Interazioni - [Vedi Indice]La somministrazione di rifampicina può accompagnarsi ad induzione dei sistemi enzimatici farmaco-metabolizzanti del fegato.
Il metabolismo dei composti che sono substrati di tali sistemi può perciò essere alterato ed in alcuni casi accelerato, con la possibile conseguenza di un ridotto effetto farmacologico dei composti stessi.
A tutt'oggi modificazioni di possibile significato clinico sono state riportate per anticoagulanti, antidiabetici orali, digitalici , contraccettivi orali, corticosteroidi, ciclosporina, chinidina, dapsone, barbiturici od analgesici e quindi può rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio quando essi vengono impiegati simultaneamente al Rifadin e in particolare all'inizio e alla fine della terapia con l'antibiotico.
Alle donne in trattamento con contraccettivi orali durante la terapia con Rifadin si suggerisce l'uso dei mezzi anticoncezionali di tipo non ormonale, in quanto nel corso di trattamento combinato può essere compromesso, sia pure in rari casi, l'effetto dei preparati ormonici ovariostatici.
La somministrazione simultanea di acido para-aminosalicilico (P.A.S.) in formulazioni contenenti come eccipiente la bentonite, e rifampicina può indurre una riduzione dei livelli ematici di quest'ultima. I due farmaci devono essere somministrati con un intervallo di almeno 8 ore.
Dosi elevate di rifampicina sono risultate teratogene nei roditori. Non sono disponibili studi specifici nell'uomo sull'impiego della rifampicina durante la gravidanza. Quindi l'antibiotico è in principio controindicato nei primi 3 mesi della gravidanza e comunque dovrebbe essere usato nel corso della stessa solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto.
Quando la rifampicina viene somministrata nelle ultime settimane di gravidanza può causare emorragie post-natali nella madre e nel neonato e quindi l'impiego di vitamina K può rendersi necessario.
La rifampicina è presente nel latte materno per cui l'antibiotico dovrebbe essere usato durante l'allattamento solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il bambino.
Non sono note interferenze sulla capacità di guida e sull'uso di macchine.
Anche se raramente, con l'uso della rifampicina sono stati riferiti disturbi gastrointestinali quali dolori epigastrici, anoressia, nausea, vomito, meteorismo, crampi e diarrea. In altri casi sono stati segnalati cefalea, sonnolenza, astenia, vertigini, diminuzione del potere di concentrazione, disturbi alla vista, debolezza muscolare, dolori alle estremità.
Reazioni secondarie di ipersensibilità sono state descritte con eruzioni cutanee, orticaria, prurito, eosinofilia, stomatiti e glossiti ulcerative. In casi isolati, trombocitopenia, leucopenia, anemia emolitica, epatite con ittero, variazione del tasso della bilirubina, della fosfatasi alcalina e delle transaminasi, nonché delle prove con bromosulfonftaleina (BSF).
La frequenza e la gravità delle reazioni secondarie di tipo ematologico potrebbero essere aumentate dall'uso contemporaneo di isoniazide.
Reazioni di carattere immunologico come: sindrome "simil-influenzale" ("flou syndrome"), difficoltà respiratorie, caduta pressoria, shock, anemia emolitica acuta ed insufficienza renale, sono state riferite con l'uso intermittente della rifampicina.
Disturbi nel ciclo mestruale sono stati riferiti in donne sottoposte a terapia specifica con rifampicina di lunga durata.
Non sono noti sintomi da sovradosaggio.
Studi condotti in animali e non ripetuti nell'uomo con dosi di rifampicina molto elevate, suggeriscono che in quelle condizioni può evidenziarsi una azione neurodepressiva.
In caso di un eventuale sovradosaggio si consiglia di effettuare tempestivamente una lavanda gastrica e di istituire una terapia sintomatica di sostegno.
La rifampicina è una sostanza antibiotica semisintetica, dotata di attività battericida, efficace per via orale e parenterale. La sua attività antibatterica in vivo e nelle infezioni sperimentali si esplica nei confronti dei micobatteri, compresi il Mycobacterium tuberculosis ed il Mycobacterium leprae, e diversi germi Gram-positivi e Gram-negativi. La rifampicina non presenta resistenza crociata con gli altri antibiotici, eccettuate le rifamicine, e pertanto è attiva anche sui germi ad essi resistenti. D'altra parte la possibilità di insorgenze di ceppi resistenti durante il trattamento, e talvolta anche entro un breve periodo di tempo, deve essere presa nella giusta considerazione. L'incidenza varia a seconda della specie batterica.
Nell'uomo dopo somministrazione orale a stomaco vuoto di 10 mg/kg di peso corporeo di rifampicina, si ottengono livelli ematici di circa 10 mcg/ml che raggiungono i valori massimi intorno alla seconda ora e che persistono in misura apprezzabile oltre l'ottava sino alla dodicesima ora, con un'ottima distribuzione nei tessuti e nei liquidi organici, compreso il liquor. Questi valori sono anche validi per i soggetti affetti da insufficienza renale e, quindi, in questi casi non è necessario riaggiustare il dosaggio dell'antibiotico. Circa l'80% della rifampicina circolante si lega alle proteine plasmatiche. L'eliminazione avviene principalmente attraverso la bile e l'urina, nelle quali si realizzano concentrazioni molto elevate.
Tossicità acuta: DL50 nel topo per i.v. 260,0 mg/kg; DL50 nel topo per os 885,0 mg/kg; DL50 nel ratto per i.v. 330,0 mg/kg; DL50 nel ratto per os 1720,0 mg/kg; DL50 nel coniglio per os 2120,0 mg/kg. Tossicità subacuta: nel ratto nessuna alterazione apprezzabile alla dose/die di 250 mg/kg per os somministrata per 36 giorni.
Tossicità cronica: nel ratto nessuna alterazione apprezzabile alla dose/die di 200 mg/kg per os somministrata per 163 giorni.
Con la somministrazione di dosaggi elevati di rifampicina si sono verificati effetti teratogeni nei roditori trattati.
Rifadin capsule 150 mg, 300 mg
Amido di mais, magnesio stearato, gelatina, eritrosina, indigotina, titanio biossido.
Rifadin confetti 450 mg, 600 mg
Sodio laurilsolfato, cellulosa microgranulare, lattosio, calcio stearato, sodio carbossimetilcellulosa, amido di mais, gomma arabica, polivinilpirrolidone, saccarosio, talco, magnesio carbonato, titanio biossido, caolino, silice colloidale, eritrosina (E 127) lacca di alluminio 17%, magnesio stearato, gelatina.
Rifadin sciroppo
Agar-agar; saccarosio; potassio sorbato; saccarina; metile-p-idrossibenzoato; propile-p-idrossibenzoato; sodio metabisolfito; polisorbato 80; essenza di lampone; dietanolamina q.b. a ph 4,5; acqua depurata.
Rifadin fialoidi per fleboclisi
Un fialoide contiene: Sodio formaldeide solfossilato; Sodio idrossido q.b. a pH 8,5.
Una fiala solvente contiene: Polisorbato 81; Acqua per preparazioni iniettabili.
Rifadin per fleboclisi non deve essere diluito in soluzione di bicarbonato al 5% o lattato di sodio 1/6 mol perché può dar luogo a precipitati.
A confezionamento integro:
- Capsule e confetti: | 48 mesi |
- Sciroppo: | 36 mesi |
- Fialoide per fleboclisi: | 48 mesi |
Nessuna
Scatola da:
- 8 capsule da 150 mg in blister
- 8 capsule da 300 mg in blister
- 8 confetti da 450 mg in blister
- 8 confetti da 600 mg in blister
- Flacone da 60 ml di sciroppo
- Fialoide per fleboclisi da 600 mg + fiala solvente 10 ml
Vedere paragrafo "Posologia e modo di somministrazione".
GRUPPO LEPETIT S.p.A.
Via R. Lepetit, 8 - 20020 Lainate (MI)
- Rifadin 8 capsule da 150 mg AIC n. 021110200
- Rifadin 8 capsule da 300 mg AIC n. 021110034
- Rifadin 8 confetti da 450 mg AIC n. 021110097
- Rifadin 8 confetti da 600 mg AIC n. 021110111
- Rifadin sciroppo 60 ml (1,2 g) AIC n. 021110059
- Rifadin fialoide per fleboclisi da 600 mg AIC n. 021110135
Vendita su ricetta medica ripetibile
- Rifadin 8 capsule da 150 mgluglio 1968/ maggio 2000
- Rifadin 8 capsule da 300 mgluglio 1968/ maggio 2000
- Rifadin 8 confetti da 450 mgnovembre 1978/ maggio 2000
- Rifadin 8 confetti da 600 mgnovembre 1978/ maggio 2000
- Rifadin sciroppo 60 ml (1,2 g)giugno 1970/ maggio 2000
- Rifadin fialoide per fleboclisi da 600 mgnovembre 1978/ maggio 2000
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Maggio 2000
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