- [Vedi Indice]Zestoretic è indicato per il trattamento dell'ipertensione essenziale in pazienti per i quali è appropriata una terapia di associazione.
Ipertensione essenziale
Il dosaggio usuale è di una compressa somministrata una volta al giorno. Se necessario il dosaggio può essere aumentato a 2 compresse somministrate in una singola dose giornaliera.
Dosaggio nell'insufficienza renale
I tiazidici possono risultare diuretici inappropriati per l'uso in pazienti con compromissione renale e sono inefficaci a valori di clearance della creatinina di 30 ml/min o inferiori (cioè in presenza di insufficienza renale moderata o severa). Zestoretic non si deve utilizzare come terapia iniziale in pazienti con insufficienza renale.
In pazienti con clearance della creatinina maggiore di 30 e minore di 80 ml/min Zestoretic deve essere utilizzato solo dopo titolazione delle singole componenti.
Quando impiegato da solo, la dose iniziale di lisinopril raccomandata nell'insufficienza renale lieve è di 5-10 mg.
Terapia diuretica precedente
Dopo la dose iniziale di Zestoretic si può avere ipotensione sintomatica; ciò è più probabile che accada in pazienti ipovolemici e/o sodio depleti in conseguenza di una precedente terapia diuretica. La terapia diuretica deve essere sospesa per 2-3 giorni prima di iniziare la terapia con Zestoretic. Se ciò non fosse possibile, il trattamento deve essere iniziato con lisinopril da solo, alla dose di 5 mg.
AnuriaIpersensibilità verso qualsiasi componente di questo prodotto e storia di edema angioneurotico correlato ad un trattamento precedente con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina.Ipersensibilità verso altri farmaci sulfamidico-derivati.Gravidanza e allattamento.
Ipotensione e squilibrio idro/elettrolitico
Come con tutte le terapie antiipertensive, in alcuni pazienti può verificarsi ipotensione sintomatica. Questo è stato osservato raramente in pazienti con ipertensione non complicata, ma è più probabile in presenza di squilibrio idrico o elettrolitico, ad es. riduzione della volemia, iponatriemia, alcalosi ipocloremica, ipomagnesemia o ipokaliemia, alterazioni che possono verificarsi a causa di una precedente terapia diuretica, per restrizione salina nella dieta, per dialisi o durante episodi intercorrenti di diarrea o vomito. In tali pazienti si devono effettuare controlli periodici degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati. Particolare considerazione deve essere posta quando la terapia è somministrata a pazienti con cardiopatia o cerebropatia ischemica, dato che un'eccessiva caduta della pressione arteriosa potrebbe provocare un infarto miocardico o un accidente cerebrovascolare. Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere posto in clinostatismo e, se necessario, infuso con soluzione fisiologica per via endovenosa. Una risposta ipotensiva transitoria non costituisce una controindicazione ad ulteriori dosi di farmaco. Con il ripristino di un volume ematico efficace e della pressione arteriosa si può ristabilire la terapia ad un dosaggio ridotto; altrimenti è possibile usare singolarmente l'uno o l'altro componente dell'associazione.
Compromissione della funzione renale
I tiazidici possono non essere i diuretici appropriati nel trattamento di pazienti con compromissione renale e sono inefficaci a valori di clearance della creatinina di 30 ml/min o meno (cioè in presenza di insufficienza renale moderata o grave).
Zestoretic non deve essere somministrato a pazienti con insufficienza renale (clearance della creatinina uguale o minore di 80 ml/min) finché la titolazione dei singoli componenti non abbia prima dimostrato la necessità dei dosaggi presenti nella compressa dell'associazione. In alcuni pazienti ipertesi senza un'apparente patologia renale preesistente, quando lisinopril è stato somministrato in concomitanza a un diuretico, si sono verificati aumenti solitamente lievi e transitori dell'azotemia e della creatininemia. Qualora si verificasse tale condizione in corso di terapia con Zestoretic l'associazione deve essere sospesa. Il ripristino della terapia è possibile a dosaggio ridotto oppure entrambi i componenti possono essere usati appropriatamente da soli. In alcuni pazienti con stenosi dell'arteria renale bilaterale o stenosi dell'arteria renale in monorene, sono stati osservati, con gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE), incrementi dell'azotemia e della creatininemia di solito reversibili dopo la sospensione della terapia.
Epatopatia
I tiazidici devono essere usati con cautela in pazienti con funzione epatica compromessa o con un'epatopatia progressiva, in quanto minime alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono precipitare un coma epatico.
Chirurgia/anestesia
In pazienti sottoposti ad interventi di alta chirurgia o durante anestesia con agenti che producono ipotensione, lisinopril può bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. Qualora si verifichi ipotensione attribuibile a tale meccanismo, questa può essere corretta mediante espansione della volemia.
Effetti metabolici ed endocrini
La terapia tiazidica può alterare la tolleranza al glucosio; può quindi rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio degli agenti antidiabetici, compresa l'insulina (vedere "Interazioni"). I tiazidici possono diminuire l'escrezione urinaria di calcio e causare aumenti lievi ed intermittenti della calcemia. Un'ipercalcemia marcata può svelare un iperparatiroidismo asintomatico. La terapia tiazidica deve essere sospesa prima che vengano effettuati i test di funzionalità paratiroidea. Aumenti dei livelli di colesterolo e dei trigliceridi sono stati associati alla terapia diuretica con tiazidici. In alcuni pazienti il trattamento con tiazidici può precipitare un'iperuricemia e/o gotta. Lisinopril può, tuttavia, indurre un aumento dell'acido urico nelle urine e di conseguenza attenuare l'effetto iperuricemico dell'idroclorotiazide.
Ipersensibilità /edema angioneurotico
Edema angioneurotico del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe è stato riscontrato raramente in pazienti trattati con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina, incluso lisinopril. In tali casi, la somministrazione di lisinopril deve essere interrotta prontamente e si deve istituire un appropriato monitoraggio per assicurarsi della completa remissione dei sintomi prima di dimettere il paziente. In quei casi in cui il gonfiore era limitato al viso e alle labbra, la condizione si è, in genere, risolta senza trattamento, sebbene gli antistaminici si siano dimostrati utili nell'alleviare i sintomi. L'edema angioneurotico associato ad edema della laringe può essere fatale. Nel caso siano interessate lingua, glottide o laringe, il che può provocare ostruzione delle vie aeree, deve essere somministrata prontamente una appropriata terapia come adrenalina diluita 1:1000 (0,3-0,5 ml) per via sottocutanea.
Pazienti con storia di edema angioneurotico non correlato a terapia con ACE-inibitori possono essere a rischio aumentato di angioedema durante assunzione di un ACE-inibitore (vedere "Controindicazioni").
In pazienti che assumono tiazidici, possono verificarsi reazioni di sensibilità con o senza anamnesi positiva per gli episodi allergici o asma bronchiale. Con l'uso di tiazidici è stata riportata esacerbazione o attivazione del lupus eritematoso sistemico.
Tosse
Con l'uso di ACE-inibitori è stata riportata tosse.
Questa è caratteristicamente non produttiva, persistente e si risolve con l'interruzione della terapia.
La tosse indotta dagli ACE-inibitori deve essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale della tosse.
Neutropenia e agranulocitosi
Con altri inibitori dell'enzima di conversione sono state segnalate agranulocitosi ed altre alterazioni della crasi ematica più frequentemente in soggetti con compromissione renale, specie se accompagnate da una collagenopatia. I dati disponibili non consentono di dimostrare se il lisinopril comporti o meno lo stesso rischio.
Uso pediatrico
Sicurezza ed efficacia nei bambini non sono state stabilite.
Uso negli anziani
Lisinopril, entro un range di dosaggio giornaliero di 20-80 mg, è stato egualmente efficace nei pazienti ipertesi anziani (65 anni o più) e in quelli non anziani.
In pazienti ipertesi anziani la monoterapia con lisinopril è stata efficace nel ridurre la pressione arteriosa diastolica come quella con idroclorotiazide o atenololo.
Negli studi clinici, l'età non ha influenzato la tollerabilità di lisinopril. Tuttavia, quanto l'età avanzata è associata ad una diminuzione della funzione renale, seguire le indicazioni che si trovano alla voce -Compromissione della funzione renale (vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").
Negli studi clinici l'efficacia e la tollerabilità di lisinopril ed idroclorotiazide, somministrati insieme, sono state simili sia nei pazienti ipertesi anziani che nei più giovani.
Potassio sierico
La deplezione di potassio indotta dai diuretici tiazidici viene in genere attenuata dall'effetto risparmiatore di potassio del lisinopril.
L'uso di integratori di potassio, agenti risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, può condurre ad un significativo aumento del potassio sierico, specie in pazienti con funzione renale compromessa. Se l'impiego concomitante di Zestoretic e di qualsiasi di questi agenti è ritenuto appropriato, essi debbono essere utilizzati con cautela e con frequenti controlli del potassio sierico.
Litio
Il litio generalmente non deve essere somministrato con i diuretici o con gli ACE-inibitori.
Gli agenti diuretici e gli ACE-inibitori riducono la clearance renale del litio, comportandone un rischio elevato di tossicità. Prima di usare prodotti contenenti litio, consultare i relativi foglietti illustrativi.
Altri farmaci
L'indometacina può diminuire l'efficacia antipertensiva del lisinopril e dell'idroclorotiazide somministrati contemporaneamente.
I tiazidici possono aumentare la sensibilità alla tubocurarina.
Interazioni farmacologiche potenziali
Altri agenti antipertensivi: possono aversi effetti additivi.
Quando somministrati insieme, i seguenti farmaci possono interagire con i diuretici tiazidici: alcool - barbiturici - narcotici: può verificarsi un potenziamento del calo pressorio in ortostatismo. Farmaci antidiabetici (agenti orali e insulina): può essere richiesto un aggiustamento del dosaggio di farmaci antidiabetici.
Corticosteroidi, ACTH: intensificata deplezione elettrolitica specialmente ipopotassiemia.
Amine pressorie (ad es. adrenalina): è possibile una diminuita risposta alle amine pressorie, ma non tale da precluderne l'uso.
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): in alcuni pazienti la somministrazione di FANS può diminuire l'effetto diuretico, natriuretico ed antipertensivo dei diuretici.
Zestoretic è controindicato in gravidanza e durante l'allattamento.
Il prodotto non interferisce sulla capacità di guidare e sull'uso di macchine.
Zestoretic è generalmente ben tollerato. Negli studi clinici, gli effetti collaterali sono stati in genere di natura lieve e transitoria; inoltre nella maggior parte dei casi non è stato necessario interrompere la terapia.
Gli effetti collaterali che sono stati osservati sono stati limitati a quelli riferiti precedentemente con lisinopril o idroclorotiazide.
L'effetto collaterale di più frequente riscontro clinico è stato il capogiro che in genere ha risposto alla riduzione del dosaggio e raramente ha reso necessaria l'interruzione della terapia.
Altri effetti collaterali meno frequenti sono stati:
-cefalea, tosse secca, faticabilità e ipotensione inclusa l'ipotensione ortostatica.
Ancora meno comuni sono stati:
-diarrea, nausea, vomito, bocca secca, rash, gotta, palpitazioni, disturbi toracici, crampi muscolari e debolezza, parestesia, astenia, impotenza, insufficienza renale acuta e sincope.
Ipersensibilità - edema angioneurotico
Raramente è stato riferito edema angioneurotico del volto, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe (vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso"). È stato riportato un complesso sintomatologico che può includere febbre, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, positività per anticorpi antinucleo, elevata velocità di eritrosedimentazione, eosinofilia e leucocitosi. Si possono verificare rash, fotosensibilità o altre manifestazioni dermatologiche.
Parametri clinici di laboratorio
Raramente si sono verificate alterazioni dei parametri di laboratorio clinicamente importanti. Occasionalmente sono state osservate iperglicemia, iperuricemia, iperkaliemia o ipokaliemia. Incrementi dell'azotemia e della creatininemia in genere lievi e transitori sono stati rilevati in pazienti senza segni di danno renale preesistente. Se tali aumenti persistono essi sono di solito reversibili dopo la sospensione di Zestoretic.
Frequentemente in pazienti ipertesi trattati con Zestoretic sono state riferite lievi diminuzioni dell'emoglobina e dell'ematocrito, ma raramente sono state di importanza clinica a meno che non coesistesse un'altra causa di anemia.
Raramente si sono avuti innalzamenti degli enzimi epatici e/o della bilirubina sierica, ma una relazione causale con Zestoretic non è stata stabilita.
Altri effetti collaterali che sono stati riportati con i componenti e che possono essere potenziali effetti collaterali di Zestoretic sono:
Idroclorotiazide
Anoressia, irritazione gastrica, stipsi, ittero (ittero colostatico intraepatico), pancreatite, scialoadenite, vertigine, xantopsia, leucopenia, agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica, anemia emolitica, porpora, fotosensibilità, febbre, orticaria, angioite necrotizzante (vasculite), vasculite cutanea, difficoltà respiratoria inclusa polmonite ed edema polmonare, reazioni anafilattiche, iperglicemia, glicosuria, iperuricemia, squilibri elettrolitici incluso iponatriemia, spasmo muscolare, agitazione, transitorio offuscamento della visione, disfunzione renale e nefrite interstiziale.
Lisinopril
Infarto miocardico o accidente cerebrovascolare che è possibile siano secondari ad un'eccessiva ipotensione in pazienti a rischio elevato, tachicardia, dolore addominale, alterazioni dell'umore, orticaria, diaforesi, uremia, oliguria/anuria, disfunzione renale, insufficienza renale acuta, epatite (epatocellulare o colostatica) e ittero.
Non sono disponibili informazioni specifiche riguardo il trattamento di un sovradosaggio di Zestoretic.
Il trattamento è sintomatico e di supporto. La terapia con Zestoretic deve essere interrotta ed il paziente tenuto sotto stretta osservazione. Le misure terapeutiche suggerite includono induzione del vomito e/o lavanda gastrica se l'ingestione è recente nonché correzione della disidratazione, dello squilibrio elettrolitico e dell'ipotensione secondo le procedure stabilite.
Lisinopril
L'effetto più rilevante da sovradosaggio è l'ipotensione, per la quale il trattamento abituale è l'infusione endovenosa di soluzione fisiologica.
Lisinopril può essere rimosso dal circolo generale con emodialisi.
Idroclorotiazide
I segni e sintomi più comunemente osservati sono quelli causati dalla deplezione degli elettroliti (ipokaliemia, ipocloremia, iponatriemia) e dalla disidratazione quale risultato di un'eccessiva diuresi.
Se è stata somministrata anche digitale, l'ipokaliemia può accentuare le aritmie cardiache.
Zestoretic (lisinopril ed idroclorotiazide) è l'associazione di un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina (lisinopril) e un diuretico (idroclorotiazide). Lisinopril è descritto chimicamente come (S)-1-[N2-(1-carbossi-3-fenilpropil)-L-lisil]-L-prolina biidrata, mentre l'idroclorotiazide è 6-cloro-7-solfamoil-3,4-diidro-(2H)-1,2, 4-benzotiadiazina-1,1-diossido. Zestoretic fornisce attività antipertensiva e diuretica. Il lisinopril e l'idroclorotiazide sono stati usati singolarmente e in concomitanza per il trattamento dell'ipertensione. Gli effetti antipertensivi di questi due agenti sono approssimativamente additivi. È stato dimostrato che la componente lisinopril di Zestoretic attenua la perdita di potassio associata all'idroclorotiazide. Il lisinopril e l'idroclorotiazide hanno un simile schema di dosaggio. Zestoretic rappresenta, dunque, una formulazione conveniente per la somministrazione concomitante di lisinopril e idroclorotiazide.
Meccanismo d'azione
- Lisinopril
L'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE) è una peptidil dipeptidasi che catalizza la conversione dell'angiotensina I in angiotensina II, sostanza ad azione pressoria. Dopo l'assorbimento, lisinopril inibisce l'ACE.
L'inibizione dell'ACE dà luogo ad una diminuzione dei livelli plasmatici di angiotensina II, portando ad un aumento dell'attività reninica plasmatica (dovuto all'interruzione del feedback negativo esercitato sul rilascio di renina) e ad una diminuita secrezione di aldosterone. L'ACE è identico alla kininasi II; di conseguenza il lisinopril può anche bloccare la degradazione di bradichinina, un potente vasodilatatore peptidico. Tuttavia il ruolo di quest'ultimo negli effetti terapeutici del lisinopril è ancora da chiarire. Sembra che il meccanismo attraverso il quale lisinopril abbassa la pressione arteriosa sia principalmente costituito dalla soppressione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, che gioca un ruolo di grande importanza nella regolazione pressoria. Lisinopril svolge un'azione antipertensiva anche in pazienti con ipertensione a bassa renina.
- Lisinopril/idroclorotiazide
L'idroclorotiazide è un agente diuretico ed antipertensivo che aumenta l'attività reninica plasmatica. Sebbene lisinopril da solo abbia un'attività antipertensiva anche in pazienti con ipertensione a bassa renina, la somministrazione concomitante di idroclorotiazide porta, in questi pazienti, ad una maggiore riduzione pressoria.
Farmacodinamica
- Lisinopril
La somministrazione di lisinopril a pazienti con ipertensione ha dato luogo ad una riduzione della pressione arteriosa sia in clino che in ortostatismo, senza tachicardia compensatoria. Ipotensione posturale sintomatica non è stata di solito osservata sebbene possa essere presente in pazienti ipovolemici e/o sodio depleti (vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").
Nella maggior parte dei pazienti studiati, l'inizio dell'attività antipertensiva è stato osservato 1-2 ore dopo la somministrazione orale di una dose unica di lisinopril, con raggiungimento della riduzione massima della pressione arteriosa entro 6 ore.
In alcuni pazienti il raggiungimento di una riduzione ottimale della pressione arteriosa può richiedere da 2 a 4 settimane di terapia. Alle singole dosi giornaliere raccomandate, gli effetti antipertensivi si mantengono sino alla 24ª ora. Gli effetti antipertensivi di lisinopril sono continuati durante la terapia a lungo termine. Una brusca interruzione di lisinopril non è stata associata ad un rapido aumento della pressione arteriosa, né ad un significativo rialzo rispetto ai livelli pressori prima del trattamento. In studi emodinamici su pazienti con ipertensione essenziale, la riduzione della pressione arteriosa era associata ad una riduzione delle resistenze periferiche con scarsa o nessuna variazione della gittata e della frequenza cardiaca. In uno studio su pazienti ipertesi, dopo somministrazione di lisinopril si è verificato un aumento del flusso ematico renale e nessuna variazione del volume di filtrazione glomerulare.
Lisinopril, entro un range di dosaggio di 20-80 mg, è stato egualmente efficace nei pazienti ipertesi anziani (65 anni o più) e nei più giovani. Negli studi clinici, l'età non ha influenzato il profilo di sicurezza del lisinopril. In pazienti con ipertensione renovascolare, lisinopril ha mostrato di essere ben tollerato ed efficace nel controllare la pressione arteriosa (vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").
- Idroclorotiazide
Il meccanismo dell'effetto antipertensivo dei tiazidici non è noto. I tiazidici di solito non influenzano la pressione arteriosa normale.
L'idroclorotiazide è un agente diuretico ed antipertensivo, agisce a livello dei tubuli renali distali sul meccanismo di riassorbimento elettrolitico. L'idroclorotiazide aumenta l'escrezione di sodio e cloro in quantità approssimativamente equivalenti.
La natriuresi può essere accompagnata da una perdita di potassio, magnesio e bicarbonato.
Dopo l'impiego orale la diuresi inizia entro 2 ore, raggiunge il massimo in circa 4 ore e dura circa 6-12 ore.
- Lisinopril / Idroclorotiazide
Quando somministrato insieme a diuretici tipo tiazidici, gli effetti di riduzione pressoria del lisinopril sono risultati additivi.
Lisinopril
Le concentrazioni sieriche massime si hanno entro circa 6-8 ore dopo somministrazione orale. Il declino delle concentrazioni sieriche mostra una fase terminale prolungata che non contribuisce all'accumulo del farmaco.
Questa fase terminale probabilmente rappresenta il legame saturabile a livello dell'ACE e non è proporzionale alla dose. Lisinopril non sembra essere legato ad altre proteine plasmatiche. Lisinopril non viene metabolizzato ed è interamente escreto come tale con le urine. Basandosi sul recupero urinario, il grado di assorbimento del lisinopril è di circa il 25% L'assorbimento del lisinopril non viene influenzato dalla presenza di cibo nel tratto gastrointestinale. Dopo dosi multiple, lisinopril mostra un'emivita efficace di accumulo di 12 ore.
Nei soggetti anziani sani (65 anni o più) una dose singola di lisinopril 20 mg ha prodotto concentrazioni sieriche più elevate rispetto a quelle osservate in giovani adulti sani trattati con analogo dosaggio. In un altro studio, una singola dose giornaliera di lisinopril 5 mg è stata somministrata per 7 giorni consecutivi a volontari sani, giovani e anziani, ed a pazienti anziani con insufficienza cardiaca congestizia. Le concentrazioni sieriche massime di lisinopril al settimo giorno erano più elevate nei volontari anziani rispetto ai giovani ed ancora più elevate nei pazienti anziani con insufficienza cardiaca congestizia.
Tali dati sono in accordo con il concetto che farmaci con bassa liposolubilità (quali il lisinopril) raggiungono un volume di distribuzione più basso negli anziani i quali presentano un basso rapporto "peso corporeo privato dei grassi/grassi".
Anche la clearance renale del lisinopril era diminuita negli anziani, specie in presenza di insufficienza cardiaca congestizia.
La distribuzione del lisinopril nei pazienti con insufficienza renale era simile a quella osservata nei pazienti con funzione renale normale, quando la velocità di filtrazione glomerulare non raggiungeva valori uguali o minori di 30 ml/min; in tal caso aumentavano i livelli di lisinopril di picco e non, e aumentava il tempo per raggiungere le concentrazioni massime e, talvolta, si prolungava il periodo per raggiungere lo stato stazionario.
Studi sui ratti indicano che lisinopril attraversa scarsamente la barriera ematoencefalica. Dosi multiple di lisinopril nei ratti non determinano fenomeni di accumulo in alcun tessuto. È presente radioattività nel latte dei ratti cui viene somministrato lisinopril marcato con 14 C. Si è ritrovata radioattività nella placenta, dopo somministrazione di farmaco marcato a femmine di ratto gravide, ma non nei feti.
Idroclorotiazide
Con il monitoraggio dei livelli plasmatici per almeno 24 ore, si è osservato che l'emivita plasmatica variava in un range di 5,6-14,8 ore. L'idroclorotiazide non viene metabolizzato, ma è rapidamente eliminato per via renale.
Almeno il 61% della dose orale è eliminato immodificato entro 24 ore. L'idroclorotiazide attraversa la barriera placentare ma non quella ematoencefalica.
Lisinopril / Idroclorotiazide
Dosi multiple concomitanti di lisinopril e idroclorotiazide hanno un effetto scarso o nullo sulla biodisponibilità di questi farmaci.
L'associazione precostituita è bioequivalente ai due farmaci somministrati contemporaneamente.
Lisinopril
La sicurezza del lisinopril è stata studiata esaurientemente negli animali da laboratorio. La DL50 orale di lisinopril era superiore ai 20 g/kg in topi e ratti.
Sembra che la tossicità del lisinopril in ratti e cani sia correlata principalmente ad una esasperazione degli effetti farmacologici. C'era un ampio divario fra la dose terapeutica per l'uomo e le dosi tossiche per gli animali.
Il rapporto della dose non tossica per i cani (5 mg/kg/die) rispetto a quella raccomandata per l'uomo di 40 mg/die era in questa specie sensibile 6 volte maggiore.
Nell'uomo, con una dose di 40 mg/die, si raggiungeva una concentrazione plasmatica massima di 468 ng/ml, notevolmente inferiore agli 11.370 ng/ml del livello plasmatico determinato da una dose nefrotossica nei cani.
I principali segni di tossicità nei cani erano correlati alle alterazioni della funzione renale (concentrazioni elevate di azotemia e creatininemia), talvolta associate a degenerazione dei tubuli renali. Quest'ultima non è stata osservata nei ratti, anche se sono stati rilevati aumenti dell'azotemia. Queste modificazioni della funzione renale rappresentano probabilmente variazioni pre-renali dell'azotemia farmaco-indotta correlata all'attività farmacologica del lisinopril. Un apporto salino supplementare migliora o previene la tossicità del lisinopril nei ratti così come nei cani, ad ulteriore sostegno dell'ipotesi di una tossicità basata sul meccanismo di azione.
Carcinogenesi, mutagenesi e studi sulla fertilità
Non sono stati evidenziati effetti oncogenici quando lisinopril è stato somministrato per 105 settimane a ratti maschi e femmine a dosaggi fino a 90 mg/kg/die (circa 110 volte la dose massima giornaliera raccomandata per l'uomo). Lisinopril è stato anche somministrato per 92 settimane a topi (maschi e femmine) a dosi fino a 135 mg/kg/die (circa 170 volte la dose massima giornaliera raccomandata per l'uomo) e non ha mostrato alcun segno di carcinogenicità. Lisinopril non ha mostrato proprietà mutagene nel test mutageno microbico di Ames con o senza attivazione metabolica. È risultato negativo in un'analisi di mutazione precoce che utilizza cellule di polmone di criceto cinese. Lisinopril non ha prodotto rotture del filamento singolo del DNA in un'analisi in vitro di eluzione alcalina in epatociti di ratto. Il lisinopril non ha prodotto, inoltre, aumento delle aberrazioni cromosomiche in un test in vitro su cellule ovariche di criceto cinese e in uno studio in vivo sul midollo osseo di topo. Non si sono verificati effetti avversi sulla capacità riproduttiva in maschi e femmine di ratti trattati con dosi di lisinopril fino a 300 mg/kg/die.
Teratogenesi
Lisinopril non si è dimostrato teratogeno nel topo trattato con dosi fino a 1000 mg/kg/die (1250 volte la dose massima giornaliera raccomandata per l'uomo) dal 6° al 15° giorno di gestazione.
Non si è verificato un aumento di riassorbimenti fetali con dosi inferiori a 100 mg/kg; a dosi di 1000 mg/kg ciò è stato prevenuto da un apporto supplementare di sale. Non si è verificata fetotossicità o teratogenicità in ratti trattati con dosi di lisinopril fino a 300 mg/kg/die (375 volte la dose massima raccomandata) dal 6° al 17° giorno di gestazione.
In ratti che avevano ricevuto lisinopril dal 15° giorno di gestazione fino ad oltre il 21° giorno post-partum, si è verificato un aumento dell'incidenza delle morti dei nati fra il 2° e il 7° giorno post-partum. Inoltre il 21° giorno post-partum il peso medio corporeo dei nati risultò inferiore. Con un apporto supplementare di sale alla madre non si è verificato né l'aumento delle morti né una diminuzione ponderale nei nati. Nei conigli, lisinopril non ha mostrato teratogenicità quando somministrato durante l'intero periodo organogenetico a dosaggi fino a 1 mg/kg/die in presenza di un apporto supplementare di sale.
Quest'ultimo è stato usato per eliminare gli effetti tossici nella madre e consentire una valutazione del potenziale teratogeno al più alto livello di dosaggio possibile. Si è osservato che il coniglio è estremamente sensibile agli inibitori dell'enzima di conversione (captopril ed enalapril) mostrando effetti materno e feto-tossici a livelli di dosaggio uguali o inferiori a quelli terapeutici raccomandati per l'uomo.
Nei conigli la fetotossicità si è verificata con un aumento di incidenza di riassorbimento fetale a dosi di 1 mg/kg/die di lisinopril e con un aumento di incidenza di ossificazione incompleta alla più bassa dose testata (0,1 mg/kg/die). Una singola dose di 15 mg/kg/die di lisinopril somministrata per via endovenosa a femmine gravide di coniglio durante il 16°, 21° e 26° giorno di gestazione provocò dall'88 al 100% di morti fetali.
Idroclorotiazide
In studi di tossicologia acuta e cronica è stato osservato che l'idroclorotiazide presenta una tossicità relativamente bassa. In studi di tossicologia animale acuta la DL50 nei topi è stata maggiore di 10 g/kg in sospensione per os.
I cani tollerarono almeno 2 g/kg per os senza segni di tossicità. L'idroclorotiazide è stato somministrato in ratti in uno studio di due cucciolate, nel topo in uno studio di 2 generazioni e in conigli con test di gravidanza positivo. Nessuno di questi studi ha mostrato effetti teratogeni dell'idroclorotiazide.
La prole cresciuta fino allo svezzamento o alla maturità non ha mostrato segni di effetti correlabili al trattamento.
Carcinogenesi, mutagenesi e studi sulla fertilità
L'idroclorotiazide è attualmente in studio nell'US Carcinogenesis Testing Program. L'idroclorotiazide non ha mostrato proprietà mutagene in vitro, nel test mutageno microbico di Ames a concentrazioni massime di 5 mg/piastra utilizzando ceppi TA98 e TA100. Campioni di urine di pazienti trattati con idroclorotiazide non hanno mostrato attività mutagena nel test di Ames. È stata misurata sull'Aspergillus nidulans la capacità di alcuni farmaci di indurre la non-disgiunzione e il crossing-over. Un elevato numero di farmaci, tra cui l'idroclorotiazide hanno indotto la non-disgiunzione.
Teratogenesi
Studi sulla riproduzione nel coniglio, nel topo e nel ratto con dosi fino a 100 mg/kg/die (50 volte la dose massima per l'uomo) non hanno mostrato alcuna evidenza di anormalità esterne del feto dovute all'idroclorotiazide.
L'idroclorotiazide somministrato in uno studio di due generazioni in ratti a dosi di 4-5-6 mg/kg/die (circa 1-2 volte la dose massima raccomandata nell'uomo) non ha alterato la fertilità o prodotto anormalità della prole alla nascita.
Lisinopril / Idroclorotiazide
La somministrazione di lisinopril con idroclorotiazide determina risposte tossiche a dosi più basse rispetto a quelle osservate con ciascun composto somministrato da solo. Dato che la tossicità di ciascun componente è dovuta alla sua attività terapeutica (ipotensione) e dato che si verifica un incremento della attività farmacologica del lisinopril quando somministrato in associazione a diuretici (idroclorotiazide), l'incremento della tossicità con i due farmaci era stata prevista. Benché a dosi elevate sia stato osservato un potenziamento della tossicità secondario al potenziamento dell'effetto farmacologico, non c'è motivo di prevedere nell'uomo una risposta tossica a dosi terapeutiche di entrambi i farmaci. La sicurezza del lisinopril e dell'idroclorotiazide somministrati in associazione a dosaggi terapeutici è stata dimostrata negli studi clinici. Lisinopril in associazione all'idroclorotiazide non ha mostrato proprietà mutagene in un test mutageno microbico che utilizzava Salmonella typhimurium (test di Ames) o Escherichia coli con o senza attivazione o in un test di mutazione che utilizzava cellule polmonari di criceto cinese. Lisinopril-idroclorotiazide non ha prodotto rotture della monoelica del DNA nel liquido di eluzione alcalina nel test in vitro con epatociti di ratto. Inoltre, non ha prodotto aumenti di aberrazione cromosomica nel test in vitro su cellule ovariche di criceto cinese o nello studio in vivo del midollo osseo del topo.
Mannitolo, calcio fosfato dibasico diidrato, amido di mais, amido pregelatinizzato, magnesio stearato.
Non note.
A confezionamento integro: 30 mesi.
Conservare le compresse al riparo dalla luce.
Blister in PVC e alluminio.
Confezione da 14 compresse
Non è richiesta alcuna precauzione speciale.
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Data AIC: gennaio 1992.
Data di prima commercializzazione: febbraio 1992.
Non si pone.
30 gennaio 1997
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