- [Vedi Indice]Una fiala contiene: quinaprilato (quinapril diacido) mg 5.
Fiale da 5 ml. Soluzione iniettabile per uso endovenoso.
- [Vedi Indice]Quinazil endovena è indicato per il trattamento a breve termine dell'ipertensione arteriosa sistemica e dell'insufficienza cardiaca, in pazienti nei quali è indicata la terapia con un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina e che sono impossibilitati ad assumere tale terapia per via orale.
Per la conversione della terapia orale con quinapril (Quinazil) nella terapia con Quinazil Endovena in pazienti con ipertensione arteriosa, in base ai dati farmacocinetici e ai risultati delle sperimentazioni cliniche dovrebbe essere utilizzata una dose giornaliera equivalente alla metà della dose orale precedentemente assunta, suddivisa in due somministrazioni.
Le dosi di Quinazil endovena raccomandate in pazienti con ipertensione arteriosa già in trattamento con un ACE inibitore per via orale, sono comprese tra 2,5 mg e 10 mg, somministrate due volte al giorno.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca in trattamento con un ACE inibitore assunto oralmente, particolare attenzione dovrebbe essere prestata alla risposta pressoria, sebbene, nelle sperimentazioni cliniche condotte con la specialità, dosi comprese tra 0,5 e 10 mg, somministrate singolarmente o ripetute per quattro volte al giorno (per una dose giornaliera compresa tra 2 e 40 mg), sono risultate ben tollerate da pazienti affetti da insufficienza cardiaca di gravità moderata o severa. Di conseguenza, l'ambito posologico raccomandato di Quinazil endovena in pazienti con insufficienza cardiaca è compreso tra 1,25 mg e 5 mg somministrati quattro volte al giorno. Le particolari condizioni cliniche nelle quali si pone l'indicazione all'uso di Quinazil endovena (pazienti ospedalizzati impossibilitati a ricevere la terapia orale), richiede un aggiustamento individuale della dose di Quinazil endovena, sotto stretto controllo sanitario.
Si raccomanda di non usare Quinazil endovena in pazienti sia con ipertensione che con insufficienza cardiaca, non in trattamento con un ACE inibitore assunto oralmente.
Quinazil endovena deve essere somministrato in vena lentamente, in almeno 60 secondi. Nei pazienti che ricevono un ACE inibitore diverso dal quinapril, la dose di Quinazil endovena dovrebbe corrispondere a 2,5; 5, o 10 mg (somministrati ogni 12 ore) in pazienti con ipertensione ed a 1,25; 2,5 o 5 mg (somministrati quattro volte al giorno) in pazienti con insufficienza cardiaca, sulla base della dose di ACE inibitore precedentemente assunta (rispettivamente bassa, media ed alta).
Negli studi clinici eseguiti con Quinazil endovena, la specialità è stata somministrata alla dose massima di 40 mg al giorno, per un periodo non superiore alle 72 ore in pazienti con ipertensione, ed alle 48 ore in pazienti con insufficienza cardiaca.
In considerazione del fisiologico declino notturno della pressione arteriosa, talvolta conservato anche nei pazienti con ipertensione arteriosa, può essere opportuno considerare la possibilità di somministrare dosi serali e notturne ridotte di Quinazil endovena, allo scopo di evitare indebiti fenomeni ipotensivi durante il sonno. Nei pazienti ipertesi in trattamento con un diuretico, la dose iniziale raccomandata è di 1,25 mg somministrati ogni 12 ore.
Quinazil endovena non è stato studiato in pazienti con insufficienza renale. Quindi, non si consiglia l'inizio della terapia con un ACE inibitore in questi pazienti, utilizzando Quinazil endovena. Tuttavia, i dati di farmacocinetica indicano che l'emivita apparente di eliminazione del quinaprilato dopo somministrazione orale di quinapril aumenta e la clearance plasmatica del quinaprilato decresce con la diminuzione della clearance della creatinina.
Sulla base di queste informazioni, la dose di Quinazil endovena in pazienti con ridotta funzionalità renale, in trattamento con un ACE inibitore assunto oralmente e nei quali si richiede il trattamento endovenoso con quinaprilato, dovrebbe essere ridotta alla metà per livelli di clearance della creatinina maggiori di 30 ml/min/m2 , e ad un quarto in presenza di una clearance della creatinina compresa tra 10 e 30 ml/min/m2 . Non sono disponibili informazioni sui dosaggi indicati in presenza di una clearance della creatinina inferiore a 10 ml/min/m2 .
La dose di Quinazil endovena dovrebbe analogamente essere dimezzata anche negli anziani.
L'uso di Quinazil endovena è controindicato in pazienti ipersensibili al quinaprilato e in pazienti con una positività anamnestica per angioedema correlato all'uso di ACE inibitori, ereditario o idiopatico. Quinazil endovena è controindicato nel corso di gravidanza accertata o presunta e di allattamento.
L'uso di Quinazil endovena è controindicato nei bambini.
Si raccomanda di non usare Quinazil endovena in pazienti sia con ipertensione che con insufficienza cardiaca, non in trattamento con un ACE inibitore assunto oralmente.
Ipotensione:una ipotensione sintomatica è stata raramente riscontrata in pazienti con ipertensione non complicata trattati con Quinazil endovena, anche se rappresenta una possibile conseguenza di una terapia con un ACE inibitore in pazienti sale/volume depleti quali quelli in trattamento con diuretici, oppure sottoposti a restrizioni dell'introito dietetico di sodio, o nei pazienti dializzati. (Vedere "Interazioni" e "Effetti indesiderati").
In caso di ipotensione sintomatica, il paziente dovrebbe essere posto in posizione supina e, se richiesto, infuso con soluzione fisiologica. La comparsa di ipotensione a carattere transitorio non rappresenta una controindicazione alla continuazione del trattamento; tuttavia, una riduzione delle dosi di Quinazil endovena e degli eventuali farmaci diuretici concomitantemente assunti, dovrebbe essere considerata in questi casi.
Insufficienza renale:in soggetti predisposti, l'inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone può portare a modificazione della funzione renale. In pazienti con grave insufficienza cardiaca con funzione renale fortemente connessa con l'attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone, il trattamento con un ACE inibitore può associarsi ad oliguria e/o progressiva uremia e, raramente ad insufficienza renale acuta e/o morte.
Negli studi clinici effettuati somministrando un ACE inibitore a pazienti con ipertensione e stenosi renale unilaterale o bilaterale, sono stati rilevati aumenti dei livelli sierici di urea e creatinina, risultati tuttavia quasi sempre reversibili con l'interruzione del trattamento con ACE inibitore e/o dell'eventuale terapia diuretica associata. Comunque, in questi pazienti la somministrazione di un ACE inibitore deve essere accompagnata da un attento monitoraggio della funzione renale. Alcuni pazienti senza una evidente patologia nefrovascolare hanno sviluppato aumenti dell'azotemia e della creatininemia, generalmente lievi e transitori, generalmente dopo somministrazione combinata di un ACE inibitore e di un diuretico. Questo è tuttavia più probabile in pazienti con una nefropatia preesistente e quindi in questi casi si richiede l'interruzione della terapia con ACE inibitore o di quella con diuretico. In linea generale comunque, la valutazione del paziente iperteso dovrebbe sempre includere accertamenti sulla funzione renale. (Vedere "Posologia e modo di somministrazione").
Pazienti Emodializzati: esistono evidenze cliniche della possibilità di sviluppo di reazioni di tipo anafilattoide in pazienti emodializzati per i quali vengono utilizzate membrane ad alto flusso (ad esempio quelle a base di poliacrilonitrile), in occasione della contemporanea somministrazione di un ACE inibitore. Tale associazione deve essere di conseguenza evitata, utilizzando un diverso farmaco antiipertensivo o differenti metodiche di emodialisi.
Angioedema: angioedema è stato segnalato dopo assunzione di farmaci ACE inibitori. Tra i pazienti trattati con quinapril per os, l'incidenza di angioedema è risultata dello 0,1%. Nei casi di angioedema accompagnato da stridore laringeo o edema della faccia, della lingua o della glottide, il trattamento con Quinazil endovena deve essere interrotto immediatamente; il paziente deve essere inoltre trattato adeguatamente secondo i criteri di urgenza imposti dalla condizione clinica, e sottoposto ad osservazione sino alla scomparsa del gonfiore. I casi nei quali l'edema è confinato alla faccia ed alle labbra, generalmente tendono alla risoluzione spontanea senza necessità di trattamento; tuttavia, la somministrazione di antiistaminici può essere utile alla risoluzione dei sintomi. Viceversa i casi di angioedema con coinvolgimento laringeo sono potenzialmente fatali. La presenza di un interessamento della lingua, della glottide o della laringe si può associare ad una ostruzione delle vie aeree e richiede un appropriato intervento in urgenza, che comprende la somministrazione di amine simpaticomimetiche (es.: somministrazione sottocutanea di 0,3-0,5 ml di una soluzione di adrenalina 1:1000). (Vedere "Effetti indesiderati").
Tosse:la tosse è un evento associato all'uso di ACE inibitori. Tipicamente, la tosse è di tipo non-produttivo e persistente e si risolve con l'interruzione del trattamento. Tuttavia la correlazione di una tosse con la terapia con ACE inibitore dovrebbe essere valutata nell'ambito della diagnosi differenziale di questo sintomo.
Insufficienza epatica: la farmacocinetica del quinaprilato è alterata nei pazienti con insufficienza epatica secondaria a cirrosi alcolica.
Pazienti anziani: alcuni pazienti anziani possono presentare una risposta agli ACE-inibitori maggiore rispetto ai pazienti giovani. Si raccomandano, pertanto, la somministrazione di basse dosi iniziali ed una valutazione della funzionalità renale all'inizio del trattamento.
Iperpotassiemia e diuretici risparmiatori di potassio: così come gli altri farmaci ACE inibitori, Quinazil endovena può causare un aumento della potassiemia. Nelle sperimentazioni cliniche, l'iperpotassiemia (livelli sierici ³ 5,8 mEq/l), è stata riscontrata nel 2% dei pazienti trattati con quinapril per os. Nella maggior parte dei casi, l'elevazione dei livelli sierici di potassio è risultata isolata e si è risolta spontaneamente nonostante la continuazione della terapia. Meno dello 0,1% dei pazienti ha richiesto l'interruzione della terapia a causa della comparsa di iperpotassiemia. Fattori predisponenti allo sviluppo della iperpotassiemia sono la presenza di insufficienza renale, il diabete mellito e l'uso contemporaneo di diuretici risparmiatori di potassio o di integratori di potassio, che dovrebbero esser quindi usati con cautela solo se strettamente necessari, in occasione dell'uso di Quinazil endovena (Vedere "Interazioni").
Chirurgia/Anestesia: l'uso di farmaci ACE inibitori deve essere praticato con prudenza nei pazienti sottoposti ad interventi chirurgici ed anestesia, in quanto questi farmaci bloccano la formazione di angiotensina II secondaria all'aumento compensatorio di renina. Ciò può provocare ipotensione che può essere corretta tramite espansione della volemia.
Stenosi aortica/Cardiomiopatia ipertrofica:gli ACE inibitori devono essere usati con cautela in pazienti con ostacolato deflusso dal ventricolo sinistro.
Neutropenia/Agranulocitosi:gli ACE inibitori raramente possono associarsi alla comparsa di agranulocitosi e depressione midollare, ma la frequenza di questi eventi tende ad essere superiore in presenza di insufficienza renale, specie se associata a collagenopatie sistemiche con interessamento vascolare. In tali pazienti è dunque opportuno considerare un controllo dell'emocromo anche dopo somministrazione di Quinazil endovena.
Prodotti che influenzano la potassiemia:il quinapril può attenuare la perdita di potassio associata all'uso di farmaci diuretici tiazidici e può aumentare i livelli di potassiemia quando utilizzato in monoterapia. Utilizzando Quinazil endovena subito dopo o contemporaneamente all'assunzione di farmaci risparmiatori di potassio, di supplementazioni di potassio o di sostituti del sale ad alto tenore di potassio, è necessario operare frequenti controlli sui livelli di potassiemia per la possibile loro elevazione. (Vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").
Terapia diuretica concomitante:non si raccomanda di iniziare una terapia ACE inibitrice utilizzando Quinazil endovena. E'necessario utilizzare cautela quando una precedente terapia ACE inibitrice assunta oralmente viene convertita in Quinazil endovena in un paziente in terapia diuretica concomitante, anche se negli studi clinici, l'uso di Quinazil endovena in pazienti sia ipertesi che con insufficienza cardiaca in terapia con diuretici sia tiazidici che dell'ansa non ha provocato risposte ipotensive inattese o eccessive (Vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso" e "Posologia e modo di somministrazione").
Litio: l'assunzione contemporanea di litio e di farmaci ACE inibitori può provocare un aumento dei livelli plasmatici di litio con la conseguente comparsa di tossicità. Tale associazione deve essere quindi utilizzata con prudenza e devono essere eseguiti frequenti controlli sui livelli di litio nel siero. Nei casi nei quali la terapia comprenda anche un diuretico, il rischio di tossicità da litio risulta ulteriormente aumentato.
Anestetici, narcotici, antipsicotici: l'effetto ipotensivo può essere esaltato.
Allopurinolo, citostatici, immunoaggressivi, corticosteroidi sistemici e procainamide:possono aumentare il rischio di leucopenia.
Antiinfiammatori non steroidei: possono ridurre l'effetto antiipertensivo e esercitare un effetto additivo sull'aumento del potassio serico, specie in presenza di funzione renale compromessa.
Altri composti: la somministrazione contemporanea di quinapril e propranololo, idroclorotiazide, digossina e warfarina non si associa a interazioni farmacocinetiche di rilevanza clinica.
La somministrazione contemporanea di ACE-inibitori e farmaci antidiabetici (ipoglicemizzanti orali o insulina) può causare un aumento dell'effetto ipoglicemizzante di questi ultimi, con maggiore rischio di ipoglicemia, soprattutto durante le prime settimane di trattamento combinato ed in pazienti con funzionalità renale compromessa.
L'uso di Quinazil endovena è controindicato in gravidanza.
I farmaci ACE inibitori possono essere causa di morbilità e mortalità fetale quando somministrati in corso di gravidanza. In caso di diagnosi di gravidanza in una donna in trattamento con un ACE inibitore, tale trattamento deve essere interrotto appena possibile. L'assunzione di ACE inibitori nel corso del secondo e del terzo trimestre di gravidanza, è stato associato alla comparsa di ipotensione, insufficienza renale, ipoplasia cranica, e morte a carico del nascituro. È stato inoltre riscontrato oligoidramnios, presumibilmente in conseguenza di una ridotta funzione renale fetale, a sua volta associato a contratture degli arti, deformità craniofaciali, ipoplasia polmonare, e ritardo della crescita intrauterina. I suddetti effetti non sono stati riportati per l'assunzione di ACE inibitori nel primo trimestre di gravidanza.
Altri rischi potenziali per il feto od il neonato esposto ad ACE inibitori comprendono un ritardo nella crescita intrauterina, prematurità, e la permanenza della pervietà del dotto di Botallo; e stata inoltre riportata morte del feto. Non è ancora chiaro se la comparsa di tali effetti sia correlata all'assunzione di un ACE inibitore o alla malattia materna sottostante.
Non è inoltre chiaro se una esposizione limitata al primo trimestre possa interferire con lo sviluppo fetale.
I neonati esposti ad un ACE inibitore nel corso della vita intrauterina, dovrebbero essere strettamente controllati in relazione alla possibile comparsa di ipotensione, oliguria e iperpotassiemia. In caso di comparsa di oliguria, è necessario provvedere al supporto della pressione arteriosa e della perfusione renale.
Allattamento:gli ACE inibitori sono escreti nel latte materno anche se in quantità limitata. Per questo, Quinazil endovena è controindicato in donne che allattano al seno.
Non si applica a causa dell'uso esclusivamente intraospedaliero della specialità.
Nelle sperimentazioni controllate un totale di 286 soggetti (114 volontari sani, 135 pazienti ipertesi e 37 con insufficienza cardiaca) ha ricevuto il quinaprilato. Gli eventi indesiderati più frequentemente riscontrati nei pazienti sono stati: capogiro (7%), cefalea (6%), reazioni locali nel sito di infusione (4%) e stanchezza (3%). Altri eventi avversi riscontrati in circa il 2,0% dei soggetti sono stati: ipotensione, parestesie e sudorazione. L'interruzione del trattamento a causa di eventi indesiderati è stata necessaria nel 2,4% dei soggetti che hanno ricevuto Quinazil endovena nel corso di sperimentazioni cliniche.
Eventi indesiderati riscontrati con incidenza dell'1% o inferiore nei 172 pazienti che hanno ricevuto Quinazil endovena negli studi clinici sono stati:
Apparato Cardiovascolare:vasodilatazione, tachicardia, venospasmo, alterarazioni ECG dell'onda T, tromboflebite, aritmie, tachicardia ventricolare, dolore toracico destro.
Apparato Gastrointestinale:dispepsia, nausea e/o vomito, diarrea.
Sistema nervoso/Funzioni Psicobiologiche:vertigine, sonnolenza.
Cute e annessi:rash, herpes simplex.
Apparato Urogenitale:infezioni delle vie urinarie, poliuria.
Altri:astenia, febbre.
Sistema muscoloscheletrico:mialgia.
Apparato respiratorio:faringite, tosse.
Organi di senso:sensazione di pressione oculare, disgeusia.
Alterazioni di laboratorio:aumento enzimi epatici, iperpotassiemia.
Sangue ed organi emopoietici:porpora, linfoadenopatia.
Poiché il quinapril viene convertito in quinaprilato, gli eventi indesiderati riscontrati somministrando quinapril per os (Quinazil) potrebbero riscontrarsi anche dopo somministrazione di Quinazil endovena. La tollerabilità del quinapril è stata valutata in 4960 soggetti e pazienti ed è risultata buona. 3203 pazienti includenti 655 anziani, sono stati studiati nell'ambito di sperimentazioni cliniche controllate. Il quinapril è inoltre stato valutato in merito alla tollerabilità nel trattamento a lungo termine in oltre 1400 pazienti, trattati per almeno un anno.
Gli eventi indesiderati riscontrati somministrando il quinapril sono risultati generalmente lievi e transitori. Le reazioni avverse di più frequente riscontro negli studi clinici sono risultati essere cefalea (7,2%), capogiro (5,5%), tosse (3,9%), stanchezza (3,5%), rinite (3,2%), nausea e/o vomito (2,8%) e mialgia (2,2%).
La sospensione del trattamento a causa di eventi avversi è stata necessaria nel 5.2% dei pazienti trattati con quinapril per os nel corso di sperimentazioni cliniche controllate.
Angioedema è stato segnalato dopo assunzione di farmaci ACE inibitori come Quinazil Endovena. Tra i pazienti trattati con quinapril (Quinazil) per via orale, l'incidenza di angioedema è risultata dello 0,1 %. Nei casi di angioedema accompagnato da stridore laringeo o edema della faccia, della lingua o della glottide, il trattamento con Quinazil Endovena deve essere interrotto immediatamente; il paziente deve essere inoltre trattato adeguatamente secondo i criteri di urgenza imposti dalla condizione clinica, e sottoposto ad osservazione sino alla scomparsa del gonfiore. I casi nei quali l'edema è confinato alla faccia ed alle labbra, generalmente tendono alla risoluzione spontanea senza necessità di trattamento; tuttavia, la somministrazione di antistaminici può essere utile alla risoluzione dei sintomi. Viceversa i casi di angioedema con coinvolgimento laringeo sono potenzialmente fatali. La presenza di un interessamento della lingua, della glottide o della laringe si può associare ad una ostruzione delle vie aeree e richiede un appropriato intervento in urgenza, che comprende la somministrazione di amine simpaticomimetiche (es.: somministrazione sottocutanea di 0,3-0,5 ml di una soluzione di adrenalina 1:1000).
Una ipotensione sintomatica è stata raramente riscontrata in pazienti con ipertensione non complicata trattati con Quinazil Endovena, anche se rappresenta una possibile conseguenza di una terapia con un ACE inibitore in pazienti sale/volume depleti quali quelli in trattamento con diuretici, oppure sottoposti a restrizioni dell'introito dietetico di sodio, o nei pazienti dializzati.
In caso di ipotensione sintomatica, il paziente dovrebbe essere posto in posizione supina e, se richiesto, infuso con soluzione fisiologica. La comparsa di ipotensione a carattere transitorio non rappresenta una controindicazione alla continuazione del trattamento; tuttavia, una riduzione delle dosi di Quinazil Endovena e degli eventuali farmaci diuretici concomitantemente assunti, dovrebbe essere considerata in questi casi.
Gli ACE inibitori raramente possono associarsi alla comparsa di agranulocitosi e depressione midollare, ma la frequenza di questi eventi tende ad essere superiore in presenza di insufficienza renale, specie se associata a collagenopatie sistemiche con interessamento vascolare. In tali pazienti è dunque opportuno considerare un controllo dell'emocromo anche dopo somministrazione di Quinazil Endovena.
Altri effetti collaterali verificatisi molto raramente dopo somministrazione di quinapril per os o di altri ACE inibitori sono: infarto miocardico o apoplessia, forse secondari ad un'eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio, disturbi del ritmo, angina pectoris, occlusione intestinale, pancreatite, insufficienza epatica, epatite epatocellulare o colostatica, ittero, stipsi, anoressia, stomatite, depressione, confusione mentale, vertigini, infiltrati polmonari, broncospasmo/asma, rinorrea, mal di gola e raucedine, offuscamento della visione, alopecia, orticaria, arrossamento, tinnito, glossite, eritema multiforme, dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, penfigo.
È stato riportato un complesso sintomatologico che può includere febbre, sierosite, vasculite, mialgia/miosite, artralgia/artrite, positività per gli anticorpi antinucleo, VES elevata, eosinofilia e leucocitosi. Possono verificarsi rash, fotosensibilità o altre manifestazioni dermatologiche.
Parametri di Laboratorio
Ematologia: raramente l'uso di quinapril è stato associato alla comparsa di agranulocitosi e neutropenia, ma la relazione causale tra tali eventi e la somministrazione del farmaco non è chiara.
Iperpotassiemia:(vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").
Creatinina e Azotemia: nelle sperimentazioni cliniche con quinapril, aumenti maggiori di 1,25 volte nei valori di creatininemia e di azotemia rispetto ai valori massimi della norma sono stati osservati nel 2% dei pazienti trattati con quinapril in monoterapia. Non sono attese variazioni in tale incidenza dopo somministrazione di Quinazil endovena. Le alterazioni di tali parametri sono comunque più probabili nei pazienti in concomitante terapia diuretica, e comunque spesso scompaiono senza modificazioni della terapia.
Non sono disponibili informazioni sugli effetti del sovradosaggio di Quinazil endovena nell'uomo. Nonostante quindi non siano disponibili informazioni specifiche sul trattamento del sovradosaggio di Quinazil endovena, è atteso che le manifestazioni cliniche più probabili siano da attribuire ad una ipotensione severa, che può essere trattata con l'infusione di soluzione fisiologica.
L'emodialisi e la dialisi peritoneale non sono in grado di rimuovere significativamente il quinaprilato dal sangue.
Il quinaprilato, componente attivo di Quinazil endovena, o il quinapril assunto oralmente come Quinazil che viene rapidamente ed estesamente trasformato in quinaprilato, è un potente inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE) negli animali e nell'uomo. L'ACE è una peptidil-dipeptidasi che catalizza la conversione dell'angiotensina I nel potente vasocostrittore angiotensina II, che svolge un importante ruolo nel controllo del tono e della funzione vascolare attraverso meccanismi diversi che comprendono anche la stimolazione della secrezione di aldosterone da parte del corticosurrene. Il meccanismo d'azione del quinaprilato nell'uomo e negli animali consiste in una inibizione dell'attività dell'ACE sia plasmatico che tissutale, alla quale consegue una diminuzione dell'attività vasocostrittrice e della secrezione di aldosterone. La ridotta disponibilità di aldosterone può comportare un modesto incremento della potassiemia. Negli studi controllati eseguiti nell'ipertensione, il trattamento con quinapril in monoterapia ha provocato un incremento medio della potassiemia pari a 0,07 mEq/l. (Vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso"). La rimozione del feedback negativo operato dall'angiotensina II sulla secrezione di renina comporta un aumento dell'attività reninica plasmatica.
Sebbene il meccanismo principale dell'attività terapeutica del quinapril e del quinaprilato consista nell'inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, gli studi clinici hanno evidenziato come l'attività antiipertensiva del quinapril è presente anche in pazienti con bassi livelli plasmatici di renina. L'attività terapeutica è presente in tutte le razze studiate, sebbene leggermente inferiore nei soggetti di razza nera (generalmente portatori di ipertensione a bassa renina). L'ACE coincide con la Chininasi II, enzima deputato alla degradazione della bradichinina, sostanza a potente azione vasodilatante; il ruolo di tale meccanismo nell'attività terapeutica del quinaprilato resta al momento da definire.
Negli studi condotti negli animali da esperimento, l'attività terapeutica del quinapril si prolunga oltre gli effetti inibitori sull'ACE circolante, mentre pare correlarsi temporalmente meglio con l'inibizione dell'ACE nei tessuti.
La somministrazione di Quinazil endovena in pazienti ipertesi comporta una riduzione della pressione arteriosa misurata in posizione supina, seduta od ortostatica con minime variazioni a carico della frequenza cardiaca. L'attività antiipertensiva si instaura entro 30 minuti con un effetto massimo raggiunto entro tre ore dalla somministrazione. La durata dell'effetto emodinamico risulta essere correlato con la dose somministrata. Alle dosi raccomandate, gli effetti ipotensivi si mantengono nella maggior parte dei pazienti per tutte le 12 ore dell'intervallo tra le somministrazioni. Negli studi clinici, Quinazil endovena è stato somministrato a pazienti ipertesi per un periodo massimo di 72 ore ed a pazienti con insufficienza cardiaca per non più di 48 ore. Le determinazioni emodinamiche eseguite in pazienti ipertesi indicano che la riduzione pressoria indotta dal quinapril si accompagna ad un calo delle resistenze vascolari periferiche e vascolari renali con variazioni minime o assenti a carico della frequenza cardiaca, dell'indice cardiaco, del flusso ematico renale, della velocità e della frazione di filtrazione glomerulare.
L'effetto terapeutico del quinapril appare essere indipendente dall'età, senza modificazioni della tollerabilità negli anziani.
Il quinaprilato è un ACE inibitore a somministrazione endovenosa e rappresenta il metabolita attivo del pro-farmaco quinapril, che viene somministrato oralmente.
L'assorbimento del quinaprilato per via orale è scarso. Praticamente l'intera dose di quinaprilato somministrato in vena viene recuperato intatto nelle urine, indicando un metabolismo minimo od assente. Di conseguenza, la clearance del quinaprilato corrisponde abbastanza bene a quella plasmatica (60 - 80 ml/min). Il volume apparente di distribuzione del quinaprilato è di circa 11 litri. Dopo somministrazione di una singola dose o di dosi ripetute di Quinazil endovena, la AUC (0-¥) e la AUC (0-6 ore) della concentrazione plasmatica di quinaprilato, aumenta proporzionalmente alla dose somministrata. L'emivita effettiva di accumulo del quinaprilato è di circa tre ore. La biodisponibilità sistemica del quinaprilato dopo somministrazione orale di quinapril è compresa tra il 38% e il 52%. Circa il 97% del quinaprilato circolante nel plasma è legato alle proteine. Nei pazienti con insufficienza renale, l'emivita apparente di eliminazione del quinaprilato aumenta con il diminuire della clearance della creatinina. Studi di farmacocinetica in pazienti con insufficienza renale terminale in emodialisi o dialisi continua peritoneale indicano che la dialisi ha scarso effetto sulla eliminazione del quinaprilato.
Esiste una correlazione lineare tra la clearance del quinaprilato e quella della creatinina. Una riduzione della eliminazione del quinaprilato è presente nei pazienti anziani ( ³65 anni) e ben si correla con la riduzione della funzione renale presente in questi pazienti (Vedere "Posologia e modo di somministrazione").
Studi nei ratti indicano che il quinaprilato non attraversa la barriera ematoencefalica.
Non sono stati eseguiti studi sulla riproduzione o sulla teratogenicità con il quinaprilato. Il quinapril somministrato oralmente è risultato non cancerogeno nel topo e nel ratto a dosi sino a 75 e 100 mg/kg/die (50-60 volte la dose massima nell'uomo) somministrati per 104 settimane. Il quinapril ed il quinaprilato non sono risultati mutageni nel test di Ames senza attivazione metabolica. Il quinapril è risultato inoltre negativo negli studi in vitro sulle mutazioni puntiformi in cellule di mammifero, nel test di scambio cromatidico in cellule di mammifero, nel test dei micronuclei nel topo, nel test in vitro sulle aberrazioni cromosomiche con cellule polmonari V79 in coltura e nei test citogenici in vivo su midollo osseo di ratto. Nessun fenomeno sfavorevole è stato riscontrato sulla fertilità o la capacità riproduttiva nei ratti a dosi sino a 100 mg/kg/die (60 volte la dose umana massima giornaliera).
Ogni fiala contiene: sodio idrossido, acqua per preparazioni iniettabili.
Quinazil endovena è compatibile con le soluzioni glucosate, con la soluzione isotonica e le soluzioni saline del tipo "Eufosal, " nonché con i sistemi di infusione come Pfrimmer Intrafix Air G, R 71 plus, sistema di infusione Amefa G, i sistemi di perfusione come il Braun tipo PE, e con le comuni siringhe in plastica prodotte con polipropilene/polietilene.
A pH inferiori a 7 il quinaprilato tende a cristallizzare.
24 mesi.
Conservare a temperatura inferiore a 30 °C.
Fiale contenenti 5 mg di quinaprilato disciolti in 5 ml di soluzione acquosa sterile.
Astuccio da 5 fiale 5 mg/5 ml
Astuccio da 10 fiale 5 mg/5 ml
Nessuna.
MALESCI Istituto Farmacobiologico S.p.A.
Via Lungo l'Ema, 7 - Bagno a Ripoli FI
Su licenza: Warner Lambert & Co. - USA
5 fiale AIC n. 027225061
10 fiale AIC n. 027225073
Uso riservato ad Ospedali e Case di Cura.
Vietata la vendita al pubblico.
25.10.95
Non soggetto al DPR 309/90.
Ottobre 1998
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