendente dall'equilibrio acido-base.
Effetto antipertensivo scarsamente dose-dipendente: 25 mg/die pari a dosi più alte.
I parametri biochimici variano con il variare delle dosi: con 25 mg/die pressoché inalterata escrezione di potassio, aumenti clinicamente irrilevanti di acido urico.
Studi clinici controllati confermano la migliore tollerabilità di Igroton 25 mg rispetto a dosi più alte.
Il clortalidone presenta un assorbimento relativamente lento: il t50 per il suo assorbimento è circa 2,6 ore. La biodisponibilità di una dose orale di 50 mg è del 64%.
I picchi di concentrazione plasmatica vengono raggiunti circa 12 ore dopo la somministrazione. L'emivita è di circa 50 ore sia per il plasma che per il sangue. Il clortalidone viene escreto principalmente nelle urine, per la maggior parte in forma immodificata.
Nell'esperimento sull'animale E.G. Stenger e H. Wirtz riferiscono che la DL50 per os, nei vari animali di laboratorio, supera i 5 g/kg.
L'irrilevante tossicità acuta e cronica del clortalidone è stata confermata dalle successive relazioni farmaco-tossicologiche eseguite in Italia e depositate presso il Ministero della Sanità.
Si ritiene il prodotto esente da potenziale teratogeno nel ratto e nel coniglio.
Cellulosa; magnesio stearato; silice precipitata; sodio carbossimetilcellulosa; colore E 172.
Nessuna nota.
5 anni
Nessuna
Blister PVC atossico
Astuccio 30 compresse 25 mg
Nessuna.
NOVARTIS FARMA S.p.A.
S.S. 233 (Varesina) Km 20,5 - 21040 Origgio (VA)
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Autorizzazione: 29.7.1981; rinnovo: 1.6.2000.
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Giugno 2000
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