Per gli eccipienti, vedere 6.1.
Compresse rivestite con film divisibili.
- [Vedi Indice]
Trattamento a breve termine dell'insonnia.
Le benzodiazepine e le sostanze simil-benzodiazepiniche sono
indicate soltanto quando il disturbo è grave,
disabilitante o sottopone il soggetto a grave disagio.
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Il trattamento deve essere il più breve possibile. La
durata del trattamento, generalmente, varia da pochi giorni a due
settimane, fino ad un massimo di quattro settimane, compreso un
periodo di sospensione graduale. In determinati casi, può
essere necessaria l’estensione oltre il periodo massimo di
trattamento; in caso affermativo, questa non deve avvenire senza
rivalutazione della condizione del paziente.
Il farmaco deve essere assunto al momento di coricarsi.
Dosaggio
Il trattamento deve essere iniziato con la dose consigliata
più bassa. La dose raccomandata per gli adulti è di
7,5 mg. Questa dose non deve essere superata.
I pazienti anziani ed i pazienti con compromissione della
funzionalità epatica o con insufficienza respiratoria
cronica devono iniziare con una dose di 3,75 mg.
Sebbene in caso di insufficienza renale non sia stato
evidenziato alcun accumulo di zopiclone o suoi metaboliti, nei
pazienti con compromissione della funzionalità renale si
raccomanda di iniziare il trattamento con 3,75 mg.
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Miastenia grave. Ipersensibilità al prodotto. Grave
insufficienza respiratoria. Grave insufficienza epatica. Sindrome
da apnea notturna.
Somministrazione a bambini.
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Tolleranza
Una certa perdita di efficacia agli effetti ipnotici delle
benzodiazepine e delle sostanze simil-benzodiazepiniche
può svilupparsi dopo un uso ripetuto per alcune settimane.
Con zopiclone comunque si è notata l'assenza di marcata
tolleranza per trattamento fino a 4 settimane.
Dipendenza
L'uso delle benzodiazepine e delle sostanze
simil-benzodiazepiniche può condurre allo sviluppo di
dipendenza fisica e psichica da questi farmaci. Il rischio di
dipendenza aumenta con la dose e la durata del trattamento; esso
è maggiore in pazienti con una storia di abuso di droga o
alcool.
Una volta che la dipendenza fisica si è sviluppata, il
termine brusco del trattamento sarà accompagnato da
sintomi da astinenza. Questi possono consistere in cefalea,
dolori muscolari, ansia estrema, tensione, irrequietezza,
confusione e irritabilità. Nei casi gravi possono
manifestarsi i seguenti sintomi: derealizzazione,
depersonalizzazione, iperacusia, intorpidimento e formicolio
delle estremità, ipersensibilità alla luce, al
rumore e al contatto fisico, allucinazioni o scosse
epilettiche.
Insonnia e ansia di rimbalzo
All’interruzione del trattamento può presentarsi
una sindrome transitoria in cui i sintomi che hanno condotto al
trattamento con� benzodiazepine e con sostanze
simil-benzodiazepiniche ricorrono in forma aggravata. Può
essere accompagnata da altre reazioni, compresi cambiamenti di
umore, ansia, irrequietezza o disturbi del sonno.
Poiché il rischio di sintomi da astinenza o da rimbalzo
è maggiore dopo la sospensione brusca del trattamento, si
suggerisce di effettuare una diminuzione graduale del
dosaggio.
Durata del trattamento
La durata del trattamento deve essere la più breve
possibile (v. anche sezione "Posologia e modo di
somministrazione") a seconda dell’indicazione, ma non deve
superare le quattro settimane compreso un periodo di sospensione
graduale. L‘estensione della terapia oltre questi periodi
non deve avvenire senza rivalutazione della situazione clinica.
Può essere utile informare il paziente quando il
trattamento è iniziato che esso sarà di durata
limitata e spiegare precisamente come il dosaggio deve essere
diminuito progressivamente.
Inoltre, è importante che il paziente sia informato
della possibilità di fenomeni di rimbalzo, minimizzando
quindi l'ansia riguardo a tali sintomi se dovessero accadere alla
sospensione del medicinale.
Ci sono elementi per prevedere che, nel caso di benzodiazepine
e di sostanze simil-benzodiazepiniche con una durata breve di
azione, i sintomi da astinenza possono diventare manifesti
all’interno dell'intervallo di somministrazione tra una
dose e l’altra, particolarmente per dosaggi elevati.
Amnesia
Le benzodiazepine e le sostanze simil-benzodiazepiniche
possono indurre amnesia anterograda. Ciò accade più
spesso parecchie ore dopo l’ingestione del farmaco e,
quindi, per ridurre il rischio ci si dovrebbe accertare che i
pazienti possano avere un sonno ininterrotto di 7-8 ore (Vedere
“Effetti indesiderati”).
Reazioni psichiatriche e paradosse
Quando si usano benzodiazepine e sostanze
simil-benzodiazepiniche, è noto che possano accadere
reazioni come irrequietezza, agitazione, irritabilità,
aggressività, delusione, collera, incubi, allucinazioni,
psicosi, alterazioni del comportamento. Se ciò dovesse
avvenire, l’uso del medicinale deve essere sospeso. Tali
reazioni sono più frequenti negli anziani.
Gruppi particolari di pazienti
Gli anziani devono assumere una dose ridotta ( vedere
“Posologia e modo di somministrazione”). Egualmente,
una dose più bassa è suggerita per i pazienti con
insufficienza respiratoria cronica a causa del rischio di
depressione respiratoria. Le benzodiazepine e le sostanze
simil-benzodiazepiniche non sono indicate nei pazienti con grave
insufficienza epatica in quanto possono precipitare
l’encefalopatia. Le benzodiazepine e le sostanze
simil-benzodiazepiniche non sono consigliate per il trattamento
primario della malattia psicotica.
Le benzodiazepine e le sostanze simil-benzodiazepiniche non
devono essere usate da sole per trattare la depressione o
l’ansia connessa con la depressione (il suicidio può
essere precipitato in tali pazienti). Le benzodiazepine e le
sostanze simil-benzodiazepiniche devono essere usate con
attenzione estrema in pazienti con una storia di abuso di droga o
alcool.
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L’assunzione concomitante con alcool va evitata.
L'effetto sedativo può essere aumentato quando il
medicinale è assunto congiuntamente ad alcool. Ciò
influenza negativamente la capacità di guidare autoveicoli
o usare macchinari.
Associazione con i deprimenti del SNC: l’effetto
depressivo centrale può essere accresciuto nei casi di uso
concomitante con antipsicotici (neurolettici), ipnotici,
ansiolitici/sedativi, antidepressivi, analgesici narcotici,
antiepilettici, anestetici e antistaminici sedativi.
Nel caso di analgesici narcotici può avvenire aumento
dell’euforia conducendo ad un aumento della dipendenza
psichica.
Composti che inibiscono determinati enzimi epatici
(specialmente il citocromo P450) possono aumentare
l'attività delle benzodiazepine e sostanze
simil-benzodiazepiniche.
L’effetto dell’eritromicina sulla farmacocinetica
dello zopiclone è stata studiata in 10 soggetti sani. In
presenza di eritromicina, l’AUC dello zopiclone è
risultata aumentata dell’80%, ciò indica che
l’eritromicina può inibire il metabolismo del
farmaco, metabolizzato da CYP3 A4, pertanto, come conseguenza,
l’effetto ipnotico dello zopiclone può risultare
innalzato.
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Non sono disponibili dati sullo zopiclone sufficienti ad
accertarne la sicurezza d'impiego durante la gravidanza e
l'allattamento.
Se il farmaco viene prescritto a una donna in età
fertile, ella deve mettersi in contatto con il proprio medico per
quanto riguarda la sospensione del medicinale, sia se intende
iniziare una gravidanza, sia se sospetta di essere gravida.
Se, per gravi motivi medici, il prodotto è
somministrato durante l’ultimo periodo di gravidanza o
durante il travaglio alle dosi elevate, possono verificarsi
effetti sul neonato quali ipotermia, ipotonia e moderata
depressione respiratoria dovuti all'azione farmacologica del
farmaco.
Inoltre, neonati nati da madri che hanno assunto
benzodiazepine e sostanze simil-benzodiazepiniche cronicamente
durante le fasi avanzate della gravidanza possono sviluppare
dipendenza fisica e possono presentare un certo rischio per
sviluppare i sintomi da astinenza nel periodo post-natale.
Poiché le benzodiazepine e le sostanze
simil-benzodiazepiniche sono escrete nel latte materno, lo
zopiclone non deve essere somministrato alle madri che allattano
al seno.
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La sedazione, l’amnesia, l’alterazione della
concentrazione e della funzione muscolare possono influenzare
negativamente la capacità di guidare autoveicoli o
utilizzare macchinari. Il rischio è aumentato dal
concomitante uso di alcool (v. "Interazioni con altri medicinali
ed altre forme d’interazione"). Se la durata del sonno
è stata insufficiente, la probabilità che la
vigilanza sia alterata può essere aumentata (v.
"Interazioni").
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Sonnolenza durante il giorno, ottundimento delle emozioni,
riduzione della vigilanza, confusione, affaticamento, cefalea,
vertigini, debolezza muscolare, atassia, visione doppia. Questi
fenomeni si presentano principalmente all'inizio della terapia e
solitamente scompaiono con le successive somministrazioni. Sono
state segnalate occasionalmente altre reazioni avverse che
comprendono: disturbi gastrointestinali, cambiamenti nella libido
e reazioni a carico della cute. Gusto amaro è il
più comune effetto collaterale osservato con
zopiclone.
Amnesia
Amnesia anterograda può avvenire anche ai dosaggi
terapeutici, il rischio aumenta ai dosaggi più alti. Gli
effetti amnesici possono essere associati con alterazioni del
comportamento. (v. “ Speciali avvertenze e
precauzioni per l’uso").
Depressione
Durante l'uso di benzodiazepine e di sostanze
simil-benzodiazepiniche può essere smascherato uno stato
di depressione preesistente.
Le benzodiazepine e le sostanze simil-benzodiazepiniche
possono causare reazioni come: irrequietezza, agitazione,
irritabilità, aggressività, delusione, collera,
incubi, allucinazioni, psicosi, alterazioni del
comportamento.
Tali reazioni possono essere abbastanza gravi. Sono più
probabili negli anziani.
Dipendenza
L'uso di benzodiazepine e di sostanze simil-benzodiazepiniche
(anche alle dosi terapeutiche) può condurre allo sviluppo
di dipendenza fisica: la sospensione della terapia può
provocare fenomeni di rimbalzo o da astinenza (v. "Avvertenze
speciali e opportune precauzioni d’impiego"). Si può
verificare dipendenza psichica. Sono stati riportati casi di
abuso.
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Come per le altre benzodiazepine e le altre sostanze
simil-benzodiazepiniche, una dose eccessiva non dovrebbe
rappresentare rischio per la vita, a meno che non vi sia
assunzione concomitante di altri deprimenti del SNC (incluso
l'alcool).
Come nel trattamento dell’iperdosaggio di qualsiasi
farmaco, deve essere considerata la possibilità che siano
state assunte contemporaneamente altre sostanze.
A seguito di una dose eccessiva di benzodiazepine e di
sostanze simil-benzodiazepiniche per uso orale, deve essere
indotto il vomito (entro 1 ora) se il paziente è cosciente
o intrapreso il lavaggio gastrico con protezione delle vie
respiratorie se il paziente è privo di conoscenza.
Se non si osserva miglioramento con lo svuotamento dello
stomaco deve essere somministrato carbone attivo per ridurre
l’assorbimento. Attenzione speciale deve essere prestata
alle funzioni respiratorie e cardiovascolari nella terapia
d’urgenza.
L’iperdosaggio di benzodiazepine e di sostanze
simil-benzodiazepiniche si manifesta solitamente con vario grado
di depressione del SNC, che varia dall’obnubilamento al
coma. Nei casi lievi, i sintomi includono obnubilamento,
confusione mentale e letargia. Nei casi più gravi, i
sintomi possono includere atassia, ipotonia, ipotensione,
depressione respiratoria, raramente coma e molto raramente
morte.
Il “Flumazenil” può essere utile come
antidoto.
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Zopiclone è una sostanza simil-benzodiazepinica
ipnoinducente appartenente ai composti del gruppo del
ciclopirrolone. Le sue proprietà farmacologiche sono:
ansiolitiche, sedative, ipnotiche, anticonvulsivanti,
muscolorilassanti.
Questi effetti sono correlati ad una azione agonista specifica
sui recettori centrali appartenenti al complesso recettoriale
GABA-omega (BZ1 e BZ2) che regola l'apertura dei canali dello
ione cloro.
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Assorbimento. L'assorbimento dello zopiclone è
rapido; i picchi di concentrazione ematica sono di 30, 60 e 115
ng/ml rispettivamente a somministrazioni di 3,75 mg, 7,5 mg e 15
mg e vengono raggiunti in 90 - 120 minuti.
L'assorbimento non subisce variazioni legate al sesso, all'ora
di somministrazione ed al ripetersi del dosaggio nei giorni
successivi.
Distribuzione. La distribuzione del prodotto è
rapida a partire dal compartimento vascolare. Il legame con le
proteine plasmatiche è debole, con percentuali di legame
prossime al 45%, e non saturabile. Il rischio di interazioni
farmacologiche dovuto al legame con le proteine è molto
basso. Tra 3,75 e 15 mg la diminuzione dei livelli plasmatici non
dipende dalla dose. L'emivita di eliminazione è di circa 5
ore. Dopo somministrazione ripetuta non vi è accumulo. Le
variazioni interindividuali sono trascurabili.
In caso di allattamento la cinetica del farmaco nel latte
materno è sovrapponibile a quella plasmatica. La dose che
può essere ingerita attraverso il latte è stimata
intorno allo 0,2% della dose somministrata alla madre nelle 24
ore.
Metabolismo. I metaboliti principali sono derivati
ossidati (farmacologicamente attivi nell'animale) e derivati di
demetilazione (farmacologicamente inattivi nell'animale). Le loro
emivite valutate attraverso il dosaggio urinario, rispettivamente
di 4.30 e di 7.30 ore, concordano col fatto che dopo
somministrazione protratta di 15 mg/die per 14 giorni non si
evidenzia accumulo di farmaco. Nell'animale, anche a forti dosi,
non sono riportati fenomeni di induzione enzimatica.
Eliminazione. Il debole valore della clearance renale
dello zopiclone immodificato (in media 8,4 ml/min) confrontato
alla clearance plasmatica (232 ml/min) indica che il farmaco
è eliminato principalmente per via metabolica.
L'eliminazione avviene per l'80% per via urinaria (sotto forma di
metaboliti liberi) e per il 16% attraverso le feci.
Variazioni fisiopatologiche. Nel soggetto anziano,
malgrado una leggera diminuzione del metabolismo epatico ed un
allungamento dell'emivita (circa 7 ore), i vari studi effettuati
non hanno messo in evidenza accumulo plasmatico di zopiclone dopo
somministrazione ripetuta. In caso di insufficienza renale, non
si è notato accumulo di zopiclone o metaboliti nel sangue,
neanche dopo somministrazioni prolungate. Zopiclone passa
attraverso le membrane di dialisi.
Nei pazienti con grave insufficienza epatica (cirrotici), la
clearance plasmatica dello zopiclone è nettamente
diminuita per il rallentamento della demetilazione: il dosaggio,
in questi pazienti, dovrà pertanto essere modificato.
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Le prove di tossicità acuta e cronica hanno dimostrato
che il farmaco è ben tollerato anche dopo lunghi periodi
di trattamento. La DL50 nelle diverse specie animali,
per os, è di 1150 mg/kg nel topo, 2310 mg/kg nel ratto ed
ha raggiunto valori ancora più elevati nel gatto, nel cane
e nella scimmia (> di 4500 mg/kg).
Inoltre zopiclone non ha determinato anomalie morfologiche e
comportamentali e non è risultato fetotossico né
teratogenico.
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Amido di frumento, calcio fosfato bibasico, lattosio, sodio
carbossimetilamido, magnesio stearato,
metilidrossipropilcellulosa, titanio biossido.
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Al momento non sono note incompatibilità
chimico-fisiche di zopiclone con altre sostanze.
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A confezionamento integro: 3 anni.
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Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
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Blister in PVC e alluminio.
Confezione: 20 compresse divisibili da 7,5 mg.
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Nessuna istruzione in particolare.
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AVENTIS PHARMA
P.le S. Türr, 5 - 20149 Milano
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AIC n. 028299016
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Prima Autorizzazione: 5 Marzo 1993
Rinnovo dell’Autorizzazione: 16 Marzo 1998.
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Giugno 2002
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