IPRAFEN
- [Vedi Indice]Una bomboletta pressurizzata contiene:
Principi attivi: fenoterolo bromidrato g 0,03, ipratropio bromuro monoidrato g 0,0126 pari a ipratropio bromuro g 0,0120.
Ogni spruzzo-dose eroga: mcg 40 di ipratropio bromuro e mcg 100 di fenoterolo bromidrato.
Aerosol dosato.
- [Vedi Indice]Asma bronchiale, bronchite asmatica, affezioni broncopolmonari con componente broncospastica, enfisema polmonare. Terapia di mantenimento e prevenzione della dispnea in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Terapia preparatoria e di appoggio a trattamenti aerosolici con antibiotici, mucolitici, corticosteroidi, soluzioni saline, disodiocromoglicato e teofillinici.
Adulti e bambini in età scolare: per la risoluzione dell'attacco asmatico: uno spruzzo-dose, seguito, se necessario, da un altro spruzzo-dose a distanza di 5 minuti. Nel trattamento preventivo degli accessi dispnoici: uno spruzzo-dose 3-4 volte al giorno, ad intervalli di almeno 2-3 ore.
1 spruzzo-dose = mcg 40 di ipratropio bromuro e mcg 100 di fenoterolo bromidrato.
Ipersensibilità individuale accertata verso i componenti. Non è consigliabile l'uso del prodotto in soggetti con glaucoma, ipertrofia prostatica, sindromi di ritenzione urinaria od occlusione intestinale.
Iprafen va somministrato con prudenza e sotto controllo Medico in pazienti affetti da insufficienza miocardica, ipertensione arteriosa, disturbi del ritmo cardiaco, insufficienza coronarica e tireotossicosi.
La somministrazione concomitante di altri farmaci ad azione antiasmatica deve essere effettuata soltanto su prescrizione medica.
Qualora il trattamento con i dosaggi consigliati non porti a risultati soddisfacenti, è opportuno consultare il Medico curante per eventuali modifiche della terapia.
Tenere il medicinale fuori dalla portata dei bambini.
I farmaci beta-bloccanti esplicano azione parzialmente antagonista a quella dell'Iprafen. A causa delle possibili interazioni tra fenoterolo e gli IMAO e gli antidepressivi triciclici, bisogna evitare la somministrazione di Iprafen assieme a questi prodotti e nelle due settimane successive al termine della loro utilizzazione.
Il trattamento con Iprafen deve essere evitato in via prudenziale nei primi tre mesi di gravidanza e negli ultimi stadi a causa dell'azione spasmolitica del fenoterolo sulla muscolatura uterina. Nell'ulteriore periodo il prodotto va somministrato solo in caso di effettiva necessità sotto il diretto controllo del Medico.
Nessuno.
In soggetti particolarmente sensibili o in seguito a somministrazione di dosaggi elevati possono manifestarsi nel corso del trattamento con Iprafen lievi tremori muscolari, senso di irrequietezza, palpitazioni, tachicardia, secchezza delle fauci. Sporadicamente sono state segnalate vertigini, cefalea, sudorazione e, nel caso in cui il prodotto venga posto accidentalmente a contatto con gli occhi, lievi disturbi dell'accomodazione.
Un sovradosaggio accidentale può dar luogo a tachicardia, palpitazione e tremore che vanno trattati in modo sintomatico.
Qualora fosse considerata necessaria la somministrazione di un beta-bloccante per controbilanciare gli effetti dell'iperdosaggio il suo uso deve essere attentamente controllato, in quanto può notoriamente provocare fenomeni broncospastici.
Iprafen è costituito dall'associazione di due sostanze ad azione broncodilatatrice: l'ipratropio bromuro, preparato ad attività vagolitica assai attivo per via aerosolica e privo di effetti sistemici, e il fenoterolo bromidrato, un agente b2 -adrenergico potente, rapido e con azione selettiva sull'albero bronchiale.
Questa associazione offre un nuovo approccio per il trattamento della dispnea con vantaggi terapeutici rispetto ai precedenti trattamenti.
Infatti l'associazione manifesta un chiaro sinergismo funzionale tra i due componenti offrendo un più ampio margine terapeutico rispetto al fenoterolo e una maggiore efficacia rispetto all'ipratropio.
L'associazione, basata su farmaci a diverso punto d'attacco con diverso meccanismo, è in grado di agire anche nelle manifestazioni broncoostruttive a genesi multipla semplificandone gli schemi terapeutici e facilitando l'adeguamento del paziente alla prescrizione medica.
La notevole rapidità d'azione e la maneggevolezza di Iprafen anche a causa del ridotto contenuto di fenoterolo consentono il trattamento delle manifestazioni dispnoiche acute e la terapia di mantenimento delle manifestazioni croniche.
Ipratropio bromuro: inalando ipratropio bromuro marcato con 14 C (555 mcg) mediante aerosol pressurizzato si osserva, dopo 3 ore, una concentrazione plasmatica di 60 pg/ml. Ciò corrisponde allo 0.035% della dose somministrata. L'escrezione avviene in gran parte attraverso le feci (69,4%) e in minor misura per via renale.
Fenoterolo: dopo inalazione di 200-400 mcg di fenoterolo mediante aerosol pressurizzato, i livelli plasmatici non superano valori di 0,3-0,4 ng/ml. Per questa via sembra che l'assorbimento avvenga in 2 fasi, la prima indipendente dalla dose a livello dell'albero bronchiale e la seconda dipendente dalla dose a livello orofaringeo.
I livelli plasmatici massimali, dopo una dose molto elevata (1000 mcg) per via inalatoria o dopo instillazione nell'albero bronchiale di 300 mcg di fenoterolo, si raggiungono nell'arco di 2 o 3 ore.
Nell'uomo il tempo di emivita è di circa 7 ore (via orale). L'escrezione, molto rapida, è di tipo renale ed epatico. Il fenoterolo viene eliminato per la maggior parte (99%) coniugato come solfato.
Iprafen: gli studi di farmacocinetica condotti nell'uomo con la tecnica dei traccianti radioattivi sull'ipratropio bromuro ed il fenoterolo non associati hanno rilevato livelli plasmatici estremamente ridotti dell'ordine del nanogrammo o addirittura picogrammo per ml, nonostante la somministrazione di dosaggi assai superiori a quelli normalmente utilizzati in terapia. I due farmaci, per via inalatoria, sono infatti assorbiti in quantità limitata (fenoterolo), o pressoché nulla (ipratropio bromuro).
L'attività farmacologica di entrambi è dovuta dunque ad un'azione locale, a livello dei recettori periferici dell'albero tracheobronchiale.
Considerazioni analoghe valgono per la somministrazione inalatoria dell'associazione dei due principi attivi; inoltre il sinergismo sovradditivo che si manifesta a livello dell'attività farmacologica consente di ridurre ulteriormente il dosaggio di entrambi i farmaci, rendendo estremamente difficoltosa la determinazione dei livelli ematici.
La cinetica può essere pertanto valutata solo mediante lo studio dell'andamento nel tempo degli effetti antibroncospastici dei farmaci somministrati singolarmente o dell'associazione.
Tossicità acuta: DL50 os nel topo = 620 mg/kg - DL50 os nel ratto = 1304 mg/kg - DL50 inal nel topo = > 10 mg/kg - DL50 inal nel ratto = > 10 mg/kg.
Tossicità subacuta: sono stati utilizzati ratti albini e cani beagle. Dall'esame dei vari parametri studiati si conclude che il trattamento orale protratto per 4 settimane con Iprafen e con i suoi singoli componenti, a dosi largamente eccedenti quelle massime terapeutiche consigliate per via inalatoria, non è causa di azioni di tipo tossico a carico dell'organismo degli animali in esperimento.
Tossicità cronica: sono stati utilizzati ratti albini e cani beagle. Dall'esame dei parametri studiati si conclude che Iprafen è dotato di una più che buona tollerabilità. In particolare la laringe, la trachea, i bronchi e i turbinati degli animali trattati per via aerosolica per 24 settimane sono apparsi normali in tutte le loro parti.
Attività teratogena: sono stati utilizzati ratti albini e conigli. L'analisi dei risultati dimostra che Iprafen è privo di tossicità fetale.
Tollerabilità locale: il test di Draize (instillazione del prodotto negli occhi del coniglio) ha consentito di stabilire la più completa tollerabilità di Iprafen in tessuti delicati come cornea, iride, congiuntiva del sacco palpebrale e della IIIa palpebra.
Sorbitan trioleato, lecitina di soja, tricloromonofluorometano (Freon 11), diclorodifluorometano (Freon 12).
Non note.
3 anni.
Il periodo di validità indicato si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.
Alterazioni possibili durante la conservazione:
chimiche: nessuna;fisico-organolettiche: possibile perdita naturale di propellenti entro i limiti di accettabilità; possibile deposito di principio attivo sul contenitore entro i limiti di accettabilità.
La bomboletta pressurizzata non va forata, non va esposta alla luce solare diretta, non deve essere avvicinata a fonti di calore anche se vuota e non va congelata. Conservare a temperatura non superiore ai 30 °C.
Confezione interna: bomboletta in alluminio monoblocco, valvola a dosaggio da 50 mcl avente funzionamento capovolto, tasto erogatore per applicazione orale con cappuccio di protezione ad incastro. Confezione esterna: astuccio in cartoncino stampato.
Bomboletta pressurizzata con boccaglio sufficiente per circa 300 inalazioni.
Il buon esito del trattamento dipende da un corretto uso dell'aerosol dosato.
Nell'uso seguire attentamente le seguenti istruzioni:
a) togliere la chiusura di protezione; b) tenere l'erogatore tra il pollice e l'indice con il boccaglio dalla parte inferiore; c) agitare energicamente senza premere; d) collocare il boccaglio tra le labbra ben chiuse ed effettuare una espirazione completa; e) inspirare a lungo e profondamente con la sola bocca, contemporaneamente premere con l'indice una sola volta; f) terminata l'inspirazione, trattenere il respiro il più a lungo possibile.
Terminate le inalazioni, richiudere il boccaglio con la chiusura di protezione. Il boccaglio va sempre tenuto pulito. La pulizia va effettuata con acqua tiepida, dopo aver estratto la bomboletta.
CHIESI FARMACEUTICI S.p.A.
Via Palermo, 26/A - 43100 Parma (PR)
AIC n. 024767016.
Specialità medicinale da vendersi dietro presentazione di ricetta medica ripetibile.
23 settembre 1982.
y TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]Non soggetto.
15 aprile 1996.
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