Il prodotto contiene sodio metabisolfito: tale sostanza può causare reazioni di tipo allergico, compresi sintomi anafilattici e broncospasmo nei soggetti suscettibili, specialmente coloro con una storia di asma allergica.
La sulfacetamide sodica non va somministrata in caso di lesioni corneali profonde. Il trattamento con sulfamidici dovrebbe essere interrotto in caso di rash cutanei al fine di evitare reazioni allergiche. Il prodotto non dovrebbe essere utilizzato in bambini di 1-2 mesi.
L'uso del prodotto per lungo tempo può provocare lo sviluppo di microrganismi resistenti, compresi funghi.
In caso di superinfezione o se non si notasse un miglioramento clinico in un ragionevole periodo di tempo che deve essere stabilito dal medico curante, occorre interrompere il trattamento ed instaurare idonee misure terapeutiche.
La sulfacetamide viene inattivata dall'acido aminobenzoico presente negli essudati purulenti.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
L'applicazione topica della sulfacetamide sodica nel trattamento delle congiuntiviti può causare molto raramente l'insorgenza della sindrome di Stevens-Johnson, febbre, eruzioni cutanee, depressione midollare. Tale sindrome compare, normalmente, 1-3 settimane dopo l'esposizione al farmaco, ma i sintomi possono manifestarsi entro ore o giorni se il paziente risulta già sensibilizzato da precedenti esposizioni a sulfamidici.
In soggetti con problemi di xeroftalmia, un'eventuale elevata concentrazione di sulfacetamide sodica sulla superficie oculare può determinare formazione di notevoli placche corneali bianche, con probabile danno alle cellule epiteliali più esterne.
Reazioni di ipersensibilità sono, invece, più rare e comprendono congiuntiviti, rash cutanei e la già menzionata sindrome di Stevens-Johnson.
L'applicazione locale di preparati oftalmici può causare bruciori e dolore pungente di carattere transitorio. Solo in rari casi si rende necessaria la sospensione del trattamento.
Qualora si verificassero effetti indesiderati anche diversi da quelli sopra descritti si consiglia di consultare un Medico.
La sulfacetamide è strutturalmente simile all'acido p-aminobenzoico (PABA) e manifesta perciò le proprietà tipiche della famiglia a cui appartiene. Agisce come inibitore dell'enzima batterico responsabile dell'incorporazione dell'acido p-aminobenzoico nell'acido folico. La sulfacetamide sodica è un derivato ottenuto per acetilazione e salificazione, ciò permette di conservare l'efficacia terapeutica della molecola e di renderla nel contempo assai solubile in acqua, così da poter realizzare la concentrazione necessaria per l'azione batteriostatica.
I microrganismi sensibili alla sulfacetamide sodica comprendono: Streptococcus pyogenes, S. pneumoniae, S. aureus, Haemophilus influenzae, Chlamydia trachomatis, Escherichia Coli, Meningococchi, Gonococchi e gli Pneumococchi.