IMMUCYST
PRINCIPI ATTIVI |
CONTENUTI PER FLACONE DI LIOFILIZZATO |
BCG� V |
27 mg (peso secco) |
(bacillo di Calmette-Guérin) |
3.4 ± 3.0 x 108 Colony Forming Units (CFUs) |
V�ceppo CONNAUGHT
Polvere e solvente per sospensione endovescicale
Più comuni |
Rari |
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Sangue nelle urine |
Tosse |
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Febbre e brividi |
Rash cutaneo |
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Stimolo frequente alla minzione |
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Aumentata frequenza della minzione |
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Dolore articolare |
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Nausea e vomito |
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Dolore alla minzione |
Una tosse che si manifesti dopo somministrazione di ImmuCyst potrebbe essere un indice di pericolosa infezione sistemica da BCG, che, qualora fosse confermata, deve immediatamente essere trattata con antibiotici antitubercolari.
Durante la prima ora che segue l’instillazione, il paziente deve giacere per 15 minuti in posizione supina, poi prona e quindi su entrambi i lati. Il paziente poi può alzarsi ma deve comunque ritenere la sospensione per altri 60 minuti per un totale di 2 ore.
I pazienti che non sono capaci di trattenere il farmaco per 2 ore potranno urinare prima.
Alla fine delle 2 ore tutti i pazienti dovrebbero urinare in posizione seduta per ragioni di sicurezza. I pazienti dovrebbero mantenere una adeguata idratazione.
Le urine delle 6 ore successive alla instillazione, saranno disinfettate con uguale volume di soluzione di ipoclorito al 5% (candeggina casalinga non diluita) e andranno smaltite dopo 15 minuti.
E’ opportuno anche avvisare i pazienti che, combinazioni con farmaci che deprimono l’attività del midollo osseo e/o immunosoppressivi e/o radiazioni, potrebbero pregiudicare la risposta all’ImmuCyst, o aumentare il rischio di osteomielite o di infezione diffusa da BCG.
Pazienti in terapia immunosoppressiva o con un sistema immune compromesso non vanno trattati con BCG a causa del rischio di sepsi sistemica da mycobacterium.
Associazioni con farmaci che possano determinare depressione dell’attività midollare e/o immunosoppressivi e/o radiazioni potrebbero pregiudicare la risposta all’ImmuCyst e potrebbero aumentare il rischio di osteomielite o di sepsi da BCG.
L’ImmuCyst non va somministrato a pazienti in stato febbrile a meno che la causa della febbre sia determinata e valutata; se tale febbre è dovuta ad infezione, l’ImmuCyst va ritardato fin tanto che questa persiste.
Pazienti con infezione del tratto urinario non debbono essere trattati con ImmuCyst per il rischio di una infezione disseminata da BCG o di un peggioramento dell’infiammazione vescicale.
ImmuCyst è generalmente controindicato in gravidanza e durante l’allattamento (cfr. 4.6).
CONTIENE MYCOBATTERI ATTENUATI VIVI.
Tutti i materiali (per esempio siringhe, cateteri) usati per l’instillazione dell’ImmuCyst vanno gettati in contenitori di plastica contrassegnati e distrutti come rifiuti pericolosi.
Durante la somministrazione per via intravescicale di ImmuCyst, va evitata l’introduzione di sostanze contaminanti nel tratto urinario o la traumatizzazione della mucosa urinaria.
Si raccomanda che l’ImmuCyst usato per via intravescicale non venga somministrato prima di una settimana seguente la resezione transuretrale.
L’ImmuCyst non va somministrato qualora il medico ritenga che la cateterizzazione sia stata traumatica (per esempio sanguinamento o possibile falso passaggio), e quindi il trattamento va rinviato di almeno una settimana. La seguente somministrazione poi può riprendere come se non ci fossero state interruzioni. Quindi tutte le dosi di ImmuCyst debbono essere somministrate anche dopo un possibile temporaneo arresto.
Se si sospetta un’infezione da BCG (per esempio nel caso i pazienti accusino febbre oltre i 39°C oppure la febbre o il malessere persistesse al di sopra dei 38°C per oltre 2 giorni), dovrà essere iniziata una terapia antitubercolare con Isoniazide 300 mg/al giorno, Rifampicina 600 mg/al giorno e Etambutolo 1200 mg/al giorno, in seguito interrotta la terapia con BCG, si dovrà consultare uno specialista in malattie infettive.
E’ da notare che infezioni sistemiche da BCG possono essere confermate solo raramente da colture positive.
Per i pazienti che si sottopongono ad una terapia antimicrobica per altre infezioni, si dovrà valutare se la terapia possa interferire con l’efficacia dell’ImmuCyst.
Nei pazienti con ridotta capacità vescicale, a maggior rischio di sviluppare più serie reazioni locali, dovrà essere valutata la possibilità del trattamento con ImmuCyst.
E’ necessario evitare la terapia con BCG qualora si sospetti infezione sistemica, per esempio epatite granulomatosa.
Il trattamento intravescicale con ImmuCyst può indurre sensibilità alla tubercolina, e quindi causare errate interpretazioni alla reazione con lo skin test nella diagnosi di sospette infezioni da mycobacterio.
Si consiglia a questo proposito la determinazione della reattività alla tubercolina prima della somministrazione di ImmuCyst.
Non sono stati condotti studi con ImmuCyst sulla riproduzione animale.
Non si sa se l’ImmuCyst possa causare danni fetali quando somministrato a gestanti o se possa interferire con la capacità di riproduzione.
L’ImmuCyst va somministrato a gestanti solo se strettamente necessario.
Le donne durante il periodo dell’allattamento potrebbero infettare il bambino con infezione sistemica da BCG.
Non è noto se questo farmaco venga escreto nel latte umano.
Non conosciuti.
La somministrazione di ImmuCyst per uso intravescicale provoca una risposta infiammatoria nella vescica ed è stata associata con ematuria, poliuria, disuria e infezioni batteriche del tratto urinario. Si richiede pertanto un accurato controllo delle vie urinarie.
Si sono manifestate, in seguito ad immunoterapia con ImmuCyst, alcune reazioni collaterali sistemiche, sebbene sintomi irritativi locali o simili all’influenza siano più comuni.
Le reazioni sistemiche osservate sono: febbre, nausea, diarrea, anemia e leucopenia, prostatite e ostruzione uretrale, e infezione sistemica da BCG.
Non conosciuto.
Gruppo farmacoterapeutico: sostanza ad azione immunostimolante - Classe ATC L03AX03.
Il BCG stimola una reazione immunitaria locale con infiltrazione di istiociti e leucociti nella vescica urinaria.
Gli effetti infiammatori locali sono associati ad apparente scomparsa o riduzione delle lesioni cancerose superficiali della vescica urinaria.
Non è chiaro l’esatto meccanismo attraverso il quale ciò possa verificarsi.
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Flacone liofilizzato: Glutammato monosodico 5% p/v, Idrossido di sodio
Flacone solvente: Cloruro di sodio, Tampone fosfato consistente in: Fosfato sodico dibasico, anidro - Fosfato monobasico di sodio, monoidrato - Polisorbato 80 (Tween 80) - Acqua per preparazioni iniettabili
Vedi controindicazioni.
24 mesi, nelle condizioni di conservazione raccomandate (tra +2°C e + 8°C).
L’ImmuCyst ed il relativo diluente devono essere conservati in frigorifero alla temperatura tra + 2°C e + 8°C.
L’ImmuCyst non va utilizzato dopo la data di scadenza riportata sul flacone, in quanto il prodotto potrebbe essere inattivo.
NON ESPORRE MAI IL LIOFILIZZATO ALLA LUCE SOLARE DIRETTA O INDIRETTA. RIDURRE AL MINIMO ANCHE L’ESPOSIZIONE ALLA LUCE ARTIFICIALE.
ImmuCyst è fornito in confezioni da tre flaconi di prodotto liofilizzato, contenenti circa 3x108 CFU/flacone e da tre flaconi da 1 ml/flacone di diluente
Vale quanto riportato ai paragrafi precedenti.
AVENTIS PASTEUR S.A. - Lione, Francia
Rappresentante esclusivo per l'Italia: ALFA WASSERMANN S.p.A. - Alanno (PE)
Produttore: AVENTIS PASTEUR LIMITED - Toronto, Ontario, Canada
Controllato da: ALFA WASSERMANN S.p.A. - Pomezia (Roma)
A.I.C. n. 028422018
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15/11/1994 - 15/11/1999
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26/02/2002