Interazioni - [Vedi Indice]Non associare l'indapamide a sali di litio o a diuretici potassio-disperdenti. Cautela richiede inoltre l'impiego del farmaco nei soggetti in terapia digitalica cortisonica ovvero in quelli che assumono cronicamente lassativi.
Si sconsiglia l'uso in gravidanza e nell'allattamento salvo diverso parere del Medico sulla base di un favorevole rapporto rischio/beneficio.
Il farmaco non interferisce sulla capacità di guidare e sull'uso di macchine.
Con l'uso del prodotto è possibile la comparsa di effetti collaterali in genere reversibili e di lieve entità; tra questi:
Modificazioni dell'equilibrio idro-elettrolitico: ipokaliemia.
Apparato digerente: nausea, intolleranza gastro-intestinale.
Apparato cardio-vascolare: palpitazioni, ipotensione ortostatica.
Cute: reazioni allergiche comprendenti prurito, orticaria, eritemi, eruzioni maculo-papulose.
Altre: astenia, cefalea, vertigini, sonnolenza, crampi muscolari e lieve aumento dell'azoto ureico.
A dosi superiori a quelle consigliate l'indapamide svolge un'importante azione diuretica con riduzione della volemia e alterazioni dell'equilibrio elettrolitico e acido-base, che possono progredire fino all'ipotensione e alla depressione respiratoria.
Non esistono antidoti specifici. In tali casi è pertanto necessario adottare adeguate misure sintomatiche di assistenza alla funzione respiratoria e cardiocircolatoria.
L'indapamide è un diuretico sulfamidico che differisce strutturalmente dai tiazidici per la presenza di un anello indolico. Il nome chimico è 1-(4-cloro-3-sulfamoilbenzamido)-2-metil-indolina. L'indapamide, come i diuretici tiazidici, aumenta, con un meccanismo non ancora del tutto chiarito, l'eliminazione di sodio, cloro e acqua, interferendo con il trasporto degli ioni sodio a livello dell'epitelio del tubulo contorto distale. Nei trattamenti di lunga durata riduce, inoltre, l'escrezione urinaria di calcio senza importanti variazioni della calcemia. Alle dosi terapeutiche di indapamide si determina una riduzione dell'escrezione urinaria di acido urico di circa 0,5-1 mg/dl e una riduzione della concentrazione di potassio sierico di 0,4-0,6 mEq/l. Come i diuretici tiazidici può provocare iperglicemia ed iperuricemia, mentre sembra avere un lieve effetto sui trigliceridi del siero, sul colesterolo totale, HDL, VLDL, LDL.
L'indapamide, come i diuretici tiazidici, possiede attività ipotensiva il cui meccanismo d'azione non è ben chiaro ma verosimilmente legato alla deplezione del sodio e alla eliminazione di acqua con riduzione del volume plasmatico e del liquido extracellulare. Inoltre, una parte dell'effetto ipotensivo dell'indapamide sembra dovuta ad un'azione vasodilatatrice diretta sulle arteriole, in quanto il farmaco modifica in vitro alla concentrazione di 10-5 g/ml gli scambi ionici transmembrali e in particolare quelli del calcio. Infine l'indapamide ha dimostrato di diminuire la reattività vasale ad agenti vasopressori come l'angiotensina II e la fenilefrina.
Alla dose terapeutica di 2,5 mg al giorno l'effetto farmacologico diuretico del prodotto non è di norma clinicamente evidente mentre aumenta a dosi superiori.
Il farmaco non modifica di solito la gittata e la frequenza cardiaca e non riduce in maniera significativa il flusso ematico renale e la filtrazione glomerulare.
L'indapamide è rapidamente e completamente assorbita dal tratto gastro-intestinale. In adulti sani, il picco plasmatico è raggiunto tra la 1ª e la 2ª ora dopo somministrazione di una singola dose orale. L'assorbimento del farmaco non è sostanzialmente modificato da cibo o antiacidi. Circa l'80% dell'indapamide è legato alle proteine plasmatiche. Non è noto se l'indapamide sia presente nel latte o se attraversi la placenta umana.
In soggetti sani con funzione renale normale, il farmaco ha una vita media di 14-18 ore. L'indapamide è ampiamente metabolizzata dal fegato, in forma di glucuronide e solfati coniugati. Circa il 60% del farmaco è escreto nelle urine entro 48 ore; solo il 7% viene escreto immodificato. Circa il 16-23% del farmaco è escreto nelle feci, attraverso la via biliare. L'indapamide non viene eliminata dal circolo dall'emodialisi.
Gli studi di tossicità acuta e cronica sono stati condotti su topi, ratti, conigli e cani sia per via orale che parenterale senza dimostrare alcun tipo di rischio tossicologico. In particolare, nel topo e nel ratto, la DL50 per somministrazione orale è risultata superiore a 3 g/kg.
Tossicità cronica: l'indapamide risulta perfettamente tollerata nel ratto, dopo somministrazione per os per 24 settimane alle dosi di 3 e 10 mg/kg. Nel cane, l'indapamide risulta perfettamente tollerata alla dose di 2 mg/kg per os per 16 settimane. Le prove di tossicità fetale e di teratogenesi eseguite nel ratto e nel coniglio sono risultate negative.
Lattosio, magnesio stearato. Composizione della capsula: gelatina F.U., indigotina (E132), titanio ossido (E171).
Nell'associazione con altri ipotensivi o diuretici, deve essere tenuto conto della possibilità di potenziamento degli effetti.
Anni cinque.
Il prodotto deve essere conservato in luogo asciutto e nelle normali condizioni di ambiente.
Astuccio con 50 capsule (5 blister da 10 capsule)
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Prodotto da:
Doppel Farmaceutici S.r.l. - Stradone Farnese, 118 - Piacenza
Francia Farmaceutici S.r.l. - Via dei Pestavalli, 7 - Milano
Indaflex AIC n. 024991022
Classificazione al fini della fornitura: medicinale soggetto a prescrizione medica.
Giugno 1985
Non pertinente.
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