- [Vedi Indice]Isocef è indicato nel trattamento delle infezioni dovute a patogeni sensibili, in particolare:
Infezioni delle vie respiratorie superiori: faringiti, tonsilliti, sinusiti, otite media.
Infezioni delle basse vie respiratorie: bronchite, polmonite, broncopolmonite.
Infezioni delle vie urinarie: pielite acuta e cronica, cistopielite, cistite, uretrite. Come farmaco di seconda scelta nella uretrite acuta non complicata gonococcica.
Adulti
Infezioni delle basse vie respiratorie
polmonite: 200 mg due volte/die;
bronchite: 400 mg una volta/die.Infezioni delle vie respiratorie superiori: 400 mg una volta/die.Infezioni delle vie urinarie: 400 mg una volta/die.
Bambini oltre i 6 mesi di età
Infezioni delle basse vie respiratorie non complicate: 9,0 mg/kg una volta/die.Infezioni delle vie aeree superiori (per es otite media): 9,0 mg/kg una volta/die.Infezioni delle vie urinarie: 9,0 mg/kg una volta/die.
Precedenti di reazioni allergiche a qualsiasi cefalosporina così come ad ogni eccipiente usato per la fabbricazione di Isocef, rappresentano una controindicazione.
Generalmente controindicato in gravidanza (vedi "Gravidanza e allattamento").
Terapie prolungate con antibiotici ad ampio spettro, quale il ceftibuten, possono provocare un'alterazione della flora intestinale con insorgenza di diarrea e/o colite pseudomembranosa dovute alle tossine del Clostridium difficile. I pazienti possono presentare diarrea da moderata a grave, con o senza disidratazione.
È importante tener presente questa ipotesi in ogni paziente che presenti diarrea persistente nel corso dell'assunzione di ogni antibiotico a largo spettro, quale Isocef.
Forme lievi di colite pseudomembranosa rispondono in genere favorevolmente alla semplice interruzione del farmaco. In forme moderate o gravi il trattamento deve includere la sigmoidoscopia, opportune ricerche batteriologiche e la somministrazione di liquidi, elettroliti e proteine. Nei casi in cui la colite non migliori dopo la sospensione del farmaco e nei casi gravi, la somministrazione di vancomicina per via orale costituisce il trattamento di scelta della colite pseudomembranosa da Clostridium difficile indotta da antibiotici.
Devono essere escluse altre cause di colite.
Uso pediatrico
La sicurezza e l'efficacia di Isocef nei bambini al di sotto dei 6 mesi d'età non sono state ancora determinate.
La farmacocinetica e la posologia del ceftibuten non vengono influenzate da una modesta alterazione della funzionalità renale (clearance della creatinina compresa tra 50-79 ml/min).
Nei pazienti con clearance della creatinina compresa tra 30-49 ml/min la dose giornaliera dovrebbe essere dimezzata.
Con valori di clearance della creatinina inferiori è richiesto un ulteriore aggiustamento della dose.
Nei pazienti in trattamento dialitico 2/3 volte alla settimana, si consiglia di somministrare una dose singola di Isocef da 400 mg al termine di ogni trattamento dialitico.
Isocef dovrebbe essere prescritto con cautela in individui con storia di affezioni gastro-intestinali complicate, in particolare colite cronica.
Gli antibiotici cefalosporinici dovrebbero essere somministrati con estrema cautela a pazienti con allergia conosciuta o sospetta alle penicilline. Circa il 5% dei pazienti con allergia documentata alle penicilline evidenziano reattività crociata agli antibiotici cefalosporinici. In generale, per gli antibiotici betalattamici sono state osservate reazioni da ipersensibilità acuta (anafilassi) in individui che ricevono penicilline o cefalosporine, e si può osservare un'iperreattività crociata con anafilassi.
Per quanto riguarda Isocef, se si osserva una reazione allergica si consiglia di interromperne l'uso e di instaurare un appropriato trattamento di emergenza come indicato clinicamente (adrenalina, infusione di liquidi per via endovenosa, somministrazione di ossigeno, antistaminici, corticosteroidi, altre amine pressorie).
Per un migliore assorbimento, si raccomanda l'assunzione del prodotto lontano dai pasti (prima della colazione e/o all'ora di coricarsi).
Ad oggi non sono state riportate significative interazioni con altri farmaci. Non sono state osservate con Isocef interazioni chimiche o con tests di laboratorio.
È stato riportato con l'uso di altre cefalosporine un falso positivo nel test di Coombs diretto. Tuttavia, i risultati dei tests in cui venivano utilizzati eritrociti di volontari sani al fine di valutare la capacità di Isocef nel provocare reazioni "in vitro" nel test di Coombs diretto, non hanno evidenziato reazioni positive anche fino a concentrazioni di 40 mg/ml.
Poiché attualmente non c'è esperienza clinica nell'uso di ceftibuten durante la gravidanza il prodotto deve essere somministrato solo quando realmente necessario, sotto il diretto controllo del Medico.
È stato dimostrato che il ceftibuten passa in minima quantità nel latte materno; si consiglia, quindi, di sospendere l'allattamento nel periodo di impiego dell'antibiotico.
Il ceftibuten non ha effetti sulla capacità di guidare e sull'uso di macchine.
Gli effetti collaterali più frequentemente riportati sono i disturbi gastrointestinali, nausea e bruciori gastrici, ed emicrania.
Effetti collaterali riportatimeno frequentemente comprendono diarrea/feci molli, dispepsia, vomito, dolore addominale, flatulenza, anoressia, orticaria, rashes cutanei, prurito.
Riportati raramente: stipsi, vertigini, visione anormale, alterazioni del gusto, tinnito, rossore, epistassi, sonnolenza, malessere, fatica e dolori diffusi.
Molto raramente: si è osservata diarrea da moderata a grave, associata alla crescita diClostridium difficile , e eruzioni cutanee a tipo eritema multiforne, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi esantematica.
La maggior parte degli effetti collaterali è di natura transitoria, scompare dopo l'interruzione della terapia con ceftibuten e risponde al trattamento sintomatico.
Raramente sono riportati anormalità di laboratorio comprendenti trombocitopenia, neutropenia ed eosinofilia transitorie.
Sono riportati raramente anche incrementi transitori di AST (SGOT), ALT (SGPT), dell'azoto ureico e dei valori di creatinina.
Non sono noti, al momento, incidenti acuti con il ceftibuten.
In caso di accumulo del farmaco, conseguente a sovradosaggio in pazienti con ridotta funzionalità renale, considerare l'opportunità di una dialisi.
Isocef è un antibiotico cefalosporinico semisintetico.
Il ceftibuten possiede un ampio spettro d'attività battericida nei confronti di batteri Gram-negativi e batteri Gram-positivi.
Il ceftibuten ha dimostrato di possedere un'elevata attività (bassa MIC) controE. Coli, Klebsiella spp. ,Proteus, Salmonella spp. ,Haemophilus influenzae eStreptococcus pyogenes.
È attivo anche nei confronti diCitrobacter spp. ,Moraxella (Branhamella) catarrhalis ,Morganella morganii ,Enterobacter spp. ,Serratia spp. eStreptococcus pneumoniae.
I microorganismi sensibili comprendono specie frequentemente coinvolte nelle infezioni delle alte e basse vie respiratorie e nelle infezioni acute e complicate delle vie urinarie.
Non è attivo nei confronti diStafilococchi ,EnterococchioPseudomonas spp.
Tuttavia, questi organismi non sono comunemente implicati nelle indicazioni proposte per ceftibuten.
Attività antibatterica e meccanismo d'azione
Come per la gran parte degli antibiotici beta-lattamici, l'attività battericida del ceftibuten deriva dall'inibizione della sintesi della parete cellulare.
Grazie alla sua struttura chimica ceftibuten è altamente stabile nei confronti delle beta-lattamasi.
Molti microorganismi produttori di beta-lattamasi resistenti alle penicilline o ad altre cefalosporine possono essere inibiti da ceftibuten.
Il ceftibuten è altamente stabile nei confronti delle cefalosporinasi cromosomiche e delle penicillinasi mediate dai plasmidi, tranne per le beta-lattamasi prodotte daB. fragilis.
Il ceftibuten si lega essenzialmente alle PBP-3 diE. Coli , dando origine, a dosi pari a 1/4-1/2 della concentrazione minima inibente (MIC), alla formazione di forme filamentose, mentre si osserva lisi a dosi pari a 2 volte la MIC.
La concentrazione minima battericida (CMB) perE. Coli sensibile e resistente ad ampicillina è quasi uguale alla MIC.
Una elevata biodisponibilità nei liquidi extracellulari consente al ceftibuten di agire su patogeni solo moderatamente sensibili "in vitro" (vedi farmacocinetica).
Usando dischi da 30 mcg di ceftibuten, un alone di inibizione di 17 mm, (corrispondente a MIC 32 mcg/ml), evidenzia resistenza, un alone di inibizione compresa tra 18 e 20 mm (MIC 16 mcg/ml) indica moderata sensibilità, mentre un alone di inibizione 21 mm (MIC 8 mcg/ml) indica sensibilità.
Attività antibatterica "in vitro"
Ceftibuten evidenzia una spiccata attività battericida; il numero delle cellule batteriche vive declina nettamente a concentrazioni pari al 50% o più della MIC; a concentrazioni pari a 2 volte la MIC la mortalità è del 99,9% con nessuna ricrescita osservata nelle 24 ore.
Le dosi somministrate oralmente sono ben assorbite, raggiungendo la concentrazione plasmatica massima in 2-3 ore.
Il picco medio plasmatico dopo somministrazione orale di una dose singola di 200 mg è pari a 9,9 mcg/ml (range: 7,7-11,9 mcg/ml); mentre dopo somministrazione di una dose orale singola di 400 mg il picco medio plasmatico è circa pari a 17,0 mcg/ml (range: 9,5-29,9).
Quando somministrato in assenza di cibo, l'assorbimento è intorno al 90% della dose, valutato sulla base del recupero urinario.
Un pasto abbondante e ricco in lipidi può diminuire e ritardare l'assorbimento.
Il ceftibuten penetra facilmente nei fluidi interstiziali, raggiungendo concentrazioni simili a quelle sieriche, che si mantengono più a lungo.
Il metabolita principale, trans-ceftibuten, che possiede una attività antibiotica 8 volte inferiore al ceftibuten, rappresenta il 7,2-9,2% della quantità di farmaco totale escreto.
Il ceftibuten è escreto per via renale e il 62-68% della dose somministrata viene escreto in forma immodificata nelle urine.
La clearance renale è quasi identica alla clearance totale, indicando che il ceftibuten viene eliminato principalmente per via renale.
L'emivita del ceftibuten in soggetti sani è di circa 2-2,3 ore. In soggetti con modesta alterazione della funzionalità renale (clearance della creatinina da 30 a 49 ml/min) la emivita plasmatica media è prolungata a 7,1 ore.
Il farmaco è dializzabile sia con l'emodialisi che con la dialisi peritoneale in quantità pari al 65% della dose.
Ceftibuten evidenzia una tossicità molto bassa quando somministrato ad animali da laboratorio a dosi da 250 a 1000 volte più alte della dose utilizzata nell'uomo.
Diversamente da altre cefalosporine ceftibuten non evidenzia nefrotossicità se somministrato i.v. a dosi di 1000 mg/kg ai conigli. Ceftibuten ha un legame proteico dell'80% circa nelle scimmie, del 30% circa nel ratto, del 17% circa nel topo e del 65% circa nell'uomo.
Il ceftibuten non evidenzia un rilevante potenziale antigenico.
Il ceftibuten non evidenzia alcun effetto "disulfiram-like" nei ratti, mentre evidenzia una tossicità acuta e cronica molto bassa nel ratto e nel cane alle dosi studiate (tossicità acuta: ratto 5000-10000 mg/kg; cane 2500-5000 mg/kg;tossicità cronica: ratto 100-1000 mg/kg; cane 150-600 mg/kg).
Ceftibuten non altera il ciclo sessuale e la capacità riproduttiva sia dei ratti sia della loro progenie.
Ceftibuten non evidenzia alcun effetto teratogeno nei ratti fino a 4000 mg/kg/die, così come non induce effetti mutageni in tutti i tests presi in esame.
Isocef 400 - capsule: cellulosa microcristallina, sodio amidoglicolato, magnesio stearato. Componenti della capsula: gelatina, titanio biossido, sodio laurilsolfato.
Isocef - granulato per sospensione orale: polisorbato 80, simeticone, gomma xanthano, silice precipitata, aroma ciliegia, titanio biossido, sodio benzoato, saccarosio.
Nessuna nota.
A confezionamento integro
Isocef 400 - capsule: 24 mesi.
Isocef- granulato per sospensione orale: 18 mesi.
Dopo ricostituzione
Sospensione ricostituita: 14 giorni.
Da conservarsi a temperatura inferiore a 25 °C.
Isocef 400 - 6 capsule da 400 mg in strip
Flacone da 15 g di granulato per sospensione orale 60 ml (36 mg/ml)
Granulato per sospensione orale
Agitare il flacone prima di aggiungere l'acqua per favorire la dispersione del granulato.
Riempire di acqua il misuratore annesso fino alla tacca "livello acqua" incisa sullo stesso.
Aggiungere l'acqua nel flacone in due volte. Dopo ogni aggiunta, chiudere, capovolgere il flacone ed agitare vigorosamente per ottenere una completa dispersione del granulato.
Dopo ricostituzione, la sospensione è stabile per 14 giorni.
Agitare la sospensione prima di ogni somministrazione.
RECORDATI INDUSTRIA CHIMICA E FARMACEUTICA S.p.A.
Via M. Civitali, 1 - 20148 Milano (MI)
Su licenza: Schering Plough Ltd./Shionogi Ltd.
Isocef 400 - 6 capsule da 400 mg AIC n. 027850142
Isocef- Flac. granulato per sosp. orale 60 ml (36 mg/ml)
AIC n. 027850104
Data prima autorizzazione: Maggio 1992
Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
-----
La sostanza non è soggetta al DPR 309/90.
Ottobre 1997
Prontuariofarmaci. - Copyright � 2000-2012 - Anibaldi.it@Network -
Tutti i diritti riservati.
[http://www.carloanibaldi.com/terapia/schede/summary.htm]