- [Vedi Indice]Zafirst è indicato nella profilassi e nella terapia cronica dell'asma bronchiale.
Poiché Zafirst è indicato per la prevenzione degli attacchi di asma, la sua assunzione deve essere continua nel tempo.
Adulti e adolescenti (di età uguale o superiore a 12 anni)
La terapia va iniziata con una dose di 20 mg due volte al giorno. La posologia di mantenimento più frequente è 20 mg due volte al giorno. Un aumento della dose fino ad un massimo di 40 mg due volte al giorno può determinare un beneficio terapeutico aggiuntivo. Non superare la dose massima consigliata.
Il farmaco non deve essere assunto durante i pasti, poiché il cibo può determinare una diminuzione della biodisponibilità di zafirlukast.
Anziani
La clearance di zafirlukast è ridotta nel paziente anziano (di età superiore a 65 anni), con conseguente aumento della Cmax e della AUC di circa due volte rispetto all'adulto giovane. Non si è comunque verificato alcun accumulo significativo di zafirlukast. Nel corso degli studi clinici, la somministrazione di 20 mg due volte al giorno ai pazienti anziani non è risultata associata ad aumenti dell'incidenza complessiva di eventi avversi o della frequenza di ritiri a causa di eventi avversi. La terapia può essere iniziata alla dose di 20 mg due volte al giorno e in seguito modificata in accordo alla risposta clinica.
Bambini
Nei bambini di età inferiore a 12 anni non sono disponibili dati sull'efficacia e la sicurezza d'impiego di Zafirst.
Insufficienza renale
Nei pazienti con insufficienza renale non si rende necessario alcun aggiustamento posologico.
Insufficienza epatica
La clearance di zafirlukast è ridotta nei pazienti affetti da cirrosi alcoolica stabile, con conseguente aumento delle Cmax e della AUC di circa due volte rispetto ai valori dell'adulto normale. La terapia può essere iniziata ad una dose di 20 mg due volte al dì e successivamente modificata in base alla risposta clinica. L'uso di Zafirst non è stato valutato in pazienti con insufficienza epatica di altra natura non cirrotica o nel paziente cirrotico per trattamenti a lungo termine (vedere paragrafo "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").
Ipersensibilità verso i componenti o altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico.
Zafirst è controindicato nei pazienti con insufficienza epatica grave.
Controindicato durante l'allattamento; generalmente controindicato in gravidanza (vedere punto "Gravidanza e allattamento").
Zafirst, per determinare il suo effetto terapeutico, deve essere assunto regolarmente, anche durante i periodi nei quali il paziente non avverte sintomi. La somministrazione di Zafirst deve essere continuata anche nel corso degli attacchi acuti di asma.
Al pari dei cortisonici per via inalatoria e dei cromoni (cromoglicato disodico, nedocromile sodico) Zafirst non è indicato come agente anti-broncospasmo durante gli attacchi acuti di asma.
Zafirst non è stato valutato nella terapia dell'asma labile o dell'asma instabile.
Non è consigliabile sostituire bruscamente la terapia con corticosteroidi, sia per via inalatoria che per via orale, con quella con Zafirst. Ogni riduzione nel dosaggio di corticosteroidi deve essere graduale.
Qualora si dovesse prendere in considerazione la riduzione del dosaggio di steroidi in pazienti affetti da asma severo, è necessaria cautela. In rari casi tali pazienti possono presentare eosinofilia sistemica a volte con segni clinici di vasculite sistemica che possono essere classificati come sindrome di Churg-Strauss. Tali eventi sono stati generalmente associati a riduzione della terapia steroidea orale. Non è stata stabilita una relazione di causalità con Zafirst.
Durante il trattamento con Zafirst può verificarsi un aumento delle transaminasi sieriche, usualmente asintomatico e transitorio, ma che potrebbe rappresentare una iniziale evidenza di epatotossicità.
Nel caso di comparsa di sintomi o segni clinici potenzialmente indicativi di una disfunzione epatica (per es. nausea, vomito, dolore al quadrante superiore destro, affaticamento, letargia, sindrome di tipo influenzale, epatomegalia, prurito ed ittero), è necessario misurare le transaminasi sieriche, in particolare l'ALT e gestire il paziente di conseguenza.
L'eventuale decisione di sospendere la terapia con Zafirst deve essere presa in base alle condizioni di ciascun paziente, valutando il rischio di disfunzione epatica rispetto al beneficio clinico derivante dalla somministrazione del farmaco.
Zafirst non è raccomandato in pazienti con alterazioni della funzionalità epatica.
Zafirst può essere somministrato con le altre terapie utilizzate abitualmente per il trattamento dell'asma e delle allergie. Fra i farmaci che sono stati somministrati in concomitanza con Zafirst senza riscontro di interazioni negative vi sono: gli steroidi per via inalatoria, i broncodilatatori per via inalatoria e per via orale, gli antibiotici e gli antiistaminici.
Zafirst può essere somministrato durante terapia con anticoncezionali orali senza determinare alcuna interazione negativa.
La co-somministrazione di Zafirst con acido acetilsalicilico può determinare un aumento dei tassi plasmatici di zafirlukast, di circa il 45%. È improbabile che tale aumento possa determinare effetti clinicamente rilevanti.
Non sono disponibili dati relativi all'interazione con altri antiinfiammatori non steroidei.
La co-somministrazione con eritromicina determina una riduzione dei tassi plasmatici di zafirlukast di circa il 40%.
In studi clinici, la somministrazione contemporanea di teofillina ha determinato una diminuzione dei livelli plasmatici di zafirlukast di circa 30% mentre i livelli plasmatici di teofillina sono rimasti invariati.
Tuttavia, le osservazioni effettuate dopo la commercializzazione del farmaco hanno messo in evidenza rari casi di aumento dei livelli plasmatici di teofillina in pazienti che assumevano contemporaneamente Zafirst.
La co-somministrazione con terfenadina ha comportato una diminuzione del 54% dell'AUC di zafirlukast, senza però alcun effetto sui livelli plasmatici di terfenadina.
La co-somministrazione con warfarin comporta un aumento del tempo massimo di protrombina di circa il 35%. Pertanto si raccomanda che nel caso Zafirst venga co-somministrato con il warfarin, il tempo di protrombina sia strettamente monitorato.
L'interazione è probabilmente dovuta alla inibizione da parte di zafirlukast del sistema isoenzimatico 2C9 del citocromo P450.
Non sono disponibili dati relativi all'interazione con altri anticoagulanti orali.
Negli studi sull'animale, zafirlukast non ha determinato effetti sulla fertilità e non ha mostrato alcun effetto teratogeno o di tossicità specifica nei confronti del feto. Tuttavia la sicurezza d'impiego di Zafirst nella donna in gravidanza non è stata determinata.
Nel corso della gravidanza i rischi potenziali della terapia devono essere attentamente valutati rispetto ai possibili benefici.
Zafirst deve essere utilizzato in gravidanza solo se ritenuto essenziale.
Zafirlukast viene escreto nel latte materno e non deve essere pertanto somministrato nel corso dell'allattamento.
È improbabile che il trattamento con Zafirst influisca negativamente sulla capacità di guidare o sull'uso di macchine.
La somministrazione di Zafirst può associarsi a cefalea o a disturbi gastrointestinali. Tali sintomi sono in genere di lieve entità.
In associazione alla somministrazione di Zafirst sono stati segnalati:
-esantemi con possibili formazioni di vesciche,
-reazioni di ipersensibilità inclusa orticaria e angioedema (rari),
-ecchimosi, disturbi ematici (rari),
-agranulocitosi (molto rara).
Tali manifestazioni si sono generalmente risolte sia proseguendo la terapia che sospendendola.
Nel corso degli studi clinici con Zafirst, sono stati raramente osservati aumenti delle concentrazioni sieriche delle transaminasi.
Tali modificazioni si sono generalmente risolte proseguendo la terapia o sospendendola. In rari casi l'andamento dei valori delle transaminasi è risultato similare a quello di una epatite indotta da farmaco; i valori si sono normalizzati con la sospensione della terapia con Zafirst.
Le osservazioni effettuate dopo la commercializzazione del farmaco hanno messo in evidenza rari casi di epatite in presenza o meno di livelli elevati di bilirubina. Tali casi sono stati generalmente reversibili e non è stata stabilita una relazione di causalità con Zafirst.
Nel corso degli studi clinici controllati con placebo è stato osservato un aumento dell'incidenza delle infezioni nei pazienti anziani trattati con Zafirst. Le infezioni erano in prevalenza di lieve entità, soprattutto a carico dell'apparato respiratorio e non tali da richiedere la sospensione della terapia con Zafirst.
Non sono disponibili dati riguardanti gli effetti di un sovradosaggio di Zafirst nell'uomo. Sono comunque indicate misure di supporto generali. Inoltre può essere utile sottoporre il paziente a lavanda gastrica.
La produzione di leucotrieni (LT) e l'interazione con i relativi recettori sono elementi importanti nella fisiopatologia dell'asma bronchiale. Gli effetti dei leucotrieni sono molteplici e comprendono la contrazione della muscolatura liscia, l'edema delle vie aeree ed una alterazione delle attività cellulari che si associa al processo infiammatorio, con l'ingresso dei granulociti eosinofili nel polmone.
Tali effetti contribuiscono ai segni ed ai sintomi dell'asma e sono ad essi strettamente correlati. Zafirst agisce come agente antiinfiammatorio, riducendo gli effetti dei citati mediatori proinfiammatori.
Zafirst è un peptide che somministrato per via orale esercita un potente antagonismo competitivo, altamente selettivo, nei confronti dei recettori dei leucotrieni LTC4 , LTD4 , LTE4 , componenti delle sostanze dell'anafilassi a reazione tardiva (SRS-A).
Studi in vitro hanno dimostrato che Zafirst antagonizza in ugual modo l'attività contrattile dei tre peptidi leucotrienici (C4 , E4 e D4 ) sulla muscolatura liscia delle vie aeree di conduzione dell'uomo.
Gli studi sull'animale hanno dimostrato che Zafirst previene efficacemente l'aumento della permeabilità vascolare indotto dai leucotrieni peptidici, che determina l'insorgenza di edema delle vie aeree, ed è inoltre in grado di inibire l'ingresso di granulociti eosinofili mediato dai leucotrieni nelle vie aeree.
Nel corso degli studi clinici è stata dimostrata la specificità d'azione di Zafirst, che agisce sui recettori dei leucotrieni ma non su quelli delle prostaglandine, dei trombossani, dell'istamina e dell'acetilcolina.
Negli studi clinici Zafirst ha dimostrato di possedere proprietà anti-infiammatorie. La somministrazione di Zafirst per cinque giorni determina la riduzione dei componenti cellulari e non cellulari dell'infiammazione delle vie aeree indotta dalla somministrazione di antigene. In studi controllati con placebo che prevedevano la broncoprovocazione segmentaria selettiva con allergeni, seguita da lavaggio bronco-alveolare a 48 ore di distanza, Zafirst ha dimostrato di ridurre l'aumento dei basofili, dei linfociti e dell'istamina, e di ridurre la produzione stimolata di superossido da parte dei macrofagi alveolari.
Zafirst diminuisce l'aumento dell'iperreattività bronchiale stimolata dalla inalazione di allergeni, nonché la broncocostrizione indotta dalla somministrazione del fattore di attivazione delle piastrine.
Inoltre la somministrazione a lungo termine di Zafirst alla dose di 20 mg due volte al giorno porta ad una diminuzione della sensibilità alla metacolina. Nel corso degli studi clinici effettuati per valutare la terapia cronica con Zafirst, si è osservato un miglioramento dei parametri di funzionalità respiratoria, misurati al tempo della minima concentrazione plasmatica del farmaco, indicativo di una riduzione prolungata dell'ostruzione delle vie aeree dovuta alla componente infiammatoria.
Zafirst determina una riduzione dose-dipendente della broncocostrizione indotta dall'inalazione di leucotriene D4 .
I pazienti asmatici sono circa 10 volte più sensibili dei soggetti non asmatici all'azione broncocostrittiva del leucotriene D4 . Una dose singola di Zafirst, somministrata per via orale, permette al paziente asmatico di inalare una dose 100 volte più elevata di leucotriene D4 e determina una protezione significativa anche a 12 e a 24 ore dalla somministrazione.
Zafirst inibisce la risposta broncocostrittiva indotta da diversi tipi di stimolazione, fra cui l'inalazione di biossido di zolfo, l'esercizio fisico e l'aria fredda.
Zafirst determina una attenuazione della fase precoce e della fase tardiva della reazione infiammatoria indotta da vari antigeni quali l'erba, l'ambrosia, la forfora di gatto e le miscele di antigeni. In alcuni pazienti, la somministrazione di Zafirst è in grado di prevenire completamente la comparsa di attacchi di asma indotti dall'esercizio fisico e dalla stimolazione con allergeni.
Zafirst è indicato come farmaco di prima scelta per la terapia di mantenimento dei pazienti asmatici i cui sintomi non vengono controllati in maniera soddisfacente con una terapia beta-agonista "al bisogno". Nei pazienti sintomatici Zafirst determina un miglioramento dei sintomi (riducendo la sintomatologia asmatica notturna e diurna), migliora la funzionalità respiratoria, riduce la necessità di una terapia concomitante con beta-agonisti e diminuisce l'incidenza di riacutizzazioni.
Negli studi clinici è stato notato un significativo effetto di prima dose sul tono bronchiale dopo due ore dalla somministrazione, quando non è ancora stata raggiunta la concentrazione plasmatica di picco. Un iniziale miglioramento della sintomatologia asmatica è ottenibile durante la prima settimana di trattamento, e spesso nel corso dei primi giorni di terapia.
Zafirst viene somministrato come terapia orale da assumere due volte al giorno; questa sua caratteristica può assumere un particolare valore nei pazienti con difficoltà di somministrazione o di compliance nell'utilizzo delle terapie di mantenimento per via inalatoria.
La concentrazione plasmatica di picco di zafirlukast viene raggiunta circa tre ore dopo la sua somministrazione per via orale.
La somministrazione 2 volte al giorno di Zafirst, a dosaggi compresi fra 30 mg e 80 mg, ha determinato un basso accumulo del farmaco nel plasma (da non misurabile a 2,9 volte il valore della concentrazione dopo la prima dose; valore medio: 1,45; valore mediano: 1,27). L'emivita terminale di zafirlukast è di circa 10 ore. Le concentrazioni di zafirlukast allo stato stazionario sono risultate proporzionali alla dose somministrata e conformi a quanto previsto dai dati di farmacocinetica a dose singola.
Le caratteristiche farmacocinetiche di zafirlukast nei pazienti adulti ed adolescenti affetti da asma sono risultate simili a quelle rilevate nei soggetti adulti sani di sesso maschile. I parametri farmacocinetici di zafirlukast, dopo correzione in funzione del peso corporeo, non differiscono tra uomo e donna.
La somministrazione di Zafirst in concomitanza con il cibo aumenta la variabilità della biodisponibilità di zafirlukast e nella maggior parte dei casi (75%) la riduce di circa il 40%.
Zafirlukast viene ampiamente metabolizzato. Dopo somministrazione di una dose marcata si recupera circa il 10% della dose nelle urine e l'89% nelle feci. Il composto come tale non è presente nelle urine. I metaboliti identificati nel plasma umano sono risultati essere almeno 90 volte meno potenti di zafirlukast in un test standard di attività in vitro.
Nei pazienti anziani e nei pazienti affetti da cirrosi alcoolica stabile si verifica un aumento di due volte della Cmax e della AUC rispetto a quella di soggetti sani trattati con le stesse dosi di Zafirst.
Nei pazienti affetti da insufficienza renale non sono state osservate differenze significative nella farmacocinetica di zafirlukast rispetto ai soggetti sani.
Zafirlukast è legato per circa il 99% alle proteine plasmatiche umane, soprattutto all'albumina, fino a concentrazioni comprese fra 0,25 e 4,0 microgrammi/ml.
Dopo somministrazione di dosi multiple di farmaco superiori a 40 mg/kg/die per periodi fino a 12 mesi, si è osservata epatomegalia associata a modificazioni degenerative o steatosiche del fegato o alla deposizione di glicogeno nei ratti, nei topi e nei cani. Aggregati di istociti sono stati osservati in vari tessuti del cane.
Topi maschi, trattati con zafirlukast alla dose di 300 mg/kg/die, hanno mostrato un aumento dell'incidenza di adenomi epatocellulari rispetto agli animali di controllo.
Ratti trattati con zafirlukast alla dose di 2000 mg/kg al giorno hanno mostrato un aumento dell'incidenza di papillomi vescicali rispetto agli animali di controllo.
In test di mutagenicità zafirlukast non ha mostrato effetti mutageni. Il significato clinico di questi dati per quanto riguarda l'uso a lungo termine nella specie umana non è noto.
Nel corso degli studi preclinici non sono emersi altri dati degni di nota.
Croscarmellosa sodica, lattosio monoidrato, cellulosa microcristallina, povidone, magnesio stearato, ipromellosa, titanio biossido.
Non è nota alcuna incompatibilità.
3 anni. La data di scadenza indicata si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato. Il prodotto non va utilizzato oltre la data di scadenza indicata.
Conservare a temperatura inferiore a + 30 °C.
Blister in alluminio/alluminio.
28 compresse da 20 mg
28 compresse da 40 mg
Nessuna.
CHIESI FARMACEUTICI S.p.A.
Via Palermo, 26/A - 43100 Parma (PR)
Zafirst 20: 28 compresse da 20 mg: AIC n. 032957019
Zafirst 40: 28 compresse da 40 mg: AIC n. 032957021
Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
6 Agosto 1998
Non si pone.
Agosto 1999.
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