Ogni compressa contiene 15 mg, 30 mg o 45 mg di
mirtazapina.
Compresse rivestite con film.
- [Vedi Indice]
Episodi di depressione maggiore
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Le compresse devono essere assunte per via orale, se
necessario con un liquido, ed inghiottite senza essere
masticate.
Adulti: ����� La dose efficace giornaliera è
di solito compresa tra 15 e 45 mg; la dose iniziale è 15 o
30 mg (la dose più alta deve essere presa alla sera).
Anziani: la dose raccomandata è uguale a
quella degli adulti. Nei pazienti anziani l’aumento del
dosaggio deve avvenire sotto stretto controllo medico per
assicurare una risposta efficace e sicura.
Bambini: non si consiglia l’uso di Remeron nei
bambini poiché in essi non sono state studiate sicurezza
ed efficacia.
La clearance della mirtazapina può essere ridotta in
pazienti con insufficienza renale o epatica; ciò deve
essere tenuto presente quando si prescrive Remeron a queste
categorie di pazienti.
Poiché l’emivita della mirtazapina è di
20-40 ore, Remeron è adatto per essere somministrato in
dose unica giornaliera: è preferibile assumere la dose
unica di sera, prima di andare a dormire. La dose prescritta di
Remeron può anche essere assunta in 2 somministrazioni,
suddividendola in parti uguali tra mattino e sera.
E’ preferibile che il trattamento continui fino a 4-6
mesi dopo la completa scomparsa della sintomatologia. Dopo questo
periodo, il trattamento può essere gradualmente
sospeso.
Il trattamento con un dosaggio adeguato deve dare una risposta
positiva entro 2-4 settimane. Se la risposta è
insufficiente, la dose può essere aumentata sino al
dosaggio massimo; se non vi è alcuna risposta entro le
successive 2-4 settimane, il trattamento deve essere
interrotto.
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Ipersensibilità alla mirtazapina.
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Durante il trattamento con la maggior parte degli
antidepressivi, è stata segnalata depressione midollare,
che si manifesta, di solito, sotto forma di granulocitopenia o
agranulocitosi; essa compare per lo più dopo 4-6 settimane
di terapia ed è in genere reversibile una volta sospeso il
trattamento.
Agranulocitosi reversibile è stata segnalata,
raramente, anche nel corso degli studi clinici con Remeron. Il
medico deve prestare particolare attenzione a sintomi quali
febbre, mal di gola, stomatite od altri segni di infezione;
quando questi si presentano, il trattamento deve essere
interrotto e deve essere eseguito un esame emocromocitometrico
completo.
E’ necessario dosare accuratamente il farmaco e porre
sotto stretto controllo i pazienti con:
epilessia e sindrome cerebrale organica; l’esperienza
clinica evidenzia che raramente si verificano attacchi nei
pazienti trattati con Remeron;
insufficienza epatica o renale;
malattie cardiache quali difetti della conduzione, angina
pectoris, infarto del miocardio recente; in questi casi debbono
essere prese le normali precauzioni e la terapia concomitante
deve essere attuata con accortezza;
ipotensione.
Come con altri antidepressivi, vanno seguiti con attenzione
pazienti con:
disturbi della minzione da ipertrofia prostatica (sebbene non
si prevedano problemi con Remeron, poiché esso possiede
un’attività anticolinergica molto debole);
glaucoma acuto ad angolo chiuso ed ipertensione oculare (anche
in questi casi la possibilità che si evidenzino problemi
con Remeron è scarsa, poiché esso è dotato
di un’attività anticolinergica molto debole);
diabete mellito.
Il trattamento deve essere interrotto se compare ittero.
Inoltre, come con altri antidepressivi, si deve tenere conto
che:
quando gli antidepressivi sono somministrati a pazienti con
schizofrenia o altri disturbi psicotici, si può verificare
un peggioramento dei sintomi psicotici; l’ideazione
paranoide si può intensificare;
quando viene trattata la fase depressiva di una psicosi
maniaco-depressiva, essa si può trasformare in fase
maniacale;
per quanto riguarda la possibilità di suicidio, specie
all’inizio del trattamento, è bene fornire al
paziente solo un ridotto numero di compresse di Remeron;
sebbene gli antidepressivi non provochino dipendenza, la
brusca sospensione della somministrazione, dopo un lungo periodo
di trattamento, può provocare nausea, mal di testa,
malessere;
i pazienti anziani sono spesso più sensibili,
soprattutto nei confronti degli effetti indesiderati degli
antidepressivi. Durante gli studi clinici condotti con Remeron
non sono stati segnalati effetti indesiderati più
frequenti negli anziani rispetto ai pazienti appartenenti alle
altre classi di età; tuttavia, l’esperienza finora
acquisita è limitata.
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Datiin vitro suggeriscono che la mirtazapina è
un inibitore competitivo molto debole degli enzimi citocromo P450
CYP1A2, CYP2D6 e CYP3A. La mirtazapina è ampiamente
metabolizzata dal CYP2D6 e dal CYP3A4 e – in misura
inferiore – dal CYP1A2. Uno studio sulle interazioni,
condotto su volontari sani, non ha mostrato alcuna influenza
della paroxetina, un inibitore del CYP2D6, sulla farmacocinetica
della mirtazapina, allo stato stazionario (steady state).
Non è conosciuto l’effetto di alcun inibitore del
CYP3A4 sulla farmacocinetica della mirtazapinain vivo.
Particolare attenzione va prestata quando, assieme alla
mirtazapina, vengono somministrati potenti inibitori del CYP3A4,
quali gli inibitori della HIV-proteasi, gli antifungini azolici,
l’eritromicina e il nefazodone. La carbamazepina, un
induttore del CYP3A4, aumenta di circa il doppio la
clearance della mirtazapina, provocando una riduzione del
45-60% dei livelli plasmatici. Quando la carbamazepina o un altro
induttore del metabolismo dei farmaci (quale rifampicina o
fenitoina) viene somministrato contemporaneamente alla
mirtazapina, può essere necessario aumentare la dose di
quest’ultima. Se il trattamento con un induttore viene
interrotto, può essere necessario ridurre la dose di
mirtazapina. La biodisponibilità della mirtazapina aumenta
di oltre il 50% in caso di somministrazione contemporanea di
cimetidina. Nel caso in cui venga iniziato un trattamento
concomitante con cimetidina, può essere necessario ridurre
la dose di mirtazapina oppure aumentarla, quando termina la
terapia con cimetidina. In studi sulle interazioniin
vivo, la mirtazapina non ha influenzato la farmacocinetica di
risperidone o paroxetina (substrato CYP2D6), carbamazepina
(substrato CYP3A4), amitriptilina e cimetidina. Non sono stati
osservati effetti clinici rilevanti o modificazioni della
farmacocinetica nell’uomo, nel caso di somministrazione
contemporanea di mirtazapina e litio.
- La mirtazapina può potenziare l’azione
depressiva dell’alcool sul sistema nervoso centrale; i
pazienti debbono pertanto essere avvisati di evitare di bere
alcolici durante il trattamento con Remeron.
- Remeron non deve essere somministrato insieme con gli
inibitori delle MAO o entro le due settimane successive alla
sospensione della terapia con questi farmaci.
La mirtazapina può potenziare gli effetti sedativi
delle benzodiazepine; precauzioni debbono essere prese quando
questi farmaci sono prescritti unitamente a Remeron.
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Benché gli studi condotti negli animali non abbiano
dimostrato effetti teratogeni di significato tossicologico, non
è stata accertata nella donna gravida la sicurezza di
Remeron. Durante la gravidanza Remeron deve essere impiegato solo
se ciò è strettamente necessario.
Sebbene gli esperimenti condotti sugli animali dimostrino che
la mirtazapina è escreta nel latte solo in bassissima
quantità, l’uso di Remeron durante
l’allattamento al seno non è consigliato
poiché non sono disponibili dati relativi
all’allattamento nella specie umana.
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Remeron può ridurre la capacità di
concentrazione e lo stato di vigilanza. I pazienti trattati con
antidepressivi devono evitare lavori potenzialmente pericolosi
che richiedono vigilanza e buona concentrazione, come guidare un
veicolo a motore o usare macchinari.
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I pazienti depressi manifestano un certo numero di sintomi che
sono dovuti alla malattia stessa. E’ pertanto difficile,
talvolta, accertare quali sintomi siano espressione della
malattia e quali il risultato del trattamento con Remeron.
Gli effetti indesiderati più comunemente riportati
durante il trattamento con Remeron sono:
- aumento dell’appetito e del peso corporeo;
sonnolenza (che può ridurre la capacità di
concentrazione), di solito durante le prime settimane di
trattamento (N.B.: la riduzione del dosaggio di solito non porta
a minore sedazione ma può compromettere l’efficacia
antidepressiva)
edema generalizzato o localizzato e conseguente aumento di
peso
vertigini
mal di testa.
Raramente si possono presentare i seguenti effetti
indesiderati:
- ipotensione (ortostatica);
- mania;
- convulsioni (attacchi), tremori, mioclono;
- depressione midollare acuta (eosinofilia,
granulocitopenia, agranulocitosi, anemia aplastica e
trombocitopenia; vedere anche il paragrafo 4.4 AVVERTENZE
SPECIALI E OPPORTUNE PRECAUZIONI D’IMPIEGO);
- aumento dei livelli sierici delle transaminasi;
- esantema
- parestesia
sindrome delle gambe senza riposo
artralgia/mialgia
affaticamento
incubi notturni/sogni vividi.
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L’attuale esperienza (benché ancora limitata)
relativa al sovradosaggio con Remeron da solo indica che i
sintomi sono di solito lievi. Sono stati riportati depressione
del sistema nervoso centrale con disorientamento e sedazione
prolungata, insieme a tachicardia e lieve iper- o�
ipotensione.
I casi di sovradosaggio debbono essere trattati con lavanda
gastrica e con appropriata terapia sintomatica e di sostegno
delle funzioni vitali.
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Remeron (mirtazapina) è un antidepressivo che
può essere impiegato nel trattamento degli episodi di
depressione maggiore. La presenza di sintomi quali anedonia,
inibizione psicomotoria, disturbi del sonno (risveglio precoce) e
perdita di peso, aumenta la possibilità di una risposta
positiva al farmaco. Altri sintomi sono: perdita di interesse,
pensieri suicidi e variazioni dell’umore (migliore alla
sera piuttosto che al mattino). Remeron inizia ad esercitare il
proprio effetto in genere dopo 1-2 settimane di trattamento.
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La mirtazapina è un a2-antagonista attivo
centralmente a livello presinaptico, capace di indurre un aumento
della neurotrasmissione noradrenergica e serotoninergica
centrale. L’aumento della neurotrasmissione serotoninergica
è specificatamente mediato dai recettori 5-HT1
, giacchè i recettori 5-HT2 � e
5-HT3 vengono bloccati dalla mirtazapina. Si presume
che entrambi gli enantiomeri della mirtazapina contribuiscano
all’attività antidepressiva, bloccando,
l’enantiomero S(+) i recettori alfa2� e
5-HT2 e l’enantiomero R(-) i recettori
5-HT3.
L’attività antagonista della mirtazapina verso i
recettori H1-istaminergici è responsabile delle
sue proprietà sedative.
La mirtazapina è generalmente ben tollerata; essa
è sprovvista di attività anticolinergica e, alle
dosi terapeutiche, praticamente non ha effetti sul sistema
cardiovascolare.
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Dopo somministrazione orale di compresse di Remeron, il
principio attivo mirtazapina viene assorbito bene e rapidamente
(biodisponibilità circa 50%); il picco dei livelli
plasmatici viene raggiunto dopo circa 2 ore. Il legame della
mirtazapina con le proteine plasmatiche è dell’85%
circa. L’emivita media di eliminazione è di 20-40
ore; occasionalmente è stata osservata una emivita
più lunga, fino a 65 ore, e - nei giovani –
più breve. L’emivita di eliminazione è
sufficiente a giustificare il trattamento con dosaggio unico
giornaliero.
Lo stato stazionario (steady state) è raggiunto dopo
3-4 giorni, dopo i quali non vi è ulteriore accumulo.
Nell’intervallo di dosi raccomandato, la mirtazapina
mostra una farmacocinetica lineare. L’assunzione di cibo
non influenza la farmacocinetica della mirtazapina.
La mirtazapina è ampiamente metabolizzata ed eliminata
attraverso le urine e le feci, in pochi giorni. La
biotrasformazione avviene essenzialmente per demetilazione ed
ossidazione, seguite da coniugazione. Datiin vitro
ottenuti studiando microsomi di fegato umano indicano che gli
enzimi citocromo P450, CYP2D6 e CYP1A2 sono coinvolti nella
formazione dell’8-idrossi-metabolita della mirtazapina,
mentre CYP3A4 è considerato responsabile della formazione
degli N-demetil e N-ossido-metaboliti. Il metabolita demetilato
è farmacologicamente attivo e sembra abbia lo stesso
profilo farmacocinetico del composto dal quale deriva.
La clearance della mirtazapina può risultare ridotta,
in conseguenza di un’insufficienza renale od epatica.
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Negli studi sulla tollerabilità dopo trattamento
cronico, condotti nel ratto e nel cane, o negli studi di
tossicità della riproduzione, condotti nel ratto e nel
coniglio, la mirtazapina non ha indotto effetti clinici di
rilievo.
In una serie di test di mutazione genica e di danno
cromosomico e del DNA, la mirtazapina non si è rivelata
genotossica.
I tumori della tiroide riscontrati in uno studio di
carcinogenesi nel ratto e la neoplasia epatocellulare rilevata in
uno studio di carcinogenesi nel topo, sono considerate risposte
specie-specifiche non genotossiche associate al trattamento a
lungo termine con dosi elevate di induttori degli enzimi
epatici.
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Le compresse di Remeron 15 mg, 30 mg e 45 mg contengono:
nucleo: amido di mais, idrossipropilcellulosa, magnesio
stearato, biossido di silicio colloidale, lattosio;
rivestimento: idrossipropilmetilcellulosa,
polietilenglicole 8000, biossido di titanio (E 171).
Remeron 15 mg contiene anche ossido di ferro giallo (E 172);
Remeron 30 mg contiene ossido di ferro giallo (E 172) e ossido di
ferro rosso (E 172).
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Non pertinente.
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La validità delle compresse di Remeron è di 3
anni.
Le compresse di Remeron non debbono essere utilizzate dopo la
data di scadenza riportata sulla confezione.
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Remeron deve essere conservato al buio ed in luogo
asciutto, a 2-30°C.
�
Le compresse di Remeron sono ovali, biconvesse, contrassegnate
dalla scritta “Organon” su un lato e da un codice
sull’altro lato. Le compresse da 15 mg e 30 mg sono
divisibili.
Le compresse di Remeron sono confezionate in blister a prova
di bambino, costituito da una pellicola di polivinilcloruro
bianco opaco e da un foglio di alluminio con un rivestimento
termosaldato sul lato a contatto con le compresse.
Sono disponibili le seguenti confezioni:
- 3 blisters, ciascuno con 10 compresse gialle da 15 mg di
mirtazapina (codice TZ/3);
- 2, 3, 5, 10, 20 o 50 blisters, ciascuno con 10 compresse
rosso-marrone da 30 mg di mirtazapina (codice TZ/5);
- 2, 3, 5, 10, 20 o 50 blisters, ciascuno con 10 compresse
bianche da 45 mg di mirtazapina (codice TZ/7).;
- 2, 4 8 o 10 blisters, ciascuno con 7 compresse gialle da 15
mg di mirtazapina (codice TZ/3);
- 2, 4 8 o 10 blisters, ciascuno con 7 compresse rosso-marrone
da 30 mg di mirtazapina (codice TZ/5);
- 2, 4 8 o 10 blisters, ciascuno con 7 compresse bianche da 45
mg di mirtazapina (codice TZ/7).
�
Non applicabile
�
N.V. Organon - P.O. Box 20, 5340 BH Oss,
Olanda.
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30 compresse 15 mg� ����������� N. AIC 029444015
60 compresse 15 mg� ����������� N. AIC 029444027
90 compresse 15 mg� ����������� N. AIC 029444039
14 compresse 30 mg� ����������� N. AIC 029444080/M
30 compresse 30 mg� ����������� N. AIC 029444041
14 compresse 45 mg� ����������� N. AIC 029444092/M
30 compresse 45 mg ����������� N. AIC 029444078/M
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27/05/96 / Maggio 2001
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Febbraio 2002
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